Qualcuno mi sa spiegare perchè mi accade questa cosa? Ho svolto diverse psicoterapie, in tutto 6,

16 risposte
Qualcuno mi sa spiegare perchè mi accade questa cosa?

Ho svolto diverse psicoterapie, in tutto 6, tutte con una durata di 2-3 anni, poi cambiava in base alle situazioni che vivevo.
E dopo tutti questi lunghi percorsi ioho ancora gli stessi dubbi, le stesse paure, domande che avevo all'inizio.
Mi spiego meglio, ogni volta che ho intrapreso un nuovo percorso, portavo sempre gli stessi problemi, sempre le stesse domande a cui ricevevo una risposta e la capivo, ma nonostante questo tutti questi problemi sono rimasti qui con me, perchè?
Ad esempio una delle tante domande è: Come funziona una psicoterapia e come mi dovrebbe far sentire?
Tutti gli psicoterapeuti da cui sono stato mi hanno risposto, anche in modo dettagliato, eppure, se io dovessi iniziare anche domani stesso un nuovo percorso, porterei con me questa domanda, perchè?
Salve, cosa intende per “cambiava in base alle situazioni che vivevo”?
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Salve, credo che il primo passo sia chiedersi non come debba farla sentire una psicoterapia, ma qual'è il problema psicologico che vuole risolvere.
Salve, è difficile darle qualche indicazione senza entrare nel merito della sua questione. Stupisce inannzitutto che abbia fatto così tanti percorsi di psicoterapia e per una durata per nulla trascurabile. La prima interrogazione potrebbe quindi essere proprio su questo punto. Cosa cerca esattamente? Che cosa si aspetta? Perché sembra non le sia possibile fermarsi con uno stesso terapeuta? Ha un interesse generico verso la psicoterapia o ha una questione da risolvere? La strada può essere quella di porsi domande sul suo malessere e da lì capire quale potrebbe essere il percorso più consono per cercare una soluzione. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Salve mi sembra lei abbia molte esperienze di psicoterapia quindi la domanda è superflua. Mi sento solo di chiederle se ha mai riflettuto sulla sua motivazione al cambiamento
Sei psicoterapie sono davvero tante! Mi fa pensare un pò a coloro che cambiano spesso partner, investono tempo ed energia in una relazione dopo l'altra e poi....non sanno cosa sia l'amore!
Lei non ci dice niente di sè, della sua età, del suo lavoro, della sua famiglia. Mi chiedo come siano le sue relazioni, con compagni, amici, parenti....
Ci chiede, e si chiede, come funziona una psicoterapia, come dovrebbe farci sentire... forse la domanda da porre prima che al terapeuta a se stesso/a avrebbe dovuto essere "la psicoterapia ha funzionato? come mi fa sentire?"
Non le servono casistiche, le serve ascoltarsi.
E forse non ha avuto fortuna ad incontrare il terapeuta giusto, ma qualcuno, sei su sei mi pare difficile.
Rivolga a se stesso/a le domande:
come mi sento?
cosa c'è che non va?
ho bisogno di aiuto?
a chi posso chiedere aiuto?
Cosa cerco in una psicoterapia?
Perchè non hanno funzionato? (perchè non hanno funzionato!)
Viva un pò da "single" senza alcun terapeuta in giro, cerchi di conoscersi, poi quando avrà risposto a queste e ad altre domande che vorrà porsi, magari sarà davvero pronto/a per intraprendere una terapia. Per sè, non per uniformarsi ad una casistica.
Le faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Termini
Salve. Una psicoterapia è un percorso di crescita nella consapevolezza del vissuto emotivo. In tutte le esperienze psicoterapeutiche che ha vissuto, è mai riuscito a vivere le emozioni? Distinti saluti
Gentile utente, l'"affidarsi" potrebbe essere un aspetto della sua richiesta. Cordiali saluti Dott.ssa Tiziana Bisegna
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Salve, un noto autore durante un congresso l'ha definita come "una relazione emotiva riparatrice". Ora sta a lei decidere se entrare all'interno di una relazione terapeuta-paziente lavorare sulle cose che usa per contrastare quelle che le provocano dolore e modificare gli equilibri. Un cordiale saluto
Salve, una parte fondamentale della terapia è la relazione che si instaura tra terapeuta e paziente, ma come ogni relazione ha bisogno di tempo e cura. Quindi ciascuna delle terapie che ha intrapreso aveva delle caratteristiche proprie perchè lei era in relazione con persone sempre diverse tra loro. Forse sul "funzionamento" poteva trovare delle affinità, ma magari sul "sentire" erano sempre sensazione diverse. Le relazioni sono scambi e magari lei aveva bisogno di quegli scambi. Il consiglio che mi viene di darle è di mollare questa domanda che si porta dietro, non paragonare le diverse terapie tra loro e buttarsi completamente nel percorso per quella che è, con autenticità e apertura.
Buona serata.
Dott.ssa Abate
Gentile utente, quello che le posso dirle è che avendo cambiato così tanti terapeuti, quello che si evince è il tipo di attaccamento che lei tende ad instaurare con le persone con cui si lega......vorrebbe fidarsi, ma non si fida di nessuno.
Concordo su quanto detto dai colleghi sulla relazione riparatrice e sulle riflessioni in merito al fidarsi e all'affidarsi. Forse sono questi gli elementi non vissuti che la spingono a porsi ancora certe questioni. Credo che tutti i colleghi le abbiano dato buoni spunti di riflessione sperando le siano utili invio cari saluti
La sensazione che le cose rimangono le stesse è insopportabile: è come tornare alla stessa situazione, ogni volta, anche se in contesti diversi...
Cambiavano le persone, i luoghi, ma per me ritornavano le stesse incertezze.
Nel mio percorso come paziente prima e come psicologo poi ho fatto un cambiamento "di dinamica" solo quando sono riuscito ad ascoltare e poi a far tacere la voce "di famiglia" da dentro: certi messaggi interni e interiorizzati fin da piccolo che hanno condizionato il modo di vedere e pensare alle problemaniche.
Alla fine, nei miei percorsi, non ho trovato le risposte, che non mi interessavano più: ho cambiato domande. Vivo meglio.

Non so se questa mia esperienza le può essere utile. So che lavorare in questo senso con alcuni pazienti è stato utile.
Gentile utente, sembra si stia manifestando una resistenza al cambiamento. Secondo Bruno Bara (2007), la resistenza al cambiamento è attribuibile a molteplici fattori che non sono prevedibili, tra i quali possiamo trovare: il contributo del paziente, la personalità del terapeuta e l’alleanza terapeutica, in aggiunta, la metodologia di intervento e altri fattori contestuali (eventi imminenti, cultura, rete sociale, etc.). Per quanto riguarda il contributo del paziente, può presentarsi un auto-boicottaggio, anche se è presente la motivazione al cambiamento. Altri tipi di difficoltà possono essere per esempio le difficoltà cognitive, che portano la persona ad una scarsa consapevolezza di quanto raggiunto, oppure la paura del cambiamento stesso. Insomma, possono essere diverse le motivazioni. Spero di esserle stata utile in qualche modo.

E' strana una domanda sul senso di una psicoterapia da una persona che ha fatto così tanti percorsi e per lungo tempo, penso che ormai sia diventata esperta e potrebbe essere più concentrata sul "come funziona" piuttosto che rivolgere la sua attenzione sul che cosa le serve.
Lei come si chiama? che lavoro fa? per quali motivi si è rivolta agli psicologi?
Con simpatia
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Nelle psicoterapie umanistiche non si presta attenzione ai perché. Se si ricercano le cause dei propri comportamenti si avvierà una catena di domande che potrebbe durare in eterno, fino ad arrivare alle cause prime. È più utile sapere come funzionano certi comportamenti e che senso hanno all'interno di un determinato contesto famigliare, per esempio. Queste domande, che sottendono una visione del mondo, all'inizio vengono poste dal terapeuta al paziente, poi, man mano che si sciolgono i nodi problematici i pazienti apprendono a porle a se stessi. La domanda che le pongo è: una volta che, accompagnato dal suo terapeuta, ha compreso con quali occhi guarda il mondo, ha sperimentato nuovi comportamenti? Ha vissuto situazioni nuove? Si è accorto delle cose che la fanno soffrire e del ripetersi di certe dinamiche relazionali? La maggior parte del lavoro la compie il paziente fuori dallo studio del terapeuta.

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