Mi scuso in partenza per il "papiro" che sto per scrivere, cercherò di renderla il più breve possibi

26 risposte
Mi scuso in partenza per il "papiro" che sto per scrivere, cercherò di renderla il più breve possibile, ho 23 anni (quasi 24), mia madre è iper protettiva e soprattutto ha pochissima pazienza e si agita subito, è facilmente alterabile e incazza come se avessi 10 anni, ciò mi ha sempre causato un forte stress nel come comportarmi o parlare, mi ha cresciuto sotto una campana di vetro sostanzialmente e io sono cresciuto con un forte senso di ansia e insicurezza, ogni volta che litighiamo (non succede spesso) mi dice, avendomi cresciuto da sola, che ha fatto tutti lei i sacrifici (di cui le sono sempre grato), e che se voglio fare "come mi pare" me ne devo andare via di casa (come fece lei), arrivando a dire che così lei muore una volta per tutte e via, a me si spezza il cuore sentirlo dire, e quindi alla fine sto sempre zitto e faccio come vuole lei.

Però io da 3 mesi circa ho la mia prima ragazza (alla buon ora), abita a una 30ina di minuti di macchina da me e mi piace andarla a trovare quelle 3 volte a settimana, ora io non ho mai preteso niente, non bevo, nè fumo, mai andato in discoteca e mai fatto le 5 del mattino a ballare, quindi mi sembrava "ragionevole" come richiesta, e da qui è riscattata la nuova sfuriata da parte sua, che mi ha messo un ansia e un "peso" immenso sullo stomaco, questi pensieri costanti sono arrivati a causarmi alcuni casi di disfunzione erettile, dato che nel "mentre", pensavo al fatto che dopo gli avrei dovuto scrivere (pretende che ogni oretta gli scriva), e che se per caso fossi voluto uscire anche il giorno dopo (sempre da lei) avrei dovuto tranquillizzarla, e quindi pensavo "e se non mi manda" andavo nel panico insomma, e anche ora sono in ansia per "post" quarantena, quando tornerò ad uscire, e mi si fa il fiato corto al solo pensiero.
Chiedo disperatamente un parere, un consiglio, cosa posso fare?
Cosa posso dire?
Come apro bocca ho paura di fare danno.

Grazie a tutti in anticipo.
Mi sembra di capire che la tendenza relazionale di sua madre sia il ricatto: "Io ti ho dato questo, quindi tu devi ricambiare in quest'altro modo perché se non lo fai allora io sto male" e, potrei anche ipotizzare che questa sia l'unica modalità che lei stessa (sua madre) abbia imparato come più adattiva durante la sua crescita. Comprendo assolutamente come questa modalità porti poi lei a "sottostare" per non arrecare danno emotivo. Comprendo anche che però, così facendo, costringe sé stesso in una situazione abbastanza stressante e frustrante. Ritengo che sia sano il suo desiderio di differenziarsi e coltivare ciò che la fa stare bene (in questo caso la nuova relazione) perché non spetta a lei (non ancora) ricoprire il ruolo di cura e protezione che spetta invece alla figura materna. Quello che può fare è cercare il dialogo comunicando ad esempio quelli che sono i suoi bisogni anche se, inizialmente, dovrà continuare a tollerare un certo grado di frustrazione.
Per qualunque necessità può contattarmi in privato. Un caro saluto

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Salve,
credo fortemente che lei debba iniziare una psicoterapia, in quanto ha da lavorare su diversi aspetti, in primis sul rapporto con sua madre, da cui poi derivano tutti gli altri tipi di rapporti e poi sulla sua ansia.
Saluti.
Salve purtroppo alla sua età è possibile non aver raggiunto il giusto svincolo familiare. Sono anche ovvie le sue difficoltà sessuali con la ragazza. Intraprenda prima possibile un percorso psicoterapeutico o on line o di persona per raggiungere l'autonomia necessaria per diventare uomo.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Buongiorno. Condivido l'indicazione di iniziare una psicoterapia, poiché a "leggerla", ritengo che lei sia in una situazione che a lungo andare potrebbe divenire insostenibile; pertanto un percorso psicoterapico potrebbe supportare una propria autonomia mentale e potrebbe permettere il superamento di un ruolo di figlio, che per come lo racconta, sconfina da ciò che ci si può aspettare da un figlio di 22/.23 anni.
Salve, come sempre ritengo che i colleghi che hanno già risposto abbiano dato tutte indicazioni corrette. Sarebbe opportuno iniziare un percorso terapeutico per sostenerla nel percorso di svincolo che in qualche modo è iniziato dentro di lei sebbene con molta sofferenza e difficoltà. Le relazioni basate sui sensi di colpa sono molto complesse e portano grandi sofferenze. Inizialmente credo sia opportuno cominciare ad avere un atteggiamento assertivo quando esplicita alcuni suoi pensieri, non come richieste di permesso, ma come comportamenti legittimi per un ragazzo della sua età. Sebbene per sua mamma sarà difficile comprendere e cambiare, è possibile che un suo nuovo atteggiamento (dopo un periodo in cui dovrà gestire la frustrazione nella relazione) porti ad un cambiamento anche nelle risposte e nei comportamenti di sua madre, aiutandola nel cambiamento. Non si giudichi male quello che sta affrontando è un percorso difficile.
Le faccio i miei migliori auguri
Dott.ssa Paola Muscato
Gentile utente, quella che descrive nella sua lettera è una relazione complessa e come tale è necessario che venga trattata. Non c'è una "risposta" giusta, come lei chiede, non c'è una strada veloce per riscrivere le regole di un rapporto così strutturato e strutturante. Quello che mi sento di proporle è di trovare uno spazio di pensiero "libero" dalla parola di sua madre, uno spazio suo in cui lavorare sui suoi sensi di colpa, sulla sua necessità di separazione e di individuazione. Si rivolga ad un professionista serio e intraprenda un percorso appena possibile. Ne avvertirà il sollievo.
Un caro saluto,
dott.ssa Genitore
Buongiorno. Concordo che già l'aver scritto ad.un forum di terapeuti sia un primo passo. Mi colpiva il suo anteporre le scuse per il papiro e mi domando se questa sia la sua modalità : faccio un passo, ma nn voglio disturbare troppo. Naturalmente ci sono diversi elementi della sua storia che possono essere consapevolizzati affinché si attivi un cambiamento vero
Buonasera
Lei ha ben capito che il legame con sua mamma si basa su un piano di relazione di vissuti di incertezze ed insicurezze che la mamma cerca di colmare tenendo sotto controllo la relazione e lei invece tenta di sostenere le ansie della mamma accondiscendendo alle sue richieste.
La differenziazione tra di voi comporta 'separazione' e di conseguenza riconoscimento della propria identità. questa è condizione imprescindibile al fatto che lei, gentile utente, possa coltivare altre relazioni affettive ed investire sui propri progetti.
Sarebbe efficace ed utile un percorso psicoterapeutico che possa accompagnarla in questo cammino.
Sono a sua disposizione, in questo periodo on line, per la protezione di tutti noi.
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Buonasera, le consiglio di rivolgersi ad un professionista con il quale costruire uno spazio dedicato alla riflessione e alla comprensione di tutti quei nessi interessanti a cui lei stesso fa riferimento. Credo che nella sua storia familiare ci siano vari aspetti da approfondire e un percorso di psicoterapia non potrà che esserle utile per aumentare la consapevolezza e apportare un cambiamento. In bocca al lupo, Enza C.
Buonasera, concordo che già l'aver scritto ad un forum di terapeuti sia un primo passo.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista con il quale costruire uno spazio dedicato alla riflessione e alla comprensione di tutti quei nessi interessanti a cui lei stesso fa riferimento e soprattutto per imparare a tirare fuori tutte le sue risorse e vivere bene. Per qualsiasi chiarimento sono a sua disposizione.
Un saluto Antonella
La situazione non è facile per lei, me ne rendo conto. Il rapporto con la madre è parecchio disfunzionale, sua madre attua il c.d. doppio legame, ha atteggiamenti di tipo ricattatorio perchè fondamentalmente vuole agire il controllo e ha paura di darle autonomia, ma probabilmente non se ne rende conto. Essere condiscendente aggraverà il problema nel lungo periodo, cerchi di attivarsi da subito per implementare le sue risorse personali attraverso un percorso di comunicazione assertiva e di psicoterapia che la aiuti a non portarsi dietro dinamiche disfunzionali che, come si è reso conto, la stanno ingiustamente danneggiando. Se mi scrive in privato le consiglierò un testo che le insegnerà a mettere in pratica l'utilissima comunicazione assertiva. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buona sera, l'atteggiamento della sua mamma la condiziona anche in sua assenza, questo mi fa pensare che lei debba elaborare l'influenza che questo legame così forte ha su di lei. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla ad evitare che questi forti ansie la condizionino nelle sue scelte e a vivere serenamente gli affetti per potrebbero rappresentare per la sua mamma una "minaccia", ovviamente supposta.
Cordiali Saluti
Buonasera, sicuramente lei ha un rapporto complesso con la figura materna fatto di ricatti e di sensi di colpa, come mai non accenna nella sua lettera alla figura paterna? Però ha sentito il bisogno di scrivere a questo portale e chiedere un aiuto a dei psicoterapeuti, quindi scelga un professionista anche di questo portale e cominci ad elaborare la sua situazione ed inoltre si cerchi un lavoro per un' indipendenza economica. Così non dovrà sottoporsi a nessun tipo di ricatto, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile utente,
leggendo le sue parole avverto in lei un moto, un movimento nuovo per la sua vita, ossia una spinta ad emergere ma che incontra delle difficoltà relazionali perché bloccate in una relazione complessa con sua madre che sembri non glielo consenta. Tale opportunità per lei è una grande risorsa perché può partire da questo per prendersi un suo tempo ed un suo spazio all’Intero di una relazione psicoterapeutica che possa darle la possibilità di esprimersi ”liberalmente”, e attraverso la quale potrà trovare la fiducia in se stesso per affrontare come meglio crede i suoi vissuti e le sue relazioni, intra ed extra familiari. Le auguro di riuscire a contattare i suoi bisogni e di trovare il suo modo di viverli. Un cordiale saluto. Dr.ssa Marta Fuscà
Buongiorno. Dal Suo messaggio emerge un tema fondamentale: quello della responsabilità. In parte questo tema è Suo (cioè è identitario: Lei si descrive così e in questo si ri-conosce), in parte viene esacerbato da una madre che La carica di responsabilità quando assume che a un Suo allontanamento ne morirebbe, o quando Le ricorda i sacrifici fatti per crescerLa. Pertanto, ogni passo diviene cruciale, ogni fallimento diviene potenzialmente letale, sia per la mamma che per Lei stesso (cioè per l'immagine di sè come persona "giusta", responsabile e "brava"): certo che ha ansia a muoversi nel mondo, chi non la avrebbe in questa situazione? Purtroppo vivere sotto una campana di vetro, così come l'eccessiva attenzione ad ogni possibile passo per paura di sbagliare e quindi di causare un danno a chi ci sta attorno, costituisce una limitazione esistenziale potentissima (non a caso Lei non si è mai concesso nulla "fuori regola", e il primo rapporto affettivo arriva a 23 anni...). Per questo motivo non è sana, non Le permette una vita autentica e piena, ed è un tema che va affrontato e risolto (sia con la mamma, sia con una psicoterapia per arrivarci e gestirlo). La disfunzione erettile è da comprendersi alla luce del significato che ha per Lei questo rapporto (autonomia e senso di sè da un lato, possibile causa di disastro dall'altro...!) fermo restando che va indagata nel suo sorgere (l'ha sempre avuta? nell'autoerotismo è presente?) ed eventualmente affiancata da un sostegno farmacologico, almeno all'inizio, per non inficiare la relazione nascente. Lei è bloccato: non sa in che direzione andare perché si sposta in un campo minato. Contatti uno psicoterapeuta, molti (tra cui il sottoscritto) offrono consulenze online e sono facilmente raggiungibili con il mezzo telematico. E' opportuno un percorso volto all'individualizzazione e alla presa di posizione come individuo a sè stante, degno di un futuro proprio. Naturalmente anche la mamma necessiterebbe di un suo percorso (con un diverso terapeuta). In bocca al lupo! A disposizione, DMP
Buongiorno, mi sembra che questo rapporto simbiotico con sua madre e questi comportamenti di ricatto emotivo non possano far altro che aumentare la sua ansia. Potrebbe iniziare ad esprimere i suoi bisogni nei confronti di sua madre, se le risulta più semplice magari iniziando a scriverle una lettera per poi parlargliene di persona. Le suggerisco vivamente di iniziare una psicoterapia per farsi aiutare a trovare la sua individualità e autonomia nel rapporto con sua madre. Rimango a disposizione. Cordiali Saluti
Gentile utente! Mi pare, da ciò che scrive, che il problema del suo malessere sia da ricercare nella relazione con il genitore. Credo che sia necessaria una valutazione e un percorso terapeutico individuale, presso uno psicoterapeuta che potrebbe anche richiedere un incontro con sua madre. Non escludo che nel passato di questa donna ci possano essere delle situazioni irrisolte che si ripercuotono sull'approccio che ha con lei. Spero di essere stata di aiuto e rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno. Comprendo pienamente la difficoltà nel gestire l'equilibrio tra i suoi desideri e le pretese di sua madre. I ricatti emotivi la pongono in una condizione in cui non è veramente libero di scegliere, ed è quindi costretto a subordinare i suoi desideri a quelli di sua madre. L'ansia che prova, che ha conseguenze negative anche nella sfera sessuale, è una risposta assolutamente comprensibile a questa condizione di "repressione" dei suoi bisogni, dei desideri e della sua stessa identità.
Concordo con i colleghi, una psicoterapia sarebbe estremamente utile: le permetterebbe di analizzare il tipo di rapporto che ha con sua madre, la comunicazione che c'è tra voi, le sue necessità e, soprattutto, le darebbe uno spazio in cui poter iniziare ad essere davvero sé stesso.
Non ha specificato la sua occupazione ma, essendo giovane, è probabile che sia economicamente dipendente da sua madre; in tal caso essa avrebbe il controllo sulla eventuale psicoterapia, essendo colei che paga il servizio.
Se questo dovesse accadere, è utile dare priorità, nell'acquisizione delle sue autonomie, ad un'autonomia economica.
Il percorso verso la conquista della sua autonomia sarà una sfida da affrontare a testa alta, in cui dovrà accettare di ferire emotivamente sua madre per poter vivere la sua vita liberamente: ogni bisogno che lei si nega per non far "morire" sua madre, fa "morire" una parte di sé.
Per qualsiasi necessità o chiarimento resto a disposizione.
Cordiali Saluti,
dott. Francesco Benini

Buongiorno. L'importanza di imbastire con uno specialista un percorso di rafforzamento penso lo abbia già preso in considerazione e pare emergere dal suo racconto. Una terapia in quella direzione non può che fare bene al rapporto di cui parla.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Buongiorno, sua madre ha una forma di dipendenza affettiva per cui ha bisogno di un partner per gestire la propria ansia. Ha individuato suo figlio come partner ma è evidente che lei vorrebbe vivere in modo più indipendente ,tra l'altro ha scelto un'altra compagna e questo mi pare molto sano. Si tratta di essere aiutato a percorrere la sua strada creando una misura nuova nel rapporto con se stesso e con sua madre .Il lavoro con un terapeuta è importante perché lei possa prendere le sue decisioni senza sentirsi in colpa. Inoltre un distanziamento dal funzionamento familiare aiuterebbe ad attivare nuovi meccanismi relazionali al di là di sua madre.
La invito ad utilizzare la frustrazione che lei oggi esprime per costruire qualcosa per sé. Un saluto.
Daniela Bianchi
Ciao, mi permetto di darti "del tu" vista la tua giovane età! Comprendo il disagio di sentirti tra due fuochi in questo momento: quello che desideri tu e quello che desidera tua madre. Tutto questo non permette di vivere in libertà e pienezza la tua vita, a maggior ragione con la tua nuova ragazza. Ciò crea molta ansia e frustrazione che inevitabilmente sfociano anche in altri ambiti e te ne sei reso conto ben presto. Come suggerito dai colleghi ritengo che con un buon percorso psicologico tu possa raggiungere nuovi e brillanti obiettivi, quando ti sentirai pronto siamo a disposizione.
In bocca al lupo!
Eleonora
Caro Utente, la sua richiesta di poter vedere più volte la sua fidanzata durante la settimana non solo è ragionevole, ma è anche sana. Crescendo e avviandoci verso la vita adulta, tutti noi abbiamo bisogno di aumentare la nostra autonomia rispetto ai nostri genitori. Sembrerebbe che sua madre non sia pronta a un distacco, a lasciarle fare le sue esperienze senza preoccuparsi in modo eccessivo per lei, a lasciarla vivere nel mondo esterno senza vigilarla e senza la sua costante presenza (penso al fatto che ogni ora deve scriverle se è fuori casa). Inoltre sembra che il ricatto sia una modalità spesso usata da sua madre, quando desidera fare qualcosa che lei non approva. Dato questo complesso rapporto tra madre e figlio, è naturale che sia cresciuto con tanta insicurezza e che ora viva con ansia il desiderio di rivedere la sua fidanzata.
Ci chiede un consiglio su cosa fare per gestire questo complesso rapporto e per gestire l’ansia che prova quando deve uscire: una risposta a queste domande la può trovare all’interno di un percorso psicologico. Le consiglio quindi di rivolgersi a uno psicologo della sua zona, condividere la sua storia e fare delle sedute mirate a comprendere e gestire il rapporto tra lei e sua madre, la aiuterà.
Cordiali saluti, dott.ssa Irene Capello.
Caro, empatizzo molto per questa situazione che dev'essere difficilissima. Iniziare un percorso di sostegno psicologico che ti aiuti ad individuarti come ragazzo e uomo e non solo come figlio di tua madre sarebbe ottimo. Intanto pensa che hai una vita solo e che se vivi quella di un'altra persona (anche se è tua madre) ti perdi la tua. Mi dispiace per la situazione di tua madre, sola, ma non dipende da te, non ne sei responsabile tu, non sei il suo compagno e devi scegliere se dedicarti a lei o alla tua compagna. So quant'è difficile e che crea sensi di colpa, ma è l'unica strada. Non sei più nell'età di dover obbedire a tutte le regole, si cresce anche un pò trasgredendo quello che i genitori ci dicono, ma se continui ad obbedire la legittimi a continuare a chiederti. Tu studi? Lavori? Se potessi crearti un'indipendenza quanto prima potrebbe esserti utile per non essere troppo sotto scacco. In ogni caso una psicoterapia potrebbe essere salvifica, a volte uscire da queste situazioni è davvero lacerante e anche non uscirci. Un grande in bocca a lupo
Gentile Ragazzo,
E' possibile che nell'arco della vostra vita insieme, mamma ti abbia esposto troppo alla propria fragilità, ed oggi non stupisce che l'idea di diventarne causa ti generi un profondo senso di colpa. Tua madre ha una sua storia alle spalle, fatta di difficoltà e sacrifici, forse rinunce, ma questo non renderà mai responsabile te, o il tuo desiderio di vivere il rapporto con la tua ragazza; tutto questo al massimo riattiva una memoria in cui tua madre si sente sola e vulnerabile, ma che ha un'origine più antica. Ora, il consiglio non vuole essere di fregartene, sarebbe impossibile e lo vivresti come ingiusto. Ma è importante che aumenti in te la tolleranza a fronte del dolore che mamma ti mostra, e del quale da sempre sei stato unico tampone nella campana di vetro. In altre parole vi incontrate su questo, mamma si sente fragile e tu sei ciò che quella fragilità la spegne, e certamente non vuole accenderla. La tua vita dovrà prendere il suo corso, e nessuna mamma è felice di vedere il figlio andar via, né possiamo chiederle di esserlo. Dunque l'unica strada è fortificarci e imparare a tenere botta di fronte alla tristezza che ci mostrano. In questo uno psicologo potrà esserti di grande aiuto. Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera, il disagio è comprensibile, potrebbe far visita ad uno specialista per approfondire la questione e poi successivamente, fare un incontro congiunto con sua madre. Se ha difficoltà a muoversi autonomamente in merito, può affidarsi al suo medico curante o alle istituzioni pubbliche, che sapranno indicarle un riferimento.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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