In questo periodo di covid il 21 marzo dopo una brutta paura di essere stato contagiato mi si sono p

25 risposte
In questo periodo di covid il 21 marzo dopo una brutta paura di essere stato contagiato mi si sono presentati sintomi di fame d'aria psicogena....il dottore di famiglia mi ha prescritto xanax....dopo 7 settimane di cura il sintomo è sparito e ho interrotto il trattamento. DOPO qualche giorno ho avuto strani sintomi tipo di vivere in in mondo strano,vista annebbiata,testa super carica, insonnia, malessere psicologico...HO riassunto xanax e sto in po meglio.....Cosa devo fare per guarire? GRAZIE
Caro utente, l'assunzione del farmaco sicuramente l'ha aiutata a togliere il sintomo e a sentirsi meglio nell'immediato ma non l'aiuta a capire e comprendere quali sono le cause del suo malessere . Quello che posso consigliarle è di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia in modo da comprendere la radice del problema e aiutarla a guarire in modo definitivo. Provi a chiedere qualche consulto. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un caro saluto Floriana Guccione

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Buongiorno molto probabilmente la classe del suo problema è di tipo ipocondriaco per cui è necessario attraverso la terapia breve strategica smontare le tentate soluzioni di controllo del sintomo che alimentano il problema
Gentilissimo,
come ha potuto constatare l'assunzione del farmaco aiuta a contenere la sintomatologia ma è necessario occuparsi dell'aspetto psicologico attraverso un percorso di psicoterapia per poter esplorare, comprendere quanto Le accade e trovare modalità più funzionali per affrontare determinate situazioni. Sicuramente il periodo di emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e dal quale non siamo ancora completamente usciti, ha scatenato, in tante persone, una serie di problematiche psicopatologiche che meritano un supporto attento e puntuale. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti.
Buonasera, ciò che porta all’attenzione sembra avere a che fare con un movimento interno che si è manifestato in un periodo di criticità (anche sociale). Il farmaco certamente allevia il sintomo ma per una evoluzione che porti a un nuovo equilibrio sarebbe opportuno approfondire cosa le sta accadendo con un percorso psicoterapeutico. È importante non trascurare ciò che i sintomi cercano di raccontarci, e non metterli a tacere. Un cordiale saluto Dottsa Elisa Galantini
Gentile Utente,
l'esperienza che racconta è quella di un attacco di ansia molto intenso, forse anche di panico ma le informazioni al riguardo non sono sufficienti per definirlo tale con certezza, a tema contaminazione. I farmaci sono una buona soluzione nella breve distanza, per l'effetto calmante che hanno, ma il problema tende di solito ad essere solo rimandato. Per questo la soluzione migliore è quella di intervenire prima che progressivamente questo malessere rosicchi porzioni sempre più ampie del suo spazio, e che prenda contatto con uno psicoterapeuta; potrete esplorarne insieme le cause mentre apprenderà le strategie più funzionali per gestire l'ansia. L'emergenza Covid ha segnato tutti, e le vulnerabilità individuali hanno purtroppo trovato occasione per sfogarsi. Resto a disposizione per chiarimenti. Un caro saluto
Ritengo che sia importante per lei potersi occupare di questo sintomo. Il sintomo è un messaggio, un campanello d'allarme che il suo corpo le sta mandando. C'è qualcosa che deve risolvere, il nostro mondo interno è spesso incisivo nel dimostrare dissensi o conflittualità.
Le consiglio di confrontarsi con uno specialista seriamente. Il momento è adesso, non aspetti altri sintomi e si ascolti.

Si prenda cura di lei, a presto
L'ansia è come un allarme che "suona" per segnalarci che qualcosa non va. Il farmaco ha la funzione di silenziarlo per un po', ma, per usare una metafora, se ho i ladri in casa forse più che a spegnere l'allarme dovrei pensare ad allontanarli. Questo per dirle che una terapia psicologica le potrà servire per affrontare il problema alla radice. Un grosso in bocca al lupo!
Gentile utente, molto probabilmente qualche sintomo si era presentato anche in passato e forse questa volta è stato più evidente. Spesso si fa l'errore di pensare che con il farmaco si risolve tutto, non è così. I farmaci sono importanti, in alcune situazioni essenziali ma solo affiancando una psicoterapia si può uscire dalle difficoltà. La invito a rifletterci e se ha bisogno mi contatti pure.
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente, il periodo del Covid ha minacciato la sicurezza di tutti noi facendoci confrontare con la nostra vulnerabilità. Quelli che descrive sembrano essere sintomi ansiosi che possono essere affrontati all'interno di una psicoterapia. L'assunzione di farmaci dà sicuramente un sollievo immediato ma la psicoterapia può aiutarla a inquadrare le sue paure, capire da dove originano e affrontarle. E' un percorso più lungo, occorre costanza e motivazione ma le darà dei risultati duraturi!
Buongiorno. Probabilmente l'ansia da contagio le ha fatto sperimentare un senso di vulnerabilità e insicurezza. Non capisco però se oltre a ciò ci sono anche altri fattori che possono concorrere. Le suggerirei di ricontattare intanto il medico che inizialmente le prescrisse il farmaco. Se decidesse per un consulto psicologico è bene che lo faccia, ma serve sempre una cena dose di motivazione. La psicoterapia può richiedere impegno personale e messa in discussione di alcuni schemi di funzionamento. Talvolta si può desiderare una guarigione immediata, ma questa fantasia non si avvera e occorre una rinegoziazione degli obiettivi
Gentile utente, certamente la situazione esterna eccezionale legata al Covid ha potuto fare emergere ansie e preoccupazioni che in precedenza erano sopite. In primo luogo, le suggerirei di mantenere il contatto con il medico che le ha prescritto la terapia farmacologica, per individuare insieme il trattamento più opportuno. Parallelamente, qualora lei fosse motivato a un lavoro di tipo psicologico su di sè, per dare una voce e un senso alla sintomatologia ansiosa che riporta, potrebbe essere opportuno valutare di iniziare un percorso psicoterapeutico. Cordialmente, dott.ssa Salustri
Buongiorno. La paura del contagio da Covid il periodo di isolamento forzato e la situazione generale di questo ultimo periodo hanno prodotto in molte persone reazioni ansiose e stati di paura ed angoscia. Vivere assediati da una minaccia invisibile e poca conosciuta slantentizza in molti le aree meno funzionali. Benché le terapie farmacologiche mirino alla sparizione del sintomo organico, spesso anche in tempi brevi, a volte non sono sufficienti. Manca un lavoro di significato del sintomo. Il sintomo rimane incompreso e si ripresenta. Come già suggerito sarebbe utile un percorso di psicoterapia. Cari saluti
Salve,
la terapia farmacologica con lo Xanax non è sufficiente, deve integrare con una psicoterapia, altrimenti non riuscirà a comprendere la natura dei suoi sintomi.
Saluti.
Gentile utente,
dal quadro sintomatologico che descrive e dal fatto che il farmaco abbia sortito buoni risultati è ipotizzabile che il suo disturbo rientri nei disturbi d'ansia sarebbe però opportuno procedere a una buona raccolta anamestica sia della storia del sintomo che della sua storia personale in modo da comprendere lin modo più specifico la natura del disagio e il suo significato. Ad esempio come mai è sorto adesso? Cosa sta succedendo nella sua vita? Che esperienze ha vissuto in passato? Certamente la situazione che ha caratterizzato questi ultimi mesi, colmi di preoccupazioni, notizie drammatiche, isolamento sociale può aver creato il terreno fertile per l'emergere del disagio. Le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicoterapico che le consenta di occuparsi in modo più puntuale dei suoi problemi in modo da comprenderli e gestirli al meglio. Un caro saluto, Dott.ssa Piantelli
Buongiorno, lo xanax allevia i sintomi ma non le cause. Se il medico esclude cause fisiche allora si deve rivolgere al "dottore della mente". Lei porta quella che forse è la causa scatenante del problema "paura essere contagiato", ora deve capire meglio qual è il problema. Chieda e vedrà che scoprirà cose molto importanti.
Gentile utente,
il farmaco è stato un aiuto a combattere i sintomi, ma questo, come è accaduto a seguito della sospensione, è stato solo un tampone momentaneo. La comprensione dei sintomi e il significato che per Lei hanno è fondamentale. Questo è possibile attraverso un percorso con uno psicologo-psicoterapeuta che possa aiutarla a comprendere questo suo vissuto. Questo può essere un momento importante per aprire ad una conoscenza di sé stesso e affrontare meglio il suo futuro. Un caro saluto
Gentile utente, il farmaco da lei preso agisce nell’ immediatezza eliminando il sintomo. Per andare alla causa del sintomo deve intraprendere un percorso di psicoterapia. Solo quest’ ultima potrebbe aiutarla a lungo termine.
In merito all eventuale possibilitá di riprendere il farmaco é invitato a rivolgersi nuovamente al medico che ha sottoscritto la prescrizione. Non assuma farmaci senza prescrizione medica.

Cari Saluti

Dott. Diego Ferrara
Purtroppo il farmaco non ha la capacità di modificare i pensieri, per cui agisce nell'immediatezza eliminando il sintomo ( non facendocelo sentire per un po') ... ma poi ovviamente il sintomo torna poiché non ha modificato il problema alla sua radice ( pensieri e timori disfunzionali). Questo potrà farlo con una Psicoterapia cognitivo comportamentale, che le consiglio di intraprendere. In bocca al lupo.
Salve credo che la sola terapia farmacologia non sia sufficiente ad affrontare e risolvere la situazione. Provi a contattare uno-a psicoterapeuta e con un buon percorso vedrà che risolverà la problematica.
Dott.ssa Milvia Verginelli
Buonasera, le consiglio un trattamento specifico per l'ansia perchè dai sintomi che descrive potrebbe trattarsi di un disturbo ansioso.
Cordiali saluti Dr.ssa Sposini
Buonasera!
Penso sia importante inquadrare i sintomi da lei riferiti alla luce di una maggiore comprensione della sua storia. La domanda che si pone è importante poiché ha compreso come la cura farmacologica stia funzionando per un periodo Circoscritto e non “nel tempo”...
la invito a contattare uno psicoterapeuta e a darsi la possibilità di comprendere cosa significa stare in ansia per lei.
Buona serata!
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad indirizzo analitico. In questo difficile periodo può essere molto utile e di sostegno
Buongiorno, il farmaco è stato utile la prima volte sollevandola dai sintomi, ma ha lasciato un residuo perchè, pur essendo stato efficace, non ha influito sulle ragioni psicologiche dell’ansia che si è trasformata al secondo giro nella sofferenza più complessa che descrive. Le consiglio quindi di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per una presa in carico più completa. Un saluto
Buonasera.
Penso sia importante e utile per tutti quelli che ci leggono sottolineare quanto sia inedito e potente il momento storico che stiamo vivendo. La pandemia sta avendo un impatto massiccio sul benessere psicofisico, a maggior ragione se subentrano paure rispetto ad un possibile contagio. Siamo, tutti noi, in una fase prolungata di sospensione, incertezza, precarietà e senso di minaccia per la nostra salute, per quella di chi amiamo, per il nostro futuro economico e sociale. E' un momento ricco di variabili potenzialmente destabilizzanti.
Il suo sintomo racconta tutto questo, coniugato alla sua storia personale, che non conoscendo non posso immaginare. Gli ansiolitici sono un validissimo aiuto, ma come hanno detto anche i colleghi, valuti anche e soprattutto un percorso di psicoterapia. Da un lato questo le permetterebbe di elaborare e attutire l'impatto emotivo del momento storico, ma anche di prendere maggior consapevolezza di sé, aiutandola ad aiutarsi nei momenti di difficoltà.
Gentile utente, le consiglio di rivolgersi ad uno specialista ad indirizzo differente, quale lo psicoanalitico, per approfondire meglio.
cordiali saluti
AV

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