Ho 52 anni, ho già affrontato in passato terapie psicologiche individuali e di coppia (approccio sis

22 risposte
Ho 52 anni, ho già affrontato in passato terapie psicologiche individuali e di coppia (approccio sistemico relazionale e successivamente psicoanalitico). Oggi da un colloquio richiestomi da un'insegnate di mia figlia più piccola (11 anni) ho avuto la conferma che le mie problematiche irrisolte si sono riversate su mia figlia che è diventata la mia fotocopia. Cosa che ero convinta di aver impedito mettendo in atto una serie di comportamenti (come mamma) diversi da quelli avuti io alla sua età. Vorrei intraprendere nuovamente un percorso, ma a parte sapere quale tipo di percorso non vorrei intraprendere nuovamente, non so da dove cominciare.
Buongiorno a lei, personalmente posso parlarle di psicoterapia ipnotica ed EMDR. I contenuti del suo problema ed il suo essere persona unica possono indicarle il sentiero da percorrere insieme ad un terapeuta .... Cerchi lei il professionista con cui si sente di voler intraprendere questo nuovo percorso. Cordiali saluti

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Salve, Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Posso solo immaginare quanto possa essere stato difficile per lei ascoltare delle parole le quali viene detto che le sue problematiche passate abbiano avuto, in qualche modo, un'influenza su tua figlia. Premettendo che non è questa la sede per esplicitare quelli che siano i problemi avvenuti in passato, ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi punto in merito alla scelta dell'approccio terapeutico, nonostante io provenga da un approccio cognitivo comportamentale, non mi sento onestamente sicuro ti poterle dire che è un approccio sia meglio o peggio di un altro bensì Ritengo che sia fondamentale la capacità del terapeuta di farla sentire a proprio agio e di riuscire a tirarle fuori pensieri e vissuti emotivi connessi ai momenti difficili del passato.
cordialmente, dott FDL
Gentile Signora sulla base della sua breve nota è difficile darle delle indicazioni. Sicuramente è una buona possibilità contattare uno psicoterapeuta e valutare con lui le possibili alternative. Un cordiale saluto
Salve, sono d'accordo con il collega Logiudice, non esiste un approccio psicologico migliore di un altro. Perché non prova a fidarsi delle sue sensazioni? Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno, mi dispiace per il suo disagio. Certo é che nel fare i genitori noi siamo noi stessi, possiamo anche sforzarci, ma i bambini percepiscono il nostro vero essere. Partendo dall'assunto che non esiste un genitore perfetto, ma al massimo "sufficientemente buono", il mio consiglio è di non colpevolizzarsi e cercare di risolvere i suoi conflitti interiori con l'aiuto di un terapeuta con cui riesca a stabilire una relazione empatica e sincera. Se vuole io sono disponibile
Un caro saluto
Claudiam
Gentilissima,
la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Capisco la sua difficoltà nello scegliere un professionista a cui affidarsi: ogni scelta abbraccia numerosi aspetti ed è un processo faticoso. Si prenda tutto il tempo che può servirle per poter scegliere e giungere alla scelta che sente più "vicina" a lei.
Cordialmente
Dott.ssa Chiara Piazzolla
Buongiorno,
comprendo il suo disagio. Soprattutto a fronte del fatto che aveva già tentato diversi percorsi.
Intanto non si giudichi per questo: non è detto che dietro lo stesso comportamento si nascondano le medesime sofferenze. Non può davvero sapere come passi nella testa di sua figlia, ma forse, notando alcuni suoi atteggiamenti, le riflettono una sua sofferenza.
Su che tipo di percorso scegliere, ci sono varie indicazioni che posso darle:
Intanto scelga qualcuno di un sesso con cui si sentirebbe più a suo agio,
provi a fare qualche colloquio per vedere se empaticamente si trova bene;
si informi sulla formazione e i percorsi di aggiornamento che il professionista ha fatto;

Spero di averla aiutata


Gentilissima, affinché possa intraprendere una terapia proficua per lei è importante chiedersi cosa vorrebbe ottenere da un ulteriore percorso. In questo modo sarà più facile orientarsi all’interno dei vari approcci esistenti in campo clinico. Resto a disposizione. Saluti.
Gentilissima, capisco il suo stato d’animo. Avendo già provato due importanti scuole di pensiero psicoterapeutico, le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta di approccio cognitivo-comportamentale, che è quello con le maggiori evidenze scientifiche di efficacia. Al di là di questo, deve instaurarsi una relazione positiva con il suo terapeuta, quindi le consiglio di provare, e, se non dovesse andare bene al primo tentativo, di non farsi per vinta. Rimango a disposizione e le auguro una buona serata.
Buonasera! Difficile risponderle in merito al migliore approccio. Ce ne sono tanti e ognuno si specializza nella tecnica che ritiene più idonea. Consideri che un aspetto fondamentale è trovarsi a proprio agio con il terapeuta che la prende in cura. La relazione è fondamentale, dipende dalle sue sensazioni ed è parte integrante del processo di cura.
Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,capisco la difficoltà di affidarsi a qualcuno,la sensazione di non poter migliorare avendo già attraversato utili percorsi terapeutici..Credo che l' essere umano in qualsiasi fase della vita abbia sempre inesplorate risorse.Certo è fondamentale trovare nel terapeuta un buon incontro ,un terapeuta preparato ,profondo,umano indipendentemente dalla approccio utilizzato.Non è solo la interpretazione psicologica che caratterizza un buon percorso ma un esperienza relazionale positiva è un elemento fondamentale per costruire un lavoro condiviso e costruttivo.Un forte augurio Dottssa Luciana Harari
Gentile donna,

potrebbe esser opportuno vedere in terapia l'intero sistema familiare. Ad oggi, molto probabilmente, le problematiche preesistenti nella vostra famiglia si starebbero manifestando attraverso sua figlia. Quest'ultima è probabile si stia facendo carico del disagio dell'intero sistema familiare e potrebbe esser opportuno un approccio di tipo familiare per trovare soluzione alle vostre difficoltà.
Dovesse aver bisogno di un consulto, non esiti a contattarmi in privato.

Un caro saluto
Dotto Diego Ferrara
Salve.
Nonostante abbia fatto dei percorsi e abbia tentato di essere una brava madre, ha trasmesso a sua figlia le sue problematiche. Trasmettiamo al di là di ciò che diciamo o facciamo. Non è importante ciò che si fa ma come lo si fa. Un approccio che possa aiutarla a stare a contatto con le emozioni e ad esprimerle liberamente, facendole trovare la fiducia in se stessa che potrà trasmettere anche a chi le sta vicino, le può essere utile. Condivido con i colleghi che al di là dell'approccio, ciò che conta è la relazione e l'alleanza terapeutica. Sono disponibile per approfondimenti, anche on line. Distinti saluti
Gentile signora,
Non ci dice i motivi del colloquio e quali aspetti sono emersi che la portano a pensare che le sue problematiche irrisolte si siano riversate su sua figlia. Può chiarire tutto questo con uno psicologo. Non è importante l'orientamento, scelga la persona che la convince di più leggendo i profili su miodottore. Un cordiali saluti
Gentile utente, comprendo il suo senso di colpa sentendo di avere trasmesso a sua figlia alcune caratteristiche non positive, immagino che per lei non sia facile. Vorrei però farla riflettere su alcuni punti: 1) Sua figlia ha solo 11 anni è ancora nel pieno del suo processo di costruzione di una identità, fare simili affermazioni potrebbe essere prematuro. 2) Sicuramente la personalità dei genitori ha una forte influenza sulla crescita dei figli, ma non è l'unica variabile in questa equazione, non è detto che crescerà necessariamente con alcune caratteristiche. 3) In tutto ciò ci stiamo dimenticando di un fattore molto importante: il ruolo di sua figlia, che è un essere umano, pensante, con propri desideri, punti di forza, difetti, con un proprio carattere. Sua figlia avrà un ruolo chiave nel determinare chi diventerà.
Gentile utente, le chiedo a questo punto: è possibile che la paura di tramandare questa "eredità" le stia rendendo più evidenti gli indizi che confermano questa ipotesi? È possibile che stia confondendo un rischio, con una assoluta verità? Ritengo che la sua volontà di non influenzare sua figlia negativamente le fa onore ed è prova del suo amore per lei. Le consiglio quindi di considerare di intraprendere un percorso terapeutico per valutare quale effettivamente sia la situazione, gestire questa sua paura e capire come svolgere il proprio ruolo di genitore nel rispetto della naturare crescita di sua figlia. Per quanto riguarda l'approccio del terapeuta, concordo con i colleghi sulla poca rilevanza di questo aspetto. Io sono di approccio Cognitivo-Comportamentale, e mi rendo disponibile a qualsiasi approfondimento della sua situazione, ma le consiglio di scegliere il suo terapeuta non in base all'approccio teorico bensì in base alla fiducia che le trasmette il terapeuta. La sua grande motivazione di essere una buona madre insieme a una forte alleanza terapeutica pongono ottime basi per un percorso terapeutico.
Cara Signora, se sente questo bisogno, lo assecondi facendosi guidare dalla fiducia che il professionista Le ispira, piuttosto che dall'approccio. Ognuno di noi ha scelto la formazione in cui crede, ma sappiamo tutti che ogni approccio ha qualcosa di particolare e che il fattore decisivo è la relazione terapeutica che si crea. Ecco perché è così importante la fiducia. Faccia il primo colloquio e non si faccia problemi a cambiare se non dovesse sentirsi a Suo agio, non dipende solo dal professionista, ma anche dalla dinamica che si crea. Siamo tutti diversi e va bene così. Si tratta del Suo benessere, buon percorso. Dott.ssa Katarina Faggionato
Buonasera, ha già alle spalle dei percorsi importanti segno che è una persona attenta e profonda. Le chiedo se il percorso che vorrebbe intraprendere sia mirato ad approfondire ulteriormente aspetti di sé o se forse potrebbe essere mirato in modo specifico agli aspetti psicoeducativi e di sostegno genitoriale (e quindi molto diverso da quelli già intrapresi in passato). Credo che sia una domanda che la aiuterà a scegliere al meglio. Mi auguro di aver contribuito anche minimamente a dissolvere i suoi dubbi.
Cara utente,
Immagino la difficoltà nel compiere questa scelta. In che modo aveva scelto i precedenti percorsi? Conosce qualcuno che può consigliarla o inviarla da qualche psicoterapeuta? Inizi a comprendere se preferisce una donna o un uomo, dopodiché cerchi un* professionista nella sua città. Attualmente ci sono molti portali come questo che possono aiutarla nella scelta. Vada un po’ a “pelle”, a prescindere dall’orientamento del* professionista quello che conta è trovarsi bene nella relazione con questa persona.
Resto a disposizione. Dott.ssa Francesca Tardio
Buongiorno, la ricerca scientifica dimostra che i principali fattori curativi non sono legati ad un orientamento specifico ma ad altri fattori. Eccone i principali:
1) Una forte motivazione del paziente a fare un lavoro psicologico
2) Una buona relazione con il terapeuta , figura che il paziente sente autentico, un buon punto di riferimento (un porto sicuro), capace di ascoltarlo e orientarlo, accettarlo in modo quasi incondizionato, non giudicante e non troppo consigliante...
Considerato i 2 punti suddetti suggerisco nella scelta di un nuovo psicoterapeuta di stare più attento agli aspetti relazionali che all'orientamento, chiedendosi nel contempo quanta motivazione è presente in lui per un nuovo lavoro psicoterapico che tutto sommato non è l'unico veicolo di cambiamento ed è anche spesso molto costoso (come impegno e a livello economico).

La natura, fortunatamente, non ha pensato di delegare solo a noi "strizzacervelli" il primato del cambiamento... Ci sono altre vie... Per esempio le tecniche di rilassamento, la meditazione, un percorso religioso ( a me personalmente piace molto il pensiero buddista anche se sono agnostico), un particolare e lungo viaggio in solitudine, ecc.

Spero di essere stato di aiuto.

Sono disponibile per eventuali chiarimenti.

Buon fine settimana.Nunzio.


Buonasera qualsiasi approccio terapeutico è valido,. Oggi si tende a lavorare con un approccio integrato. Tuttavia una terapia emdr l'aiuterebbe a lavorare in modo più diretto su come i suoi vissuti non risolti hanno impatto su sua figlia.cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Le suggerisco di affidarsi ad una persona che le suscita fiducia piuttosto che concentrarsi sul metodo del terapeuta. L'orientamento clinico, sebbene rimandi ad una teoria di riferimento, è sempre il frutto di un'interpretazione personale del terapeuta che diviene il suo stile. Può chiedere esplicitamente di fare qualche seduta prima di decidere: non c'è niente di male nel darsi il tempo di fare questo tipo di valutazione. In ogni caso i percorsi che ha fatto risulteranno preziosi, niente va buttato!
Un saluto.
Daniela Bianchi
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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