Ciao, scrivo perché da tempo mi sento bloccato e confuso su che direzione dare alla mia vita profes
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Ciao,
scrivo perché da tempo mi sento bloccato e confuso su che direzione dare alla mia vita professionale.
Studio informatica all’università da due anni. È una materia che mi piace molto, la studio fin dalle superiori e negli anni ho sviluppato ottime competenze anche da autodidatta. Però, paradossalmente, l’università mi sta spegnendo.
Le materie mi sembrano vecchie, scollegate dal mondo reale e soprattutto lontane da quello che mi interessa davvero. Alcune, come quelle molto matematiche o sistemistiche, mi sembrano inutili rispetto al mio obiettivo.
Non ho mai visto l’informatica come un semplice lavoro da fare per altri, tipo diventare sviluppatore in un’azienda. Il mio sogno è sempre stato quello di usarla per creare qualcosa di mio, un progetto imprenditoriale che abbia un senso, un impatto.
Il problema è che questa distanza tra ciò che studio e ciò che vorrei fare mi ha portato a smettere di frequentare, perdere il contatto con l’ambiente universitario. Non ho colleghi universitari, non seguo i corsi, fatico a studiare perché sento che sto perdendo tempo. E questa sensazione di vuoto si riflette anche sul resto della mia vita: non riesco ad alzarmi presto, mi perdo in mille distrazioni, e nonostante ogni tanto lavori su qualche progetto personale, mi sento lontanissimo da quello che vorrei.
In tutto questo, da quando sono piccolo ho un sogno forte: diventare pilota. Ogni volta che ci penso mi sento vivo, motivato, felice. È un mondo che mi affascina da sempre, e credo che lo farei con passione e serietà. Però è un percorso costoso, lungo, e molto impegnativo.
E allora mi blocco. Perché sento che devo scegliere tra due strade troppo grandi: quella del pilota, che mi sembra difficile da raggiungere ma mi fa battere il cuore, e quella dell’informatico/imprenditore che non so nemmeno se raggiungerò .
scrivo perché da tempo mi sento bloccato e confuso su che direzione dare alla mia vita professionale.
Studio informatica all’università da due anni. È una materia che mi piace molto, la studio fin dalle superiori e negli anni ho sviluppato ottime competenze anche da autodidatta. Però, paradossalmente, l’università mi sta spegnendo.
Le materie mi sembrano vecchie, scollegate dal mondo reale e soprattutto lontane da quello che mi interessa davvero. Alcune, come quelle molto matematiche o sistemistiche, mi sembrano inutili rispetto al mio obiettivo.
Non ho mai visto l’informatica come un semplice lavoro da fare per altri, tipo diventare sviluppatore in un’azienda. Il mio sogno è sempre stato quello di usarla per creare qualcosa di mio, un progetto imprenditoriale che abbia un senso, un impatto.
Il problema è che questa distanza tra ciò che studio e ciò che vorrei fare mi ha portato a smettere di frequentare, perdere il contatto con l’ambiente universitario. Non ho colleghi universitari, non seguo i corsi, fatico a studiare perché sento che sto perdendo tempo. E questa sensazione di vuoto si riflette anche sul resto della mia vita: non riesco ad alzarmi presto, mi perdo in mille distrazioni, e nonostante ogni tanto lavori su qualche progetto personale, mi sento lontanissimo da quello che vorrei.
In tutto questo, da quando sono piccolo ho un sogno forte: diventare pilota. Ogni volta che ci penso mi sento vivo, motivato, felice. È un mondo che mi affascina da sempre, e credo che lo farei con passione e serietà. Però è un percorso costoso, lungo, e molto impegnativo.
E allora mi blocco. Perché sento che devo scegliere tra due strade troppo grandi: quella del pilota, che mi sembra difficile da raggiungere ma mi fa battere il cuore, e quella dell’informatico/imprenditore che non so nemmeno se raggiungerò .
Salve,
quello che descrivi è perfettamente normale ed è un'esperienza più comune di quanto pensi: capita a tutti, almeno una volta nella vita, di sentirsi persi e di non sapere verso quale direzione muoversi. Il tuo desiderio di costruire una vita significativa sta entrando in conflitto con un percorso che, al momento, senti distante da te. Ma non sei perso, sei in trasformazione.
La stanchezza verso l’università, la disconnessione dai corsi, la difficoltà a svegliarti motivato sono segnali chiari che la tua mente e il tuo cuore ti stanno chiedendo qualcosa di più vero, più vicino a ciò che sei davvero. Non è pigrizia, ma una mancanza di direzione che ti rappresenti.
Hai due elementi molto preziosi: una passione profonda per l’informatica, vissuta da autodidatta e con creatività, e un sogno limpido e ricercato sin da piccolo, quello del volo. Il problema non è scegliere “o l’uno o l’altro”, ma accettare che non sei fatto per adattarti a percorsi standardizzati. Vuoi creare, non solo eseguire. Vuoi costruire qualcosa di tuo, non solo studiare per un titolo. Vuoi volare, anche nel senso più simbolico del termine.
E allora il punto non è decidere subito quale strada percorrere per tutta la vita, ma iniziare ad ascoltare davvero quella parte di te che si accende solo quando immagina un progetto proprio, o un cielo da attraversare. Prenditi lo spazio per informarti seriamente sul percorso da pilota, senza pensare subito a cosa è “fattibile” o “giusto”. Allo stesso tempo, torna a creare qualcosa con l’informatica che ti entusiasmi davvero – anche piccolo, anche solo tuo – per risentire che ciò che sai fare ha senso.
Non affrontare tutto da solo: parlarne con un professionista sicuramente può aiutarti a mettere in ordine le idee, esplorare alternative, costruire una visione concreta.
E, soprattutto, non devi sapere tutto adesso. Ma meriti di ritrovare un senso ogni mattina, di sentire che stai camminando – anche solo un passo alla volta – verso qualcosa che ti somiglia. E questo è già molto. Datti tempo e inizia piano piano, passo dopo passo. Inizia e resta agganciato alle tue sensazioni ed emozioni: sono quelle che ti guideranno verso ciò che vuoi fare davvero.
Resto a disposizione per qualsiasi cosa,
Dott.ssa Marika Fiengo.
quello che descrivi è perfettamente normale ed è un'esperienza più comune di quanto pensi: capita a tutti, almeno una volta nella vita, di sentirsi persi e di non sapere verso quale direzione muoversi. Il tuo desiderio di costruire una vita significativa sta entrando in conflitto con un percorso che, al momento, senti distante da te. Ma non sei perso, sei in trasformazione.
La stanchezza verso l’università, la disconnessione dai corsi, la difficoltà a svegliarti motivato sono segnali chiari che la tua mente e il tuo cuore ti stanno chiedendo qualcosa di più vero, più vicino a ciò che sei davvero. Non è pigrizia, ma una mancanza di direzione che ti rappresenti.
Hai due elementi molto preziosi: una passione profonda per l’informatica, vissuta da autodidatta e con creatività, e un sogno limpido e ricercato sin da piccolo, quello del volo. Il problema non è scegliere “o l’uno o l’altro”, ma accettare che non sei fatto per adattarti a percorsi standardizzati. Vuoi creare, non solo eseguire. Vuoi costruire qualcosa di tuo, non solo studiare per un titolo. Vuoi volare, anche nel senso più simbolico del termine.
E allora il punto non è decidere subito quale strada percorrere per tutta la vita, ma iniziare ad ascoltare davvero quella parte di te che si accende solo quando immagina un progetto proprio, o un cielo da attraversare. Prenditi lo spazio per informarti seriamente sul percorso da pilota, senza pensare subito a cosa è “fattibile” o “giusto”. Allo stesso tempo, torna a creare qualcosa con l’informatica che ti entusiasmi davvero – anche piccolo, anche solo tuo – per risentire che ciò che sai fare ha senso.
Non affrontare tutto da solo: parlarne con un professionista sicuramente può aiutarti a mettere in ordine le idee, esplorare alternative, costruire una visione concreta.
E, soprattutto, non devi sapere tutto adesso. Ma meriti di ritrovare un senso ogni mattina, di sentire che stai camminando – anche solo un passo alla volta – verso qualcosa che ti somiglia. E questo è già molto. Datti tempo e inizia piano piano, passo dopo passo. Inizia e resta agganciato alle tue sensazioni ed emozioni: sono quelle che ti guideranno verso ciò che vuoi fare davvero.
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Ciao,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità il tuo vissuto. Le tue parole trasmettono un’intensa ricerca di significato e un profondo desiderio di autenticità nelle scelte di vita. Stai attraversando una fase complessa, in cui la passione, il senso del dovere, le aspettative (tue e forse anche altrui) e il timore di fare la “scelta sbagliata” si intrecciano generando confusione, stanchezza e demotivazione.
È importante validare il tuo disagio: sentirsi “spenti” quando ciò che si studia non rispecchia i propri interessi o obiettivi è del tutto comprensibile. Allo stesso tempo, la tua storia racconta anche risorse preziose: hai competenze sviluppate con impegno, sei capace di portare avanti progetti in autonomia e riesci ad ascoltare ciò che davvero ti appassiona — come il sogno di diventare pilota, che descrivi con parole cariche di energia e ispirazione.
Spesso, la difficoltà non è tanto nel “scegliere” una strada, ma nel trovare un equilibrio tra desideri, vincoli pratici e identità personale. Non è raro che chi ha sogni forti si senta paralizzato davanti alla possibilità di dover rinunciare a qualcosa. Ma è anche vero che le strade non sono sempre così alternative o opposte come sembrano: a volte, possono coesistere nel tempo, in forme e modi diversi da quelli che inizialmente immaginiamo.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire questi vissuti e trovare maggiore chiarezza rivolgersi ad uno specialista. Un percorso psicologico può aiutarti a esplorare le tue motivazioni più autentiche, distinguere le paure reali da quelle proiettate, e progettare scelte più consapevoli e coerenti con chi sei davvero.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso con tanta sincerità il tuo vissuto. Le tue parole trasmettono un’intensa ricerca di significato e un profondo desiderio di autenticità nelle scelte di vita. Stai attraversando una fase complessa, in cui la passione, il senso del dovere, le aspettative (tue e forse anche altrui) e il timore di fare la “scelta sbagliata” si intrecciano generando confusione, stanchezza e demotivazione.
È importante validare il tuo disagio: sentirsi “spenti” quando ciò che si studia non rispecchia i propri interessi o obiettivi è del tutto comprensibile. Allo stesso tempo, la tua storia racconta anche risorse preziose: hai competenze sviluppate con impegno, sei capace di portare avanti progetti in autonomia e riesci ad ascoltare ciò che davvero ti appassiona — come il sogno di diventare pilota, che descrivi con parole cariche di energia e ispirazione.
Spesso, la difficoltà non è tanto nel “scegliere” una strada, ma nel trovare un equilibrio tra desideri, vincoli pratici e identità personale. Non è raro che chi ha sogni forti si senta paralizzato davanti alla possibilità di dover rinunciare a qualcosa. Ma è anche vero che le strade non sono sempre così alternative o opposte come sembrano: a volte, possono coesistere nel tempo, in forme e modi diversi da quelli che inizialmente immaginiamo.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire questi vissuti e trovare maggiore chiarezza rivolgersi ad uno specialista. Un percorso psicologico può aiutarti a esplorare le tue motivazioni più autentiche, distinguere le paure reali da quelle proiettate, e progettare scelte più consapevoli e coerenti con chi sei davvero.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, spesso, all'interno di un percorso di studi scelto con passione, si possono incontrare materie che non risuonano con i nostri interessi più profondi o con la visione che abbiamo del nostro futuro. Questa percezione non è affatto un indicatore di fallimento o di scelta sbagliata, ma piuttosto una tappa naturale nel processo di crescita personale e professionale. La didattica attuale tende a promuovere l'idea di un percorso lineare e accelerato verso il successo, spingendoci a credere che ogni traguardo debba essere raggiunto rapidamente e in modo definitivo.
In realtà, l'esperienza ci insegna che il percorso di ognuno è unico e scandito da ritmi individuali. Con la maturità, si acquisiscono nuove consapevolezze e le prospettive si ampliano. Raggiungere un obiettivo non è la fine del viaggio, ma spesso il punto di partenza per nuove esplorazioni. Molte persone che hanno dedicato anni al raggiungimento di un obiettivo professionale, una volta conseguito, hanno poi scelto di intraprendere strade completamente diverse, guidate da nuove passioni o da una ridefinizione delle proprie priorità.
Il consiglio più prezioso è quello di riflettere profondamente su ciò che ti fa sentire veramente vivo. È in quel punto di intensa motivazione e gioia che risiede la tua vera direzione. Seguire questa strada, pur riconoscendo e accettando gli inevitabili ostacoli e le difficoltà che potranno presentarsi, è la chiave per costruire una vita professionale appagante e significativa. Buona Fortuna.
In realtà, l'esperienza ci insegna che il percorso di ognuno è unico e scandito da ritmi individuali. Con la maturità, si acquisiscono nuove consapevolezze e le prospettive si ampliano. Raggiungere un obiettivo non è la fine del viaggio, ma spesso il punto di partenza per nuove esplorazioni. Molte persone che hanno dedicato anni al raggiungimento di un obiettivo professionale, una volta conseguito, hanno poi scelto di intraprendere strade completamente diverse, guidate da nuove passioni o da una ridefinizione delle proprie priorità.
Il consiglio più prezioso è quello di riflettere profondamente su ciò che ti fa sentire veramente vivo. È in quel punto di intensa motivazione e gioia che risiede la tua vera direzione. Seguire questa strada, pur riconoscendo e accettando gli inevitabili ostacoli e le difficoltà che potranno presentarsi, è la chiave per costruire una vita professionale appagante e significativa. Buona Fortuna.
Ciao,
grazie per aver condiviso con tanta lucidità e profondità il tuo vissuto. Quello che descrivi è un conflitto reale e importante, che non parla solo di scelte professionali, ma anche del desiderio di sentire che la propria vita ha senso, direzione e vitalità.
Da un lato c’è una passione autentica, quella di diventare pilota, che ti accende dentro e ti fa sentire vivo. Dall’altro, un percorso in cui hai investito tanto, ma che oggi appare spento, distante, poco coerente con ciò che desideri davvero.
Non sei solo in questo tipo di blocco: molti ragazzi si trovano in una fase della vita in cui le scelte fatte per “dovere” o “logica” non coincidono più con i bisogni profondi. E questo genera frustrazione, smarrimento e senso di disconnessione.
La buona notizia è che non devi scegliere tutto subito né per forza tra un’alternativa “giusta” e una “sbagliata”. A volte, quello che serve è ritrovare uno spazio in cui ascoltarti veramente, al di là delle paure, dei condizionamenti o delle aspettative. Un luogo in cui fare ordine, riscoprire cosa ti anima, e costruire una direzione tua, anche originale, che integri sogno e concretezza.
Se senti che questo momento sta diventando troppo pesante da gestire da solo, un percorso di counseling o di sostegno psicologico può offrirti quello spazio di orientamento profondo e senza giudizio che forse ora ti manca.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
grazie per aver condiviso con tanta lucidità e profondità il tuo vissuto. Quello che descrivi è un conflitto reale e importante, che non parla solo di scelte professionali, ma anche del desiderio di sentire che la propria vita ha senso, direzione e vitalità.
Da un lato c’è una passione autentica, quella di diventare pilota, che ti accende dentro e ti fa sentire vivo. Dall’altro, un percorso in cui hai investito tanto, ma che oggi appare spento, distante, poco coerente con ciò che desideri davvero.
Non sei solo in questo tipo di blocco: molti ragazzi si trovano in una fase della vita in cui le scelte fatte per “dovere” o “logica” non coincidono più con i bisogni profondi. E questo genera frustrazione, smarrimento e senso di disconnessione.
La buona notizia è che non devi scegliere tutto subito né per forza tra un’alternativa “giusta” e una “sbagliata”. A volte, quello che serve è ritrovare uno spazio in cui ascoltarti veramente, al di là delle paure, dei condizionamenti o delle aspettative. Un luogo in cui fare ordine, riscoprire cosa ti anima, e costruire una direzione tua, anche originale, che integri sogno e concretezza.
Se senti che questo momento sta diventando troppo pesante da gestire da solo, un percorso di counseling o di sostegno psicologico può offrirti quello spazio di orientamento profondo e senza giudizio che forse ora ti manca.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
Ciao, ti ringrazio per la profondità e l’onestà con cui hai raccontato la tua situazione. Non è facile mettere a fuoco un momento di stallo, soprattutto quando il conflitto nasce tra ciò che ti ha accompagnato finora – con competenze, studio e fatica – e ciò che ti fa vibrare dentro, anche se appare rischioso e lontano.
Quello che descrivi non è un fallimento, ma un segnale di trasformazione. Quando ciò che stai facendo perde di senso, è naturale sentirsi disorientati, distratti, svuotati. Il tuo disagio non parla solo di fatica accademica: parla di una distanza profonda tra ciò che sei oggi e ciò che desideri diventare.
L’informatica è chiaramente parte di te, del tuo linguaggio, delle tue capacità. Ma ciò che ti muove davvero non è “studiare informatica” in modo astratto, bensì usarla per costruire qualcosa di tuo, che lasci un’impronta nel mondo. E questa motivazione è nobilissima, ma ha bisogno di essere riaccesa in un contesto che ti stimoli, che ti parli davvero, che sia più vicino alla realtà e alla creatività.
Dall’altra parte c’è il sogno del volo. Un sogno che torna da sempre, che non ti abbandona e che, a differenza dell’università, non ti spegne, ma ti accende. Questo non è banale. Non è un capriccio. È un indicatore potente.
Il punto non è scegliere “informatica o volo”, come se fossero due binari opposti e incompatibili. Il punto è costruire uno scenario in cui tu possa ascoltare con lucidità cosa davvero ti muove, cosa ti ispira e dove si trova il tuo senso di direzione.
Può darsi che il volo resti un sogno da realizzare in un secondo tempo, oppure che proprio da lì nasca un progetto che unisca le due cose. Esistono mille declinazioni ibride: l’innovazione aerospaziale, la programmazione applicata alla simulazione di volo, all’avionica, alla sicurezza, all’intelligenza artificiale per la navigazione.
Ma tutto questo richiede un cambio di paradigma: non scegliere “una volta per tutte”, ma permetterti di esplorare. Dare spazio al desiderio, capire cosa puoi fare adesso per non rimanere fermo. Anche un piccolo passo – un corso introduttivo al volo, un’esperienza di mentorship nel campo aeronautico, o una ridefinizione più libera del tuo percorso informatico – può aiutarti a riprendere contatto con la tua motivazione.
Il rischio più grande non è sbagliare strada, ma restare immobile per paura di sbagliare.
Ti invito a chiederti: qual è il prossimo passo che posso fare per sentirmi più vivo, più in linea con ciò che sono?
Non deve essere perfetto. Deve solo essere vero.
Quello che descrivi non è un fallimento, ma un segnale di trasformazione. Quando ciò che stai facendo perde di senso, è naturale sentirsi disorientati, distratti, svuotati. Il tuo disagio non parla solo di fatica accademica: parla di una distanza profonda tra ciò che sei oggi e ciò che desideri diventare.
L’informatica è chiaramente parte di te, del tuo linguaggio, delle tue capacità. Ma ciò che ti muove davvero non è “studiare informatica” in modo astratto, bensì usarla per costruire qualcosa di tuo, che lasci un’impronta nel mondo. E questa motivazione è nobilissima, ma ha bisogno di essere riaccesa in un contesto che ti stimoli, che ti parli davvero, che sia più vicino alla realtà e alla creatività.
Dall’altra parte c’è il sogno del volo. Un sogno che torna da sempre, che non ti abbandona e che, a differenza dell’università, non ti spegne, ma ti accende. Questo non è banale. Non è un capriccio. È un indicatore potente.
Il punto non è scegliere “informatica o volo”, come se fossero due binari opposti e incompatibili. Il punto è costruire uno scenario in cui tu possa ascoltare con lucidità cosa davvero ti muove, cosa ti ispira e dove si trova il tuo senso di direzione.
Può darsi che il volo resti un sogno da realizzare in un secondo tempo, oppure che proprio da lì nasca un progetto che unisca le due cose. Esistono mille declinazioni ibride: l’innovazione aerospaziale, la programmazione applicata alla simulazione di volo, all’avionica, alla sicurezza, all’intelligenza artificiale per la navigazione.
Ma tutto questo richiede un cambio di paradigma: non scegliere “una volta per tutte”, ma permetterti di esplorare. Dare spazio al desiderio, capire cosa puoi fare adesso per non rimanere fermo. Anche un piccolo passo – un corso introduttivo al volo, un’esperienza di mentorship nel campo aeronautico, o una ridefinizione più libera del tuo percorso informatico – può aiutarti a riprendere contatto con la tua motivazione.
Il rischio più grande non è sbagliare strada, ma restare immobile per paura di sbagliare.
Ti invito a chiederti: qual è il prossimo passo che posso fare per sentirmi più vivo, più in linea con ciò che sono?
Non deve essere perfetto. Deve solo essere vero.
Buonasera, penso che fare chiarezza sia fondamentale e si è sempre in tempo per concludere o cambiare la direzione scelta. Credo che fare qualche colloquio con uno psicoterapeuta potrebbe esserle di aiuto. La finalità è definire meglio i suoi personali desideri e cosa, emotivamente, può essere il vero ostacolo. Non sempre ciò che la ragione dice, corrisponde ai bisogni profondi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta sincerità e profondità il suo vissuto. Quello che sta descrivendo è un momento di vita che molti giovani adulti attraversano: il momento in cui ci si ferma, si guarda la strada fatta finora e ci si chiede se sia davvero quella giusta, se porti verso qualcosa che sentiamo nostro, che ci faccia sentire vivi e soddisfatti. E il fatto che lei si stia ponendo queste domande con tanta onestà è già un primo, importante segnale della sua capacità di riflettere su di sé e sui propri valori. Capisco quanto possa essere frustrante e faticoso sentire una distanza tra ciò che si studia e ciò che si sogna. Quando parla dell’informatica come qualcosa che ama, ma che all’università sembra perdere significato, mi sembra che stia toccando un tema molto profondo: il bisogno di sentire coerenza tra ciò che fa ogni giorno e ciò che desidera costruire nel lungo termine. È normale che, se questa coerenza viene meno, la motivazione cali e ci si ritrovi intrappolati in pensieri come "sto perdendo tempo" o "non ce la farò mai". Questo tipo di pensieri, dal punto di vista cognitivo-comportamentale, rischia di alimentare un circolo vizioso: più si sentono inutili gli sforzi, più cala l’energia per farli, più ci si distrae o ci si blocca, e più aumenta la sensazione di essere lontani dai propri obiettivi. La sua passione per il volo emerge con grande forza. È qualcosa che la fa sentire vivo, e questo è un segnale che vale la pena ascoltare. È comprensibile che l’idea del percorso da pilota le sembri al tempo stesso entusiasmante e spaventosa: costi, impegno, sacrifici... tutto questo può apparire come una montagna difficile da scalare. Ma proprio perché è un sogno così importante, può essere utile iniziare a ragionarci in modo concreto, realistico, un passo alla volta, senza che diventi subito un “tutto o niente”. A volte nella mente costruiamo delle alternative che ci sembrano inconciliabili e totalizzanti, come se dovessimo scegliere oggi una volta per tutte chi saremo e cosa faremo per il resto della vita. Ma nella realtà, la strada si costruisce giorno per giorno, e spesso ci sono possibilità intermedie, percorsi che si intrecciano, tappe che aiutano a capire meglio che direzione prendere. Potrebbe essere utile, ad esempio, lavorare sui pensieri che ora le fanno sentire l’università come un blocco: chiedersi se davvero tutto ciò che sta imparando sia inutile, oppure se possa rappresentare una base su cui costruire in modi che oggi magari non riesce ancora a vedere chiaramente. Allo stesso tempo, iniziare a informarsi in modo pratico sul percorso per diventare pilota, sui requisiti, sui costi, sulle modalità per affrontarlo anche in parallelo ad altre attività, potrebbe trasformare quel sogno da idea astratta a progetto concreto, che fa meno paura e su cui può iniziare a fare piccoli passi. In un percorso cognitivo-comportamentale, ci si concentrerebbe su come aiutare la sua mente a distinguere i pensieri funzionali da quelli che la bloccano, e su come favorire azioni che la facciano sentire di nuovo protagonista delle sue scelte. A volte il primo passo non è decidere subito quale strada percorrere, ma interrompere quella sensazione di stallo che alimenta frustrazione e insoddisfazione. Piccole azioni mirate, una maggiore organizzazione della giornata, un lavoro sui pensieri automatici che la frenano, possono aiutarla a ritrovare energia e lucidità per scegliere. Le suggerisco di non vivere questa fase come un fallimento o una dimostrazione di debolezza, ma come un’occasione preziosa di crescita personale. È proprio quando ci fermiamo a riflettere e mettiamo in discussione ciò che stiamo facendo che possiamo costruire una vita più autentica e vicina ai nostri valori. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve, mi dispiace per il momento che sta attraversando. Un percorso universitario prevede spesso delle materie propedeutiche che sono fondamentali per una comprensione maggiore della materia, potrebbero sembrare scollegate o inutili ma non è cosi. Questa difficoltà e sentimento di vuoto che vive oggi si era già presentata in passato? Come mai non ha fatto amicizia con qualche collega? Questo la potrebbe aiutare poiché studiare insieme a qualcuno è più motivante che farlo da solo. Le consiglio comunque di affrontare questo momento in seduta.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello.
Salve,
in questa fase di crisi personale potrebbe pensare di farsi accompagnare nelle scelte da un terapista. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla con il tempo a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
in questa fase di crisi personale potrebbe pensare di farsi accompagnare nelle scelte da un terapista. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla con il tempo a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Utente,
l'università non è il lavoro che si andrà a fare, ma un mezzo per arrivarci. Non sempre o necessariamente del tutto stimolante (immagino per molte persone ci siano stati esami poco stimolati o complessi-ostici). Lo immagini come un viaggio in treno per arrivare alla meta e da lì iniziare il viaggio.
Da quanto scrive mi pare si siano di seguito attivate altre modalità-comportamenti-atteggiamenti che stanno appesantendo ulteriormente il viaggio. Per cui Le chiedo se queste modalità, volendo ritrovare lo stimolo e l'energia, siano utili da mantenere o meno (la fame viene mangiando).
Per quanto riguarda l'ultima parte credo, che la mente abbia bisogno di qualcosa di eccitante e piacevole: nulla toglie che possa coltivare entrambe le passioni, con differenti obiettivi e impegno.
Spero Le possa essere di riflessione, qualora lo desideri può considerare un confronto più mirato.
Buon giornata
l'università non è il lavoro che si andrà a fare, ma un mezzo per arrivarci. Non sempre o necessariamente del tutto stimolante (immagino per molte persone ci siano stati esami poco stimolati o complessi-ostici). Lo immagini come un viaggio in treno per arrivare alla meta e da lì iniziare il viaggio.
Da quanto scrive mi pare si siano di seguito attivate altre modalità-comportamenti-atteggiamenti che stanno appesantendo ulteriormente il viaggio. Per cui Le chiedo se queste modalità, volendo ritrovare lo stimolo e l'energia, siano utili da mantenere o meno (la fame viene mangiando).
Per quanto riguarda l'ultima parte credo, che la mente abbia bisogno di qualcosa di eccitante e piacevole: nulla toglie che possa coltivare entrambe le passioni, con differenti obiettivi e impegno.
Spero Le possa essere di riflessione, qualora lo desideri può considerare un confronto più mirato.
Buon giornata
Carissimo, le suggerisco di avviare una consulenza psicologica e mettere a tema, attraverso l'aiuto di un professionista, queste sue problematiche e considerazioni. Sembrano esserci degli aspetti demotivanti, di "spegnimento", che la conducono a rimandare le cose, a procrastinare; c'è un motore da riavviare ma serve comprendere bene i motivi dell'inceppamento. Al contempo mi sembra lei abbia anche molte risorse personali che potrebbero venire utili in un percorso psicologico. Resto disponibile per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buongiorno, in questo momento sembri andare in crash rispetto alla visione di un sogno che brilla (fare il pilota) di cui sembri percepire a livello emotivo solo i lati positivi ed un sogno mezzo infranto di cui percepisci principalmente i lati negativi. ATTENZIONE a non reagire come una allodola che va allo specchio. Entrambe le scelte hanno pari dignità e devi cercare di capire meglio dove indirizzarti ed in che modo. In questo senso potrebbero esserti molto utili dei colloqui di orientamento per entrare più nello specifico. Se posso solo aggiungere un consiglio dettato dall'esperienza, in ogni percorso di formazione incontrerai delle fasi/blocco perchè non troverai molto il senso di aclune caratteristiche, è importante però non perdere di vista l'obiettivo finale, è quello che nutre la motivazione. Il mio tutor era solito dirmi "quando farai la scuola di specializzazione in psicoterapia, al di là dell'orientamento che sceglierai sappai che stai letteralmente comperando una certificazione che ti autorizzerà a svolgere il lavoro di psicoterapeuta. Ma quel foglio non garantirà ai clienti il fatto che sarai un buon psicoterapeuta, quello sarà compito tuo continuando a formarti, ad espansdere le tue conoscenze e ad indirizzarti verso le tecniche che valuterai più efficaci che non per forza saranno incluse tra quelle che avrai imparato alla scuola di specializzazione". Dopo una discreta esperienza lavorativa devo dire: PAROLE SANTE
Ciao, grazie per aver condiviso qualcosa di così personale e profondo. Quello che descrivi è un momento delicato, ma anche molto importante: ti trovi in un punto della vita in cui stai cercando di capire quale direzione dare a te stesso, non solo a livello professionale, ma anche personale. E questo richiede coraggio.
Il senso di confusione che provi è comprensibile: da una parte c’è un percorso che hai coltivato per anni, in cui hai sviluppato competenze reali e preziose, ma che oggi ti sembra distante, scollegato da ciò che ti appassiona davvero. Dall’altra c’è un sogno che ti accompagna fin da piccolo, che ti emoziona solo al pensiero, ma che appare incerto, impegnativo, forse anche spaventoso.
Spesso, quando ciò che facciamo ogni giorno sembra disallineato da ciò che desideriamo nel profondo, il rischio è quello che descrivi bene: una sensazione di blocco, di vuoto, di perdita di motivazione e direzione. È come se la mente si dividesse tra dovere e desiderio, tra ciò che sembra "giusto" fare e ciò che sentiamo "vero" per noi.
Ma fermarsi, farsi domande, riconoscere la fatica e il disorientamento, è già un passo di grande valore. In uno spazio terapeutico è possibile dare voce a questi vissuti, esplorarli con rispetto, senza fretta e senza giudizio. A volte, ciò che serve non è subito “scegliere”, ma imparare ad ascoltarsi meglio, capire cosa c’è davvero sotto i dubbi, cosa ci muove, cosa ci blocca, e da lì ricominciare a costruire un senso.
Se senti il bisogno di farlo insieme a qualcuno, sono qui.
Dottoressa Eleni Karliampa
Il senso di confusione che provi è comprensibile: da una parte c’è un percorso che hai coltivato per anni, in cui hai sviluppato competenze reali e preziose, ma che oggi ti sembra distante, scollegato da ciò che ti appassiona davvero. Dall’altra c’è un sogno che ti accompagna fin da piccolo, che ti emoziona solo al pensiero, ma che appare incerto, impegnativo, forse anche spaventoso.
Spesso, quando ciò che facciamo ogni giorno sembra disallineato da ciò che desideriamo nel profondo, il rischio è quello che descrivi bene: una sensazione di blocco, di vuoto, di perdita di motivazione e direzione. È come se la mente si dividesse tra dovere e desiderio, tra ciò che sembra "giusto" fare e ciò che sentiamo "vero" per noi.
Ma fermarsi, farsi domande, riconoscere la fatica e il disorientamento, è già un passo di grande valore. In uno spazio terapeutico è possibile dare voce a questi vissuti, esplorarli con rispetto, senza fretta e senza giudizio. A volte, ciò che serve non è subito “scegliere”, ma imparare ad ascoltarsi meglio, capire cosa c’è davvero sotto i dubbi, cosa ci muove, cosa ci blocca, e da lì ricominciare a costruire un senso.
Se senti il bisogno di farlo insieme a qualcuno, sono qui.
Dottoressa Eleni Karliampa
Buongiorno, quello che descrive è un vissuto che può essere comune durante i percorsi universitari, quando ci si inizia a domandare quale direzione si vuole dare alla propria vita professionale.
Da quello che leggo la confusione nasce da un conflitto tra il seguire un percorso accademico tradizionale, che sembra non stimolarla più e il desiderio di creare un suo progetto imprenditoriale che abbia un impatto. Può accadere, a volte, che le aspettative su una facoltà universitaria si scontrino con una realtà diversa; sentire che le materie le sembrano vecchie o lontane da ciò che le interessa potrebbe essere un segnale da esplorare, ma che non necessariamente comporta un abbandono.
I sogni, come quello di cui parla lei, richiedono pazienza e tempo per concretizzarsi e maturare.
Sembra inoltre che lei senta una forte pressione nello scegliere una strada piuttosto che un'altra, come se ci fosse un'unica opzione; ma nella vita, si possono trovare strade ibride, nuove, cucite su misura per noi.
La invito ad ascoltarsi in questo suo momento delicato, ma pieno di possibilità.
Una/o psicologa/o può supportarla nell'esplorare i pensieri e le emozioni legate a questo momento di transizione. Un caro saluto.
Da quello che leggo la confusione nasce da un conflitto tra il seguire un percorso accademico tradizionale, che sembra non stimolarla più e il desiderio di creare un suo progetto imprenditoriale che abbia un impatto. Può accadere, a volte, che le aspettative su una facoltà universitaria si scontrino con una realtà diversa; sentire che le materie le sembrano vecchie o lontane da ciò che le interessa potrebbe essere un segnale da esplorare, ma che non necessariamente comporta un abbandono.
I sogni, come quello di cui parla lei, richiedono pazienza e tempo per concretizzarsi e maturare.
Sembra inoltre che lei senta una forte pressione nello scegliere una strada piuttosto che un'altra, come se ci fosse un'unica opzione; ma nella vita, si possono trovare strade ibride, nuove, cucite su misura per noi.
La invito ad ascoltarsi in questo suo momento delicato, ma pieno di possibilità.
Una/o psicologa/o può supportarla nell'esplorare i pensieri e le emozioni legate a questo momento di transizione. Un caro saluto.
Buongiorno,
Capisco che ti senti bloccato e confuso riguardo al futuro professionale. La tua passione per l'informatica e il sogno di diventare pilota sono entrambi validi, ma è normale sentirsi in difficoltà nel conciliare due aspirazioni così diverse. La sensazione di disconnessione tra ciò che studi e ciò che desideri fare può generare frustrazione e indecisione.
In questi momenti, può essere utile intraprendere un percorso di orientamento professionale. Questo processo ti aiuterà a esplorare le tue inclinazioni, valori e competenze, permettendoti di fare scelte più consapevoli. Un orientamento professionale non solo supporta nella scelta della carriera, ma aiuta anche a migliorare l'autostima e a fissare obiettivi realistici.
Ricorda che non è necessario avere tutto chiaro subito. È normale attraversare fasi di incertezza. Con il giusto supporto e un po' di tempo per riflettere, potrai trovare una strada che ti soddisfi e ti faccia sentire realizzato.
Se desideri, posso aiutarti in un eventuale percorso di supporto psicologico. Rimango a disposizione.
Capisco che ti senti bloccato e confuso riguardo al futuro professionale. La tua passione per l'informatica e il sogno di diventare pilota sono entrambi validi, ma è normale sentirsi in difficoltà nel conciliare due aspirazioni così diverse. La sensazione di disconnessione tra ciò che studi e ciò che desideri fare può generare frustrazione e indecisione.
In questi momenti, può essere utile intraprendere un percorso di orientamento professionale. Questo processo ti aiuterà a esplorare le tue inclinazioni, valori e competenze, permettendoti di fare scelte più consapevoli. Un orientamento professionale non solo supporta nella scelta della carriera, ma aiuta anche a migliorare l'autostima e a fissare obiettivi realistici.
Ricorda che non è necessario avere tutto chiaro subito. È normale attraversare fasi di incertezza. Con il giusto supporto e un po' di tempo per riflettere, potrai trovare una strada che ti soddisfi e ti faccia sentire realizzato.
Se desideri, posso aiutarti in un eventuale percorso di supporto psicologico. Rimango a disposizione.
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un momento molto delicato, ma anche profondamente autentico, che molte persone attraversano proprio quando iniziano a confrontarsi in modo più maturo con le proprie passioni, i propri sogni e le sfide della realtà. Da ciò che racconta, emerge chiaramente che lei è una persona curiosa, determinata, con una forte spinta creativa e una visione autonoma del futuro. Ma è proprio questa ricchezza interiore, se non sostenuta da un contesto che la riconosca e la valorizzi, a generare quel senso di frustrazione, vuoto e blocco di cui parla.
L’università, in certi casi, può diventare un’esperienza dissonante: troppo lenta, troppo distante dalla realtà o dai veri interessi, soprattutto quando la persona è già molto avanti nel suo apprendimento per vie informali. Non c’è nulla di sbagliato in questa percezione, anzi, è spesso segno di una personalità molto orientata all’azione e alla realizzazione concreta. Ma è importante distinguere tra il disagio verso il metodo di studio e la perdita di senso generale. In altre parole: è l’università in sé a non funzionare per lei, oppure è il fatto che si sente lontano da un progetto chiaro che la motiva a mantenerne vivo il significato?
Il sogno di diventare pilota che ha fin da bambino, così intensamente radicato, rappresenta qualcosa che merita ascolto profondo. Non tanto (o non solo) come alternativa professionale, ma come bussola emotiva: ogni volta che ci pensa, dice, si sente vivo. Questa è una traccia preziosa. Non sempre i sogni dell’infanzia sono da seguire alla lettera, ma spesso custodiscono un bisogno profondo: quello di libertà, di precisione, di bellezza, di visione. Forse in questo sogno c’è una parte di sé che chiede di essere riconosciuta, anche se non dovesse trasformarsi in professione.
D’altra parte, il percorso imprenditoriale in campo informatico è assolutamente coerente con quanto racconta: ha competenze, visione, autonomia e spirito di iniziativa. Ma ciò che la sta bloccando, forse, è la mancanza di un contesto che le permetta di sentire il valore del cammino, di condividerlo con altri, e soprattutto di farlo evolvere nella direzione che sente autentica.
Una possibilità potrebbe essere prendersi uno spazio (anche con un supporto professionale, se desidera) per chiarire alcuni punti: quanto sente davvero di voler concludere il percorso universitario? Quanto peso ha per lei questo titolo rispetto alla libertà di creare qualcosa di proprio? Quanto è disposto ad investire (in termini emotivi, economici, pratici) sul sogno del volo, anche solo per esplorarne concretamente una parte? Non si tratta, necessariamente, di scegliere una sola via ed escludere tutto il resto, ma forse di permettersi di riconoscere che in lei abitano più desideri legittimi, e che nessuno merita di essere schiacciato per paura o senso del dovere.
La confusione che prova è il segno che sta cercando una coerenza più profonda tra ciò che è e ciò che fa. Non è un fallimento, è un processo. E spesso la chiarezza non arriva da una scelta definitiva, ma da piccoli passi concreti che le permettano di tornare a sentire entusiasmo, senso, e connessione con sé stesso.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
L’università, in certi casi, può diventare un’esperienza dissonante: troppo lenta, troppo distante dalla realtà o dai veri interessi, soprattutto quando la persona è già molto avanti nel suo apprendimento per vie informali. Non c’è nulla di sbagliato in questa percezione, anzi, è spesso segno di una personalità molto orientata all’azione e alla realizzazione concreta. Ma è importante distinguere tra il disagio verso il metodo di studio e la perdita di senso generale. In altre parole: è l’università in sé a non funzionare per lei, oppure è il fatto che si sente lontano da un progetto chiaro che la motiva a mantenerne vivo il significato?
Il sogno di diventare pilota che ha fin da bambino, così intensamente radicato, rappresenta qualcosa che merita ascolto profondo. Non tanto (o non solo) come alternativa professionale, ma come bussola emotiva: ogni volta che ci pensa, dice, si sente vivo. Questa è una traccia preziosa. Non sempre i sogni dell’infanzia sono da seguire alla lettera, ma spesso custodiscono un bisogno profondo: quello di libertà, di precisione, di bellezza, di visione. Forse in questo sogno c’è una parte di sé che chiede di essere riconosciuta, anche se non dovesse trasformarsi in professione.
D’altra parte, il percorso imprenditoriale in campo informatico è assolutamente coerente con quanto racconta: ha competenze, visione, autonomia e spirito di iniziativa. Ma ciò che la sta bloccando, forse, è la mancanza di un contesto che le permetta di sentire il valore del cammino, di condividerlo con altri, e soprattutto di farlo evolvere nella direzione che sente autentica.
Una possibilità potrebbe essere prendersi uno spazio (anche con un supporto professionale, se desidera) per chiarire alcuni punti: quanto sente davvero di voler concludere il percorso universitario? Quanto peso ha per lei questo titolo rispetto alla libertà di creare qualcosa di proprio? Quanto è disposto ad investire (in termini emotivi, economici, pratici) sul sogno del volo, anche solo per esplorarne concretamente una parte? Non si tratta, necessariamente, di scegliere una sola via ed escludere tutto il resto, ma forse di permettersi di riconoscere che in lei abitano più desideri legittimi, e che nessuno merita di essere schiacciato per paura o senso del dovere.
La confusione che prova è il segno che sta cercando una coerenza più profonda tra ciò che è e ciò che fa. Non è un fallimento, è un processo. E spesso la chiarezza non arriva da una scelta definitiva, ma da piccoli passi concreti che le permettano di tornare a sentire entusiasmo, senso, e connessione con sé stesso.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buonasera, penso che sarebbe interessante farsi qualche domanda per chiarire quello che le serve per il suo sogno. é importante che lo continui a perseguire perchè solo provandoci può ottenere risultati, d'altronde a volte continuiamo un percorso non tanto perchè ci piace ma ci serve. Le superiori piacciono a pochi ma è un obbligo per entrare nel mondo del lavoro. La domanda oggi invece è: la laurea universitaria mi serve per quello che voglio fare? sono competenze o almeno la laura in sè mi potrebbe far comodo un giorno anche se non dovesse realizzarsi il mio sogno?. Soppeserei un pò domande di questo genere per trovare una soluzione che le piaccia e la faccia stare bene.
Un altra bella opportunità potrebbe essere quella di frequentare invece corsi specialistici che riguardano il suo obiettivo. Immagino sia a pagamento ma potrebbe essere necessario, non subito ma in futuro sì. A volte basta ricordarsi perchè lo si fa.
Per quanto riguarda l'altro sogno da pilota farei un tentativo anche solo per informarmi e capire le opzioni, già quello aiuta a rendersi conto di quanto ci si vuole impegnare e quanto ci rende vivi.
Non è detto che l'uno escluda l'altro ma semplicemente che abbiano tempistiche diverse, terminare una cosa e d'altra parte mettere da parte i soldi guadagnati con la prima laurea per intraprendere la seconda strada.
Se ha bisogno posso comunque essere disponibile per valutare le sue scelte di vita e trovare ciò che è giusto per lei.
A disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Un altra bella opportunità potrebbe essere quella di frequentare invece corsi specialistici che riguardano il suo obiettivo. Immagino sia a pagamento ma potrebbe essere necessario, non subito ma in futuro sì. A volte basta ricordarsi perchè lo si fa.
Per quanto riguarda l'altro sogno da pilota farei un tentativo anche solo per informarmi e capire le opzioni, già quello aiuta a rendersi conto di quanto ci si vuole impegnare e quanto ci rende vivi.
Non è detto che l'uno escluda l'altro ma semplicemente che abbiano tempistiche diverse, terminare una cosa e d'altra parte mettere da parte i soldi guadagnati con la prima laurea per intraprendere la seconda strada.
Se ha bisogno posso comunque essere disponibile per valutare le sue scelte di vita e trovare ciò che è giusto per lei.
A disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Buongiorno,
capisco bene il senso di smarrimento che sta vivendo: quando la realtà non riflette i nostri sogni, può essere davvero difficile proseguire il cammino. Da ciò che scrive, emerge una forte passione sia per l’informatica creativa che per il volo — due strade diverse, ma accomunate dal desiderio di costruire qualcosa di suo, che la faccia sentire vivo. Forse non deve scegliere subito tra le due, ma iniziare a fare chiarezza su cosa lo motiva davvero e quali piccoli passi può fare oggi, senza sentirsi bloccato dal “tutto o niente”.
Resto a disposizione, saluti, dott.ssa Elena Dati
capisco bene il senso di smarrimento che sta vivendo: quando la realtà non riflette i nostri sogni, può essere davvero difficile proseguire il cammino. Da ciò che scrive, emerge una forte passione sia per l’informatica creativa che per il volo — due strade diverse, ma accomunate dal desiderio di costruire qualcosa di suo, che la faccia sentire vivo. Forse non deve scegliere subito tra le due, ma iniziare a fare chiarezza su cosa lo motiva davvero e quali piccoli passi può fare oggi, senza sentirsi bloccato dal “tutto o niente”.
Resto a disposizione, saluti, dott.ssa Elena Dati
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
quello che descrivi non è un semplice momento di indecisione: è una vera e propria crisi vocazionale, uno spazio sospeso in cui il desiderio si scontra con la realtà e finisce per perdere voce. Non sei pigro, né incoerente: sei solo intrappolato tra ciò che senti autentico e ciò che ti sembra obbligatorio.
Il blocco motivazionale che provi nello studio non dipende da una mancanza di interesse per l’informatica, ma da una frattura tra il tuo sogno e la forma che esso ha preso nel contesto universitario. Questo succede spesso: quando un sapere che amiamo viene restituito in una forma troppo rigida, teorica o distante dalla nostra visione personale, può spegnersi la spinta interiore che ci aveva mossi all’inizio.
Tu non vuoi solo “fare informatica”, vuoi creare, generare impatto, costruire senso. E questo è un bisogno profondo, non un capriccio. Il fatto che tu abbia già sviluppato competenze da autodidatta, che lavori su progetti personali, è un segnale importante: la tua motivazione esiste, ma non trova contenitore. E quando manca un contenitore adeguato, anche il talento si smarrisce.
Poi c’è quel sogno: diventare pilota.
Quando ne parli, qualcosa cambia nel tono, nella scelta delle parole. Dici “mi sento vivo, motivato, felice”. È lì che la tua intelligenza emotiva si accende. Ma poi arriva la paura: “è troppo difficile, costoso, lungo”. Ed è lì che ti blocchi.
Questi momenti di conflitto interno sono preziosi: non perché vanno risolti in fretta, ma perché ci raccontano chi stiamo cercando di diventare.
E non c’è crescita senza attraversare queste soglie.
In psicoterapia puoi esplorare questa tensione senza dover subito “scegliere”. Si può lavorare per capire cosa ti spinge davvero, quali sono le tue rappresentazioni del successo e del fallimento, come si è formata la tua idea di “possibile” e “realistico”. Si tratta di costruire uno spazio mentale nuovo in cui le tue passioni non siano in conflitto, ma parte di una progettualità coerente con te.
Non devi decidere ora tra informatica e volo: forse c’è una terza strada, più fedele al tuo modo di essere, che aspetta solo di essere immaginata.
E no, non è troppo tardi.
Se ti senti smarrito, non è un errore: è la mente che ti chiede di cambiare forma, non direzione.
Questo è il momento in cui spesso ha più senso iniziare un percorso terapeutico: non per risolvere un problema, ma per comprendere il senso delle domande che ti stai facendo.
Il blocco motivazionale che provi nello studio non dipende da una mancanza di interesse per l’informatica, ma da una frattura tra il tuo sogno e la forma che esso ha preso nel contesto universitario. Questo succede spesso: quando un sapere che amiamo viene restituito in una forma troppo rigida, teorica o distante dalla nostra visione personale, può spegnersi la spinta interiore che ci aveva mossi all’inizio.
Tu non vuoi solo “fare informatica”, vuoi creare, generare impatto, costruire senso. E questo è un bisogno profondo, non un capriccio. Il fatto che tu abbia già sviluppato competenze da autodidatta, che lavori su progetti personali, è un segnale importante: la tua motivazione esiste, ma non trova contenitore. E quando manca un contenitore adeguato, anche il talento si smarrisce.
Poi c’è quel sogno: diventare pilota.
Quando ne parli, qualcosa cambia nel tono, nella scelta delle parole. Dici “mi sento vivo, motivato, felice”. È lì che la tua intelligenza emotiva si accende. Ma poi arriva la paura: “è troppo difficile, costoso, lungo”. Ed è lì che ti blocchi.
Questi momenti di conflitto interno sono preziosi: non perché vanno risolti in fretta, ma perché ci raccontano chi stiamo cercando di diventare.
E non c’è crescita senza attraversare queste soglie.
In psicoterapia puoi esplorare questa tensione senza dover subito “scegliere”. Si può lavorare per capire cosa ti spinge davvero, quali sono le tue rappresentazioni del successo e del fallimento, come si è formata la tua idea di “possibile” e “realistico”. Si tratta di costruire uno spazio mentale nuovo in cui le tue passioni non siano in conflitto, ma parte di una progettualità coerente con te.
Non devi decidere ora tra informatica e volo: forse c’è una terza strada, più fedele al tuo modo di essere, che aspetta solo di essere immaginata.
E no, non è troppo tardi.
Se ti senti smarrito, non è un errore: è la mente che ti chiede di cambiare forma, non direzione.
Questo è il momento in cui spesso ha più senso iniziare un percorso terapeutico: non per risolvere un problema, ma per comprendere il senso delle domande che ti stai facendo.
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso con sincerità il momento che sta vivendo.
Il sentirsi bloccati tra due strade o il disorientamento rispetto a ciò che appassiona davvero, è molto più comune di quanto si possa pensare, specialmente quando si è coinvolti in percorsi impegnativi, come quello universitario, e in alcuni momenti importanti della propria esistenza.
Un percorso psicologico potrebbe esserle d'aiuto per esplorare con tranquillità e in un ambiente non giudicante, quello che sente, cosa davvero desidera costruire o gli ostacoli che teme.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Il sentirsi bloccati tra due strade o il disorientamento rispetto a ciò che appassiona davvero, è molto più comune di quanto si possa pensare, specialmente quando si è coinvolti in percorsi impegnativi, come quello universitario, e in alcuni momenti importanti della propria esistenza.
Un percorso psicologico potrebbe esserle d'aiuto per esplorare con tranquillità e in un ambiente non giudicante, quello che sente, cosa davvero desidera costruire o gli ostacoli che teme.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Gentile Utente,
la ringrazio per aver condiviso in modo così autentico ciò che sta vivendo. Dalle sue parole emerge un momento di grande riflessione, in cui si confrontano sogni, aspettative e un forte desiderio di trovare una direzione che abbia davvero senso per lei.
Ciò che descrive, il sentirsi bloccato, la fatica a studiare, la perdita di motivazione, sono segnali che spesso accompagnano una fase di disallineamento tra quello che si sta facendo e quello che davvero si sente importante. Si tratta di una risposta naturale quando ciò che ci circonda non rispecchia più i nostri bisogni profondi.
Il suo percorso nell’informatica, costruito con passione e impegno, racconta di una persona curiosa, determinata, capace di apprendere anche in autonomia. Ma è comprensibile che, arrivati a un certo punto, il contesto universitario, per quanto valido, possa apparire distante e/o poco stimolante, soprattutto se non parla alla parte più creativa e progettuale di sé.
E poi c’è quel sogno di sempre: diventare pilota. Lo racconta con lucidità, ma anche con emozione. Non sembra affatto un’idea passeggera, quanto piuttosto un richiamo profondo, che tocca corde vitali: la passione, la libertà, la sfida, la realizzazione personale.
In queste situazioni è facile sentirsi in trappola tra due strade “troppo grandi”, come se fosse necessario scegliere subito, e in modo definitivo. Ma la vita, spesso, non segue percorsi così rigidi. A volte è possibile esplorare più direzioni, a piccoli passi, lasciando che i tempi interiori maturino e che le opportunità si definiscano in modo più chiaro.
La fatica a mantenere una routine, la difficoltà ad alzarsi al mattino, il senso di confusione sono segnali che meritano ascolto. Non sono da interpretare come “problemi da risolvere” in fretta, ma come espressioni di un cambiamento profondo che sta cercando spazio.
Un percorso psicologico potrebbe accompagnarla in questa fase, aiutandola a fare chiarezza, ad ascoltare ciò che davvero conta per lei, e a ritrovare una direzione più coerente con la persona che oggi sente di essere. Resto a disposizione se vorrà approfondire.
Nel frattempo, le auguro di continuare ad ascoltarsi con la stessa autenticità che ha mostrato in questo messaggio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
la ringrazio per aver condiviso in modo così autentico ciò che sta vivendo. Dalle sue parole emerge un momento di grande riflessione, in cui si confrontano sogni, aspettative e un forte desiderio di trovare una direzione che abbia davvero senso per lei.
Ciò che descrive, il sentirsi bloccato, la fatica a studiare, la perdita di motivazione, sono segnali che spesso accompagnano una fase di disallineamento tra quello che si sta facendo e quello che davvero si sente importante. Si tratta di una risposta naturale quando ciò che ci circonda non rispecchia più i nostri bisogni profondi.
Il suo percorso nell’informatica, costruito con passione e impegno, racconta di una persona curiosa, determinata, capace di apprendere anche in autonomia. Ma è comprensibile che, arrivati a un certo punto, il contesto universitario, per quanto valido, possa apparire distante e/o poco stimolante, soprattutto se non parla alla parte più creativa e progettuale di sé.
E poi c’è quel sogno di sempre: diventare pilota. Lo racconta con lucidità, ma anche con emozione. Non sembra affatto un’idea passeggera, quanto piuttosto un richiamo profondo, che tocca corde vitali: la passione, la libertà, la sfida, la realizzazione personale.
In queste situazioni è facile sentirsi in trappola tra due strade “troppo grandi”, come se fosse necessario scegliere subito, e in modo definitivo. Ma la vita, spesso, non segue percorsi così rigidi. A volte è possibile esplorare più direzioni, a piccoli passi, lasciando che i tempi interiori maturino e che le opportunità si definiscano in modo più chiaro.
La fatica a mantenere una routine, la difficoltà ad alzarsi al mattino, il senso di confusione sono segnali che meritano ascolto. Non sono da interpretare come “problemi da risolvere” in fretta, ma come espressioni di un cambiamento profondo che sta cercando spazio.
Un percorso psicologico potrebbe accompagnarla in questa fase, aiutandola a fare chiarezza, ad ascoltare ciò che davvero conta per lei, e a ritrovare una direzione più coerente con la persona che oggi sente di essere. Resto a disposizione se vorrà approfondire.
Nel frattempo, le auguro di continuare ad ascoltarsi con la stessa autenticità che ha mostrato in questo messaggio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Salve, la ringrazio per aver condiviso così apertamente ciò che sta vivendo. Quello che descrive è profondamente umano: un momento di disallineamento tra ciò che fa e ciò che sente davvero importante per lei. Quel senso di vuoto, confusione e apatia non è un fallimento — è un segnale. Un segnale che qualcosa dentro di lei vuole essere ascoltato con più attenzione.
Il cuore del problema non è tecnico, è esistenziale: lei non è solo bloccato tra due scelte di carriera, ma tra due immagini di se stesso:
1. Quella del creatore indipendente, l’imprenditore tech che costruisce qualcosa di significativo.
2. Quella del pilota, il professionista che segue un richiamo più profondo, quasi viscerale.
Non è detto che lei debba scegliere oggi tra queste due strade in modo definitivo. Anzi, è molto più utile affrontarle come due direzioni esplorabili, non come binari rigidi ed opposti.
Cosa le impedisce oggi di iniziare un percorso (anche parziale) da pilota?
Ha già esplorato concretamente scuole, costi, opzioni di finanziamento, percorsi modulari (PPL > CPL > ATPL)? A volte la “grandezza” di un sogno lo rende mitico e irraggiungibile, ma visto da vicino è fatto di passi piccoli e reali e magari più fattibili di quanto immagini.
Se potesse creare un progetto imprenditoriale oggi, quale sarebbe?
Ha già in mente un’idea, un problema che vuole risolvere, un settore che la affascina (es. AI, green tech, salute, educazione)? Capire questo la può far ritrovare lo scopo che ora le manca nello studio.
Cosa succederebbe se si desse un anno sabbatico strategico?
Non per “scappare” dall’università, ma per riprendere contatto con se stesso, lavorare su progetti veri, fare esperienze (anche lavorative), valutare la strada da pilota e magari ritrovare la motivazione, oppure prendere una decisione più chiara.
In sintesi: la vera domanda non è “università o volo?”, ma: "Quale piccola azione può fare oggi per avvicinarsi a ciò che la fa sentire vivo?"
Forse sta cercando una “scelta definitiva”, ma oggi le serve solo una scelta onesta: tornare a fare ciò che le fa battere il cuore, anche in forma piccola, sperimentale. Che sia un volo introduttivo, una demo di un’app, o una giornata passata con altri sognatori.
E poi, strada facendo, scoprirà che la vita non è scegliere una sola strada, ma creare un suo percorso incrociato, unico e significativo.
Il cuore del problema non è tecnico, è esistenziale: lei non è solo bloccato tra due scelte di carriera, ma tra due immagini di se stesso:
1. Quella del creatore indipendente, l’imprenditore tech che costruisce qualcosa di significativo.
2. Quella del pilota, il professionista che segue un richiamo più profondo, quasi viscerale.
Non è detto che lei debba scegliere oggi tra queste due strade in modo definitivo. Anzi, è molto più utile affrontarle come due direzioni esplorabili, non come binari rigidi ed opposti.
Cosa le impedisce oggi di iniziare un percorso (anche parziale) da pilota?
Ha già esplorato concretamente scuole, costi, opzioni di finanziamento, percorsi modulari (PPL > CPL > ATPL)? A volte la “grandezza” di un sogno lo rende mitico e irraggiungibile, ma visto da vicino è fatto di passi piccoli e reali e magari più fattibili di quanto immagini.
Se potesse creare un progetto imprenditoriale oggi, quale sarebbe?
Ha già in mente un’idea, un problema che vuole risolvere, un settore che la affascina (es. AI, green tech, salute, educazione)? Capire questo la può far ritrovare lo scopo che ora le manca nello studio.
Cosa succederebbe se si desse un anno sabbatico strategico?
Non per “scappare” dall’università, ma per riprendere contatto con se stesso, lavorare su progetti veri, fare esperienze (anche lavorative), valutare la strada da pilota e magari ritrovare la motivazione, oppure prendere una decisione più chiara.
In sintesi: la vera domanda non è “università o volo?”, ma: "Quale piccola azione può fare oggi per avvicinarsi a ciò che la fa sentire vivo?"
Forse sta cercando una “scelta definitiva”, ma oggi le serve solo una scelta onesta: tornare a fare ciò che le fa battere il cuore, anche in forma piccola, sperimentale. Che sia un volo introduttivo, una demo di un’app, o una giornata passata con altri sognatori.
E poi, strada facendo, scoprirà che la vita non è scegliere una sola strada, ma creare un suo percorso incrociato, unico e significativo.
Buon pomeriggio.
Quello che descrivi è un momento di grande confusione ma anche di consapevolezza, e già questo è un passo importante. Sentirsi bloccati quando ciò che si studia o si fa non corrisponde ai propri sogni è normale: il cuore ti dice una cosa, la realtà pratica un’altra, e questo genera frustrazione e demotivazione.
Da quanto scrivi, emergono due punti chiave:
Informatica: ti piace, hai competenze solide, ma l’università ti sembra lontana dal tuo obiettivo di creare qualcosa di tuo.
Pilota: è il tuo vero sogno, quello che ti fa sentire vivo, ma comporta difficoltà economiche e un percorso lungo.
Alcuni spunti per orientarti:
Chiarezza sulle priorità: prova a riflettere su ciò che davvero ti fa sentire realizzato. La passione e la motivazione che provi per il pilotaggio sono segnali importanti da non ignorare.
Scomporre il percorso in piccoli passi: non devi decidere tutto subito. Potresti esplorare opportunità legate all’aviazione (volontariato, corsi introduttivi, simulatori) mentre mantieni alcune competenze informatiche attive.
Valutare alternative intermedie: esistono modi per combinare la tecnologia con i tuoi interessi imprenditoriali o aeronautici (ad esempio software per simulatori, applicazioni di aviazione, droni, ecc.).
Supporto esterno: parlare con un counselor o uno psicologo può aiutarti a chiarire desideri, paure e possibilità, e a prendere decisioni più consapevoli senza sentirti schiacciato dalla pressione.
È naturale sentirsi bloccati tra due strade importanti, ma ciò che conta è ascoltare davvero ciò che ti fa battere il cuore e muoversi a piccoli passi verso di esso, senza ignorare le tue competenze e possibilità. Resto a disposizione su qualunque canale.
Quello che descrivi è un momento di grande confusione ma anche di consapevolezza, e già questo è un passo importante. Sentirsi bloccati quando ciò che si studia o si fa non corrisponde ai propri sogni è normale: il cuore ti dice una cosa, la realtà pratica un’altra, e questo genera frustrazione e demotivazione.
Da quanto scrivi, emergono due punti chiave:
Informatica: ti piace, hai competenze solide, ma l’università ti sembra lontana dal tuo obiettivo di creare qualcosa di tuo.
Pilota: è il tuo vero sogno, quello che ti fa sentire vivo, ma comporta difficoltà economiche e un percorso lungo.
Alcuni spunti per orientarti:
Chiarezza sulle priorità: prova a riflettere su ciò che davvero ti fa sentire realizzato. La passione e la motivazione che provi per il pilotaggio sono segnali importanti da non ignorare.
Scomporre il percorso in piccoli passi: non devi decidere tutto subito. Potresti esplorare opportunità legate all’aviazione (volontariato, corsi introduttivi, simulatori) mentre mantieni alcune competenze informatiche attive.
Valutare alternative intermedie: esistono modi per combinare la tecnologia con i tuoi interessi imprenditoriali o aeronautici (ad esempio software per simulatori, applicazioni di aviazione, droni, ecc.).
Supporto esterno: parlare con un counselor o uno psicologo può aiutarti a chiarire desideri, paure e possibilità, e a prendere decisioni più consapevoli senza sentirti schiacciato dalla pressione.
È naturale sentirsi bloccati tra due strade importanti, ma ciò che conta è ascoltare davvero ciò che ti fa battere il cuore e muoversi a piccoli passi verso di esso, senza ignorare le tue competenze e possibilità. Resto a disposizione su qualunque canale.
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