Buongiorno, vi scrivo con grande speranza che possiate aiutare me mia madre e la mia famiglia xke si

20 risposte
Buongiorno, vi scrivo con grande speranza che possiate aiutare me mia madre e la mia famiglia xke siamo diperatissime!! Mio padre gioca ormai da anni in maniera compulsiva...ha 3000 app sul cellulare e 3000 suoni che non disattiva nemmeno quando va a dormire x sentire quando giocano segnano ecc. Quando gli facciamo notare che ha questa dipendenza o gli chiediamo dove sia stato tutto quel tempo...va su tutte le furie, grida e dice che siamo esagerate e fissate noi.
Una volta era premuroso e pensava moltissimo alla famiglia prima di ogni cosa. Ci teneva ad andare al mare...
Ora frigge per trovare una qualsiasi scusa x uscire x andare a giocare 10 e lotto istantaneo, gratta e vinci e schedine ( che puntualmente nasconde da anni ovunque..nei posti più impensabili). Si è annullato, non gli importa più di nulla al di fuori dell'avere dei soldi x giocare e giocate continue. Si sveglia anche 1 ora prima la mattina alle 5 si chiude in bagno x controllare le squadre straniere che hanno giocato in differita. Se gli chiedi se ha vinto qualcosa ogni tanto xke lo vedi perennemente perso nel cel tv ecc...lui ti dice che non vince MAI!!! E si arrabbia che si sente fatti i conti in tasca... urla e diventa scontroso. Un giorno parlando insistentemente tutti insieme..facendogli notare per l'ennesima volta questa dipendenza e suggerendogli di farsi aiutare...ha accettato x dimostrarci che lui non è malato e che sa tranquillamente controllarsi quando vuole.
Il problema grande è che lavora 12 ore al giorno e ha soltanto la domenica come giorno di riposo. ( a qst punto non so se ha accettato a parole...consapevole del fatto che sarebbe impossibilitato x gli orari lavoro).
Se volessimo farlo seguire e aiutare da qualche terapista come potremmo fare? In questo caso come ci potrebbero aiutare?
Aspetto con trepidazione vostri preziosissimi consigli. Grazie di cuore da parte di tutta la famiglia
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara utente, comprendo appieno la preoccupazione e riconosco al tempo stesso una grande consapevolezza rispetto al problema, utile per non agire con negazione. Quello che può fare è selezionare tramite il portale uno specialista in Dipendenza che possa offrire un servizio anche tramite Skype, contattarlo, ed esplicitare la situazione così come l'ha descritta. Vedrà che sarà in grado si aiutarla al meglio sul da farsi. Un caro in bocca al lupo

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Dott.ssa Laura Koelliker
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera, mi occupo di GAP ormai da anni e posso dirle in tutta onestà che il trattamento migliore è in gruppo. Le consiglio di rivolgersi al SerT della sua zona e chiedere tutte le informazioni. Una terapia individuale lo aiuterebbe poco, a mio parere. Inoltre, è di immenso aiuto che anche i familiari partecipino a questo “processo”, accompagnando il paziente durante questo percorso.
La abbraccio
Dott.ssa Adriana Casile
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera la invito a rivolgersi al Sert della sua Asl , chieda informazionial medico di base. Presso questo servizio potreste avere sostegno anche voi familiari su come gestire il problema. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Dott. Stefano Minelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, non è semplicemente in funzione del tempo che suo padre trascorre giocando d'azzardo che si può parlare di un problema in generale e di ludopatia nello specifico. L'elemento essenziale è che egli, non voi, riconosca di avere un problema, di sentirsi angosciato, di destinare troppe risorse a quella attività. Persistente nell'avanzare il vostro desiderio familiare di passare il tempo con lui, di andare al mare, di parlare; mettetelo davanti a delle scelte. Questo aiuterà voi e lui.
SM
Dott.ssa Elisa Galantini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, la situazione che ci descrive è molto delicata. Purtroppo non si può far curare una persona se non riconosce egli stesso di avere una questione (o problema) aperto. Potete cercare sostegno come nucleo familiare, in funzione del desiderio di incontrarlo ancora, come una volta quando era dedito alla famiglia. Forse facendogli sentire che vi manca, che potete fare ancora delle cose insieme, potrà ritrovare in se stesso la motivazione per tornare a essere anche un padre e un marito, senza diversi per forza configurare come un giocatore patologico. Un saluto Dottsa Elisa Galantini
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
La dipendenza da gioco è un delle più subdole e difficili da affrontare, situazione resa più complicata dalla assenza di consapevolezza di vs padre. Le consiglio di rivolgervi al Sert della vs zona. Auguri di cuore, dr.ssa Daniela Benvenuti
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, comprendo la sua angoscia e la sua preoccupazione. È una situazione molto delicata ma affrontabile. Visto che suo padre nega il problema quello che potete fare è lavorare al livello familiare: potendolo di fronte ai vostri rapporti, alla condivisione con voi, al suo ruolo di padre e di marito. Cercate un professionista specializzato in queste dipendenze tramite questo sito o rivolgendovi alla ASL più vicina. Intanto potete organizzare un video con le vostre foto passate, posta magari come una sorpresa da parte sua ai suoi genitori.
Auguri di cuore.
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Marta Fuscà
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
La dipendenza da gioco da azzardo può essere molto insidiosa , e dalle sue parole mi sembra di capire che per suo padre e la sua famiglia va avanti da anni, in maniera compromettente soprattutto nelle relazioni familiari e nella gestione della vita quotidiana. Provi a rivolgersi al Sert di appartenenza territoriale , in quanto potranno seguirlo loro e indirizzarlo verso altri servizi Di competenza come Ad esempio centri diurni per dipendenze, in cui si segue un programma specifico. Se ci dovessero essere difficoltà organizzative vedrà che sapranno trovare un modo per aiutare suo padre e tutto il nucleo familiare. Le mando i miei saluti. Dr.ssa Marta Fuscá
Dr. Vittorio Cameriero
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Buongiorno gentile utente, è importante che prendiate contatti con il servizio territoriale che tratta le dipendenze patologiche (Sert dell'asl). Potrebbero inviare suo padre ad una esperienza di confronto in gruppo, da cui può ricavare un aiuto. Mentre voi come familiari chiedere una consulenza psicologica per capire come comportarvi all'interno della famiglia, e nei confronti del padre. Coraggio e auguri,
Dr Cameriero Vittorio
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, la morsa del gioco di azzardo è tanto complicata quanto terribile da vivere. Visto che ha dato il consenso avete più strade o rivolgervi al sert del vostro territorio oppure contattare uno specialista del portale che si occupa di questi disturbi. Il primo passo sarebbe renderlo consapevole e in seconda battuta l'optimum sarebbe farlo entrare in comunità specifiche che sono dislocate in tutta Italia. Cercate di proteggere i vostri beni con l'aiuto di un avvocato per non incorrere in ulteriori problematiche a carico di tutti. Per il poco tempo disponibile per le visite (difesa mentale dal problema), possono essergli proposte anche terapie serali online o in presenza.
Un grosso in bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
Sarebbe opportuno in questa situazione rivolgersi presso il sert della vostra zona.
Potrebbe esser preso in carico suo padre e allo stesso tempo verreste supportati voi come nucleo familiare.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Sabrina Scarpetta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera capisco la vostra preoccupazione. Se suo padre non riesce per motivi di lavoro a seguire una psicoterapia potrebbe farlo via Skype ,i risultati di questa forma di psicoterapia online sono efficaci e sono stati dimostrati. Io tratto le dipendenze, per qualsiasi informazione resto a sua disposizione . Cordiali saluti
Dott.ssa Claudia Sposini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lodi
Buongiorno, la richiesta di aiuto psicologico dovrebbe partire da suo padre: se non c'è da parte sua una motivazione volontaria ad un percorso interiore, le strade non sono molte. Volevo chiederle: come riesce suo padre a conciliare 12 ore di lavoro e questa presunta dipendenza dal gioco? Questo sarebbe un dato molto utile ai fini di un eventuale trattamento da valutare anche con l'appoggio del SerD (Servizi per le Dipendenze patologiche). Rimango a sua disposizione. Cordiali saluti Dr.ssa Claudia Sposini
Dott.ssa Susanna Fontani
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Borgo San Lorenzo
Sì rivolga alla Asl con fiducia per prendere contatto con il sert di zona per iniziare un percorso di terapia di gruppo. I gruppi di auto aiuto funzionano bene
Dott.ssa Rossella Ianniello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Settimo Milanese
Buona sera,
Molto dipende da quanto suo padre è disposto a riconoscere di avere un problema e a chiedere aiuto. Come sue familiari potreste provare a sentire qualche struttura sanitaria o associazione per la cura delle ludopatie. È importante che anche voi riceviate un supporto adeguato.
Dr. Alessandro Crescentini
Psicoterapeuta, Psicologo
Pesaro
Salve,
la situazione appare complessa.
Se il papà non riesce a farsi aiutare, probabilmente dovreste pensare voi familiari (con ruoli e quindi intenzioni differenti; ripeto: con ruoli ed intenzioni differenti) a farvi accompagnare da un terapeuta nell’elaborazione degli accadimenti, al fine di sbrogliare al meglio (per ognuno di voi) questa complicata e faticosa situazione.
Ci pensi..
Dr. Giorgio Ioimo
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno con una terapia di tipo strategico coinvolgendo nell'intervento i familiari è possibile risolvere il problema del gioco d'azzardo

Dott. Ioimo
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dott.ssa Maria Cristina Giancarli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, mi associo con i colleghi che le suggeriscono di rivolgersi al SerD della sua Asl di riferimento.
Cara utente,
quando una dipendenza entra in una casa, non si ammala solo una persona: si ammala l’intero legame familiare.
E dalle tue parole si avverte chiaramente la stanchezza, la frustrazione, il dolore che ormai da anni convivono con voi.
Quello che descrivi non è “semplice gioco”, né un vizio. È qualcosa che prende la forma di un bisogno interno che si impone, che domina il tempo, i pensieri, il sonno, le relazioni.
Chi ci finisce dentro costruisce castelli di negazione, si infuria se gli si mostra lo specchio, minimizza, nasconde. Non perché sia cattivo, ma perché il gioco diventa — in modo illusorio — l’unico posto dove sentirsi vivo, potente, anestetizzato da quello che altrimenti farebbe troppo male.
E non è insolito che proprio le persone più affettuose e premurose, quelle che un tempo “reggevano” tutto, siano poi quelle che crollano così.
Tu chiedi: «Come possiamo aiutarlo?»
E qui è importante dire una cosa con molta delicatezza: in situazioni come questa, la famiglia può essere un sostegno, ma non può essere la cura.
Non perché manchi l’amore, ma perché un legame così intriso di rabbia, paura e negazione non riesce da solo a creare lo spazio necessario al cambiamento.
Il punto non è convincerlo che “ha un problema”: è offrirgli un luogo dove questo problema possa essere guardato senza giudizio, senza urla, senza difese.
Un luogo dove qualcuno si occupi di lui proprio laddove voi, inevitabilmente, venite percepiti come minaccia al suo fragile equilibrio.
Anche con orari impossibili, un percorso psicologico è fattibile. Un terapeuta può incontrarlo nei suoi tempi, o anche iniziare con colloqui online se è più gestibile.
Ma soprattutto: la presa in carico può partire anche da voi.
Una famiglia che vive una dipendenza così invasiva ha altrettanto bisogno di uno spazio di ascolto: per capire cosa sta accadendo, come non farsi travolgere, come reggere la colpa, la rabbia, la paura, l’impotenza.
A volte la cura comincia da chi sta intorno.
E il cambiamento di clima familiare può aprire un varco anche in chi oggi è chiuso in un guscio di negazione.

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