Buongiorno, Sono una ragazza di 24 anni e scrivo per via dei miei problemi di coppia con il mio

30 risposte
Buongiorno,

Sono una ragazza di 24 anni e scrivo per via dei miei problemi di coppia con il mio partner (25 anni).
Stiamo insieme da cinque anni e da un anno e mezzo conviviamo. Prima di andare a convivere la nostra era una relazione a distanza a causa di motivi di studio. Ci sentivamo sempre in videochiamata la sera, per messaggio e dopo il primo anno grazie ad un avvicinamento ci vedevamo ogni weekend o almeno due al mese.
Quando si è laureato dopo tre anni di relazione lui era stanco della distanza e, nonostante io avessi alcuni dubbi per via della nostra età, sull'onda dell'entusiasmo, siamo andati a convivere.
I primi mesi sono stati belli ma da otto mesi a questa parte il nostro rapporto si è rovinato.
Litighiamo quasi ogni settimana anche su cose inutili e le litigate sono diventate sempre più pesanti, nonostante puntualmente quando facciamo pace ci ripromettiamo di comportarci meglio.
Abbiamo effettivamente due caratteri forti e lui mi ha spesso detto che non si sente ascoltato. Io d'altra parte non mi sento appoggiata perchè in alcune situazioni si è mostrato poco empatico.
Questo per noi è un brutto momento perchè sto avendo problemi a lavoro e anche lui li sta avendo. Nonostante ciò invece di sostenerci mettiamo solo ansia l'uno a l'altro e litighiamo di continuo.
Ieri lui mi ha detto che non ce la fa più, che stiamo vivendo una relazione tossica, che non mi ama più e non mi sopporta più, che non crede più nella nostra relazione per il fatto che puntualmente promettiamo di comportarci meglio e le cose vanno bene all'inizio e poi litighiamo di nuovo e che anche se gli fa molto male non vede altra via che lasciarci. Mi ha detto che ha costantemente paura di fare qualcosa che possa farmi arrabbiare e che per quieto vivere ha annullato la sua identità.
Io sono d'accordo con lui, è vero che non riesco ad ascoltarlo e che spesso faccio di testa mia, però allo stesso tempo cerco di fare tante altre cose per lui. È vero che siamo in una relazione tossica e che facciamo uscire il peggio l'uno dall'altra. Lui ha iniziato ad avere degli attacchi di rabbia che non aveva da quando era adolescente e io sto iniziando ad avere pensieri violenti quando litighiamo e ho paura che prima o poi arriverò a tirargli uno schiaffo o a spingerlo. Mi vergogno tantissimo di questo.
Nonostante tutto, e sono consapevole che questo è un ragionamento tossico, non vorrei che ci lasciassimo. Preferirei stare male con lui che rinunciare alla nostra relazione.
Non so il motivo, ho paura che sia perché sono dipendente da lui affettivamente.
Noi siamo lontani dalla famiglia, abbiamo pochi amici e in questi due anni lui è diventato la mia casa quindi non riesco a immaginare la mia vita senza di lui.
Dall'altra parte, lui dice che anche se soffre ed è difficile per lui prendere questa decisione sia meglio lasciarsi perchè non mi ama più e non crede che le cose possano cambiare.
Mi ha detto che lui pensa che sia così anche per me e che sia innamorata del ricordo della nostra relazione e non di lui.
Mi ha detto però che lui è sicuro che non mi ama più ma non sa se non mi ama più e basta o se mi ama ma in questo momento pensa di non amarmi più perchè non mi sopporta e negli ultimi otto mesi la nostra relazione è stata uno schifo.
Con questi presupposti, vorrei sapere se sarebbe utile proporre una terapia di coppia come ultima spiaggia.. anche se penso che le parole che mi ha detto rimarranno sempre nella mia mente
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gent.ma Buongiorno,

grazie per aver condiviso così apertamente le sue difficoltà. Mi rendo conto che si trova in una situazione estremamente dolorosa e carica di emozioni contrastanti, e capisco quanto possa essere difficile fare chiarezza in un momento come questo.
Il suo racconto evidenzia molteplici elementi che sembrano influire negativamente sulla relazione, ma mi sembra che la cosa più importante in questo momento sia il modo in cui entrambi vivete la difficoltà: un circolo che si autoalimenta di litigi, frustrazione e una crescente sensazione di incomprensione reciproca. È come se fosse un'onda che cresce sempre più, e nonostante le promesse di cambiamento, sembra che ogni tentativo di "calmare il mare" duri poco, restituendo sempre lo stesso risultato. In effetti, spesso succede che in situazioni del genere non si riesca a guardare oltre il conflitto immediato e a considerare le proprie emozioni in modo distaccato e riflessivo.
Quando si parla di conflitti in una relazione, è importante considerare che ogni persona porta con sé un bagaglio di vissuti, di emozioni e di esperienze che influiscono sul modo in cui interpreta le situazioni e risponde agli altri. Nel suo caso, ad esempio, sembra che entrambi vi sentiate frustrati e non ascoltati, ma allo stesso tempo sentite che l’altro è anche una parte fondamentale della vostra vita e che, nonostante le difficoltà, non è facile immaginare una vita senza l’altro.
Nel suo messaggio, lei ha espresso un forte senso di dipendenza affettiva e una paura di perdere quella che è diventata la sua "casa", la persona con cui ha condiviso molto. Questo è un aspetto che può portare a vivere la relazione con una certa intensità emotiva, ma anche con una certa vulnerabilità. Quando due persone diventano la principale fonte di sostegno reciproco, senza avere altre risorse o punti di appoggio esterni (come amici o la famiglia), può essere difficile immaginare di affrontare la vita senza quella relazione, anche se la relazione stessa è fonte di dolore.
Una delle difficoltà in queste situazioni è che spesso ci si trova intrappolati tra la paura di perdere qualcosa di fondamentale e la consapevolezza che quella stessa cosa, se non affrontata, potrebbe peggiorare. È una dinamica complessa che può portare a pensieri contrastanti e, come nel suo caso, a frustrazioni che talvolta si esprimono anche in modi che non ci riconosciamo, come la violenza verbale o i pensieri aggressivi. La cosa che mi colpisce nel suo messaggio è la consapevolezza che ciò che sta vivendo non è positivo, che il modello di comunicazione che si è creato non è produttivo, ma anche la consapevolezza che è molto difficile uscirne senza un aiuto esterno.
Riguardo alla possibilità di proporre una terapia di coppia, la sua domanda è interessante, ma è importante ricordare che la decisione di intraprendere un percorso terapeutico dipende sempre da un'interazione tra le persone coinvolte e dalle motivazioni individuali di ciascuna. Spesso, in una relazione, ci sono momenti in cui i partner si trovano a un bivio: da un lato, c'è il desiderio di fare qualcosa per cambiare le cose, dall'altro c'è una certa resistenza o una convinzione che le cose non possano migliorare. Se entrambi i partner sono disposti a mettersi in gioco in un processo di cambiamento, una terapia di coppia può essere un'opportunità per esplorare le dinamiche di relazione e per sviluppare nuovi strumenti di comunicazione e comprensione. Tuttavia, non è mai una soluzione magica e, soprattutto, non è utile considerarla come "ultima spiaggia", ma piuttosto come uno spazio di riflessione e crescita.
Infine, è molto importante non sentirsi "obbligati" a risolvere tutto in fretta o a prendere decisioni definitive in un momento di grande emotività. Un terapeuta potrebbe aiutarvi a esplorare i vostri bisogni, i vostri conflitti e a capire come ogni persona, pur essendo unica, può contribuire al benessere reciproco nella relazione.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili per prendere un passo alla volta, con maggiore consapevolezza. Se dovesse decidere di intraprendere un percorso terapeutico, sappia che può essere uno spazio di esplorazione, non per risolvere tutto, ma per comprendere meglio se stessi e l’altro, magari trovando un equilibrio che oggi sembra difficile da immaginare.
La domanda che mi porrei io è: "cosa desidero veramente, per me stessa e per il futuro"?

Se queste riflessioni le danno spunto per nuove domande o se ha bisogno di un aiuto per esplorare meglio la situazione, sono qui per una consulenza

Un caro saluto,

Dr. De Giorgi Giorgio

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dr. Gianmarco Capasso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile utente,

La situazione che descrive è estremamente complessa e dolorosa, e il fatto che stia riflettendo su di essa in modo così profondo dimostra la sua consapevolezza e la volontà di comprendere meglio ciò che sta accadendo. Da quanto scrive, sembra che la vostra relazione sia entrata in una dinamica negativa che sta portando entrambi a soffrire e a esprimere emozioni in modi che non vi appartenevano in passato.
L’idea di proporre una terapia di coppia può essere un’opzione valida, ma affinché sia efficace è fondamentale che entrambi ne siate convinti e motivati a lavorare sul rapporto. Nel suo caso, il suo partner ha espresso chiaramente di non credere più nella relazione e di non provare più amore nei suoi confronti. Questo potrebbe rendere difficile un percorso di coppia, perché per funzionare c’è bisogno di un impegno reciproco. Tuttavia, una terapia individuale potrebbe aiutarla a esplorare i suoi sentimenti, la paura della separazione e il timore di dipendere affettivamente da lui.
Il fatto che senta di preferire stare male con lui piuttosto che lasciarlo è un aspetto su cui sarebbe importante soffermarsi. Quando una relazione diventa l’unico punto di riferimento emotivo e affettivo, la paura della perdita può sembrare insostenibile. Tuttavia, restare in una relazione in cui entrambi soffrite e vi fate del male reciprocamente potrebbe non essere la soluzione migliore per il vostro benessere.
Le emozioni che descrive – pensieri violenti, attacchi di rabbia, sensazione di non essere ascoltata o appoggiata – sono segnali importanti del fatto che questa relazione sta avendo un impatto significativo sulla sua salute emotiva. Affrontare tutto questo con il supporto di un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio se la sua difficoltà nel lasciar andare questa relazione sia legata a una dipendenza affettiva o alla paura del cambiamento.
Indipendentemente dalla decisione che prenderà, il primo passo potrebbe essere rivolgersi a uno psicologo per lavorare su se stessa e sulle sue emozioni. Questo potrebbe aiutarla a chiarire cosa desidera davvero e ad affrontare la situazione con maggiore consapevolezza e forza interiore.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore riflessione.

Un caro saluto.
Dr. Cristina Finocchiaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, l'obiettivo della terapia di coppia lo condividete voi insieme al terapeuta. Io la consiglio vivamente per non lasciare nulla di inesplorato, anche solo per chiarire i litigi e i moti di rabbia, l'ansia che reciprocamente vi attivate e questo amore, anzi legame importante che c'è tra voi. Io non definirei soltanto tossica una relazione che sta affrontando una crisi, se pur importante la crisi è sempre evolutiva e vi potrà far muovere verso una migliore visione di voi stessi, o della coppia Ogni relazione se vista da altri punti di vista ci aiuta a crescere e la vostra età è anche la vostra opportunità per fare un lungo cammino, insieme o soli ma senza "cicatrici" profonde. Buon percorso.
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Psicologo, Psicoterapeuta
Ladispoli
Buongiorno,
Vivere lontano dalla famiglia, avere pochi amici e percepire il partner come l’unico punto di riferimento può creare una dipendenza emotiva, quindi ciò che è prevale è il bisogno di sentirsi al sicuro, anche quando la relazione stessa diventa fonte di sofferenza. Dalle tue parole emerge quanto tu abbia investito nella coppia, ma forse lungo il percorso hai messo da parte te stessa, sacrificando i tuoi bisogni personali.
In questo momento, più che una terapia di coppia, potrebbe essere prezioso intraprendere un percorso individuale. Non perché ci sia qualcosa di sbagliato in te o perché la relazione sia inevitabilmente destinata a finire, ma perché dedicare tempo a te stessa — riscoprendo i tuoi interessi, coltivando il tuo benessere emotivo e ricostruendo una rete di supporto — potrebbe aiutarti a capire con maggiore chiarezza cosa desideri davvero. Solo quando ti rimetterai al centro della tua vita potrai comprendere se questa relazione è davvero ciò che ti rende felice e soddisfatta, o se il legame che senti sia più legato alla paura di restare sola che a un amore autentico e reciproco.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Dott. Fabio di Guglielmo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Forlì
Gentilissima, comprendo profondamente la difficoltà e la sofferenza che sta vivendo. Riconoscere apertamente la tossicità della propria relazione richiede coraggio e lucidità. Sembra che entrambi abbiate sviluppato una dinamica dolorosa di dipendenza reciproca, alimentata forse dalla paura della solitudine o dalla perdita di quel "porto sicuro" che avete rappresentato l'uno per l'altra. La terapia di coppia, come suggerisce, potrebbe certamente offrirvi uno spazio protetto per esplorare insieme queste emozioni e capire se ci siano possibilità di cambiamento o, eventualmente, una separazione più serena. Resto a disposizione, anche per una consulenza online, qualora sentisse la necessità di un supporto professionale in questa delicata fase.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

La situazione che descrivi è molto complessa e carica di emozioni forti. Da quello che racconti, la tua relazione ha attraversato diversi cambiamenti significativi: dalla distanza alla convivenza, passando per momenti di difficoltà lavorativa e personale che inevitabilmente hanno influenzato il vostro legame.

Le difficoltà nella comunicazione, il senso di frustrazione reciproca e il ripetersi di conflitti possono effettivamente rendere la relazione tossica e logorante per entrambi. È comprensibile che tu possa sentirti smarrita e spaventata all'idea di una separazione, soprattutto perché lui è diventato il tuo punto di riferimento in questi anni. Allo stesso tempo, le sue parole esprimono una sofferenza profonda e il timore di non riuscire più a mantenere un equilibrio nella coppia.

Proporre una terapia di coppia potrebbe essere un'opzione utile, specialmente se entrambi siete disposti a lavorare sulla relazione e ad esplorare le vostre difficoltà con l'aiuto di un professionista. Tuttavia, affinché la terapia di coppia sia efficace, è necessario che entrambi siano motivati ​​a intraprendere questo percorso. Se il tuo partner sente di non amare più la relazione e non credere in un cambiamento, potrebbe essere più utile per te iniziare un percorso individuale per comprendere meglio i tuoi bisogni, le tue paure e il tuo legame con lui.

Indipendentemente da ciò che scegli, rivolgersi a uno specialista potrebbe aiutarti a gestire questa fase delicata con maggiore consapevolezza e supporto.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Franca Sebastiana Goddi
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Mazzano Romano
Ciao, mi dispiace che stai vivendo questa situazione, sicuramente la proposta che porti (la terapia di coppia) potrebbe essere una buona soluzione soprattutto rispetto all'ultima frase, "penso che le parole che mi ha detto mi rimarranno sempre nella mia mente". La terapia di coppia può essere utile a tirar fuori tutte le cose non dette, represse, in poche parole quelle sofferenze che ci portiamo dentro e che possono essere nocive.
Spero di essere stat d'aiuto, buona fortuna!!
Dott.ssa Sabrina Rodogno
Psicologo clinico, Psicologo
Pomezia
Salve,
in questo racconto ci sono le domande e anche le risposte: delusione, rabbia, dipendenza, ricordo di un amore e probabilmente la fine della relazione.
La terapia di coppia può aiutare, ma deve essere una scelta di entrambi altrimenti uno trascina l'altro ed è controproducente, si finirebbe per litigare anche durante le sedute.
Le consiglio di parlarne con il suo compagno e decidere insieme, almeno in questo siate d'accordo.

Un abbraccio
Dott.ssa Sabrina Rodogno
Dott.ssa Laura Iavarone
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
buongiorno, potrebbe essere utile un percorso di coppia. Valutatelo!
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Buonasera,

Ciò che ha condiviso è un’esperienza profondamente complessa e delicata, e la ringrazio per il coraggio di esprimere apertamente il suo vissuto. Le difficoltà che descrive, come i litigi frequenti, la sensazione di non essere ascoltati e supportati e l’emergere di emozioni intense, sono segnali di una sofferenza relazionale che merita attenzione.

La terapia di coppia può essere uno strumento utile per esplorare le dinamiche della relazione in un contesto guidato e sicuro. Questo approccio potrebbe aiutarvi a comprendere meglio i bisogni e le emozioni reciproche, a identificare i pattern disfunzionali che si sono instaurati e a valutare se vi sono margini per ricostruire la relazione. Inoltre, un terapeuta può aiutarvi a chiarire i sentimenti e le aspettative attuali, sia a livello individuale che di coppia.

Tuttavia, è importante considerare che per intraprendere un percorso di questo tipo è necessario che entrambi i partner siano motivati a partecipare e aperti alla possibilità di lavorare insieme sui propri comportamenti e vissuti. Se il suo partner non si sente più coinvolto emotivamente o ritiene che la relazione non abbia possibilità di miglioramento, potrebbe essere utile anche un supporto individuale per elaborare questa fase e per aiutarla a prendersi cura del proprio benessere emotivo.

Infine, è normale che le parole forti o i momenti difficili lascino un’impronta nella mente, ma è altrettanto importante ricordare che, attraverso il supporto adeguato, è possibile trovare un nuovo equilibrio, sia nella relazione che nella propria vita personale. Non esiti a considerare il coinvolgimento di un professionista per guidarla in questo percorso.

Le auguro di trovare la serenità e il sostegno di cui ha bisogno in questo momento complesso.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Gentilissima,
come la capisco: le parole possono ferire tanto quanto un’arma. Tuttavia, ritengo che, se lui fosse disponibile ad intraprendere un percorso di terapia di coppia — considerato il dubbio che lei stessa pone, ovvero se l’amore sia davvero evaporato del tutto per cause strutturali o se si tratti piuttosto di un temporaneo allontanamento dei cuori dovuto alla fase che state attraversando — allora il viaggio dell’amore potrebbe non essere giunto alla sua fine, ma potrebbe trovare invece una nuova direzione, forse più consapevole, più autentica, e ancora degna di essere vissuta insieme.
Buona decisione
Dott.ssa Giovanna Mauro
Psicologo, Psicologo clinico
Ragusa
Le rimando alcune frasi significative che ha scritto:
"lui mi ha detto che non ce la fa più, che stiamo vivendo una relazione tossica, che non mi ama più e non mi sopporta più";
"è vero che non riesco ad ascoltarlo e che spesso faccio di testa mia";
"È vero che siamo in una relazione tossica".

Tornare a relazionarsi solamente con se stessi nel periodo che segue una rottura può sembrare molto complicato. Ma volevo ricordarLe che Lei ha vissuto con Se stessa per circa 19 anni, e che pertanto potrebbe trovarsi ad andare molto più d'accordo nella convivenza con Sé stessa che con questo ragazzo.
Perché anziché "stare male con lui" non si propone di star bene con la Sé stessa che sta aspettando da un po' di riappacificarsi con lei?

Chiaramente, se è interessata ad una terapia di coppia, può tranquillamente provare. Ma deve anche arrivare la disponibilità da parte dell'altra persona a continuare a credere nella relazione. E questa seconda persona ha il diritto di scegliere di non continuare.
Una relazione si fa in due.
All'occasione, un'ultima domanda: ma lei lo ama?

Buona fortuna,
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Psicologo, Psicologo clinico
San Pietro Clarenza
Salve, rispondo in maniera diretta alla sua domanda. Si, la terapia di coppia può essere molto utile in questo caso. Ovviamente entrambe le parti devono essere motivate. Altrimenti, un'altra possibilità, è quella di iniziare lei la terapia personale per cercare di comprendere se in questa situazione c'è dell'altro sotto. Cordiali saluti, resto a disposizione. Dott.ssa Lucrezia Marletta
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, certo che c'è tempo per una terapia di coppia, conta molto però il modo in cui vi ci approcciate. Non dovrebbe essere considerata l'ultima spiaggia, ma uno "sforzo" che entrambi scegliete di fare se volete dare alla vostra relazione un'altra possibilità, dopo avere constatato che da soli non riuscite.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso un momento così delicato della sua vita. È evidente che sta affrontando una situazione molto complessa, fatta di emozioni contrastanti e di un dolore che sembra difficile da gestire.

Da quello che descrive, la vostra relazione è stata messa a dura prova dal passaggio dalla distanza alla convivenza, un cambiamento che spesso può rivelare dinamiche di coppia nuove e inaspettate. Vivere insieme non è solo un atto d’amore, ma anche una sfida che richiede adattamento, ascolto e capacità di gestione dei conflitti. Il fatto che negli ultimi otto mesi i litigi siano aumentati e che entrambi vi sentiate esasperati è un segnale importante: sembra che siate entrati in un circolo vizioso in cui più cercate di aggiustare le cose, più la tensione cresce.

Il suo compagno ha espresso chiaramente il suo malessere, dicendo di non amarla più e di non credere più nella relazione. Anche lei è consapevole della tossicità che si è creata, ma al tempo stesso la paura di perderlo è più forte di qualsiasi altra emozione. Questo è comprensibile: dopo tanti anni insieme, soprattutto in un contesto in cui vi siete costruiti un mondo vostro lontano dalle famiglie di origine, la relazione è diventata un punto di riferimento, una sicurezza. Tuttavia, il legame che descrive sembra aver perso quella leggerezza e complicità che rende una relazione sana.

La terapia di coppia potrebbe essere una strada da percorrere se entrambi sentite ancora di voler investire nel rapporto. Tuttavia, perché sia efficace, è fondamentale che ci sia la volontà da entrambe le parti. Se il suo compagno è già convinto di voler chiudere e ritiene che non ci siano margini di miglioramento, potrebbe essere difficile ottenere risultati concreti. In questo momento, potrebbe essere utile anche per lei intraprendere un percorso personale con un professionista, per esplorare più a fondo i suoi sentimenti, comprendere meglio il suo legame con questa relazione e trovare strumenti per affrontare questa fase di cambiamento.

Le relazioni possono attraversare momenti difficili, ma quando iniziano a far emergere rabbia, frustrazione e sofferenza costante, è importante chiedersi se restare insieme sia davvero la scelta migliore per entrambi. Il fatto che lei riconosca il rischio di arrivare a gesti impulsivi nei momenti di rabbia è un segnale di grande consapevolezza, ma anche un campanello d’allarme. Nessuno dovrebbe trovarsi in una relazione in cui prevalgono tensioni così forti.

Qualunque sia la decisione che prenderà, le consiglio di darsi il tempo di riflettere, ascoltarsi e capire cosa sia meglio per il suo benessere. Se la paura di stare senza di lui è l’unico motivo per cui vuole restare, potrebbe essere utile interrogarsi su cosa davvero la lega ancora a questa relazione.

Le auguro di trovare la chiarezza e la serenità di cui ha bisogno.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Veronica Nodari
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Casazza
Buongiorno, la terapia di coppia può essere un pezzo che potete fare insieme e che vi possa aiutare in questo senso anche a comprendere se effettivamente questa relazione si possa "risistemare" oppure ad aiutarvi a prendere una decisione sul fatto di lasciarvi, per cui potrebbe essere un supporto per voi.
Dott.ssa Sara Mallamaci
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Ciò che descrive è sicuramente complesso e doloroso. Un percorso di coppia, lavorando insieme sulla relazione, supportati da un professionista, può essere importante; è essenziale considerare che l'efficacia di questo lavoro insieme è comunque legata alla motivazione di entrambi. E' utile sicuramente valutare anche un ascolto individuale con un professionista per lei, per orientarla a comprendere difficoltà e bisogni e per sviluppare una maggiore consapevolezza rispetto a questo periodo di vita che sta attraversando. Rimango a disposizione per qualsiasi necessità. Cordialmente, Dottoressa Sara Mallamaci
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con il suo ragazzo, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo la tua preoccupazione e il desiderio di trovare una soluzione alla tua situazione di coppia. È evidente che stai attraversando un momento difficile e che le parole del tuo partner ti hanno profondamente ferita.
È importante riconoscere che le dinamiche relazionali che descrivi, caratterizzate da conflitti frequenti e intensi, possono generare un forte disagio emotivo. La sensazione di non essere ascoltata e di non ricevere supporto, unitamente alla percezione di aver perso la propria identità, sono segnali che indicano la necessità di un cambiamento.
La terapia di coppia potrebbe rappresentare un'opportunità per esplorare le dinamiche che alimentano il vostro malessere e per sviluppare nuove modalità di comunicazione e interazione. Tuttavia, è fondamentale che entrambi siate disposti a impegnarvi in un percorso di cambiamento e a mettere in discussione i vostri comportamenti.
Se la terapia di coppia non dovesse risultare praticabile o efficace, la terapia individuale può offrire uno spazio sicuro per elaborare le tue emozioni, rafforzare la tua autostima e sviluppare strategie per affrontare le difficoltà.
Ricorda che la tua felicità e il tuo benessere sono importanti. Non esitare a cercare il supporto di cui hai bisogno per affrontare questa fase della tua vita.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Quello che descrivi è un momento davvero complicato, e sembra che tu sia consapevole del fatto che ci sia qualcosa che non va nella vostra relazione. È un grande passo riconoscere sia i tuoi errori sia quelli del tuo partner. La terapia di coppia può aiutarvi a comprendere le vostre emozioni, a comunicare in modo più sano e a decidere se continuare insieme o meno.
Un professionista vi permetterebbe di esplorare i veri sentimenti dietro i vostri comportamenti e aiutarvi a scoprire se c’è ancora qualcosa di salvabile.
È possibile che, attraverso la terapia, si capisca che le vostre emozioni sono offuscate dalla rabbia e dalla frustrazione piuttosto che da una reale mancanza di sentimento.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
E' più consigliabile dei colloqui individuali con lo psicologo per capire quali sono le effettive problematiche che la soffocano e poi semmai una terapia di coppia se necessario.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la sua storia con tanta sincerità. Si percepisce chiaramente quanto questa situazione sia dolorosa per lei e quanto sia difficile accettare l’idea di una possibile separazione, nonostante le difficoltà che state affrontando. La convivenza rappresenta un passaggio importante e delicato in una relazione, e spesso porta alla luce dinamiche che prima erano meno evidenti. Le difficoltà che sta descrivendo non sono insolite per coppie che attraversano cambiamenti significativi, specialmente in un periodo di stress lavorativo e di vita. Tuttavia, il livello di conflitto che racconta e le emozioni intense che ne derivano suggeriscono che entrambi vi trovate in un circolo vizioso di tensioni, incomprensioni e sofferenza. Le parole del suo compagno esprimono un senso di esaurimento emotivo, la percezione di aver perso la propria identità e una paura costante di farla arrabbiare. Questo è un segnale importante da ascoltare, perché quando in una relazione uno dei due sente di dover “annullarsi” per evitare conflitti, il rapporto diventa logorante e porta inevitabilmente a un distacco emotivo. Dal canto suo, anche lei si rende conto di alcune difficoltà nel gestire le emozioni, e il fatto che abbia paura di arrivare a reazioni violente è un segnale che merita attenzione. Mi sembra che ci siano due livelli di sofferenza da affrontare: il primo riguarda la relazione, che ormai sembra diventata una fonte di tensione costante; il secondo riguarda lei, il suo attaccamento al partner e la paura di perderlo, che potrebbero indicare una dipendenza affettiva. Il suo timore di restare sola, di perdere la sua "casa" emotiva, è assolutamente comprensibile, soprattutto in un contesto in cui siete lontani dalle famiglie e con una rete sociale ristretta. Tuttavia, è importante chiedersi: rimanere insieme sta davvero portando benessere a entrambi, o state solo prolungando un dolore che si sta intensificando? Riguardo alla terapia di coppia, può essere uno strumento utile se entrambi siete disposti a mettervi in gioco per provare a ricostruire il rapporto su basi più sane. Tuttavia, la terapia di coppia funziona quando entrambe le parti credono che ci sia ancora qualcosa da recuperare e sono pronte a lavorare insieme per cambiare le dinamiche tossiche. Dal momento che il suo compagno ha espresso chiaramente il suo distacco emotivo e il dubbio sulla possibilità di un miglioramento, sarebbe importante capire se è disposto a intraprendere questo percorso con un reale impegno. Se lui sente di non provare più amore e non crede in un cambiamento, forzare una terapia di coppia potrebbe rivelarsi inutile o persino dannoso. In questo caso, potrebbe essere più utile per lei un percorso individuale per affrontare il dolore della separazione, elaborare le paure legate alla solitudine e riscoprire un senso di stabilità emotiva indipendente dalla relazione. Le sue emozioni sono valide e legittime, e il desiderio di salvare il rapporto è comprensibile. Tuttavia, è essenziale chiedersi se stare in questa relazione significhi davvero stare bene, o se sia più la paura della perdita a tenerla ancorata a qualcosa che, in fondo, la sta facendo soffrire. Un supporto psicologico individuale potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa sia meglio per il suo benessere e a sviluppare strumenti per affrontare questa fase con maggiore consapevolezza. Si conceda il tempo di ascoltarsi con sincerità, senza paura di riconoscere ciò che sente. Qualunque sia la direzione che prenderà, merita di vivere un rapporto in cui entrambi possiate sentirvi sereni, rispettati e sostenuti.
Cari saluti
Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Cara utente, la tua situazione è complessa e dolorosa, ma apprezzo la tua onestà e il desiderio di trovare una soluzione. Secondo me, c’è ancora affetto tra di voi, la convivenza porta alla luce quelle piccole grandi incompatibilità che spesso non si riescono ad appianare. La terapia di coppia può essere un’ultima spiaggia, ma solo se entrambi siete disposti ad impegnarvi seriamente, a essere onesti e soprattutto a mettere in discussione i vostri comportamenti. Un percorso di psicoterapia vi aiuterà a migliorare la comunicazione e esplorare le dinamiche della vostra relazione. Se hai dubbi o domande non esitare a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, dott.ssa Cristina Sinno.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, può proporre una valutazione ed un eventuale percorso al suo compagno. Se anche lui è d'accordo il professionista dovrebbe darvi spunti e valutazioni di ciò che, nel profondo, succede sia in termini di bisogni negati che di aspettative reciproche. In caso contrario le suggerirei di lavorare individualmente per capire le ragioni che la legano a questa relazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Lisa Cerri
Psicologo clinico, Psicologo
Soiano del Lago
Gentile utente, da quello che racconta, sta affrontando un momento di grande difficoltà emotiva e relazionale, in cui emergono sentimenti contrastanti: da un lato il desiderio di salvare la relazione, dall’altro la consapevolezza della sofferenza che questa situazione le sta causando.
Il fatto che entrambi riconosciate la tossicità di alcune dinamiche è un primo passo importante. Quando una relazione diventa fonte di stress, ansia e rabbia invece che di sostegno reciproco, è naturale interrogarsi sul futuro e sulle possibili soluzioni.
Riguardo alla terapia di coppia, potrebbe sicuramente essere uno strumento utile, ma affinché possa funzionare è necessario che entrambi siate motivati a mettervi in discussione e a lavorare su voi stessi e sulla relazione. Dalle parole del suo compagno, sembra che lui sia già orientato verso una separazione, e questo potrebbe rendere più complesso un percorso insieme. Tuttavia, se c’è la volontà da entrambe le parti, può essere un'opportunità per comprendere meglio cosa sta accadendo e se esistono margini di miglioramento.
A prescindere dall’esito della relazione, credo che sia fondamentale che lei si concentri su di sé e sul proprio benessere. La paura di restare sola e il timore di essere dipendente affettivamente sono segnali importanti da esplorare, magari in un percorso individuale, per capire meglio i suoi bisogni emotivi e rafforzare la sua autonomia.
Se ha bisogno di ulteriore supporto o confronto, rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, immagino la delicatezza e dolorosità del momento. Credo che una terapia di coppia possa aver senso ed essere utile se entrambi siete d'accordo su questo. Credo che riflettere su cosa vi stia accadendo e cosa è accaduto ad un certo punto della vostra convivenza possa essere importante. Ma tutto dipende dalla vostra reciproca volontà a lavorare sul rapporto. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Da ciò che racconta, emerge con grande chiarezza non solo il peso dei conflitti con il suo compagno, ma anche il senso di smarrimento e paura che prova all’idea di perderlo, nonostante riconosca che, al momento, la vostra relazione vi stia facendo soffrire. Mi ha colpito molto quando ha detto: “Preferirei stare male con lui che rinunciare alla nostra relazione” — questa frase rivela quanto forte sia il legame emotivo che sente, ma anche quanto possa esserci una dipendenza affettiva che merita di essere ascoltata senza giudizio.
Proviamo a guardare le cose da una prospettiva diversa: e se la sofferenza che vive non fosse solo legata alla paura di perderlo, ma anche al timore di perdere una parte di sé? Ha detto che “lui è diventato la mia casa” — e questo può accadere quando, in una relazione, i confini tra il proprio mondo interiore e quello dell’altro iniziano a sfumare. Mi chiedo: dove finisce lei e dove inizia lui, in questo momento? Quanto spazio sente di avere per sé stessa, per i suoi bisogni, le sue emozioni?
È interessante anche riflettere su ciò che ha detto il suo compagno: “Ho annullato la mia identità” e “ho paura di fare qualcosa che possa farti arrabbiare”. Queste parole suggeriscono che entrambi, in modi diversi, vi siete forse allontanati da chi siete davvero, cercando di adattarvi l’uno all’altro fino a perdere un po’ il vostro equilibrio individuale. Sarebbe importante esplorare insieme da dove nascono queste dinamiche: come siete arrivati a questo punto? Da quanto tempo, nella vostra storia, avete smesso di sentirvi pienamente voi stessi?

Le consiglierei un percorso di terapia dove lavorare proprio su questo: capire cosa scatena queste reazioni così forti, esplorare come regolare le emozioni in modo più sano e costruire modalità comunicative che non vi facciano sentire costantemente in guerra.
Dr. Andrea Luca Bossi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Buongiorno. Se ha riletto con la dovuta attenzione le parole che ha scritto, non può aver evitato di notare la loro sentenziosità. La vostra giovane età forse non vi ha permesso di scorgere che una relazione resistente, quando incontra i problemi di questo mondo astioso, invece che distanziarsi trova ancora più risorse nella reciproca solidarietà e sostegno. Otto mesi di discordia sono tanti, non è mia prerogative dire "troppi", tuttavia il punto di importanza critica emerge nel momento in cui, per ben due volte, lei sostiene che quando pace viene fatta vi ripromettete di imparare dai vostri errori, e puntualmente ci ricascate. E' un fattore di importanza purtroppo critica, questa recidività. Negli affari di cuore nessuno può ergersi ad Oracolo e delineare il futuro, ma se non vi fermate e quantomeno ammettete che avete bisogno di aiuto (e non dico necessariamente da un terapeuta di coppia) la cosa certa e che questa sofferenza, e questa acredine, non avranno barriere ad emergere anche se si trattasse di discutere di una piccola spesa piuttosto che una minestra salata. L'unico suggerimento che posso umilmente suggerirvi è quantomeno una tregua, e nel frattempo trovare zone di decompressione e desaturazione reciproche per ritrovare quantomeno una lucidità smarrita. Se non trovate giovamento da questo tentativo iniziale in vista di un cambio di prospettiva, allora sarebbe giunto il tempo di fare un gesto che vi affaccerebbe definitivamente alla maturità, trarre le conseguenze, e cambiare. Senza drammi e guardando al futuro con fiducia, del resto, se c'è qualcosa che proprio non vi manca, è il futuro. Buona giornata, buon tentativo.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Psicologo, Psicologo clinico
Trinitapoli
Buonasera. Fare terapia di coppia significa voler dare un'altra possibilità alla relazione, significa credere in quella relazione.
Sicuramente è il mezzo per eccellenza per comprendere se è opportuno proseguire o interrompere la relazione, attraverso il raggiungimento di una consapevolezza del tutto personale.
Siete entrambi d'accordo ad intraprendere una terapia di coppia? Se la risposta è sì, allora è giusto che voi la facciate. L'importante è rispettare sempre sia il proprio sentire che il sentire dell'altra persona.
Dott.ssa Nunzia Mazzone

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.