Buongiorno, sono un ragazzo di 27 anni non sono mai stato fidanzato e sono ancora vergine, in passat

27 risposte
Buongiorno, sono un ragazzo di 27 anni non sono mai stato fidanzato e sono ancora vergine, in passato ero più timido e introverso, questa situazione mi crea un immenso disagio e frustrazione, praticamente ho preso le redini del negozio da quando mio padre è venuto a mancare, e purtroppo l' attività è molto impegnativa 6 giorni su 7 per 13 ore al giorno, ora indubbiamente non dico che sia stata solo questa la causa però ho paura che questo lavoro sia un ulteriore aggravante alla mia situazione estrema, quindi vorrei decidere al più presto se togliere di mezzo e trovarmi un posto di lavoro con orari normali, comunque dicevo che questa situazione ormai mi soffoca perché mi sento inferiore e inadeguato rispetto ai miei coetanei, non è tanto il fatto del tempo perso e che mi sento tanto indietro, mi sento male da mattina a sera per questo motivo, da piccolo fino a 2 anni fa ero estremamente chiuso, però sto lavorando su me stesso e parecchie cose sono migliorato, ovviamente sono comunque introverso, ho molta paura che il tempo passa e rimango così a vita, vorrei riuscirci prima dei 30 anche se è tardi, spero non troppo, mi viene da piangere al pensiero che a 20 anni hanno già esperienze, non per gelosia per carità, o mi lascio morire o prendo in mano la situazione, grazie per chi vorrà darmi un consiglio
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gent.mo Buon pomeriggio,

La sua frustrazione e il disagio che descrive sono comprensibili, dato il momento complesso che sta vivendo. È importante però ricordare che non esistono scadenze prefissate o tempi "giusti" per ogni cosa nella vita. Ognuno ha il proprio percorso, e il fatto che stia già lavorando su se stesso è un passo significativo.
Non è terapeutico dare consigli preconfezionati, poiché ciò che funziona per me potrebbe non essere utile a lei. Inoltre, un consiglio potrebbe limitare la sua possibilità di scoprire risorse personali che sono già dentro di sé. Invece, il mio compito sarebbe quello di esplorare con lei la sua esperienza, per aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni e trovare le proprie soluzioni.
Piuttosto le chiederei: Quali pensieri o convinzioni sente che potrebbero contribuire a questo senso di frustrazione? Cosa potrebbe accadere se iniziasse a guardare la situazione non come un "problema da risolvere" ma come un'opportunità per esplorare ciò che può ancora cambiare in lei? E se, invece di pensare a un "limite di tempo", si concedesse di crescere con serenità, senza la pressione di dover essere "pronto" prima di un’età definita?
Ogni passo che compie è già un segno del suo impegno verso il cambiamento.
Resto a disposizione per riflettere insieme su questi temi, se lo desidera.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi

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Dr. Davide Este
Psicologo, Psicologo clinico
Manerbio
Buongiorno, posso solo immaginare la sofferenza legata al sentirsi in "ritardo" rispetto ai propri coetanei e probabilmente ad esporsi a situazioni temute.
All'interno del suo messaggio ha sottolineato diverse tematiche (insoddisfazione, senso di inadeguatezza, sessualità, relazioni affettive,...) che meritano la giusta attenzione e approfondimento. Quello che però mi sembra importante evidenziare è che ogni aspetto di sofferenza lo si può affrontare in modo funzionale e adeguato.
Le consiglio quindi di intraprendere un percorso di psicoterapia che la possa aiutare da un lato ad aumentare la propria consapevolezza e dall'altro a comprendere le sue difficoltà relazionali e trovare delle strategie funzionali per affrontarle.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto,
Davide Este
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buonasera! Le sue poche righe mi hanno molto colpito e posso solo provare ad immaginare come si sente. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle un piccolo contributo di pensiero. Non dice molto di sé e della sua storia, ma io l’ho immaginata imbrigliato dalle redini del negozio”, vincolato ad una sorta di eredità e alle relative aspettative che sono divenute sempre più ingombranti. Sembra, però, fare capolino il desiderio di emanciparsi, di scrivere e vivere la sua personale storia. Non si senta in colpa, non si faccia prendere dalla dolorosa idea che non ha tempo a disposizione o dal rimpianto per averlo sprecato. Credo non potesse fare altro che proteggersi con la timidezza, l’introversione, la chiusura e tutto quello che ne è conseguito. L’unico modo possibile per non deludere, per non disattendere, per non distrarsi (da chi, da cosa?). Non credo sia la prima volta che sente forte la spinta verso l’emancipazione e la separazione, ma per realizzarla sarebbe stato necessario esprimerla, protestare, “combattere”. Chissà se ha vissuto questa possibilità. Lei merita una seconda occasione. In bocca al lupo
Dott.ssa Elisabetta Pati
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
San Cesario di Lecce
Ciao, capisco bene il tuo stato d’animo e voglio rassicurarti su una cosa: non sei solo, e soprattutto, non sei "sbagliato" o "indietro". La tua esperienza è più comune di quanto pensi, e c’è sempre tempo per cambiare e migliorare la propria Capisco che il confronto con i coetanei possa pesare, ma la vita non è una gara. Ognuno ha i suoi tempi e il suo percorso. Alcuni fanno esperienze prima, altri dopo, e alla fine ciò che conta è vivere il proprio cammino con consapevolezza e La paura è normale, ma non è la realtà. Se già hai fatto progressi, significa che puoi farne altri. Hai ancora tempo e il cambiamento non avviene in un giorno. Il segreto è fare un piccolo passo alla volta.
Dott.ssa Federica Palazzetti
Psicologo, Psicologo clinico
Vicenza
Buongiorno,
Siamo spesso abituati a paragonarci agli altri, pensando “quello si è laureato prima di me quindi è più bravo” “guarda quello che bravo che a 20 anni convive” e la società tende generalmente a darci delle “scadenze” per cui se non si è fatta una cosa entro quell’età si vale di meno. Questo purtroppo succede già da quando siamo bambini “ma mio figlio ha camminato prima”, “ma mia figlia a un anno già parlava” eccetera. In realtà ognuno ha i suoi tempi, sembra una banalità ma è vero, la vita di ognuno è diversa, ogni persona è diversa dall’altra come anche nessuna situazione è uguale all’altra. Paragonarsi ai tempi degli altri è la cosa più dannosa che possiamo fare per noi stessi. Questo per dire che non si deve sentire inferiore in quanto “indietro” rispetto agli altri. Se poi invece questa situazione le pesa a livello personale perché inizia a sentire l’esigenza di una relazione, allora può provare a capire quali sono le variabili che le impediscono l’instaurarsi di un rapporto. Potrebbe anche essere utile per lei parlarne tramite qualche seduta psicologica per capire come poter dipanare questa matassa che la fa soffrire, capire le cause e trovare eventuali soluzioni che possano aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Palazzetti
Dott. Leonardo Dalla Costa
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Zugliano
Buongiorno, il tuo messaggio tocca principalmente l'insoddisfazione relazionale in cui gravitano i tuoi pensieri al momento ma sono molte le aree che danno soddisfazione nella vita come quella amicale, lavorativa, extralavorativa, familiare etc. tutti nuclei che fanno parte di noi e vanno visti tutti in un percorso di terapia per un vero cambiamento nella propria vita. Sicuramente sono già molte le risorse che puoi mettere in atto per iniziare un buon percorso. Per primo sarà importante lavorare su cosa significa per te questo essere chiuso che racconti e in che situazioni si manifesta per capire come metterti di nuovo in gioco con i mezzi giusti.
Ciao, grazie per aver condiviso il tuo vissuto così apertamente. Capisco quanto questa situazione ti stia causando frustrazione e disagio, e voglio rassicurarti che non è mai troppo tardi per intraprendere un percorso di cambiamento. La tua situazione è complessa, ma il fatto che tu sia consapevole della tua condizione e desideri migliorare è già un passo molto importante.

Prima di tutto, voglio dirti che non sei affatto solo in questo tipo di esperienza. Molti giovani, anche intorno ai 30 anni o oltre, si trovano a fare i conti con sensazioni di inadeguatezza rispetto ai loro coetanei in ambito relazionale, specialmente se la loro vita sociale è stata influenzata da fattori come la timidezza, l’introversione o impegni di lavoro gravosi.

### 1. **Il contesto del lavoro**
Il fatto che tu abbia preso in mano un'attività così impegnativa dopo la perdita di tuo padre è un grande atto di responsabilità, ma è chiaro che questo ha comportato una vita quotidiana estremamente frenetica e faticosa. Se lavori per **6 giorni su 7**, 13 ore al giorno, è naturale che tu senta di non avere tempo per te stesso, per esplorare nuove relazioni o semplicemente per socializzare. Questo può avere un impatto negativo sul tuo benessere, sia fisico che psicologico. Ti incoraggio a riflettere se questo stile di vita ti sta davvero soddisfacendo e se il lavoro, pur essendo un grande impegno e una forma di amore verso la memoria di tuo padre, sta limitando la tua crescita personale. Considerare un cambiamento, magari trovando un lavoro con orari più normali, potrebbe essere una buona opzione, anche se capisco che si tratti di una decisione difficile da prendere.

### 2. **Timidezza e introversione**
Essere introversi non è una condizione che deve portarti a sentirti inferiore o inadeguato. L’introversione è una caratteristica della personalità che si manifesta come un bisogno di spazi più piccoli, interazioni più intime e un tempo maggiore per ricaricarsi da soli. Tuttavia, questa parte della tua personalità, se non compresa e gestita, può contribuire a un senso di solitudine e di frustrazione. Il fatto che tu stia lavorando su te stesso è un passo positivo, e non esiste un’età “giusta” per cambiare, migliorare o fare nuove esperienze.

### 3. **Senso di inadeguatezza e frustrazione**
Il fatto che tu ti senta inferiore o "in ritardo" rispetto ai tuoi coetanei è una reazione molto comprensibile, ma voglio invitarti a riflettere su un aspetto importante: **ogni persona ha il proprio percorso e le proprie tempistiche**. Anche se può sembrare che gli altri abbiano già vissuto esperienze che tu senti di aver perso, non significa che tu sia destinato a restare "indietro". Le esperienze relazionali, soprattutto quelle affettive, non sono corse da vincere, e la qualità delle relazioni che svilupperai non dipenderà mai dalla velocità con cui le inizi. Inoltre, il fatto che tu abbia riflettuto su queste difficoltà dimostra che hai già un buon livello di consapevolezza, il che è fondamentale per il cambiamento.

### 4. **L'importanza del cambiamento e del supporto**
Non è mai troppo tardi per intraprendere un cambiamento. Se desideri fare nuove esperienze relazionali e affrontare la tua introversione, sarebbe utile cominciare a esplorare **piccole sfide sociali**, come partecipare a eventi che ti interessano, incontri di gruppo o attività che ti mettano in contatto con altre persone. Non devi forzarti a diventare qualcuno che non sei, ma piuttosto potresti trovare un modo per usare la tua natura introversa come un punto di forza, magari in ambienti meno affollati e più a misura della tua personalità.

Se senti che il disagio o la frustrazione legati alla tua situazione sono troppo pesanti, potresti pensare a un supporto psicologico, come la **psicoterapia cognitivo-comportamentale**, che ti aiuti a esplorare le tue difficoltà relazionali, i tuoi pensieri di inadeguatezza e le tue emozioni. Un professionista potrebbe supportarti nel **lavorare sulla gestione delle tue emozioni**, aiutarti a identificare e modificare le convinzioni negative che hai su te stesso e guidarti verso un miglioramento del tuo benessere emotivo.

### 5. **Progetti futuri**
Infine, ti invito a riflettere su cosa desideri veramente per te stesso. Se hai il desiderio di iniziare una relazione, esplorare la tua sessualità o fare nuove esperienze affettive, non è mai troppo tardi. Potresti pensare di **impegnarti in attività che ti possano mettere in contatto con persone con interessi simili** o a intraprendere piccoli passi verso la tua crescita, come frequentare corsi, eventi o anche esplorare piattaforme online se ti senti più a tuo agio.

In sintesi, il primo passo fondamentale è quello di **accettare te stesso per quello che sei**, riconoscendo i tuoi sforzi nel cercare di migliorare. Non sei “inferiore” a nessuno, e il fatto che tu stia lavorando su di te dimostra un impegno verso il cambiamento. Non ti arrendere e continua a credere che il tuo percorso di crescita personale è unico e valido.

Se desideri parlare di più o esplorare altre opzioni, sono qui per aiutarti. Non sei solo in questo processo!
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

Capisco quanto questa situazione possa essere fonte di sofferenza e frustrazione per lei. Da ciò che scrive, emerge chiaramente il peso che porta sulle spalle, sia per la gestione del negozio che per il disagio legato alla sfera personale e relazionale. È comprensibile che, con un impegno lavorativo così intenso, possa essere difficile dedicare tempo ed energie alla propria vita privata, e questo potrebbe aver contribuito al senso di inadeguatezza che sta provando.

È positivo, però, che sia consapevole di queste difficoltà e che sta lavorando su se stesso: riconoscere il problema è il primo passo fondamentale per affrontarlo. Il confronto con i coetanei è naturale, ma ognuno ha il proprio percorso e non esiste un'età "giusta" per fare determinate esperienze. Il fatto che ora sta maturando il desiderio di un cambiamento significa che è pronto per intraprendere nuove strade.

Forse potrebbe essere utile valutare come bilanciare meglio il lavoro con la vita personale, in modo da concedersi più tempo per sé e per le relazioni. Inoltre, lavorare sull'autostima e sulla gestione dell'ansia sociale potrebbe aiutarla a sentirsi più sicuro e sereno nel rapportarsi agli altri.

Vista la sofferenza che descrive, le consiglio di approfondire questi aspetti con uno specialista, che potrà aiutarla a trovare strategie concrete per affrontare queste difficoltà e migliorare il suo benessere emotivo.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Irini Tikhonova
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Paziente,

La ringrazio per aver condiviso i suoi pensieri e le sue emozioni. Esporre il proprio vissuto con questa sincerità è un atto di grande coraggio e consapevolezza.

Capisco quanto possa essere difficile portare il peso di questi pensieri e delle aspettative che la società spesso impone. Il confronto con gli altri può far nascere un senso di inadeguatezza, ma ogni percorso è unico, e non esiste un'età "giusta" per fare determinate esperienze. Ciò che conta è il significato che esse assumono per lei e il modo in cui sceglie di viverle.

Si trova in un momento di transizione importante, in cui sta valutando scelte che potrebbero incidere sul suo benessere e sul suo futuro. Sente che l’attività lavorativa le sottrae molto tempo ed energie, e questo può contribuire a una sensazione di blocco. Riflettere su cosa sia meglio per lei e su come ritagliarsi uno spazio personale è un passaggio fondamentale. Non si tratta di recuperare il tempo perduto, ma di costruire il presente nel modo che sente più autentico e adatto al suo benessere.

Il fatto che abbia lavorato su se stesso e abbia già notato dei miglioramenti è un aspetto prezioso. Spesso, ciò che impedisce di fare nuove esperienze non è solo il contesto esterno, ma anche schemi di pensiero che si sono formati nel tempo e che possono essere modificati. Il timore di "restare così a vita" è comprensibile, ma la vita non è statica: è fatta di cambiamenti, di incontri e di possibilità che possono emergere anche quando meno ce lo aspettiamo.

Può essere utile provare a ridurre la pressione che sente su di sé, smettendo di vedere il tempo come un nemico e cercando di vivere ogni esperienza senza il peso del confronto. Il percorso verso una maggiore sicurezza e serenità non è fatto di passi obbligati, ma di piccoli gesti quotidiani che permettono di costruire nuove opportunità, dentro e fuori di sé.

Se questo disagio continua a farsi sentire con tanta intensità, potrebbe essere utile un supporto professionale, non perché vi sia qualcosa di sbagliato in lei, ma perché a volte un confronto guidato può aiutare a dare maggiore chiarezza ai propri pensieri e a trovare strategie più funzionali per affrontare il futuro.

La invito a concedersi il tempo di scoprire se stesso con gentilezza e senza giudizio. La vita non è una corsa, ma un cammino da percorrere con autenticità.

Un caro saluto,
Dott.ssa Irini Tikhonova
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Ciao, grazie per aver condiviso così sinceramente la tua situazione. So che non è facile parlare di questi sentimenti, ma è un grande passo verso il cambiamento. Non sei solo, molti passano periodi di insicurezza e di frustrazione, soprattutto quando si sentono "indietro" rispetto agli altri. La pressione sociale può essere davvero pesante, ma vorrei farti riflettere su alcune cose.
Innanzitutto, capisco che il lavoro nel negozio stia avendo un impatto sulla tua vita sociale, e la frustrazione che provi è comprensibile. Il fatto che tu stia lavorando su te stesso e che tu abbia migliorato molte cose è già una grande conquista. La timidezza e l'introversione non sono nemici, sono tratti di personalità che, se ben gestiti, possono diventare dei punti di forza. Ogni persona ha un percorso diverso e non esiste una "scadenza" entro cui essere "a posto". Il fatto che tu senta il bisogno di cambiare è positivo, perché significa che sei pronto a fare qualcosa per te stesso.
Per quanto riguarda il lavoro, capisco che ti possa sembrare un ostacolo, ma potresti anche considerare l'idea di fare delle piccole modifiche o di cercare un equilibrio tra la vita lavorativa e quella personale. Forse non devi fare un cambiamento drastico subito, ma cercare dei modi per alleggerire il arico che hai. Potresti valutare l’idea di delegare alcune attività o di dare spazio a nuovi hobby e interessi che ti permettano di socializzare in modo più naturale e meno forzato.

Riguardo alla parte emotiva, è normale sentirsi frustrati quando si sente di non aver vissuto esperienze importanti. Ma credimi, non è mai troppo tardi. Le esperienze sono diverse per ognuno, e la tua vita, anche se a tratti sembra stagnante, sta evolvendo. Ogni passo che fai verso il miglioramento è un passo verso la tua felicità. Non dovresti mai paragonarti agli altri, ma concentrarti su di te. A volte, un piccolo cambiamento nelle abitudini, o anche solo il semplice fatto di uscire un po' di più dalla zona di comfort, può fare miracoli.
Se ti senti pronto, potrebbe essere utile affrontare queste tematiche con uno psicologo, per lavorare su queste paure e su come affrontare l’ansia sociale, il che ti permetterebbe di ridurre quella sensazione di inadeguatezza. Ricorda che nessuno è perfetto e tutti affrontano le proprie difficoltà, anche se non sempre lo mostrano.
Non sei "troppo tardi" e non devi vivere questa frustrazione in solitudine. Riconoscere che vuoi fare un cambiamento è il primo passo fondamentale per vivere una vita più serena e soddisfatta. Sii gentile con te stesso, ogni piccolo progresso conta!
Un caro saluto
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Dott.ssa Roberta Dallera
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Lodi
Buonasera, è comprensibile il disagio che sta sperimentando e la voglia di prendere in mano la sua vita, in più ambiti. Forse un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla sia a capire cosa vuole fare rispetto alla situazione lavorativa sia ad aprirsi e a creare occasioni per conoscere nuove persone. Quello che adesso può sembrarle un ostacolo insormontabile potrebbe almeno essere ridimensionato e sicuramente affrontato.
Dott.ssa Sara Dassiè
Psicologo, Psicologo clinico
Codognè
Salve, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Capisco quanto questa situazione possa pesarle e generare frustrazione. Non esiste un’età "giusta" per fare esperienze, ognuno ha il proprio percorso e non è mai troppo tardi per costruire la vita che desidera.
L’ansia di “rimanere indietro” può essere paralizzante, ma più che guardare agli altri, provi a concentrarsi su cosa può fare, un passo alla volta, per stare meglio e sentirsi più a suo agio nelle relazioni.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a gestire questi pensieri e a rafforzare la sua sicurezza, aprendosi alle esperienze senza sentirsi oppresso dal tempo che passa. Se vuole, possiamo approfondire insieme quali strategie potrebbero aiutarla a sentirsi più libero e sereno nel suo percorso. In bocca al lupo!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco profondamente il senso di frustrazione e sofferenza che sta provando. È doloroso sentirsi in ritardo rispetto ai propri coetanei, specialmente quando la società sembra imporre delle "tappe" da rispettare nella crescita personale e relazionale. Tuttavia, vorrei rassicurarla su un punto fondamentale: non esiste un’età giusta o sbagliata per fare esperienze affettive o sessuali. Ognuno ha il proprio percorso, e il valore di una persona non si misura in base a questi aspetti. Da quello che scrive, emerge chiaramente il suo impegno nel migliorarsi e superare le difficoltà. Ha già fatto un grande lavoro su se stesso, passando da una chiusura estrema a una maggiore apertura. Questo dimostra che ha la capacità di affrontare il cambiamento, anche se al momento il peso delle sue emozioni rende tutto più difficile. La paura di "rimanere così a vita" è comprensibile, ma è importante riconoscere che il passato non determina il futuro: ogni giorno può essere un'opportunità per costruire qualcosa di diverso. Il suo lavoro attuale sembra essere un fattore significativo nella sua situazione. L’enorme quantità di tempo che dedica all'attività familiare riduce inevitabilmente le possibilità di socializzazione e di nuove esperienze. È normale chiedersi se cambiare strada possa aiutarla a riequilibrare la sua vita. Se sente che l’attuale impegno lavorativo la sta soffocando, valutare un’occupazione con orari più gestibili potrebbe essere un primo passo concreto per avere più tempo per sé e per le relazioni. Un altro aspetto importante riguarda il modo in cui interpreta la sua condizione. Il confronto con gli altri può essere crudele e ingiusto, perché tende a mettere in evidenza ciò che "manca" invece che ciò che si sta costruendo. Lei non è inferiore a nessuno, semplicemente ha avuto un percorso diverso. Il cambiamento non avviene da un giorno all’altro, ma può iniziare con piccoli passi: espandere gradualmente la propria rete sociale, esplorare nuovi ambienti, coltivare interessi che le permettano di conoscere persone con cui sentirsi a proprio agio. Le emozioni che descrive, come il senso di inadeguatezza e la paura del tempo che passa, possono essere molto pesanti da gestire da soli. Potrebbe essere utile un supporto psicologico per aiutarla a ristrutturare alcuni pensieri che stanno alimentando la sua sofferenza e a sviluppare strategie per affrontare la situazione in modo più sereno. In terapia cognitivo-comportamentale, per esempio, si lavora molto sulla modificazione di credenze negative su di sé e sul superamento di blocchi emotivi, attraverso strategie pratiche e graduali. Lei ha già mostrato una grande determinazione nel migliorarsi, e questo è il segnale più importante: non è "destinato" a rimanere in questa condizione, ma ha il potere di cambiare la sua situazione. Il percorso potrà essere graduale, ma ogni piccolo passo nella direzione giusta avrà un valore enorme. Non è mai troppo tardi per fare nuove esperienze e per sentirsi soddisfatti della propria vita. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Grazie per aver condiviso la tua situazione. È del tutto comprensibile il tuo disagio e la frustrazione che provi. Non sei solo in questa situazione, molti giovani adulti si trovano a vivere esperienze simili, soprattutto in una società come la nostra che spesso idealizza percorsi di vita standardizzati e precoci.
Il carico di lavoro che ti sei trovato a gestire dopo la perdita del tuo Papà sicuramente ha avuto un impatto importante sulla tua vita privata e sociale. Tuttavia, probabilmente il lavoro non è l'unica causa delle tue difficoltà, ci sono sicuramente altri fattori che contribuiscono al tuo senso di inadeguatezza, come la timidezza e l'introversione che hai descritto.
Il fatto che tu abbia intrapreso un percorso di crescita personale e che tu stia lavorando su te stesso è un segnale molto positivo, dimostra che hai la volontà e le risorse per affrontare la situazione e superare le tue difficoltà.
Inizia col definire i tuoi obiettivi ovvero cosa significa per te "riuscirci prima dei 30"? Quali sono i tuoi obiettivi concreti in termini di relazioni, esperienze e soddisfazioni personali? Non avere fretta, non c'è un'età "giusta" per fare determinate esperienze. Ogni persona ha i suoi tempi e il suo percorso di vita. Non sentirti in colpa o in difetto se ti senti "in ritardo" rispetto ai tuoi coetanei.
Stabilisci inoltre le tue priorità, ovvero cosa è più importante per te in questo momento? Il lavoro? La vita privata? Il tuo benessere personale? Trova un equilibrio tra le diverse aree della tua vita e dedica tempo ed energie a ciò che ti rende felice e soddisfatto. Se ti senti sopraffatto dalla situazione, non esitare a chiedere aiuto. Parlare apertamente delle tue difficoltà può essere un primo passo importante per superarle.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
lei qui porta un tema importante che andrebbe meglio sviscerato in un contesto di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Si affidi ad uno specialista, potrà accompagnarla in un processo di crescita personale arrivando così a trovare quello che più desidera.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Nunzio Nasti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Albese con Cassano
Buongiorno,
capisco il suo senso di frustrazione e il peso che sta portando sulle spalle, sia per il lavoro impegnativo sia per il timore di essere "indietro" rispetto ai suoi coetanei. Prima di tutto, vorrei rassicurarla su un aspetto: non esiste un’età giusta o sbagliata per fare determinate esperienze, e confrontarsi con gli altri in modo rigido spesso porta solo a ulteriore sofferenza.

Il fatto che stia lavorando su se stesso e che abbia già visto dei miglioramenti è un segnale molto positivo. L’introversione non è un limite, ma una caratteristica che può convivere con relazioni significative e appaganti. Il vero punto cruciale non è “fare esperienze prima dei 30”, ma costruire un percorso che la porti a sentirsi più sicuro di sé e più aperto alle opportunità.

Detto questo, è comprensibile che il lavoro intenso possa essere un ostacolo: avere poco tempo libero rende difficile sia socializzare sia coltivare interessi che potrebbero aiutarla ad ampliare il suo mondo. Se sente che questa routine la sta soffocando, valutare un cambiamento lavorativo potrebbe essere un passo utile, ma non è l’unica soluzione. Potrebbe iniziare con piccoli spazi di tempo dedicati a sé stesso, senza dover rivoluzionare tutto subito.

Infine, il senso di inadeguatezza è spesso alimentato da pensieri autocritici e schemi mentali rigidi. Un supporto psicologico, magari con un professionista di approccio cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarla a ridimensionare queste paure e a lavorare sulla sua autostima e sul modo in cui si rapporta agli altri.

Il percorso che sta facendo ha valore, e non è mai troppo tardi per costruire la vita che desidera. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o vuole approfondire qualche aspetto, sono a disposizione.

Un caro saluto,
dott. Nunzio Nasti
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, ho letto il suo messaggio e le rispondo adesso.
Intanto, mi dispiace per la sua perdita. Sicuramente non dev'essere stato facile e non lo sarà tuttora. Grazie per essersi rivolto a questo portale e per aver spiegato in maniera chiara la sua realtà.
Oltre al fatto della sua perdita, sono dispiaciuta che possa sentirsi così.
Ognuno di noi ha il suo percorso di vita, la sua storia. Non ci sono regole, né scadenza di alcun tipo. Al massimo, ci possono essere, purtroppo, delle specie di convenzioni/cliché sociali. Tuttavia, non fanno parte di nessuno di noi ed, anzi, è bene starne alla larga più possibile. Questo perché ognuno ha i suoi tempi ed ognuno è nel suo tempo.
Se questo suo sentire non la fa vivere serenamente, come sembra emergere in particolare da alcune parole che ha usato nel messaggio, le consiglierei un percorso di conoscenza di sé, che le consentirebbe di avere maggiore consapevolezza e controllo, nonché di acquisire strategie funzionali per sé e nel rapporto con l'alterità.
Grazie, buona giornata.
Dott. Andrea Pappaccogli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve.
Capisco quanto questa situazione ti stia pesando e quanto il senso di urgenza possa farti sentire bloccato. Voglio rassicurarti: non sei in ritardo e non c’è un’età giusta o sbagliata per fare esperienze. Il confronto con gli altri amplifica la pressione, ma ognuno ha il proprio percorso.

Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che provi è influenzato da pensieri disfunzionali, come la paura di restare sempre indietro o l’idea che sia “troppo tardi”. Questi schemi possono essere modificati lavorando sulla tua autostima, sulle abilità sociali e sulla gestione dello stress lavorativo. Il tuo lavoro impegnativo può essere un fattore limitante, ma non è l’unico ostacolo: la paura di restare fermo e il senso di inadeguatezza alimentano l’ansia e la frustrazione.

Ti suggerirei di iniziare un percorso di sostegno psicologico per affrontare questi stati emotivi e trovare strategie pratiche per sentirti più sicuro nelle relazioni. Un supporto professionale può aiutarti a cambiare prospettiva e a costruire un percorso concreto verso il cambiamento.

Non sei solo in questo, e lavorarci ora può fare la differenza.
Dr. Andrea Pappaccogli
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, capisco quanto questa situazione le stia pesando e quanto possa essere frustrante sentirsi in ritardo rispetto ai propri coetanei. Tuttavia, vorrei rassicurarla sul fatto che non esiste un'età "giusta" o una scadenza per fare determinate esperienze di vita. Ognuno ha il proprio percorso, e il confronto con gli altri spesso tende a farci percepire come indietro, anche quando in realtà non è così.

Dal suo racconto emerge una grande forza di volontà e una capacità di mettersi in discussione, qualità fondamentali per affrontare il cambiamento. Il fatto che negli ultimi anni sia riuscito a lavorare su se stesso e a migliorare alcuni aspetti della sua vita dimostra che ha già intrapreso un percorso di crescita. La timidezza e l'introversione non sono necessariamente ostacoli, ma caratteristiche che, se comprese e accettate, possono essere gestite nel modo più adatto a lei.

L'impegno nel negozio e le lunghe ore di lavoro sembrano essere un elemento che amplifica il suo senso di isolamento e insoddisfazione. Valutare un cambiamento lavorativo potrebbe effettivamente aiutarla a riequilibrare la sua vita, lasciando più spazio per se stesso e per le relazioni. Non si tratta di una scelta semplice, ma riflettere su cosa le darebbe maggiore benessere è già un passo importante.

Il timore di rimanere bloccato in questa situazione è comprensibile, ma non è mai troppo tardi per iniziare a costruire ciò che desidera. Forse potrebbe essere utile provare a spostare l'attenzione dal risultato finale (avere una relazione) al processo (conoscere nuove persone, coltivare interessi, migliorare la propria sicurezza). A volte, quando ci si focalizza troppo su ciò che manca, si rischia di aggiungere ulteriore pressione su se stessi.

Se sente che la sofferenza è troppo intensa e che questo pensiero la accompagna costantemente, potrebbe essere utile un confronto con un professionista che possa aiutarla a esplorare questi vissuti con maggiore serenità. Darsi il permesso di vivere il proprio percorso senza giudicarsi troppo duramente è fondamentale per ritrovare fiducia in se stesso e nelle sue possibilità.

Dott. Luca Vocino
Gentile utente,
dal suo messaggio è evidente il disagio che sta sperimentando, e questa sofferenza merita attenzione e cura.
Il lavoro su di se che sta facendo di certo la aiuterà, ma, soprattutto in situazioni come la sua, dove il disagio viene vissuto da molto tempo, è molto importante farsi accompagnare da un professionista in questo percorso di conoscenza e crescita personale.
Le auguro il meglio
Cari saluti
Ciao, innanzitutto voglio dirti che il tuo messaggio trasmette molta consapevolezza e voglia di cambiamento, e questo è un punto di forza su cui puoi contare.
Capisco il senso di pressione che provi nel confrontarti con gli altri e la frustrazione nel vedere il tempo scorrere, ma voglio rassicurarti su un punto: non esiste un’età "giusta" per fare determinate esperienze, e il tuo valore non dipende dal confronto con gli altri.
Da quello che racconti, hai affrontato molte sfide: la gestione di un’attività dopo una perdita importante, il lavoro su te stesso per superare la timidezza e l’introversione. Questi sono segnali di una grande capacità di crescita e di adattamento, qualità fondamentali per il cambiamento che desideri.
La tua paura di rimanere “così a vita” è comprensibile, ma il miglioramento personale non è mai una questione di età, bensì di scelte e azioni. Già il fatto che stai lavorando su di te è una prova concreta che sei in movimento, e non fermo in questa situazione.
Per quanto riguarda il lavoro, se senti che il negozio ti sta impedendo di vivere come vorresti, potresti valutare delle alternative con orari più sostenibili. Avere più tempo per te stesso potrebbe darti l’opportunità di coltivare nuove esperienze e costruire relazioni in modo più sereno.
Un altro aspetto su cui potresti lavorare è l’autostima: sentirsi "indietro" può far nascere un senso di inadeguatezza, ma l’importante è concentrarsi su cosa puoi fare ora, piuttosto che su cosa è stato. L’intelligenza emotiva e la sicurezza in sé stessi spesso attraggono più delle esperienze pregresse. Potresti provare a costruire situazioni di socialità graduali, senza metterti troppa pressione: piccoli passi possono fare una grande differenza. Se senti che il peso emotivo è troppo forte, potresti valutare anche un supporto psicologico per affrontare queste paure in modo più strutturato. La Programmazione Neuro-Linguistica, ad esempio, lavora molto sulle credenze limitanti e sulla costruzione di stati emotivi potenzianti. Potresti esplorare tecniche per rafforzare la tua sicurezza e per gestire il dialogo interiore che ti porta a sentirti "in ritardo".
Ti mando un grande incoraggiamento: il fatto che tu voglia prendere in mano la situazione è già un grande passo! Dott.ssa Paola Massafra.
Buongiorno, comprendo quanto questa situazione possa causare frustrazione e disagio, e quanto il sentirsi “indietro” rispetto agli altri possa far crescere un senso di inadeguatezza. Quello che sta vivendo è un’esperienza comune per molte persone, specialmente per chi, come Lei, ha affrontato periodi di timidezza e introversione. Il fatto che Lei stia già lavorando su se stesso è un passo importante, e la Sua consapevolezza delle difficoltà e dei miglioramenti ottenuti finora dimostra che ha la volontà di intraprendere un percorso di cambiamento.
Per quanto riguarda il suo lavoro, è possibile che le lunghe ore e l’impegno costante nella gestione dell’attività stiano influenzando negativamente non solo il Suo benessere fisico ed emotivo, ma anche la Sua capacità di dedicarsi a se stesso e alle sue relazioni. È comprensibile che desideri prendere una decisione sul futuro lavorativo, ma prima di fare un cambiamento radicale sarebbe utile esplorare la situazione nel suo complesso, cercando di comprendere come si può integrare meglio la Sua vita personale con le sue responsabilità professionali.
Riguardo alla Sua vita affettiva, è normale provare un senso di urgenza quando si percepisce di essere “indietro” rispetto agli altri. Tuttavia, è importante ricordare che ogni persona ha i suoi tempi e che l’esperienza emotiva e affettiva non ha un’età prestabilita. Non è mai troppo tardi per iniziare a costruire la propria storia sentimentale e lavorare su se stessi.
Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarLa a comprendere meglio le radici delle Sue difficoltà, esplorare i Suoi sentimenti di inadeguatezza e affrontare la paura che il tempo stia passando senza risultati. La terapia può anche supportarLa nel trovare il giusto equilibrio tra le esigenze lavorative e la Sua vita personale, migliorando la Sua autostima e la capacità di affrontare nuove esperienze.
La invito a prendere in considerazione la possibilità di fissare un colloquio, in modo da poter esplorare insieme la Sua situazione e trovare soluzioni per affrontare i disagi che sta vivendo, senza giudizio e con il giusto supporto.
Resto a Sua disposizione per qualsiasi domanda e per fissare un appuntamento.
Saluti
Dott.ssa Marika Muscarella
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Salve, è comprensibile che questa situazione le crei sofferenza, perché tocca aspetti importanti della tua identità, del confronto con gli altri e delle tue aspirazioni personali. Emergono due elementi chiave: da un lato il peso del lavoro, che sembra occupare la maggior parte delle suee energie e del suo tempo, e dall’altro la sensazione di sentirsi “indietro” rispetto agli altri, che la porta a provare frustrazione e inadeguatezza.

Prima di tutto, voglio rassicurarla: non esiste un’età giusta o sbagliata per fare esperienze affettive o sessuali. Il confronto con gli altri può essere doloroso, ma ognuno ha il proprio percorso.

Per quanto riguarda il lavoro, è vero che orari così impegnativi possono limitare le occasioni di socializzazione e conoscenza, e chiedersi se sia possibile modificarli o cambiare contesto è un pensiero legittimo. Se sente che questo sta soffocando la sua vita personale, potrebbe iniziare a valutare alternative.

Sul piano emotivo, invece, quello che può fare è continuare a investire su te stesso, non con l’obiettivo di “recuperare il tempo perso”, ma per vivere il presente nel modo più autentico possibile. Può iniziare a creare situazioni in cui conoscere persone nuove, senza la pressione di dover raggiungere un obiettivo a tutti i costi. Spesso le relazioni nascono quando ci sentiamo più liberi e meno focalizzati sulla paura di non farcela.

Infine, se il disagio è così forte da condizionare il suo benessere quotidiano, può valutare un percorso di supporto psicologico per affrontare questi pensieri con maggiore serenità. Il cambiamento che ha già iniziato a fare dimostra che ha risorse e determinazione, e con il giusto supporto potrebbe trovare un equilibrio che le permetta di stare meglio con se stesso e con gli altri.

Se ha bisogno, non esiti a contattarmi.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. Capisco il profondo disagio che sta vivendo e l’intensa pressione che sente riguardo alla sua vita personale e lavorativa. È importante ricordare che ognuno ha il proprio percorso e il confronto con gli altri può essere fuorviante e dannoso per il proprio benessere. Il fatto che stia lavorando su se stesso e abbia già notato miglioramenti dimostra una grande forza interiore e volontà di cambiamento.
Il suo lavoro, con orari così impegnativi, potrebbe effettivamente ridurre le opportunità di socializzazione e crescita personale, quindi valutare una scelta professionale che le permetta di avere più tempo per sé potrebbe essere un passo utile. Allo stesso tempo, la timidezza e la paura di rimanere "indietro" potrebbero essere affrontate con il supporto di un professionista, che potrebbe aiutarla a lavorare sulla fiducia in sé stesso e sulle dinamiche relazionali.
Non è mai troppo tardi per fare esperienze e migliorarsi. Il primo passo è smettere di vedere la sua situazione come un ostacolo insormontabile e iniziare a costruire, giorno dopo giorno, il cambiamento che desidera. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicologo per ricevere un supporto mirato, che possa aiutarla a superare questo senso di blocco e a vivere con più serenità il suo percorso. Un caro saluto.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, cerchi di rispettare i suoi tempi e sono certo che avrà le sue soddisfazioni anche in ambito sentimentale. Mi sembra, dalle sue poche parole, che ha già dimostrato una grande forza d'animo in altri contesti; non chieda troppo a sé stesso. un percorso di Un percorso di supporto psicologico può aiutarla a rielaborare le varie fasi della sua crescita.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Marco Scopel
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Verona
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza in modo così aperto. È comprensibile sentirsi condizionati dalle aspettative sociali, che spesso sembrano imporre tappe prestabilite in base all’età. Tuttavia, è fondamentale ricordare che ogni individuo ha il proprio cammino, fatto di tempi, scelte e priorità personali.
Se sente che la sua attività lavorativa sta avendo un impatto negativo su più aspetti della sua vita, potrebbe essere utile valutare delle alternative. Questo potrebbe significare delegare alcune responsabilità assumendo un collaboratore, e se necessario, considerare un cambiamento più radicale.
Come giustamente lei ha osservato, gli aspetti legati alla sua attività lavorativa non è detto che siano gli unici da tenere in considerazione.
Per esempio, il senso di inadeguatezza e inferiorità che descrive potrebbero richiedere più attenzione.
Resto a disposizione.

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