Buongiorno. Sono un ragazzo di 25 anni e da un anno a questa parte ho avuto diversi problemi, tra cu
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Buongiorno. Sono un ragazzo di 25 anni e da un anno a questa parte ho avuto diversi problemi, tra cui la perdita di mio padre e la fine di una relazione importante di 5 anni. Purtroppo tutto questo sta avendo un'influenza negativa sulla mia vita tanto che non riesco più a studiare e non ho voglia di aiutare in casa e nell'azienda di famiglia.
Vorrei avere dei consigli pratici su come uscire da questa situazione e raggiungere finalmente tutti gli obiettivi che mi sono posto.
Grazie in anticipo
Vorrei avere dei consigli pratici su come uscire da questa situazione e raggiungere finalmente tutti gli obiettivi che mi sono posto.
Grazie in anticipo
Buongiorno, il periodo che sta affrontando è davvero tosto e serve del tempo per lavorare su quanto accaduto... è proprio in questi momenti così difficili della vita che è necessario chiedere un aiuto ad uno psicoterapeuta affinchè la possa aiutare a rielaborare i lutti che ha avuto e poter poi ripartire per proseguire la propria vita.
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Salve, Grazie per aver condiviso la sua situazione attuale.
Mi dispiace molto per quello che sta attraversando. La perdita di una persona cara e la fine di una relazione significativa sono tra gli eventi più dolorosi che una persona possa vivere, e il fatto che siano avvenuti nello stesso periodo rende tutto ancora più difficile. È normale sentirsi sopraffatti, svuotati o bloccati. Ma è anche possibile iniziare, passo dopo passo, a riprendere in mano la tua vita. Sicuramente avere un supporto online, o in presenza, iniziando un percorso, può aiutarla a gestire meglio tutta la situazione. Resto a sua disposizione.
Mi dispiace molto per quello che sta attraversando. La perdita di una persona cara e la fine di una relazione significativa sono tra gli eventi più dolorosi che una persona possa vivere, e il fatto che siano avvenuti nello stesso periodo rende tutto ancora più difficile. È normale sentirsi sopraffatti, svuotati o bloccati. Ma è anche possibile iniziare, passo dopo passo, a riprendere in mano la tua vita. Sicuramente avere un supporto online, o in presenza, iniziando un percorso, può aiutarla a gestire meglio tutta la situazione. Resto a sua disposizione.
Salve, sta attraversando un momento di grande sofferenza e confusione, e già il fatto che ne parli con questa consapevolezza è un passo importante verso il cambiamento. La perdita di una figura come il padre e la fine di una relazione affettiva significativa, soprattutto in un tempo così ravvicinato, possono generare un vero e proprio blocco emotivo e motivazionale, che è comprensibile e non va sminuito.
Le reazioni che descrive, come la difficoltà a studiare, la mancanza di energia e di coinvolgimento nelle attività quotidiane, sono segnali del fatto che il suo sistema interno sta cercando di riorganizzarsi dopo eventi fortemente destabilizzanti. Un percorso di psicoterapia, come l’analisi bioenergetica o l’EMDR, potrebbe aiutarla a sciogliere le tensioni corporee ed emotive legate a questi vissuti, restituendo una maggiore chiarezza e vitalità. In parallelo, può essere utile introdurre nella sua quotidianità alcune pratiche che favoriscano la regolazione emotiva, come la mindfulness, che aiuta ad allenare la presenza mentale, o piccole routine strutturate che diano ritmo alle giornate anche quando manca la motivazione. Piuttosto che focalizzarsi subito sugli obiettivi da raggiungere, può essere più utile ripartire dal riconoscere il proprio stato d’animo, accogliendolo senza giudizio. Da lì, con l’accompagnamento giusto, potrà tornare gradualmente a costruire. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Le reazioni che descrive, come la difficoltà a studiare, la mancanza di energia e di coinvolgimento nelle attività quotidiane, sono segnali del fatto che il suo sistema interno sta cercando di riorganizzarsi dopo eventi fortemente destabilizzanti. Un percorso di psicoterapia, come l’analisi bioenergetica o l’EMDR, potrebbe aiutarla a sciogliere le tensioni corporee ed emotive legate a questi vissuti, restituendo una maggiore chiarezza e vitalità. In parallelo, può essere utile introdurre nella sua quotidianità alcune pratiche che favoriscano la regolazione emotiva, come la mindfulness, che aiuta ad allenare la presenza mentale, o piccole routine strutturate che diano ritmo alle giornate anche quando manca la motivazione. Piuttosto che focalizzarsi subito sugli obiettivi da raggiungere, può essere più utile ripartire dal riconoscere il proprio stato d’animo, accogliendolo senza giudizio. Da lì, con l’accompagnamento giusto, potrà tornare gradualmente a costruire. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, essendo una situazione complessa e diversa per ognuno se vuole mi rendo disponibile per un percorso dove affrontare i temi fondamentali che la fanno soffrire. Mi dispiace molto per quello che sta vivendo e se vuole sono qua a disposizione.
Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Casumaro Giada
Buongiorno,
quello che stai vivendo è comprensibilmente molto difficile: la perdita di una persona cara e la fine di una relazione significativa rappresentano eventi dolorosi che possono avere un forte impatto emotivo e pratico sulla vita quotidiana. È naturale sentirsi privi di energie e motivazione, soprattutto quando le emozioni sono ancora molto intense.
Alcuni piccoli passi pratici che potrebbero aiutarti sono:
Darti tempo: non forzarti a “tornare subito come prima”, ma riconosci che il lutto e la fine di una relazione hanno bisogno di un processo di elaborazione.
Stabilire piccole routine: anche attività semplici, come una passeggiata quotidiana o dedicare 30 minuti a un compito specifico, possono ridarti un senso di struttura.
Condividere il peso emotivo: parlare con amici o familiari di fiducia può alleggerire la sensazione di portare tutto da solo.
Prendere un obiettivo alla volta: concentrati su un traguardo realistico e raggiungibile, così da non sentirti sopraffatto.
Coltivare momenti di cura personale: che sia sport, lettura o un hobby, concediti spazi che ti facciano stare meglio e ti aiutino a ritrovare energie.
È importante però sottolineare che, vista la complessità e l’intensità delle esperienze che stai attraversando, può essere davvero utile e consigliato approfondire questi vissuti insieme a uno specialista. Un percorso di supporto psicologico ti permetterebbe di comprendere meglio ciò che stai vivendo e di trovare strategie personalizzate per riprendere in mano i tuoi obiettivi.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che stai vivendo è comprensibilmente molto difficile: la perdita di una persona cara e la fine di una relazione significativa rappresentano eventi dolorosi che possono avere un forte impatto emotivo e pratico sulla vita quotidiana. È naturale sentirsi privi di energie e motivazione, soprattutto quando le emozioni sono ancora molto intense.
Alcuni piccoli passi pratici che potrebbero aiutarti sono:
Darti tempo: non forzarti a “tornare subito come prima”, ma riconosci che il lutto e la fine di una relazione hanno bisogno di un processo di elaborazione.
Stabilire piccole routine: anche attività semplici, come una passeggiata quotidiana o dedicare 30 minuti a un compito specifico, possono ridarti un senso di struttura.
Condividere il peso emotivo: parlare con amici o familiari di fiducia può alleggerire la sensazione di portare tutto da solo.
Prendere un obiettivo alla volta: concentrati su un traguardo realistico e raggiungibile, così da non sentirti sopraffatto.
Coltivare momenti di cura personale: che sia sport, lettura o un hobby, concediti spazi che ti facciano stare meglio e ti aiutino a ritrovare energie.
È importante però sottolineare che, vista la complessità e l’intensità delle esperienze che stai attraversando, può essere davvero utile e consigliato approfondire questi vissuti insieme a uno specialista. Un percorso di supporto psicologico ti permetterebbe di comprendere meglio ciò che stai vivendo e di trovare strategie personalizzate per riprendere in mano i tuoi obiettivi.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Caro utente, quella che racconta è una situazione estremamente delicata in quanto ha subito due lutti importanti - la perdita di suo padre e la fine di una relazione duratura - nel giro di poco tempo. Spesso dopo un lutto, soprattutto quando si fa fatica nell'elaborazione, può seguire un periodo depressivo che comporta perdita di interesse, di piacere e di concentrazione. Purtroppo la tristezza e il lutto richiedono tempo e spazio di elaborazione, le suggerisco quindi di intraprendere un percorso psicologico volto ad elaborare quanto le è accaduto. Un caro saluto!
Capisco bene la fatica che sta vivendo, perdere suo padre e, quasi nello stesso periodo, chiudere una relazione importante è un doppio colpo che inevitabilmente lascia senza energie e senza punti di riferimento. Non è affatto insolito che, di fronte a eventi così dolorosi, ci si senta svuotati, senza voglia di studiare, di contribuire in casa o nell’attività di famiglia. È una reazione umana.
Per cercare di uscire da questo blocco non serve imporsi di fare “grandi cose” subito, anzi. Può essere molto più utile ripartire da piccoli passi. Ad esempio, nello studio potrebbe darsi obiettivi minimi, come leggere per venti minuti o completare un piccolo argomento, senza pretendere ore di concentrazione. Lo stesso vale per l’aiuto in famiglia, a volte basta iniziare con un compito semplice per riattivare la motivazione.
Può aiutare anche provare a darsi una routine quotidiana, anche essenziale, una passeggiata, un orario per alzarsi e andare a dormire, un momento per sé in cui scrivere o riflettere su come si sente. Allo stesso tempo è importante non negare le emozioni, concedersi di provare dolore, di parlarne con qualcuno di fidato o di esprimerlo, è parte del processo di guarigione.
Non trascuri poi gli aspetti pratici del prendersi cura di sé, sonno regolare, movimento e alimentazione equilibrata possono sembrare dettagli, ma hanno un forte impatto anche sull’energia mentale. Infine, anche se può essere difficile, cercare di non isolarsi è fondamentale, mantenere legami, anche piccoli gesti di socialità, aiuta a non sentirsi soli nel peso di quello che si vive.
Se però nota che questa fatica continua a bloccarla, potrebbe essere utile pensare a un supporto professionale. Un percorso psicologico le permetterebbe di rielaborare sia il lutto che la fine della relazione, e di trovare strumenti più concreti per ritrovare motivazione.
Lei, scrivendo qui, ha già fatto un primo passo importante, significa che il desiderio di ripartire c’è. Adesso si tratta di trasformare quel desiderio in azioni quotidiane, anche piccole, che piano piano le restituiscano fiducia.
Un caro saluto
Per cercare di uscire da questo blocco non serve imporsi di fare “grandi cose” subito, anzi. Può essere molto più utile ripartire da piccoli passi. Ad esempio, nello studio potrebbe darsi obiettivi minimi, come leggere per venti minuti o completare un piccolo argomento, senza pretendere ore di concentrazione. Lo stesso vale per l’aiuto in famiglia, a volte basta iniziare con un compito semplice per riattivare la motivazione.
Può aiutare anche provare a darsi una routine quotidiana, anche essenziale, una passeggiata, un orario per alzarsi e andare a dormire, un momento per sé in cui scrivere o riflettere su come si sente. Allo stesso tempo è importante non negare le emozioni, concedersi di provare dolore, di parlarne con qualcuno di fidato o di esprimerlo, è parte del processo di guarigione.
Non trascuri poi gli aspetti pratici del prendersi cura di sé, sonno regolare, movimento e alimentazione equilibrata possono sembrare dettagli, ma hanno un forte impatto anche sull’energia mentale. Infine, anche se può essere difficile, cercare di non isolarsi è fondamentale, mantenere legami, anche piccoli gesti di socialità, aiuta a non sentirsi soli nel peso di quello che si vive.
Se però nota che questa fatica continua a bloccarla, potrebbe essere utile pensare a un supporto professionale. Un percorso psicologico le permetterebbe di rielaborare sia il lutto che la fine della relazione, e di trovare strumenti più concreti per ritrovare motivazione.
Lei, scrivendo qui, ha già fatto un primo passo importante, significa che il desiderio di ripartire c’è. Adesso si tratta di trasformare quel desiderio in azioni quotidiane, anche piccole, che piano piano le restituiscano fiducia.
Un caro saluto
Ciao,
mi spicae leggere del tuo malessere, se vuoi possiamo parlarne in modo più approfondito di modo che io posso aiutarti magari a comprende cosa ti sta accadendo anche in base alla fase evolutiva in cui ti trovi insieme agli eventi che ti hanno travolto.
Per adesso ti auguro un buon proseguimento
Dr. Grazia Chianetta
mi spicae leggere del tuo malessere, se vuoi possiamo parlarne in modo più approfondito di modo che io posso aiutarti magari a comprende cosa ti sta accadendo anche in base alla fase evolutiva in cui ti trovi insieme agli eventi che ti hanno travolto.
Per adesso ti auguro un buon proseguimento
Dr. Grazia Chianetta
il quadro descritto corrisponde ad una mancata elaborazione dei lutti ( che si somplicano con l'andare del tempo). Cerchi subito nella sua zona un professionista psicoterapeuta con formazione EMDR per l'elaborazione dei traumi e una volta iniziato il percorso il professionista le indicherà se è il caso di fare un consulto con uno psichiatra per una eventuale terapia per i disturbi depressivi ( quelli indicati come scarsa volontà, scarso impegno nello studio e nel lavoro ecc).
Buonasera, mi sembra che più che consigli immediati, che sono sempre molto difficili e che rappresentano la realtà di chi le dà, per lei sia indispensabile uno spazio di aiuto sul versante delle sue emozioni. Avere uno spazio dove possa esprimersi liberamente ed essere aiutato a sentire cosa sta attraversando. Poi le decisioni pratiche possono scaturire da questo sentire. Se ritiene sono a disposizione, anche online. Saluti Dario Martelli
Gent.mo, un anno del genere toglie il fiato. E la forza, anche il corpo ne risente.
Sta vivendo due lutti a stretto giro di boa - sì, anche la rottura di una relazione importante nella psicologia, e dunque per la mente umana, è un lutto.
Mi dispiaccio dunque per le sue perdite, e mi complimento per la voglia di tornare a vivere "a pieno" che esprime. Cerca consigli pratici e andrò quindi dritta al punto: non so in che fase si trovi nell'accettazione ed elaborazione di queste due delicate situazioni, non so se abbia avuto modo di dare spazio al dolore, non so che peso abbia o non abbia lavorare nell'azienda di famiglia ora, non so come si stia riorganizzando la vita a casa, e che ruolo stia ricoprendo, se adatto o meno. Non so se questa "influenza negativa" di cui parla sia fisiologica stanchezza o se ci stia raccontando altro.
Fatte queste importanti premesse, il primo consiglio pratico è quello di dedicarsi al fare: non vi rientrano solo i doveri, come quelli che hai citato parlando di studio / casa / lavoro; cosa le piace, stimola, interessa? Riesce a dedicarci del tempo e a goderne? Non si tratta di trovare un diversivo - non per forza - bensì di dedicarsi del tempo e goderne. Anche se fosse poco, anche se non fosse facile e immediato sin da subito.
Il secondo consiglio, se già non in uso, è quello di mantenere o recuperare uno stile di vita adeguato comprensivo di alimentazione, qualità del sonno, movimento e svago. Per farle un esempio, la scarsa qualità del sonno si associa a demotivazione, minore energia fisica e mentale, irritabilità ed emozioni vissute molto più intensamente.
Sulla base della sua specifica situazione poi si individuerebbero i suggerimenti più calzanti, pertanto l'ultimo consiglio ma non per importanza è quello di seguire un percorso psicologico.
Il professionista sarebbe in grado di valutare la situazione attraverso la lente adeguata, dedicandole uno spazio necessario e su misura in cui poter lavorare attivamente e avere più strumenti per raggiungere gli obiettivi che si è posto. Nessuno potrà mai assorbirle via il dolore, e nessuno si permetterà mai - mi auguro - nemmeno di dire qualcosa del genere. La cura però, a differenza del (solo) scorrere del tempo, è in grado di dare a quel dolore una dignità e uno spazio via via meno invasivo.
E probabilmente anche dei significati inaspettati.
Le auguro di potersi dedicare alla cura, qualsiasi sarà la forma che sceglierà.
Sta vivendo due lutti a stretto giro di boa - sì, anche la rottura di una relazione importante nella psicologia, e dunque per la mente umana, è un lutto.
Mi dispiaccio dunque per le sue perdite, e mi complimento per la voglia di tornare a vivere "a pieno" che esprime. Cerca consigli pratici e andrò quindi dritta al punto: non so in che fase si trovi nell'accettazione ed elaborazione di queste due delicate situazioni, non so se abbia avuto modo di dare spazio al dolore, non so che peso abbia o non abbia lavorare nell'azienda di famiglia ora, non so come si stia riorganizzando la vita a casa, e che ruolo stia ricoprendo, se adatto o meno. Non so se questa "influenza negativa" di cui parla sia fisiologica stanchezza o se ci stia raccontando altro.
Fatte queste importanti premesse, il primo consiglio pratico è quello di dedicarsi al fare: non vi rientrano solo i doveri, come quelli che hai citato parlando di studio / casa / lavoro; cosa le piace, stimola, interessa? Riesce a dedicarci del tempo e a goderne? Non si tratta di trovare un diversivo - non per forza - bensì di dedicarsi del tempo e goderne. Anche se fosse poco, anche se non fosse facile e immediato sin da subito.
Il secondo consiglio, se già non in uso, è quello di mantenere o recuperare uno stile di vita adeguato comprensivo di alimentazione, qualità del sonno, movimento e svago. Per farle un esempio, la scarsa qualità del sonno si associa a demotivazione, minore energia fisica e mentale, irritabilità ed emozioni vissute molto più intensamente.
Sulla base della sua specifica situazione poi si individuerebbero i suggerimenti più calzanti, pertanto l'ultimo consiglio ma non per importanza è quello di seguire un percorso psicologico.
Il professionista sarebbe in grado di valutare la situazione attraverso la lente adeguata, dedicandole uno spazio necessario e su misura in cui poter lavorare attivamente e avere più strumenti per raggiungere gli obiettivi che si è posto. Nessuno potrà mai assorbirle via il dolore, e nessuno si permetterà mai - mi auguro - nemmeno di dire qualcosa del genere. La cura però, a differenza del (solo) scorrere del tempo, è in grado di dare a quel dolore una dignità e uno spazio via via meno invasivo.
E probabilmente anche dei significati inaspettati.
Le auguro di potersi dedicare alla cura, qualsiasi sarà la forma che sceglierà.
Buongiorno, capisco la difficoltà che stai vivendo: la perdita di una figura così importante come un genitore, insieme alla fine di una relazione significativa, rappresentano due tra gli eventi più dolorosi e destabilizzanti che un giovane adulto possa affrontare. È naturale che tu senta un calo di energia, motivazione e interesse: il tuo sistema emotivo sta elaborando lutto e separazione, e questo spesso si manifesta con fatica a studiare, disinvestimento nelle attività quotidiane e senso di vuoto.
Ti offro alcuni suggerimenti pratici che possono aiutarti in questo momento impegnativo
1) Accogliere il lutto
Non pretendere di “funzionare” come prima: hai bisogno di tempo per dare un significato a ciò che è accaduto. Anche scrivere un diario, parlare con amici fidati o esprimere le emozioni in forme creative può aiutarti a dare un contenitore al dolore.
2) Piccoli obiettivi quotidiani
Quando ci si sente sopraffatti, guardare al “grande obiettivo” rischia di paralizzare. Meglio porsi compiti molto concreti e fattibili (es. studiare 20 minuti, aiutare in una singola mansione in azienda, fare una camminata). Questo ti darà un senso di ripresa graduale.
3) Routine di base
Cura del sonno, alimentazione regolare, attività fisica anche minima sono fondamentali: piccoli pilastri che sostengono la mente.
4) Separare studio/lavoro ed emozioni
Prova a ritagliarti momenti distinti: un tempo per occuparti del dolore (scrivere, parlare, ricordare suo padre), e un tempo breve ma focalizzato per studiare o lavorare. Creare “spazi diversi” aiuta a non confondere tutto in un’unica sensazione di blocco.
5) Non isolarsi
Il dolore porta spesso a chiudersi. Mantenere legami sociali, anche semplici (un caffè con un amico, una telefonata) è una forma di cura.
Considerata la profondità delle perdite che hai vissuto, io ti suggerisco anche un percorso psicoterapeutico: non come segno di debolezza, ma come opportunità di sostegno in questa fase della vita così complessa. Un lavoro terapeutico può aiutarti a elaborare il lutto, a comprendere i vissuti legati alla separazione e a ritrovare motivazione verso i tuoi progetti.
Con il tempo e con un supporto adeguato, potrai trasformare questa fase dolorosa in un momento di crescita interiore e di riscoperta di te stesso. Te lo auguro di cuore. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani – Psicologa Clinica, Terapeuta Voice Dialogue e lavoro sui sogni
Ti offro alcuni suggerimenti pratici che possono aiutarti in questo momento impegnativo
1) Accogliere il lutto
Non pretendere di “funzionare” come prima: hai bisogno di tempo per dare un significato a ciò che è accaduto. Anche scrivere un diario, parlare con amici fidati o esprimere le emozioni in forme creative può aiutarti a dare un contenitore al dolore.
2) Piccoli obiettivi quotidiani
Quando ci si sente sopraffatti, guardare al “grande obiettivo” rischia di paralizzare. Meglio porsi compiti molto concreti e fattibili (es. studiare 20 minuti, aiutare in una singola mansione in azienda, fare una camminata). Questo ti darà un senso di ripresa graduale.
3) Routine di base
Cura del sonno, alimentazione regolare, attività fisica anche minima sono fondamentali: piccoli pilastri che sostengono la mente.
4) Separare studio/lavoro ed emozioni
Prova a ritagliarti momenti distinti: un tempo per occuparti del dolore (scrivere, parlare, ricordare suo padre), e un tempo breve ma focalizzato per studiare o lavorare. Creare “spazi diversi” aiuta a non confondere tutto in un’unica sensazione di blocco.
5) Non isolarsi
Il dolore porta spesso a chiudersi. Mantenere legami sociali, anche semplici (un caffè con un amico, una telefonata) è una forma di cura.
Considerata la profondità delle perdite che hai vissuto, io ti suggerisco anche un percorso psicoterapeutico: non come segno di debolezza, ma come opportunità di sostegno in questa fase della vita così complessa. Un lavoro terapeutico può aiutarti a elaborare il lutto, a comprendere i vissuti legati alla separazione e a ritrovare motivazione verso i tuoi progetti.
Con il tempo e con un supporto adeguato, potrai trasformare questa fase dolorosa in un momento di crescita interiore e di riscoperta di te stesso. Te lo auguro di cuore. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani – Psicologa Clinica, Terapeuta Voice Dialogue e lavoro sui sogni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, la ringrazio per aver condiviso con me la sua esperienza, che mostra quanto abbia dovuto affrontare eventi significativi e dolorosi in un momento fondamentale della sua vita; spesso, perdite così importanti e la fine di relazioni profonde possono influenzare fortemente energie, motivazione e capacità di concentrarsi sul presente e sul futuro. Più che spingersi subito verso il raggiungimento degli obiettivi che si è prefissato, potrebbe essere utile concedersi il tempo e lo spazio per comprendere meglio come questi vissuti stiano agendo su di lei, riconoscendo che la difficoltà di “fare” non è una mancanza personale, ma un segnale del bisogno di elaborare ciò che è accaduto. Nel percorso di supporto psicologico potrebbe trovare un luogo sicuro in cui esplorare questi aspetti e, gradualmente, ritrovare la chiarezza e la motivazione per riorientarsi verso i traguardi che desidera raggiungere. Dott.ssa Rizzotti
Gent.mo utente,
i recenti traumi che ha vissuto in prima persona possono essere, senza dubbio, considerati un fattore che ha portato alla sua perdita di motivazione in ambito di studio e in ambito lavorativo.
sono eventi che dal punto di vista emotivo si somigliano: in entrambi i casi viene a mancare una figura importante della sua vita, un punto di riferimento, un supporto o magari un onesto contraddittorio. Si crea un vuoto che destabilizza la vita di tutti i giorni, perché ogni abitudine poteva in qualche modo legarsi alla sua partner oppure a suo padre. La testa si riempie di pensieri che si affannano a tornare indietro nel tempo cercando di cambiare ciò che non può essere cambiato, cercando risposte a domande che non può più fare alle persone interessate, chiedendosi se le cose potevano andare diversamente e se il suo ruolo poteva essere decisivo in questo.
La mente diventa come una spugna che assorbe avidamente negatività e pessimismo e toglie energie preziose per le più banali attività quotidiane, con un impatto sulla motivazione a far bene il proprio lavoro, a studiare, a porsi obiettivi concreti per il miglioramento personale.
Eppure non c'è nulla di nuovo in questo. La vita è fragile, piena di insidie e ostacoli, eventi imprevedibili, relazioni che si perdono. Siamo costantemente in acque impetuose. Questo non vuol dire sminuire la sua sofferenza, bensì darle un valore nuovo: quello della possibilità di rinascere più forti e saggi proprio dai traumi più importanti.
Per avviare questo processo di rinascita, spesso, è utile avvalersi di un supporto professionale con cui intraprendere un percorso psicologico mirato alla gestione di queste emozioni difficili, ma anche alla ricerca di nuovi bisogni, nuove motivazioni che possono consentire di voltare pagina.
Ci sono strategie che possono essere efficaci, ma la forza di volontà non è sempre sufficiente. E' importante avere una guida, un metodo che le possa consentire di diventare più agile e flessibile mentalmente, capace di accettare la volatilità degli eventi e generare compassione verso sé stesso. La consapevolezza del momento presente è una delle chiavi per distogliere l'attenzione dal flusso di pensieri intrusivi e tornare a concentrarsi su ciò che è veramente prioritario per la sua vita attuale, su ciò che può generare emozioni positive e attività coinvolgenti, nuove interessanti connessioni sociali e un solido progetto per la realizzazione personale.
Il primo passo lo ha già compiuto rendendosi conto di dover affrontare una fase difficile, ora deve fare il secondo, quello di cercare il giusto supporto.
Se desidera maggiori informazioni, sono a disposizione. Anche online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
i recenti traumi che ha vissuto in prima persona possono essere, senza dubbio, considerati un fattore che ha portato alla sua perdita di motivazione in ambito di studio e in ambito lavorativo.
sono eventi che dal punto di vista emotivo si somigliano: in entrambi i casi viene a mancare una figura importante della sua vita, un punto di riferimento, un supporto o magari un onesto contraddittorio. Si crea un vuoto che destabilizza la vita di tutti i giorni, perché ogni abitudine poteva in qualche modo legarsi alla sua partner oppure a suo padre. La testa si riempie di pensieri che si affannano a tornare indietro nel tempo cercando di cambiare ciò che non può essere cambiato, cercando risposte a domande che non può più fare alle persone interessate, chiedendosi se le cose potevano andare diversamente e se il suo ruolo poteva essere decisivo in questo.
La mente diventa come una spugna che assorbe avidamente negatività e pessimismo e toglie energie preziose per le più banali attività quotidiane, con un impatto sulla motivazione a far bene il proprio lavoro, a studiare, a porsi obiettivi concreti per il miglioramento personale.
Eppure non c'è nulla di nuovo in questo. La vita è fragile, piena di insidie e ostacoli, eventi imprevedibili, relazioni che si perdono. Siamo costantemente in acque impetuose. Questo non vuol dire sminuire la sua sofferenza, bensì darle un valore nuovo: quello della possibilità di rinascere più forti e saggi proprio dai traumi più importanti.
Per avviare questo processo di rinascita, spesso, è utile avvalersi di un supporto professionale con cui intraprendere un percorso psicologico mirato alla gestione di queste emozioni difficili, ma anche alla ricerca di nuovi bisogni, nuove motivazioni che possono consentire di voltare pagina.
Ci sono strategie che possono essere efficaci, ma la forza di volontà non è sempre sufficiente. E' importante avere una guida, un metodo che le possa consentire di diventare più agile e flessibile mentalmente, capace di accettare la volatilità degli eventi e generare compassione verso sé stesso. La consapevolezza del momento presente è una delle chiavi per distogliere l'attenzione dal flusso di pensieri intrusivi e tornare a concentrarsi su ciò che è veramente prioritario per la sua vita attuale, su ciò che può generare emozioni positive e attività coinvolgenti, nuove interessanti connessioni sociali e un solido progetto per la realizzazione personale.
Il primo passo lo ha già compiuto rendendosi conto di dover affrontare una fase difficile, ora deve fare il secondo, quello di cercare il giusto supporto.
Se desidera maggiori informazioni, sono a disposizione. Anche online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno, ho letto con attenzione la domanda. Nell'ultimo anno ha attraversato due esperienze molto forti: la perdita di una figura fondamentale come un genitore e la fine di una relazione affettiva importante. Si tratta di eventi che possono mettere profondamente alla prova la stabilità emotiva e la capacità di concentrarsi sugli obiettivi personali. È comprensibile che, dopo simili cambiamenti, lei si senta privo di energie, poco motivato e faccia fatica a trovare un senso nelle attività quotidiane, dallo studio al lavoro in famiglia. Non è un segno di debolezza, ma la naturale reazione di una mente e di un corpo che stanno ancora cercando di elaborare ciò che è accaduto.
In momenti così delicati può essere importante non restare soli con il proprio dolore. A volte avere accanto qualcuno che ascolti senza giudicare, che offra uno spazio sicuro in cui dare voce a emozioni complesse, può fare una grande differenza. Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta non significa “non farcela”, ma prendersi sul serio e concedersi la possibilità di essere sostenuti. La scelta di a chi affidarsi spetta solo a lei: ciò che conta è sentire che quella persona le ispiri fiducia e le permetta di sentirsi compreso. Da lì può iniziare un percorso che non cancella le perdite, ma le aiuta a ritrovare nuove energie e prospettive.
In momenti così delicati può essere importante non restare soli con il proprio dolore. A volte avere accanto qualcuno che ascolti senza giudicare, che offra uno spazio sicuro in cui dare voce a emozioni complesse, può fare una grande differenza. Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta non significa “non farcela”, ma prendersi sul serio e concedersi la possibilità di essere sostenuti. La scelta di a chi affidarsi spetta solo a lei: ciò che conta è sentire che quella persona le ispiri fiducia e le permetta di sentirsi compreso. Da lì può iniziare un percorso che non cancella le perdite, ma le aiuta a ritrovare nuove energie e prospettive.
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Caro paziente,
Quello che stai vivendo è sicuramente molto pesante: la perdita di tuo padre e la fine di una relazione lunga sono eventi che lasciano inevitabilmente un segno profondo. È comprensibile che tu ti senta bloccato, senza energie né motivazione, e che anche studiare o aiutare in famiglia sia diventato difficile.
In situazioni come la tua non bastano solo “consigli pratici”: il dolore, il senso di vuoto e la perdita di direzione vanno affrontati in uno spazio sicuro, con qualcuno che sappia guidarti passo dopo passo.
Per questo sarebbe fondamentale iniziare un percorso di terapia: non è un segno di debolezza, ma il modo migliore per rimettere in ordine ciò che adesso sembra confuso e troppo pesante da gestire da solo.
Quello che stai vivendo è sicuramente molto pesante: la perdita di tuo padre e la fine di una relazione lunga sono eventi che lasciano inevitabilmente un segno profondo. È comprensibile che tu ti senta bloccato, senza energie né motivazione, e che anche studiare o aiutare in famiglia sia diventato difficile.
In situazioni come la tua non bastano solo “consigli pratici”: il dolore, il senso di vuoto e la perdita di direzione vanno affrontati in uno spazio sicuro, con qualcuno che sappia guidarti passo dopo passo.
Per questo sarebbe fondamentale iniziare un percorso di terapia: non è un segno di debolezza, ma il modo migliore per rimettere in ordine ciò che adesso sembra confuso e troppo pesante da gestire da solo.
Caro utente,
l'unico consiglio pratico utile e sensato è quello di intraprendere un percorso di supporto psicologico poichè con le difficoltà descritte è possibile che ci sia la necessità di elaborare eventi importanti accaduti in passato (la morte del padre e la fine di una relazione duratura) che hanno influenzato questo presente e il prossimo futuro. Altri consigli pratici probabilmente non sarebbero utili, anzi sarebbero dei palliativi di breve durata. Il supporto psicologico invece può offrire uno spazio in cui tirare fuori le cose, fare chiarezza e succevviamente metterle in ordine in modo da poter continuare serenamente a vivere la propria vita a pieno. Non per forza deve essere un percorso lungo, anche solo iniziare e provare e vedere come ci si trova nel processo potrebbe dare luce a un nuovo equilibrio.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
l'unico consiglio pratico utile e sensato è quello di intraprendere un percorso di supporto psicologico poichè con le difficoltà descritte è possibile che ci sia la necessità di elaborare eventi importanti accaduti in passato (la morte del padre e la fine di una relazione duratura) che hanno influenzato questo presente e il prossimo futuro. Altri consigli pratici probabilmente non sarebbero utili, anzi sarebbero dei palliativi di breve durata. Il supporto psicologico invece può offrire uno spazio in cui tirare fuori le cose, fare chiarezza e succevviamente metterle in ordine in modo da poter continuare serenamente a vivere la propria vita a pieno. Non per forza deve essere un percorso lungo, anche solo iniziare e provare e vedere come ci si trova nel processo potrebbe dare luce a un nuovo equilibrio.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buongiorno, sono addolorata per le sue perdite.
In un momento così delicato della sua vita è normale che si trovi in difficoltà ma sarebbe giusto potersi concedere uno spazio per esprimerle esprimere liberamente.
Come psicologi non possiamo dispensare consigli, non è il nostro compito, ma possiamo accompagnarvi verso le risposte che cercate perché sono proprio dentro di voi, vi offriamo solo le lenti giuste per vederle.
In un momento così delicato della sua vita è normale che si trovi in difficoltà ma sarebbe giusto potersi concedere uno spazio per esprimerle esprimere liberamente.
Come psicologi non possiamo dispensare consigli, non è il nostro compito, ma possiamo accompagnarvi verso le risposte che cercate perché sono proprio dentro di voi, vi offriamo solo le lenti giuste per vederle.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza la sua situazione. Quello che descrive è un periodo estremamente difficile: la perdita di suo padre e la fine di una relazione lunga e significativa rappresentano due eventi molto dolorosi, che inevitabilmente hanno un impatto sul suo equilibrio emotivo e sulla motivazione. Non si tratta quindi di una sua “mancanza di volontà”, ma della naturale reazione del suo sistema psicologico a una serie di traumi e cambiamenti ravvicinati.
È comprensibile che in questo momento lei faccia fatica a ritrovare energie per studiare o per occuparsi di responsabilità quotidiane. La mente, quando è sovraccarica di dolore, tende a rallentare, a perdere la spinta verso il futuro e a restare bloccata. Riconoscere questa condizione come una fase di elaborazione del lutto e di adattamento, piuttosto che come un fallimento personale, è un passaggio importante.
Per iniziare a rimettersi in movimento, più che pensare subito a grandi obiettivi, potrebbe essere utile concentrarsi su piccoli passi concreti e realistici. Stabilire delle routine quotidiane semplici ma regolari, darsi obiettivi raggiungibili (ad esempio un’ora di studio al giorno o un piccolo compito in azienda) può aiutarla a recuperare gradualmente fiducia in sé stesso. In parallelo, può essere molto prezioso cercare uno spazio di sostegno psicologico, nel quale elaborare il dolore delle perdite e trasformarlo in risorsa di crescita personale, piuttosto che viverlo come un peso che la trattiene.
Non dimentichi che, pur essendo giovane, ha già dimostrato di avere la capacità di stringere legami profondi e di portare avanti impegni importanti. Questo significa che le risorse dentro di lei ci sono, e che il momento che sta vivendo, per quanto doloroso, può rappresentare anche un’occasione per ridefinire i suoi obiettivi in modo più autentico e sostenibile.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
È comprensibile che in questo momento lei faccia fatica a ritrovare energie per studiare o per occuparsi di responsabilità quotidiane. La mente, quando è sovraccarica di dolore, tende a rallentare, a perdere la spinta verso il futuro e a restare bloccata. Riconoscere questa condizione come una fase di elaborazione del lutto e di adattamento, piuttosto che come un fallimento personale, è un passaggio importante.
Per iniziare a rimettersi in movimento, più che pensare subito a grandi obiettivi, potrebbe essere utile concentrarsi su piccoli passi concreti e realistici. Stabilire delle routine quotidiane semplici ma regolari, darsi obiettivi raggiungibili (ad esempio un’ora di studio al giorno o un piccolo compito in azienda) può aiutarla a recuperare gradualmente fiducia in sé stesso. In parallelo, può essere molto prezioso cercare uno spazio di sostegno psicologico, nel quale elaborare il dolore delle perdite e trasformarlo in risorsa di crescita personale, piuttosto che viverlo come un peso che la trattiene.
Non dimentichi che, pur essendo giovane, ha già dimostrato di avere la capacità di stringere legami profondi e di portare avanti impegni importanti. Questo significa che le risorse dentro di lei ci sono, e che il momento che sta vivendo, per quanto doloroso, può rappresentare anche un’occasione per ridefinire i suoi obiettivi in modo più autentico e sostenibile.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentile utente, comprendo come gli ultimi eventi della sua vita l'hanno parecchio scosso. Sono eventi complessi e difficili da gestire e superare. Leggo anche dal suo messaggio che nonostante questo ha voglia di riprendersi e di fare dei passi avanti su degli obiettivi che si è prefissato: questa è una cosa ottima, il fatto di voler migliorare e di sentire la motivazione ad andare avanti.
Si dia tempo, la morte di un genitore è un evento estremamente doloroso e come tale porta la necessità di trovare un nuovo spazio nella sua vita dove contenerlo.
Anche la fine di una relazione porta in sè una rottura, un allontanamento difficile da affrontare.
Quello che le posso dire è sicuramente di non colpevolizzarsi e di non credere che esista un tempo specifico entro il quale deve per forza stare bene, se si pone un limite questo non aiuta.
In ogni caso, anche quando sente di non aver voglia di aiutare in casa o nell'azienda di famiglia, cerchi di sforzarsi per farlo lo stesso. Non servono grandi cose, anche gestire una piccola attività, preparare o spreparare la tavola, riordinare con calma la casa... l'attivazione fisica contrasta la passività e la noia e porta a rompere un circolo vizioso pericoloso che può originare dalla stanchezza e poca attività fisica a cui consegue ulteriore stanchezza.
Infine le consiglio se sente bisogno di aiuto ulteriore il supporto di uno specialista in questa delicata fase della sua vita, per imparare degli strumenti che siano per lei utili e per avere un sostegno alla sua sofferenza.
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
Si dia tempo, la morte di un genitore è un evento estremamente doloroso e come tale porta la necessità di trovare un nuovo spazio nella sua vita dove contenerlo.
Anche la fine di una relazione porta in sè una rottura, un allontanamento difficile da affrontare.
Quello che le posso dire è sicuramente di non colpevolizzarsi e di non credere che esista un tempo specifico entro il quale deve per forza stare bene, se si pone un limite questo non aiuta.
In ogni caso, anche quando sente di non aver voglia di aiutare in casa o nell'azienda di famiglia, cerchi di sforzarsi per farlo lo stesso. Non servono grandi cose, anche gestire una piccola attività, preparare o spreparare la tavola, riordinare con calma la casa... l'attivazione fisica contrasta la passività e la noia e porta a rompere un circolo vizioso pericoloso che può originare dalla stanchezza e poca attività fisica a cui consegue ulteriore stanchezza.
Infine le consiglio se sente bisogno di aiuto ulteriore il supporto di uno specialista in questa delicata fase della sua vita, per imparare degli strumenti che siano per lei utili e per avere un sostegno alla sua sofferenza.
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
La ringrazio per aver condiviso con sincerità quello che sta vivendo. Affrontare nello stesso periodo la perdita di suo padre e la fine di una relazione così importante è qualcosa che mette a dura prova chiunque, e non sorprende che questo stia influenzando il suo modo di sentirsi, lo studio e la vita quotidiana.
È comprensibile desiderare dei consigli pratici per uscire da questa situazione, ma in momenti come questo non esistono indicazioni generiche che possano davvero essere efficaci. Più che regole o suggerimenti, ciò che può aiutarla è avere uno spazio in cui elaborare quello che è accaduto e costruire nuove strategie per ritrovare motivazione ed equilibrio. Un percorso psicologico può rappresentare un sostegno concreto in questa direzione.
Se lo desidera, sono disponibile anche online per offrirle supporto e accompagnarla in questo processo.
È comprensibile desiderare dei consigli pratici per uscire da questa situazione, ma in momenti come questo non esistono indicazioni generiche che possano davvero essere efficaci. Più che regole o suggerimenti, ciò che può aiutarla è avere uno spazio in cui elaborare quello che è accaduto e costruire nuove strategie per ritrovare motivazione ed equilibrio. Un percorso psicologico può rappresentare un sostegno concreto in questa direzione.
Se lo desidera, sono disponibile anche online per offrirle supporto e accompagnarla in questo processo.
Gentile utente, mi dispiace tanto per le dinamiche che ha raccontato. È tanto giovane e merita di migliorare la qualità di vita; potrebbe intraprendere un percorso di supporto psicologico per analizzare le emozioni ed i vissuti che si celano dietro a questi avvenimenti.
Mi occupo di rielaborazione del lutto, sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Mi occupo di rielaborazione del lutto, sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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