Buongiorno, questa settimana ho scoperto che il mio fidanzato con cui ho una relazione da Maggio d

24 risposte
Buongiorno,
questa settimana ho scoperto che il mio fidanzato con cui ho una relazione da Maggio dell'anno scorso (fidanzati ufficialmente a fine Luglio), mi ha tradito a metà Febbraio, quando era in Trentino con i compagni dell'università.
Inizio spiegando in breve la nostra relazione. Durante il primo periodo fino all'inizio dell'uni ad ottobre andava tutto a gonfie vele, una meraviglia, ci stavamo conoscendo, stava nascendo un amore molto grande e un legame intimo intenso, poi il nostro rapporto è iniziato a peggiorare per una serie di cose: io lavoravo tanto e nel mentre avevo l'università, lui non riusciva a passare un esame della triennale che lo vincolava a non proseguire la magistrale, sostanzialmente, non riusciva a laurearsi. Lui aveva tanto stress addosso e sicuramente la sua situazione familiare non aiutava, dato che i suoi genitori lo avevano praticamente costretto a fare ingegneria e a lui iniziava a stare stretto tutto. E' un ragazzo molto artistico, fa foto, disegna, dipinge, suona...praticamente l'anti ingegnere. Io d'altra parte avevo bene o male le idee chiare su quello che dovevo e volevo fare, lavorando già in un contesto che mi piaceva ed era affine al mio percorso di studi(lavoro in una Galleria D'arte e studio storia dell'arte), ma ero troppo attaccata emotivamente a lui, veramente tanto, del tipo che aspettavo con ansia la sua chiamata la sera, e se non mi salutava bene ci stavo male, se discutevamo per stupidaggini io mi assumevo sempre la colpa con me stessa e ci stavo troppo male, anche per stupidaggini, poi tante altre cose, che ora neanche mi ricordo più perchè le ho corrette tutte. Comunque lui tendeva a portare tutto questo strees esterno all'interno della relazione, e io non lo capivo, per quello mi sentivo come se fosse sempre colpa mia e lui non aiutava, perchè mi diceva spesso che sembrava convivessimo, che io avevo sempre degli impegni (nel mentre io facevo la dogsitter, quindi capitava che quando veniva a casa mia, io avevo i cani a casa e ovviamente non potevamo andare in giro, ma comunque quando lui veniva da me il weekend, perchè vivo da sola a Torino, quindi stavamo sempre da me, comunque lui diceva che doveva studiare e anche io dovevo studiare per gli esami, quindi studiavamo insieme, non è che potessimo fare grandi cose). Per farla breve, non ne andava bene una, lui si lamentava, ma non capiva che era giustamente un periodo che doveva essere così, tutti gli studenti universitari bloccano un po' le loro vite a dicembre gennaio per gli esami, non mi sembra qualcosa di assurdo. Io la vedevo così, è un periodo, dobbiamo aiutarci e volerci bene, invece lui ricercava la spensieratezza, la leggerezza nelle cose, che io ovviamente in quel periodo faticavo a dare già a me stessa per quante cose avevo da fare e lui non riusciva perchè era veramente stressato e sotto pressione (famiglia, corsi della magistrale, esame in cui veniva sempre bocciato e la tesi che non poteva cominciare a scrivere fino a quando non passava quel dannato esame).
lo sentivo sempre più lontano e non capivo in quel periodo cosa ci fosse di sbagliato in me.
Ad ogni modo, andiamo alle cose importanti. A fine Gennaio finalmente passa questo esame e scopre che si dovrebbe laureare il 14 Febbraio.
Lui non mi voleva alla sua laurea e allora abbiamo discusso fino a che ho caduto e gli ho detto va bene, fai come vuoi. A me sembrava assurdo e in più tutte le persone che avevo intorno, i miei genitori, le mie amiche, anche la mia titolare, mi confermavano che era assurdo. Ma io per mantenere la pace, ho accettato il suo punto di vista e non sono andata. il suo punto di vista: non voleva nessuno alla sua laurea, tranne ovviamente i genitori che gli hanno pagato l'università, quindi sembrava sensato, non ha neanche invitato i suoi amici dell'infanzia (un ragazzo e una ragazza che io conosco bene) e neanche i suoi amici dell'uni, che c'erano ovviamente perchè si laureavano anche due sue compagne che fanno parte del suo gruppo di amici. Altra cosa da specificare: lui è di Alessandria, e studiava a Genova e io non ho mai conosciuto nessun suo amico di Genova, altro motivo per cui mi sono arrabbiata del fatto che non mi avesse invitato alla laurea, perchè mi avrebbe fatto stra piacere conoscere i suoi amici, ma soprattutto speravo che facesse piacere a lui presentarmi ai suoi amici. Anche questa cosa l'ho sempre buttata giù, perchè lui non voleva mischiare le cose, voleva che fossero separate e posso ancora accettarlo, però in alcune occasioni è anche una cosa molto bella io credo, almeno, io l'ho incluso sempre dappertutto perchè sono orgogliosa di averlo come fidanzato e lui, non che non lo sia, ma a causa anche di una relazione che ha avuto durante le superiori, che lo limitava tanto (la sua ex era tanto gelosa), non voleva sentirsi limitato da me e quindi preferiva che rimanessero separate le cose. Io gli ho sempre detto che non doveva essere una ricorrenza, io vivo a Torino, quindi andare a Genova quando andava anche lui mi veniva complicato tra uni e lavoro. Che poi tra le altre cose, lui è un tipo molto solitario, in quel gruppo di compagni di uni alla fine ha due veri amici, gli altri come li chiama lui, sono conoscenti. e molte volte tra ottobre e gennaio ha preferito fermarsi o venire da me piuttosto che andare da loro, nonostante io gli dicessi che uscire gli avrebbe fatto bene. Non per farmi passare come la donna perfetta, ma io veramente gli ho sempre lasciato i suoi spazi, io capisco che a 22 anni è anche giusto vivere, e poi io sono estremamente indipendente, vivendo da sola, pagandomi l'affitto, lavorando già e tutto, comprendo determinate cose da persona appunto indipendente, del tipo, se voglio uscire con le mie amcihe ci esco, nessuno mi deve limitare soprattutto una persona che ti ama, e lui in questo è stato veramente super, capiva i miei spazi, le mie esigenze e io ridavo a lui quello che riceveva. proprio per questo trovo assurdo quello che ha fatto. Sostanzialmente, prima della sua laurea, io ero arrabbiata, quelle settimane avevano fatto veramente schifo, non ci capivamo, ci sentivamo per obbligo, lui era distaccato, ma troppo, veramente troppo. E io cercavo di farlo stare tranquillo perchè capivo che aveva la laurea, era in ritardo con la tesi, io capivo tutto, ma quando sono andata da lui il giorno prima della laurea, avevo proprio la testa che mi scoppiava, non riuscivo a trovare la logica del suo non includermi in questo giorno importante della sua vita. In più, casualità vuole, che sapendo che oramai non andavo più, mi sono presa l'impegno con la mia titolare di andare ad una fiera d'arte a Genova e lui pur sapendo che io ero lì, non ha pensato per un secondo che poteva invitarmi alla festa con i suoi amici dopo. Potevo fermarmi lì con lui dopo la fiera, ma lui mi diceva che sarebbe stata unica delle ultime occasioni in cui stare lì con loro e chiudere questo percorso e passare la sera a chiacchiarare con i suoi due amici del gruppo, e va bene, ho capito, gli ho lasciato i suoi spazi e fine. però io quel giorno, prima della laurea ero un fiume in piena, non capivo più nulla, mi sembrava volesse nascondermi da qualcosa, da una sua vita parallela e non capivo, perchè mi sono sempre fidata ciecamente e mi sembra assurdo avere quella visione lì.
Lui si arrabbia con me, mi dice che una scenata così il giorno prima della laurea era una cosa assurda, da matti e ci siamo insultati, mandati a fanculo e fine. lui mi aveva invitata il giorno dopo a pranzo con i suoi, il sabato, in trattoria, e io non sapevo se andare o meno, non lo sapevo, mi sentivo stupida, ferita che lui non avesse neanche per un momento provato a capire il mio punto d vista. niente alla fine sabato mattina l'ho chiamato, abbiamo di nuovo litigato, io sono andata e abbiamo cercato di chiarire per quello che potevamo, ma sapevamo entrambi che si era ormai rotto qualcosa, che c'era qualcosa di sbagliato, di strano tra di noi. Io torno a casa la sera, ci sentiamo e lui dice che mi ha visto in un modo quel giorno prima della laurea che gli ha fatto cambiare il suo modo di vedermi e che appunto non sapeva. io gli ho detto che durante la sua settimana di vacanza lo avrei lasciato tranquillo (il giorno dopo il pranzo con i suoi, che era una domenica sarebbe partito per Trentino, una ricorrenza di tutti gli anni con i suoi compagni di uni), e che se voleva sentirmi di farsi vivo. Fino a martedì non ci siamo sentiti e quando mi ha chiamato io ero così arrabbiata che gli ho vomitato tutto quello che avevo tenuto dentro in quel periodo, tutte le cose che aveva sbagliato, ero nera per come mi faceva sentire in colpa, quando anche lui aveva sbagliato. si era veramente rotto qualcosa. Il giovedì ci scirviamo per messaggio, per me era finita e glielo stavo facendo capire, e gli ho chiesto se potevamo sentirci almento per l'ultima volta. decidiamo in quella chiamata di vederci al suo rientro per un caffè a Torino. Quel giorno, io non sapevo se saremmo guariti o meno, fatto sta che ci siamo visti e sapevamo che non era finito nulla, ma proprio nulla. e abbiamo provato a capire i nostri punti di vista e ci siamo promessi di ricominciare, questa volta meglio, molto meglio di prima. Da quel momento in poi, tutto veramente, ma veramente meraviglioso, ci stavamo di nuovo innamorando completamente. Io ero rinata nei confronti di me stessa, in questi due mesi, capendo che per me prima era quasi tossico come attaccamenteo, ho capito che dovevo cambiare in primis per me stessa, perchè altrimenti non stavo bene. allora ho lavorato sul stare bene con me stessa, a prendermi e respirare da sola, senza avere la mia felicità aggrappata a lui. Quindi, veramente è stato un periodo bellissimo fino a questo lunedì quando ho fatto uan scoperta brutta. Ho trovato in camera sua un bigliettino di una ragazza, una certa Isa, con la data 10/10/2024, ultimo giorno di una sua vacanza in Sardegna con un suo amico e una sua compagna entrambi dell'uni. In più mi aveva detto che ci sarebbe stata la sorellastra di questa sua compagna, appunto questa Isa. Io ero serenissima, ero contenta che andava e fine. stavamo anche da poco insieme, quindi bom. In sto bigliettino lei diceva delle cose molto intime, si riferiva a dei momenti che c'erano stati tra di loro, al fatto che nelle ultime settimane aveva pensato a lui e a dormirci insieme, pensava a quando si guardavano negli occhi, ma che si doveva mettere l'anima in pace perché sapeva che non c'era più nulla. e che non voleva convincerlo a cambiare idea e accettava la decisione del mio fidanzato di non voler avere più nulla con lei. Io bam, non ci ho capito più nulla, lui non mi aveva raccontato nulla di questa ragazza, mi aveva raccontato di tutte le ragazze con cui c'era stato qualcosa, ma che non sfociava in una relazione, tutte, ma lei, che era quella più recente, perchè era conclusa proprio prima che mi conoscesse, di lei non mi aveva raccontato nulla, anzi!!! Mi aveva detto che quando mi aveva conosciuta stava cercando di mettere una pietra sopra a una ragazza, che lui aveva identificato come cugina di questa amica, che studiava a Milano, ma con cui appunto c'era stato qualcosina, ma non era sfociata in relazione. Non aveva spiegato molto di lei, mai uscita in alcun discorso, mai...io quindi sono caduta veramente dal pero. allora ho iniziato a frugare e ho trovato un agenda del mio lui, con scritta una cosa per lei, con scritto Dicembre 2024 sopra, in cui diceva che lui in questo momento era in un periodo complicato della sua vita, che avrebbe voluto quella sera sul terrazzo (riferito alla montagna di febbraio 2024, dove io per lui ancora non esistevo, almeno questo è quanto mi ha detto lui) baciarla, fare l'amore con lei, ma che appunto non c'era più nulla da fare, che bisognava andare avanti e che magari un futuro si sarebbero reincontrati e si sarebbero accorti di essere innamorati. altra bomba per me. allora io lo sentivo così perché lui aveva un'altra per la testa. Gli chiedo spiegazioni e lui mi racconta tutto, mi racconta cosa era stato per lui questa ragazza, la loro storia, mai sfociata in relazione e conclusa perché lui poi ha conosciuto me e fine, si è innamorato e ha deciso di mettersi con me. Comunque io ho iniziato a fargli un sacco di domande, perchè me lo ha nascosto, perchè non mi ha mai detto nulla, e soprattutto se ci è andato a letto quando stava con me. Ormai l'avevo scoperto e bom mi ha detto che quella settimana in trentino, dopo la nostra litigata al telefono ci è andato a letto. Io lo insultato, ho pianto ero disperata, me ne sono andata da casa sua, lui mi ha inseguito. Io non capisco, mi sembra surreale, mai veramente mai avrei pensato che lui mi avrebbe tradito, sempre se è da considerarsi tradimento, di fatto sapevamo entrambi in quel periodo che si era rotto qualcosa, ma non ci eravamo detti che era finita, forse c'è lo dicevamo solo a noi stessi. Lui si è giustificato, era disperato, non avevo mai visto una cosa del genere, una disperazione del genere, perchè poi scoprirlo ora che stavamo veramente bene, che siamo veramente innamorati, è così ingiusto, che mi viene male.
Quindi la mia domanda ora è? Cosa devo fare? io se penso a lui con lei mi viene il rigurgito, se penso al fatto che non mi ha detto nulla per tutto questo tempo sto male, mi chiedo se posso ancora fidarmi di lui.
lui mi ha detto che non mi ha mai detto nulla, all'inizio, quindi ad Ottobre, perchè non voleva che io lo limitassi e percè lui ci aveva veramente messo una pietra sopra di lei e che quando le cose tra noi si sono fatte complicate ha iniziato a fantasticare a come sarebbe potuta essere con lei e questo è successo quando ha scritto quella cosa a Dicembre. Il problema che tutto per me si basava sulla fiducia, sincerità, e lui veramente è caduto in una cosa banale, scontata in questi giorni e io vermanete avevo visto in lui il classico ragazzo anni 80 con la testa sulle spalle, e soprattutto buono, mi sono sempre sentita molto al sicuro con lui e quindi scoprire questo ora mi porta a perdere completamente l'idea che avevo di lui.
cosa posso fare, lui è veramente pentito, io non riesco a capire perchè non si è fidato a dirmi tutto subito, ne avremmo parlato e sarebbe stato tutto diverso o forse no. Comunque a prescindere dalle sue giustificazioni, a prescindere da tutto io non so se posso più fidarmi di lui, anche se il mio cuore sa di sì, perchè veramente lo visto pentito, io non so se io reisco a perdonare questa mancanza di rispetto nei miei confronti.
e questo mi fa arrabbiare così tanto, perchè stavamo costruendo qualcosa di bello, pensavamo alle cose belle che avremmo fatto questa estate, non lo so sono tanto confusa ora.
Dott. Gianluca Pignatelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso con sincerità ciò che sta attraversando. Questo primo messaggio è già un passo importante: le ha permesso di iniziare a mettere in ordine i pensieri, dare voce al dolore e riconoscere ciò che ha vissuto. È naturale che in questo momento si senta ferita, delusa, confusa. Ha dato molto a questa relazione e ora si trova a fare i conti con una realtà che fa male, soprattutto dopo aver provato a ricostruire un legame che sembrava in ripresa.
Proprio perché si tratta di un vissuto profondo e complesso, il passo successivo potrebbe essere quello di iniziare un percorso di psicoterapia. L’obiettivo non è solo elaborare quanto accaduto, ma anche lavorare su alcuni aspetti che potrebbero aiutarla a ritrovare un senso di stabilità e benessere, a prescindere da ciò che deciderà di fare rispetto a questa relazione.
Intraprendere un percorso psicologico potrebbe aiutarla a capire se vuole provare a riprendere il rapporto con maggiore consapevolezza o se, invece, è il momento di chiudere, senza portare con sé il peso di questa storia nelle nuove conoscenze o relazioni.
Resto a disposizione, se lo desidera, per fissare un primo colloquio online o in presenza.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli

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Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

quanta vita e quante emozioni in queste righe… sembra quasi di leggere il diario di una relazione che ha vissuto intensamente ogni sfumatura del sentirsi insieme e del sentirsi soli, allo stesso tempo.
Mi ha colpito molto come, nella sua domanda, si intreccino fiducia e rabbia, amore e dubbio, perdono e identità. Si è mai chiesta cosa significhi per lei “poter fidarsi di nuovo”?
A volte, per comprendere davvero ciò che vogliamo oggi, è necessario dare nuovo significato a ciò che abbiamo vissuto ieri.
Mi contatti pure.

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Irene Orlandelli
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Utente,
la ringrazio per aver condiviso con tanta autenticità ciò che sta vivendo. Quello che descrive è un momento di grande dolore emotivo, confusione e incertezza, che mette in discussione non solo il rapporto di coppia, ma anche il suo senso di fiducia, la percezione di sé, e le sue scelte.
L’esperienza del tradimento, soprattutto quando avviene in un momento in cui si è scelto consapevolmente di investire nuovamente nella relazione, può generare una frattura interna molto profonda. È del tutto normale, in queste circostanze, sentire emozioni contrastanti: amore e rabbia, bisogno di chiarezza e desiderio di fuggire, senso di colpa e bisogno di essere rassicurata.
In terapia, quando una persona affronta una ferita come quella che descrive, il primo passo non è “decidere” cosa fare, ma riconnettersi con i propri bisogni autentici. Talvolta si resta dentro un legame per paura di perdere un affetto che ci definisce, più che per il reale benessere che ci procura. Il mio consiglio è quello di concedersi uno spazio protetto, come può essere quello terapeutico, per poter rielaborare tutto ciò che è emerso con rispetto, cura e senza fretta. Non si tratta solo di salvare o meno un rapporto, ma soprattutto di non perdere sé stessa dentro la storia di qualcun altro.
Resto a disposizione, qualora sentisse il bisogno di approfondire questo percorso insieme.
Dott.ssa Irene Orlandelli
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
comprendo perfettamente quanto la sua situazione sia complessa e dolorosa. Scoprire un tradimento, soprattutto in un momento in cui la relazione sembrava rinata, provoca inevitabilmente uno squilibrio profondo di emozioni, pensieri e certezze. Il suo racconto evidenzia con grande lucidità sia le dinamiche della vostra relazione che le sue personali fragilità e forze. Proprio per questo la sua domanda è estremamente importante.

Partiamo da alcuni punti chiave:

1. Il tradimento come evento e come significato
Non esistono tradimenti "più gravi" o "meno gravi" in senso assoluto: ciò che conta è il significato che ognuno di noi attribuisce alla lealtà, alla sincerità e alla fiducia. Lei stessa dice che la vostra relazione si fondava molto sulla fiducia e sulla trasparenza. È normale quindi che questa scoperta abbia minato profondamente la sua percezione della relazione e della persona che ha accanto.

2. Il contesto emotivo di entrambi
Dal suo racconto emerge chiaramente che il tradimento non è nato da un sentimento d’amore verso un’altra persona, ma piuttosto da una somma di frustrazioni, insicurezze e bisogni non gestiti. Questo non lo giustifica, ma aiuta a capire il "perché" sia successo. Lei stessa ha vissuto un periodo di forte attaccamento emotivo, quasi simbiotico, mentre lui cercava una leggerezza che in quel momento non riuscivate a trovare insieme.

3. La gestione della rabbia e del dolore
Le emozioni che sta provando – rabbia, disgusto, delusione, paura di fidarsi ancora – sono assolutamente legittime. Non si deve colpevolizzare per questo. È giusto dare spazio a questi sentimenti e non minimizzarli, perché solo attraversandoli potrà capire davvero cosa desidera per sé stessa e per il vostro futuro.

4. Il perdono e la fiducia si scelgono, non si impongono
Il fatto che il suo fidanzato si sia mostrato pentito è un segnale importante, ma non sufficiente. Perdonare non significa dimenticare o far finta di nulla, ma piuttosto decidere se e come ricostruire, con consapevolezza, una fiducia che ora è venuta meno. È un processo che richiede tempo, chiarezza, onestà reciproca e, soprattutto, che sia lei a volerlo davvero, senza pressioni.

5. Cosa può fare ora
Le suggerisco di prendersi uno spazio per sé stessa, senza la fretta di decidere subito. Si dia il permesso di ascoltare i suoi bisogni: ha bisogno di tempo? Di altre spiegazioni? Di distanza per capire? Non c’è una risposta giusta in assoluto, ma c’è una risposta giusta per lei.

Conclusione
Situazioni come questa toccano corde profonde della nostra identità e delle nostre relazioni affettive. È normale sentirsi smarriti e sovraccarichi. Proprio per questo motivo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista, per poter esplorare meglio le sue emozioni, comprendere i propri bisogni e trovare strumenti per affrontare questa crisi relazionale in modo sano e costruttivo, sia per sé stessa che per la coppia.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso una parte così intima e dolorosa della sua storia. Le sue parole raccontano non solo la cronaca di una relazione complessa e intensa, ma soprattutto il vissuto profondo di una giovane donna che ha dato tutta sé stessa per amore, che ha amato con dedizione, cura, sacrificio e con quella fiducia che, come giustamente dice, è l’elemento portante su cui si costruisce un legame sano. Quello che sta vivendo ora è una fase di forte disorientamento emotivo. Lei ha subito una frattura che non è solo tra sé e il suo compagno, ma anche dentro di sé: tra ciò che sentiva essere reale e ciò che ha scoperto esserlo solo in parte. Il tradimento che ha scoperto non è semplicemente un atto fisico, ma è, soprattutto, una rottura della narrazione condivisa che stava costruendo con lui. È come se fosse stata improvvisamente catapultata fuori da una casa che stava arredando con cura, e ora si trova in mezzo a un paesaggio che non riconosce più. È importante che lei sappia che le sue reazioni sono legittime. Il dolore, il disgusto, la rabbia, il senso di smarrimento, l’impossibilità di distinguere chiaramente se quella che ha ricevuto sia una coltellata o una ferita “giustificabile” da circostanze confuse: tutto questo è umano e comprensibile. Il fatto che in quel periodo la relazione fosse traballante non cancella il fatto che c’era un legame ancora vivo, che non vi eravate lasciati e che lui aveva la possibilità di scegliere un'altra strada, più onesta e rispettosa. Non lo ha fatto, e lei ha diritto a stare male per questo. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che possiamo osservare è che lei ha interpretato questa relazione con un forte senso di responsabilità personale. Spesso si è attribuita colpe che non erano sue, ha giustificato comportamenti del suo partner, ha messo da parte i suoi bisogni pur di mantenere la relazione stabile. Questo tipo di schema (quello che chiamiamo "schema di autosacrificio" o di "compiacenza") è molto comune nelle relazioni in cui uno dei due partner è in difficoltà emotiva, e l’altro si prende inconsciamente il ruolo di “salvatore”. Ma quando si sacrifica troppo di sé per tenere in piedi una relazione, spesso si perde la connessione con i propri limiti, e si rischia di tollerare anche ciò che non dovrebbe essere tollerato. Ora lei è davanti a un bivio. Da una parte c’è l’amore profondo che prova per questa persona, l’empatia per la sua fragilità, il desiderio di salvare qualcosa che ha ricominciato a vivere con pienezza. Dall’altra c’è la delusione profonda, il dolore per un gesto che percepisce come un tradimento del patto più importante: quello della sincerità, della trasparenza, del rispetto. La domanda “Cosa devo fare?” non ha una risposta univoca, perché non esistono scelte giuste o sbagliate in assoluto, ma solo strade che lei può percorrere in base a ciò che è importante per sé, ai suoi valori, a ciò che è disposta a ricostruire e a ciò che non è più disposta a tollerare. Potrebbe essere utile chiedersi: “In quale direzione mi sentirei più in pace con me stessa?” Se decidesse di proseguire questa relazione, sarebbe necessario che lui non solo si assuma completamente la responsabilità di ciò che ha fatto, ma che costruisca nel tempo una nuova forma di affidabilità, fatta di apertura, coerenza, disponibilità a parlare anche del dolore, senza più omissioni. In questo percorso lei non deve dimenticarsi di sé, anzi, deve ricordare ogni giorno il valore della sua dignità, dei suoi bisogni e dei suoi confini. Se, invece, scegliesse di interrompere questa relazione, non sarebbe un fallimento. Sarebbe, piuttosto, una decisione consapevole di protezione e rispetto verso se stessa. Non tutte le relazioni devono essere riparate, anche se l’amore c’è. A volte amare significa proprio lasciar andare, perché si comprende che restare significherebbe tradire sé stessi. In entrambi i casi, però, sento importante sottolineare che sarebbe prezioso per lei avviare un percorso personale di psicoterapia. Non per “curare” una ferita che col tempo si rimarginerà, ma per rafforzare ancora di più quella nuova consapevolezza che ha già iniziato a costruire: l’importanza di stare bene con sé stessa, di non fondare la propria stabilità emotiva sull’altro, di mantenere sempre il proprio centro. La sofferenza di oggi può diventare, anche se ora sembra assurdo pensarlo, un punto di svolta, una pietra miliare nella costruzione della sua forza personale. Qualsiasi scelta farà, non deve farla da sola e soprattutto non deve farla in fretta. Si conceda il tempo e lo spazio per ascoltarsi davvero. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Maria Vincenza Eterno
Psicologo, Psicologo clinico
Medicina
Gent.ma,

E' un ottima strategia scrivere quello che si pensa e che si prova, può essere un ottimo punto di partenza per dare ordine agli eventi, attraverso l'aiuto di un percorso psicologico.

Rimango a disposizione.
Un gentile saluto.
Maria Vincenza Eterno
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, penso che la fiducia sia proprio al centro di tutto il suo racconto. Fiducia e sicurezza mi sembrano le due parole importanti per lei. Quindi, forse, è importante ritagliarsi uno spazio di confronto per voi due in cui lei possa esprimere le cose importanti per lei in una relazione. Se avrà bisogno di alcuni incontri di confronto io sono a disposizione. Buona Giornata.
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Buon pomeriggio, come si sente oggi rispetto ai giorni scorsi? In questo momento di dolore e confusione, è importante riconoscere e accettare le emozioni che la coinvolgono senza giudicarle. Potrebbe essere opportuno darsi un'opportunità di riconoscere i sentimenti di fiducia infranta, rabbia e smarrimento, per riportarli in equilibrio e supportarli in quanto è del tutto legittimo sentirsi smarriti di fronte a pressioni costanti sia emotive che fisiche. Gestire la vita propria, l'università, il lavoro e l'altro non sono affatto situazioni che scorrono da sole. Parlarne con persone fidate e con un professionista potrebbe essere un buon modo per chiarire determinati aspetti, ma soprattutto ritrovare la serenità.
Le auguro di ascoltare se stessa, e cerca di capire le prima le sue priorità, a partire dal suo benessere psicofisico.
Se vuole parlarne ancora, resto a disposizione.
Spero di aver colto l'essenza della sua domanda. Nella lunghezza del messaggio avrei potuto saltare alcune parti importanti.
Un saluto,
Dr.ssa Manuela Valentini

N.B.
Appena potrà si immerga nella galleria d'arte, nell'opera che catturerà spontaneamente la sua attenzione per immergersi completamente. A volte l'arte raggiunge sensazioni che svolgono un ruolo emotivo, maggiore, rispetto alle parole che si possono esprimere attraverso il linguaggio verbale.
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
la ringrazio per aver condiviso un’esperienza così complessa e carica di vissuti profondi. Comprendo quanto possa essere difficile dare forma, anche solo a parole, a una storia che ha coinvolto aspetti così significativi della sua vita emotiva, dei suoi valori e della sua identità relazionale. Vorrei cominciare dicendole che è del tutto comprensibile sentirsi scossa, confusa e ferita: ciò che sta vivendo è il risultato di una profonda discontinuità emotiva e relazionale, e i suoi sentimenti meritano piena legittimazione e ascolto.

Dare senso a quanto accaduto non significa trovare una colpa o un errore da attribuire, ma comprendere quali significati personali e relazionali si siano attivati in lei all’interno di questa esperienza. Le sue parole mostrano chiaramente quanto lei abbia investito in questa relazione: affetto, cura, presenza, flessibilità, ma anche un grande impegno nel tentare di “tenere insieme” qualcosa che, da un certo punto in poi, ha iniziato a mostrarle segnali di disallineamento emotivo.

Spesso, nelle relazioni significative, il bisogno di riconoscimento reciproco e di sentirsi inclusi nella vita dell’altro rappresenta una parte fondamentale della costruzione di un legame sicuro. Il fatto che lui abbia deciso di escluderla dalla sua laurea, e più in generale da alcuni aspetti del suo mondo sociale, è probabile che abbia attivato in lei vissuti di invisibilità, di svalutazione e forse di rifiuto. Non è “esagerato” sentirsi feriti quando non si viene riconosciuti o integrati in momenti importanti: la sua reazione emotiva ha una logica e un significato profondo.

Inoltre, il fatto che lei abbia descritto di essersi spesso sentita responsabile per le tensioni nella coppia — arrivando persino a mettersi in discussione per dinamiche che non dipendevano solo da lei — suggerisce quanto lei sia stata coinvolta nel tentativo di “reggere” il rapporto, anche a costo del proprio benessere.

È anche importante riconoscere che il tradimento ha rappresentato non solo una ferita nel patto relazionale, ma una vera e propria frattura nella fiducia che aveva riposto nel legame. La scoperta dell'infedeltà, avvenuta a distanza di tempo, può aver confermato un senso di sospetto o di esclusione che lei, in parte, aveva già iniziato a percepire. Ma è fondamentale sottolineare che sentirsi traditi non è solo un fatto, è un'esperienza interna che parla anche del bisogno di trasparenza, reciprocità e coerenza nei rapporti.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la fiducia con cui ha condiviso una parte così densa e complessa della sua storia. Le sue parole trasmettono con chiarezza il dolore, lo smarrimento e il senso di rottura profonda che sta vivendo. È evidente quanto lei abbia investito emotivamente, con cura, intelligenza e disponibilità, all’interno di questa relazione, cercando non solo di esserci per l’altro, ma anche di migliorare sé stessa lungo il cammino.

Quello che ha scoperto è un trauma. Non tanto e non solo per il gesto fisico in sé, quanto per tutto ciò che questo gesto rappresenta: la rottura di una fiducia, di un'immagine idealizzata, ma anche di una coerenza che lei aveva trovato nella sua scelta affettiva. Il tradimento, in questo contesto, non è solo un evento isolato, ma la manifestazione di un processo interno (e relazionale) che probabilmente stava maturando da tempo, e che lei (pur percependolo) ha cercato di contenere, comprendere, affrontare.

Lei ha già avviato, con grande lucidità, una riflessione interiore molto importante: ha riconosciuto dinamiche precedenti nella relazione che la mettevano in una posizione di fragilità emotiva, ha lavorato per ritrovare un suo baricentro e, al momento della riconciliazione, si è posta in modo più consapevole e autonomo. Questo passaggio è fondamentale e merita rispetto.

Il problema che ora si pone non è tanto "se" perdonare, ma "che tipo di relazione" desidera costruire da qui in avanti, con lui o senza di lui. Il perdono, quando è autentico, non può essere imposto né affrettato. Non nasce dall'idea che "lui è davvero pentito", ma da un processo interiore in cui si fa spazio alla consapevolezza delle proprie ferite e si valuta, con lucidità e tempo, se ci sono le condizioni per ricostruire. La fiducia, se mai si ricostruisce, non può essere un ritorno al passato, ma un nuovo patto, diverso, fondato su un livello più profondo di verità reciproca.

Non sottovaluti, in questo momento, il suo diritto alla rabbia, al dubbio, al bisogno di prendere tempo. È sano e giusto non sapere, è parte del dolore che si prova quando si viene feriti da chi si ama. Provi a interrogarsi con calma, senza la pressione del "devo decidere subito": quali sono i suoi reali bisogni? Cosa sente che, al di là del pentimento, potrebbe aiutarla a sentirsi nuovamente al sicuro, rispettata, scelta?

Infine, è importante non restare sola in tutto questo. Parlare con qualcuno, non solo con lui ma anche con una figura neutra, competente, può aiutarla a mettere ordine nelle emozioni e a scegliere in modo più chiaro ciò che le serve davvero per stare bene.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Ciao,

posso capire quanto questa situazione sia dolorosa e complicata per te. Da quello che hai raccontato, sembra che tu sia stata estremamente coinvolta e investita emotivamente nella vostra relazione, costruendo un legame profondo e significativo. Scoprire un tradimento, soprattutto in un momento in cui le cose sembravano andare meglio, è un colpo fortissimo e ti porta inevitabilmente a mettere in discussione molte certezze.

Il tradimento, che sia avvenuto in un momento di crisi o meno, resta un segno di mancanza di rispetto e di fiducia, due pilastri fondamentali per una relazione sana. La tua confusione è normale, perché c'è una parte di te che ancora lo ama e vede il futuro con lui, ma c'è anche la ferita del tradimento che non si cancella facilmente.

Il primo passo per capire cosa fare è riflettere su alcuni punti:
Riusciresti a ricostruire la fiducia?
Riesci a immaginare un futuro insieme senza portarti dietro questa ombra?
Lui ha mostrato un vero pentimento e una volontà concreta di cambiare?

Se hai bisogno, posso aiutarti a riflettere meglio su questi aspetti o suggerirti delle modalità di dialogo con lui per affrontare questa situazione nel modo più autentico possibile.

Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in studio a Palermo
Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, comprendo in pieno la confusione e il conflitto interiore che prova; purtroppo nessuno può dirle cosa sia meglio fare o prendere una decisione al posto suo.
Si lasci del tempo per decidere, se necessario si prenda gli spazi di cui ha bisogno e valuti quanto importanti sono per lei i valori che sente essere stati traditi.
Qualora ritenesse di avere bisogno di una mano, uno psicologo potrebbe aiutarla a fare chiarezza e affrontare questa situazione con maggiore serenità
Dott. Giacomo Bonetti
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, bisogna capire lui cosa vuole fare e da che parte vuole andare, è più semplice che ad ogni difficoltà andare a trovare conforto in un'altra persona ma bisogna capire se l'altra persona quindi lei accetta questo. lui mi sembra un pò infantile nel comportamento . non bisogna cadere dall'essere crocerossina, e diventare dipendente da lui. se vuole può intraprendere un percorso psicoterapico di tipo cognitivo comportamentale. grazie
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Ho letto con molta attenzione la Sua storia ed emerge chiaramente il Suo bisogno di parlarne.
All'interno di una relazione, la fiducia è un elemento molto importante e, come tale, richiede tempo per essere costruita, ancor di più quando vien meno a seguito di vicende come quella che Lei stessa ha vissuto.
Dato il bisogno che Lei ha di fare chiarezza rispetto alla situazione creatasi e, in generale, alla relazione con il Suo partner, mi rendo disponibile ad aiutarLa a farlo offrendoLe uno spazio in cui poter parlare liberamente e riordinare i pensieri, al fine di affrontare con maggiore lucidità e serenità questo momento così delicato per Lei.
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile paziente, grazie per aver condiviso con tanta sincerità e profondità la tua storia. Mi rendo conto di quanto sia stato difficile scrivere tutto questo, e ti voglio dire che accogliere il tuo dolore, la tua delusione e la tua fatica è il primo passo per prenderci cura di te.

Quello che hai raccontato non parla solo di un tradimento, ma anche di una lunga serie di vissuti emotivi complessi: la sensazione di non essere vista né riconosciuta nei tuoi bisogni, la tendenza ad assumerti il peso dei problemi della relazione, il continuo cercare di “sistemare le cose” a scapito di te stessa. In tutto questo hai dimostrato tanto impegno, affetto e maturità — e al tempo stesso, è comprensibile che oggi tu ti senta ferita, disorientata e anche molto stanca.

Il tradimento, soprattutto quando arriva dopo un periodo in cui sentivi che le cose stavano finalmente migliorando, può aprire una ferita profonda. Non solo per l'atto in sé, ma per tutto ciò che smuove: il senso di fiducia infranta, i dubbi su sé stessi, e quella domanda dolorosa sul “perché”.

Mi sembra anche che tu abbia messo molto in secondo piano i tuoi bisogni per tenere in piedi la relazione, cercando di comprendere, giustificare, adattarti. È importante ora dare spazio a te, alle tue emozioni, ai tuoi pensieri. Non per trovare risposte immediate, ma per aiutarti a fare chiarezza su ciò che senti, su ciò che vuoi davvero e su come ricostruire — prima di tutto con te stessa — un senso di sicurezza e autostima.

Se senti che può esserti utile, possiamo lavorarci insieme, passo dopo passo. Per rielaborare quanto accaduto, per mettere ordine tra le emozioni, e per capire come proteggerti e sostenerti nel modo più autentico e rispettoso possibile.
Un caro saluto
Cara,
prima di tutto, voglio dirti che **la tua confusione è umana, legittima, e assolutamente comprensibile**. Quello che stai attraversando è un *terremoto emotivo*, e non esiste una “risposta giusta” che vada bene per tutte. Ciò che conta ora è **ascoltare a fondo ciò che provi**, senza giudicarti, e cercare di **riconoscere i tuoi bisogni reali** dietro la rabbia, il dolore, la delusione e – sì – anche l’amore che ancora provi.

Hai vissuto un tradimento, anche se la relazione era in crisi

Dal tuo racconto emerge chiaramente che, **al momento del tradimento**, la relazione era in una fase confusa e tesa, ma **non era conclusa**. Non c’erano state parole definitive, non c’era stata una rottura ufficiale. Questo significa che **quello che è successo è a tutti gli effetti un tradimento della fiducia**. Non tanto e non solo per il gesto fisico, quanto per il fatto che **ha scelto di non dirtelo**, lasciandoti costruire nuovi legami e speranze su qualcosa che non era più integro.

Quando dici:

> “Io se penso a lui con lei mi viene il rigurgito”
> “Tutto per me si basava sulla fiducia, sincerità”
> “Mi fa arrabbiare così tanto perché stavamo costruendo qualcosa di bello”

stai esprimendo **il tuo bisogno profondo di sicurezza, di coerenza, di rispetto**. E sono bisogni sacrosanti. La rabbia che senti **non è solo per l’atto**, ma per il fatto che lui ti ha fatto vivere **mesi in cui tu ti sei messa in gioco con autenticità**, mentre lui custodiva un segreto pesante, convinto che fosse meglio così.


Il senso di colpa non è una garanzia di cambiamento
Che lui sia **disperato e pentito**, ci sta. E molto probabilmente **non ha fatto tutto questo con malizia o cattiveria**, ma per debolezza, per confusione, forse per un’idealizzazione del passato con questa ragazza. Ma **il pentimento da solo non basta per ricostruire**.

Ti devi chiedere:

* *Voglio e posso costruire qualcosa di nuovo, sapendo che dovremo ricominciare da sotto zero, con un tradimento alle spalle?*
* *Lui è davvero pronto a farsi carico delle conseguenze, non solo ora che ha paura di perderti, ma anche nei prossimi mesi, quando sarà dura e tu avrai bisogno di tempo e sicurezza per ricostruire la fiducia?*
* *Posso guardarlo negli occhi e sentirmi vista, protetta, e non svalutata ogni volta che il pensiero tornerà?*

Cosa dice tutto questo di te?
Tu hai fatto un lavoro personale **immenso** in questi mesi. Hai riconosciuto quanto il tuo attaccamento era diventato dipendente, hai imparato a respirare da sola, a non aggrapparti all’altro per sentirti completa. Questo è un dono prezioso che ti sei fatta, e non va sprecato.

Quindi chiediti anche:
*Questa persona, così com'è oggi, è in grado di crescere con me? Di essere la mia pari in questa nuova versione di me stessa?*
*Lo sto scegliendo davvero, o sto cercando di salvare l’immagine di una relazione che ormai ha cambiato forma?*

Il mio consiglio da psicologa:
1. **Prenditi tempo.** Non decidere adesso, a caldo. Hai il diritto di fermarti, di elaborare, di sentire. Lui può aspettare: **la fiducia non si riconquista con le parole, ma con azioni ripetute e costanti nel tempo.**

2. **Parla con una figura neutrale.** In questo momento, amici e familiari potrebbero giudicare o consolare troppo. Un percorso anche breve con una psicologa può aiutarti a:

* dare ordine al caos dei pensieri,
* separare ciò che senti da ciò che vuoi davvero,
* comprendere se il perdono è qualcosa che *può nascere naturalmente* o se forzarlo ti farà solo male.

3. **Fissa dei confini chiari.** Se decidi di provare a restare, fallo *da una posizione di forza*, non di bisogno. Chiedigli cosa è disposto a fare per ricostruire la fiducia. Ha bisogno di sentire che **tu non stai tornando perché non puoi stare senza di lui, ma perché *lo scegli* a patto che lui cresca insieme a te.**

Infine, una riflessione importante:
Le relazioni più solide non sono quelle che non sbagliano mai. Sono quelle che, anche dopo una rottura, **trovano un modo nuovo per guardarsi, conoscersi e curarsi**. Ma *non tutte le relazioni meritano di essere riparate*. Solo tu puoi sapere, nel tempo, se questa storia ha abbastanza verità, rispetto e volontà di cambiamento da poter rinascere.

Qualsiasi strada sceglierai, ti meriti amore, chiarezza e **un legame che ti faccia sentire fiera di essere quella che sei diventata**.

Con empatia e rispetto,
Psicologa M.
Dr. Leopoldo Tacchini
Psicologo, Psicologo clinico
Figline Valdarno
Gentilissima, la sua domanda è troppo lunga, non credo che molti abbiano risposto. Non possiamo fare una psicoanalisi gratuita. Le sarebbe utile poi? E' assolutamente normale soffrire quando siamo traditi. Quello che manca in molti di noi oggi è accettare la sofferenza che la vita ci propone e che coinvolge tutti noi. In questo le filosofie orientali che hanno sempre maggior peso nelle terapie moderne sono fondamentali. E' necessario che intraprenda un lavoro su di sé, non basta un momento di riflessione od un parere, per quanto qualificato. Cordialmente. dr. Tacchini
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Il suo corposo racconto è denso di emozioni contrastanti e di una profonda ferita. La fiducia è un pilastro fondamentale in una relazione e la scoperta di questo tradimento, unita al silenzio prolungato, ha inevitabilmente scosso le fondamenta del vostro rapporto e la sua percezione del suo fidanzato.
Lei descrive una relazione intensa fin dall'inizio, evoluta attraverso momenti di difficoltà legati a stress esterni, culminando in una fase di ritrovata armonia e innamoramento reciproco. In questo contesto di rinascita, la scoperta del bigliettino e la successiva confessione del tradimento rappresentano un trauma significativo.
È comprensibile il suo senso di smarrimento, il rigetto al pensiero di lui con un'altra e il dolore per la mancanza di sincerità. Si interroga giustamente sulla possibilità di fidarsi ancora. La fiducia, una volta incrinata, richiede tempo e azioni concrete per essere ricostruita, ammesso che sia ciò che lei desidera.
Il pentimento del suo fidanzato è un elemento da considerare, ma non annulla il suo dolore e il suo senso di tradimento. La sua confusione è assolutamente legittima: da un lato, il suo cuore sembra percepire la sincerità del suo pentimento; dall'altro, la mente è assalita dal dubbio e dalla ferita subita.
In questa fase, non esiste una risposta univoca su cosa "debba" fare. La decisione è profondamente personale e spetta a lei. Si prenda il tempo necessario per elaborare le sue emozioni, per comprendere appieno cosa significa per lei questo tradimento e se si sente in grado di perdonare questa mancanza di rispetto.
Potrebbe esserle utile esplorare questi sentimenti, magari attraverso un dialogo aperto e onesto con il suo fidanzato, esprimendo chiaramente il suo dolore, la sua rabbia e le sue paure. Allo stesso modo, riflettere su ciò che è essenziale per lei in una relazione e se questa dinamica attuale è compatibile con i suoi bisogni affettivi.
Non si affretti a prendere una decisione. Si conceda lo spazio per ascoltare le sue emozioni più profonde e per capire quale strada le sembra più autentica per il suo benessere. Se lo ritenesse utile, un percorso di supporto psicologico individuale potrebbe offrirle uno spazio neutro dove esplorare questi sentimenti e prendere una decisione più consapevole.
Dott.ssa Roberta Ristagno
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Foligno
Nessun giudizio nei confronti del ragazzo di cui lei racconta: potrebbe essere utile per lei domandarsi su quali siano le ragioni per cui lei, dopo bugie, tradimenti e rifiuti, continua a rimanere lì. Fare chiarezza sulla natura delle relazioni che abbiamo ci porta a capire meglio i nostri bisogni e i nostri desideri. Le potrebbe essere utile considerare la possibilità di un percorso terapeutico per fare chiarezza sul suo mondo interno. In bocca al lupo!
Dott.ssa Angela Schepis
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Salve, ho letto attentamente la sua domanda e ho cercato di comprendere il suo dolore e la sua sofferenza. Questa sua lunga lettera-sfogo fa emergere un rapporto asimmetrico tra due persone con obiettivi diversi, con un senso di responsabilità e di rispetto sbilanciato e una comunicazione poco chiara e confusa. Le suggerisco di effettuare un percorso psicologico al fine di raggiungere il proprio benessere psicofisico.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buonasera,
comprendo profondamente la tua situazione. Il comportamento del ragazzo in questione può aver suscitato emozioni contrastanti, tra attrazione e frustrazione. È naturale sentirsi confusa quando qualcuno che inizialmente mostrava interesse poi si allontana, lasciandoti con dubbi e desideri non corrisposti.
La tua riflessione sulla possibilità di essere attratta più dall'idea di una relazione ideale che dalla realtà dei suoi comportamenti è significativa. Spesso, ci si può aggrappare a ciò che si spera possa essere, piuttosto che accettare ciò che effettivamente è. Questo può portare a una sorta di "idealizzazione" della persona, ignorando segnali di disinteresse o mancanza di impegno.
È importante riconoscere che meriti una relazione basata su rispetto reciproco, comunicazione e impegno. Se una persona non è disposta a investire emotivamente o a mostrarsi vulnerabile con te, potrebbe non essere pronta per una relazione significativa.
Per affrontare questa situazione, considera di prendere le distanze emotive e fisiche da questa persona. Limitare i contatti e riflettere su ciò che desideri veramente in una relazione può aiutarti a chiarire i tuoi sentimenti e a focalizzarti su te stessa. Parlare con amici fidati o un professionista può offrire supporto e prospettive diverse, aiutandoti a elaborare le tue emozioni e a prendere decisioni più consapevoli.
Ricorda, sei degna di amore e rispetto. Non accontentarti di briciole emotive; meriti una relazione che ti faccia sentire completa e apprezzata.
Se desideri, posso aiutarti a esplorare ulteriormente questi sentimenti o a trovare risorse per supportarti in questo percorso.
Un saluto.
Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Saronno
Gentile utente, mi spiace molto per la sua situazione.
Il mio consiglio è di considerare un percorso di terapia di coppia che possa aiutarvi a comunicare e trovare un modo per andare avanti. In caso non fosse possibile, anche un percorso individuale potrebbe aiutarla a capire di cosa ha bisogno e come affrontare quanto accaduto, partendo da cosa la sta bloccando.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Dott.ssa Valentina Scimone
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Cara utente,
grazie per aver condiviso con tanta apertura e profondità questa parte così delicata della tua vita. È evidente quanto tu abbia riflettuto su ciò che è accaduto e quanto tu sia dentro un momento di grande confusione emotiva, ma anche di consapevolezza crescente. E non è affatto banale.
Leggere il tuo racconto mostra chiaramente che questa relazione ha significato moltissimo per te: l’amore che hai provato, l’investimento emotivo, la capacità che hai avuto di lavorare su te stessa, di crescere, di riflettere e cercare di rendere la relazione un luogo sicuro e reciproco. Hai dato tanto, in termini di presenza, maturità, e fiducia. Hai saputo vedere oltre le difficoltà momentanee, tendere la mano, portare comprensione dove c’era fatica.
E proprio perché sei stata così autentica, così profonda nei tuoi sentimenti, è del tutto comprensibile il senso di disorientamento e dolore che provi oggi. Scoprire un tradimento — e soprattutto, un tradimento taciuto, nascosto, accompagnato da omissioni — è come vedere crollare un’intera impalcatura costruita con fatica. Tu parli della fiducia come del cuore pulsante del rapporto, e hai ragione: la fiducia non è un dettaglio, è la base su cui si costruisce tutto il resto. Quando viene meno, anche le cose più belle che ci sembravano solide iniziano a traballare.
Quello che racconti di quel periodo di crisi tra voi due è importante: un momento fragile, in cui nessuno dei due stava bene, in cui la comunicazione era spezzata e in cui tu ti sei sentita sola, non vista, messa da parte. Proprio in quel momento, mentre tu cercavi di salvare ciò che c’era, lui è scivolato in una zona d’ombra. Questo ti ha tolto terreno sotto i piedi: hai vissuto la relazione in buona fede, mentre una parte di lui era altrove. È legittimo che tu ti senta tradita, che tu provi rabbia, nausea, delusione. Non c'è un modo "giusto" di sentirsi in situazioni del genere: c’è solo il tuo modo, ed è valido.
Hai anche toccato un punto chiave: la fiducia tradita non si recupera solo con le parole, ma con azioni, tempo e coerenza. Il suo pentimento può essere sincero, ma il tuo dolore ha bisogno di spazio, tempo e rispetto per poter guarire. E soprattutto, hai tutto il diritto di interrogarti su ciò che vuoi oggi, alla luce di ciò che hai scoperto.
A volte, anche quando l'amore è forte, ci sono ferite che cambiano per sempre il modo in cui si guarda all'altro. Perdono e fiducia non sono sinonimi. Puoi anche arrivare a perdonare — per non portare più questo peso dentro — ma non è detto che tu voglia o possa ricostruire. Oppure sì, se vedrai segnali veri, profondi e duraturi di cambiamento.
Una cosa importante: tu non sei sbagliata. Non lo sei mai stata, nemmeno nei momenti in cui ti sei sentita troppo fragile, troppo bisognosa, troppo “attaccata”. Quello che cercavi era connessione, rassicurazione, reciprocità. Hai saputo anche guardarti dentro, lavorare sulla tua indipendenza emotiva, trovare un equilibrio nuovo — e questa è una forza immensa, che non va persa. Il tuo valore non è definito dagli errori degli altri.
Ora sei davanti a un bivio: restare e ricostruire, oppure chiudere per proteggere te stessa. Entrambe le strade sono valide, purché siano scelte con lucidità, non per paura. Non c’è una risposta giusta in assoluto, ma c’è quella che rispetta di più i tuoi bisogni oggi.
Forse in questo momento la cosa più importante che puoi fare è prenderti del tempo. Non per decidere in fretta, non per “risolvere”, ma per ascoltarti. Può essere utile parlarne anche con qualcuno di fidato, magari uno psicologo o una psicoterapeuta che ti aiuti a orientarti in questo vortice emotivo, a rimettere ordine nei pensieri e nelle priorità. A restituirti, piano piano, la tua bussola interna.
In ogni caso, non sei sola. E meriti una relazione in cui sentirti amata, rispettata, scelta ogni giorno — non per senso di colpa, ma per amore vero, adulto, consapevole.

Con cura,
Dott.ssa Psicologa Valentina Scimone
Dott.ssa Shana Baratto
Psicologo, Psicologo clinico
Levico Terme
Buongiorno gentile utente,
mi arriva la sua confusione ed il suo disorientamento. Penso che sia stato molto utile per lei dare nuovamente valore a quello che è il suo spazio personale, che anche all'interno di una coppia è fondamentale mantenere. Anche quando diventiamo coppia, non smettiamo di essere individui con i propri desideri, obiettivi, intenzionalità.
Quando all'interno di una relazione avviene un tradimento, quest'ultimo può comunque essere portatore di un messaggio all'interno della coppia: cosa sta accadendo tra di noi?
Ed in quel momento tra di voi stavano accadendo molte cose.
Vista la sua giovane età, ed anche la freschezza della relazione nella quale vi trovate, non mi viene da suggerirle un percorso di coppia, ma penso che le potrebbe essere utile un percorso individuale che le permetterebbe di mettere ordine rispetto a quanto è avvenuto, a quello che è il suo sentire e che, inoltre, potrebbe sostenerla nell'orientarsi nuovamente verso quella che è la sua intenzionalità rispetto a questa relazione.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordialmente,
dott.ssa Baratto
Psicologa Clinica - Psicodiagnosta - Psicoterapeuta della Gestalt in formazione

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