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Lorenzo Cella Psicologo Clinico
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l colloquio clinico è una tecnica di osservazione e di studio del comportamento umano che ha lo scopo di comprendere (con la ricerca e la valutazione diagnostica) ed aiutare il paziente (con l'orientamento e la terapia). Nella pratica della psicologia clinica la comprensione dei problemi dei pazienti ed il conseguente sforzo per risolverli costituiscono fasi complementari e non totalmente distinte di un unico fondamentale processo.
Il paziente deve potersi aprire, senza sentirsi giudicato. Inoltre, lo psicologo è tenuto alla privacy e dunque a non condividere le informazioni ricevute con altre persone, a meno che non vi sia un pericolo immediato per il paziente stesso, o per terze persone.


50 €

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Il paziente deve potersi aprire, senza sentirsi giudicato. Inoltre, lo psicologo è tenuto alla privacy e dunque a non condividere le informazioni ricevute con altre persone, a meno che non vi sia un pericolo immediato per il paziente stesso, o per terze persone.



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Il paziente deve potersi aprire, senza sentirsi giudicato. Inoltre, lo psicologo è tenuto alla privacy e dunque a non condividere le informazioni ricevute con altre persone, a meno che non vi sia un pericolo immediato per il paziente stesso, o per terze persone.


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l colloquio clinico è una tecnica di osservazione e di studio del comportamento umano che ha lo scopo di comprendere (con la ricerca e la valutazione diagnostica) ed aiutare il paziente (con l'orientamento e la terapia). Nella pratica della psicologia clinica la comprensione dei problemi dei pazienti ed il conseguente sforzo per risolverli costituiscono fasi complementari e non totalmente distinte di un unico fondamentale processo.
Il paziente deve potersi aprire, senza sentirsi giudicato. Inoltre, lo psicologo è tenuto alla privacy e dunque a non condividere le informazioni ricevute con altre persone, a meno che non vi sia un pericolo immediato per il paziente stesso, o per terze persone.



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l colloquio clinico è una tecnica di osservazione e di studio del comportamento umano che ha lo scopo di comprendere (con la ricerca e la valutazione diagnostica) ed aiutare il paziente (con l'orientamento e la terapia). Nella pratica della psicologia clinica la comprensione dei problemi dei pazienti ed il conseguente sforzo per risolverli costituiscono fasi complementari e non totalmente distinte di un unico fondamentale processo.
Il paziente deve potersi aprire, senza sentirsi giudicato. Inoltre, lo psicologo è tenuto alla privacy e dunque a non condividere le informazioni ricevute con altre persone, a meno che non vi sia un pericolo immediato per il paziente stesso, o per terze persone.


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La consulenza psicologica comprende tutte le attività caratterizzanti la professione psicologica, e cioè l'ascolto, la definizione del problema e la valutazione, l'empowerment, necessari alla formulazione dell'eventuale, successiva, diagnosi.


50 €

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La consulenza psicologica comprende tutte le attività caratterizzanti la professione psicologica, e cioè l'ascolto, la definizione del problema e la valutazione, l'empowerment, necessari alla formulazione dell'eventuale, successiva, diagnosi.



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Con il termine mindfulness ci si riferisce a una pratica specifica di meditazione centrata sulla consapevolezza dell'esperienza personale presente. In particolare la mindfulness invita ad osservare con curiosità la propria esperienza, con atteggiamento aperto, curioso e non giudicante.


50 €

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Con il termine mindfulness ci si riferisce a una pratica specifica di meditazione centrata sulla consapevolezza dell'esperienza personale presente. In particolare la mindfulness invita ad osservare con curiosità la propria esperienza, con atteggiamento aperto, curioso e non giudicante.



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40 €

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Il primo colloquio psicologico ha come obiettivo principale la conoscenza reciproca: psicologo/psicoterapeuta e paziente si scambiano inizialmente alcune informazioni relative alla conoscenza personale e alle problematiche principali che hanno motivato il paziente a richiedere la consulenza.


40 €

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Il primo colloquio psicologico ha come obiettivo principale la conoscenza reciproca: psicologo/psicoterapeuta e paziente si scambiano inizialmente alcune informazioni relative alla conoscenza personale e alle problematiche principali che hanno motivato il paziente a richiedere la consulenza.


50 €

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Il primo colloquio psicologico ha come obiettivo principale la conoscenza reciproca: psicologo/psicoterapeuta e paziente si scambiano inizialmente alcune informazioni relative alla conoscenza personale e alle problematiche principali che hanno motivato il paziente a richiedere la consulenza.



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Il sostegno alla genitorialità è un intervento psicologico di “accompagnamento” per gli adulti che vivono difficoltà nel loro ruolo genitoriale, per svariati motivi quali eventi critici, separazione, problematiche personali o dei figli, cambiamenti fisiologici legati alle varie fasi del ciclo di vita dei figli.


50 €

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Il sostegno alla genitorialità è un intervento psicologico di “accompagnamento” per gli adulti che vivono difficoltà nel loro ruolo genitoriale, per svariati motivi quali eventi critici, separazione, problematiche personali o dei figli, cambiamenti fisiologici legati alle varie fasi del ciclo di vita dei figli.



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Il percorso di sostegno psicologico per l’adolescente è rivolto agli adolescenti che vivono una situazione di disagio legata al percorso di crescita e alle loro famiglie.
L’adolescenza è una fase delicata del percorso di crescita, nella quale il ragazzo deve gestire importanti cambiamenti corporei, emotivi, relazionali e identitari. Le sfide evolutive che l’adolescente deve fronteggiare per divenire adulto coinvolgono il rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari, con i modelli adulti di riferimento. I cambiamenti corporei, l’esigenza di maggiore autonomia, il bisogno di sentirsi accettati dai coetanei, la necessità di trovare nuovi modelli di riferimento rendono questo periodo particolarmente complesso e talvolta possono causare sofferenza nell’adolescente in crescita.


50 €

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Il percorso di sostegno psicologico per l’adolescente è rivolto agli adolescenti che vivono una situazione di disagio legata al percorso di crescita e alle loro famiglie.
L’adolescenza è una fase delicata del percorso di crescita, nella quale il ragazzo deve gestire importanti cambiamenti corporei, emotivi, relazionali e identitari. Le sfide evolutive che l’adolescente deve fronteggiare per divenire adulto coinvolgono il rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari, con i modelli adulti di riferimento. I cambiamenti corporei, l’esigenza di maggiore autonomia, il bisogno di sentirsi accettati dai coetanei, la necessità di trovare nuovi modelli di riferimento rendono questo periodo particolarmente complesso e talvolta possono causare sofferenza nell’adolescente in crescita.



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L’essere stato vittima di un evento traumatico porta a conseguenze che possono essere riscontrabili non solo a livello emotivo, ma lasciano il segno anche nel corpo di chi è sopravvissuto a uno di questi eventi. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le persone che hanno vissuto traumi importanti nel corso della vita portano i segni anche a livello cerebrale, mostrando, ad esempio, un volume ridotto sia dell’ippocampo che dell’amigdala. Queste scoperte, avvenute negli ultimi anni grazie all’utilizzo di strumenti di indagine sempre più sofisticati, gettano luce sulla stretta connessione mente-corpo. Ciò che ha un impatto emotivo molto forte si ripercuote anche a livello corporeo, quindi, risulta evidente che intervenire direttamente sull’elaborazione di questi eventi traumatici abbia un effetto anche la neurobiologia del nostro cervello.


50 €

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L’essere stato vittima di un evento traumatico porta a conseguenze che possono essere riscontrabili non solo a livello emotivo, ma lasciano il segno anche nel corpo di chi è sopravvissuto a uno di questi eventi. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le persone che hanno vissuto traumi importanti nel corso della vita portano i segni anche a livello cerebrale, mostrando, ad esempio, un volume ridotto sia dell’ippocampo che dell’amigdala. Queste scoperte, avvenute negli ultimi anni grazie all’utilizzo di strumenti di indagine sempre più sofisticati, gettano luce sulla stretta connessione mente-corpo. Ciò che ha un impatto emotivo molto forte si ripercuote anche a livello corporeo, quindi, risulta evidente che intervenire direttamente sull’elaborazione di questi eventi traumatici abbia un effetto anche la neurobiologia del nostro cervello.



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Le tecniche di rilassamento sono delle azioni volontarie per regolare e gestire gli stati di ansia e di stress. Sono tecniche che hanno come obiettivo quello di alleviare l’individuo dalla tensione e ristabilire il suo equilibrio psicofisiologico.


50 €

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Le tecniche di rilassamento sono delle azioni volontarie per regolare e gestire gli stati di ansia e di stress. Sono tecniche che hanno come obiettivo quello di alleviare l’individuo dalla tensione e ristabilire il suo equilibrio psicofisiologico.



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Le Tecniche Immaginative o semplicemente di “Imagery” sono impiegate quotidianamente nella pratica clinica in numerose forme di psicoterapia, incluse le terapie di “terza onda” dell’ambito cognitivo-comportamentale.


50 €

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Le Tecniche Immaginative o semplicemente di “Imagery” sono impiegate quotidianamente nella pratica clinica in numerose forme di psicoterapia, incluse le terapie di “terza onda” dell’ambito cognitivo-comportamentale.



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Tale approccio postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come i problemi emotivi siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che il paziente sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento.


50 €

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Tale approccio postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come i problemi emotivi siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che il paziente sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento.



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Il test di personalità, detto anche test di prestazione tipica o test non cognitivo, è uno strumento di misurazione che si propone di definire il profilo della personalità del soggetto che vi si sottopone.


50 €

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Il test di personalità, detto anche test di prestazione tipica o test non cognitivo, è uno strumento di misurazione che si propone di definire il profilo della personalità del soggetto che vi si sottopone.



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Una situazione standardizzata nella quale il comportamento di una persona viene campionato, osservato e descritto producendo una misura oggettiva e standardizzata di un campione di comportamento.


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Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi o sociali percepiti dalla persona come eccessivi.


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Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi o sociali percepiti dalla persona come eccessivi.



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Esperienze

Su di me

Cosa ci si può aspettare quando si chiede supporto e/o consulenza psicologica?
Ci sono alcune credenze erronee su questo lavoro. Un esempio emb...

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Formazione

  • Università degli studi di Torino

Specializzazioni

  • Psicodiagnostica
  • Psicologia cognitiva
  • Psicologia Clinica
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Tirocini

  • Presidio Sanitario San Camillo, Torino - Reparto di neuropsicologia
  • Fondazione H+ - area sviluppo imprenditoriale
  • ASL Torino 5 - Centro di Salute Mentale

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  • Italiano,
  • Inglese

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Presso: Consulenza online colloquio psicologico

La competenza e professionalità passa anche dalla grande delicatezza con cui il dottor Cella esercita il suo lavoro.

P
Presso: Consulenza online colloquio psicologico

Mi sono sentita accolta e presa sul serio. Non da per scontato.

D
Presso: Altro Altro

Professionista gentile, educato e con una grande attenzione al cliente


S
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Ottimo professionista, attento alle esigenze del paziente, molto scrupoloso


A
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Un professionista molto disponibile e attento alle esigenze del paziente


F
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Presso: Lorenzo Cella Psicologo Clinico colloquio psicologico

Persona molto gentile e cordiale. Molto empatico e rassicurante, lo consiglio a chi sta passando un momento difficile.


C
Presso: Lorenzo Cella Psicologo Clinico colloquio psicologico clinico

Il dottor Cella è un professionista preparato, attento ed empatico, sempre gentile e disponibile. Con lui ho trovato una persona pronta ad ascoltarmi e aiutarmi.

Dr. Lorenzo Cella

Grazie mille per il feedback. Sono felice di aver lavorato assieme.


L
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Presso: Consulenza online sostegno psicologico

Il dottor Cella è un professionista preparato, empatico, disponibile a venir incontro alle esigenze del paziente e ad aiutarlo ad affrontare il percorso della terapia in modo efficiente e dando grande supporto.

Dr. Lorenzo Cella

Grazie mille per il feedback. Sono felice di aver lavorato assieme.


S
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Grande attenzione alle mie esigenze come paziente e ottima disponibilità nell’ascoltare e nell’interagire. Esperienza molto proficua

Dr. Lorenzo Cella

Grazie mille per il feedback.


Presso: Lorenzo Cella Psicologo Clinico colloquio psicologico individuale

Il mio percorso psicologico con il Dottor Cella è stato molto efficace. Il Dottore è accogliente ed empatico, puntuale e preciso negli appuntamenti. Quando ho avuto problemi improvvisi e contingenti, ha mostrato disponibilità e ha immediatamente trovato una soluzione per venirmi incontro.

Dr. Lorenzo Cella

Grazie mille per il feedback. Rimango a disposizione.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 11 domande da parte di pazienti di MioDottore

salve , è da un po’ di tempo che ho sempre paura di uscire per via di ragazzi che fanno i cretini con me , oppure quando esco penso che tutti abbiamo qualcosa contro di me . Secondo voi come posso risolvere questa cosa ?

Salve,

Grazie per aver condiviso con noi le sue preoccupazioni. Capisco quanto possa essere difficile e stressante vivere con la paura di uscire a causa del comportamento degli altri e il pensiero che tutti possano avere qualcosa contro di lei. Vorrei innanzitutto rassicurarla che le sue sensazioni sono valide e che molte persone affrontano situazioni simili.
È importante riconoscere e validare le sue emozioni, i suoi pensieri e le sensazioni fisiche che emergono in queste situazioni.
Provi a prendere nota dei pensieri che emergono quando si sente in ansia o preoccupata di uscire. Cosa le passa per la mente? Ha dei pensieri ricorrenti o specifici che scatenano queste emozioni?
Quali emozioni prova in quei momenti? Paura, ansia, rabbia, tristezza? Cerchi di dare un nome a queste emozioni.
Cosa avverte nel suo corpo quando si trova in queste situazioni? Tensione muscolare, battito cardiaco accelerato, respiro affannoso?
Riconoscere questi aspetti può aiutarla a diventare più consapevole delle sue reazioni automatiche e delle dinamiche che si attivano.
Lei ha già mostrato una grande consapevolezza nel riconoscere il suo disagio e cercare aiuto. Questo è un segno di forza e di desiderio di miglioramento. Può utilizzare queste risorse personali per esplorare nuovi modi di affrontare le situazioni stressanti.
Cerchi di identificare quali elementi catturano maggiormente la sua attenzione e che influenzano negativamente il suo stato emotivo. Ad esempio, se nota che certi comportamenti o parole degli altri la fanno sentire a disagio, provi a dirigere la sua attenzione verso qualcosa che trova rassicurante o piacevole in quella situazione. Potrebbe essere una vista piacevole, un suono rilassante, o anche un ricordo positivo.
Un buon confine interno può aiutarla a riconoscere che le emozioni, i pensieri e le opinioni degli altri non devono necessariamente influenzare il suo stato emotivo. Immagini di avere un confine protettivo che la aiuti a mantenere il suo equilibrio emotivo, indipendentemente dagli stimoli esterni.
Provi a esporre se stessa gradualmente a situazioni che trova stressanti, iniziando con piccoli passi. Ad esempio, potrebbe fare una breve passeggiata in un luogo poco affollato e, man mano che si sente più sicura, aumentare gradualmente il livello di difficoltà delle situazioni.
Provi a esercitarsi a dire "sì" e "no" con il corpo. Quando dice "sì", noti come si sente il suo corpo, se si rilassa o si espande. Quando dice "no", noti se si sente più tesa o contratta. Questo può aiutarla a prendere consapevolezza del suo linguaggio corporeo e a usarlo per stabilire confini più chiari.
Tenga un diario in cui annota le situazioni che la fanno sentire ansiosa, i pensieri e le emozioni che emergono, e come ha cercato di affrontarle. Questo strumento può aiutarla a individuare pattern ricorrenti e a sviluppare nuove strategie di gestione delle crisi più efficaci.
Affrontare queste paure richiede tempo e pazienza, ma ogni piccolo passo verso una maggiore consapevolezza e gestione delle sue emozioni è un progresso significativo. Se sente che queste difficoltà sono troppo complesse da affrontare da sola, non esiti a cercare il supporto di un professionista.
Spero che questi suggerimenti possano essere un primo passo verso un maggiore benessere e tranquillità. Le auguro il meglio nel suo percorso.

Dr. Lorenzo Cella

Buongiorno, ho 33 anni e 6 mesi fa la mia ragazza di 28 anni mi ha lasciato. Stavamo assieme da 9 anni di cui 1 di convivenza (prima esperienza per entrambi). L'evento è stato traumatico. Già 4 anni fa ero sempre stato lasciato per un altra persona ma in quel caso era tornata da me, l'ho perdonata (perchè in parte capivo per dei miei errori e perchè l'amavo) e la relazione è migliorata nel corso degli anni. La persona con cui si è messa adesso ha 12 anni in più di lei e l'ha conosciuta in palestra. Per mesi si sono visti e sentiti in cui lei parlava con lui e mi dava del debole, lui grande manipolatore. Ho avuto varie avvisaglie, prima ad una festa dove flirtavano davanti a me presente, dopo (col senno di poi mi è venuto in mente) era al cinema accanto a noi durante un film, poi a capodanno sempre con me presente è andata a bere una cosa con questa persona. Ho provato a parlarci dopo tutti questi segnali anche su iniziativa di lei, lei si è sentita non valorizzata, trascurata, poco desiderata e non amata da me, cosa che questa terza persona invece gli dava, non voleva lasciarmi ma mi ha detto questi problemi. Mi sono preso le mie responsabilità a quel punto, ho chiesto scusa perchè effettivamente molte cose negli ultimi mesi per via di situazioni familiari pesanti e per il lavoro non sono stato presente come dovevo, nonostante fossi quasi sempre con lei, nonostante viaggi programmati da me, nonostante comunque facessimo in media 2/3 volte sesso a settimana, a volte bene a volte meno ma penso sia normale dopo tanto tempo assieme. Il sesso è sempre stato trainante della nostra relazione, oltre al fatto che lei è un persona che ama incondizionatamente, molto dolce e disponibile sempre per tutto, mi ha sempre adorato come persona, non posso reputargli alcuna mancanza salvo una scarsa comunicazione tra noi che in parte è da reputare anche a me perchè non sapevo parlarci. Ammetto di averla trascurata e ammetto di non aver espresso il mio desiderio verso di lei non più come prima in quei mesi di convivenza anche se comunque l'ho sempre desiderata molto. Nell'anno di convivenza abbiamo cambiato casa a agosto e da lì la situazione è peggiorata per continui litigi (lei si interfacciava con questa persona proprio da agosto e non so se questo può essere uno dei motivi di questo nervosismo di fondo). Dopo capodanno pensando di aver risolto tutto con la comunicazione tra noi dove le chiedevo di chiudere con questa persona e dove io promettevo di cambiare su quello che a lei mancava, assuefatto da una ritrovata complicità le ho chiesto di sposarmi, ho ricevuto un sì e abbiamo prenotato un viaggio (a cui lei poi è andata con una sua amica). Nonostante ciò aveva sempre in testa questa persona, sino al giorno prima di lasciarmi abbiamo fatto l'amore, poi a un certo punte esplode la sua rabbia, odia come vivo, odia come facevamo l'amore, odia i miei gusti sessuali, odia la mia famiglia, odia i miei amici, mi dice che sono sedentario, ha massacrato tutto ciò che riguarda la mia vita quando per me tutto ciò che riguarda la sua è sempre stata speciale. Sono crollato nel pianto a quel punto, sentirsi dire con così tanta ferocia che non apprezza nulla di quello che mi riguarda quando in questi anni è sempre stata lei quella apparentemente più innamorata e io quello più distante. Rimaniamo in casa assieme ancora per una settimana, la situazione sembra un pò rientrare ma la vivo comunque con ansia perchè so che ce un altra persona. Inizia a tornare a casa dalla palestra in ritardo e una sera mi presento alle 23 sotto la palestra e lei arriva a recuperare la sua macchina sopra la macchina dell'altra persona. Torno a casa, litighiamo, lei mi lancia addosso ancora tutte le cattiverie di questo mondo, provo ancora a riallacciare, non ci sono margini, allora la invito a tornare dai suoi. Lei non batte ciglio e il giorno dopo sparisce. Da lì 6 mesi di inferno: mi sono dovuto accollare tutte le spese della casa da solo (casa cambiata e più grande da appena 3 mesi) e non mi permette di stare tranquillo neanche economicamente, lei già pochi giorni dopo essersene andata è in discoteca con il suo nuovo lui, va alle terme con lui e lo frequenta (tutto messo on line). Inizio a impazzire, resisto per un pò e poi Ia la rincorro in tutti questi mesi con messaggi e chiamate e richieste di vederci perché la amo, perché sono attanagliato dalle colpe per averla trascurata, lei me ne dice di tutti i colori, che non sono un uomo, che lui è diverso da me, che prova delle emozioni forti con lui, che è andata avanti. Il tutto condito da lei che scopro che neanche un mese dopo essere uscita di casa (dopo 9 anni assieme io e lei) è già a vivere a casa di lui, 40 enne, appena divorziato, malato di sesso e pluritraditore della moglie con cui ha avuto una certificazione di narcisismo patologico, che prende il cialis. E si fa pure un tatuaggio con lui. Lei passa a prendere le sue cose mano a mano nei mesi come una lenta eutanasia di lei che entra e esce di casa (cose tra cui il divano, tutte portate a casa del nuovo uomo), senza che io abbia idea di come stessero le cose, con la speranza che cambiasse idea. In 6 mesi ho sempre pensato a lei costantemente, sono l'ombra di quello che ero. Lei mi dice che si è innamorata, che può succedere e che mi devo rialzare. Da un mese riesco a non scriverle ma ogni tanto riappare per qualche questione per poi sparire e mi distrugge questo. Ho perso la possibilità di una famiglia e non capisco tutto questo male che ho subito, non lo capisco, vorrei capirlo ma non ci riesco. Il tutto finisce il giorno del mio compleanno in cui mi porta le chiavi. Ogni tanto mi scrive ma lo capisco che lo fa tanto per fare. Sono 6 mesi che non faccio sport, non vedo un film, non ascolto musica. Sono uscito con qualche ragazza ma mi rifiutano tutte come se fossi un appestato. Lavoro e torno nel letto ed è il massimo che posso fare. Lo psicologo mi dice di fare cose diverse, di circondarmi di gente, ma non riesco. Voglio lei, la amo, il nostro legame è sempre stato ancestrale, inspiegabile, nonostante le differenze culturali e di carattere. Mi sono sempre sentito incastonato con lei in modo inspiegabile, io leggo tanto, rifletto molto, scrivo poesie, lei è più pratica, più attiva di me e più istintiva, nonostante questo siamo sempre stati legai tanto (l'ho fatta uscire dalla anoressia, l'ho fatta iniziare a dipinger, le ho fatto vedere il mondo e conoscere musica/film che non conosceva). Adesso lei è sempre in giro con lui, vive con lui, va in weekend in giro con lui, e mi rendo conto che forse la routine le ha fatto prendere questa scelta. Come si può nel giro di così poco accellerare così tanto con una persona e calpestare invece chi è stato con te per anni?? Mi sento debole, non mi sento un uomo, non mi sento apprezzabile. Mi fidavo ciecamente di lei e sono stato umiliato, mi manca anche la sua famiglia, che è sparita dalla circolazione e con cui trovavo tanta serenità. Penso solo a lei, non riesco a fare altro, nella casa vuota mi siedo, ascolto nella testa le sue frasi, penso a lei che fa sesso con lui come lo faceva con me, penso a tutte le informazioni che so di loro (perchè la ex moglie di lui mi ha contattato e mi ha detto tutto ciò che fanno ora e tutto ciò che è successo in passato, non so neanche se mi faccia bene questo). Sono devastato. Lei non ha mai accennato neanche una volta a cambiare idea, sembra così felice da farmi sentire come se con me fosse all'inferno, come se io l'avessi soffocata in quello che era realmente. Non so cosa fare, a volte ho pensieri suicidi, ma rimangono solo pensieri. Mi dispiace tanto per le mie colpe, sono 6 mesi che mi dispiace per non essere stato presente il giusto, per non averla valorizzata, per tutto quanto. Mi dispiace che stia con questa persona che fa paura dalle descrizioni che dicono tutti. Sono da solo, amici e famiglia non mi servono, solo lei potrebbe salvarmi, ma non mi ha salvato, mi ha distrutto ancora di più.

La situazione che sta attraversando è senza dubbio estremamente difficile. È evidente che la fine della sua lunga relazione con la sua ex ragazza è stata devastante e ha causato profondo dolore. Ha vissuto un'esperienza profondamente traumatica, con una serie di eventi che hanno segnato profondamente il suo percorso emotivo.
Le informazioni che ha condiviso sulla sua relazione evidenziano quanto fosse significativo per lei il legame con la sua ex ragazza, nonostante le difficoltà e i momenti complicati che hanno affrontato insieme. È chiaro quanto sia stato doloroso rendersi conto che lei ha trovato un nuovo partner così rapidamente dopo la loro separazione, aggiungendo un ulteriore livello di sofferenza già profonda.
Si è descritto come una persona che ama profondamente, dedicando molto tempo ed energia per far crescere la loro relazione. Ha riconosciuto i suoi errori e le mancanze che sente di aver avuto, specialmente nel periodo in cui convivevano, quando le pressioni esterne sembravano aggiungere ulteriori tensioni. È comprensibile che provi sensi di colpa per non aver gestito al meglio la situazione, nonostante i suoi sforzi.
Le sue emozioni sono chiaramente intense e complesse. Ha menzionato di aver provato ansia, tristezza e a volte pensieri molto dolorosi. È importante riconoscere che questi sentimenti fanno parte del suo processo di elaborazione del dolore, anche se possono sembrare travolgenti e difficili da gestire.
Le informazioni che ha condiviso sulle sue esperienze sembrano coerenti con la sua percezione di sé e delle sue emozioni. Ha evidenziato aspetti significativi della sua vita emotiva, delle sue relazioni e delle sfide che ha affrontato. Questo può rappresentare un passo importante verso una comprensione più profonda di sé stesso e dei suoi bisogni emotivi.
La sua situazione sembra segnata da uno "spartiacque", il momento in cui la sua ex ragazza ha deciso di continuare la sua vita con un nuovo compagno. Questo evento ha avuto un profondo impatto sulla sua autostima e sulla sua percezione di sé come partner e individuo.
Nel raccontare la sua storia, ha spesso evidenziato l'amore profondo che ha provato per lei, la sua dedizione e il desiderio di formare una famiglia. Ha anche descritto le sue emozioni contrastanti, le sue lamentele e le difficoltà nel lasciar andare il passato. Questi temi riflettono ciò che è più significativo per lei in questo momento di dolore e confusione.
Sembra che stia navigando tra poli estremi delle sue emozioni e percezioni di sé. È normale avere pensieri polarizzati durante un momento così intenso di cambiamento e perdita. Esplorare le sfumature e le variazioni nelle sue credenze può aiutarla a trovare una prospettiva più equilibrata e meno critica di sé.
In questo momento, è essenziale essere gentile con se stesso e cercare il supporto di persone che la comprendono veramente. Continuare a lavorare con uno psicologo può fornirle uno spazio sicuro per esplorare le sue emozioni e ricevere sostegno mentre affronta questa transizione così dolorosa.
Si può osservare che questa condizione può essere mantenuta da diversi fattori. Quando si infrange una delle proprie aspettative e desideri di vita, ciò influenza tutto quello a cui si presta attenzione e i propri pensieri. Questo può portare a previsioni negative sul futuro, come "Sarà un disastro" o "E se gli altri reagiranno male?", aumentando l'ansia e spingendo a comportamenti come pianificare in modo eccessivo o compiacere gli altri in modo eccessivo per evitare problemi.
Tali comportamenti possono avere conseguenze non volute che ulteriormente rafforzano le credenze negative di base. È comune sviluppare un dialogo interno critico, basato su come gli altri ci hanno parlato in passato, erroneamente pensando che ciò possa motivare. Tuttavia, l'autocritica raramente funziona come motivazione positiva ed emotivamente può lasciare una sensazione simile a quella di essere vittime di bullismo o attacchi, contribuendo a sentimenti di sconfitta e demoralizzazione.
Chi crede fermamente nelle proprie credenze negative potrebbe tentare di compensare con regole di vita rigide, come "Se faccio tutto alla perfezione, sono accettabile" o "Devo sempre compiacere gli altri e non deludere nessuno". Se queste regole diventano troppo rigide e inflessibili, possono predisporre al fallimento, alimentando ulteriormente le credenze negative di base.
Confido che l'esplorazione di questi meccanismi possa offrirle utili spunti per comprendere meglio i processi che influenzano la sua autostima e supportare il suo cammino verso una visione più equilibrata e compassionevole di sé.

Dr. Lorenzo Cella

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