Buongiorno ormai da un anno sopravvivo con ansia e un angoscia che va e viene , io credo che tutto q
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Buongiorno ormai da un anno sopravvivo con ansia e un angoscia che va e viene , io credo che tutto questo malessere sia dovuto agli acufeni che non mi fanno dormire assumo Xanax al bisogno e tavor la sera e in tutto questo ce anche la paura di prendere una dipendenza dagli psicofarmaci che prendo da qualche mese vi chiedo un consiglio
Buongiorno, la invito prima di tutto a contattare il medico di base per escludere qualunque tipo di condizione organica e, in un secondo momento, a contattare uno psicologo che possa aiutarla a comprendere meglio l'ansia e l'angoscia di cui parla. Un caro saluto
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Buonasera, quale medico Le ha prescritto i farmaci di cui accenna? La prima cosa da fare sarebbe un punto con il medico che Le ha fatto le prescrizioni, condividendo anche il suo timore che i farmaci possano dare dipendenza. Il medico sarà certamente in grado di aiutarLa su questi aspetti e il consiglio è quindi di fare questo primo passo. Il secondo passo potrebbe essere quello di chiedere una consulenza psicologica per inquadrare meglio la Sua situazione e valutare insieme allo psicologo psicoterapeuta un percorso di supporto. Aggiungo che la Psicoterapia Ipnotica ha dimostrato in vari casi buoni risultati nell'ambito del trattamento degli acufeni. Un cordiale saluto, dr.ssa Lara Bellardita
Buon giorno concordo con i colleghi nell invitarla a consultare il medico di fiducia per poi se necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta per iniziare un percorso clinico che la possa aiutare a gestire meglio i suoi vissuti di disagio. Cordialmente Gian Piero Dott Grandi
Buongiorno. L'acufene è un disturbo piuttosto fastidioso che può incidere negativamente sulla qualità della vita quotidiana. Il mio suggerimento è contattare il proprio medico per un approfondimento della situazione dal punto di vista medico rispetto agli acufeni. Dall'altra sarebbe importante capire l'insorgenza dello stato di ansia ed angoscia e come si legano al disturbo dell'acufene ed alla mancanza di sonno. Se ritiene può fare un consulto con uno psichiatra per uno specifico trattamento farmacologico di supporto, unitamente ad un consulto con uno psicologo, al fine di intervenire sullo stato di ansia e angoscia. È importante affidarsi a specialisti diversi che possono rispondere adeguatamente a problemi diversi sepppur correlati. Un caro saluto. Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Condivido i suggerimenti dei colleghi rispetto al rivolgersi al medico per approfondire la questione dal punto di vista organico. Successivamente può prendersi cura del suo sonno attraverso un percorso di psicoterapia che la possa sostenere di fronte al disagio che sta provando e che possa esserle d'aiuto per la gestione del disturbo del sonno di cui parla. Rispetto ai disturbi fisici cronici esistono diverse correnti di intervento che aiutano ad accogliere il disagio, migliorando il benessere della persona. Se desidera approfondire resto a sua disposizione! Un caro saluto Sara Tagliabue
Salve, capisco la difficile condizione che si trova a vivere. Organicamente una visita specializzata dovrebbe essere necessaria per escludere un problema di natura fisica. Ma poi, come già suggerito dai colleghi, credo che sia necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta che l'aiuti a gestire lo stato di ansia in cui vive e il problema legato al sonno. Resto a disposizione per qualsiasi tipo di dubbio o chiarimento. Un caro saluto. Dottoressa Ilaria Artusi
gentile utente,
credo sia opportuno un consulto approfondito con lo specialista in otorinolaringoiatria, le potrà dare la cura migliore al problema.
per quanto riguarda il disagio che il disturbo dell'orecchio in questione comporta, ossia la difficoltà nel dormire sia da affrontare solo in una fase successiva.
spesso il farmaco da solo non dà gli effetti sperati, potrà prendere in considerazione il supporto psicologico che le potrà dare sollievo nella gestione di tale difficoltà.
cordialmente
Federica Pellegrino
credo sia opportuno un consulto approfondito con lo specialista in otorinolaringoiatria, le potrà dare la cura migliore al problema.
per quanto riguarda il disagio che il disturbo dell'orecchio in questione comporta, ossia la difficoltà nel dormire sia da affrontare solo in una fase successiva.
spesso il farmaco da solo non dà gli effetti sperati, potrà prendere in considerazione il supporto psicologico che le potrà dare sollievo nella gestione di tale difficoltà.
cordialmente
Federica Pellegrino
Credo di aver risposto in precedenza. Oltre all'acufene vanno considerati altri fattori che concorrono normalmente all'insonnia (età, stile di vita, fase di vita, temperamento, lavoro e relazioni affettive e sociali etc etc)
Gentile utente è necessario come prima cosa sottoporsi ad una visita otorino laringoiatrica per verificare ed eventualmente curare la componente organica.
Nello stesso tempo le consiglio di consultare anche uno psicologo/psicoterapeuta che l'aiuti a comprendere se e come l'ansia e l'angoscia possano collegarsi agli acufeni e alla ricaduta sul sonno.
In questi casi l'ipnosi può esserle di aiuto.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Nello stesso tempo le consiglio di consultare anche uno psicologo/psicoterapeuta che l'aiuti a comprendere se e come l'ansia e l'angoscia possano collegarsi agli acufeni e alla ricaduta sul sonno.
In questi casi l'ipnosi può esserle di aiuto.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Buongiorno, avverto la sua preoccupazione per la sua condizione fisica e la fatica che fa nel fronteggiarla. Dalle sue parole sembra che prima della comparsa di questi acufeni lei potesse vivere una certa condizione di benessere che ora sembra scomparsa e al suo posto ci sono difficoltà nel dormire e il sentirsi in ansia o angosciata/o, oltre alla preoccupazione per una possibile dipendenza da psicofarmaco.
Penso che alcuni incontri con uno psicologo/psicoterapeuta potrebbero aiutarla a fare maggior chiarezza, a comprendere meglio la situazione che sta attraversando e a riprendere le redini del suo benessere.
Un caro saluto
Paola
Penso che alcuni incontri con uno psicologo/psicoterapeuta potrebbero aiutarla a fare maggior chiarezza, a comprendere meglio la situazione che sta attraversando e a riprendere le redini del suo benessere.
Un caro saluto
Paola
Buonasera, consulti il suo medico di base per escludere cause organiche, ed eventualmente intraprenda un corso di training autogeno insieme a dei colloqui con uno psicologo
Cara utente
Comprendo bene ciò che significa convivere con il dolore e l’angoscia che descrive. !
Si trova a dover gestire molte cose tutte insieme e spesso non ci si rende conto dove inizia una e dove l’altra. Sembra quasi che abbia perso le energie e il potere di controllare tutto questo.
Le consiglio di chiedere un supporto psicologico (anche online se lo desidera!) e poter essere sostenuta nel suo cammino.
Mi contatti se lo desidera!
Comprendo bene ciò che significa convivere con il dolore e l’angoscia che descrive. !
Si trova a dover gestire molte cose tutte insieme e spesso non ci si rende conto dove inizia una e dove l’altra. Sembra quasi che abbia perso le energie e il potere di controllare tutto questo.
Le consiglio di chiedere un supporto psicologico (anche online se lo desidera!) e poter essere sostenuta nel suo cammino.
Mi contatti se lo desidera!
Buongiorno! Convivere con gli acufeni non è semplice. Bisogna capire se l'ansia e il suo stato emotivo siano secondari a questa condizione medica o meno. So che dagli acufeni non si guarisce ma in prima battuta sarebbe necessario trovare la soluzione che lo renda meno fastidioso.
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,
concordo con i colleghi nell invitarla a consultare il medico di fiducia per poi se necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta per iniziare un percorso clinico che la possa aiutare a gestire meglio i suoi vissuti di disagio.
Dovesse aver bisogno di un consulto psicologico non esiti a contattarmi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
concordo con i colleghi nell invitarla a consultare il medico di fiducia per poi se necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta per iniziare un percorso clinico che la possa aiutare a gestire meglio i suoi vissuti di disagio.
Dovesse aver bisogno di un consulto psicologico non esiti a contattarmi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera Grazie di aver condiviso con noi il suo stato.
credo che sia importante che lei intraprendere un percorso psicoterapico per poter affrontare il suo stato di angoscia e di malessere collegato a una situazione organica.
Per maggiori informazioni mi contatti
credo che sia importante che lei intraprendere un percorso psicoterapico per poter affrontare il suo stato di angoscia e di malessere collegato a una situazione organica.
Per maggiori informazioni mi contatti
Buongiorno, mi associo ai suggerimenti dei colleghi. L'ansia e l'angoscia vanno combattute prendendo in considerazione il problema a 360 gradi. Difficilmente il solo utilizzo di una terapia farmacologica può risolvere il disagio poiché agire sul sintomo senza prenderne in considerazione l'origine è un approccio limitato. Le suggerisco anch'io di valutare di intraprendere un percorso psicologico.
Le auguro di trovare la strada giusta per affrontare il suo problema.
Dott.ssa Lorenza Di Gaetano
Le auguro di trovare la strada giusta per affrontare il suo problema.
Dott.ssa Lorenza Di Gaetano
Gentile Utente, la situazione che descrive è certamente faticosa soprattutto per l’ansia e l’angoscia che prova nonostante la terapia farmacologica. Penso possa esserle d’aiuto oltre a condividere questo stato d’animo con lo specialista che la segue già, richiedere anche una consulenza psicologica che potrebbe aiutarla a comprendere l’origine del suo malessere oltre ad apprendere delle tecniche di rilassamento che potrebbero aiutarla gestire lo stress generato dall’acufene.
Un cordiale saluto
Un cordiale saluto
Buongiorno, è comprensibile il suo stato di malessere che disturba la qualità della sua vita e pertanto io le consiglierei di aiutarsi con un percorso di tecniche di rilassamento e di gestione di ansia e stress rivolgendosi ad un terapeuta formato in questo ambito. E' anche possibile praticare online in questo particolare momento di emergenza covid19.
Buonasera, io con lei lavorerei su come l'acufene disturba la sua vita e il suo sonno per trovare soluzioni che le permettano di gestire l'acufene stesso.
Fa benissimo a temere gli effetti collaterali degli psicofarmaci! Data la sua situazione le consiglierei di rivolgersi a un medico esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata. Si tratta di una cura veramente efficace in quanto innovativa, completa poiché somato-psichica/psico-somatica, innocua perché usa tecniche non intossicanti, integrabile con rimedi naturale. La NeuroRiflessoTerapia è una metodologia curativa personalizzata in quanto è il paziente stesso a indicare la zona in cui si trovano i punti su cui agire; si utilizzano contemporaneamente varie tecniche riflessogene; gli stimoli raggiungono in tempo reale il cervello e le altre strutture del corpo; subito si mette in atto un’autoproduzione di molecole fisiologiche e di un riassestamento bioenergetico naturale ed è, perciò, priva di qualsiasi controindicazione ed effetto collaterale negativo. La NeuroRiflessoTerapia personalizzata è, in ultima analisi, una cura medica veloce, efficace, ampia e duratura, poiché altamente personalizzata, ingegnosa, flessibile, creativa, olistica, naturale, ecologica, economica e innocua. Io pratico questa metodologia terapeutica a Roma, ma le posso segnalare colleghi che la svolgono in altre parti di Italia. Nel salutarla la informo che sono disponibile telefonicamente o tramite messaggio per ulteriori informazioni. Salve!
Buongiorno, la invito a contattare il suo medico di base per il dosaggio dei farmaci. Inoltre sarebbe interessante che lei contattasse uno psicoterapeuta...dalla mia esperienza professionale l'ansia non si sconfigge solo con i farmaci che a lungo andare possono essere meno efficaci per via dell'assuefazione.
se ha altre domande sono qui
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Salve, gli acufeni possono peggiorare in presenza di stress emotivo, ansia e contrazioni muscolari (superficiali o profonde) che possono innescare un circolo vizioso di energia vitale psicofisica contratta e bloccata, che va a rinforzare il sintomo stesso. Lavorando con la Terapia Bioenergetica andiamo a rivolgerci verso le cause che producono il rafforzamento del sintomo da un punto di vista emotivo e corporeo, lavorando anche sul respiro e sullo scioglimento delle tensioni muscolari, andando così anche a togliere importanza ai farmaci e psicofarmaci che a volte sono infruttuosi, oltre che possono provocare dipendenza.
In fede, Dr. Stefano Angeletti.
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Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo che stia attraversando un momento difficile, e l'ansia, insieme agli acufeni, possono davvero compromettere la qualità della vita. Gli acufeni possono essere debilitanti, e il loro impatto sul sonno può certamente aggravare la situazione. Le suggerisco di considerare un consulto psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
psicoterapia
Buongiorno, capisco quanto possa essere difficile convivere con ansia e angoscia costanti, soprattutto quando si aggiungono gli acufeni e la preoccupazione per l’uso degli psicofarmaci. Questi sintomi, insieme, possono amplificare il senso di impotenza e di stress.
Dal punto di vista psicodinamico, il malessere che provi potrebbe essere legato a un conflitto interiore che la tua mente cerca di gestire attraverso l'uso dei farmaci, ma che non risolve a livello emotivo. La paura di sviluppare una dipendenza dai farmaci può essere anch’essa un riflesso di una paura più profonda di non riuscire a fronteggiare le difficoltà senza supporto esterno.
Lavorare in psicoterapia potrebbe aiutarti a esplorare queste paure e a capire meglio cosa ti impedisce di affrontare il dolore emotivo e fisico degli acufeni. Inoltre, potrebbe esserci spazio per sviluppare altre risorse emotive per affrontare l'ansia, riducendo gradualmente la dipendenza dai farmaci e trovando una via più equilibrata per gestire il malessere.
Se vuoi, possiamo anche esplorare la possibilità di un approccio terapeutico integrato che possa aiutarti a gestire questi sintomi in modo più profondo e duraturo.
Dal punto di vista psicodinamico, il malessere che provi potrebbe essere legato a un conflitto interiore che la tua mente cerca di gestire attraverso l'uso dei farmaci, ma che non risolve a livello emotivo. La paura di sviluppare una dipendenza dai farmaci può essere anch’essa un riflesso di una paura più profonda di non riuscire a fronteggiare le difficoltà senza supporto esterno.
Lavorare in psicoterapia potrebbe aiutarti a esplorare queste paure e a capire meglio cosa ti impedisce di affrontare il dolore emotivo e fisico degli acufeni. Inoltre, potrebbe esserci spazio per sviluppare altre risorse emotive per affrontare l'ansia, riducendo gradualmente la dipendenza dai farmaci e trovando una via più equilibrata per gestire il malessere.
Se vuoi, possiamo anche esplorare la possibilità di un approccio terapeutico integrato che possa aiutarti a gestire questi sintomi in modo più profondo e duraturo.
Hai ragione, esiste un rischio concreto di sviluppare una dipendenza dagli psicofarmaci quando non è possibile dare un significato all'angoscia che opprime la nostra vita. La psiche dell'essere umano ha bisogno di comprendere il senso di quello che le accade. Purtroppo una spiegazione in termini di molecole chimiche e recettori neuronali è insufficiente, perchè troppo semplicistica. Più è grande la sofferenza che proviamo, più è profondo il significato esistenziale che stiamo cercando. La Psicoanalisi è il miglior dispositivo di ricerca sulla sofferenza (e sull'esistenza) che l'essere umano abbia mai sviluppato. Te la consiglio caldamente.
Buongiorno,
le tue parole arrivano con il peso di chi sta lottando in silenzio da troppo tempo. E non è solo la fatica dell’ansia, dell’angoscia, del sonno disturbato o degli acufeni che ti porti addosso, ma anche quella sensazione profonda di **non riuscire più a vivere pienamente**, come se ogni giorno fosse una prova da superare anziché uno spazio da abitare con serenità. Dici che “sopravvivi”, ed è una parola che parla chiaro. È come se ogni respiro fosse tirato su a fatica, come se ogni notte fosse un ostacolo e ogni mattino una ripartenza già in salita.
Hai messo in fila molte cose, tutte vere, tutte importanti: gli **acufeni** che non ti danno tregua, la **dipendenza dagli psicofarmaci** che ti spaventa, l’**uso di Xanax e Tavor** come ancora di salvezza, la sensazione che sia tutto collegato, che ogni elemento alimenti l’altro in un circolo da cui non sai più bene come uscire.
E la verità è che non sei solo. Sono tante le persone che si trovano in questo limbo fatto di insonnia, paura, farmaci e senso di colpa per averne bisogno. Ma ognuno, dentro questa esperienza comune, ha **una storia personale** che merita ascolto, non solo “cura”.
Se posso permettermi, ti vorrei dire questo con delicatezza ma anche con chiarezza: **non stai sbagliando** a usare i farmaci, non c’è nulla di “debole” o “sbagliato” nel cercare un appoggio chimico quando tutto dentro e fuori è instabile. Lo Xanax e il Tavor, seppur usati con prudenza, ti stanno forse aiutando a non crollare. Ma sento anche il tuo desiderio – forte, autentico – di **non restare dipendente da questi strumenti**, perché intuisci che non è questa la soluzione a lungo termine.
L’ansia che provi, l’angoscia che va e viene, l’insonnia causata dal rumore costante degli acufeni… tutto questo non è solo un problema da “spegnere”, ma un **messaggio da ascoltare**. Il corpo, a volte, parla con i sintomi quando la mente non ha più spazio per raccontarsi. Per questo, più che un farmaco in più, forse è arrivato il momento di pensare a **un luogo dove questa storia possa essere narrata**. Un percorso psicoterapeutico, anche breve, anche senza impegno a lungo termine, può aiutarti a **dare un volto e un nome all’ansia**. Non per eliminarla con la forza, ma per conoscerla, contenerla, capirla. Perché spesso ciò che ci spaventa di più è ciò che non capiamo.
Gli acufeni sono reali. Lo so. Sono fastidiosi, estenuanti, e diventano una tortura soprattutto di notte. Ma quando non si riesce a dormire, non è solo il corpo a cedere: **si affievolisce anche la capacità di sperare**, di pensare lucidamente, di fare scelte. È un circolo complesso, e nessuno può uscirne da solo.
Quello che ti consiglierei, davvero, con tutto il rispetto, è di **cercare un terapeuta con cui iniziare un dialogo**. Anche solo per raccontare tutto questo senza filtri, senza vergogna, senza la paura che sia “troppo”. Un terapeuta non è lì per “toglierti i farmaci” o per giudicare le tue scelte. È lì per **essere uno specchio**, una guida, a volte anche solo una presenza stabile in mezzo al rumore.
E se vuoi, possiamo anche parlare di come scegliere una persona adatta a te, senza fretta, valutando anche il tuo momento, i tuoi timori, le tue possibilità.
Hai fatto il primo passo importante: hai parlato. Hai chiesto aiuto. E questo, credimi, **non è sopravvivere. È vivere**. Un passo alla volta. Ci sono.
le tue parole arrivano con il peso di chi sta lottando in silenzio da troppo tempo. E non è solo la fatica dell’ansia, dell’angoscia, del sonno disturbato o degli acufeni che ti porti addosso, ma anche quella sensazione profonda di **non riuscire più a vivere pienamente**, come se ogni giorno fosse una prova da superare anziché uno spazio da abitare con serenità. Dici che “sopravvivi”, ed è una parola che parla chiaro. È come se ogni respiro fosse tirato su a fatica, come se ogni notte fosse un ostacolo e ogni mattino una ripartenza già in salita.
Hai messo in fila molte cose, tutte vere, tutte importanti: gli **acufeni** che non ti danno tregua, la **dipendenza dagli psicofarmaci** che ti spaventa, l’**uso di Xanax e Tavor** come ancora di salvezza, la sensazione che sia tutto collegato, che ogni elemento alimenti l’altro in un circolo da cui non sai più bene come uscire.
E la verità è che non sei solo. Sono tante le persone che si trovano in questo limbo fatto di insonnia, paura, farmaci e senso di colpa per averne bisogno. Ma ognuno, dentro questa esperienza comune, ha **una storia personale** che merita ascolto, non solo “cura”.
Se posso permettermi, ti vorrei dire questo con delicatezza ma anche con chiarezza: **non stai sbagliando** a usare i farmaci, non c’è nulla di “debole” o “sbagliato” nel cercare un appoggio chimico quando tutto dentro e fuori è instabile. Lo Xanax e il Tavor, seppur usati con prudenza, ti stanno forse aiutando a non crollare. Ma sento anche il tuo desiderio – forte, autentico – di **non restare dipendente da questi strumenti**, perché intuisci che non è questa la soluzione a lungo termine.
L’ansia che provi, l’angoscia che va e viene, l’insonnia causata dal rumore costante degli acufeni… tutto questo non è solo un problema da “spegnere”, ma un **messaggio da ascoltare**. Il corpo, a volte, parla con i sintomi quando la mente non ha più spazio per raccontarsi. Per questo, più che un farmaco in più, forse è arrivato il momento di pensare a **un luogo dove questa storia possa essere narrata**. Un percorso psicoterapeutico, anche breve, anche senza impegno a lungo termine, può aiutarti a **dare un volto e un nome all’ansia**. Non per eliminarla con la forza, ma per conoscerla, contenerla, capirla. Perché spesso ciò che ci spaventa di più è ciò che non capiamo.
Gli acufeni sono reali. Lo so. Sono fastidiosi, estenuanti, e diventano una tortura soprattutto di notte. Ma quando non si riesce a dormire, non è solo il corpo a cedere: **si affievolisce anche la capacità di sperare**, di pensare lucidamente, di fare scelte. È un circolo complesso, e nessuno può uscirne da solo.
Quello che ti consiglierei, davvero, con tutto il rispetto, è di **cercare un terapeuta con cui iniziare un dialogo**. Anche solo per raccontare tutto questo senza filtri, senza vergogna, senza la paura che sia “troppo”. Un terapeuta non è lì per “toglierti i farmaci” o per giudicare le tue scelte. È lì per **essere uno specchio**, una guida, a volte anche solo una presenza stabile in mezzo al rumore.
E se vuoi, possiamo anche parlare di come scegliere una persona adatta a te, senza fretta, valutando anche il tuo momento, i tuoi timori, le tue possibilità.
Hai fatto il primo passo importante: hai parlato. Hai chiesto aiuto. E questo, credimi, **non è sopravvivere. È vivere**. Un passo alla volta. Ci sono.
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