Buongiorno, ho una domanda in tema relazioni amorose. Quasi tre anni fa, a 27 anni, ho avuto un

24 risposte
Buongiorno,

ho una domanda in tema relazioni amorose.
Quasi tre anni fa, a 27 anni, ho avuto una relazione (durata solo un mese, ma l’unica che mi abbia visto autenticamente innamorata) con un ragazzo rivelatosi presto un narcisista (nel senso psicologico del termine). Una volta realizzata la cosa, ho chiuso di netto consapevole che fosse l’unica scelta saggia, ma ho dovuto gestire il dolore di chiudere anche se ero coinvolta, l’umiliazione (il ragazzo mi ha umiliata in pubblico e anche successivamente alla rottura) e la vergogna verso me stessa per essermi innamorata e fidata di qualcuno che mi ha usato solo come trofeo.

Ho trascorso due anni in isolamento emotivo, avendo prova di come il nostro stato d’animo influenzi le nostre vibrazioni; infatti in quei due anni nessun ragazzo mi ha mai approcciata (cosa mai accaduta prima).

All’inizio di quest’anno ho iniziato a “guarire” e a riaprirmi verso prospettive future dove forse potrei incontrare ancora l’amore (un amore sano, ora che anche io ho gestito le mie dinamiche) e di nuovo le mie vibrazioni sono cambiate tanto che ogni settimana si avvicinano ragazzi sinceramente interessati a conoscermi.

Ora, la mia domanda è la seguente:
perchè di questi ragazzi non mi interessa nessuno?
Semplicemente “non è quello giusto” o anche se mi sento meglio potrei inconsciamente star sabotando una vera apertura?

La cosa che mi turba è che non trovo davvero difetti in questi ragazzi. Solo sento che non scatta niente e che non sono attratta esteticamente. Non vorrei che nonostante il lavoro fatto e il tempo concessomi per superare “il lutto”, in profonditá fossi ancora attirata da quei meccanismi malsani che mi hanno portata a legare con una persona tossica.

Insomma, come capire se l’essere single è dovuto al rifiuto di relazioni di comodo in favore di una connessione autentica o è sintomo di qualcosa ancora da sistemare?

Grazie
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buonasera, é evidente che ha fatto un importante percorso interiore e che oggi si trova in una fase di transizione molto delicata ma anche preziosa.
La sua domanda ossia, “perché nessuno mi interessa, nonostante ora mi senta pronta?” , è più comune di quanto si possa pensare tra le persone che hanno avuto relazioni tossiche o con partner narcisisti. Dopo essere usciti da questo tipo di dinamiche, spesso ci si ritrova in una sorta di “terra di mezzo”: si è più consapevoli, ci si sente teoricamente pronti ad aprirsi di nuovo, ma poi, nella pratica, non scatta nulla.
È possibile che il cuore e la mente non siano ancora del tutto allineati. Anche se razionalmente si sente guarita, è normale che alcune difese interiori restino attive, magari in modo sottile. Queste difese non sono un “auto-sabotaggio” vero e proprio, ma un modo per proteggersi da nuove delusioni. In alcuni casi, ci si accorge di non essere attratti proprio da quei partner che, sulla carta, sembrerebbero ideali: presenti, sinceri, equilibrati. E questo può confondere molto. Un altro aspetto da considerare è che, dopo una relazione intensa – anche se breve – con una persona narcisista, si resta spesso legati a un modello relazionale disfunzionale, che però ha acceso qualcosa dentro di noi. Può darsi che una parte profonda stia ancora cercando, in modo inconsapevole, quella stessa intensità, anche se sa che non era sana. In questo senso, non è strano che ciò che oggi è più stabile o prevedibile non riesca ancora a suscitare desiderio o coinvolgimento.
Quindi, come capire se essere single è una scelta consapevole o se c’è ancora qualcosa da sciogliere? Provi a osservarsi con curiosità:
Riesce a lasciarsi il tempo di conoscere qualcuno prima di “sentire la scintilla”?
Sente resistenza quando l’altro si mostra troppo disponibile o gentile?
L'assenza di attrazione è una sensazione chiara o è accompagnata da pensieri di confronto col passato?
Essere selettivi oggi non è necessariamente un problema: può essere semplicemente il segno che sta aspettando una connessione davvero autentica, e non qualcosa che si avvicini solo superficialmente a quello che ha già conosciuto. Ma se questa situazione dovesse protrarsi, o diventare fonte di frustrazione, un breve percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a fare maggiore chiarezza su ciò che desidera oggi e su quali leve emotive stanno ancora influenzando le sue scelte relazionali. Ha già fatto un grande lavoro su di sé, e questo è il fondamento migliore per costruire legami futuri più sani e soddisfacenti.
Resto volentieri a disposizione se volesse approfondire.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Gentilissima,
il fatto che la relazione sia stata breve non implica che per lei non possa aver avuto una grande importanza. Mi ha colpito la parte in cui chiede se possa essere un qualcosa di inconscio a farla rimanere restia davanti a possibili relazioni. A tal proposito le vorrei fare una domanda.. cosa pensa in quei momenti? Come mai crede di non riuscire ad aprirsi? Forse in realtà quei ragazzi non le piacciono del tutto e quindi si accontenterebbe di qualcosa che non la convince fino in fondo.. oppure perché nonostante sia finita da tempo continua a pensare a lui.. in ogni caso non deve assolutamente sentirsi sbagliata, ma darsi il tempo di lasciarsi andare.
Vedrà che quando sarà pronta vivrà tutto con serenità.
Se desidera parlarne ancora sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno.
Le sue domande sono molto sensate, ma credo che non si possa riassumere una risposta in questa sede, rischiando di banalizzare sulla sua esperienza di vita e sul suo mondo emotivo.
Quindi le propongo un colloquio, anche online.
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Carissima, la sua mail è molto interessante, mi piace la sua capacità di autoriflessione, cioè di saper decifrare le sue emozioni.
Partiamo dal suo timore di essere attratta ancora da relazioni tossiche. Personalmente penso che incontrare un narcisista sia molto frequente e che possa capitare spesso, però passata l'infatuazione lei ne ha preso consapevolezza e ha interrotto razionalmente il rapporto nonostante la sua parte emotiva abbia faticato a staccarsi. Quindi, perché non dovrebbe essere in grado di riconoscere i segnali di una eventuale futura relazione tossica? O addirittura avere paura di essere attratta soltanto da persone problematiche?
Abbia più fiducia in se stessa, e semplicemente consideri che l'attrazione è un mistero, un impulso che nasce dentro di noi in maniera del tutto imprevedibile.
Credo che semplicemente i ragazzi che ha incontrato non l'attraggano, tutto qui.
Non abbia fretta e sia meno cerebrale, vedrà che tutto diventerà più naturale e spontaneo. Se crede ne possiamo parlare ancora.
Un caro saluto
Dr.ssa Daniela Benvenuti

Salve, vivere una relazione intensa anche se breve ha sicuramente avuto un impatto sulla tua gestione delle tue relazioni. C'è la possibilità che tu non abbia del tutto superato il "lutto" e il tuo inconscio ti stia sabotando. Il fatto che oggi ti senti più aperta e che gli altri lo percepiscano è un segnale importante del lavoro fatto. M se ti accorgi che tendi a "scartare" per non esporti, puoi provare a farti delle domande che magari ti aiutano a capire meglio. Per esempio ti puoi chiedere se la mancanza di attrazione è legata alla persona che hai davanti o se c'è qualcosa che si attiva dentro di te, oppure che cosa associ oggi all'attrazione, che cosa ti fa sentire viva in una relazione. Spero di esserti stata d'aiuto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Rizzo
Dr. Federico Alunni
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buonasera, la ringrazio per la sua condivisione. La sua domanda è intensa e ben articolata, e già nel modo in cui la pone si percepisce una profonda introspezione.
Colpisce come lei abbia già fatto un lavoro di elaborazione importante: ha riconosciuto la natura disfunzionale della relazione vissuta, ha scelto di proteggersi, e si è presa il tempo per guarire. Ogni relazione significativa lascia tracce non solo nel nostro mondo interno, ma anche nel modo in cui entriamo in relazione con i contesti futuri. Ciò che ha vissuto, pur essendo durato solo un mese, ha toccato corde profonde – forse non tanto per la durata, quanto per la risonanza emotiva che ha attivato in lei. Nel senso che magari questa relazione potrebbe essere andata a risvegliare qualcosa di più profondo.
Nel momento in cui si riapre al mondo relazionale, è naturale porsi domande sulla qualità dei legami che si stanno formando – o che, pur presentandosi, non “accendono” qualcosa dentro. In quest’ottica, più che chiederci se si stia auto-sabotando o se sia ancora attratta da dinamiche tossiche, potremmo chiederci: quale parte di sé desidera essere coinvolta in una nuova relazione? Sta cercando una connessione che sia anche conferma del cambiamento avvenuto? Oppure qualcosa che parli una lingua emotiva più familiare, anche se magari meno sana?
Il fatto che non provi attrazione o scintille con chi la avvicina oggi non è per forza un segnale patologico, né va subito letto come difesa. Potrebbe semplicemente indicare che il suo sistema interno sta ancora ricalibrando i propri criteri di risonanza affettiva. A volte, dopo aver conosciuto un amore intenso ma disfunzionale, è necessario un tempo per distinguere tra l’intensità e l’autenticità. Ciò che attira profondamente non sempre è ciò che ci fa bene, e il corpo – incluso il desiderio – può impiegare tempo per imparare nuove strade relazionali.
Più che domandarsi se ci sia ancora qualcosa da “sistemare”, potrebbe essere utile continuare a dare ascolto a sé stessa, con gentilezza e senza giudizio. Il desiderio di una connessione autentica non esclude momenti di dubbio o di distacco. Fa parte di un percorso di ri-allineamento con la propria sensibilità e con il tipo di amore che oggi è disposta a ricevere e a costruire.
Sicuramente comunque ha delle ottime basi e strumenti da cui partire.
Dott. Michele Scalese
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina
Gentile utente,
intanto la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità un pezzo importante della sua storia affettiva.

Ciò che descrive evidenzia un percorso di consapevolezza significativo: ha riconosciuto una relazione dannosa, ha saputo interromperla, ha affrontato il dolore e si è data tempo per ricostruire un senso di sé più saldo. Questo è un passaggio tutt’altro che scontato e mostra risorse importanti.

La domanda che pone è molto interessante, perché tocca una zona delicata:
la distinzione tra protezione e chiusura, tra discernimento e autosabotaggio.

Quando si è attraversato un legame fortemente disfunzionale, soprattutto con una figura narcisistica, può accadere che il nostro sistema affettivo resti “settato” su segnali intensi, spesso legati all’ambivalenza, alla tensione emotiva o alla conquista, che – in quel contesto – venivano interpretati come amore.
Ora che sta incontrando persone presumibilmente sane e rispettose, è possibile che la sua parte più profonda non riconosca subito questi segnali come “attraenti”, perché non coincidono con gli schemi emotivi cui era abituata.

Questo non significa che stia sabotando se stessa, né che ci sia qualcosa “di rotto”.
Piuttosto, è un tempo di riadattamento emotivo, in cui il cuore e la mente imparano a distinguere tra ciò che fa battere il cuore e ciò che lo fa crescere.

Continui a coltivare ascolto di sé e pazienza: non è obbligatorio innamorarsi subito, né interessarsi a chi è “oggettivamente adatto”.
Talvolta l’attrazione autentica richiede uno spazio interiore ancora più libero, che non è privo di ferite, ma che non le teme più.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a esplorare con maggiore profondità questi nodi, non per “sistemare” qualcosa, ma per riconoscere meglio le sue vere modalità di apertura affettiva.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scalese
Psicologo
Gentile paziente,
cerco di rispondere brevemente dicendo che delle volte la potenza delle relazioni, è proporzionata anche al periodo in cui queste capitano, magari in un periodo più o meno tranquillo, prima o dopo un evento positivo o negativo, ma pur sempre significativo. Sembra strano, ma anche queste caratteristiche possono aver influenzato il tuo forte innamoramento in così breve tempo. Le stesse possono fare, ancora nel presente, da gancio ad una situazione anche apparentemente è chiusa, ma interiormente si avverte questo senso di piattume apparente. Andrebbero sciolti tanti fili della matassa per poter ritrovare la vera risposta alla tua domanda. Se ne hai voglia possiamo farlo insieme, prenota una consulenza online.
Saluti Dott.ssa Maulicino Jasmine
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Salve, quello che descrivi a mio avviso è un processo di guarigione che passa attraverso la consapevolezza, la solitudine, il confronto con la ferita e il desiderio di aprirsi di nuovo.

Dopo un legame con una persona narcisista, specie se vissuto con vero innamoramento, può rimanere dentro una traccia che condiziona la percezione dell’altro. Nonostante il lavoro interiore e la crescita, è possibile che alcune parti di te siano ancora in allerta, più di quanto tu riesca a percepire consapevolmente. Ed è anch e piuttosto frequente che, in in queste situazioni l’attrazione sembri non attivarsi. Non perché questi uomini non valgano, ma perché il tuo sistema interno non ha ancora imparato a riconoscere come “desiderabile” ciò che è stabile, sano, disponibile. È come se il tuo corpo e il tuo cuore fossero ancora sintonizzati su un linguaggio diverso, appreso in un tempo in cui l’intensità emotiva era confusa con l’amore.
Forse oggi ti trovi in una fase di passaggio tra la difesa e l’apertura, tra il bisogno di proteggerti e il desiderio di sentire di nuovo qualcosa di autentico.

A volte, anche se ci sentiamo pronti, l’attrazione non scatta subito perché non si è ancora allineati con la nuova direzione che desideriamo prendere. Non significa che tu sia bloccata, ma che stai vagando tra due mondi: quello che conoscevi e quello che vuoi per il tuo futuro. E questo richiede tempo, pazienza e uno spazio sicuro dove esplorare cosa si muove davvero dentro di te. Se senti che è arrivato il momento di ascoltare queste sfumature interiori con più chiarezza il mio consiglio è di rivolgerti ad un professionista seguendo un percorso psicologico. Anche io potrei seguirti in questo cammino.
Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per la sua condivisione così sincera e profonda.

La sua esperienza racconta un percorso molto significativo: dal dolore e dalla delusione, ha saputo trovare la forza per chiudere una relazione tossica, affrontare il lutto emotivo e avviare un lavoro di consapevolezza personale che le ha permesso di riaprirsi, con gradualità, alla possibilità di amare di nuovo.

La domanda che pone è molto centrata e riguarda un nodo psicologico comune: come distinguere un sano ascolto di sé — che ci porta a non accontentarci di relazioni superficiali o disallineate — da una possibile forma di autosabotaggio legata a ferite ancora non del tutto elaborate?

Il fatto che oggi non provi attrazione o coinvolgimento verso le persone che si avvicinano a lei non significa automaticamente che ci sia un “blocco”, ma può anche indicare che il suo sistema interno di riconoscimento dell’amore autentico si sta ancora assestando. Dopo una relazione con un partner narcisista, è frequente che il nostro cervello emotivo fatichi a “decodificare” ciò che è sano, perché per molto tempo ha associato l’amore a emozioni intense ma disfunzionali.

Inoltre, l’assenza di difetti evidenti nelle persone che incontra non implica che debba forzarsi a provare qualcosa. L’attrazione (sia emotiva che fisica) è un processo complesso che non si attiva solo sulla base della “bontà” dell’altro, ma anche dalla risonanza profonda tra due storie, bisogni e sensibilità.

Tuttavia, è molto saggio da parte sua chiedersi se, in fondo, ci sia ancora una parte che si sente più “viva” davanti a dinamiche imprevedibili o dolorose — magari perché è lì che si è sentita amata, anche se in modo distorto. Riconoscere questa possibilità non significa patologizzarsi, ma voler comprendere meglio se stesse, per scegliere con maggiore libertà.

Per approfondire in modo sicuro e mirato queste riflessioni — distinguere cioè tra una fase transitoria di assestamento e la presenza di meccanismi ancora da esplorare — sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarla in questo delicato momento di rinascita e discernimento.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Gaetano Marino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire le dinamiche di cui ha parlato. Ho un orientamento analitico transazione e il mio approccio consiste in una prima videocall della durata di 10-15 minuti gratuita a cui far seguire un percorso psicologico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, quello che sta descrivendo mostra una consapevolezza di sé davvero importante, e il fatto che si stia ponendo queste domande indica che dentro di lei c’è già un desiderio sincero di non ripetere schemi passati e di costruire relazioni che siano sane e in linea con i suoi valori. Vivere un legame con una persona manipolatrice o con forti tratti narcisistici lascia ferite profonde, perché mina la fiducia che una persona ha non solo negli altri, ma anche nella propria capacità di scegliere bene, di proteggersi e di lasciarsi andare in modo sicuro. Il dolore e l’umiliazione che ha vissuto tre anni fa possono avere lasciato un segno profondo, al punto che la sua mente, ora che ha ripreso ad aprirsi al mondo, potrebbe aver sviluppato una sorta di meccanismo di difesa: inconsciamente potersi innamorare ancora potrebbe sembrare rischioso, e quindi la parte più profonda di lei mantiene una distanza emotiva anche di fronte a persone che, razionalmente, non hanno difetti evidenti. È come se una parte di sé dicesse: questa volta scelgo con la testa, valuto, osservo, ma non mi lascio andare subito a ciò che sento. Questo non significa necessariamente che ci sia ancora qualcosa di “rotto” dentro di lei. Può darsi che, semplicemente, in questo momento sia ancora nella fase in cui sta imparando a fidarsi di nuovo delle proprie percezioni e del proprio intuito, dopo che una volta le ha fatto conoscere una sofferenza grande. È normale che la mente impieghi tempo a distinguere tra attrazione tossica e connessione autentica. Non è detto che tra i ragazzi che incontra ora ci sia per forza la persona giusta: potrebbe essere che non senta una vera attrazione perché, di fatto, non c’è ancora la scintilla, oppure perché quella scintilla che un tempo scattava facilmente oggi non la convince più se non accompagnata da segnali di rispetto e di sicurezza. Un altro aspetto da considerare è che spesso, dopo relazioni dolorose con persone narcisistiche, si può confondere l’adrenalina dell’insicurezza con la passione. L’instabilità, il mistero, l’incertezza creano un legame che sembra intenso ma che, in realtà, è alimentato da dinamiche disfunzionali. Ora che lei cerca un amore sano, più stabile, più lineare, il suo sistema emotivo deve ancora abituarsi a riconoscere che un legame sereno non è noioso, ma sicuro. Quindi non interpreti questa distanza come un fallimento o come la prova che sta sabotando qualcosa. Potrebbe essere semplicemente un passaggio naturale, un periodo in cui si sta riscoprendo capace di farsi avvicinare ma non disposta ad accontentarsi di relazioni tiepide solo per riempire un vuoto. L’attrazione autentica, quella che nasce anche di pancia, non si può forzare e spesso si manifesta quando meno se lo aspetta, quando la mente smette di chiedersi se è il momento giusto e semplicemente vive. Continui a coltivare le sue relazioni sociali senza pressioni, restando aperta a ciò che può nascere ma senza obbligarsi a provare qualcosa se non lo sente. L’unico consiglio è di ascoltarsi ogni volta che sente il bisogno di capire se è diffidenza o semplice mancanza di sintonia: se percepisce di fare troppi confronti con il passato, potrebbe essere utile lavorare ancora su quelle paure residue con qualcuno che la possa aiutare a sciogliere i nodi più profondi. Ma se invece sente di stare bene, di non avere voglia di forzare sentimenti che non ci sono, allora si dia tempo: l’amore sano non mette fretta. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico che l'aiuti a capire prima di tutto se stessa e poi gli altri. Cordiali saluti.
Buongiorno, partendo dal presupposto che non c'è nulla da sistemare ma tanto da conoscere di sé stessi per poter appunto arrivare ad avere le risposte che cerca.
Ognuno di noi attinge da schemi che sono stati imparati in un periodo della nostra vita molto precoce, per questo andando avanti con il tempo diventano difficili da distinguere se non si conoscono ad un livello più profondo.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la sua domanda è profonda, sentita e riflette una consapevolezza importante di sé e dei propri vissuti. Già questo è un segnale prezioso del lavoro che ha svolto su di sé e di una maturità emotiva che, spesso, si conquista proprio dopo esperienze che ci mettono in discussione fino in fondo.

Quando si esce da una relazione che ha lasciato segni profondi (come spesso accade con partner che mostrano tratti narcisistici) ci si confronta con ferite che toccano il senso di identità, il valore personale, la fiducia, l’autenticità. Non è raro che queste esperienze portino a un temporaneo congelamento del mondo affettivo: non per incapacità, ma per protezione, per dare al cuore il tempo di rimettere insieme i suoi pezzi.

Il fatto che ora le persone tornino ad avvicinarsi e che lei si senta più aperta è un segnale che qualcosa dentro si è rimesso in movimento. Ma l’assenza di attrazione o di interesse reale, nonostante l’impegno altrui o la “correttezza” apparente di chi le si avvicina, può avere diverse letture.

Una possibilità, come lei giustamente intuisce, è che parte di lei stia ancora facendo i conti con il modello relazionale precedente. Non è tanto una “colpa”, quanto un processo naturale: quando un legame ci ha colpito nel profondo, una parte della nostra mente può restare ancorata a quella forma di coinvolgimento, anche se dolorosa. A volte, ciò che in passato ci ha feriti può esercitare ancora una forma sottile di attrazione, perché collegato (inconsciamente) all’idea di passione, di intensità, o addirittura di “amore vero”. Questo non significa che lei non sia guarita, ma solo che la guarigione può avere ancora strati da attraversare.

D’altra parte, non si può escludere nemmeno una lettura più semplice e altrettanto valida: nessuno di questi uomini è stato davvero all’altezza di un’intesa profonda. L’intelligenza emotiva, la sensibilità e la voglia di autenticità che lei esprime sono qualità che non si accordano facilmente con l’“interesse qualunque” o con relazioni tiepide. Non è un difetto, anzi. È un segnale che il suo criterio interno si è raffinato, e che probabilmente oggi cerca una qualità diversa, che non è solo estetica o simpatia, ma risonanza vera.

In ogni caso, la sua riflessione centrale “sto evitando per proteggermi o sto scegliendo di aspettare qualcosa che senta mio?” è una domanda giusta da continuare a farsi, ma non con il tono del sospetto verso di sé, quanto con la curiosità e il rispetto verso i suoi tempi.

Il cuore, come la psiche, non è mai lineare. E spesso la vera apertura non arriva forzandosi a provare qualcosa, ma accogliendo anche questi momenti di apparente “neutralità” come parte del processo.

Continui ad ascoltarsi, a restare fedele a ciò che sente e non si giudichi se ora “non scatta” nulla. Il desiderio autentico, quello profondo, sano, reciproco, si riconosce non tanto perché è privo di ostacoli, ma perché ci fa sentire in contatto con noi stessi anche nella relazione. E quando arriva, spesso lo si avverte proprio per questa risonanza difficile da spiegare, ma impossibile da ignorare.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buonasera, la tua domanda è molto interessante ma proprio per questo penso sia difficile risponderti esaustivamente. Sicuramente il tuo passato e le esperienze avute, come giustamente sottolinei, avranno un ruolo in tutto questo. A volte il non sentirsi coinvolti nelle relazioni, può essere espressione di una scarsa motivazione ad “aprirsi all’altro”, mettendo in gioco parti di sé che magari in un determinato periodo sentiamo come “fragili”. Il fatto che sia tu stessa a porti questa domanda, lascia intuire il desiderio di auto-osservarsi, cercando di comprendere il proprio funzionamento ed il perché le cose, a volte, vadano in un certo modo. Credo che questo sia un ottimo punto di partenza per intraprendere un percorso di crescita personale e di maggiore autoconsapevolezza, per capire se si tratta di un “blocco” o se semplicemente si tratta di un periodo in cui si ha meno slancio verso le relazioni. Se lo vorrai, sono a tua disposizione anche online per interrogarci insieme su tutto questo. Ti auguro il meglio. Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Dott. Amedeo Fonte
Psicologo, Psicologo clinico
Pescara
Buongiorno, la sua domanda tocca un punto delicato e profondo, cosa accade al desiderio quando, dopo un’esperienza d’amore intensa ma dolorosa, sembra spegnersi di fronte a nuove possibilità che, razionalmente, “hanno tutto”? Non è raro che dopo una relazione in cui ci si è sentiti umiliati e traditi nella fiducia, qualcosa dentro di noi si irrigidisca, anche senza volerlo, come se il desiderio avesse bisogno di proteggersi prima ancora di potersi riaccendere. Lei parla di guarigione, ma si chiede se davvero tutto sia stato elaborato, forse più che guarire, si tratta di capire cosa quel legame abbia smosso in lei, e cosa cerca ancora. A volte si resta legati non alla persona, ma a una certa intensità vissuta, anche se dolorosa, e può essere difficile sentire qualcosa in assenza di quello stesso turbamento. Ma è anche possibile che il tempo che sta vivendo ora non sia una chiusura, bensì una pausa in cui qualcosa dentro di lei si sta riorganizzando, alla ricerca di un modo nuovo di desiderare che non sia più fondato sul rischio, sull’ideale o sulla ferita. Forse può domandarsi cosa intende per autenticità, che segni oggi le permetterebbero di riconoscerla, e se davvero sente di doversi proteggere ancora o se è pronta a lasciarsi sorprendere anche da forme d’interesse meno travolgenti ma più reali. Se queste domande restano vive dentro di lei, potrebbe essere utile concedersi uno spazio dove possano trovare più ascolto.
Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, la Sua domanda mi colpisce profondamente perché riguarda questioni per me delicate e che mi hanno riguardata in prima persona.
Dalla sua domanda percepisco comunque molta consapevolezza: è evidente che ha già fatto un buon lavoro su sé stessa e che dunque alcune parti di lei siano "guarite". Purtroppo, però, avere consapevolezza a volte non significa necessariamente che si sia già pronti e/o che ci si riesca a mettere facilmente in gioco.
Quello che posso dirle, secondo la limitata conoscenza che ho di Lei, è che probabilmente la risposta sta nel mezzo: da una parte, forse non ha ancora trovato "la persona giusta" con cui instaurare quella "connessione autentica" (d'altronde, di questi tempi, è molto difficile trovare un partner che voglia impegnarsi emotivamente e non solo); dall'altra, forse c'è una parte di Lei che ha ancora paura di ricadere in quei meccanismi "tossici" e dunque sta e rimane "un passo indietro", non aprendosi del tutto.
Di volta in volta, quando accadono queste situazioni, vedrà che, interrogandosi e ascoltando "la pancia" (le sue emozioni e sensazioni) e non agendo d'istinto un'abitudine appresa e/o inconscia, riuscirà pian piano a riconoscere quando la persona che ha di fronte è quella giusta con cui poter instaurare una relazione sana e sincera. Si conceda il tempo di "sentire", di "conoscere" e di "provare", senza tirarsi indietro: se la persona è "quella giusta", le sue paure riusciranno a scemare e lei riuscirà ad aprirsi con l'Altro...
La ringrazio in conclusione per questa Sua condivisione così sincera e autentica, che parla di una sofferenza ma anche di un percorso di guarigione...
Se avrà ulteriore bisogno, mi troverà a Sua disposizione!
In bocca al lupo, Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, quella che si pone è domanda lecita e credo che possa esserle utile riprendere un percorso con uno psicoterapeuta per valutare se ci sono ancora ambiti su cui lavorare o procedere con un supporto psicologico in cui indagare queste nuove conoscenze e cosa lei prova.
Le sarebbe sicuramente di aiuto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, è possibile che nonostante questi ragazzi appaiano "perfetti" in senso di educazione e rispetto, non rispecchino ciò che effettivamente lei cerca in una relazione. Ciò non significa obbligatoriamente che sia attratta solo da rapporti malsani o tossici. Può anche essere probabile che, per quanto lei sia pronta ad intraprendere una relazione, non sia il momento giusto e si deve dedicare ad altro (lavoro, hobby). Spero di aver dato una risposta ai suoi dubbi.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
lei qui porta un tema molto delicato che potrebbe meglio esser sviscerato in uno spazio di ascolto più ampio che solo un percorso psicologico potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, la aiuterà a trovare le risposte che cerca. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Dott. Luca Fiorona
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, mi spiace per la sofferenza che ha provato a seguito di quella relazione e per il periodo che sta attraversando. Per poter rispondere al perché non prova interesse verso i ragazzi intenzionati a conoscerla e le successive domande, vorrei invitarla a riflette su due questioni.
La prima riguarda quali aspetti del suo ex l'anno fatta sentire "autenticamente innamorata", ma come anche quali emozioni provava e come si setiva (o la faceva sentire).
Una seconda questione, invece, rispetto a cosa cerca in un ragazzo in questo momento, come vorrebbe sentirsi verso di lui, come vorrebbe lui si rapportasse con lei, ma ancora quali sono le prospettive future verso le quali si è aperta. Alla luce di questa maggiore consapevolezza potrebbe comprendere perché quei ragazzi non le hanno fatto scattare la scintilla e orientarsi alla ricerca di persone più affini ai suoi desideri e alle sue prospettive.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Dott. Damiano Maccarri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentil.ssima,
La sua paura è comprensibile e dimostra di avere ottime risorse - e sottolineo ottime - per guardarsi dentro, mettersi in discussione e stare attenta a non commettere gli stessi errori. La domanda che pone è anch'essa molto intelligente, perché non solo sospetta di poter essere ancora catturata dal vortice tossico, ma si chiede "il lavoro su di me per superare un amore tossico, è valso a qualcosa, oppure mi sto solo ingannando e sono ancora innamorata di lui - il narcisista?". Vorrei, prudentemente, rassicurarla: ci sono buone probabilità che il lavoro che ha fatto per troncare una relazione tossica, abbia dato i suoi frutti. Quello che però non torna è che, nonostante abbia acquisito una nuova consapevolezza e sia pronta ad attirare altri uomini nel suo campo esperienziale, non riesce ad innamorarsi di nuovo. Trovo molto emblematico che lei dica che questi uomini siano "quasi ideali": ovvero, non ci sono "bandierine rosse"; eppure, perché non scatta niente? A mio parere, questo potrebbe essere dovuto al fatto che le sue vibrazioni, in realtà, non siano davvero cambiate. Forse lei pensa che lo siano, ma le vibrazioni cambiano quando realizziamo, nella realtà, nella vita materiale, concreta, quei desideri che animano i nostri sogni e soffiano sulle vele della speranza per un futuro roseo e bellissimo. Lei non è convolta da questi ragazzi "sulla carta" ottimi - e l'attrazione non è logica. Non possiamo programmarla, accade e basta. Non ci si coinvolge - o addirittura innamora perdutamente - in base all'assenza di problematiche. Non ci si innamora del portafoglio, anche se molte donne se la raccontano - e gli uomini ci cascano. Non ci si innamora del lavoro stabile, della buone maniere, della famiglia di provenienza di lui. Ci si innamora e si torna a vivere quando le vibrazioni sono REALMENTE cambiate e il nostro destino è pronto a intrecciarsi con quello di un altro - vediamola pure così!

Per concludere, è difficile dire che cosa non la fa sentire davvero pronta a mettersi in gioco. Forse non è capitato quello giusto, quello per cui lei sente di essere pronta. Forse le altre frequentazioni che ha avuto dopo il nostro narciso non hanno la giusta frequenza, semplicemente perché si tratta di uomini che le hanno mostrato di poterle dare quello che lei non vuole, perché sente di non averne bisogno.
Per il resto, penso che non si debba preoccupare troppo di essere ancora legata a quelle dinamiche (mi permetto di sbilanciarmi). Tuttavia, se vuole sono disponibile anche solo per un consiglio ulteriore, se lo ritiene necessario.

Stia bene,
Saluti
Dott. Damiano Maccarri

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