Buongiorno, ho 31 anni, e da diverso tempo vivo una condizione di blocco emotivo, apatia, demotivaz

20 risposte
Buongiorno,
ho 31 anni, e da diverso tempo vivo una condizione di blocco emotivo, apatia, demotivazione. Razionalmente desidero cambiare, ma non riesco ad attivare le risorse interiori per farlo.
So di avere ferite profonde non del tutto elaborate (tra cui un abuso non affrontato correttamente nell'infanzia), che probabilmente stanno ancora condizionando il mio presente.
Negli ultimi anni ho affrontato diversi periodi di stress e difficoltà, anche a causa di esperienze lavorative frustranti e della sensazione di non essere mai vista o valorizzata. Tutto questo ha accentuato una percezione di insoddisfazione generale, senso di vuoto e blocco nell’azione.
Razionalmente so che rimanere in questa condizione non mi fa bene, ma mi manca l’energia per reagire. Mi sento come scollegata: la mente lo sa, ma il corpo non si muove.
Ho già avuto un percorso psicoterapeutico con una professionista che considero valida, ma il percorso si è interrotto perché lei non poteva garantire continuità, e probabilmente anche perché io non riuscivo ad "andare a fondo".
Cerco qualcuno che possa accogliere la mia complessità senza fretta, con uno spazio sicuro e privo di giudizio, capace di accompagnarmi con empatia e anche fermezza dove faccio fatica ad andare da sola
Mi è stato suggerito un approccio che preveda tecniche di EMDR.
Grazie a chi risponderà con sincerità e cuore.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e consapevolezza la tua esperienza. Le tue parole raccontano un vissuto profondo e complesso, segnato da ferite importanti che, pur essendo state in parte affrontate, continuano a esercitare un'influenza sul presente. Il senso di blocco emotivo, l’apatia, la mancanza di motivazione e di energia, così come la sensazione di essere scollegata tra mente e corpo, sono segnali che spesso emergono quando la nostra psiche sta cercando, anche faticosamente, di proteggerci da dolori non ancora completamente elaborati.

Il fatto che tu riesca a osservare con lucidità questa distanza tra ciò che razionalmente desideri e ciò che emotivamente vivi è già un primo passo importante. La difficoltà nell'attivare le proprie risorse interiori non è indice di debolezza, ma spesso il risultato di un sistema interiore che è stato messo a dura prova nel tempo, e che ha bisogno di essere riaccompagnato gradualmente verso una nuova fiducia e vitalità.

Hai espresso il desiderio di trovare uno spazio terapeutico sicuro, empatico e accogliente, dove poter essere vista e sostenuta senza fretta ma con presenza e fermezza. Questo è un bisogno autentico e legittimo, e merita di essere ascoltato con rispetto. L’approccio EMDR, che è stato suggerito, può essere particolarmente indicato nei casi in cui vi siano traumi non elaborati o esperienze emotive dolorose ancora attive nel presente. L’EMDR lavora sul piano profondo della memoria e delle emozioni, facilitando l’elaborazione e il “disincastro” da vissuti che bloccano la crescita e il benessere psicologico.

Ritrovare un contatto autentico con sé stessi, e riattivare il proprio movimento interiore, è possibile. Farlo da soli però, soprattutto in condizioni di esaurimento emotivo e mentale, può essere estremamente difficile. Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire la tua situazione rivolgersi ad uno specialista che possa accompagnarti con competenza e delicatezza in questo percorso di cura e di rinascita.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa







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Dott.ssa MINA MASTROPIETRO
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Milano
Buongiorno carissima,
Milton Erickson padre dell'ipnosi moderna diceva che spesso sappiamo più di quello che crediamo di sapere e che nel nostro inconscio ci sono tutte le risposte e le risorse per superare qualsiasi problema in modo efficace.
Senza semplificare troppo il mio lavoro di clinico negli ultimi anni si è occupato principalmente di sostenere e accompagnare alla guarigione i miei pazienti con disturbi postraumatici nelle situazioni di vita più delicate ed estreme.
Il corpo accusa il colpo ciòè mantiene memorie anche quando la testa ha dimenticato e possiamo aiutarlo a sentire innanzi tutto a livello emotivo, per poi trasformare i traumi che l'hanno portata a sentirsi staccata dalla realtà e "scollegata".
Per andare a fondo è necessario di arrivare alla radice del problema e scioglierlo con strumenti efficaci e risolutivi come Emdr e ipnosi clinica.
Ritrovare dialogo diretto con l'inconscio e le sue risorse è parte della guarigione e della trasformazione per non solo uscire dalla sofferenza ma per ritrovare slancio e vitalità
Con affetto. dr. Mina Mastropietro
Dott. Gianluca Pignatelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
le sue parole raccontano bene la complessità del momento che sta attraversando: un desiderio di cambiamento che si scontra con una fatica interna difficile da superare da soli, soprattutto quando ci sono ferite del passato non pienamente elaborate.
Iniziare un nuovo percorso può sembrare faticoso, ma è proprio all’inizio che si pongono le basi per creare uno spazio sicuro, in cui sentirsi accolti e accompagnati nel dare senso a ciò che si vive. La continuità degli incontri, e ancor più l’avere un giorno e un orario fissi, aiuta anche a livello inconscio: permette alla mente e al corpo di iniziare a strutturare quello spazio come proprio, come un punto fermo in cui prendersi cura di sé, anche quando le energie sembrano mancare.
L’approccio EMDR può essere uno strumento utile e delicato per lavorare su traumi e vissuti dolorosi, ma sempre a partire da una relazione terapeutica fondata sulla fiducia, sul rispetto dei tempi e sull’ascolto autentico.
Se lo desidera, possiamo valutare insieme come iniziare questo percorso, anche online o in presenza.
Un saluto,
Dott. Gianluca Pignatelli
Dott.ssa Adele Stucchi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Albino
Buonasera. Ho letto con attenzione quanto scrive. Mi colpiscono la chiarezza e la fluidità con cui si racconta, ma soprattutto mi colpisce il bisogno di essere vista, valorizzata e accolta in quella che lei definisce "la mia complessità". Non mi è chiaro per quale motivo le sia stata suggerita l'EMDR. Da quello che intuisco orienterei la ricerca verso una psicoterapia relazionale. Non so dove lei viva, ma se crede, mi può contattare per un incontro on line gratuito al fine di una messa a fuoco della sua richiesta. Mi faccia sapere
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Le sue parole mostrano una profonda consapevolezza. Per un percorso più profondo e che vada a lavorare sulle convinzioni più radicate, le consiglio un approccio psicoanalitico. La psicoterapia psicoanalitica si concentra sull'esplorazione profonda delle dinamiche interiori, andando ad analizzare il suo inconscio, le sue esperienze passate, e come queste influenzano il suo presente. Questo tipo di terapia potrebbe aiutarla a scoprire le radici del suo blocco emotivo, dell’apatia e della demotivazione, per poterli affrontare e superare in modo più completo e duraturo.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, il suo corpo perdendo energia sembra che faccia resistenza ad affrontare la sua situazione. E' necessario riprendere la terapia, probabilmente. L'EMDR è un intervento preferenziale per affronatre traumi e forse il caso di abuso che lei descrive. Io non posseggo questa forma di intervento tra le mie abilità. Potrei fare una prima fase di ascolto per capire le sue necessità, io generalmente considero l'empatia e il non giudizio come delle facilitazioni alla relazione. eventualmente anche online. Saluti!
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Buongiorno, sembra quindi abbia vissuto dei traumi che senta necessità di affrontare ed elaborare. Pare che sia il suo corpo sia il portatore di questo dolore, la stanchezza è sintomo di grande stress mentale ed emotivo. Le consiglio un percorso che preveda un'esplorazione più approfondita del suo vissuto emotivo e percettivo per ridare valore e vita agli aspetti corporei del suo vissuto, passato e presente.
Cordiali saluti.
Dott. Salvatore Augello.
Dott.ssa Giulia Ciaudano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Cara utente, grazie per la sua condivisione, mi spiace molto per la situazione che descrive. Sarebbe importante poter esplorare un po' questa difficoltà presente di agire, cosa blocca le sue risorse e cosa genera le sensazioni spiacevoli che vive, oltre ad andare un po' a scavare nel passato se sente che c'è ancora tanto di inelaborato visto il trauma che ha vissuto. Il primo passo per un aiuto lo ha fatto scrivendo questa domanda, abbia fiducia nel suo riuscire ad intraprendere un percorso terapeutico.
Resto a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Ciaudano
Dott.ssa Martina Mari
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cremona
Grazie per aver condiviso la sua storia con tanta apertura e coraggio. Il suo racconto trasmette una profonda consapevolezza delle sue difficoltà, ma anche un chiaro desiderio di trasformazione, nonostante la fatica. È comprensibile che, dopo esperienze dolorose non elaborate, emergano apatia e sensazione di blocco come quelle che descrive. La tecnica EMDR potrebbe essere una tecnica utile per elaborare vicende passate dolorose. Rimango a disposizione. Cordialmente.
Dott.ssa Martina Mari.
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bruino
Buongiorno,
le sue parole raccontano con grande lucidità e profondità una condizione che merita ascolto, rispetto e accompagnamento attento. Quando si porta dentro di sé una storia di ferite non pienamente elaborate, come quella che ha accennato, è naturale che corpo ed emozioni facciano fatica a “seguire” ciò che la mente razionalmente desidera. Non è una mancanza di volontà, ma un segnale della necessità di un lavoro profondo, graduale e rispettoso dei suoi tempi.
Il senso di scollegamento, il vuoto e la difficoltà ad attivarsi sono spesso il modo con cui il nostro sistema psico-fisico cerca di proteggerci da un dolore troppo grande o ancora non digerito. In questi casi, lavorare sulla sicurezza interna, sulla regolazione emotiva e sulla fiducia nella relazione terapeutica diventa prioritario, prima ancora di chiedersi “come cambiare”.
L’approccio EMDR può effettivamente essere utile nel trattamento di esperienze traumatiche, anche precoci, ma è importante che venga inserito in un percorso terapeutico solido, in cui ci si senta accolti e accompagnati con continuità e competenza.
La sua richiesta di essere accolta “senza fretta, con empatia e fermezza” è già una grande risorsa: riconoscere ciò di cui si ha bisogno è un primo passo verso una cura che possa davvero aiutarla.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Lei stessa afferma di non essere andata fino in fondo. Forse dovrebbe chiedersi quanto vuole veramente risolvere.
Dott. Fabio di Guglielmo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Forlì
Gentilissima,
mi ha colpito la compostezza con cui racconta un dolore così profondo. È come se stesse bussando a una porta interiore da tempo chiusa, ma senza smettere di cercare chi possa aprirla insieme a Lei.
La fatica che descrive, quel sentirsi “scollegata” è spesso il risultato di ferite antiche che continuano a risuonare nel presente, specialmente quando il corpo porta ancora il peso del non detto. Ma il fatto che abbia trovato le parole per nominare tutto questo è già, in sé, un gesto di cura.
Esistono percorsi come l’EMDR che aiutano a reintegrare queste memorie traumatiche, ma nessun metodo può sostituire la presenza viva e costante di chi sa stare, senza fretta, nei luoghi dove Lei stessa esita ad andare. La terapia può diventare allora uno spazio interno, nuovo, dove il tempo guarisce non da solo, ma accompagnato.
Un caro saluto, Dott. Fabio Di Guglielmo
Dott.ssa Ramona Salvati
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Messina
Caro utente, la ringrazio innanzitutto per la condivisione. Le parole che ha scritto raccontano una sofferenza profonda, ma anche una grande consapevolezza: il desiderio di prendersi cura di sé, pur nella fatica, è già un segno importante di forza interiore.
La sensazione di blocco emotivo, la demotivazione, il senso di vuoto e la difficoltà ad attivare le proprie risorse sono spesso il risultato di ferite non ancora elaborate, come l’abuso infantile che ha menzionato. Il fatto che razionalmente Lei percepisca la necessità di un cambiamento, ma senta il corpo “immobile”, è una dinamica molto comune nei vissuti traumatici: è il sistema mente-corpo che cerca di proteggersi, pur a costo dell’immobilità. Il bisogno che esprime – di uno spazio sicuro, empatico ma anche strutturato – è del tutto legittimo; è comprensibile che, dopo un percorso interrotto, senta la necessità di affidarsi a qualcuno in grado di accogliere la Sua complessità, rispettando i Suoi tempi e accompagnandola con delicatezza ma anche con fermezza.
Le auguro sinceramente di trovare la persona giusta con cui poter riaprire questo cammino, con fiducia e senza fretta. Merita di essere vista, ascoltata e accompagnata con rispetto e autenticità ed fatto che stia cercando aiuto è già un passo prezioso verso la cura. Un caro saluto.
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Considerato la delicatezza della situazione e la particolarità del contesto, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Mentre leggevo della sua “condizione di blocco emotivo, apatia, demotivazione… ferite profonde, che probabilmente stanno ancora condizionando il mio presente”, ho immaginato un corpo costretto a destinare tutte le risorse agli organi e ai tessuti danneggiati. Una reazione che permette di sopravvivere, interrompendo però la comunicazione/il contatto con la mente e il mondo interno, che ne risultano isolati, privati di ogni possibilità di espressione. Un prezzo altissimo, ma necessario e forse anche più sostenibile, meno doloroso rispetto ad un loro eventuale coinvolgimento. Allora, cosa è successo con la sua psicoterapeuta? Associando liberamente i pensieri sollecitati dalle sue poche e sentite righe, possiamo provare ad immaginare che la relazione terapeutica, intesa come area che introduce cambiamenti, trasformazioni, fluidificazioni, connessioni mente-corpo prima impossibili e facendosi portavoce del mondo interno, abbia attivato un campanello di allarme. Un rischio che, ora come allora, deve essere evitato, costi quel che costi: "Meglio stare fermi, non muoversi". Purtroppo (o per fortuna) il dolore non si può lavare via, non si può bloccare, perché richiede un lavoro complesso, delicato e preciso. Spero si conceda la (seconda) possibilità di fidarsi e affidarsi ad una seconda mente con cui ri-pensare le esperienze più significative, i pensieri più dolorosi, le emozioni più forti. È molto giovane e merita di vivere una vita piena e serena. In bocca al lupo
Dott.ssa Valentina Menta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roccabianca
Buongiorno, intanto grazie per aver condiviso la tua storia; non penso sia facile raccontare o anche solo soffermarsi a pensare ai pesi che ci portiamo dietro: questo, dal mio punto di vista è già un buon punto di partenza. Concordo con chi ti ha suggerito l'approccio EMDR, ritengo che potrebbe aiutarti ad alleggerire le grandi fatiche che porti, rispettando sempre quelli che sono i tempi di cui hai bisogno, per far fluire le densità che sono state protette per tanto tempo. Non è per niente semplice "andare a fondo", abbassare quelle difese che nel tempo ti hanno aiutato ad andare avanti e ti hanno protetto, a modo loro, da tutto quello che percepivano come minaccioso per te. Penso ci voglia pazienza e tanta curiosità e penso anche che la tua consapevolezza circa la tua interiorità sia una risorsa molto importante che stai mettendo in campo. Magari non ti appare come tale, ma, a mio parere è un grande passo che stai facendo. Un'altra cosa che mi viene da rimandarti, a mio avviso molto significativa, è che non sei da sola; a me piace pensare alla psicoterapia come ad un viaggio, una strada che si percorre insieme, sintonizzandosi sulle difficoltà che la strada presenta e, insieme, si portano tutte le valigie, anche le più pesanti, per poterle sentire più leggere; ci si può fermare per aprire queste valigie, tirare fuori qualcosa, osservarlo da diversi punti di vista, o anche solo sbirciare, se non si è ancora pronti; si possono mettere in valigia alcuni significati che si co-costruiscono nel viaggio , consapevolezze che si respirano nell'aria, ricordi rispolverati e rivisti delicatamente attraverso nuovi colori. Si possono fare tante cose, anche semplicemente camminare, osservando il paesaggio, ascoltando i rumori, annusando i sapori, vivendo ciò che la strada ci offre. Non so se queste mie parole possano in qualche modo esserti state d'aiuto. Io ci sono, se e quando vorrai... Buona giornata. Valentina
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicologo, Psicoterapeuta
Mantova
Da quello che leggo, le sue parole raccontano con grande lucidità una sofferenza che merita ascolto e accoglienza. È molto importante il fatto che riesca a riconoscere la disconnessione tra ciò che “sa” mentalmente e ciò che sente nel corpo: è proprio lì che spesso si trova la chiave per iniziare un lavoro più profondo e trasformativo.

Sicuramente un lavoro che va al di là di quello che possiamo immaginare leggendo.
Il blocco che descrive può avere radici profonde, legate a esperienze traumatiche non elaborate, che continuano a generare fatica, svuotamento e autosabotaggio. Tecniche come l’EMDR possono certamente essere utili, ma ciò che più conta è trovare un contesto terapeutico in cui lei possa sentirsi davvero accompagnata nel rispetto dei suoi tempi, senza giudizio, ma con una guida presente e stabile.

Esistono approcci integrati, come quelli basati sull’ascolto del corpo e sulla relazione tra emozioni e sintomi (tra cui il mio lavoro con la Decodifica Biologica Riparatrice, l’ipnosi), che aiutano a riportare coerenza tra mente, emozioni e corpo, facilitando il recupero di energia e direzione.

Le auguro di trovare lo spazio giusto per sé, e se desidera approfondire, sono disponibile ad ascoltarla.

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

sarei disponibile ad aiutarla in merito alle difficoltà qui espresse. Non so come mai cerchi un terapista EMDR, nel caso sarei disponibile ad accompagnarla in un percorso psicoterapico.

Cari saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua sincera condivisione. Credo in tutta onestà che sia importante attivare un percorso terapeutico, con qualcuno di cui si possa fidare, da cui possa sentirsi compresa, ascoltata e accolta. Sono sicura che le risorse in lei non manchino, ma penso che a volte attivarle da soli sia molto difficile. Nonostante abbia già fatto un percorso, non deve scoraggiarsi: sicuramente è stato prezioso e importante, l'ha aiutata ad approcciare la sua storia, ma è possibile avere bisogno di aiuto più di una volta, soprattutto se sente di non essere riuscita ad andare a fondo. è difficile andare a fondo senza il sostegno e l'accompagnamento di qualcuno a cui potersi affidare. Credo sia importante poter depositare la sua storia, per poter finalmente arrivare in profondità con qualcuno che come giustamente ha scritto lei possa garantirle continuità. Se vuole cominciare un percorso mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Chiara Rogora
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Varese
buongiorno,
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.

cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
Dr. Antonio Zagarese
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Parma
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Le tue parole raccontano un’esperienza molto profonda, fatta di consapevolezza, fatica, e anche desiderio di cambiamento — anche se ora ti sembra difficile accedere alle risorse per farlo.

Il blocco che descrivi ha senso, soprattutto se consideriamo le ferite che porti dentro e il modo in cui il tuo corpo e la tua mente hanno cercato, nel tempo, di proteggerti da un dolore troppo grande. A volte il non sentire, il non agire, l’apatia, sono proprio una forma di “sopravvivenza” che si è sviluppata in risposta a esperienze che non ha scelto.
L’EMDR può essere uno strumento utile, soprattutto quando ci sono traumi da rielaborare, ma più importante ancora è trovare un contesto in cui ti senta davvero accolta, vista e sostenuta nella tua complessità — senza pressioni, ma con presenza.

Se vorrai, possiamo iniziare a esplorare insieme questo percorso. Senza fretta, ma con cura.

Un caro saluto.

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