Buongiorno dottori, da qualche mese a questa parte sto vivendo una disconessione con il mondo estern

24 risposte
Buongiorno dottori, da qualche mese a questa parte sto vivendo una disconessione con il mondo esterno che sembra che tutto quello che vedo anche se lo riconosco sembra di vederlo in lontananza, oppure come dentro una bolla, infatti da quando sono caduto in questa disconessione ho avuto anche paura di fare del male a chi avevo vicino, paura di aprire lo sportello della macchina e lanciarmi, oppure buttarmi nella corsia opposta, solo che queste paure non erano sempre come la disconessione che la sento h24, solo che adesso da qualche settimana oltre quelle paure che ho scritto mi sono spuntate altre paure, tipo paura di tutto in generale anche stare da solo in casa, tipo l'altro giorno ero ad una mangiata di lavoro e vedere un ragazzo accanto a me con il contello che stava mangiando mi veniva la paura che con quel coltello poteva farmi del male, oppure quando litigo in casa con i miei mi viene la paura che mi potessero fare del male, oppure quando ogni tanto a lavoro mi siedo mi viene la paura che qualche collega possa fare la spia che io sono stato seduto... quindi adesso vorrei chiedere a voi dottori queste paure che ho sono pensieri intrusivi, fobie o qualcosa di grave tipo deliri, paranoie ecc... perchè non vi nego che ho anche la paura che posso avere allucinazioni uditive o visive, infatti mi succede che quando sono da solo oppure la sera che mi guardo attorno... ( anche se non ho mai avuto allucinazioni )... grazie
Buongiorno. Purtroppo non è possibile fare una diagnosi attraverso una semplice conversazione in un forum. Comunque, credo che la sua condizione meriti l'attenzione di uno specialista (psicologo e/o psichiatra), considerato che sembrerebbe peggiorare nel tempo e che non le consente di vivere la sua vita con piacere e serenità. Ad ogni modo, non si lasci sopraffare dalla paura di un possibile disturbo mentale e affronti la questione con un esperto, vedrà che in questo modo riuscirà a riprendere il controllo della sua vita.

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
quello che descrivi è un insieme di vissuti complessi e molto intensi, che meritano attenzione e comprensione.

La sensazione di disconnessione dal mondo esterno, come se tutto fosse ovattato o lontano, è spesso associata a fenomeni chiamati derealizzazione e depersonalizzazione. Si tratta di risposte della mente a un forte stress o a un disagio psicologico, e non indicano necessariamente una condizione grave, ma sono certamente segnali importanti che qualcosa dentro di te sta chiedendo aiuto.

Le paure che riporti — come quella di fare del male a qualcuno, di lanciarti dalla macchina o che gli altri possano farti del male — somigliano molto a pensieri intrusivi. I pensieri intrusivi sono pensieri indesiderati, spesso spaventosi o angoscianti, che però non corrispondono a un reale desiderio di compiere quelle azioni. Nella maggior parte dei casi, il semplice fatto che queste idee ti spaventino e ti creino disagio è già un segno importante: chi ha deliri o comportamenti psicotici veri e propri, generalmente non mette in discussione la realtà dei propri pensieri, mentre tu lo fai in modo molto lucido.

Il fatto che ti stiano comparendo paure generalizzate (come stare da solo, o il timore che qualcuno possa farti del male anche in situazioni tranquille) può essere legato ad un aumento dell’ansia, in particolare ansia anticipatoria e, forse, ad un controllo ipervigilante dell’ambiente. Anche questo è comune in alcuni disturbi d’ansia, come il disturbo ossessivo-compulsivo o i disturbi da stress.

Infine, la tua paura di poter avere allucinazioni — anche se non ne hai mai avute — può nascere da uno stato di ansia molto elevato, che ti porta a dubitare delle tue percezioni e della tua lucidità. Ma proprio il fatto che tu riesca a distinguere tra la realtà e la paura che possa accadere qualcosa, è un aspetto rassicurante.

Detto tutto questo, è davvero fondamentale che tu non affronti da solo questi vissuti. Le esperienze che descrivi meritano di essere accolte e approfondite in un contesto sicuro, con una figura competente che possa aiutarti a capire meglio cosa sta accadendo, ridurre la sofferenza e trovare strategie efficaci per affrontarla.

Rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta non significa essere “gravi”, ma avere il coraggio di prendersi cura della propria salute mentale.

Sarebbe quindi utile e consigliato, per approfondire con maggiore chiarezza e serenità, rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Filippina Romano
Psicologo, Psicologo clinico
San Casciano in Val di Pesa
Gentilissim*,
Nella Sua descrizione si riscontrano una serie di elementi interessanti che vale la pena di approfondire con l’aiuto di un professionista. La risposta sarebbe impossibile da dare attraverso tale strumento, poiché sarà necessario indagare differenti funzionamenti che potrebbero portare ad una valutazione e, successivamente, ad un trattamento anche di tipo farmacologico.
Le auguro buon percorso
Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buonasera, comprendo quanto possa essere difficile convivere con questi sintomi, le consiglierei di rivolgersi ad uno psichiatra che possa aiutarla con la cura più adatta a lei e alla sua sintomatologia. Le suggerirei con lo specialista di confrontarsi per effettuare parallelamente anche un percorso psicologico con uno psicoterapeuta. Dott.ssa Susanna Scainelli
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver trovato il coraggio di descrivere con tanta chiarezza ciò che sta vivendo, perché le parole che ha scritto mostrano quanto stia osservando in modo attento e consapevole quello che le accade dentro. Comprendo bene quanta angoscia e confusione possano derivare da questa sensazione di disconnessione e dalle paure che la accompagnano, giorno e notte, senza darle tregua. Quello che descrive assomiglia molto a una forma di derealizzazione, una condizione che porta a percepire l’ambiente circostante come se fosse irreale, distante o ovattato. Spesso questo sintomo è legato a un forte stato di ansia o stress prolungato: la mente, per difendersi da una tensione insopportabile, si “stacca” da ciò che la circonda, come se si mettesse dietro a un vetro per non sentire tutto il peso delle emozioni. È una strategia di sopravvivenza del nostro cervello, ma quando diventa continua porta a sentirsi intrappolati in una bolla, come descrive lei. Le paure che racconta, come il timore di fare del male a sé o agli altri, di buttarsi dalla macchina o di essere aggredito, rientrano spesso nella categoria dei pensieri intrusivi. Sono pensieri non voluti, improvvisi, che terrorizzano proprio perché vanno contro ciò che si desidera davvero. Chi soffre di questi pensieri teme di poter perdere il controllo, ma in realtà è proprio la paura di queste immagini a renderle così forti. Nella maggior parte dei casi restano pensieri, non si trasformano in azioni reali. La mente ansiosa, per eccesso di controllo, inizia a dubitare di tutto: anche di vedere o sentire cose inesistenti, anche se poi nella realtà non accade. È molto importante distinguere questi fenomeni dai deliri o dalle allucinazioni vere. I deliri sono convinzioni assolute, rigide, di cose non reali, che la persona non mette in dubbio. Lei invece dimostra di interrogarsi costantemente, di chiedersi se quello che pensa sia reale o no, se stia diventando “matto” o se stia perdendo contatto con la realtà. Questo dubbio è tipico di chi soffre di ansia o di un disturbo ossessivo: non è un segno di delirio, ma del fatto che la sua parte razionale è ancora ben presente e vigile. Un percorso psicoterapeutico cognitivo-comportamentale può aiutarla molto a ridurre la derealizzazione e a dare un significato a questi pensieri. Si lavora sull’ansia di fondo, sui meccanismi di controllo, sull’accettazione dei pensieri indesiderati per non farli diventare un’ossessione. A volte, se necessario, può essere utile anche un supporto farmacologico per ridurre l’ansia e dare sollievo al cervello affaticato. Non affronti tutto da solo. Questi sintomi, se presi per tempo, possono migliorare e anche scomparire, ma richiedono ascolto e cura. Si rivolga a uno specialista: parlarne, dare un nome a quello che sta vivendo e capire da dove nasce è il primo passo per sentirsi di nuovo radicato nel presente, senza più sentirsi separato dal mondo o prigioniero di paure che non le appartengono davvero. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente, grazie per la condivisione.
Quello che riferisci — la sensazione di disconnessione dalla realtà (come in una bolla, tutto lontano), accompagnata da paure intrusive e scenari di danno a sé o agli altri, pensieri di "cosa potrebbe succedere se..." — è un quadro che si avvicina a due condizioni psicologiche note: derealizzazione/depersonalizzazione; pensieri intrusivi/ansia generalizzata.
La derealizzazione/depersonalizzazione è una condizione ansiosa in cui ti senti "staccato" da te stesso o dal mondo esterno, come se fossi un osservatore esterno della tua vita. È molto spaventosa, ma non è un sintomo psicotico né preludio alla pazzia e spesso si accompagna a forte ansia o attacchi di panico.
Inoltre le paure che hai descritto (paura che qualcuno ti faccia del male, paura di fare qualcosa di brutto, paura che gli altri ti giudichino o ti facciano la spia) sono spesso pensieri intrusivi legati all'ansia. Sono pensieri che non vuoi avere, che ti spaventano proprio perché contrari a chi sei e ai tuoi valori. Di solito non portano a reali azioni, ma ti tengono in uno stato di allerta costante.
Non mi sembra che tu stia descrivendo deliri paranoici o psicosi perché riconosci l'irrazionalità di questi pensieri. Ti fanno paura e li metti in dubbio. Non dici di "credere fermamente" a queste cose, ma di temerle. Se fosse una vera paranoia o delirio saresti convinto che gli altri ti vogliano fare del male e non saresti qui a chiedere se "può essere qualcosa di grave", ma saresti sicuro di avere ragione.
Ti suggerisco di non affrontare questa situazione da solo e di richiedere un consulto specialistico con uno psicoterapeuta esperto in ansia e pensieri intrusivi o uno psichiatra, per chiarire bene il quadro e ricevere il giusto supporto.
Queste cose si curano e migliorano moltissimo con la terapia (particolarmente la Cognitivo-Comportamentale) e, se serve, un supporto farmacologico leggero.
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buongiorno,
Capisco quanto può essere spaventoso sentirsi disconnesso dal mondo e dai propri pensieri.
Sembra che tu stia vivendo una sofferenza intensa, e riconosco il coraggio nel condividerla.
Le sensazioni e le paure che descrivi trasmettono una profonda vulnerabilità che merita di essere accolta con rispetto.
Sono qui per ascoltarti, se vorrai, anche solo per darti voce a ciò che stai attraversando.
Sentiti libero di prenderti tutto il tempo che ti serve – non sei solo.
Cordialmente
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la sua descrizione restituisce un quadro molto intenso, che mostra quanto stia vivendo un periodo complesso e carico di angoscia. Le sensazioni di disconnessione dalla realtà che riferisce (come se fosse dentro una bolla, o come se tutto apparisse lontano) possono essere inquadrate come fenomeni dissociativi, in particolare come derealizzazione. Sono vissuti che, seppur molto disturbanti e spaventosi, non equivalgono a una perdita del contatto con la realtà. In altre parole, lei sa che quello che sta vivendo è qualcosa che “non è come dovrebbe essere”, e proprio questo le causa paura. È un elemento molto importante, perché ci dice che il suo esame di realtà è preservato, ovvero lei è consapevole di ciò che prova, anche se le fa male.

Le paure che descrive (timore di poter fare del male, di essere osservato, giudicato, di poter perdere il controllo) sono spesso collegate a uno stato ansioso molto marcato. In presenza di ansia intensa e persistente, possono emergere pensieri intrusivi e immagini mentali disturbanti, che non rappresentano desideri o volontà, ma piuttosto il frutto di una mente in allerta continua. In molte condizioni di disagio psicologico, come ad esempio il Disturbo Ossessivo Compulsivo in una sua possibile forma “ad alto funzionamento”, possono emergere proprio pensieri di questo tipo: involontari, ripetitivi, accompagnati da un forte senso di paura o colpa, ma non seguiti da comportamenti reali.

Quando ci si trova sotto pressione emotiva e il corpo è costantemente in stato di allarme, è comprensibile che anche il sistema percettivo (cioè il modo in cui guardiamo il mondo e gli altri) possa alterarsi. La paura che qualcosa di grave stia accadendo o che lei stia “impazzendo” è una delle reazioni più comuni e comprensibili in questi contesti. Tuttavia, va detto con chiarezza che avere paura di impazzire non è segno di pazzia. Anzi, chi è realmente in uno stato psicotico (come nei deliri o nelle vere paranoie) di norma non mette in discussione le proprie convinzioni, né teme di star perdendo il contatto con la realtà: semplicemente non se ne accorge. Il fatto che lei si ponga domande, si interroghi e cerchi aiuto indica lucidità, non perdita del contatto con la realtà.

Le consiglierei caldamente di intraprendere un confronto con uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia e sintomi dissociativi. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a dare senso e contenimento a ciò che sta vivendo, e, con gli strumenti giusti, queste sensazioni possono ridursi fino ad affievolirsi in modo significativo. Lei non è solo, e quello che sta attraversando è comprensibile alla luce di un funzionamento psicologico in stato di allarme. La terapia può aiutarla a rientrare in contatto con sé stesso, a recuperare sicurezza, e a ritrovare una forma di presenza nel mondo meno spaventata e più stabile.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Ciro Napoletano
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Buongiorno,
da ciò che descrive emerge un vissuto molto intenso di disconnessione dalla realtà (spesso definito derealizzazione), associato a un aumento della paura e a pensieri angoscianti e ricorrenti legati alla sicurezza propria e altrui. In ottica sistemica, questi segnali possono essere letti come indicatori di un forte stato di stress, ansia o sovraccarico emotivo, che si esprime attraverso sintomi cognitivi (paure, dubbi, pensieri catastrofici) e percettivi (la sensazione di vivere "in una bolla").

Il fatto che lei si interroghi in modo lucido su ciò che sta vivendo, e che tema la possibilità di “impazzire”, suggerisce una buona consapevolezza — un tratto che non è tipico dei deliri o delle psicosi conclamate, dove manca spesso il dubbio. Le sue paure, per quanto disturbanti, sembrano essere pensieri intrusivi legati a uno stato ansioso importante.

Non è solo e non è una condizione rara. Tuttavia, è fondamentale non affrontare tutto questo da solo: le consiglio caldamente un percorso psicoterapeutico (anche breve) che possa aiutarla a dare significato a ciò che sta vivendo e a riprendere una sensazione di stabilità e fiducia nella realtà. Quando la mente si sente al sicuro, anche le percezioni tornano a essere più nitide.
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che sta vivendo: le sensazioni di disconnessione, le paure e i dubbi che descrive possono essere molto destabilizzanti, ed è comprensibile che si stia interrogando su cosa stia accadendo.
Alcuni dei sintomi che riporta – come la sensazione di essere “dentro una bolla” o di percepire la realtà come distante – possono rientrare in esperienze di derealizzazione o depersonalizzazione, che spesso si manifestano in periodi di forte ansia o stress emotivo.
Le paure che descrive, come il timore di fare o subire del male, o di essere osservato o giudicato, possono assumere forme diverse da persona a persona e non significano necessariamente che si tratti di un disturbo grave o irreversibile. In alcuni casi possono essere riconducibili a pensieri intrusivi legati all’ansia, ma per comprenderne davvero l’origine e il significato è importante un confronto diretto con un professionista.
La buona notizia è che ha già compiuto un primo passo importante: riconoscere ciò che prova e chiedere aiuto. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra per una valutazione approfondita e per avviare un percorso di supporto personalizzato.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, ciò che descrive evoca una situazione in cui la percezione del mondo e delle relazioni sembra essere profondamente alterata, come se un filtro oscuro si fosse sovrapposto alla sua esperienza quotidiana. La sensazione di vivere dentro una "bolla" e le paure che emergono riguardo a situazioni quotidiane indicano un possibile stato di ansia acuta, che può manifestarsi in forme di pensieri intrusivi e paure irrazionali. Questi pensieri, per quanto spaventosi, non indicano necessariamente un disturbo psicotico grave come il delirio, ma possono rappresentare un modo attraverso cui la sua mente sta cercando di gestire un conflitto interiore o un accumulo di stress che non è stato completamente elaborato. È importante riconoscere che l'angoscia e il timore di eventuali danni o tradimenti possono essere espressioni di una vulnerabilità profonda, una reazione a percezioni di insicurezza o perdita di controllo che risalgono a emozioni più remote e che cercano una via per essere viste e comprese. Nell'orientamento psicoanalitico che seguo, si pone enfasi sull'ascolto di questi sintomi come tentativi dell'inconscio di comunicare attraverso il linguaggio simbolico delle paure e delle immagini mentali. L'invito è di esplorare queste sensazioni in uno spazio sicuro e privo di giudizio, che permetta di affrontare e comprendere le radici di queste percezioni e, gradualmente, di trovare un significato più equilibrato.
Se desidera intraprendere questo viaggio di esplorazione e guarigione, sono qui per offrirle un sostegno profondo e attento.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Quello che descrive è una condizione molto intensa e dolorosa, ma non così rara come potrebbe sembrare. Sta vivendo un’esperienza che coinvolge diversi livelli del funzionamento psichico: una derealizzazione persistente, pensieri intrusivi legati al danno (fare del male, essere fatto del male), paure improvvise e scenari di pericolo, uniti a un costante stato di allerta e diffidenza.

Tutti questi elementi non indicano necessariamente una psicosi o una patologia grave, ma possono far parte di un disturbo d’ansia complesso, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) con aspetti fobico-paranoici, oppure una forma di disturbo post-traumatico dissociativo, specie se c’è stata una situazione stressante o traumatica in passato.

La derealizzazione che descrive (quella “bolla” che la isola dal mondo) è spesso una risposta della mente per proteggersi da un sovraccarico emotivo o da una paura profonda. È fastidiosa e spaventosa, ma non è segno di “pazzia” né di perdita di contatto con la realtà.

Il fatto che lei si stia facendo queste domande e che sia spaventato dalle sue stesse paure è un aspetto molto importante: chi è davvero in preda a un delirio pieno non ha dubbi su ciò che pensa o vede. Invece lei mette in discussione i suoi pensieri, ne ha paura, cerca una spiegazione e un aiuto. Questo è un segno rassicurante.

In casi come il suo, un supporto psicoterapeutico specializzato può fare davvero la differenza. Non deve affrontare tutto questo da solo. La mente ha risorse straordinarie, e il fatto che sia ancora lì a raccontarsi con lucidità significa che sta lottando per ritrovare un senso e una stabilità.

Un caro incoraggiamento,
e l’augurio sincero che possa iniziare presto un percorso che lo aiuti a sentirsi più al sicuro – dentro e fuori di sé.
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, valuti una visita da una psicoterapeuta non posso risponderle
Dott.ssa Marta Bruno
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, capisco il momento di difficoltà e le preoccupazioni manifestate. Sarebbe importante che si rivolgesse ad uno psicologo per approfondire al meglio la sintomatologia corporea che percepisce. Sopratutto per indagare se l'esordio dei sintomi, che riporta essere di qualche mese fa, corrisponde qualche evento stressogeno. Non è necessario incasellare i sintomi in una etichetta clinica ne pensare subito a qualcosa di grave perchè la disconnessione percepita può concludersi nel momento in cui se ne capiscono le cause profonde, senza quindi avere un peggioramento.
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Spesso questi pensieri sono sintomi d'ansia. Il pensiero prende in un certo senso "il controllo". La mia risposta non equivale a diagnosi o cure. Spesso per questi pensieri si utilizza la terapia metacognitiva. È un intervento di ultima generazione. Provi a chiedere a un collega cognitivo-comportamentale
Potrebbe in poche sedute avere un buon miglioramento.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, quello che descrivi — la sensazione di distacco dalla realtà (“disconnessione”), insieme a paure intense e immagini angoscianti — può essere una forma di ansia molto intensa, forse con sintomi dissociativi e pensieri intrusivi. Questi pensieri, sebbene spaventosi, non sono necessariamente deliri o allucinazioni; la tua consapevolezza del problema è un segnale importante.
Spesso, in questi casi, la mente cerca di proteggersi da un’eccessiva attivazione emotiva, ma questo genera ulteriore ansia e paura. Ti suggerisco di provare a osservare i pensieri senza giudicarli o combatterli, come se fossero nuvole che passano nel cielo: non sono fatti certi, ma solo eventi mentali.

Se la paura e il distacco diventano troppo invasivi, potrebbe essere utile un confronto con uno specialista, anche per valutare tecniche specifiche che ti aiutino a tornare con i piedi per terra e a interrompere il circolo di ansia.

Ti chiedo: quando provi queste paure, cosa fai di solito? Riesci a trovare qualche modo per calmarti o distrarti?
Questo può essere un punto di partenza per capire cosa funziona per te.
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per aver condiviso con precisione quello che stai vivendo. Le sensazioni di distacco costante (“in una bolla”) e le paure estremamente specifiche (di far del male, di essere aggredito, di crimini immaginati) sono tipiche dei pensieri intrusivi legati all’ansia, non di deliri o psicosi.

Quando il cervello è in allerta continua, trasforma situazioni banali in potenziali pericoli, generando immagini e paure vivide. Il fatto che tu riesca a riconoscere l’irrazionalità di questi timori e a dubitare della loro realtà indica che non si tratta di allucinazioni o vere paranoie.

Per gestire meglio questi pensieri, ti suggerisco di:
– Riconoscerli come “pensieri ansiosi” anziché segnali di pericolo reale.
– Usare un esercizio di radicamento: concentra l’attenzione su un oggetto concreto (coltello, sedia, volante) e descrivilo mentalmente in ogni dettaglio, così distogli la mente dall’allarme ingiustificato.
– Praticare regolarmente qualche minuto di respiro lento e profondo per ridurre l’iperattivazione.

Se queste paure continuano a interferire con la tua vita e aumentano l’isolamento, è consigliabile una valutazione psicologica per un percorso breve di tecniche cognitivo-comportamentali: apprendendo come interrompere il circolo pensiero-ansia potrai recuperare serenità e presenza.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, capisco quanto possa essere spossante convivere ogni giorno con questa sensazione di disconnessione e con pensieri e paure che la fanno sentire costantemente in allerta. È comprensibile che, vivendo questi stati in modo così continuo, lei possa temere che si tratti di qualcosa di grave o di perdere il controllo. Quello che sta descrivendo merita attenzione e un confronto diretto con uno specialista, così da poter chiarire l’origine di questi sintomi.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto;
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che descrivi è molto difficile da vivere, e capisco bene la tua paura. La sensazione di essere “distaccato dal mondo”, come in una bolla o in lontananza, è ciò che in psicologia viene chiamato derealizzazione: non significa che stai impazzendo, ma che la tua mente, sotto forte ansia e stress, reagisce con questa sensazione di irrealtà. È fastidiosa, può spaventare, ma non è un segnale di psicosi.

Le paure che racconti – far male agli altri, buttarti dalla macchina, che qualcuno possa farti del male con un coltello, che un collega faccia la spia – sono pensieri intrusivi tipici dei disturbi d’ansia e ossessivi. Non sono deliri: i deliri, infatti, sono convinzioni rigide e incrollabili. Tu invece riconosci che sono pensieri che “ti vengono”, ti spaventano, li metti in dubbio e cerchi rassicurazioni. Questa consapevolezza è fondamentale e distingue chiaramente le ossessioni dalle psicosi.

Lo stesso vale per la paura delle allucinazioni: non stai avendo allucinazioni, ma temi che possano arrivare. In realtà è un meccanismo ansioso: più leggi o pensi a queste cose, più la tua mente costruisce scenari che sembrano veri. Ma la tua capacità di dire “ho paura che mi succeda” è già la prova che sei consapevole, mentre chi ha un’allucinazione o un delirio lo vive come reale, senza dubbi.

In sintesi:
– la “disconnessione” è derealizzazione, legata all’ansia;
– i pensieri che descrivi sono ossessivi e intrusivi, non deliri;
– la paura delle allucinazioni è anch’essa un pensiero ossessivo, non una psicosi.

Non sei solo in questo: tanti che soffrono di ansia riferiscono esperienze simili. Il passo importante ora è continuare a parlarne con uno specialista (psicologo o psichiatra), perché ci sono terapie efficaci per ridurre l’ansia, i pensieri intrusivi e la derealizzazione.

Non stai “impazzendo”: sei in un circolo di ansia molto forte che può essere curato.

Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Ilaria Redivo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buon pomeriggio carissimo, grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo. Capisco quanto possa essere spaventante sentirsi così “disconnessi” e assaliti da paure difficili da spiegare, ma ti assicuro che non sei solo e che tutto questo ha un senso psicologico, anche se adesso sembra confuso.

Le sensazioni che descrivi — come il sentirsi “dentro una bolla”, i pensieri intrusivi, la paura di perdere il controllo o che gli altri possano farti del male — non indicano che stai sviluppando una psicosi, ma sembrano piuttosto legati a uno stato ansioso molto intenso, che può generare questi timori e alterare temporaneamente il modo in cui vivi la realtà.

È proprio in questi momenti che può essere utile iniziare un percorso psicoterapeutico per fare chiarezza, alleggerire la mente e ritrovare uno spazio di stabilità e sicurezza. Se sei interessato puoi trovare il mio profilo su Mio Dottore Un caro saluto Dott.ssa Ilaria Redivo
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Certamente, comprendo appieno la sua preoccupazione e la gravità del momento che sta vivendo. È un passo di grande coraggio e consapevolezza quello di descrivere con tanta lucidità e dettaglio un'esperienza interiore così complessa e spaventosa.
Vorrei rassicurarla su un punto fondamentale: il modo in cui lei sta descrivendo la sua esperienza suggerisce che lei è in un contatto sufficientemente saldo con la realtà da riconoscere che queste sensazioni e paure sono anomale e la stanno spaventando. Questo è un elemento cruciale e molto importante da cui partire.
Le paure che lei descrive rientrano in una categoria che potremmo definire pensieri intrusivi, è fondamentale che lei non rimanga solo con questo peso. Le consiglio di prendere in considerazione di rivolgersi ad un professionista che la può accompagnare in un percorso di terapia.
Dott.ssa Sabrina Pittarello
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Gentilissimo,
i sintomi che descrive – la sensazione di “disconnessione” e le paure intrusive – sono spesso legati ad ansia intensa e non indicano necessariamente deliri o psicosi. Tuttavia, visto che il disagio è forte e persistente, Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra per una valutazione diretta. Con il giusto supporto queste esperienze possono ridursi sensibilmente. Se i pensieri dovessero diventare ingestibili o avesse paura di perdere il controllo, è importante chiedere subito aiuto a un medico o recarsi al pronto soccorso.

Un cordiale saluto
dott.ssa Pittarello
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
le sensazioni che descrive – come la percezione di essere “dentro una bolla”, la paura di sé o degli altri e i pensieri intrusivi di pericolo – possono essere molto spaventanti, ma non indicano necessariamente qualcosa di grave come una psicosi o un delirio. Spesso compaiono in periodi di forte ansia o stress prolungato, quando la mente entra in una condizione di iper-vigilanza e di derealizzazione, cioè una sorta di distacco momentaneo dalla realtà per proteggersi da un eccesso di tensione.
In questi casi, la paura di “impazzire” o di perdere il controllo è essa stessa un effetto dell’ansia, non un segno di perdita di contatto con la realtà. È importante che continui il percorso di cura con uno psicologo o uno psichiatra, così da lavorare sulla gestione dei pensieri e sul recupero del senso di sicurezza. Tecniche di grounding e respirazione possono aiutare a ritrovare presenza e stabilità.

Dott.ssa Sara Petroni

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