Buongiorno, da tre anni vivo un’amicizia con un collega che si è trasferito all’estero fatta solo di

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Buongiorno, da tre anni vivo un’amicizia con un collega che si è trasferito all’estero fatta solo di scambi di messaggi vocali e wapp. Sono riuscita a sentirlo in chiamata solo una volta per pochi secondi. Mi ha detto che non ama essere molto raggiungibile: cosa significa? Che non vuole corrispondenze ma che quando tornerà me lo farà sapere per farsi un saluto. Ho saputo che poi è tornato anche se per breve e non mi ha detto nulla, seccato mi ha risposto ecco perché preferisco non avere amici, poi più in là ho capito si era sentito sotto pressione e mi ha detto non ho idea di quando tornerò per ora devo focalizzarmi qui a trovare un lavoro che rispecchi al meglio le mie qualità e anche se torno tornerò brevissimo ma magari quando tornerò te lo farò sapere stai serena. Sono sempre io la prima a scrivere e farmi sentire e di recente gli ho detto non amo scrivere molto fatti sentire tu quando riesci e ha messo pollice in su. Quanto tempo si deve dare all’altro per vedere se anche lui ci tiene a questa amicizia? Mi ha detto che non scrive mai a nessuno di sua iniziativa che non ha nulla da condividere con nessuno perché ha fatto un percorso di psicanalisi dove ha lavorato su se stesso in una maniera così profonda che gli ha evoluto la vita. Preferisce essere riservato come persona e anche se in me ha sempre visto una persona discreta mi ha detto vive in un paesino vicino Zurigo ma non il nome del posto. È normale in un rapporto di amicizia voler tenere delle informazioni per sé? A volte io mando una foto di un libro o suggerisco un film ma lui non fa lo stesso, se capita nella conversazione mi chiede se ho visto un film ma l’iniziativa non parte mai da lui. Mi manca molto vederlo di persona e sento il bisogno di rivedere un volto oltre là chat ma voglio che questa persona si senta libera di rivedermi quando lo preferirà. Nel frattempo, come può continuare l’amicizia? è una persona che sente persone carissime amici e parenti una volta all’anno, però ho visto che in questi anni mi è venuto incontro stabilendo una continuità di dialogo quando una volta ogni due settimane condividevo con lui qualcosa di personale che mai era accaduto. Nell’ultimo anno ho visto un rilassamento graduale e un piacere comunque nel restare in contatto nonostante non ami un contatto assiduo, però quando gli ho chiesto so che non mandi foto tue ma mi piacerebbe rivederti in una recente mi ha risposto il giorno dopo dicendomi eh lo so ma ora sono a lavoro dai. Come pensate che questa persona desideri vivere l’amicizia con me? Qual’è il contatto più adeguato per il tipo di frequentazione che si ha? Per quanto mi riguarda non mi pesa essere la prima a scrivere perché so come è fatto, probabilmente è stato ferito in amicizia in passato? Ma vorrei iniziare a sviluppare una comunicazione assertiva, un contatto autentico con questa persona che mostri interesse ma senza pressioni. A volte se i miei messaggi restano senza risposta, quando riscrivo dopo due giorni dicendo tutto ok o hai letto i miei messaggi? Mi dice con un vocale sì li leggo i tuoi messaggi è solo che a lavoro stanno facendo un sacco di cambiamenti mi ritrovo sempre più ore a lavoro che è quello che voglio ma mi costa tutto tantissimo te come stai tutto bene? Al momento vorrei capire meglio come sviluppare una connessione più autentica e meno bisognosa ma dopo 3 anni sento anche il desiderio di rivedere un volto. La videochiamata lo mette a disagio e mi ha detto non chiedermelo per favore. Non comprendo la riluttanza a mostrarsi in una foto recente considerando ci sia amicizia e non abbiamo amicizie in comune ormai. Ci sono persone che riescono ad aprirsi e rilassarsi con l’altro solo dopo anni di conoscenza? All’inizio con me non voleva un legame ma poi gradualmente si è aperto un po’ al dialogo mostrandomi stima e affetto. Come posso incoraggiare questa apertura?
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,

mi sembra che lei stia vivendo una situazione che può essere vista come un interessante gioco di equilibri tra vicinanza e distanza. Potrebbe essere che il suo amico stia cercando di proteggere la sua privacy, eppure sembra anche che ci sia un'apertura progressiva da parte sua. È possibile che in questo tipo di relazioni la lentezza nell'aprirsi sia parte del processo naturale di costruzione della fiducia? Che ruolo potrebbe avere, in questo caso, l'accettazione dei tempi e dei ritmi altrui per favorire un'autentica connessione?

Un caro saluto,

Dr. De Giorgi Giorgio

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno,
grazie per aver condiviso i suoi pensieri e le sue emozioni con tanta profondità. Capisco quanto possa essere difficile navigare un'amicizia in cui si sente un forte legame, ma allo stesso tempo emergono distanze e dinamiche che non sempre risultano chiare. Da quello che racconta, questa persona sembra avere un rapporto molto particolare con le relazioni interpersonali. Il fatto che abbia lavorato su di sé attraverso un percorso di psicoanalisi e che tenda a mantenere una distanza emotiva e comunicativa potrebbe indicare che ha sviluppato un modo di relazionarsi che privilegia l’indipendenza e il controllo del proprio spazio personale. Alcune persone, soprattutto se hanno avuto esperienze passate difficili in amicizia o se hanno una personalità più riservata, preferiscono rapporti che non implichino una comunicazione frequente o troppo coinvolgente. La sua voglia di creare una connessione più autentica e meno bisognosa è molto comprensibile e mostra una grande consapevolezza emotiva. Tuttavia, è importante accettare che non tutte le persone vivono le amicizie nello stesso modo. Questo collega sembra avere bisogno di spazi ampi tra un’interazione e l’altra, e il fatto che non prenda iniziativa nel contatto non significa necessariamente che non tenga a lei, ma più probabilmente riflette il suo modo di gestire i rapporti. Se desidera sviluppare una comunicazione più assertiva, potrebbe essere utile esprimere in modo chiaro, ma senza pressione, i suoi bisogni e desideri. Ad esempio, potrebbe dirgli qualcosa come: "Mi fa sempre piacere sentirti e condividere con te pensieri e momenti della mia vita, ma a volte sento il bisogno di una maggiore reciprocità. Ti va di dirmi come preferiresti mantenere il nostro contatto?" Questo le permetterà di comprendere meglio le sue reali intenzioni e aspettative senza invadere il suo spazio. Riguardo alla sua riluttanza a mostrarsi in foto o in videochiamata, è possibile che abbia un disagio personale legato all’immagine di sé o semplicemente che sia una sua caratteristica caratteriale. Non è raro che alcune persone si sentano più a loro agio a esprimersi tramite messaggi piuttosto che attraverso canali visivi o più diretti. Cercare di forzarlo in questa direzione potrebbe generare ulteriore chiusura, quindi il miglior approccio è rispettare i suoi tempi e i suoi limiti. La domanda centrale che potrebbe porsi è: questa amicizia, così com’è, le dà più benessere o più frustrazione? Se da un lato il legame che ha con questa persona è prezioso per lei, dall’altro sembra anche generarle dubbi e bisogno di conferme. Potrebbe essere utile riflettere su quanto sia disposta ad accettare questa dinamica e su cosa significhi per lei ricevere affetto e considerazione in un’amicizia. Le amicizie possono evolvere nel tempo, ma perché un legame sia sano è importante che entrambi si sentano rispettati nei propri bisogni. Se sente che il suo desiderio di un contatto più autentico non trova spazio, potrebbe anche essere utile investire in altri rapporti che le offrano quella reciprocità e quella vicinanza che sta cercando. Spero che queste riflessioni possano aiutarla a trovare un equilibrio che la faccia sentire bene in questa amicizia, senza dover rinunciare a ciò di cui ha bisogno per stare bene.
Resto a disposizione
Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

capisco quanto questa situazione possa essere dolorosa e difficile da affrontare. Dopo cinque anni di relazione, vedere il proprio partner prendere una decisione che sembra allontanarvi può generare insicurezza, tristezza e senso di smarrimento. È normale interrogarsi sul significato di questa scelta e sul posto che si occupa nella vita dell'altro.

Ogni relazione si basa su un equilibrio tra bisogni individuali e progetti comuni. Il desiderio del suo fidanzato di trasferirsi all'estero per lavoro potrebbe non essere necessariamente un segnale di disinteresse nei suoi confronti, ma piuttosto una sua esigenza personale di crescita. Tuttavia, è comprensibile che lei si senta ferita e abbia bisogno di chiarezza.

Le consiglio di aprire un dialogo sincero con lui, esprimendo le sue emozioni e cercando di comprendere le sue motivazioni in profondità. È importante valutare insieme se esistono soluzioni intermedie, come mantenere la relazione a distanza per un periodo, o se le tue prospettive future diventano incompatibili.

In situazioni come questa, è naturale provare ansia e incertezza. Per affrontare al meglio il momento e prendere decisioni più consapevoli, sarebbe utile e consigliato approfondire la questione con uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Mi colpisce molto quando dice “vorrei iniziare a sviluppare una comunicazione assertiva, un contatto autentico con questa persona che mostri interesse ma senza pressioni”. Questo suo bisogno di equilibrio tra l’apertura e il rispetto degli spazi altrui è già un passo importante verso una consapevolezza relazionale matura.
Proviamo però a guardare la situazione da un’angolazione diversa: da quello che racconta, sembra che questa persona abbia dei confini molto rigidi — la difficoltà a mostrarsi in foto, la riluttanza alla videochiamata, la comunicazione discontinua — e ha sottolineato più volte di voler mantenere un certo distacco, dicendo che non ama essere raggiungibile e che le sue esperienze personali, forse anche le ferite del passato, lo hanno portato a chiudersi. Questo ci porta a chiederci: quanto questi confini sono un suo modo sano di proteggersi e quanto, invece, possono diventare un ostacolo a una relazione più profonda?
Un punto interessante su cui potremmo lavorare riguarda proprio il suo vissuto: come si sente lei quando riceve risposte tardive o quando percepisce un atteggiamento freddo? Quali emozioni emergono quando lui non si mostra o non prende mai l’iniziativa? Questi momenti risvegliano in lei solo la voglia di comprenderlo, o a volte sente anche paura di essere esclusa o poco considerata? Spesso, nella terapia cognitivo-comportamentale, ci soffermiamo proprio sui pensieri automatici che scattano in noi quando l’altro sembra distante. Sarebbe interessante esplorare se, dietro al suo desiderio di incoraggiarlo ad aprirsi, ci sia anche un bisogno personale di sentirsi vista, accolta o persino rassicurata rispetto al valore che ha per lui.
Ciao, grazie per aver condiviso questa storia. Sembra che tu stia vivendo una situazione complessa, in cui la comunicazione con questo collega è diventata quasi esclusivamente virtuale e poco interattiva. Capisco il desiderio di sviluppare una connessione più autentica e più soddisfacente, ma è anche importante riconoscere i limiti di questa relazione, come tu stessa stai facendo, senza forzare troppo la mano.
La situazione che descrivi è un buon esempio di come le persone possano avere diversi stili di relazione e comunicazione. La tua amicizia sembra essere influenzata dalle preferenze di lui per il distacco emotivo, la riservatezza e la difficoltà nell'aprire se stesso, anche se ci sono stati segni di apertura nel corso degli anni. Questo potrebbe indicare che ha una personalità più introversa o che sta affrontando delle difficoltà personali, comprese le sue esperienze passate che potrebbero averlo reso più guardinghi nelle relazioni.
Ecco alcuni consigli da una prospettiva psicologica:
1.Accettare i suoi limiti: Se lui ti ha comunicato chiaramente che non ama essere raggiungibile e che è riservato, è importante rispettare questo aspetto del suo carattere. La sua risposta sulla psicanalisi suggerisce che potrebbe essere una persona che ha fatto un lavoro molto profondo su se stesso, ma che potrebbe anche trovarsi ancora in un processo di evoluzione emotiva che lo porta a mantenere le distanze. Rispetta la sua necessità di spazio, mentre riconosci anche che la tua voglia di maggiore intimità è valida.
2. Dare spazio alla spontaneità senza pressione: A volte, nella dinamica di amicizia o relazione, quando uno dei due partner sembra più "passivo" o meno coinvolto, può sorgere la tentazione di chiedere risposte o rassicurazioni frequenti. Tuttavia, questo potrebbe creare una pressione che lui potrebbe percepire come invasiva. Potresti cercare di bilanciare il tuo desiderio di comunicazione con il rispetto dei suoi tempi, senza insistere troppo sul fatto che lui debba rispondere o fare un primo passo. La comunicazione non dovrebbe essere troppo intensa o assidua, altrimenti potrebbe diventare un peso per lui.
3. Comunicazione assertiva: La tua volontà di sviluppare una comunicazione più assertiva è un passo positivo. Essere chiari sui propri bisogni, senza accusare o colpevolizzare l’altro, è importante. Ad esempio, potresti dirgli in modo chiaro e gentile che capisci le sue esigenze di spazio, ma che per te sarebbe importante anche ricevere qualche gesto di reciproca iniziativa, come un messaggio senza che tu debba sempre essere la prima a scrivere. Può essere utile anche dichiarare che non stai cercando di forzare la relazione, ma che apprezzi l’amicizia e che ti piacerebbe continuare a costruirla.
4. Rispettare i suoi confini (come la videochiamata): Se lui ti ha chiesto di non insistere con la videochiamata, è importante rispettare questo limite. A volte, le persone non sono pronte o non si sentono a loro agio nel mostrarsi in un contesto più intimo o visivo, e questo non significa necessariamente che non ci tenga a te. La riservatezza è una parte del suo modo di essere e bisogna accettarla.
5. Valutare la tua crescita emotiva: Allo stesso tempo, è importante che tu possa sviluppare una connessione che non dipenda solo dalle risposte dell’altro. È utile riflettere su come tu stessa stai affrontando questa situazione: c’è il rischio che tu stia investendo troppo emotivamente in una relazione che potrebbe non essere alla pari? Qual è il tuo bisogno dietro a questa ricerca di maggiore apertura? Lavorare su te stessa, attraverso la consapevolezza e l’autocomprensione, potrebbe anche aiutarti a non sentirti troppo frustrata da un equilibrio che non dipende solo da te.
6. Evoluzione dell’amicizia nel tempo: Le amicizie evolvono e cambiano, e non sempre tutti gli amici si comportano nello stesso modo o hanno la stessa disponibilità. Lascialo essere chi è, ma se dopo un certo tempo tu senti che le tue necessità non vengono soddisfatte, potrebbe essere il momento di fare una riflessione più profonda sul tipo di relazione che vuoi costruire, e se questa amicizia soddisfa davvero i tuoi bisogni.
In sintesi, continua a essere te stessa, rispettosa dei suoi limiti, ma cerca di esprimere ciò che hai bisogno in modo chiaro e non colpevolizzante. Accetta che, a volte, le persone possano non evolversi nella stessa direzione o con la stessa intensità nella relazione. Coltivare la pazienza e l'empatia verso di lui, ma anche verso te stessa, è fondamentale. Sii consapevole delle tue esigenze e dei tuoi desideri, e cerca di trovare un equilibrio che ti soddisfi senza sacrificare troppo il tuo benessere emotivo.
Dott.ssa Jane Bonanni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Cara Paziente Anonimo,
le separazioni, sotto qualsiasi forma si manifestino sono sempre difficili da elaborare, sono sempre e comunque un lutto. Capisco quindi il tuo star male per ciò che sta capitando. Il tuo lui (solo amico per te? sicura?) se ne è andato in un altro Paese e non da notizie di se. Certo che ti dispiace. Ma forse quello su cui val la pena concentrarsi non è tanto quello che vuole il tuo amico/collega riluttante, quanto perché non riesci a lasciarlo andare, cosa ti tiene così legata a un rapporto che ti procura solo frustrazione. Lui dice di aver fatto un percorso analitico che gli ha cambiato la vita; forse è vero, forse no ma ha senso continuare a farsi tutte queste domande su di lui invece che iniziare il tuo di percorso evolutivo di conoscenza di te? Le tante energie che dedichi a queste domande non potrebbero essere impiegate meglio focalizzandosi su qualcosa o, meglio, qualcuno che voglia te e che sia pronto a corrisponderti? Lui il suo percorso terapeutico l'ha fatto... tu cosa aspetti?
Dott.ssa Laura Fortunato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara, le relazioni con gli altri sono spesso complicate perché, anche se nel profondo tutte le persone hanno gli stessi desideri e bisogni (affetto, riconoscimento, appartenenza, ecc.), i comportamenti e i modi per esprimerli sono diversi per ciascuno. Si capisce che lei tiene molto a questa amicizia e che sicuramente lei e il suo amico avete modalità relazionali molto diverse. Quando è così, spesso si desidera che l'altro cambi o si vorrebbe portare l'altro ad avere comportamenti e modi più simili ai nostri, ma questo non è possibile e la cosa migliore che possiamo fare è accettare l'altro così com'è, senza per questo snaturarsi o accettare cose che per noi non vanno bene. Le auguro il meglio, saluti.
Gentile Signora,
grazie per aver condiviso questo suo vissuto.
Mi ha molto colpito il fatto che parli di "connessione autentica e meno bisognosa" e mi verrebbe da chiederle, anzitutto, che cosa intenda; così come quando si prefigge come obiettivo quello di sviluppare una comunicazione maggiormente assertiva. E' come se lei avesse l'esigenza di trasformare questo rapporto unilateralmente, quindi il mio consiglio è quello di provare a capire quali sono le ragioni che sottendono tale necessità. Un colloquio psicologico potrebbe pertanto essere utile. Resto a disposizione. Un saluto cordiale, Dott.ssa Michelle Borrelli
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Questa situazione evidenzia che il tuo amico ha uno stile di relazione molto riservato e probabilmente ha stabilito dei confini per proteggersi, magari a seguito di esperienze passate o per il percorso personale che ha intrapreso. ui sembra preferire una comunicazione che gli permetta di mantenere un certo distacco, probabilmente perché si sente più a suo agio in un contesto che non richiede un impegno emotivo costante. Il fatto che non si mostri in foto o in videochiamata non implica necessariamente una mancanza di affetto, ma piuttosto il suo bisogno di privacy e di gestire i propri tempi.
Il suo percorso di psicanalisi e il desiderio di condividere solo quando ha qualcosa di significativo da dire fanno sì che lui eviti di avviare conversazioni banali o troppo frequenti. Per lui, la continuità del contatto può essere meno importante del contenuto e della qualità del messaggio.
Se lui preferisce i messaggi vocali e WhatsApp, potrebbe essere utile continuare su quella linea. Questo tipo di comunicazione gli permette di rispondere quando è a suo agio, senza sentirsi pressato. Se la videochiamata o le foto lo mettono a disagio, potresti proporre altre modalità di condivisione che si adattino meglio a entrambi. Ad esempio, condividere un link a un articolo, un breve commento su un libro o un film, o anche una playlist musicale può essere un modo per comunicare interesse senza invadere la sua sfera privata. Considera che stabilire una connessione autentica e meno "bisognosa" richiede anche una buona dose di accettazione dei limiti altrui. Potresti continuare a essere tu quella che avvia il dialogo, mantenendo comunque uno spazio per la sua libertà di rispondere quando si sente pronto. In questo modo, se e quando lui sentirà il bisogno o la voglia di aprirsi ulteriormente, saprà che la porta è sempre aperta.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Buongiorno.

Il racconto che mi presenta descrive una relazione che sembra basata su ritmi e dinamiche molto diverse, dovute probabilmente alla personalità e alle esperienze di vita dell'altra persona. È evidente che Lei tiene molto a questa amicizia e desidera mantenerla nel rispetto dei suoi confini, ma al tempo stesso sente il bisogno di un equilibrio più appagante e autentico. Mi permetta di condividere alcune riflessioni che potrebbero aiutarLa:

1. **Rispetto delle differenze**: Ogni individuo ha il proprio modo di vivere i rapporti, influenzato dalla propria storia personale, dalle esperienze emotive e dalle attuali priorità. Questo collega, da ciò che racconta, sembra essere una persona riservata, con un bisogno marcato di autonomia e con una concezione del contatto non convenzionale. È normale, in amicizia, voler custodire alcune informazioni personali, e il fatto che lui abbia stabilito una certa continuità nel dialogo potrebbe essere il suo modo di dimostrare il valore che attribuisce al vostro legame.

2. **Comunicazione assertiva**: Potrebbe essere utile esprimere in modo chiaro e sereno i Suoi desideri, come ha già iniziato a fare, ad esempio dicendo che vorrebbe sentirlo più spesso. L'assertività permette di condividere il proprio punto di vista senza imporlo, lasciando all'altro la libertà di rispondere secondo i propri tempi e modalità. Ad esempio, potrebbe dirgli: "Mi farebbe piacere sentirti ogni tanto di tua iniziativa, anche solo per un breve saluto. Capisco i tuoi impegni, ma per me sarebbe importante."

3. **Gestione delle aspettative**: La connessione autentica non significa necessariamente una frequenza più elevata di contatti o una maggiore condivisione visiva. Piuttosto, si tratta di creare uno spazio di scambio sincero e rispettoso. Potrebbe essere utile chiedersi se le sue aspettative sono realistiche rispetto a ciò che questa persona è in grado di offrire in questo momento della sua vita.

4. **Equilibrio tra dare e ricevere**: È positivo che non Le pesi iniziare le conversazioni, ma è altrettanto importante monitorare se questo ruolo unilaterale influisce sul Suo benessere emotivo. Potrebbe essere utile bilanciare il desiderio di mantenere il contatto con la necessità di rispettare i propri bisogni emotivi e il proprio tempo.

5. **Incoraggiare l'apertura**: Alcune persone hanno bisogno di molto tempo per sentirsi a proprio agio nel condividere aspetti personali. Lei potrebbe incoraggiare questo processo creando un clima di fiducia, continuando a mostrarsi comprensiva e rispettosa. Al tempo stesso, potrebbe essere utile accettare che questa apertura potrebbe non avvenire nella misura che Lei desidera.

Infine, la connessione autentica non dipende solo dalla quantità di contatti, ma anche dalla qualità degli scambi. Se ritiene che questa amicizia abbia un valore significativo per Lei, anche con i suoi limiti attuali, potrebbe essere utile concentrarsi su ciò che c'è di positivo nel rapporto, piuttosto che su ciò che manca.

Spero che queste riflessioni Le siano utili. È un piacere vedere quanto investe nella cura delle relazioni e nella ricerca di equilibrio e autenticità. Rimango a disposizione se desidera approfondire o riflettere su altri aspetti.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Roberta Dallera
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Lodi
Buongiorno,
è comprensibile il suo desiderio di vivere il rapporto con il suo collega/amico in modo differente da quello che è. Dal momento, però, che sono ormai tre anni che la situazione è questa (pur con dei graduali cambiamenti nell'atteggiamento da parte di questa persona) forse prima di sperare in una svolta, dovrebbe riflettere su quanto le stia bene che le cose continuino così. Se comunque è disposta ad accettare quello che lui è in grado di darle, non aspettandosi ogni volta qualcosa di diverso e di più e non investendo eccessivamente in questo rapporto, allora potrà anche vedere se con il tempo cambierà qualcosa, senza però rimanere delusa o frustrata.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, capisco il suo desiderio di approfondire questa amicizia e di renderla più autentica, ma mi sembra che questa persona abbia un modo di vivere le relazioni molto diverso dal suo. Da quanto descrive, il suo amico sembra avere un rapporto distaccato con la comunicazione e con le relazioni in generale, e probabilmente questo fa parte del suo modo di essere più che di un atteggiamento specifico nei suoi confronti. Il fatto che abbia svolto un percorso di psicanalisi e che sottolinei il bisogno di riservatezza e indipendenza indica che per lui il mantenimento di un certo spazio personale è fondamentale.

Il punto centrale è comprendere quali siano i suoi bisogni e se questa amicizia, così com’è, le dà serenità o piuttosto frustrazione. Se dopo tre anni sente ancora il bisogno di maggiore reciprocità e vicinanza, è importante chiedersi se questa relazione sia in grado di darle ciò che cerca. Non tutte le persone vivono l’amicizia allo stesso modo: alcune hanno bisogno di scambi frequenti e profondi, altre preferiscono rapporti più sporadici e meno coinvolgenti. Non si tratta di stabilire chi ha ragione, ma di capire se le sue aspettative possono trovare un equilibrio con il modo di essere dell’altro.

Se desidera mantenere questa amicizia, forse può accettarla per quello che è, senza aspettarsi cambiamenti significativi. Può anche provare a comunicare in modo assertivo il suo bisogno di un contatto più autentico, ma senza forzare l’altro a fare qualcosa che non si sente di fare. È possibile che il suo amico, pur volendole bene, non sia disposto a modificare il proprio atteggiamento, e in tal caso sta a lei valutare quanto questa dinamica sia soddisfacente per il suo benessere emotivo.

Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore riflessione.

Dott. Luca Vocino
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
Non sempre le relazioni ci danno ciò che vorremmo. Rifletta su come mai è così attratta da un rapporto in cui l altro non ricambia le attenzioni così come lei vorrebbe. Un percorso psicologico la aiuterebbe in questo, e magari le farebbe trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Chiara Di Gennaro
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,

mi dispiace stia vivendo una situazione che la mette in difficoltà.
La invito, tuttavia, a riflettere su quelli che sono i suoi desideri e le sue necessità.
C'è tanta attenzione al suo collega: a quello che fa e pensa, al modo in cui le risponde ai messaggi e le condivide e filtri le informazioni. Questo suo modo di fare, però, sembra non faccia stare bene lei.
Dal suo racconto sembra che questo modo di comunicare (sporadico e riservato) del suo collega sia caratteristico del suo modo di essere e lui potrebbe non essere in grado di darle più di quello che sta mostrando al momento.
Lei è disposta e ha la forza di accettarlo senza starne male?
La invito a riflettere su questo e a farsi forza. I suoi bisogni sono legittimi e, anche in un'amicizia, è necessario fare il possibile per rispettarli. Se non fosse possible, non è sano per nessuno cercare un legame tra due personalità diverse, con bisogni diversi (in un caso, di indipendenza relazionale, nell'altro, di contatto e vicinanza) che non si incastrano bene tra di loro.
Io e i miei colleghi restiamo a disposizione.
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Da quello che scrivi, sembra che questa amicizia ti stia a cuore e che tu stia cercando di capire meglio il modo in cui questa persona desidera viverla. La sua modalità di comunicazione sembra molto riservata e poco incline a uno scambio frequente o a momenti di vicinanza più diretta, come una telefonata o una videochiamata. Sembra inoltre che lui preferisca mantenere una certa distanza, forse per motivi personali o per un'abitudine sviluppata nel tempo
Ti faccio alcune domande per aiutarti a riflettere su questa dinamica:
Come ti fa sentire questa amicizia? Ti dà più serenità o più frustrazione? Senti che il rapporto è equilibrato o avverti spesso un senso di mancanza? Cosa rappresenta per te questa persona? È un legame speciale che ti fa sentire compresa e apprezzata, o ti trovi spesso a sperare che cambi il suo atteggiamento per sentirti più valorizzata?
3.Hai mai provato a esprimergli i tuoi bisogni emotivi senza timore di essere invadente esempio, potresti dirgli che per te è importante sentirvi ogni tanto in un modo più personale e chiedere se c’è un tipo di contatto che per lui sarebbe più comodo.
Se questa persona non dovesse mai cambiare il suo modo di vivere l’amicizia, saresti comunque soddisfatta del rapporto così com'è?
5. Ti è mai capitato di avere altre amicizie simili in passato? Se sì, come le hai vissute, e come sono i tuoi altri rapporti amicali?
Se vuoi incoraggiare una maggiore apertura, potresti provare a fare domande più dirette su come lui vive le amicizie e cosa lo fa sentire a suo agio, senza però spingerlo oltre i suoi limiti. Tuttavia, è anche importante chiederti se questa relazione, così com’è, risponde ai tuoi bisogni o se ti porta più dolore che benessere. Se ti fa piacere possiamo provare a rifletterci assieme.
Dott.ssa Chiara Lisa Lovati
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Milano
Buongiorno,
comprendo quanto possa essere complesso e delicato navigare un’amicizia come questa, fatta di distanze, ritmi diversi e dinamiche personali articolate. Da quello che descrive, questa persona sembra avere un forte bisogno di autonomia e riservatezza, probabilmente legato a un vissuto personale o a esperienze passate che l’hanno portato a proteggere il proprio spazio emotivo. È normale, in un rapporto di amicizia, rispettare queste differenze e adattarsi a ritmi che potrebbero sembrare distanti dai nostri, ma è altrettanto importante che ci sia reciprocità e un senso di connessione autentica.

La sua voglia di sviluppare una comunicazione assertiva e rispettosa è positiva e può rappresentare la chiave per coltivare questa amicizia senza pressioni.
Rifletta su quanto questa dinamica le stia dando in termini di soddisfazione e serenità. È fondamentale che anche i suoi bisogni siano accolti, perché un’amicizia equilibrata si fonda su un reciproco arricchimento.

Resto a disposizione per approfondire,
Chiara Lisa Lovati
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Quello che descrive sembra un rapporto dove c’è una discreta attenzione da entrambe le parti, ma anche molta differenza nelle aspettative di comunicazione e nelle modalità di relazione. Il suo amico sembra avere un forte bisogno di spazio e di privacy, e probabilmente sta affrontando un momento difficile e preferisce mantenere un certo controllo sulla sua disponibilità emotiva e fisica. La sua riluttanza a mostrarsi potrebbe indicare una tendenza a mantenere le sue relazioni più distaccate fisicamente ma non per questo non potrebbe apprezzarne presenza e amicizia.

d’altro canto, forse più importante per lei individualmente, sembra che lei stia cercando di sviluppare un legame più profondo e il fatto che lui non sia altrettanto proattivo sembra spingerla ad avere non poche preoccupazioni a riguardo. Piuttosto che ragionare su lui, le proporrei di chiedersi: come sto io? come sto io in questa relazione? cosa dice di me questa condizione? Cosa mi spinge a perseguirla? Piccoli spunti di riflessione insomma.

Non credo che abbia bisogno di consigli su come approcciarsi alla comunicazione con questo suo amico, credo invece che abbiate già appreso il modo in cui portare avanti la vostra relazione. Lui ha comunicato le sue esigenze e difficoltà, lei ha continuato ad esprimersi naturalmente, senza pressioni e rispettosa dei suoi spazi. Esprima i suoi bisogni e ciò che sente senza troppe aspettative e lasci che l'amicizia faccia il suo corso. A volte le persone si aprono lentamente, e in certi casi ci vogliono anni per sviluppare una connessione profonda. Non tutti hanno lo stesso ritmo emotivo e a volte il distacco iniziale può mascherare una volontà di restare in contatto più profonda di quanto sembri a prima vista.

Cordiali Saluti
Nicolò Paluzzi Monti
Cara,
quello che mi arriva è che tra voi due ci sia un legame ma mi sento anche di dirti che queste risposte le puoi trovare lavorando su di te. A volte noi spostiamo l'attenzione e il nostro focus nel cercare di capire l'altro, quando spesso non possiamo arrivare a delle risposte certe in quanto solo l'altro sa dentro di sé le sue motivazioni. Noi abbiamo il potere, però, di gestire e controllare le nostre reazioni agli eventi che ci capitano. Quando una cosa non ci va bene dobbiamo prenderci la responsabilità di questa nostra meravigliosa vita, lo dobbiamo a noi stessi, e reagire facendo ciò che ci fa stare bene. Una volta che lavoriamo su di noi, poi, di conseguenza, capiremo meglio anche gli altri, perché avremo una consapevolezza maggiore di noi stessi e saremo più aperti a comprendere anche cose diverse dalle solite a cui siamo abituati. Quindi si, ci sono persone che possono metterci anche tanti anni ad aprirsi perché ognuno ha i propri tempi e il proprio percorso di vita che sta affrontando. Quello che possiamo fare noi è comprendere noi stessi, consapevolizzarci e renderci poi anche d'aiuto, in maniera funzionale, per gli altri.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Gentile.

Ho letto con molta attenzione la sua lunga domanda e si nota l'affetto nonchè il legame che ha con questa persona, quanto ci tiene. Credo che la connessione autentica sia già sviluppata dal momento che lei stessa scrive che dall'altra parte c'è stata una apertura al dialogo mostrando stima e affetto. Queste persone hanno bisogno di tanto tempo, anche perchè non conosciamo la loro vita presente e passata, cosa hanno vissuto e cosa le ha portate ad essere come sono oggi. Lasci i tempi e gli spazi di cui l'altra parte ha bisogno, quando sarà il momento vedrà che sarà l'altra parte stessa a mostrarsi. Se la stressa è peggio.

Saluti.
Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
la sua situazione sembra complessa e ricca di sfumature. È evidente che la relazione con il suo collega ha avuto momenti di crescita, ma anche ostacoli legati alla sua personalità riservata e alla difficoltà di apertura emotiva. Quando lui afferma di non volere essere molto raggiungibile, potrebbe significare che preferisce mantenere una certa distanza emotiva e non sentirsi obbligato a corrispondere in modo assiduo. È normale in un’amicizia voler mantenere alcune informazioni per sé, specialmente se si è introversi.
Il suo approccio attuale, che combina pazienza e discrezione, è già un buon inizio. Incoraggiare l’apertura potrebbe significare semplicemente continuare a mostrare interesse genuino per la sua vita, senza pressioni e mantenendo una comunicazione leggera. Potrebbe anche essere utile chiedere direttamente come si sente riguardo alla loro amicizia, creando uno spazio sicuro per lui per esprimere i suoi pensieri.
Qualora però ritenesse di voler lavorare sulle sue abilità nella comunicazione assertiva o la sofferenza di questa situazione diventasse intensa, uno psicologo potrebbe esserle di aiuto.
In bocca al lupo! Dott. Giacomo Bonetti
La sua situazione con questo amico richiede riflessione e comprensione. Pare evidenziarsi un bisogno di riservatezza da parte del suo amico. Dalle sue parole, ad oggi non sembra esserci un equilibrio se è sempre lei la prima a fare il passo: può accadere per alcuni brevi periodi, ma è importante che nel lungo termine vi sia un equilibrio su questi e altri aspetti da ambo le parti. Come ha accennato lei stessa l’adozione di una comunicazione assertiva da parte sua può aiutare a fare chiarezza e potrà essere altresì di aiuto accogliere la necessità del suo amico di avere degli aspetti di riservatezza, di vivere il rapporto nella misura in cui si sente o riesce, di avere dei limiti. Limiti che a sua volta possono diventare rilevanti anche rispetto alle sue necessità oltre che quelle del suo amico: anche noi dobbiamo saper porre dei confini per noi stessi (ciascuno ha i propri) e capire fin quando ci può andar bene proseguire un rapporto, se quella distanza, modalità etc. ci stanno bene, ci fanno bene, o se alla lunga necessitiamo di un rapporto di maggiore scambio, partecipazione, presenza, come sembra di intuire dalle sue parole. Un rapporto dove il faro dell'equilibrio può fare luce. Un caro saluto.
Dott.ssa Virginia Bosca
Psicologo, Psicologo clinico
Calizzano
Buongiorno, leggendo il suo messaggio mi è sorta una domanda: cosa le dà quest'uomo da farla passare sopra ad una serie di segnali contraddittori che invia? E' forse la dinamica relazionale a cui è abituata, quella del "ti vorrei convincere a stare con me perché ne vale la pena"?
Dott.ssa Sara Di Ienno
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, ringrazio per la fiducia nel condividere questa situazione.
Dopo tre anni di messaggi senza incontri e con solo qualche secondo di chiamata, credo sia importante che lei si chieda sinceramente cosa desidera da questo rapporto e se corrisponde a ciò che sta ricevendo o vede possibile; se trova delle vere ragioni per cui non è stato possibile fino ad ora e potrebbe esserlo in futuro. Un'amicizia si nutre di reciprocità, e forse tutte le energie che impiega in questa corrispondenza per messaggi potrebbero trovare spazio in legami più accessibili, più equilibrati e, perché no, anche più vicini fisicamente. In caso lei fosse "teoricamente" d'accordo, ma desiderasse comunque continuare la corrispondenza, le chiedo di esplorare i motivi per cui preferisce questo tipo di rapporto alle alternative possibili, eventualmente condividendo con le sue amicizie più strette o, se questo non fosse possibile, un gruppo di supporto.

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