Via Crescenzago 36, Milano 20134
Ricevo on-line e in studio a Milano presso SpazioZona3 (quartiere Feltre, MM Udine / Lambrate)
Leggi di più02/07/2025
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Mi chiamo Nicola Todisco e sono uno Psicologo iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia. La mia formazione universitaria è stata da subito affiancata dall'esperienza clinica pratica sul campo, seguendo per diversi anni il lavoro tracciato dal Dott. Rodolfo Reichmann e dal Prof. Cesare Musatti. La mia attuale specializzazione in Psicoterapia a orientamento Integrato si basa su due pilastri fondamentali:
Flessibilità di approccio: non è il problema del paziente a doversi adattare all'orientamento del terapeuta, ma piuttosto il terapeuta a dover scegliere l'approccio e la lettura più adatti alla persona che ha di fronte.
Metodologie evidence-based: Lavoro con approcci basati su evidenze scientifiche.
Attualmente, attraverso colloqui psicologici, offro supporto a chi desidera superare momenti di incertezza, di malessere e quei "pensieri" che ostacolano il benessere. Aiuto le persone a trovare nuove prospettive e possibili soluzioni. Accompagno chi sta affrontando importanti transizioni nel proprio ciclo di vita offrendo sostegno sia per periodi difficili, sia per prendere decisioni significative. Promuovo il potenziamento delle risorse personali e relazionali, favorendo una comunicazione più efficace e una gestione costruttiva dei conflitti, con l'obiettivo di generare un cambiamento che porti a un maggiore benessere.
Accettato
6 recensioni
Scrivere questa recensione mi emoziona un po' perché ripenso al mio percorso e alla strada fatta. All'inizio ero un po' spaventato, perso, ma devo dire che mi sono sentito sempre a mio agio.
E' stata una guida preziosa in un periodo in cui mi sentivo bloccato e giù d'animo. La sua presenza discreta ma costante mi hanno permesso di aprirmi pian piano. Ho apprezzato molto il modo in cui mi ha fatto riflettere senza giudicarmi per arrivare a capire le cose da solo.
Grazie al Dott. Todisco ho iniziato a vedere le cose sotto una luce diversa e gestire meglio le mie giornate. Lo consiglio di cuore a chiunque stia cercando non solo un professionista, ma una persona empatica e discreta.
Posso consigliare il dottore per la serietà e professionalità, mi sono sentita ascoltata e capita. Grazie
Dott. Nicola Todisco
Grazie per il gentile riscontro, un caro saluto.
Il dottor Todisco mi ha messa a mio agio e siamo riusciti subito a creare un ottimo rapporto di fiducia. Mi sta aiutando molto a riflettere su alcuni schemi comportamentali che mi bloccano e adesso mi sento più consapevole di certi meccanismi che prima subivo senza accorgermene. Lo consiglio.
Dott. Nicola Todisco
Grazie per il feedback gentile M., un caro saluto.
Mi ha aiutato a riflettere su alcuni miei comportamenti e su alcune conseguenze. Ho trovato una persona che mi ha saputo ascoltare, lo consiglio
Dott. Nicola Todisco
Grazie per il riscontro, un caro saluto
Ho intrapreso un percorso con il Dott. Todisco per affrontare un problema personale. Ho trovato una persona capace di ascoltare ed empatica, mi sono sentito a mio agio. Lo consiglio.
Dott. Nicola Todisco
Grazie per il riscontro, un caro saluto
Sono molto felice di aver trovato il Dott. Todisco in questo momento difficile della mia vita. Avevo bisogno di una persona come lui, gentile, empatica ma anche molto seria e precisa nei feedback che mi ha dato! Mi sento già più positiva.
Dott. Nicola Todisco
Gentile Paola, la ringrazio molto per le sue parole.
Un caro saluto.
ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno. Il mio compagno si è separato 2 amni fa. Ha una bimba di 8 anni.. è in buoni rapporti con la ex con cui si sente regolarmente e quando per motivi lavorativi ( quasi sempre) non può prenderla trascorre tutta la domenica insieme a loro ed un giorno a settimane le raggiunge a cena.praticamente fisso tutte le settimane...mi chiedo
. Un bambino non rischia di fare confusione o non superare la separazione vedendo così tanto i genitori insieme?? Non è troppo??Grazie a chi mi risponderà..
Buongiorno, la confusione o la difficoltà cui fa riferimento non dipendono tanto dalla frequenza dei contatti, quanto dalla qualità di questi e dal modo in cui viene presentata, raccontata e vissuta la nuova realtà familiare. Il punto cruciale non è tanto il quanto, ma il come questi incontri avvengono e il significato che la bambina attribuisce a queste dinamiche. Ma anche i significati e i sentimenti che hanno in mente gli adulti, che a loro volta possono veicolare in termini confusivi o trasparenti. Un bambino può esperire confusione o avere difficoltà se percepisce ambiguità nei rapporti, se non comprende chiaramente la nuova organizzazione familiare, o se avverte tensioni o aspettative da parte degli adulti in gioco.
Infine sottolineerei che bambini non sono solo esseri “passivi”, ma che attivamente cercano anche loro man mano di dare un senso al mondo che li circonda. È fondamentale che gli adulti comunichino con lei (ma anche fra loro) in modo chiaro e coerente, sincero, e che il racconto alla piccola sia adatto alla sua età, senza farla sentire in un ruolo “conteso”. Questo è quello che mi sentirei di dire in linea generica, senza ad oggi conoscere le esatte dinamiche in gioco e/o le persone coinvolte che come ogni caso meritano uno sguardo mirato e personale. Un saluto.
Salve sono una ragazza di 26 anni, in questo periodo mia nonna sta male, mia madre vuole tornare a vivere con sua madre per non lasciarla sola. Lei stessa vuole tornare nella sua casa di origine perché si sente meglio.
Premetto che io sono fidanzata da quasi 7 anni, con il mio compagno vogliamo andare a vivere appena ho la possibilità di avere una delle case di proprietà libere.
Però mi viene l'angoscia al pensiero di avere nelle ultime notti mia madre a casa di sua madre, vorrei potermi godere ancora mia madre. Ho il desiderio di potermi ancora godere la compagnia di mia madre sotto lo stesso tetto anche se al contempo vorrei andare a convivere.
Ultimamente mi viene da piangere e la tristezza al pensiero di avere mia madre in un'altra casa. La casa in sé da dove stiamo a quella di mia nonna è lontana circa 300 metri a piedi.
Non so come risolvere questa situazione.
Ho provato a parlare con mia madre e dirle che non mi sento pronta di stare lontano da lei, anche se capisco che è una necessità di un parente malato.
Vorrei avere dei pareri e dei consigli su come fare.
Si percepisce la difficoltà del momento che sta vivendo. È una situazione con emozioni contrastanti, ed è normale provare confusione di fronte a un cambiamento così delicato.
Come prima cosa ritengo sia importante riconoscere e accettare le sue emozioni. Sembrano esserci due direzioni che sono da un lato quella dell’autonomia (la convivenza con il suo compagno) dall’altra il bisogno di avere “ancora un po’” quello spazio familiare con sua madre. Queste due direzioni sembrano generare un conflitto, e la chiave potrebbe risiedere nei significati che attribuiamo a questi eventi. Inoltre è come se in qualche modo questo evento legato alla nonna porti sua madre stessa ad anticipare quel distacco che si verificherà quando sarà lei ad andare a convivere, quindi potrebbero esserci in gioco il suo contenuto, ma anche quello di sua madre e come lei stessa si sente. Le implicazioni possono essere diverse, a diversi livelli.
Le risposte potrebbero risiedere dunque più nei significati che attribuiamo a questo distacco, al nuovo percorso, e al lavoro sulla costruzione dei nuovi equilibri che si delineano all’orizzonte, dove fattori come la vicinanza sembrano poter aiutare a non vivere queste decisioni come degli on-off relazionali, ma opportunità di nuovi spazi e modi per “stare insieme”.
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