buongiorno,chi vi scrive è un ragazzo di 26 anni che cerca ancora di capire chi è. specifico che sto

24 risposte
buongiorno,chi vi scrive è un ragazzo di 26 anni che cerca ancora di capire chi è. specifico che sto seguendo un percorso psicologico per la mia ansia, timidezza e insicurezza però mi piacerebbe ricevere anche da voi una semplice opinione.

praticamente la situazione è questa: non riesco a capire chi mi piace. O meglio, quando sono in giro e vedo – oggettivamente – dei bei ragazzi ne resto attratto dalla loro bellezza a primo colpo. Sento l'aumento del battito cardiaco, iniziano le paure, paranoie e domande nonostante questa attrazione. Questa cosa non succede con le ragazze. Quando ero piccolino – e voi direte, si ma a 10 anni che vuoi capire giustamente – giocavo sessualmente con una mia amica post incontro di catechismo mentre a 14 anni ho avuto il mio primo bacio con una coetanea e tra l’altro ebbi una fortissima erezione. Mai avuto rapporti sessuali con donne/uomini e scarse fantasie a occhi aperti/chiusi senza distinzioni di sesso (infatti penso di avere una componente Asessuale).
Durante gli studi – a 19/20 anni – feci amicizia con una ragazza che poi faceva parte del nostro gruppo studio, messaggiavamo e così via e mi ricordo ancora una sera quando stavamo in strada ad aspettare che altri ci raggiungessero e lei mi mise il suo braccio sulla spalla e io invece volontariamente la abbracciai dal fianco (zona delle costole per farvi capire) e vi dico che anche in quel momento stavo provando qualcosina.
Qualche anno fa (credo un 3 anni fa) ad un matrimonio stavamo ballando e c’era questa ragazza molto più grande di me che ballava sensualmente con un mio amico e io ebbi proprio l’istinto di andarci e ballare con lei e ci iniziammo a strusciare, specialmente lei, mentre io toccavo il suo lato B. Tuttavia, mi resi conto di un problema: c’era il suo fidanzato. Quindi con calma e senza farmi scoprire, mi defilai onde evitare spiacevoli situazioni e per non rovinare la festa. Mi è capitato anche di rivedere questa ragazza dato che abita nel mio stesso paese, in particolare la primavera che è passata, e indossava un pantaloncino corto e dei collant coprenti neri (sì, il mio psicologo mi ha detto che ho questo feticismo) e mi era partita la voglia di toccarle le gambe quella sera ma ovviamente non lo feci.
Un’altra volta ancora, con una mia amica di paese che esce con noi, mi capitò di abbracciarla molto e provare sempre una forte erezione.
Quello che ho notato in questi anni è che quasi sempre si tratta di erezioni post-conoscenza ovvero dopo aver stretto amicizia col sesso femminile. Con gli uomini invece ho trovato questa attrazione fisica data dalla bellezza senza conoscenza ma a primo impatto.

Un mio amico caro mi dice che innanzitutto sono molto ansioso e il non aver avuto esperienze, complice la timidezza, può aver influito molto sui continui dubbi e domande sul mio orientamento sessuale. Però mi ha anche detto che un uomo gay (così come una donna gay) non avrebbe avuto erezioni o voglie di toccare la gamba di una donna così come una donna lesbica non avrebbe provato eccitazione al baciare un uomo (che poi nel mondo della sessualità tutto può succedere, come mi dice il mio psico).

Lato masturbazione ho provato sia video etero, video gay, video bisessuali, video trans, video feticistici. In particolare con i video gay non provavo sdegno, semplice indifferenza, nel senso che il contenuto lo trovavo identico ai video etero (pura e semplice normalità). E quindi non mi son posto limiti, semplicemente mi son masturbato su tutto. Ho provato la masturbazione anale e mi è piaciuta. Insomma, non ho problemi da questo punto di vista perchè anche qui il mio psico mi ha detto che ognuno di noi ha le proprie fantasie e non c’è niente di male ad esplorarle (parlo di quelle legali, ovviamente…). Inoltre, sempre il mio psico mi ha posto questa domanda "hai mai sentito parlare o letto sul DOC omosessuale e il DOC in generale?" e io ovviamente non ne sapevo nulla.

Che ne pensate?
Dott.ssa Emerilys Marthai Delgado Garcia
Psicologo, Professional counselor, Sessuologo
Salerno
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta sincerità il tuo vissuto. La tua riflessione è profonda e mostra una grande capacità di osservazione su te stesso. È del tutto legittimo avere dubbi sull’orientamento sessuale, soprattutto in un periodo della vita in cui si è ancora alla ricerca della propria identità.
Dal tuo racconto emergono diverse esperienze che coinvolgono attrazione, curiosità, desiderio e anche ansia. È importante sottolineare che l’orientamento sessuale non si definisce solo in base alle fantasie o alle reazioni fisiche, ma anche attraverso il tempo, le relazioni e la consapevolezza emotiva. La sessualità può essere fluida e non sempre rientra in categorie rigide.
Il fatto che tu stia già seguendo un percorso psicologico è un ottimo punto di partenza. Il riferimento al DOC omosessuale è interessante e merita attenzione: si tratta di una forma di disturbo ossessivo in cui la persona è tormentata da dubbi persistenti e intrusivi sul proprio orientamento, spesso accompagnati da ansia e bisogno di conferme. Ti invito a parlarne apertamente con il tuo terapeuta, che potrà aiutarti a distinguere tra esplorazione autentica e pensieri ossessivi.
Continua a esplorare te stesso con rispetto e pazienza. Non c’è fretta di arrivare a una definizione: ciò che conta è il tuo benessere e la tua autenticità.
Un caro saluto
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia

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Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buonasera, dalle sue parole emerge una forte ricerca di chiarezza, ma anche un’intensa ansia legata all’identità e all’orientamento sessuale. Le domande che si pone sono legittime e comuni, soprattutto in presenza di insicurezza e timidezza. In contesti di disturbo ossessivo, come accennato dal suo terapeuta, è possibile che i dubbi sull’orientamento rientrino in una forma di DOC omosessuale, in cui il problema non è l’orientamento in sé, ma l’ossessione nel volerlo definire con certezza assoluta.
L'attrazione che prova, in forme diverse per uomini e donne, non indica necessariamente una categorizzazione rigida. La psicoterapia umanistica accoglie questa complessità, lavorando sull’integrazione delle esperienze e sul riconoscimento autentico del proprio sentire, senza forzature. L’esplorazione, anche sessuale, è parte naturale del processo di conoscenza di sé.
Continui a lavorare con il suo terapeuta e, se lo desidera, potrebbe approfondire anche con l’EMDR eventuali vissuti precoci che hanno influenzato la sua percezione del desiderio. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta apertura. Quello che descrive è molto più comune di quanto possa immaginare e il suo psicologo ha già individuato elementi cruciali per la comprensione della sua situazione.
Il DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo) a tema sessuale, di cui le ha parlato il suo terapeuta, può manifestarsi proprio attraverso dubbi ossessivi sull’orientamento sessuale. L’ansia che descrive quando vede uomini attraenti - battito accelerato, paure e paranoie - potrebbe essere più legata al disturbo ossessivo che a un’attrazione genuina. Nel DOC, infatti, i pensieri intrusivi generano ansia proprio perché sono egodistonici, cioè contrastano con quello che la persona sente di essere.
Le sue esperienze concrete con le donne - dalle erezioni spontanee alle sensazioni positive negli abbracci e nei balli - sembrano indicare una risposta corporea autentica che non può essere facilmente “simulata” o forzata. Il corpo spesso rivela verità che la mente ansiosa confonde.
La variabilità nella masturbazione è normale e non definisce necessariamente l’orientamento. Molte persone esplorano contenuti diversi senza che questo rifletta le loro preferenze relazionali reali.
Il fatto che le attrazioni verso le donne emergano dopo aver creato un legame emotivo potrebbe indicare una componente demisessuale, dove l’attrazione sessuale si sviluppa attraverso la connessione emotiva.
Continui il percorso con il suo psicologo, che sembra aver già individuato dinamiche importanti. L’esplorazione di sé richiede tempo e pazienza, soprattutto quando l’ansia complica il processo di autocomprensione.​​​​​​​​​​​​​​​​
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dalla Sua descrizione emerge un aspetto importante, Lei sta già lavorando con uno psicologo e sta esplorando, con una certa consapevolezza, la complessità dei Suoi pensieri e delle Sue sensazioni. Questo è un passo molto significativo, perché il tema che porta non è tanto la “definizione” di un orientamento sessuale, quanto il vissuto di ansia, dubbio e continua auto-osservazione che sembra accompagnarlo.
Il fatto che le Sue reazioni siano diverse con uomini e donne, che talvolta l’eccitazione arrivi solo dopo conoscenza e altre volte al primo impatto, non è necessariamente indicativo di un’unica etichetta fissa. Molte persone, specie in giovane età e in assenza di esperienze, vivono attrazioni complesse e non lineari. Inoltre, la componente ansiosa che descrive può amplificare i dubbi, fino a farli diventare il centro dell’attenzione, è qui che entra in gioco il cosiddetto DOC a tema sessuale o “DOC omosessuale” di cui Le ha parlato il Suo psicologo, non riguarda l’orientamento in sé, ma la tendenza a rimuginare e controllare continuamente per ottenere certezze.
Dal Suo racconto si nota anche una certa curiosità e apertura verso stimoli diversi, che Lei stesso vive senza disgusto, ma anche senza che diventino un unico “filo conduttore” chiaro. Questo non è un’anomalia, per molti, la comprensione di sé è un processo graduale, fatto di esperienze e riflessioni. L’importante è distinguere tra ciò che sente in modo spontaneo e ciò che è frutto della pressione di “dover capire subito” chi è.
In sintesi, non è strano non avere ancora una risposta definitiva, soprattutto a 26 anni e con poca esperienza diretta, la presenza di ansia e timidezza può confondere ulteriormente le percezioni e la varietà di stimoli che La incuriosiscono non implica necessariamente un orientamento preciso, quanto piuttosto una sessualità che sta ancora trovando la sua forma.
Un caro saluto
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, da ciò che descrive emerge una storia personale segnata da curiosità, esplorazioni, domande e qualche incertezza che, unita a un temperamento ansioso e a una scarsa esperienza relazionale, tende a trasformarsi in dubbio costante. È importante sottolineare che l’orientamento sessuale non si riduce a una formula rigida basata su episodi isolati, ma è piuttosto un insieme complesso di attrazioni fisiche, emotive e affettive che possono evolvere nel tempo e che non sempre si presentano in modo lineare o immediatamente chiaro.

Il fatto che lei noti una differenza tra l’attrazione immediata verso alcuni uomini e quella che si sviluppa con le donne a seguito di conoscenza e interazione può avere diverse letture e non implica necessariamente una definizione precisa e definitiva del suo orientamento. L’ansia, la timidezza e il timore del giudizio possono infatti influenzare molto il modo in cui percepiamo e viviamo le nostre sensazioni, così come il contesto in cui queste si manifestano. La sessualità è anche influenzata da fattori psicologici, emotivi e situazionali, non soltanto da impulsi biologici.

Rispetto al riferimento al DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo) a tema omosessualità, va detto che in alcune persone l’ansia e la tendenza a rimuginare possono portare a fissarsi su una determinata domanda (“E se fossi…?”) in modo ripetitivo, intrusivo e senza mai sentirsi del tutto sicuri della risposta, generando circoli viziosi di controllo e verifica che mantengono l’incertezza. Non significa che il dubbio sia “falso” per definizione, ma che a volte il meccanismo ansioso prende il sopravvento sulla possibilità di vivere spontaneamente le esperienze.

Il percorso che già sta seguendo con il suo psicologo le offre l’opportunità di osservare questi pensieri e vissuti senza giudicarli e di comprendere meglio quali siano le sue reali preferenze al di là dell’ansia. In questa fase, più che cercare un’etichetta immediata, può essere utile concedersi la possibilità di sperimentare e conoscersi, accettando che la chiarezza possa arrivare gradualmente, e che non c’è urgenza di incasellarsi in una definizione.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la sua condivisione racconta un percorso di ricerca personale che porta con sé molte domande e comprensibilmente anche un certo grado di confusione emotiva. È importante sottolineare che l’orientamento sessuale e l’identità non sempre si presentano in modo chiaro e definito, e per alcune persone il processo di comprensione può essere più lungo e influenzato da fattori come ansia, timidezza, esperienze pregresse e convinzioni personali. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che lei descrive sembra intrecciare due piani diversi: da un lato la percezione e l’osservazione delle proprie reazioni fisiche ed emotive, dall’altro il modo in cui interpreta queste reazioni e i pensieri che ne derivano. Le erezioni o le sensazioni di attrazione non sono indicatori assoluti e infallibili di orientamento, ma risposte fisiologiche che possono essere influenzate da molti elementi, inclusi il contesto, la novità della situazione e l’immaginazione. Allo stesso modo, l’ansia e il monitoraggio costante di ciò che prova possono amplificare i dubbi, rendendo difficile distinguere ciò che realmente sente da ciò che teme di sentire o pensa di dover sentire. Le sue esperienze passate mostrano che, in presenza di una connessione emotiva o di un contatto fisico con donne, il suo corpo può reagire con eccitazione. Allo stesso tempo, nota una risposta di attrazione visiva immediata verso uomini ritenuti esteticamente belli. Questa apparente discrepanza non significa necessariamente che debba collocarsi in una categoria precisa, ma piuttosto che la sua esperienza sessuale ed emotiva ha sfumature che meritano di essere esplorate senza fretta e senza la pressione di etichettarsi. In percorsi come il suo, può essere utile spostare l’attenzione dal bisogno di definizione immediata al riconoscere e accettare la varietà delle proprie sensazioni, lasciando spazio all’esperienza diretta più che alla sola analisi. A volte la vera chiarezza arriva quando si riduce la sorveglianza costante delle proprie reazioni e si concede a sé stessi la possibilità di vivere situazioni senza giudicarle subito. Anche il tema del DOC omosessuale, che il suo psicologo le ha menzionato, va inteso come un pattern in cui i dubbi diventano ossessivi e alimentano ansia e controllo, piuttosto che essere un riflesso diretto dell’orientamento. Proseguire il lavoro in terapia, magari integrando esercizi di esposizione e ristrutturazione dei pensieri, può aiutarla a ridurre la centralità del dubbio e aumentare la libertà di vivere le sue emozioni in modo più spontaneo. In questo modo l’identità, qualunque essa sia, potrà emergere più naturalmente e senza la pressione costante di dover essere definita subito. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Isabella Mazzocchi
Psicologo, Psicologo clinico
Urbino
Buongiorno, quello che stai vivendo è qualcosa che tante persone attraversano, anche se spesso non se ne parla. È normale sentirsi confusi quando si cerca di capire il proprio orientamento, soprattutto se ansia e insicurezza amplificano ogni sensazione.
Non c’è nulla di “sbagliato” nell’avere attrazioni o fantasie diverse: la sessualità è complessa e personale, e non sempre si incastra subito in un’etichetta chiara. A volte serve tempo, esperienze e un po’ di serenità interiore per capire davvero cosa ci fa stare bene. Continua il percorso con il tuo psicologo, perché già il fatto di parlarne apertamente è un passo importante. Prova, per quanto possibile, a sospendere il giudizio su ciò che provi e a guardarlo come un’informazione in più su di te, non come una condanna o una prova di qualcosa. Le risposte arriveranno col tempo, senza forzature. Buona fortuna!
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno, la tua lettera rivela una ricerca di comprensione di te stesso, e questo è già un passo importante nel tuo percorso di crescita personale, ed è evidente che stai affrontando un periodo di esplorazione della tua identità sessuale e affettiva, complicato da alti livelli di ansia che rendono tutto più confuso e difficile da decifrare.

Quello che descrivi è molto più comune di quanto tu possa immaginare. Molte persone attraversano periodi di incertezza riguardo al proprio orientamento sessuale, specialmente quando l'ansia è presente e quando non ci sono state esperienze concrete per fare chiarezza. L'ansia, infatti, può amplificare qualsiasi dubbio e trasformarlo in una fonte di tormento costante.

Il tuo psicologo ha centrato un punto fondamentale introducendo il concetto di DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) omosessuale. Questo disturbo si manifesta attraverso pensieri intrusivi e dubbi ossessivi riguardo al proprio orientamento sessuale, accompagnati da ansia intensa e comportamenti compulsivi di verifica (come la ricerca continua di "prove" della propria sessualità attraverso la pornografia o l'analisi delle proprie reazioni fisiche).

Nel DOC omosessuale, la persona non sta necessariamente mettendo in dubbio il proprio orientamento per un genuino processo di scoperta identitaria, ma è intrappolata in un ciclo di dubbi ossessivi che l'ansia alimenta continuamente. È significativo che tu descriva "paure, paranoie e domande" quando vedi uomini attraenti - questo pattern di ansia immediata è tipico del DOC.

**Indicazioni pratiche che puoi seguire:**

1. **Smetti di cercare "prove"**: evita di analizzare ogni tua reazione fisica o emotiva come se fosse un indizio definitivo del tuo orientamento
2. **Riduci l'esposizione alla pornografia**: questo comportamento sta diventando compulsivo e non ti aiuta a fare chiarezza
3. **Pratica la mindfulness**: quando arrivano i dubbi ossessivi, osservali senza giudicarli né cercare risposte immediate
4. **Accetta l'incertezza temporanea**: ripeti a te stesso "Non devo sapere tutto subito"

Le tue reazioni fisiche con le donne (erezioni, desiderio di contatto) sono segnali importanti che la tua ansia sta probabilmente sovrastando. Il fatto che queste reazioni avvengano "post-conoscenza" non le rende meno significative - anzi, suggerisce che per te l'attrazione si sviluppa attraverso la connessione emotiva, il che è perfettamente normale.

**Proposta di lavoro terapeutico:**
Ti consiglio di approfondire con il tuo psicologo il lavoro specifico sul DOC, utilizzando tecniche di esposizione e prevenzione della risposta. Parallelamente, un percorso di mindfulness ti aiuterebbe a gestire l'ansia anticipatoria e a sviluppare una maggiore tolleranza all'incertezza, fondamentale per uscire dal ciclo ossessivo. Cordiali saluti,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Salve Gentile Utente, grazie per aver condiviso la Sua storia con tanta onestà.
Dalle parole che ha scritto pare Lei stia attraversando un periodo di profonda esplorazione di se stesso. La Sua situazione è complessa e sfumata, e forse proprio per questo le crea così tanta confusione.
Da quello che racconta, pare emergano due dinamiche diverse: con gli uomini sembra provare un’immediata fascinazione estetica legata alla bellezza, che però si accompagna a ansia, dubbi e paranoie. Con le donne, invece, l’attrazione sembra arrivare dopo, in contesti di intimità o complicità. Queste situazioni Le hanno provocato eccitazione fisica, cosa che invece pare non sempre accada con gli uomini, nonostante Lei riconosca la loro bellezza.
E' vero, l’ansia e la mancanza di esperienze possono amplificare i dubbi. Se non ha mai avuto rapporti sessuali con nessuno dei due generi, è normale che si senta come sospeso, e che ogni sensazione sembri come un enigma da decifrare. Potrebbe essere bisessuale con una predominanza romantica verso le donne e un’attrazione più fugace verso gli uomini, oppure potrebbe avere un orientamento fluido che cambia a seconda del contesto.
Il Suo psicologo ha menzionato il DOC omosessuale, e vale la pena approfondirlo: se i suoi dubbi sul tuo orientamento diventano ossessivi, se torna e ritorna sulle stesse domande senza mai trovare risposte definitive, potrebbe trattarsi di una forma di ansia legata all’incertezza più che a un reale desiderio omosessuale. Questo non significa che l’attrazione verso gli uomini non esista, ma che forse la Sua mente la sta ingigantendo a causa della paura di non sapere chi lei è davvero.
Un altro aspetto interessante è la Sua reazione alla pornografia: l'utilizzo autoerotico di contenuti etero, gay, trans e feticistici senza particolari blocchi, suggerisce una certa apertura mentale, ma anche che forse il piacere fisico, per Lei, non è strettamente legato all’orientamento. Se le è piaciuta la masturbazione anale, questo non la definisce come gay o bisessuale, è semplicemente una forma di piacere, come tante altre.
Alla fine, la verità è che non c’è fretta di trovare una risposta. L’orientamento sessuale non è sempre una cosa fissa e immutabile, e molte persone scoprono se stesse poco alla volta, attraverso esperienze e riflessioni. Quello che conta è che Lei continui a esplorare ciò che la fa stare bene, senza pressioni, e a lavorare sulla sua ansia in modo da vivere con più serenità queste scoperte.
Se in futuro capirà di essere più attratto dagli uomini, dalle donne, da entrambi o da nessuno dei due, l’importante è che sia una conclusione Sua, non dettata dalla paura o dalle aspettative altrui. Per ora, si conceda tempo e pazienza.
Spero di esserLe stato d'aiuto.
Un cordiale saluto.
Ciao! Mi sorge spontanea una domanda : perchè questo bisogno di porti un'etichetta? Perchè non lasci semplicemente che le cose accadano senza classificarle?
Hai avuto delle piccole interazioni con donne/ uomini, ma anche di aver avuto fantasie ad occhi aperti senza distinzione di sesso, questo potrebbe indicare che semplicemente non ti identifichi con un orientamento sessuale specifico o che hai ancora bisogno di esplorare le tue preferenze.
Sii paziente con te stesso, identificare il proprio orientamento sessuale non è semplice e non sempre necessario.
Dott. Michele Scalese
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina
Buongiorno,
dalla sua descrizione emerge un vissuto di forte curiosità e di altrettanta incertezza legata al tema dell’orientamento sessuale. È importante sottolineare che i dubbi che lei racconta non sono insoliti: la sessualità umana è complessa, fluida, e spesso non si lascia racchiudere in categorie rigide. Le esperienze che riporta (attrazioni diverse in momenti differenti, curiosità rispetto a più generi, vissuti corporei variabili) rientrano in un quadro che molte persone sperimentano, soprattutto quando non si sono ancora avute esperienze intime stabili.

La componente ansiosa che lei descrive – con pensieri ripetitivi, paura di “non capirsi” e continue domande – può alimentare ulteriormente il dubbio e mantenere viva l’incertezza. In letteratura clinica esiste infatti una forma di Disturbo Ossessivo-Compulsivo definita “DOC da orientamento sessuale”, in cui il problema non è tanto l’orientamento in sé, quanto l’ansia generata dal bisogno di trovare una risposta definitiva e immediata.

Il fatto che lei stia già affrontando un percorso psicologico è molto positivo: l’elaborazione dei propri vissuti in un contesto di ascolto professionale le permetterà di distinguere meglio tra ciò che nasce da un desiderio autentico e ciò che invece è un pensiero ossessivo o un timore.

Il mio consiglio è di continuare con il suo terapeuta, affrontando apertamente questi interrogativi senza giudicarsi, perché la conoscenza di sé richiede tempo e non si esaurisce in definizioni rigide. Un percorso graduale di esplorazione relazionale e di gestione dell’ansia potrà aiutarla a sentirsi più libero e sicuro.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scalese – PsicologoL
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, continui a rivolgersi al suo psicologo che la conosce, quindi può aiutarla. Cordiali saluti.
Dott.ssa Shana Baratto
Psicologo, Psicologo clinico
Levico Terme
Buonasera,
grazie per la sua condivisione.
Quello che mi viene da scriverle è che condivido tutto ciò che le ha detto il suo terapeuta rispetto alla situazione di cui ci narra.
Le suggerisco, inoltre, di non focalizzarsi sulle etichette diagnostiche; quelle possono essere utili a noi professionisti per comunicare, ma ognuno di noi ha la propria soggettività e la propria modalità relazionale, al di là di quelli che possono essere dei sintomi. Comunque, se è curioso, in internet, trovo molto sia sul DOC omosessuale, sia sul DOC relazionale (o sul DOC in generale).
Cordialmente,
dott.ssa Baratto
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Caro ragazzo,

ti ringrazio per aver raccontato con così tanta chiarezza e sincerità la tua esperienza: non è semplice aprirsi su temi così intimi, e il fatto che tu lo faccia è già un segnale della tua voglia di capirti e prenderti cura di te.

Da quello che descrivi emergono alcuni punti chiave:

Con le donne: hai avuto esperienze concrete (bacio, contatto fisico, momenti di intimità anche se non sessuale completa) che ti hanno suscitato eccitazione ed erezione. Questo è un dato oggettivo e significativo.

Con gli uomini: parli di attrazione estetica e di forte reattività emotiva quando noti la bellezza, ma non riporti esperienze di desiderio relazionale o fantasie erotiche persistenti. Sembra più una reazione di ansia e dubbio (“mi batte il cuore, allora cosa significa?”) che un vero impulso sessuale o affettivo.

Masturbazione e pornografia: hai esplorato vari contenuti senza rigidità e senza repulsione, e questo rientra nella normalità. Moltissime persone, anche eterosessuali o omosessuali definite, possono eccitarsi con stimoli molto diversi da ciò che vivono poi nella vita reale.

Fattore ansia/DOC: il modo in cui ti tormenti con dubbi, controlli interni, continue domande su “chi sono davvero”, il bisogno di conferme e rassicurazioni (“se mi succede questo allora significa che…”) è molto vicino a quello che chiamiamo DOC a tema omosessualità (HOCD). Non riguarda l’orientamento in sé, ma la modalità ossessiva con cui la mente cerca certezze assolute su un tema che, per sua natura, è fluido e complesso.

In altre parole: il problema centrale non sembra essere “sei gay o sei etero”, ma l’ansia e il pensiero ossessivo che si accende intorno al tema della sessualità, impedendoti di vivere serenamente ciò che provi.

Cosa puoi fare

Continua il percorso con il tuo psicologo: ha già colto il nodo dell’ansia e ti ha parlato del DOC, quindi siete sulla strada giusta.

Prova a sospendere il monitoraggio ossessivo delle reazioni corporee (“mi batte il cuore, ho un’erezione, quindi cosa vuol dire?”). Non è da lì che arriva la risposta.

Dai più valore alle esperienze concrete e vissute (cosa ti fa stare bene, cosa ti fa sentire vicino a una persona, con chi riesci a immaginarti in una relazione) rispetto alle paure e ai “test” mentali.

Accetta che l’orientamento non è un’etichetta da definire subito e per sempre: può esprimersi con sfumature, e ciò non rende la tua identità meno valida.

Quello che vivi non significa che “non sai chi sei”, ma che la tua ansia ha preso di mira proprio questo tema così delicato. Con pazienza e lavoro terapeutico puoi imparare a ridare meno potere a questi pensieri e lasciare più spazio alla tua esperienza reale.
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Buongiorno, grazie per aver parlato con tanta sincerità di un tema così intimo. Si sente chiaramente che vivi con ansia e confusione la tua sessualità, e che cerchi di dare un senso a ciò che provi. È importante dirti subito una cosa: non c’è nulla di sbagliato in quello che senti. La sessualità non è bianca o nera, ma può avere tante sfumature, cambiare nel tempo, mostrarsi in modi diversi con persone differenti.
Il fatto che tu provi attrazione verso uomini a livello estetico e verso donne a livello più fisico ed emotivo non significa necessariamente dover incasellarti subito in un’etichetta. A volte la nostra mente, spinta dall’ansia, ci porta a cercare risposte nette per ridurre l’incertezza, ma la sessualità non funziona sempre così. Anche la tua esperienza di esplorazione (video, fantasie, curiosità) non è un indice definitivo: fa parte della scoperta di sé e non definisce in modo rigido chi sei.
Il tuo psicologo ti ha parlato del DOC omosessuale, e non a caso: spesso chi soffre di ansia e insicurezza mette in discussione in modo ossessivo la propria identità, generando pensieri intrusivi e dubbi continui. Questo non significa che tu debba “scegliere” o che ci sia una risposta giusta e definitiva da trovare subito. Significa piuttosto che è un percorso da vivere, con pazienza e con apertura verso te stesso.
Prenditi il tempo per ascoltarti, senza giudicarti e senza fretta. La tua sessualità non si riduce a un’etichetta da incollarti addosso, ma è un insieme di emozioni, attrazioni e vissuti che solo tu puoi conoscere davvero col tempo.
concordo con la tua psicologa che sia un Doc omosessuale
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Da quanto racconti, stai vivendo un percorso di esplorazione della tua sessualità e della tua identità personale, influenzato da ansia, timidezza e limitate esperienze relazionali. Noti attrazione fisica immediata verso uomini e un coinvolgimento più relazionale ed esperienziale con le donne, ma questo non implica necessariamente una definizione rigida del tuo orientamento; molte persone sperimentano attrazioni diverse in contesti differenti senza doverle etichettare subito. La tua attenzione ai pensieri e alle reazioni fisiologiche, come erezioni o eccitazione, può amplificare dubbi e preoccupazioni, generando ansia tipica del cosiddetto DOC relazionale o “omosessuale”, in cui la mente si concentra ossessivamente sull’orientamento sessuale. Esplorare legalmente fantasie e masturbazione verso più generi non è patologico e non determina il tuo orientamento reale: può semplicemente riflettere una sessualità fluida o complessa. La scarsa esperienza sessuale e relazionale, unita alla timidezza, può rendere più difficile capire chi ti attrae realmente; serve tempo, auto-osservazione e sperimentazione sicura, senza pressioni. Continuare il percorso psicologico è fondamentale, perché ti aiuta a distinguere tra pensieri ossessivi e desideri autentici, osservando le tue reazioni senza interpretarle come prove definitive di chi sei. In sintesi, non si tratta di un problema intrinseco, ma di un processo di auto-scoperta e gestione dell’ansia relazionale e sessuale: con il supporto psicologico, riflessione e tempo, potrai chiarire gradualmente cosa ti fa stare bene e chi ti attrae.
Dott.ssa Filippina Romano
Psicologo, Psicologo clinico
San Casciano in Val di Pesa
Salve Gentilissimo,
Il quadro che Lei illustra presenta diverse sfaccettature. Come indicato dal suo terapeuta, la sfera della sessualità è piuttosto complessa e non è possibile fornire delle risposte chiare e lineari, poiché si tratta una dimensione non lineare, ma arzigogolata.
Se il suol psicologo ha una specializzazione nel settore si affidi e viva senza pregiudizi e possibili frustrazioni la scoperta di sé.
Le auguro buon percorso.
Dott.ssa Maria Elena Loffredo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buonasera,
mi sembra che per lei sia molto importante prima capire “chi è” per poi decidere chi le piace, come se non potesse permettersi di lasciare nulla all’esplorazione.
Quello che descrive mi sembra un circolo vizioso tra pensieri e azioni: i dubbi e le paure alimentano l’evitamento, e l’evitamento rafforza a sua volta i dubbi.
È come se la mente cercasse certezze assolute prima di agire, ma il paradosso è che potrà fare chiarezza solo attraverso l’esperienza.
Un primo passo potrebbe essere riconoscere che i dubbi non si eliminano “pensandoci di più”, ma si ridimensionano agendo, avrà poi il suo spazio di pensiero con il professionista che la segue che potrà aiutarla a ripensare l'esperienza. Un caro saluto,
Dott.ssa Loffredo
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
grazie per aver condiviso così apertamente la tua esperienza. Da quello che racconti, è chiaro che stai esplorando la tua sessualità in un momento di grande consapevolezza di te stesso, e questo è assolutamente normale.
Il fatto che tu provi attrazione immediata verso uomini e un’attrazione più legata alla conoscenza con le donne non indica necessariamente confusione o patologia: la sessualità è fluida e può manifestarsi in modi diversi, a seconda del contesto e delle esperienze. Le erezioni e le fantasie che descrivi rientrano nella normalità e mostrano semplicemente che il tuo corpo reagisce in modi diversi a stimoli diversi.
L’ansia, la timidezza e la mancanza di esperienze possono amplificare dubbi e paranoie, ma questo non significa che tu abbia un disturbo. Il DOC omosessuale è caratterizzato da dubbi ossessivi e invalidanti sull’orientamento; ciò che descrivi sembra piuttosto una normale fase di esplorazione e auto-conoscenza. Continuare il percorso psicologico, esplorare le tue sensazioni in sicurezza e osservare come reagisci senza giudizio è il modo migliore per capire gradualmente chi sei e cosa ti piace!
Dott. Gabriele Taddei
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Ciò che descrive riguarda un tema frequente: il bisogno di chiarire il proprio orientamento e la propria identità, reso spesso più complesso dall’ansia e dalla tendenza a rimuginare. È importante sapere che l’orientamento sessuale non è un’etichetta rigida, ma un processo che può chiarirsi gradualmente nel tempo, anche grazie alle esperienze. Nel suo caso, l’ansia e l’insicurezza sembrano avere un ruolo centrale: quando l’attivazione emotiva prende il sopravvento (tachicardia, paure, dubbi), diventa difficile distinguere ciò che è attrazione autentica da ciò che è reazione ansiosa. Un percorso psicoterapeutico, come quello che già sta seguendo, può aiutarla non tanto a “decidere” chi le piace, quanto a comprendere meglio le sue emozioni, a distinguere i pensieri intrusivi dai desideri e a vivere la sessualità con maggiore serenità.
Le auguro di continuare con fiducia questo lavoro su di sé, trovando nel tempo chiarezza e libertà interiore.
Buon pomeriggio,
La ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità e profondità il suo vissuto. È evidente quanto desiderio di chiarezza e autenticità ci sia nella sua ricerca, ma anche quanto l’ansia e i dubbi abbiano un ruolo centrale nel confondere le sensazioni e le esperienze. Dal suo racconto emerge un quadro complesso, dove l’attrazione fisica e le reazioni corporee non sempre coincidono con ciò che la mente cerca di etichettare. Questo è del tutto comprensibile: l’orientamento sessuale non è mai una questione di formule rigide, ma di un percorso di scoperta personale, che prende forma con il tempo, con le esperienze e con il contatto con se stessi e con l’altro.

Noto che spesso lei tende a confrontare ciò che prova con quello che “dovrebbe” provare una persona etero o gay, come se ci fosse uno schema fisso da rispettare. In realtà, la sessualità è molto più sfumata, e ogni individuo costruisce la propria identità in modo unico, a volte con tempi più lunghi, altre volte attraverso fasi di esplorazione. È importante distinguere tra ciò che è desiderio autentico e ciò che è spinto dall’ansia o dalla paura di “non essere normale”. In questo senso, il riferimento che le ha fatto il suo psicologo al DOC a tema sessuale è rilevante: quando la mente è invasa da dubbi ossessivi, diventa difficile riconoscere ciò che nasce davvero dal desiderio e ciò che invece è il frutto di un pensiero intrusivo.

Dal punto di vista sistemico, ciò che sta vivendo non riguarda solo il suo orientamento, ma il rapporto che lei ha con l’incertezza, con l’idea di controllo e con la paura di non corrispondere a un’immagine ideale di sé. La ricerca di conferme, così come il bisogno di definizioni precise, fanno parte di questo movimento interiore. Il fatto che sia già in un percorso psicologico è un passo molto importante e prezioso, perché le permette di avere uno spazio protetto in cui esplorare questi vissuti senza giudizio.

Quello che le suggerisco è di darsi tempo, di non forzare una definizione immediata, ma di ascoltarsi nelle esperienze concrete, distinguendo sempre più ciò che appartiene al desiderio autentico da ciò che è il rumore dell’ansia. Non si tratta di arrivare a una “etichetta giusta”, ma di costruire una comprensione di sé più libera e meno spaventata. È un viaggio che richiede pazienza, ma che può portarla a vivere la sua sessualità come parte armoniosa della sua identità, e non come un enigma da risolvere. Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Falqui
silviafalqui.it
Ti direi che sono d'accordo con i tuo psicologo, affidati a lui e sperimenta.

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