buonasera,vi vorrei raccontare una situazione spiacevole in cui mi ritrovo spesso,per farvi un intro
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buonasera,vi vorrei raccontare una situazione spiacevole in cui mi ritrovo spesso,per farvi un introduzione prima devo parlare del mio carattere sennò potrei essere scambiata per una persona vittimista. É da quando sono piccola che soffro di sensi di colpa,per tutto,anche per cavolate ho sempre paura di dire qualcosa che possa offendere gli altri infatti mi viene difficile anche dire di no quando mi chiedono un favore, piuttosto mi stravolgo la giornata per venire incontro all'altro.Quando devo raccontare un mio problema o semplicemente parlare di me ci penso molto prima di farlo per paura di essere un peso o di annoiare chi mi ascolta.Mesi fa decisi di chiedere aiuto e di iniziare a parlare,iniziai a farlo perche in classe avevo continuamente attacchi di ansia e dovevo stare in bagno finche non mi calmavo da sola,un giorno dopo 5 minuti che ero in bagno venne a chiamarmi una mia compagna di classe perche la mia professoressa era preoccupata e decisi di acconsentire e provai a spiegarle le mie sensazioni,mi disse che ero molto in ansia per qualcosa e che ogni volta che ne avrei avuto bisogno mi avrebbe ascoltata.Sono stata rimasta sollevata dalla sua reazione e provai a scrivere cio che mi saltava in testa visto che non sono brava con le parole.Scrissi in un foglio le dinamiche del rapporto con mia mamma,scrissi davvero tanto e ci misi tutto l impegno che potevo,mi sforzai anche di navigare nel passato.Pensai che dopo tutto avremmo avuto una lunga conversazione invece non la prese come la presi io,anzi mi disse solo una frase che forse per lei era un consiglio ma era una frase abbastanza scontata,lo sapevo benissimo quello che intendeva perche sono anni che rifletto sul mio passato ed era una frase che mi era gia saltata in mente prima di quel momento.Ma ho visto quel modo di fare come se non le importasse piu di tanto aiutarmi mentre io mi ero fidata di lei e la stimo da quando la conosco ma non avevo mai parlato con nessuno di quello che avevo scritto tra quelle righe.Dopo di ché non ne parlammo più ma mi chiedeva spesso come stessi ed ero contenta si interessasse.Dopo le vacanze di natale però cambiò tutto senza motivo,non mi chiese piu niente.Un giorno mi venne un altro momento di ricaduta perche una persona a me molto stretta stava prendendo in considerazione di partire molto lontano per lavoro e avevo paura,era una bella esperienza ma la lontananza fa molto male,quando mi chiese il mio parere non sapevo cosa consigliarle e il giorno dopo a scuola quando mi venne quel momento di pianto chiesi a un altra professoressa che era lì di uscire un attimo perche non stavo bene e le raccontai tutto mentre piangevo.Subito dopo quando tornammo in classe c era la professoressa di cui parlavo prima che aveva dato a tutti delle cose da studiare velocemente per poi interrogare ma non avevo avuto abbastanza tempo e neanche riuscivo a concentrarmi.Quando mi chiamò per essere interrogata feci scena muta e mi chiese cosa non andasse,le dissi la verità,che quella persona a me cara voleva partire.Mi disse che mi avrebbe interrogata un altro giorno.I giorni e mesi successivi non mi chiese se alla fine fosse partita,non mi chiese niente in generale.Io ragionai tanto sul suo atteggiamento e non capivo, volevo parlarle e chiederle se avessi fatto qualcosa di sbagliato ma non riuscivo,avevo paura di disturbarla e non dissi niente.Il mio modo di comunicare é fare dei pensierini,mi ricordai una cosa in particolare che le piaceva e gliela regalai senza pensarci due volte,sembrò contenta e mi ringraziò.Ma ancora niente,sembra quasi indifferente nei miei confronti e ho paura di aver fatto qualcosa di sbagliato o aver detto qualcosa che abbia frainteso,parlare con lei mi piaceva molto.Tra tutti,preferivo parlarne con lei,avere una conversazione in cui mi diceva le sue idee era davvero interessante e d aiuto ma non capisco se le cose siano cambiate o sono io che vedo le persone a cui tengo con una visione diversa.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Gentile utente, intanto ti ringrazio per la condivisione: non è mai facile tradurre in parole i propri vissuti emotivi. Se non ho capito male, c'è questo forte senso di insicurezza che ti accompagna da quando sei piccola, un'insicurezza che ti fa sentire in colpa e ti ostacola nella tua volontà di espressione, oltre che tenerti costantemente in allarme rispetto alle relazioni con gli altri, di cui fatichi a "leggere" le reazioni, riportando sempre e comunque su di te la responsabilità di silenzi, superficialità e indifferenza. Comprendo che una compagnia come questa non possa che essere faticosa, ma purtroppo questo spazio non è sufficiente per poterti fornire una risposta significativa: con un percorso di sostegno e supporto psicologico potresti trovare un confronto molto utile e molto più approfondito. Quello che mi sento di poterti lasciare da qui, però, è l'idea che sicuri non si nasce ma si diventa. Come? Affrontando le sfide che la vita ogni giorno ci propone. Certamente la scelta delle sfide è da pesare bene rispetto a quelle che sono le nostre risorse al momento, altrimenti sarebbe come buttarsi senza paracadute. Nel dubbio comincerei da quelle più piccole: anche se possono sembrarti troppo semplici o insignificanti, sono la tua "palestra" per allenarti in vista delle sfide più imprevedibili! Per farti un esempio concreto, potresti cominciare da qualche no piccolissimo, volutamente scelto, qualche "vorrei ma non posso", nelle situazioni che ti provocano meno preoccupazione, per stare a vedere come reagiscono gli altri. Tante volte i nostri giudizi, che influenzano profondamente le nostre emozioni, non rappresentano esattamente i punto di vista dell'altro, ma sono solo il nostro punto di vista: quello dell'altro va "scoperto"...attraverso le domande e i feedback! Ti auguro di riuscire a saltare fuori da questo impasse. Naturalmente resto a disposizione. Alice
Buonasera,
mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo e per le emozioni di incertezza e delusione che provi. Da quello che racconti, emerge un profondo desiderio di essere compresa e accolta, oltre alla paura di disturbare gli altri o di non essere abbastanza importante per loro. È sentirsi comprensibile ferito quando ci si apre con qualcuno e non si riceve la risposta che si sperava.
La tua sensibilità e il tuo impegno nel riflettere su te stessa sono aspetti preziosi, ma possono portarti a vivere con un forte senso di colpa e con la paura del giudizio altrui. Forse la tua professoressa non ha colto appieno l'importanza che per te aveva quel momento di condivisione, oppure il suo comportamento è cambiato per ragioni che non dipendono da te. Tuttavia, questo non significa che le tue emozioni non siano valide o che tu abbia sbagliato qualcosa.
Sarebbe importante lavorare su questi pensieri e su come vivere le relazioni con gli altri, per imparare a dare il giusto valore ai tuoi bisogni senza temere di essere un peso. Approfondire questi temi con uno specialista potrebbe aiutarti a comprendere meglio te stesso e a gestire le tue emozioni con maggiore serenità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo e per le emozioni di incertezza e delusione che provi. Da quello che racconti, emerge un profondo desiderio di essere compresa e accolta, oltre alla paura di disturbare gli altri o di non essere abbastanza importante per loro. È sentirsi comprensibile ferito quando ci si apre con qualcuno e non si riceve la risposta che si sperava.
La tua sensibilità e il tuo impegno nel riflettere su te stessa sono aspetti preziosi, ma possono portarti a vivere con un forte senso di colpa e con la paura del giudizio altrui. Forse la tua professoressa non ha colto appieno l'importanza che per te aveva quel momento di condivisione, oppure il suo comportamento è cambiato per ragioni che non dipendono da te. Tuttavia, questo non significa che le tue emozioni non siano valide o che tu abbia sbagliato qualcosa.
Sarebbe importante lavorare su questi pensieri e su come vivere le relazioni con gli altri, per imparare a dare il giusto valore ai tuoi bisogni senza temere di essere un peso. Approfondire questi temi con uno specialista potrebbe aiutarti a comprendere meglio te stesso e a gestire le tue emozioni con maggiore serenità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Grazie per aver condiviso la tua storia, che è molto ricca di spunti di riflessione. Dal punto di vista dell’Analisi Transazionale, possiamo provare a esplorare ciò che stai vivendo attraverso alcuni concetti chiave, come gli Stati dell’Io e le dinamiche relazionali. Mi colpisce molto il fatto che tu descriva una tendenza a sentirti in colpa per quasi tutto, anche per cose che potrebbero sembrare piccole o insignificanti. Questo potrebbe essere legato a uno Stato dell’Io che chiamiamo “Bambino Adattato”, una parte di noi che si è formata durante l’infanzia e che cerca di compiacere gli altri, evitare conflitti o ricevere approvazione. È come se ci fosse una voce interiore, un “Genitore Critico”, che ti giudica costantemente e ti fa sentire responsabile per le emozioni o le reazioni degli altri. Questo potrebbe essere collegato a dinamiche passate, magari con figure significative come tua mamma, che hai menzionato nel tuo racconto.
Quando parli della tua professoressa, noto che hai cercato di aprirti con lei, affidandole delle emozioni e dei pensieri molto profondi. Questo è un passo importante e coraggioso, perché mostra che hai cercato una connessione autentica, forse sperando in una risposta che ti facesse sentire compresa e accudita, come in una transazione complementare tra il tuo Bambino e il suo Genitore Nutritivo. Tuttavia, la sua reazione, che hai percepito come distante o poco coinvolta, potrebbe aver attivato in te un senso di delusione o di abbandono, facendoti sentire di nuovo sola con le tue emozioni. Questo è comprensibile, soprattutto perché hai investito tanto in quel rapporto e hai trovato conforto nel suo interesse iniziale.
Il cambiamento nel suo comportamento dopo le vacanze di Natale potrebbe averti lasciata con molte domande e dubbi, portandoti a chiederti se hai fatto qualcosa di sbagliato o se lei abbia frainteso qualcosa. Questa incertezza è molto comune quando ci sentiamo vulnerabili e abbiamo paura di essere giudicati o rifiutati. Il fatto che tu abbia cercato di avvicinarti a lei con un gesto gentile, come il regalo, mostra il tuo desiderio di ripristinare quella connessione, ma allo stesso tempo rivela anche una tendenza a mettere gli altri al primo posto, anche a costo di trascurare i tuoi bisogni.
Forse, in questa situazione, potresti provare a riflettere su cosa ti aspetti dalle relazioni e su come potresti iniziare a dare più spazio al tuo Adulto, quella parte di te che può osservare le situazioni in modo obiettivo e prendere decisioni che rispettino i tuoi bisogni. Potrebbe essere utile anche esplorare come bilanciare il tuo Bambino Adattato, che cerca di compiacere, con il tuo Bambino Libero, che è più spontaneo e autentico. Infine, potresti chiederti se la professoressa abbia davvero cambiato atteggiamento o se, forse, tu stia interpretando la situazione attraverso una lente emotiva che amplifica il senso di distanza. In ogni caso, è importante ricordare che le tue emozioni sono valide e che meriti di essere ascoltata e compresa, senza sentirti un peso per gli altri.
Quando parli della tua professoressa, noto che hai cercato di aprirti con lei, affidandole delle emozioni e dei pensieri molto profondi. Questo è un passo importante e coraggioso, perché mostra che hai cercato una connessione autentica, forse sperando in una risposta che ti facesse sentire compresa e accudita, come in una transazione complementare tra il tuo Bambino e il suo Genitore Nutritivo. Tuttavia, la sua reazione, che hai percepito come distante o poco coinvolta, potrebbe aver attivato in te un senso di delusione o di abbandono, facendoti sentire di nuovo sola con le tue emozioni. Questo è comprensibile, soprattutto perché hai investito tanto in quel rapporto e hai trovato conforto nel suo interesse iniziale.
Il cambiamento nel suo comportamento dopo le vacanze di Natale potrebbe averti lasciata con molte domande e dubbi, portandoti a chiederti se hai fatto qualcosa di sbagliato o se lei abbia frainteso qualcosa. Questa incertezza è molto comune quando ci sentiamo vulnerabili e abbiamo paura di essere giudicati o rifiutati. Il fatto che tu abbia cercato di avvicinarti a lei con un gesto gentile, come il regalo, mostra il tuo desiderio di ripristinare quella connessione, ma allo stesso tempo rivela anche una tendenza a mettere gli altri al primo posto, anche a costo di trascurare i tuoi bisogni.
Forse, in questa situazione, potresti provare a riflettere su cosa ti aspetti dalle relazioni e su come potresti iniziare a dare più spazio al tuo Adulto, quella parte di te che può osservare le situazioni in modo obiettivo e prendere decisioni che rispettino i tuoi bisogni. Potrebbe essere utile anche esplorare come bilanciare il tuo Bambino Adattato, che cerca di compiacere, con il tuo Bambino Libero, che è più spontaneo e autentico. Infine, potresti chiederti se la professoressa abbia davvero cambiato atteggiamento o se, forse, tu stia interpretando la situazione attraverso una lente emotiva che amplifica il senso di distanza. In ogni caso, è importante ricordare che le tue emozioni sono valide e che meriti di essere ascoltata e compresa, senza sentirti un peso per gli altri.
Cara,
Ho letto con attenzione e partecipazione la tua storia. Il racconto mi restituisce l'immagine di una ragazza delle superiori che sta attraversando un momento delicato, alla ricerca di un ascolto autentico e di una relazione di supporto. I tuoi sensi di colpa, la fatica a dire di no, il timore di essere di peso sono segnali di un disagio che merita comprensione. Sento la tua sofferenza nel cercare una connessione significativa con un adulto che possa ascoltarti veramente. Colgo anche il silenzio intorno a te: un silenzio familiare che sembra non offrirti lo spazio per condividere le tue fragilità, e una solitudine che traspare nella mancanza di riferimenti amicali stabili dove sentirti davvero al sicuro. La relazione con la professoressa sembrava rappresentare un punto di riferimento importante, e il suo progressivo allontanamento ha probabilmente riattivato ferite e timori.
Ti propongo un incontro online, totalmente gratuito. Per me è importante che tu possa avere anche un piccolo supporto in questo momento. Il mio obiettivo è semplicemente ascoltarti, offrirti uno spazio in cui sentirti accolta senza giudizio. Se vuoi, possiamo concordare un appuntamento.
Ti sono vicina, Dott.ssa Elin Miroddi
Ho letto con attenzione e partecipazione la tua storia. Il racconto mi restituisce l'immagine di una ragazza delle superiori che sta attraversando un momento delicato, alla ricerca di un ascolto autentico e di una relazione di supporto. I tuoi sensi di colpa, la fatica a dire di no, il timore di essere di peso sono segnali di un disagio che merita comprensione. Sento la tua sofferenza nel cercare una connessione significativa con un adulto che possa ascoltarti veramente. Colgo anche il silenzio intorno a te: un silenzio familiare che sembra non offrirti lo spazio per condividere le tue fragilità, e una solitudine che traspare nella mancanza di riferimenti amicali stabili dove sentirti davvero al sicuro. La relazione con la professoressa sembrava rappresentare un punto di riferimento importante, e il suo progressivo allontanamento ha probabilmente riattivato ferite e timori.
Ti propongo un incontro online, totalmente gratuito. Per me è importante che tu possa avere anche un piccolo supporto in questo momento. Il mio obiettivo è semplicemente ascoltarti, offrirti uno spazio in cui sentirti accolta senza giudizio. Se vuoi, possiamo concordare un appuntamento.
Ti sono vicina, Dott.ssa Elin Miroddi
Buongiorno, non per forza le cose sono cambiate ma probabilmente ci pensa ogni volta che un comportamento non rientra nelle sue aspettative. In questi casi soprattutto perchè attende un certo tipo di reazione per bisogno. Ora non bisogna mai dimenticare che per quanto gli amici possano essere più o meno vicini e possano anche sostenerci in momenti di difficoltà, rimangono comunque amici non possono farci da terapeuti, non dovremmo chiederglielo e nemmeno aspettarcelo e sarebbe addirittura fuori luogo anche qualora lo facessero spontaneamente senza avere una preparazione adeguata. Deve capire che un passo impoertante è anche imparare a chiedere aiuto a chi ce lo può dare. Un conto è parlare o sfogarsi qualche volta con un'amica, un altro conto è aspettarsi o desiderare che ogni volta che abbiamo bisogno ci siano. Quindi le raccomenderei di intraprendere un percorso personale per lavorare meglio ed in modo più approfondito sulle criticità che ha esposto.
Gentile Utente,
La ringrazio per aver condiviso con me una parte così personale e significativa della sua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile aprirsi e affidarsi agli altri, specialmente quando le risposte ricevute non corrispondono alle aspettative o al valore che Lei attribuisce a questi gesti di fiducia.
Mi permetta di rassicurarla: non credo che il Suo comportamento o le Sue parole abbiano causato alcun malinteso. Talvolta, le persone possono non essere pienamente consapevoli dell’impatto delle loro azioni o possono non sapere come offrire il sostegno che ci si aspetta, non per mancanza di interesse, ma per semplice incertezza o difficoltà personale.
La invito, qualora lo ritenga opportuno, a considerare la possibilità di esprimere con chiarezza i Suoi sentimenti alla persona interessata. Un dialogo diretto, anche semplice, può spesso aiutare a chiarire eventuali incomprensioni e a ricostruire un rapporto di fiducia.
Infine, se avesse bisogno di un ulteriore supporto, Le consiglio di valutare un confronto con uno specialista. Il coraggio che ha già dimostrato nel riflettere sulle Sue emozioni e nel cercare aiuto rappresenta una solida base per affrontare queste situazioni con serenità e determinazione.
Rimango a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti o supporto.
Cordiali saluti,
Chiara Lisa Lovati
La ringrazio per aver condiviso con me una parte così personale e significativa della sua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile aprirsi e affidarsi agli altri, specialmente quando le risposte ricevute non corrispondono alle aspettative o al valore che Lei attribuisce a questi gesti di fiducia.
Mi permetta di rassicurarla: non credo che il Suo comportamento o le Sue parole abbiano causato alcun malinteso. Talvolta, le persone possono non essere pienamente consapevoli dell’impatto delle loro azioni o possono non sapere come offrire il sostegno che ci si aspetta, non per mancanza di interesse, ma per semplice incertezza o difficoltà personale.
La invito, qualora lo ritenga opportuno, a considerare la possibilità di esprimere con chiarezza i Suoi sentimenti alla persona interessata. Un dialogo diretto, anche semplice, può spesso aiutare a chiarire eventuali incomprensioni e a ricostruire un rapporto di fiducia.
Infine, se avesse bisogno di un ulteriore supporto, Le consiglio di valutare un confronto con uno specialista. Il coraggio che ha già dimostrato nel riflettere sulle Sue emozioni e nel cercare aiuto rappresenta una solida base per affrontare queste situazioni con serenità e determinazione.
Rimango a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti o supporto.
Cordiali saluti,
Chiara Lisa Lovati
Buona sera cara amica, la tua storia tocca profondamente e rivela una sensibilità straordinaria, ma anche una sofferenza che non dovresti sopportare da sola. E' ammirevole il coraggio che hai avuto nell’aprire il tuo cuore e cercare aiuto sia con la professoressa che con l'altra persona a te cara. Ti consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per aiutarti a esplorare le radici dei tuoi sensi di colpa e sviluppare strategie per gestire l’ansia e le relazioni interpersonali. Per qualsiasi cosa puoi contattarmi essendo disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, dott.ssa Cristina Sinno.
Buonasera, ho letto la tua domanda tutta d'un fiato e si percepisce fin da subito che la scrittura è lo strumento comunicativo più in linea con te.
Rispetto a quello che dici, ci tengo a dirti che non hai nessuna responsabilità o colpa su quello che è successo. Non hai fatto nulla di sbagliato. In queste dinamiche non esistono colpevoli e tu non sei qui per cercare di aggiustare un rapporto di amicizia che non è decollato.
Vorrei, invece, che spostassi la tua attenzione sul tuo bisogno di parlare (rapporto materno/ passato). L'ansia arriva perché vuole dire sempre qualcosa, il punto sta nel capire che cosa ti sta dicendo e sicuramente il tuo metterti sempre in secondo piano rispetto agli altri, la tua paura di non essere ascoltata perché quasi non meriti questa attenzione, è un punto fondamentale sul quale lavorare. Nel momento in cui lavorerai su tutti questi aspetti troverai le risposte a tante altre domande e dubbi che sicuramente ti porti dentro.
Il mio consiglio, quindi, è quello di iniziare un percorso terapeutico dove finalmente troverai una figura professionale compente che ti possa ascoltare e comprendere, in un ambiente totalmente neutrale e protetto.
Il supporto psicologico è previsto, ormai, in tutte le scuole e a disposizione degli studenti.
In ogni caso, resto a disposizione! Buona serata!
Rispetto a quello che dici, ci tengo a dirti che non hai nessuna responsabilità o colpa su quello che è successo. Non hai fatto nulla di sbagliato. In queste dinamiche non esistono colpevoli e tu non sei qui per cercare di aggiustare un rapporto di amicizia che non è decollato.
Vorrei, invece, che spostassi la tua attenzione sul tuo bisogno di parlare (rapporto materno/ passato). L'ansia arriva perché vuole dire sempre qualcosa, il punto sta nel capire che cosa ti sta dicendo e sicuramente il tuo metterti sempre in secondo piano rispetto agli altri, la tua paura di non essere ascoltata perché quasi non meriti questa attenzione, è un punto fondamentale sul quale lavorare. Nel momento in cui lavorerai su tutti questi aspetti troverai le risposte a tante altre domande e dubbi che sicuramente ti porti dentro.
Il mio consiglio, quindi, è quello di iniziare un percorso terapeutico dove finalmente troverai una figura professionale compente che ti possa ascoltare e comprendere, in un ambiente totalmente neutrale e protetto.
Il supporto psicologico è previsto, ormai, in tutte le scuole e a disposizione degli studenti.
In ogni caso, resto a disposizione! Buona serata!
Buonasera, quello che sta raccontando è un’esperienza emotivamente molto intensa e comprendo quanto possa essere frustrante e doloroso sentirsi in questo modo. Si è aperta con una persona di cui si fidava, mettendo nelle sue mani qualcosa di molto prezioso per lei: i suoi pensieri più profondi, le sue emozioni, il suo bisogno di essere ascoltata. E quando la risposta che ha ricevuto non è stata quella che si aspettava, ha sentito un senso di delusione, forse anche di abbandono. Da quello che racconta, sembra che lei abbia una grande sensibilità e una capacità di riflessione molto profonda, ma che al tempo stesso sia portata a interrogarsi molto sulle sue responsabilità nei rapporti con gli altri, quasi come se ogni distanza o cambiamento di atteggiamento fosse necessariamente dovuto a un suo errore. Questa tendenza è tipica di chi, come lei, ha vissuto a lungo con un forte senso di colpa e ha sviluppato una modalità di relazione in cui il proprio valore è spesso legato a quanto si sente accettato dagli altri. La verità è che non sempre il comportamento delle persone è legato a qualcosa che noi abbiamo fatto o detto. La sua professoressa potrebbe aver avuto mille ragioni per cui il suo atteggiamento è cambiato: forse ha molte preoccupazioni personali, forse non sa bene come gestire certe situazioni emotive, o forse semplicemente non si è resa conto di quanto per lei fosse importante quel legame. Questo, però, non significa che lei abbia sbagliato o che il suo valore dipenda dalla reazione di chi la circonda. Un aspetto importante da considerare è che il modo in cui lei percepisce i rapporti potrebbe essere influenzato da un bisogno profondo di conferme e sicurezza. Quando ci si affeziona a qualcuno che sembra ascoltarci e comprenderci, è naturale provare un senso di attaccamento speciale, soprattutto se si ha difficoltà a sentirsi accolti in altri contesti. Ma questo può portare a un'aspettativa che, se non soddisfatta nel modo sperato, può trasformarsi in delusione e in un forte senso di insicurezza. Il punto su cui potrebbe lavorare è proprio questo: riuscire a vedere il valore delle sue emozioni e dei suoi bisogni indipendentemente da come gli altri rispondono. Lei merita di essere ascoltata e compresa, ma il suo valore non diminuisce se qualcuno non è in grado di darle l’attenzione di cui ha bisogno. Inoltre, potrebbe provare a esprimere direttamente i suoi dubbi e sentimenti con questa persona, se pensa che possa farle stare meglio. Non deve per forza affrontare il discorso con una domanda diretta, ma anche solo dicendole che le ha fatto bene parlare con lei in passato e che sente la sua distanza potrebbe aiutarla a ottenere una maggiore chiarezza. Infine, le consiglio di continuare a lavorare su di sé, magari attraverso un percorso terapeutico, per aiutarla a sviluppare un senso di sicurezza interiore che non dipenda dal riscontro degli altri. Ha una grande capacità di introspezione e merita di sentirsi compresa, ma soprattutto di comprendere sé stessa con maggiore gentilezza e senza colpevolizzarsi ogni volta che qualcosa non va come sperava. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Buonasera, credo sia stato difficile per te aprirti verso questa persona nonostante i tuoi timori e sensi di colpa, quindi complimenti per il coraggio!
Se hai un dubbio che ti attanaglia e temi che tu abbia fatto qualcosa che ha fatto cambiare atteggiamento a questa professoressa, molto probabilmente la cosa più semplice che tu possa fare è chiedere. Ricorda che domandare per avere chiarimenti non è mai sbagliato, al massimo potrebbe non piacerci la risposta, l'altra persona potrebbe addirittura non darcela, ma almeno non viviamo nella costante incertezza.
Inoltre, nelle varie situazioni in cui ti trovi, chiediti quali emozioni provi quando insorgono questi timori e sensi di colpa. Prova a domandarti cosa potrebbe succedere nel caso in cui ciò che temi si avveri, e come mai non vuoi che succeda, che cosa andrebbe a intaccare di te?
Mi rendo conto che probabilmente non sono domande a cui potresti trovare facilmente una risposta, per questo motivo ritengo sia molto utile il supporto di un professionista come lo psicologo e, col giusto percorso, potresti lavorare e/o imparare ad accettare anche i lati di te che meno ti piacciono.
Se hai un dubbio che ti attanaglia e temi che tu abbia fatto qualcosa che ha fatto cambiare atteggiamento a questa professoressa, molto probabilmente la cosa più semplice che tu possa fare è chiedere. Ricorda che domandare per avere chiarimenti non è mai sbagliato, al massimo potrebbe non piacerci la risposta, l'altra persona potrebbe addirittura non darcela, ma almeno non viviamo nella costante incertezza.
Inoltre, nelle varie situazioni in cui ti trovi, chiediti quali emozioni provi quando insorgono questi timori e sensi di colpa. Prova a domandarti cosa potrebbe succedere nel caso in cui ciò che temi si avveri, e come mai non vuoi che succeda, che cosa andrebbe a intaccare di te?
Mi rendo conto che probabilmente non sono domande a cui potresti trovare facilmente una risposta, per questo motivo ritengo sia molto utile il supporto di un professionista come lo psicologo e, col giusto percorso, potresti lavorare e/o imparare ad accettare anche i lati di te che meno ti piacciono.
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. Capisco quanto sia frustrante sentirsi prima accolti e poi improvvisamente distanti da una persona di cui si fidava. Potrebbe non essere successo nulla di personale, ma se questo dubbio la tormenta, potrebbe provare a parlarle apertamente, chiedendo con semplicità se ha percepito un cambiamento. Il suo bisogno di sentirsi ascoltata è legittimo e non la rende un peso. Lavorare sulla paura di disturbare e sul senso di colpa potrebbe aiutarla a esprimere meglio i suoi bisogni, senza timore di essere di troppo.
Ciao, grazie per esserti aperta e aver condiviso questa situazione.
Capisco che questo sia un periodo difficile, e il fatto che stai cercando di capire cosa stia succedendo con la tua professoressa è una reazione naturale: è evidente che tieni molto alle persone a cui ti affidi, e che la tua paura di essere un peso ti faccia vivere certe esperienze con una sensibilità maggiore.
Da quello che racconti, sembra che tu abbia messo molta fiducia nella tua professoressa, cercando il suo aiuto e un dialogo che ti potesse alleggerire, e quando non hai ricevuto le risposte che ti aspettavi, è comprensibile che tu ti sia sentita delusa e confusa.
L’impressione che descrivi è quella di sentirsi ignorata, o forse di essere stata percepita in modo diverso rispetto a quanto tu pensassi. La comunicazione e in generale i rapporti umani sono complicati, e a volte le reazioni degli altri non sono immediatamente chiare. Purtroppo, a volte, le persone non rispondono come ci aspetteremmo, e non sempre ciò dipende da noi o da quello che abbiamo detto. Potrebbero esserci tanti fattori che influiscono sul comportamento degli altri.
È anche comprensibile che tu non voglia disturbare, perché per qualcuno come te che si preoccupa molto di non essere un peso, può essere difficile esprimere apertamente il proprio bisogno di chiarire la situazione. Tuttavia, se senti che il rapporto è cambiato e che ti manca la comunicazione che avevate prima, potrebbe essere utile parlare direttamente con lei. A volte, anche una conversazione semplice, dove esprimi i tuoi pensieri in modo onesto, può chiarire eventuali fraintendimenti e permetterti di capire come stanno realmente le cose.
Se questa situazione e questo stato d'animo continuano ad appesantirti e senti di non riuscire a trovare una via d'uscita, prova a rivolgerti ad un* professionista, che possa supportarti ed aiutarti ad incanalare le tue percezioni e sentimenti in modo da renderti più libera.
Ti auguro il meglio e se dovessi aver necessità non esitare a contattarmi,
dott.ssa Lara De Feo.
Capisco che questo sia un periodo difficile, e il fatto che stai cercando di capire cosa stia succedendo con la tua professoressa è una reazione naturale: è evidente che tieni molto alle persone a cui ti affidi, e che la tua paura di essere un peso ti faccia vivere certe esperienze con una sensibilità maggiore.
Da quello che racconti, sembra che tu abbia messo molta fiducia nella tua professoressa, cercando il suo aiuto e un dialogo che ti potesse alleggerire, e quando non hai ricevuto le risposte che ti aspettavi, è comprensibile che tu ti sia sentita delusa e confusa.
L’impressione che descrivi è quella di sentirsi ignorata, o forse di essere stata percepita in modo diverso rispetto a quanto tu pensassi. La comunicazione e in generale i rapporti umani sono complicati, e a volte le reazioni degli altri non sono immediatamente chiare. Purtroppo, a volte, le persone non rispondono come ci aspetteremmo, e non sempre ciò dipende da noi o da quello che abbiamo detto. Potrebbero esserci tanti fattori che influiscono sul comportamento degli altri.
È anche comprensibile che tu non voglia disturbare, perché per qualcuno come te che si preoccupa molto di non essere un peso, può essere difficile esprimere apertamente il proprio bisogno di chiarire la situazione. Tuttavia, se senti che il rapporto è cambiato e che ti manca la comunicazione che avevate prima, potrebbe essere utile parlare direttamente con lei. A volte, anche una conversazione semplice, dove esprimi i tuoi pensieri in modo onesto, può chiarire eventuali fraintendimenti e permetterti di capire come stanno realmente le cose.
Se questa situazione e questo stato d'animo continuano ad appesantirti e senti di non riuscire a trovare una via d'uscita, prova a rivolgerti ad un* professionista, che possa supportarti ed aiutarti ad incanalare le tue percezioni e sentimenti in modo da renderti più libera.
Ti auguro il meglio e se dovessi aver necessità non esitare a contattarmi,
dott.ssa Lara De Feo.
Gentile utente, capisco quanto questa situazione possa essere difficile e quanto possa averla fatta sentire delusa e confusa. Il suo desiderio di aprirsi, nonostante le difficoltà, è un passo importante e coraggioso. La sensibilità che descrive nel preoccuparsi di non pesare sugli altri e nel riflettere profondamente sulle sue relazioni mostra quanto per lei i legami siano significativi.
L'esperienza con la sua professoressa sembra aver avuto per lei un valore speciale, perché probabilmente ha sentito un’accoglienza e un interesse iniziale che le hanno dato fiducia. È naturale, quindi, che il suo cambiamento di atteggiamento l’abbia fatta sentire trascurata o addirittura in colpa, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Ma vorrei rassicurarla su questo: le reazioni degli altri non sempre dipendono da ciò che facciamo o diciamo noi.
Può darsi che la sua insegnante, pur essendo stata inizialmente disponibile, non abbia gli strumenti o la consapevolezza per sostenere un dialogo più profondo e continuativo su questi temi. Non significa che lei abbia sbagliato ad aprirsi, né che il suo vissuto sia meno importante.
Forse potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti in un contesto più dedicato, come uno spazio di ascolto professionale, dove possa sentirsi accolta senza timore di disturbare o di essere giudicata. Lei ha già dimostrato di avere una grande capacità di riflessione e di espressione interiore, e questo è un punto di forza su cui può lavorare per sentirsi più compresa e sostenuta.
Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
L'esperienza con la sua professoressa sembra aver avuto per lei un valore speciale, perché probabilmente ha sentito un’accoglienza e un interesse iniziale che le hanno dato fiducia. È naturale, quindi, che il suo cambiamento di atteggiamento l’abbia fatta sentire trascurata o addirittura in colpa, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Ma vorrei rassicurarla su questo: le reazioni degli altri non sempre dipendono da ciò che facciamo o diciamo noi.
Può darsi che la sua insegnante, pur essendo stata inizialmente disponibile, non abbia gli strumenti o la consapevolezza per sostenere un dialogo più profondo e continuativo su questi temi. Non significa che lei abbia sbagliato ad aprirsi, né che il suo vissuto sia meno importante.
Forse potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti in un contesto più dedicato, come uno spazio di ascolto professionale, dove possa sentirsi accolta senza timore di disturbare o di essere giudicata. Lei ha già dimostrato di avere una grande capacità di riflessione e di espressione interiore, e questo è un punto di forza su cui può lavorare per sentirsi più compresa e sostenuta.
Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Buongiorno gentile Utente, dalle sue parole emerge un vissuto di forte sensibilità e bisogno di connessione con gli altri, accompagnato da un senso di incertezza sul proprio valore nelle relazioni. La paura di essere di peso o di disturbare sembra condizionare profondamente il suo modo di interagire, portandola a vivere con ansia anche le situazioni in cui cerca sostegno. Il fatto che abbia trovato il coraggio di esprimere ciò che prova è un passo importante e significativo, così come il desiderio di essere compresa e accolta nelle sue emozioni.
Capisco quanto possa essere stato deludente sentire che la sua professoressa, inizialmente disponibile, abbia poi cambiato atteggiamento ai suoi occhi. Potrebbe non essere stata indifferente, ma magari non aver saputo come gestire la sua richiesta di aiuto o aver pensato, erroneamente, che lei stesse meglio e non avesse più bisogno di quel supporto. Le dinamiche relazionali non sono sempre lineari, e spesso ciò che percepiamo come un allontanamento può avere spiegazioni che non dipendono da noi.
Forse questa esperienza potrebbe essere un'occasione per riflettere su come gestisce il bisogno di conferme e di vicinanza emotiva. Il suo dolore e la sua sensibilità sono assolutamente legittimi, ma il valore che ha nelle relazioni non dipende solo dalla risposta degli altri. A volte, ciò che consideriamo un distacco è semplicemente un diverso modo di esprimere interesse o una difficoltà dell’altro nel mantenere un certo tipo di coinvolgimento.
Se sente che questa situazione le ha lasciato un senso di vuoto o di insicurezza, potrebbe essere utile parlarne con qualcuno che possa aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni e il modo in cui vive le relazioni. Merita di sentirsi accolta e ascoltata, senza il timore di essere un peso per gli altri.
Dott. Luca Vocino
Capisco quanto possa essere stato deludente sentire che la sua professoressa, inizialmente disponibile, abbia poi cambiato atteggiamento ai suoi occhi. Potrebbe non essere stata indifferente, ma magari non aver saputo come gestire la sua richiesta di aiuto o aver pensato, erroneamente, che lei stesse meglio e non avesse più bisogno di quel supporto. Le dinamiche relazionali non sono sempre lineari, e spesso ciò che percepiamo come un allontanamento può avere spiegazioni che non dipendono da noi.
Forse questa esperienza potrebbe essere un'occasione per riflettere su come gestisce il bisogno di conferme e di vicinanza emotiva. Il suo dolore e la sua sensibilità sono assolutamente legittimi, ma il valore che ha nelle relazioni non dipende solo dalla risposta degli altri. A volte, ciò che consideriamo un distacco è semplicemente un diverso modo di esprimere interesse o una difficoltà dell’altro nel mantenere un certo tipo di coinvolgimento.
Se sente che questa situazione le ha lasciato un senso di vuoto o di insicurezza, potrebbe essere utile parlarne con qualcuno che possa aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni e il modo in cui vive le relazioni. Merita di sentirsi accolta e ascoltata, senza il timore di essere un peso per gli altri.
Dott. Luca Vocino
Buongiorno,
Innanzitutto grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Dal suo racconto emerge una sensazione di delusione e tristezza, probabilmente legata a delle aspettative che non sono state soddisfatte. È importante ricordare che gli altri non sempre si comportano come vorremmo e che spesso non attribuiamo lo stesso significato a parole o gesti. Inoltre, la paura di "disturbare" o di essere un peso può amplificare ulteriormente il vissuto emotivo di tristezza e frustrazione, creando un circolo vizioso che rende ancora più difficile affrontare questi sentimenti.
Tuttavia, potrebbe essere utile confrontarsi con la sua amica del suo stato d’animo. Esprimere ciò che sente potrebbe aiutarla a chiarire eventuali malintesi o a comprendere il motivo del comportamento della sua amica.
Inoltre, potrebbe essere importante porsi le seguenti domande: quali parole vorrebbe sentire quando è triste o preoccupata? Cosa la farebbe sentire compresa o sostenuta?
Comprendere i suoi bisogni emotivi la aiuterà a riconoscere e accogliere prima di tutto le sue emozioni. È fondamentale imparare a stare vicino a sé stessi, essere gentili e comprensivi con i propri sentimenti, senza giudicarsi troppo duramente. La capacità di accettare le proprie emozioni e prendersene cura prima di aspettarsi che gli altri lo facciano è un passo essenziale per trovare un maggiore equilibrio con sé stessi. Rimango a disposizione
Dott.ssa Elena Dati
Innanzitutto grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Dal suo racconto emerge una sensazione di delusione e tristezza, probabilmente legata a delle aspettative che non sono state soddisfatte. È importante ricordare che gli altri non sempre si comportano come vorremmo e che spesso non attribuiamo lo stesso significato a parole o gesti. Inoltre, la paura di "disturbare" o di essere un peso può amplificare ulteriormente il vissuto emotivo di tristezza e frustrazione, creando un circolo vizioso che rende ancora più difficile affrontare questi sentimenti.
Tuttavia, potrebbe essere utile confrontarsi con la sua amica del suo stato d’animo. Esprimere ciò che sente potrebbe aiutarla a chiarire eventuali malintesi o a comprendere il motivo del comportamento della sua amica.
Inoltre, potrebbe essere importante porsi le seguenti domande: quali parole vorrebbe sentire quando è triste o preoccupata? Cosa la farebbe sentire compresa o sostenuta?
Comprendere i suoi bisogni emotivi la aiuterà a riconoscere e accogliere prima di tutto le sue emozioni. È fondamentale imparare a stare vicino a sé stessi, essere gentili e comprensivi con i propri sentimenti, senza giudicarsi troppo duramente. La capacità di accettare le proprie emozioni e prendersene cura prima di aspettarsi che gli altri lo facciano è un passo essenziale per trovare un maggiore equilibrio con sé stessi. Rimango a disposizione
Dott.ssa Elena Dati
Salve, mi sembra che una parte importante di quello che sta vivendo riguardi la paura di non essere abbastanza: abbastanza interessante quando parla di sé, abbastanza leggera da non disturbare, abbastanza meritevole di attenzione e cura. Questo senso di colpa, che la accompagna da quando è piccola, sembra averle insegnato a mettere gli altri sempre prima di sé stessa, anche al punto di stravolgere le sue giornate pur di non dire di no. Mi chiedo: quando si è accorta per la prima volta che i suoi bisogni passavano in secondo piano? E come si sente ora, nel rileggere questa dinamica che si ripete?
La delusione che ha provato nei confronti della Prof., a cui si è aperta con tanto coraggio, è assolutamente comprensibile. Lei ha scritto, si è sforzata di esplorare il suo passato e di raccontarlo, ma la reazione dell'altro è stata distante, quasi superficiale. Questo l'ha fatta sentire non vista, come se il suo dolore fosse stato liquidato con una frase già sentita, e da lì è nata la paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Ma, mi chiedo: e se non fosse lei ad aver sbagliato? Se il distacco della professoressa parlasse più di lei e delle sue difficoltà nell'affrontare certe emozioni che non di un suo errore?
Questi episodi ci offrono uno spunto prezioso per esplorare insieme cosa significhi per lei sentirsi accolta e riconosciuta nelle relazioni. La invito a riflettere su come mai tende a misurare il proprio valore in base all'attenzione che riceve dagli altri e su come questo influenzi le sue paure di disturbare o di non essere all'altezza!
La delusione che ha provato nei confronti della Prof., a cui si è aperta con tanto coraggio, è assolutamente comprensibile. Lei ha scritto, si è sforzata di esplorare il suo passato e di raccontarlo, ma la reazione dell'altro è stata distante, quasi superficiale. Questo l'ha fatta sentire non vista, come se il suo dolore fosse stato liquidato con una frase già sentita, e da lì è nata la paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Ma, mi chiedo: e se non fosse lei ad aver sbagliato? Se il distacco della professoressa parlasse più di lei e delle sue difficoltà nell'affrontare certe emozioni che non di un suo errore?
Questi episodi ci offrono uno spunto prezioso per esplorare insieme cosa significhi per lei sentirsi accolta e riconosciuta nelle relazioni. La invito a riflettere su come mai tende a misurare il proprio valore in base all'attenzione che riceve dagli altri e su come questo influenzi le sue paure di disturbare o di non essere all'altezza!
Buongiorno,
potrebbe pensare di rivolgersi ad un professionista per affrontare con calma ed in uno spazio di ascolto protetto tutti i temi che maggiormente la fanno star male. La psicoterapia è un valido strumento per poter fare questo. Ci pensi, e ne parli anche ai suoi genitori.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
potrebbe pensare di rivolgersi ad un professionista per affrontare con calma ed in uno spazio di ascolto protetto tutti i temi che maggiormente la fanno star male. La psicoterapia è un valido strumento per poter fare questo. Ci pensi, e ne parli anche ai suoi genitori.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Capisco quanto questa situazione possa averti fatto sentire confusa e delusa. È doloroso quando una persona di cui ci fidiamo sembra cambiare atteggiamento nei nostri confronti. Spesso, però, questi cambiamenti non dipendono da noi, ma da fattori esterni o personali dell'altra persona. Potrebbe essere utile esplorare insieme questi vissuti in un percorso psicoterapeutico, per comprendere meglio le tue emozioni e trovare modi per affrontare questi momenti di insicurezza. Se vuoi, possiamo approfondire questo aspetto insieme.
Resto a disposizioni per ulteriori dubbi o chiarimenti
Saluti
Dott.ssa Marika Muscarella
Resto a disposizioni per ulteriori dubbi o chiarimenti
Saluti
Dott.ssa Marika Muscarella
Buongiorno, è stata molto esaustiva nel suo racconto, la ringrazio.
La sua esperienza non deve essere facile e sta vivendo un periodo faticoso che ha bisogno di supporto. La sua insegnante avrà fatto del suo meglio ma a volte non è di loro competenza o non sono state preparate per accogliere dinamiche di questo genere. è purtroppo una falla nel sistema scolastico dove gli insegnanti dovrebbero essere più preparati ma non è semplice nemmeno per loro. Per questo credo che potrebbe provare un percorso terapeutico dove noi del mestiere siamo pronti ad accogliere ogni sua emozione e aiutarla nel percorso.
Se vuole approfondire il discorso io sono a disposizione anche online, serve solo il consenso dei genitori. Se dovesse avere difficoltà per quest'ultimo mi faccia sapere che possiamo trovare delle strategie. d'altra parte può valutare se nella sua scuola è aperto uno sportello psicologico scolastico.
Sono a disposizione se ne hai bisogno,
Dott.ssa Casumaro Giada
La sua esperienza non deve essere facile e sta vivendo un periodo faticoso che ha bisogno di supporto. La sua insegnante avrà fatto del suo meglio ma a volte non è di loro competenza o non sono state preparate per accogliere dinamiche di questo genere. è purtroppo una falla nel sistema scolastico dove gli insegnanti dovrebbero essere più preparati ma non è semplice nemmeno per loro. Per questo credo che potrebbe provare un percorso terapeutico dove noi del mestiere siamo pronti ad accogliere ogni sua emozione e aiutarla nel percorso.
Se vuole approfondire il discorso io sono a disposizione anche online, serve solo il consenso dei genitori. Se dovesse avere difficoltà per quest'ultimo mi faccia sapere che possiamo trovare delle strategie. d'altra parte può valutare se nella sua scuola è aperto uno sportello psicologico scolastico.
Sono a disposizione se ne hai bisogno,
Dott.ssa Casumaro Giada
Buonasera, il tema delle relazioni risale alle prime interezioni avute con le figure genitoriali. Sembra che lei sperimenti la precarietà della relazione e chissà se ricambiare con un dono od essere disponibile nasconda, in fondo, l'idea che l'altro le ha fatto un enorme regalo nel considerarla. Ovviamente sono solo ipotesi dettate da ciò che ha scritto ma che richiederebbero un consulto con uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, la sua situazione riflette una profonda sensibilità e un'intensa ricerca di connessione umana, che possono essere parte di un modo di vivere emotivo e relazionale estremamente complesso. I sensi di colpa e la preoccupazione costante di non voler essere un peso per gli altri rivelano una certa vulnerabilità, ma anche un forte desiderio di essere accettata e ascoltata. È comprensibile sentirsi ferita dall’apparente indifferenza di qualcuno di cui ci si fida e che si è considerato un potenziale supporto. La sua difficoltà a esprimere le proprie emozioni e a comunicare ciò che prova può contribuire a un sentimento di isolamento, specialmente quando le reazioni degli altri non si allineano con le sue aspettative. È possibile che il cambiamento dell'atteggiamento della sua professoressa possa riflettere una varietà di fattori, sia esterni che interni alla relazione, e non necessariamente dipendere dalle sue azioni o dalle sue parole. Riflessioni su questi eventi possono aiutare a capire meglio le dinamiche che in atto, ma è altrettanto importante non farsi sopraffare dal timore di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Se desidera esplorare ulteriormente queste emozioni e apprendere a gestire le sue relazioni in modo più sereno, sarei felice di offrirle uno spazio sicuro per sostenere il suo percorso.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera esplorare ulteriormente queste emozioni e apprendere a gestire le sue relazioni in modo più sereno, sarei felice di offrirle uno spazio sicuro per sostenere il suo percorso.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
La ringrazio per aver condiviso con me la sua storia. Capisco quanto sia difficile per lei aprirsi e parlare dei suoi sentimenti, soprattutto a causa della sua tendenza a sentirsi in colpa e a temere di essere un peso per gli altri.
Dalle sue parole emerge una grande sensibilità e un forte desiderio di connessione con le persone che le sono vicine. Tuttavia, sembra che questa sua sensibilità la porti spesso a mettere da parte i suoi bisogni per soddisfare quelli degli altri, creando un senso di frustrazione e solitudine.
Vorrei approfondire alcuni aspetti della sua storia per capire meglio la situazione e poterla aiutare nel modo più efficace possibile: il rapporto con sua madre: ha menzionato di aver scritto molto riguardo alle dinamiche del rapporto con sua madre. Potrebbe dirmi qualcosa di più su queste dinamiche? Quali sono i modelli di comportamento che ha notato nel corso degli anni?
* La sua compagna di classe e la professoressa: ha descritto due esperienze diverse con queste due figure. Come si è sentita quando la sua compagna di classe l'ha ascoltata? E come si è sentita quando la professoressa ha cambiato atteggiamento? Cosa significava per lei avere una conversazione con questa professoressa?
*Il suo bisogno di comunicare: ha detto di comunicare attraverso "pensierini". Potrebbe spiegarmi meglio cosa intende? In che modo questo modo di comunicare la aiuta o la ostacola nelle sue relazioni? il senso di colpa: ha menzionato di soffrire di sensi di colpa fin da piccola. In quali situazioni si sente più colpevole? E come reagisce quando si sente in colpa?
*La paura di disturbare: ha detto anche di aver paura di disturbare gli altri. Da dove pensa che derivi questa paura? Cosa teme che possa accadere se esprimesse i suoi bisogni?
PrSe le va provi a riflettere a queste domande e se le va poi potremmo esplorare assieme le sue emozioni e trovare strategie per affrontare queste difficoltà.
Dalle sue parole emerge una grande sensibilità e un forte desiderio di connessione con le persone che le sono vicine. Tuttavia, sembra che questa sua sensibilità la porti spesso a mettere da parte i suoi bisogni per soddisfare quelli degli altri, creando un senso di frustrazione e solitudine.
Vorrei approfondire alcuni aspetti della sua storia per capire meglio la situazione e poterla aiutare nel modo più efficace possibile: il rapporto con sua madre: ha menzionato di aver scritto molto riguardo alle dinamiche del rapporto con sua madre. Potrebbe dirmi qualcosa di più su queste dinamiche? Quali sono i modelli di comportamento che ha notato nel corso degli anni?
* La sua compagna di classe e la professoressa: ha descritto due esperienze diverse con queste due figure. Come si è sentita quando la sua compagna di classe l'ha ascoltata? E come si è sentita quando la professoressa ha cambiato atteggiamento? Cosa significava per lei avere una conversazione con questa professoressa?
*Il suo bisogno di comunicare: ha detto di comunicare attraverso "pensierini". Potrebbe spiegarmi meglio cosa intende? In che modo questo modo di comunicare la aiuta o la ostacola nelle sue relazioni? il senso di colpa: ha menzionato di soffrire di sensi di colpa fin da piccola. In quali situazioni si sente più colpevole? E come reagisce quando si sente in colpa?
*La paura di disturbare: ha detto anche di aver paura di disturbare gli altri. Da dove pensa che derivi questa paura? Cosa teme che possa accadere se esprimesse i suoi bisogni?
PrSe le va provi a riflettere a queste domande e se le va poi potremmo esplorare assieme le sue emozioni e trovare strategie per affrontare queste difficoltà.
Buonasera, dal suo racconto emerge una cosa molto chiara: lei investe molto nell’altro, soprattutto quando sente di poter essere finalmente ascoltata. Ma proprio per questo ogni minimo cambiamento dell’altro viene vissuto come una perdita o come la prova di aver “sbagliato” qualcosa.
Non è detto che la sua insegnante abbia preso le distanze: può darsi che, semplicemente, abbia dei limiti nel ruolo che ricopre o che non sappia come gestire ciò che lei le ha affidato. Questo però non riguarda il valore di ciò che lei ha detto, ma i confini dell’altro.
Il punto non è capire “cosa ha fatto di sbagliato”, ma perché tende a leggere ogni distanza come un rifiuto e ogni silenzio come un giudizio.
In terapia si può lavorare proprio su questo: dare un posto alla sua sensibilità senza che diventi una ferita ogni volta che l’altro non risponde come lei vorrebbe.
Non è detto che la sua insegnante abbia preso le distanze: può darsi che, semplicemente, abbia dei limiti nel ruolo che ricopre o che non sappia come gestire ciò che lei le ha affidato. Questo però non riguarda il valore di ciò che lei ha detto, ma i confini dell’altro.
Il punto non è capire “cosa ha fatto di sbagliato”, ma perché tende a leggere ogni distanza come un rifiuto e ogni silenzio come un giudizio.
In terapia si può lavorare proprio su questo: dare un posto alla sua sensibilità senza che diventi una ferita ogni volta che l’altro non risponde come lei vorrebbe.
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