Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni e da qualche mese soffro di depressione reattiva, sono sempre

23 risposte
Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni e da qualche mese soffro di depressione reattiva, sono sempre triste , a volte non ho voglia nenache di lavarmi e il mio psicoterapeuta mi ha prescritto un antidepressivo Sereupin, sono un po' titubante nel prenderlo e volevo sapere se davvero è utile nella mia condizione e in quanto tempo fa effetto e se dovrò passare tanto tempo a fare uso di questo farmaco. Grazie mille in anticipo
Salve,
mi dispiace molto per come si sente, ma la paroxetina, principio attivo del sereupin, è un farmaco molto studiato e collaudato! Purtroppo non so consigliare senza prima conoscerci meglio se è un farmaco che può fare o meno al caso vostro, ma dalla sintomatologia descritta sembrerebbe indicato e potrebbe farla sentire meglio. In genere funziona bene dopo le prime tre settimane di trattamento, e l'assunzione deve essere prolungata fino alla risoluzione del quadro clinico e in alcuni casi anche oltre per garantire un mantenimento di un buon tono dell'umore (in media, nei casi classici di depressione, si può valutare la sospensione dopo 6 mesi liberi dai sintomi). Se accusa effetti collaterali o ha dei dubbi la invito comunque a parlarne con il vostro terapeuta, che saprà sicuramente consigliare per il meglio !
Saluti

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Buonasera sono d'accordo con il suo psicoterapeuta che spero sia anche psichiatra, perchè solo un medico psichiatra può prescrivere psicofarmaci. L'uso di un antidepressivo accompagnato da un buon lavoro psicoterapico non può che giovarle sicuramente ci andrà almeno 15/20 giorni dall'assunzione a dosaggio pieno per sentirne gli effetti, sulla durata del trattamento sarà cura del medico psichiatra valutare l'eventuale sospensione. Cordialmente
Buonasera, se il suo terapeuta che immagino sia anche psichiatra dato che le ha prescritto un farmaco, ha ritenuto fosse utile, sinceramente non mi sembra corretto dare un parere senza conoscerla. Se non si fida forse dovrebbe confrontarsi con lui o consultare un altro collega. Un caro saluto
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche on-line. Cordialmente, dott FDL
Buona sera, provi a discutere di queste perplessità con il suo psicoterapeuta, è importante che la terapia, psicologica e farmacologica, si svolga in un clima di collaborazione e costruzione condivisa di obiettivi e strategie. Se ha dei dubbi è utile che li esprima senza riserve, perché anche questo fa parte di un lavoro terapeutico efficace. Cordiali saluti
Gentilissimo, credo che potrebbe essere per lei utile rivolgere questa domanda direttamente al suo terapeuta prescrivente, in modo da comprendere insieme i dubbi e la natura delle sue perplessità! cordialmente
AV
Salve, ritengo le sue perplessità più che genuine per cui le suggerisco di confrontarsi liberamente con il suo psicoterapeuta. Un percorso di psicoterapia efficace passa anche per una co-costruzione del processo.
In bocca al lupo!
Chiarisca le sue perplessità con il suo terapeuta (che dovrebbe essere medico e/o avere fatto un invio psichiatrico): sarà sua cura capire se la paroxetina sia la molecola più idonea per lei, soprattutto perchè non ha specificato da quanto tempo la assume. Il trattamento combinato tra psicofarmacoterapia e psicoterapia dovrebbe aiutarla a risolvere il suo stato depressivo, che ha definito "reattivo", lavorando sulle situazioni, i pensieri e i vissuti emotivi che hanno contribuito a generare questa sua profonda sofferenza.
Salve, se il suo terapeuta che sarà sicuramemte uno psichiatra per averle prescritto un farmaco ha valutato di intraprendere questa strada, sarà sicuramente la più idonea al suo caso. Ci vogliono circa 15/20 giorni prima di vedere risultati ma anche questo varia da soggetto a soggetto. Il suo medico la seguirà durante la cura e valuterà se i risultati sono accettabili e con lui stabilirete nel corso del tempo la posologia necessaria. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, la combinazione di un trattamento farmacologico e di un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla per la sintomatologia che ha descritto. Il suo psicoterapeuta e psichiatra saprà guidarla anche nella corretta assunzione del farmaco, anche per quanto riguarda la sua futura sospensione. se ha dei dubbi la cosa migliore è sempre parlarne con il proprio psicoterapeuta, per fondare la vostra relazione terapeutica su una solida alleanza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scidone
Buongiorno, le suggerisco di rivolgere dubbi rispetto alla terapia farmacologica al suo psichiatra che conosce meglio il suo quadro clinico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentilissimo, grazie intanto per aver qui condiviso...
Sicuramente, 22 anni rappresentano un'età di transizione e di passaggio non indifferente
Il farmaco che le è stato consigliato, potrebbe aiutarla sicuramente a risollevare un po' il tono dell'umore, fermo restando che ci vorrà ben altro (vedi percorso psicoterapeutico), che mi è parso di capire sia già in atto...
I farmaci di 3^ generazione, generalmente, non creano dipendenza
Un in bocca al lupo fiducioso
Cordiali saluti
Dr Eliana Nola
Buongiorno, le vorrei consigliare di condividere con il suo psicoterapeuta queste preoccupazioni. È molto importante iniziare una terapia farmacologica in modo sereno e convinto per riuscire a sostenerla nel tempo e per il suo buon esito. Un medico psichiatra le saprà sicuramente rispondere alle sue domande e fornirle dei dati che possano rassicurarla
Buonasera gentile utente,
Leggo che, a livello medico, le sono già state fornite risposte e rassicurazioni dai colleghi che hanno risposto prima di me.
Capisco benissimo che l'idea di cominciare un trattamento farmacologico spaventi e ponga dubbi anche riguardo alla durata, alla paura di diventarne "dipendenti", ecc. ecc... Quindi la sua titubanza è più che comprensibile. Al tempo stesso, però, credo che in questa situazione sia fondamentale fidarsi della persona che ha scelto per aiutarla; parli con il suo terapeuta e gli esponga senza timori tutte le sue perplessità, sono sicura che ne nascerà un discorso importante e produttivo.
Un caro saluto
Buongiorno, capisco che ci possa essere qualche esitazione nell'assumere un farmaco, e sicuramente fa bene ad affrontare le sue perplessità prima di prendere una decisione, sia - come evidentemente sta facendo - con altri professionisti, sia soprattutto con il suo terapeuta, che la conosce e può darle delle spiegazioni più "personalizzate".
Concordo con molte delle risposte precedenti, pertanto mi limito ad aggiungere una considerazione su quella che potrebbe essere l'esperienza se dovesse decidere di assumere il farmaco.
Nelle prime due o tre settimane verosimilmente non noterà nessuna differenza, ma non si scoraggi, perché è normale e richiede qualche settimana prima di iniziare a fare effetto. Successivamente dovrebbe notare un aumento del tono dell'umore, graduale e non eccessivo, e sicuramente confrontandosi man mano con il suo terapeuta su come si sente individuerete il dosaggio ideale, che appunto prevede un miglioramento ma non un eccesso.
Nei mesi successivi dovrebbe raggiungere un nuovo equilibrio, e sarà importante proseguire per un certo periodo per consolidare gli effetti, in seguito al quale sarà possibile valutare con lo psichiatra l'eventuale interruzione della terapia farmacologica.
La paroxetina (e in generale gli antidepressivi SSRI) è un farmaco molto usato, con scarsi rischi, e che può dare buoni risultati, inoltre si ritiene che abbia effetti cosiddetti "neuroplastici", ovvero (semplificando) di formazione di nuove sinapsi. Questi cambiamenti "strutturali" contribuiscono di solito a mantenere i benefici anche dopo l'interruzione della terapia, se questa è stata fatta in modo adeguato e per un periodo di tempo sufficiente.
Detto ciò rimane a mio avviso fondamentale il percorso psicoterapeutico, che sta giustamente facendo, e che può essere integrato e facilitato dalla farmacoterapia, ma non sostituito.
Un caro saluto, Dott. Mario D. Roffi
Buonasera, può provare a parlarne meglio con il suo psicoterapeuta, che sarà probabilmente anche psichiatra, dal momento che le ha prestritto un farmaco. Può comunque decidere di provare ad effettuare una visita da un altro specialista e vedere se i pareri sono concordi o contrastanti. Un caro saluto dott.ssa Chiara Librandi
Buongiorno, il Sereupin come tutti gli psicofarmaci necessità di un periodo di due, tre settimane prima di fare effetto. Ormai c'è un ampia letteratura sulla sua efficacia, come del resto sulla combinazione farmaco + psicoterapia. Spesso il trattamento farmacologico fornisce al paziente le condizioni minime essenziali per fare una buona psicoterapia. Come possiamo riflettere in modo oggettivo su ciò che non va della nostra vita se stiamo così male?
Cordiali saluti Dott. Massimo Talli
Buonasera, la terapia farmacologica, unita ad un percorso psicoterapeutico, aiuta a superare in modo più rapido le difficoltà da lei riferite. Trattandosi di una depressione reattiva ad uno specifico evento sono sicura che il farmaco rappresenterà una breve parentesi nella sua vita. Le consiglio di parlare con il suo terapeuta di questi dubbi perché solo in questo modo potrà superarli. Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Scala
Buonasera, sarebbe molto utile e costruttivo se lei si confrontasse direttamente con il suo terapeuta, che immagino sia anche medico, rispetto alla terapia farmacologica consigliata. Sicuramente il professionista che le ha prescritto il farmaco avrà fatto le sue valutazioni in merito, per offrirle il miglior supporto possibile in questa delicata fase della sua vita. Se ha dei dubbi può affrontarli con lui: anche questo fa parte della terapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Erika Sambucci, Albano laziale.
Nei casi di depressione, come per altri disturbi, la combinazione psicoterapia e farmaci può essere utile. Il farmaco, infatti, ha l’obbiettivo di ridurre la frequenza e l’intensità dei sintomi e quindi di alleviarli, consentendo alla persona di migliorare un pò la propria qualità di vita e di lavorare meglio in psicoterapia. Generalmente un antidepressivo inizia a funzionare dopo qualche settimana e va assunto per almeno 6/ 8 mesi a differenza delle benzodiazepine (farmaci utilizzati nei disturbi d’ansia) che hanno un effetto più immediato. Ovviamente ogni situazione va valutata nello specifico pertanto ne parli con il suo terapeuta, anche al fine di sciogliere dubbi e perplessità. Cordialmente. Dott.ssa Barbara Garofalo
Buongiorno, spesso è necessario associare alla psicoterapia un supporto farmacologico che aiuta il paziente ad affrontare la quotidianità che viene fortemente limitata dallo stato depressivo. Dott.ssa Stefania Vigada
Caro utente, porti in terapia questi suoi dubbi e ne discuta liberamente, senza remore, con il suo terapauta. Comprendo la titubanza nell'assumere un antidepressivo per lo stigma che è ormai radicato attorno agli psicofarmaci. Tuttavia da medico, oltre che psicoterapeuta, posso dirle che spesso, se non si stabilizza il tono dell'umore, non si riesce neppure a lavorare bene attraverso la psicoterapia. Una volta stabilizzato l'umore, la "talking therapy" può davvero fare la differenza. In bocca al lupo.
Se è stato il suo terapeuta a prescriverglielo, provi a fidarsi o a parlargli dei suoi dubbi. Va considerato che molti farmaci hanno un effetto nel lungo termine per cui, prima che “funzionino”, passa un po’. Affiancare la psicoterapia può essere utile. Resto disponibile. Dott.ssa Chiara Giovinazzo

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