Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni e da qualche mese soffro di depressione reattiva, sono sempre
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Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni e da qualche mese soffro di depressione reattiva, sono sempre triste , a volte non ho voglia nenache di lavarmi e il mio psicoterapeuta mi ha prescritto un antidepressivo Sereupin, sono un po' titubante nel prenderlo e volevo sapere se davvero è utile nella mia condizione e in quanto tempo fa effetto e se dovrò passare tanto tempo a fare uso di questo farmaco. Grazie mille in anticipo
Salve,
mi dispiace molto per come si sente, ma la paroxetina, principio attivo del sereupin, è un farmaco molto studiato e collaudato! Purtroppo non so consigliare senza prima conoscerci meglio se è un farmaco che può fare o meno al caso vostro, ma dalla sintomatologia descritta sembrerebbe indicato e potrebbe farla sentire meglio. In genere funziona bene dopo le prime tre settimane di trattamento, e l'assunzione deve essere prolungata fino alla risoluzione del quadro clinico e in alcuni casi anche oltre per garantire un mantenimento di un buon tono dell'umore (in media, nei casi classici di depressione, si può valutare la sospensione dopo 6 mesi liberi dai sintomi). Se accusa effetti collaterali o ha dei dubbi la invito comunque a parlarne con il vostro terapeuta, che saprà sicuramente consigliare per il meglio !
Saluti
mi dispiace molto per come si sente, ma la paroxetina, principio attivo del sereupin, è un farmaco molto studiato e collaudato! Purtroppo non so consigliare senza prima conoscerci meglio se è un farmaco che può fare o meno al caso vostro, ma dalla sintomatologia descritta sembrerebbe indicato e potrebbe farla sentire meglio. In genere funziona bene dopo le prime tre settimane di trattamento, e l'assunzione deve essere prolungata fino alla risoluzione del quadro clinico e in alcuni casi anche oltre per garantire un mantenimento di un buon tono dell'umore (in media, nei casi classici di depressione, si può valutare la sospensione dopo 6 mesi liberi dai sintomi). Se accusa effetti collaterali o ha dei dubbi la invito comunque a parlarne con il vostro terapeuta, che saprà sicuramente consigliare per il meglio !
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Buonasera sono d'accordo con il suo psicoterapeuta che spero sia anche psichiatra, perchè solo un medico psichiatra può prescrivere psicofarmaci. L'uso di un antidepressivo accompagnato da un buon lavoro psicoterapico non può che giovarle sicuramente ci andrà almeno 15/20 giorni dall'assunzione a dosaggio pieno per sentirne gli effetti, sulla durata del trattamento sarà cura del medico psichiatra valutare l'eventuale sospensione. Cordialmente
Buonasera, se il suo terapeuta che immagino sia anche psichiatra dato che le ha prescritto un farmaco, ha ritenuto fosse utile, sinceramente non mi sembra corretto dare un parere senza conoscerla. Se non si fida forse dovrebbe confrontarsi con lui o consultare un altro collega. Un caro saluto
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche on-line. Cordialmente, dott FDL
Buona sera, provi a discutere di queste perplessità con il suo psicoterapeuta, è importante che la terapia, psicologica e farmacologica, si svolga in un clima di collaborazione e costruzione condivisa di obiettivi e strategie. Se ha dei dubbi è utile che li esprima senza riserve, perché anche questo fa parte di un lavoro terapeutico efficace. Cordiali saluti
Gentilissimo, credo che potrebbe essere per lei utile rivolgere questa domanda direttamente al suo terapeuta prescrivente, in modo da comprendere insieme i dubbi e la natura delle sue perplessità! cordialmente
AV
AV
Salve, ritengo le sue perplessità più che genuine per cui le suggerisco di confrontarsi liberamente con il suo psicoterapeuta. Un percorso di psicoterapia efficace passa anche per una co-costruzione del processo.
In bocca al lupo!
In bocca al lupo!
Chiarisca le sue perplessità con il suo terapeuta (che dovrebbe essere medico e/o avere fatto un invio psichiatrico): sarà sua cura capire se la paroxetina sia la molecola più idonea per lei, soprattutto perchè non ha specificato da quanto tempo la assume. Il trattamento combinato tra psicofarmacoterapia e psicoterapia dovrebbe aiutarla a risolvere il suo stato depressivo, che ha definito "reattivo", lavorando sulle situazioni, i pensieri e i vissuti emotivi che hanno contribuito a generare questa sua profonda sofferenza.
Salve, se il suo terapeuta che sarà sicuramemte uno psichiatra per averle prescritto un farmaco ha valutato di intraprendere questa strada, sarà sicuramente la più idonea al suo caso. Ci vogliono circa 15/20 giorni prima di vedere risultati ma anche questo varia da soggetto a soggetto. Il suo medico la seguirà durante la cura e valuterà se i risultati sono accettabili e con lui stabilirete nel corso del tempo la posologia necessaria. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, la combinazione di un trattamento farmacologico e di un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla per la sintomatologia che ha descritto. Il suo psicoterapeuta e psichiatra saprà guidarla anche nella corretta assunzione del farmaco, anche per quanto riguarda la sua futura sospensione. se ha dei dubbi la cosa migliore è sempre parlarne con il proprio psicoterapeuta, per fondare la vostra relazione terapeutica su una solida alleanza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scidone
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scidone
Buongiorno, le suggerisco di rivolgere dubbi rispetto alla terapia farmacologica al suo psichiatra che conosce meglio il suo quadro clinico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentilissimo, grazie intanto per aver qui condiviso...
Sicuramente, 22 anni rappresentano un'età di transizione e di passaggio non indifferente
Il farmaco che le è stato consigliato, potrebbe aiutarla sicuramente a risollevare un po' il tono dell'umore, fermo restando che ci vorrà ben altro (vedi percorso psicoterapeutico), che mi è parso di capire sia già in atto...
I farmaci di 3^ generazione, generalmente, non creano dipendenza
Un in bocca al lupo fiducioso
Cordiali saluti
Dr Eliana Nola
Sicuramente, 22 anni rappresentano un'età di transizione e di passaggio non indifferente
Il farmaco che le è stato consigliato, potrebbe aiutarla sicuramente a risollevare un po' il tono dell'umore, fermo restando che ci vorrà ben altro (vedi percorso psicoterapeutico), che mi è parso di capire sia già in atto...
I farmaci di 3^ generazione, generalmente, non creano dipendenza
Un in bocca al lupo fiducioso
Cordiali saluti
Dr Eliana Nola
Buongiorno, le vorrei consigliare di condividere con il suo psicoterapeuta queste preoccupazioni. È molto importante iniziare una terapia farmacologica in modo sereno e convinto per riuscire a sostenerla nel tempo e per il suo buon esito. Un medico psichiatra le saprà sicuramente rispondere alle sue domande e fornirle dei dati che possano rassicurarla
Buonasera gentile utente,
Leggo che, a livello medico, le sono già state fornite risposte e rassicurazioni dai colleghi che hanno risposto prima di me.
Capisco benissimo che l'idea di cominciare un trattamento farmacologico spaventi e ponga dubbi anche riguardo alla durata, alla paura di diventarne "dipendenti", ecc. ecc... Quindi la sua titubanza è più che comprensibile. Al tempo stesso, però, credo che in questa situazione sia fondamentale fidarsi della persona che ha scelto per aiutarla; parli con il suo terapeuta e gli esponga senza timori tutte le sue perplessità, sono sicura che ne nascerà un discorso importante e produttivo.
Un caro saluto
Leggo che, a livello medico, le sono già state fornite risposte e rassicurazioni dai colleghi che hanno risposto prima di me.
Capisco benissimo che l'idea di cominciare un trattamento farmacologico spaventi e ponga dubbi anche riguardo alla durata, alla paura di diventarne "dipendenti", ecc. ecc... Quindi la sua titubanza è più che comprensibile. Al tempo stesso, però, credo che in questa situazione sia fondamentale fidarsi della persona che ha scelto per aiutarla; parli con il suo terapeuta e gli esponga senza timori tutte le sue perplessità, sono sicura che ne nascerà un discorso importante e produttivo.
Un caro saluto
Buongiorno, capisco che ci possa essere qualche esitazione nell'assumere un farmaco, e sicuramente fa bene ad affrontare le sue perplessità prima di prendere una decisione, sia - come evidentemente sta facendo - con altri professionisti, sia soprattutto con il suo terapeuta, che la conosce e può darle delle spiegazioni più "personalizzate".
Concordo con molte delle risposte precedenti, pertanto mi limito ad aggiungere una considerazione su quella che potrebbe essere l'esperienza se dovesse decidere di assumere il farmaco.
Nelle prime due o tre settimane verosimilmente non noterà nessuna differenza, ma non si scoraggi, perché è normale e richiede qualche settimana prima di iniziare a fare effetto. Successivamente dovrebbe notare un aumento del tono dell'umore, graduale e non eccessivo, e sicuramente confrontandosi man mano con il suo terapeuta su come si sente individuerete il dosaggio ideale, che appunto prevede un miglioramento ma non un eccesso.
Nei mesi successivi dovrebbe raggiungere un nuovo equilibrio, e sarà importante proseguire per un certo periodo per consolidare gli effetti, in seguito al quale sarà possibile valutare con lo psichiatra l'eventuale interruzione della terapia farmacologica.
La paroxetina (e in generale gli antidepressivi SSRI) è un farmaco molto usato, con scarsi rischi, e che può dare buoni risultati, inoltre si ritiene che abbia effetti cosiddetti "neuroplastici", ovvero (semplificando) di formazione di nuove sinapsi. Questi cambiamenti "strutturali" contribuiscono di solito a mantenere i benefici anche dopo l'interruzione della terapia, se questa è stata fatta in modo adeguato e per un periodo di tempo sufficiente.
Detto ciò rimane a mio avviso fondamentale il percorso psicoterapeutico, che sta giustamente facendo, e che può essere integrato e facilitato dalla farmacoterapia, ma non sostituito.
Un caro saluto, Dott. Mario D. Roffi
Concordo con molte delle risposte precedenti, pertanto mi limito ad aggiungere una considerazione su quella che potrebbe essere l'esperienza se dovesse decidere di assumere il farmaco.
Nelle prime due o tre settimane verosimilmente non noterà nessuna differenza, ma non si scoraggi, perché è normale e richiede qualche settimana prima di iniziare a fare effetto. Successivamente dovrebbe notare un aumento del tono dell'umore, graduale e non eccessivo, e sicuramente confrontandosi man mano con il suo terapeuta su come si sente individuerete il dosaggio ideale, che appunto prevede un miglioramento ma non un eccesso.
Nei mesi successivi dovrebbe raggiungere un nuovo equilibrio, e sarà importante proseguire per un certo periodo per consolidare gli effetti, in seguito al quale sarà possibile valutare con lo psichiatra l'eventuale interruzione della terapia farmacologica.
La paroxetina (e in generale gli antidepressivi SSRI) è un farmaco molto usato, con scarsi rischi, e che può dare buoni risultati, inoltre si ritiene che abbia effetti cosiddetti "neuroplastici", ovvero (semplificando) di formazione di nuove sinapsi. Questi cambiamenti "strutturali" contribuiscono di solito a mantenere i benefici anche dopo l'interruzione della terapia, se questa è stata fatta in modo adeguato e per un periodo di tempo sufficiente.
Detto ciò rimane a mio avviso fondamentale il percorso psicoterapeutico, che sta giustamente facendo, e che può essere integrato e facilitato dalla farmacoterapia, ma non sostituito.
Un caro saluto, Dott. Mario D. Roffi
Buonasera, può provare a parlarne meglio con il suo psicoterapeuta, che sarà probabilmente anche psichiatra, dal momento che le ha prestritto un farmaco. Può comunque decidere di provare ad effettuare una visita da un altro specialista e vedere se i pareri sono concordi o contrastanti. Un caro saluto dott.ssa Chiara Librandi
Buongiorno, il Sereupin come tutti gli psicofarmaci necessità di un periodo di due, tre settimane prima di fare effetto. Ormai c'è un ampia letteratura sulla sua efficacia, come del resto sulla combinazione farmaco + psicoterapia. Spesso il trattamento farmacologico fornisce al paziente le condizioni minime essenziali per fare una buona psicoterapia. Come possiamo riflettere in modo oggettivo su ciò che non va della nostra vita se stiamo così male?
Cordiali saluti Dott. Massimo Talli
Cordiali saluti Dott. Massimo Talli
Buonasera, la terapia farmacologica, unita ad un percorso psicoterapeutico, aiuta a superare in modo più rapido le difficoltà da lei riferite. Trattandosi di una depressione reattiva ad uno specifico evento sono sicura che il farmaco rappresenterà una breve parentesi nella sua vita. Le consiglio di parlare con il suo terapeuta di questi dubbi perché solo in questo modo potrà superarli. Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Scala
Dott.ssa Alessandra Scala
Buonasera, sarebbe molto utile e costruttivo se lei si confrontasse direttamente con il suo terapeuta, che immagino sia anche medico, rispetto alla terapia farmacologica consigliata. Sicuramente il professionista che le ha prescritto il farmaco avrà fatto le sue valutazioni in merito, per offrirle il miglior supporto possibile in questa delicata fase della sua vita. Se ha dei dubbi può affrontarli con lui: anche questo fa parte della terapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Erika Sambucci, Albano laziale.
Un caro saluto
Dott.ssa Erika Sambucci, Albano laziale.
Nei casi di depressione, come per altri disturbi, la combinazione psicoterapia e farmaci può essere utile. Il farmaco, infatti, ha l’obbiettivo di ridurre la frequenza e l’intensità dei sintomi e quindi di alleviarli, consentendo alla persona di migliorare un pò la propria qualità di vita e di lavorare meglio in psicoterapia. Generalmente un antidepressivo inizia a funzionare dopo qualche settimana e va assunto per almeno 6/ 8 mesi a differenza delle benzodiazepine (farmaci utilizzati nei disturbi d’ansia) che hanno un effetto più immediato. Ovviamente ogni situazione va valutata nello specifico pertanto ne parli con il suo terapeuta, anche al fine di sciogliere dubbi e perplessità. Cordialmente. Dott.ssa Barbara Garofalo
Buongiorno, spesso è necessario associare alla psicoterapia un supporto farmacologico che aiuta il paziente ad affrontare la quotidianità che viene fortemente limitata dallo stato depressivo. Dott.ssa Stefania Vigada
Caro utente, porti in terapia questi suoi dubbi e ne discuta liberamente, senza remore, con il suo terapauta. Comprendo la titubanza nell'assumere un antidepressivo per lo stigma che è ormai radicato attorno agli psicofarmaci. Tuttavia da medico, oltre che psicoterapeuta, posso dirle che spesso, se non si stabilizza il tono dell'umore, non si riesce neppure a lavorare bene attraverso la psicoterapia. Una volta stabilizzato l'umore, la "talking therapy" può davvero fare la differenza. In bocca al lupo.
Se è stato il suo terapeuta a prescriverglielo, provi a fidarsi o a parlargli dei suoi dubbi. Va considerato che molti farmaci hanno un effetto nel lungo termine per cui, prima che “funzionino”, passa un po’. Affiancare la psicoterapia può essere utile. Resto disponibile. Dott.ssa Chiara Giovinazzo
Non sono psichiatra ma lavoro al centro di salute mentale e l'effetto del farmaco necessita di qualche settimana.. normalmente i miei pazienti reagiscono cosi. Le cosglio vivamente di assumerlo ma di associare una psicoterapia per approfondire e non sentirsi solo in questo faticoso percorso In bocca al lupo
Buonasera! Se il suo psicoterapeuta (che dovrebbe essere anche un psichiatra per poterle prescrivere i farmaci) le ha suggerito di provare a vedere se con quel farmaco specifico che le cose potrebbero migliorare, allora mi fiderei di lui/lei e farei questa prova. Il mio consiglio è quello di affiancare al farmaco un percorso di psicoterapia e non fare affidamento solo sulla medicina, per esplorare i motivi del suo stato d'anima e col tempo avere più consapevolezza e smettere gradualmente con l'assunzione. Scrive che è "qualche mese" che vive in questo stato d'animo.. saprebbe dire cos'è successo qualche mese fa che forse è cambiato nella sua vita? Le auguro un buon percorso di psicoterapia, che possa esserle di aiuto e conforto.
Cordialmente, Francesca Tugnoli
Cordialmente, Francesca Tugnoli
Gentile utente, credo che la prima cosa da fare sia decidere se fidarsi del suo terapeuta oppure no. Intendo dire che potrebbe parlarne apertamente col terapeuta affinché i suoi dubbi possano sciogliersi e possiate definire insieme la strada migliore per trovare il benessere che lei sta cercando.
Una prescrizione di farmaci per un periodo orientato a stabilizzare l’umore e ridurre i sintomi può essere un buon supporto ad un processo psicoterapeutico che serve o servirà a risolvere i suoi problemi e ad eliminare il farmaco che a quel punto non servirà più.
Un cordiale saluto
Una prescrizione di farmaci per un periodo orientato a stabilizzare l’umore e ridurre i sintomi può essere un buon supporto ad un processo psicoterapeutico che serve o servirà a risolvere i suoi problemi e ad eliminare il farmaco che a quel punto non servirà più.
Un cordiale saluto
Gentile utente,
mi trovo in accordo con gran parte delle considerazioni espresse dai colleghi, che denotano un approccio professionale e rispettoso nei confronti del tema da lei esposto.
Cordiali saluti
mi trovo in accordo con gran parte delle considerazioni espresse dai colleghi, che denotano un approccio professionale e rispettoso nei confronti del tema da lei esposto.
Cordiali saluti
Buonasera,
Capisco la tua preoccupazione riguardo all'uso di farmaci come Sereupin per trattare la depressione reattiva. Gli antidepressivi, come il Sereupin, sono spesso utilizzati per aiutare a gestire i sintomi di depressione, in particolare quando i sintomi sono abbastanza gravi da interferire con la vita quotidiana. Il farmaco agisce equilibrando i livelli di serotonina nel cervello, che è un neurotrasmettitore legato all'umore.
Tuttavia, è importante sottolineare che ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci. In generale, si può cominciare a notare un miglioramento dopo circa 2-4 settimane, ma gli effetti possono variare in base a diversi fattori, come la risposta individuale al farmaco e la gravità dei sintomi. Non è raro che ci voglia un po' di tempo per trovare il dosaggio giusto o per abituarsi al trattamento.
Riguardo alla durata del trattamento, il tempo in cui una persona deve assumere l'antidepressivo dipende dalla gravità della depressione e dalla risposta al farmaco. In molti casi, il trattamento viene mantenuto per un periodo prolungato per stabilizzare i sintomi, ma la decisione finale dovrebbe essere presa insieme al tuo psicoterapeuta o psichiatra.
In ogni caso, sarebbe utile e consigliato approfondire la questione e discutere delle tue preoccupazioni con il tuo specialista, che potrà fornirti una guida personalizzata e rispondere alle tue domande in modo mirato.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Capisco la tua preoccupazione riguardo all'uso di farmaci come Sereupin per trattare la depressione reattiva. Gli antidepressivi, come il Sereupin, sono spesso utilizzati per aiutare a gestire i sintomi di depressione, in particolare quando i sintomi sono abbastanza gravi da interferire con la vita quotidiana. Il farmaco agisce equilibrando i livelli di serotonina nel cervello, che è un neurotrasmettitore legato all'umore.
Tuttavia, è importante sottolineare che ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci. In generale, si può cominciare a notare un miglioramento dopo circa 2-4 settimane, ma gli effetti possono variare in base a diversi fattori, come la risposta individuale al farmaco e la gravità dei sintomi. Non è raro che ci voglia un po' di tempo per trovare il dosaggio giusto o per abituarsi al trattamento.
Riguardo alla durata del trattamento, il tempo in cui una persona deve assumere l'antidepressivo dipende dalla gravità della depressione e dalla risposta al farmaco. In molti casi, il trattamento viene mantenuto per un periodo prolungato per stabilizzare i sintomi, ma la decisione finale dovrebbe essere presa insieme al tuo psicoterapeuta o psichiatra.
In ogni caso, sarebbe utile e consigliato approfondire la questione e discutere delle tue preoccupazioni con il tuo specialista, che potrà fornirti una guida personalizzata e rispondere alle tue domande in modo mirato.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Gentile utente, comprendo perfettamente le sue titubanze riguardo all'assunzione di Sereupin. È del tutto naturale nutrire delle perplessità di fronte all'inizio di una terapia farmacologica, specialmente per una condizione delicata come la depressione. La incoraggio vivamente a rivolgere qualsiasi dubbio o domanda al suo terapeuta. Egli è il professionista più indicato per fornirle spiegazioni dettagliate sull'azione del farmaco nel suo specifico caso, sui tempi previsti per l'insorgenza degli effetti benefici e sulla potenziale durata del trattamento. Non esiti a esprimergli le sue preoccupazioni e a chiedere tutti i chiarimenti necessari.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
E' bene parlare sempre con il medico/psichiatra quando si fa uso di farmaci e porre tutte le domande e dubbi che si hanno. Valuti di iniziare un percorso con uno psicologo se ritiene.
Buonasera,
capisco profondamente i tuoi dubbi. Quando si è già in uno stato di tristezza e affaticamento interiore, anche solo pensare di assumere un farmaco può sembrare una decisione pesante, quasi estranea a sé stessi.
Il fatto che tu stia parlando di depressione reattiva suggerisce che stai reagendo a qualcosa: una perdita, un cambiamento, una frattura interna che ha bisogno di essere compresa e accolta. In chiave psicodinamica, il sintomo depressivo non è un nemico da zittire, ma una richiesta della psiche di fermarsi e ascoltare ciò che sta accadendo nel profondo.
Il Sereupin — un farmaco che appartiene alla classe degli SSRI — viene spesso prescritto proprio in situazioni come la tua, perché può aiutare a rialzare il tono dell’umore, a creare una base minima di stabilità emotiva da cui poter lavorare su te stesso. Non è una “cura” nel senso stretto, ma un supporto temporaneo, che può accompagnare il tuo percorso psicologico. Di solito impiega 2-4 settimane per mostrare i primi effetti, e sì, inizialmente può generare un po’ di ansia o disagio, ma si tratta spesso di effetti transitori.
La durata del trattamento varia da persona a persona, ma non devi pensare a un impegno “per tutta la vita”. L’obiettivo è aiutarti a ritrovare le forze psichiche necessarie per affrontare le cause profonde del tuo malessere — che è esattamente ciò che stai già facendo in terapia.
La tua esitazione è sana: indica che stai cercando di restare in contatto con te stesso e non semplicemente “spegnere” un sintomo. Ti invito a condividere questi dubbi anche con il tuo terapeuta, perché fanno parte del processo. Prendere una decisione insieme, sentendoti ascoltato, può essere già un passo verso la cura.
Se ti va, possiamo anche esplorare cosa senti più difficile da affrontare in questo momento.
capisco profondamente i tuoi dubbi. Quando si è già in uno stato di tristezza e affaticamento interiore, anche solo pensare di assumere un farmaco può sembrare una decisione pesante, quasi estranea a sé stessi.
Il fatto che tu stia parlando di depressione reattiva suggerisce che stai reagendo a qualcosa: una perdita, un cambiamento, una frattura interna che ha bisogno di essere compresa e accolta. In chiave psicodinamica, il sintomo depressivo non è un nemico da zittire, ma una richiesta della psiche di fermarsi e ascoltare ciò che sta accadendo nel profondo.
Il Sereupin — un farmaco che appartiene alla classe degli SSRI — viene spesso prescritto proprio in situazioni come la tua, perché può aiutare a rialzare il tono dell’umore, a creare una base minima di stabilità emotiva da cui poter lavorare su te stesso. Non è una “cura” nel senso stretto, ma un supporto temporaneo, che può accompagnare il tuo percorso psicologico. Di solito impiega 2-4 settimane per mostrare i primi effetti, e sì, inizialmente può generare un po’ di ansia o disagio, ma si tratta spesso di effetti transitori.
La durata del trattamento varia da persona a persona, ma non devi pensare a un impegno “per tutta la vita”. L’obiettivo è aiutarti a ritrovare le forze psichiche necessarie per affrontare le cause profonde del tuo malessere — che è esattamente ciò che stai già facendo in terapia.
La tua esitazione è sana: indica che stai cercando di restare in contatto con te stesso e non semplicemente “spegnere” un sintomo. Ti invito a condividere questi dubbi anche con il tuo terapeuta, perché fanno parte del processo. Prendere una decisione insieme, sentendoti ascoltato, può essere già un passo verso la cura.
Se ti va, possiamo anche esplorare cosa senti più difficile da affrontare in questo momento.
Salve,
capisco bene i suoi dubbi: iniziare una cura farmacologica può spaventare, ma in alcuni momenti può rappresentare un valido aiuto per alleviare i sintomi. È però importante affiancare un percorso di psicoterapia, che le permetta di comprendere come gestire il suo malessere e di ritrovare gradualmente equilibrio e fiducia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giusy D’Amato
Psicologa Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale – Terapeuta EMDR
capisco bene i suoi dubbi: iniziare una cura farmacologica può spaventare, ma in alcuni momenti può rappresentare un valido aiuto per alleviare i sintomi. È però importante affiancare un percorso di psicoterapia, che le permetta di comprendere come gestire il suo malessere e di ritrovare gradualmente equilibrio e fiducia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giusy D’Amato
Psicologa Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale – Terapeuta EMDR
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