Buonasera ,sono un ragazzo di 20 anni e mi ritrovo a scrivere un altro messaggio qui relativo ai sen
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Buonasera ,sono un ragazzo di 20 anni e mi ritrovo a scrivere un altro messaggio qui relativo ai sensi di colpa. Sono fidanzato con una ragazza , siamo tornati da poco insieme dopo 4 mesi di rottura , e sta andando tutto bene . La mia mente mi sta facendo qualche brutto scherzo che in realtà è solita fare quando le cose vanno bene. Mi è riaffiorato di nuovo un ricordo con cui stavo facendo i conti di nuovo
anche qualche mese fa . Quando avevo circa 15 /16 anni mi capitò di fare autoerotismo fantasticando e con foto di ragazze che conoscevo/compagne di classe, inclusa una ragazza che all'epoca io disprezzavo altamente e che per me rappresentava tutto ciò che odiavo , che però all'epoca era amica della mia allora ragazzina .È una cosa che ho smesso di fare da anni ormai , lo faccio solo ed esclusivamente con ragazze con cui mi frequento come con la mia attuale ragazza.Fatto sta che ora mi sono tornati in mente questi ricordi , anche perché questa ragazza ogni tanto essendo amica di amici la vedo ma non abbiamo molti rapporti anzi ci salutiamo a malapena ma non è questo il punto. Adesso la mia mente mi dice che non merito amore per queste cose che ho fatto che ora sono contro tutti i miei principi , e non so perché penso che se lo dicessi alla mia attuale ragazza anche lei mi schiferebbe nonostante so che sono cose che tanti ragazzi a quell'età fanno . E ho questa vocina in testa che mi dice di allontanarmi perché non merito questo amore. Purtroppo non è la prima volta che mi succede e non so come smettere questo ciclo di rimuginazione continua ,se avete qualche consiglio , se secondo voi avrebbe senso parlarne direttamente con la mia ragazza o se sono cose da tenere private , chiedo solo il vostro aiuto
anche qualche mese fa . Quando avevo circa 15 /16 anni mi capitò di fare autoerotismo fantasticando e con foto di ragazze che conoscevo/compagne di classe, inclusa una ragazza che all'epoca io disprezzavo altamente e che per me rappresentava tutto ciò che odiavo , che però all'epoca era amica della mia allora ragazzina .È una cosa che ho smesso di fare da anni ormai , lo faccio solo ed esclusivamente con ragazze con cui mi frequento come con la mia attuale ragazza.Fatto sta che ora mi sono tornati in mente questi ricordi , anche perché questa ragazza ogni tanto essendo amica di amici la vedo ma non abbiamo molti rapporti anzi ci salutiamo a malapena ma non è questo il punto. Adesso la mia mente mi dice che non merito amore per queste cose che ho fatto che ora sono contro tutti i miei principi , e non so perché penso che se lo dicessi alla mia attuale ragazza anche lei mi schiferebbe nonostante so che sono cose che tanti ragazzi a quell'età fanno . E ho questa vocina in testa che mi dice di allontanarmi perché non merito questo amore. Purtroppo non è la prima volta che mi succede e non so come smettere questo ciclo di rimuginazione continua ,se avete qualche consiglio , se secondo voi avrebbe senso parlarne direttamente con la mia ragazza o se sono cose da tenere private , chiedo solo il vostro aiuto
Buonasera,
capisco che lei stia attraversando un momento di confusione e tormento interiore legato a un'esperienza passata che, oggi, sembra essere in contrasto con i suoi valori e con la relazione che ha con la sua attuale compagna. Il senso di colpa che sta provando è comprensibile, ma è importante ricordare che il dolore che sente non è necessariamente un indicatore della sua reale mancanza di merito. Quello che sta vivendo sembra essere una manifestazione di pensieri automatici negativi, spesso legati a episodi passati che la sua mente sta riesumando in modo distorto, per rievocare emozioni che non sono congruenti con la realtà presente.
Le suggerirei innanzitutto di affrontare il senso di colpa con un approccio più compassionevole verso se stesso. Quando ci si trova intrappolati in un ciclo di rimuginio e autoaccusa, può essere utile ricordare che tutti commettiamo errori, ma ciò non definisce la nostra interezza come persone. A tal proposito, uno degli approcci che potrebbe aiutarla è la tecnica della lettera compassionevole, che mira a coltivare un atteggiamento di accettazione e perdono verso le proprie emozioni e fragilità. Potrebbe scrivere una lettera a se stesso, utilizzando una voce che esprima calore e comprensione, come se stesse parlando a un amico che sta soffrendo, accogliendo con gentilezza i suoi sentimenti di colpa e di insicurezza.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare, con il supporto della sua compagna, la sensazione di "non meritare l'amore". La discussione potrebbe avvenire in un contesto di comprensione e apertura, ma solo se lo sente davvero necessario. A volte, il timore che l'altro possa reagire negativamente alle nostre vulnerabilità è amplificato dalle nostre paure interiori.
Le suggerisco di trattare se stesso con la stessa gentilezza che riserverebbe a un amico in difficoltà. Non è raro che la mente torni su vecchie ferite, ma con il giusto sostegno, è possibile integrare questi ricordi in modo sano, senza che ostacolino la sua felicità presente.
capisco che lei stia attraversando un momento di confusione e tormento interiore legato a un'esperienza passata che, oggi, sembra essere in contrasto con i suoi valori e con la relazione che ha con la sua attuale compagna. Il senso di colpa che sta provando è comprensibile, ma è importante ricordare che il dolore che sente non è necessariamente un indicatore della sua reale mancanza di merito. Quello che sta vivendo sembra essere una manifestazione di pensieri automatici negativi, spesso legati a episodi passati che la sua mente sta riesumando in modo distorto, per rievocare emozioni che non sono congruenti con la realtà presente.
Le suggerirei innanzitutto di affrontare il senso di colpa con un approccio più compassionevole verso se stesso. Quando ci si trova intrappolati in un ciclo di rimuginio e autoaccusa, può essere utile ricordare che tutti commettiamo errori, ma ciò non definisce la nostra interezza come persone. A tal proposito, uno degli approcci che potrebbe aiutarla è la tecnica della lettera compassionevole, che mira a coltivare un atteggiamento di accettazione e perdono verso le proprie emozioni e fragilità. Potrebbe scrivere una lettera a se stesso, utilizzando una voce che esprima calore e comprensione, come se stesse parlando a un amico che sta soffrendo, accogliendo con gentilezza i suoi sentimenti di colpa e di insicurezza.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare, con il supporto della sua compagna, la sensazione di "non meritare l'amore". La discussione potrebbe avvenire in un contesto di comprensione e apertura, ma solo se lo sente davvero necessario. A volte, il timore che l'altro possa reagire negativamente alle nostre vulnerabilità è amplificato dalle nostre paure interiori.
Le suggerisco di trattare se stesso con la stessa gentilezza che riserverebbe a un amico in difficoltà. Non è raro che la mente torni su vecchie ferite, ma con il giusto sostegno, è possibile integrare questi ricordi in modo sano, senza che ostacolino la sua felicità presente.
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Buonasera,
ciò che stai vivendo è più comune di quanto pensi. Durante l’adolescenza, è normale che la curiosità sessuale si esprima anche attraverso fantasie o comportamenti che, con il tempo, possono non rispecchiare più i nostri valori attuali. Questo non fa di te una cattiva persona, né compromette il tuo valore come partner o come essere umano.
Il senso di colpa che oggi provi nasce proprio dal fatto che sei cresciuto, hai sviluppato nuovi principi e oggi guardi a quelle esperienze con occhi diversi. Tuttavia, il continuo rimuginare su episodi del passato rischia di trasformarsi in un meccanismo di autosabotaggio, soprattutto nei momenti in cui la tua vita affettiva procede bene.
È importante capire che non tutto ciò che ci passa per la mente va trasformato in una “confessione” al partner: il passato serve a farci crescere, non a punirci. Prima di valutare se e come parlarne con la tua ragazza, sarebbe utile che tu riuscissi a elaborare questi pensieri senza lasciarti travolgere dal giudizio verso te stesso.
Per uscire da questo circolo vizioso di sensi di colpa e rimuginazioni, il consiglio è di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, che ti aiuti a comprendere meglio l’origine di questi pensieri e a gestirli in modo più sereno.
Sarebbe quindi utile e consigliato, per approfondire e affrontare al meglio questa situazione, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
ciò che stai vivendo è più comune di quanto pensi. Durante l’adolescenza, è normale che la curiosità sessuale si esprima anche attraverso fantasie o comportamenti che, con il tempo, possono non rispecchiare più i nostri valori attuali. Questo non fa di te una cattiva persona, né compromette il tuo valore come partner o come essere umano.
Il senso di colpa che oggi provi nasce proprio dal fatto che sei cresciuto, hai sviluppato nuovi principi e oggi guardi a quelle esperienze con occhi diversi. Tuttavia, il continuo rimuginare su episodi del passato rischia di trasformarsi in un meccanismo di autosabotaggio, soprattutto nei momenti in cui la tua vita affettiva procede bene.
È importante capire che non tutto ciò che ci passa per la mente va trasformato in una “confessione” al partner: il passato serve a farci crescere, non a punirci. Prima di valutare se e come parlarne con la tua ragazza, sarebbe utile che tu riuscissi a elaborare questi pensieri senza lasciarti travolgere dal giudizio verso te stesso.
Per uscire da questo circolo vizioso di sensi di colpa e rimuginazioni, il consiglio è di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, che ti aiuti a comprendere meglio l’origine di questi pensieri e a gestirli in modo più sereno.
Sarebbe quindi utile e consigliato, per approfondire e affrontare al meglio questa situazione, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, la ringrazio per la fiducia che dimostra nell’aprire un tema così delicato, che tocca aspetti profondi della sua identità, dei suoi valori e del modo in cui vive la relazione con se stesso e con gli altri. Quello che descrive è un esempio molto chiaro di come la mente, soprattutto in momenti di apparente benessere, possa mettere in atto dei processi di rimuginazione che minano la serenità e fanno riemergere sensi di colpa legati a eventi del passato. Dal punto di vista dell’approccio cognitivo-comportamentale, possiamo vedere quello che le sta succedendo come un circolo vizioso tipico del pensiero ossessivo: un pensiero intrusivo riemerge (in questo caso, un ricordo legato a comportamenti giovanili), viene valutato come moralmente inaccettabile, e ciò genera una forte risposta emotiva di colpa, disgusto e vergogna. Questo stato emotivo, a sua volta, alimenta ulteriori pensieri negativi su di sé (non merito amore, sono una persona sbagliata), che portano a un bisogno impellente di trovare conferme, di “ripulirsi” moralmente, o di fare chiarezza attraverso continui ragionamenti mentali. Ed è proprio qui che si innesca il rimuginio, un tentativo frustrante di rassicurarsi, che però produce l’effetto opposto: rafforza l’ansia e alimenta il senso di colpa. È importante sottolineare che quello che ha fatto da ragazzo, in un contesto di sviluppo sessuale e immaturità affettiva, rientra nel normale percorso di esplorazione della propria sessualità. Non parliamo di un comportamento aggressivo o lesivo, ma di una fantasia che, con la maturazione, lei stesso ha riconosciuto come distante dai suoi attuali valori. Il fatto che oggi provi disagio di fronte a quel ricordo non è un segno che è una “cattiva persona”, bensì che è cresciuto, che ha sviluppato un codice morale più consapevole. Ma la mente, quando è abituata a giudicarsi con severità, fa fatica a tollerare il fatto che anche le versioni passate di noi abbiano agito in modo diverso, magari più immaturo o confuso. Vorrebbe poter riscrivere il passato, anziché accettarlo come parte di un percorso evolutivo. Il meccanismo che descrive, la vocina che le dice di allontanarsi perché non merita amore, è un tipico esempio di pensiero disfunzionale basato sulla colpa e sull’auto-svalutazione. Si chiama “filtro negativo” quel modo della mente di selezionare solo ciò che non va, ignorando tutto il positivo, come la relazione attuale che ha ripreso, il rispetto che dimostra per la sua compagna, l’impegno con cui cerca di fare chiarezza. È utile ricordare che ciò che conta per definire chi siamo oggi non sono solo i pensieri che abbiamo avuto in passato, ma soprattutto il modo in cui ci relazioniamo a quei pensieri. Lei ha già dimostrato di essere una persona che riflette, che si interroga, che cerca coerenza. Questo è un valore. Per quanto riguarda il dubbio se parlarne o meno con la sua ragazza, non esiste una risposta universale. L’autenticità e la trasparenza sono importanti, ma devono essere dosate con buon senso e rispetto di sé. Se il suo impulso a confessare nasce più da un bisogno di scaricare un peso o di ricevere una rassicurazione, potrebbe non portare al risultato desiderato e finire per creare confusione o dolore inutile. In questi casi, è preferibile affrontare il tema con un terapeuta, che possa aiutarla a elaborare il senso di colpa, riconoscere i pensieri disfunzionali e sviluppare una relazione più sana con se stesso. Le suggerirei di considerare un percorso di supporto, anche breve, per imparare a gestire i pensieri intrusivi e il rimuginio. Le tecniche cognitive-comportamentali lavorano molto bene su questo tipo di tematiche, attraverso strategie come la ristrutturazione cognitiva, l’accettazione dei pensieri intrusivi senza farsi trascinare, la defusione e il lavoro sui valori personali. Lei merita amore. Non perché sia perfetto o immune da errori, ma perché è una persona che sta cercando di crescere in modo onesto. E questo, mi creda, è molto più importante di un pensiero o un comportamento isolato avuto anni fa. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno gentile Utente, le sue parole restituiscono con molta chiarezza la fatica che sta vivendo nel gestire pensieri intrusivi e un senso di colpa che sembra radicarsi in un vissuto lontano nel tempo, ma ancora molto presente nella sua mente. Appare evidente che lei ha una forte coscienza morale, forse anche molto severa, e che tende a giudicarsi duramente, anche per comportamenti che (se riletti nel contesto evolutivo dell’adolescenza) rientrano nei processi di scoperta della sessualità, della curiosità e dello sviluppo identitario, tipici di quell’età.
Ciò che oggi le provoca disagio, più che il fatto in sé, sembra essere la distanza tra i valori che ha maturato nel tempo e ciò che ha fatto anni fa, quando era molto più giovane e ancora in costruzione. È proprio questa discrepanza tra “chi ero” e “chi sono ora” che la sua mente fatica a integrare, portandola a pensare di non meritare amore o di essere una persona indegna. Si tratta di un processo comune a molte persone con una forte tendenza alla rimuginazione, in cui il passato viene riattivato sotto forma di pensieri invasivi, spesso scollegati dal contesto reale, e soprattutto senza la possibilità di essere elaborati in modo più compassionevole.
Il punto centrale non è tanto ciò che ha fatto, quanto il modo in cui oggi lei lo vive: con sofferenza, giudizio e rifiuto di sé. In questo senso, è molto importante distinguere tra la necessità di essere onesti in una relazione e la tendenza (spesso indotta dall’ansia e dal senso di colpa) a cercare rassicurazioni che rischiano di minare il rapporto stesso, più che rafforzarlo. Se sente il bisogno di parlare con la sua ragazza, può chiedersi con onestà: lo farei per creare una maggiore intimità e trasparenza, o per alleggerire il mio senso di colpa, aspettandomi che lei mi perdoni e mi rassicuri?
Spesso, il lavoro da fare non è tanto con l’altro, quanto con se stessi: comprendere da dove nasce questa voce interiore giudicante, imparare a distinguere i pensieri dai fatti, e sviluppare uno sguardo più adulto e compassionevole sulla propria storia. In questi casi, un percorso psicoterapeutico può essere davvero molto utile. Le consentirebbe di esplorare a fondo le dinamiche che la portano a rivivere episodi del passato con tanta intensità emotiva, e allo stesso tempo di acquisire strumenti per gestire i pensieri ossessivi, ridimensionare la colpa e coltivare una relazione più equilibrata e serena con se stesso.
Lei ha già fatto un passo importante: ha riconosciuto un meccanismo ricorrente e ha chiesto aiuto. Questo dimostra sensibilità, consapevolezza e desiderio di crescita. La strada non è quella di punirsi o allontanarsi dall’amore, ma di comprenderne i nodi profondi per poterlo accogliere con maggiore libertà e fiducia.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Ciò che oggi le provoca disagio, più che il fatto in sé, sembra essere la distanza tra i valori che ha maturato nel tempo e ciò che ha fatto anni fa, quando era molto più giovane e ancora in costruzione. È proprio questa discrepanza tra “chi ero” e “chi sono ora” che la sua mente fatica a integrare, portandola a pensare di non meritare amore o di essere una persona indegna. Si tratta di un processo comune a molte persone con una forte tendenza alla rimuginazione, in cui il passato viene riattivato sotto forma di pensieri invasivi, spesso scollegati dal contesto reale, e soprattutto senza la possibilità di essere elaborati in modo più compassionevole.
Il punto centrale non è tanto ciò che ha fatto, quanto il modo in cui oggi lei lo vive: con sofferenza, giudizio e rifiuto di sé. In questo senso, è molto importante distinguere tra la necessità di essere onesti in una relazione e la tendenza (spesso indotta dall’ansia e dal senso di colpa) a cercare rassicurazioni che rischiano di minare il rapporto stesso, più che rafforzarlo. Se sente il bisogno di parlare con la sua ragazza, può chiedersi con onestà: lo farei per creare una maggiore intimità e trasparenza, o per alleggerire il mio senso di colpa, aspettandomi che lei mi perdoni e mi rassicuri?
Spesso, il lavoro da fare non è tanto con l’altro, quanto con se stessi: comprendere da dove nasce questa voce interiore giudicante, imparare a distinguere i pensieri dai fatti, e sviluppare uno sguardo più adulto e compassionevole sulla propria storia. In questi casi, un percorso psicoterapeutico può essere davvero molto utile. Le consentirebbe di esplorare a fondo le dinamiche che la portano a rivivere episodi del passato con tanta intensità emotiva, e allo stesso tempo di acquisire strumenti per gestire i pensieri ossessivi, ridimensionare la colpa e coltivare una relazione più equilibrata e serena con se stesso.
Lei ha già fatto un passo importante: ha riconosciuto un meccanismo ricorrente e ha chiesto aiuto. Questo dimostra sensibilità, consapevolezza e desiderio di crescita. La strada non è quella di punirsi o allontanarsi dall’amore, ma di comprenderne i nodi profondi per poterlo accogliere con maggiore libertà e fiducia.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Caro utente, tra le cose che ha scritto ce n'è sicuramente una che merita un approfondimento ovvero il suo non sentirsi meritevole d'amore. Questo suo pensiero è inevitabile che porti con sé continui rimuginii e malumori. Forse le potrebbe essere utile approfondire questo aspetto, elaborando prima individualmente il significato e la portata emotiva che ha e poi, eventualmente, valutare se parlarne con la sua fidanzata. Sono certa che potrebbe aiutarla molto prendere consapevolezza del suo sentimento di non amabilità per vivere meglio le relazioni con gli altri e con la sua fidanzata. Resto a disposizione per ultieriori chiarimenti. Un saluto
Buonasera, e grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così delicata di te.
Quello che stai descrivendo non è raro, anzi: capita spesso che, proprio nei momenti in cui una relazione sta andando bene, la mente inneschi pensieri disturbanti legati al passato. È come se, in modo del tutto irrazionale, emergesse la paura di “non meritare” la felicità. E così si apre un circolo vizioso: più cerchi di scacciare il pensiero, più quel pensiero torna con forza. Ma un pensiero ricorrente non è una realtà oggettiva.
Il problema non è “cosa hai fatto anni fa”, ma come oggi ti relazioni a quel ricordo.
Quello che stai descrivendo non è raro, anzi: capita spesso che, proprio nei momenti in cui una relazione sta andando bene, la mente inneschi pensieri disturbanti legati al passato. È come se, in modo del tutto irrazionale, emergesse la paura di “non meritare” la felicità. E così si apre un circolo vizioso: più cerchi di scacciare il pensiero, più quel pensiero torna con forza. Ma un pensiero ricorrente non è una realtà oggettiva.
Il problema non è “cosa hai fatto anni fa”, ma come oggi ti relazioni a quel ricordo.
Salve, grazie per la condivisione della tua esperienza.
Non dev'essere semplice vivere con una vocina in testa che ti dice di non meritare l'amore che stai vivendo e di allontanarti, anche perché immagino possa essere una continua lotta con te stesso.
Più che altro mi verrebbe da chiedermi e da chiederti: come mai senti di non essere meritevole di qualcosa di bello? Come mai questo senso di colpa diventa così opprimente e come mai pensi di avere una qualche colpa da espiare?
Essendo circoli che continui a vivere, probabilmente ti consiglierei di trovare uno spazio di ascolto comodo e consono alle tue esigenze.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francomano Ilaria
Non dev'essere semplice vivere con una vocina in testa che ti dice di non meritare l'amore che stai vivendo e di allontanarti, anche perché immagino possa essere una continua lotta con te stesso.
Più che altro mi verrebbe da chiedermi e da chiederti: come mai senti di non essere meritevole di qualcosa di bello? Come mai questo senso di colpa diventa così opprimente e come mai pensi di avere una qualche colpa da espiare?
Essendo circoli che continui a vivere, probabilmente ti consiglierei di trovare uno spazio di ascolto comodo e consono alle tue esigenze.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francomano Ilaria
Ciao! Non può esistere una risposta univoca. Ci sono delle difficoltà che devono essere affrontate. Devi approfondire il perché del rimuginare su certi fatti/eventi del passato che tornano.
Buonasera, mi spiace per la situazione che sta vivendo in questo periodo. Non dev'essere facile vivere e coltivare una relazione mentre queste idee la disturbano e la fanno sentire non meritevole. Personalmente credo che prima di decidere se condividere o meno questo suo vissuto con la sua ragazza, sarebbe importante comprendere le origini di questi pensieri che non la fanno sentire degno di ricevere amore. Inoltre, riporta che non è la prima volta che le si presentano, ma le è già successo in passato in concomitanza di quando le cose vanno bene. Potrebbe considerare l'idea di intraprendere un percorso psicologico per aver maggior consapevolezza riguardo quali eventi suscitano in lei un particolare effetto, tanto da attribuirgli proprio quello specifico significato e non un altro. Accedendo alla sua storia e ricostruendo quali episodi hanno creato questa sua modalità di dare significato a determinate situazioni, potrebbe riuscire ad aprirsi verso nuovi modi di stare in quei contesti e, pertanto, viverli in maniera differente.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Buonasera, forse potresti chiederti come stai veramente con la tua ragazza e se in te è sempre uguale il desiderio di condividere esperienze sessuali, questa mi sembra la cosa piu' importante. Se l'immagine di questa ragazza ti ritorna così spesso potresi anche chiederti se il suo aspetto fisico alla lunga è così importante. In sè le esperienze di autoerotismo fanno parte della vita intima e si appoggiano su fantasie le più diverse e non sono un tradimento. Quindi potresti tenerle per te, fanno parte di una possibilità intima. Però, ripeto, se cominciano a prendere spazio alla gratificazione sessuale con la tua ragazza, allora può essere il caso di parlarne, o con lei o con qualcuno che ti possa aiutare. Saluti e sono a disposizione se avrai bisogno di un consulto.
Ciao, grazie intanto per esserti aperto e aver condiviso le tue emozioni.
Credo che a volte siamo molto critici nei nostri confronti e quando le persone oltretutto espongono lo stesso ci convinciamo che sia la realtà. Come hai già detto sono atti naturali e normali per l'età e oltretutto ci terrei a sottolineare che non stai facendo del male a nessuno. Anche il commento della tua prima ragazzina probabilmente è dovuto ad una sua insicurezza dovuta all'età o semplicemente delle parole di una giovane ragazza immatura come è giusto che sia.
Ti proporrei di parlare di questo tuo senso di colpa con un professionista e nel caso mi rendo disponibile per ascoltarti. Per quanto riguarda il parlarne con la tua fidanzata dipende da te e da quello che ritieni giusto o ti senti di fare.
Rimango a disposizione qualora lo ritenessi necessario.
Dott.ssa Casumaro Giada
Credo che a volte siamo molto critici nei nostri confronti e quando le persone oltretutto espongono lo stesso ci convinciamo che sia la realtà. Come hai già detto sono atti naturali e normali per l'età e oltretutto ci terrei a sottolineare che non stai facendo del male a nessuno. Anche il commento della tua prima ragazzina probabilmente è dovuto ad una sua insicurezza dovuta all'età o semplicemente delle parole di una giovane ragazza immatura come è giusto che sia.
Ti proporrei di parlare di questo tuo senso di colpa con un professionista e nel caso mi rendo disponibile per ascoltarti. Per quanto riguarda il parlarne con la tua fidanzata dipende da te e da quello che ritieni giusto o ti senti di fare.
Rimango a disposizione qualora lo ritenessi necessario.
Dott.ssa Casumaro Giada
Gentilissimo, sono dispiaciuto per la sofferenza generata dai pensieri intrusivi che descrive. Le consiglierei di parlarne con un professionista della salute mentale all'interno di un percorso psicologico che possa aiutarla a esplorare e comprendere la sua sensazione di "non esser meritevole di amore" ma anche riflettere sul fatto che quelle che riporta sono soltanto sue fantasie e non rappresentano una realtà di tradimento, aprire quindi alla possibilità di vedere queste fantasie, osservarle, accettarle e comprendere che queste non pregiudicano la possibilità di essere un buon fidanzato con la sua attuale ragazza.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buongiorno :-)
Quando le cose vanno bene, a volte la mente ripropone sensi di colpa passati. È un meccanismo comune legato all'ansia e alla difficoltà di accettare la serenità. Gli episodi che hai descritto non definiscono chi sei oggi. Confidarti con la tua ragazza è una scelta personale: chiediti se lo faresti per trasparenza o solo per alleviare il senso di colpa. Per interrompere il rimuginio, osserva il pensiero senza giudizio e valuta se ti sta aiutando o solo bloccando. Se continua, confrontarti con uno psicologo potrebbe esserti di supporto.
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
Quando le cose vanno bene, a volte la mente ripropone sensi di colpa passati. È un meccanismo comune legato all'ansia e alla difficoltà di accettare la serenità. Gli episodi che hai descritto non definiscono chi sei oggi. Confidarti con la tua ragazza è una scelta personale: chiediti se lo faresti per trasparenza o solo per alleviare il senso di colpa. Per interrompere il rimuginio, osserva il pensiero senza giudizio e valuta se ti sta aiutando o solo bloccando. Se continua, confrontarti con uno psicologo potrebbe esserti di supporto.
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
Gentile utente, parlarne o meno con la sua ragazza è una scelta che spetta solamente a lei e non ci sono decisioni giuste o sbagliate in assoluto.
Più che altro valuterei di rivolgermi ad uno psicologo per affrontare il tema del rimuginio costante e del timore di non essere degno di amore: sono sicuro che la aiuterebbe a vivere le sue relazioni con maggiore serenità e fiducia
Dott. Giacomo Bonetti
Più che altro valuterei di rivolgermi ad uno psicologo per affrontare il tema del rimuginio costante e del timore di non essere degno di amore: sono sicuro che la aiuterebbe a vivere le sue relazioni con maggiore serenità e fiducia
Dott. Giacomo Bonetti
Gentile paziente, già il fatto che tu riesca a mettere in parole emozioni complesse come il senso di colpa, la paura di non meritare amore e il ciclo di rimuginazione che ti tormenta, è un passo importante e coraggioso.
Quello che descrivi è un meccanismo molto comune in chi è particolarmente sensibile, riflessivo e con una forte etica personale: quando tutto va bene, la mente può cominciare a cercare il “pelo nell’uovo”, andando a riaprire vecchi episodi, anche molto lontani nel tempo, e giudicarli con gli occhi (e i valori) di oggi. È importante riconoscere che ciò che hai fatto da adolescente rientra in comportamenti molto diffusi e fisiologici durante lo sviluppo della sessualità. L’uso della fantasia, anche con figure reali o conosciute, fa parte di quel processo di scoperta del proprio desiderio. Non sei una cattiva persona per aver avuto queste esperienze. Sei un essere umano in crescita.
Il punto centrale non è tanto “ciò che hai fatto”, ma come oggi tu lo stai giudicando e quanto potere stai dando a questi pensieri. L’autopunizione, il rimuginare continuamente, il sentirsi indegni: sono tutti segnali che parlano di una fatica più ampia legata forse all’autostima, al bisogno di controllo e a un eccesso di senso morale, che rischia di diventare punitivo.
Per questo, più che continuare a cercare “rassicurazioni” o pensare di confidare alla tua ragazza qualcosa che riguarda un passato adolescenziale chiuso e privato, ti suggerirei caldamente di lavorare su questi contenuti in uno spazio psicologico protetto. Uno psicologo può aiutarti a dare un significato più sano a questi pensieri, a ridurre il senso di colpa irrazionale e, soprattutto, a imparare a lasciar andare ciò che non ha più un ruolo nella tua vita attuale.
Parlare di questi pensieri alla tua ragazza non sarebbe utile né giusto, né per lei né per te. Non si tratta di onestà o trasparenza: la relazione di coppia non è il luogo dove scaricare sensi di colpa personali. È importante imparare a distinguere tra ciò che va elaborato dentro di sé e ciò che può essere condiviso in modo costruttivo con l’altro.
Non sei solo in questa esperienza. E non c’è nulla in te che ti renda indegno di essere amato. La vera crescita sta nell’imparare ad accogliere anche le parti più imperfette di noi, senza esserne sopraffatti.
Ti auguro di poter trovare quello spazio interiore (ed eventualmente terapeutico) dove dare a tutto questo una direzione nuova, più compassionevole e liberante.
Dr. Giuseppe Mirabella
Quello che descrivi è un meccanismo molto comune in chi è particolarmente sensibile, riflessivo e con una forte etica personale: quando tutto va bene, la mente può cominciare a cercare il “pelo nell’uovo”, andando a riaprire vecchi episodi, anche molto lontani nel tempo, e giudicarli con gli occhi (e i valori) di oggi. È importante riconoscere che ciò che hai fatto da adolescente rientra in comportamenti molto diffusi e fisiologici durante lo sviluppo della sessualità. L’uso della fantasia, anche con figure reali o conosciute, fa parte di quel processo di scoperta del proprio desiderio. Non sei una cattiva persona per aver avuto queste esperienze. Sei un essere umano in crescita.
Il punto centrale non è tanto “ciò che hai fatto”, ma come oggi tu lo stai giudicando e quanto potere stai dando a questi pensieri. L’autopunizione, il rimuginare continuamente, il sentirsi indegni: sono tutti segnali che parlano di una fatica più ampia legata forse all’autostima, al bisogno di controllo e a un eccesso di senso morale, che rischia di diventare punitivo.
Per questo, più che continuare a cercare “rassicurazioni” o pensare di confidare alla tua ragazza qualcosa che riguarda un passato adolescenziale chiuso e privato, ti suggerirei caldamente di lavorare su questi contenuti in uno spazio psicologico protetto. Uno psicologo può aiutarti a dare un significato più sano a questi pensieri, a ridurre il senso di colpa irrazionale e, soprattutto, a imparare a lasciar andare ciò che non ha più un ruolo nella tua vita attuale.
Parlare di questi pensieri alla tua ragazza non sarebbe utile né giusto, né per lei né per te. Non si tratta di onestà o trasparenza: la relazione di coppia non è il luogo dove scaricare sensi di colpa personali. È importante imparare a distinguere tra ciò che va elaborato dentro di sé e ciò che può essere condiviso in modo costruttivo con l’altro.
Non sei solo in questa esperienza. E non c’è nulla in te che ti renda indegno di essere amato. La vera crescita sta nell’imparare ad accogliere anche le parti più imperfette di noi, senza esserne sopraffatti.
Ti auguro di poter trovare quello spazio interiore (ed eventualmente terapeutico) dove dare a tutto questo una direzione nuova, più compassionevole e liberante.
Dr. Giuseppe Mirabella
Gentile paziente, quello che descrivi è un pensiero intrusivo legato al senso di colpa, molto comune soprattutto in persone sensibili e con un forte senso morale. È importante distinguere tra fantasie passate, che non definiscono chi sei oggi, e i valori che ora guidi consapevolmente. A quell’età è normale sperimentare e confondersi: non sei l’unico, e non significa che tu non meriti amore.
Il fatto che queste immagini riaffiorino proprio ora che stai bene suggerisce un possibile meccanismo autosabotante. Parlare con la tua ragazza di un episodio così lontano e privato non è necessario, se non porta un reale beneficio al vostro legame. Il bisogno di "confessare" potrebbe essere più una richiesta di sollievo dall’ansia che un gesto utile alla relazione.
Per interrompere il rimuginio, prova a riconoscere questi pensieri per quello che sono: giudizi interni, non verità assolute. Quando arrivano, non combatterli, ma nota che sono lì e riportati al presente. Se ti è possibile, valuta anche un supporto psicologico per comprendere meglio queste dinamiche. Non sei solo e non sei “sbagliato”. Stai solo crescendo.
Un caro saluto
Dott.ssa A.Mustatea
Il fatto che queste immagini riaffiorino proprio ora che stai bene suggerisce un possibile meccanismo autosabotante. Parlare con la tua ragazza di un episodio così lontano e privato non è necessario, se non porta un reale beneficio al vostro legame. Il bisogno di "confessare" potrebbe essere più una richiesta di sollievo dall’ansia che un gesto utile alla relazione.
Per interrompere il rimuginio, prova a riconoscere questi pensieri per quello che sono: giudizi interni, non verità assolute. Quando arrivano, non combatterli, ma nota che sono lì e riportati al presente. Se ti è possibile, valuta anche un supporto psicologico per comprendere meglio queste dinamiche. Non sei solo e non sei “sbagliato”. Stai solo crescendo.
Un caro saluto
Dott.ssa A.Mustatea
Buonasera, le consiglio un consulto psicologico. Cordiali saluti.
Caro ragazzo,
ti ringrazio per il tuo messaggio così sincero, profondo e vulnerabile. Parlare di questo tema — sensi di colpa legati alla sessualità e all'identità morale — richiede molto coraggio, e il fatto che tu lo faccia a 20 anni dimostra una grande maturità emotiva, anche se ora ti senti in conflitto.
Innanzitutto: non sei il tuo passato
Ciò che descrivi — fantasie sessuali adolescenziali legate a conoscenti o compagne di classe — è una cosa molto comune nello sviluppo psicologico e sessuale degli adolescenti. Fantasie di questo tipo, anche se a volte ti sembrano incoerenti con i tuoi valori attuali, non sono un crimine, né un tradimento, né definiscono oggi il tuo valore morale.
L’adolescenza è un periodo in cui si sperimenta, si immagina, si esplora anche l’ambivalenza: a volte siamo attratti da ciò che ci disturba, proprio perché stiamo cercando di dare un senso a noi stessi, ai nostri desideri, ai nostri limiti.
Il fatto che tu oggi senta disagio è segno di crescita, non di colpa. Significa che sei cambiato, che hai sviluppato una tua bussola etica e relazionale. Ma quella parte di te, a 15 anni, non aveva ancora gli strumenti emotivi e cognitivi che hai oggi. Colpevolizzarti ora per ciò che è stato allora, è come giudicare un bambino con gli occhi di un adulto: ingiusto e disfunzionale.
Il loop mentale che ti fa soffrire
Hai detto una cosa molto importante:
“La mia mente mi sta facendo qualche brutto scherzo quando le cose vanno bene”.
Questa è una dinamica ben nota in psicologia: il senso di colpa intrusivo o esistenziale che si attiva quando una persona con alta sensibilità morale e autocritica non si sente mai “abbastanza pulita” o “degna”. Succede spesso in chi ha tratti ansiosi-ossessivi, perfezionisti o iper-responsabili.
È come se dentro di te ci fosse una vocina che dice:
“Se sei felice, se sei amato, allora deve esserci qualcosa che non va. Non può essere tutto così bello. Forse non te lo meriti.”
Questo meccanismo si chiama autosabotaggio affettivo. E può affondare le radici in esperienze passate dove, magari, sei stato punito, svalutato o non visto proprio quando stavi bene o eri te stesso.
Dirlo alla tua ragazza?
È una domanda delicata. E il fatto che tu te la ponga dimostra quanto desideri essere trasparente e onesto. Ma chiediti:
Lo direi per liberarmi dal senso di colpa o per condividerlo con lei da uno spazio sano?
Le sto chiedendo di “assolvermi” o di conoscermi meglio?
La tua ragazza non ha bisogno di conoscere ogni dettaglio del tuo passato privato, soprattutto se questo potrebbe caricarla di un peso che non è utile né per lei né per la vostra relazione. È legittimo avere una dimensione intima tutta tua. Non è disonestà, è autonomia psichica.
Se un giorno, da uno spazio sereno, vorrai condividere il tuo percorso di crescita e di consapevolezza emotiva con lei, potrai farlo. Ma non per “confessare” — non sei colpevole — bensì per avvicinarla al tuo mondo interiore.
Cosa puoi fare concretamente?
Osserva il pensiero, non combatterlo.
Quando affiora la voce che ti dice “non meriti amore”, prova a risponderle con gentilezza:
“Ti vedo, so che stai cercando di proteggermi. Ma non sei più necessaria.”
Trattala come un’eco del passato, non come una verità.
Lavora sul tuo dialogo interno.
Hai bisogno di costruire un modo più compassionevole di parlarti. Prova a scrivere una lettera a te stesso a 15 anni, da adulto affettuoso, dicendogli che va bene così com'è, che sta imparando, che non è sporco o sbagliato.
Valuta un supporto terapeutico.
I pensieri ossessivi e il rimuginare su errori del passato possono essere parte di una struttura ansiosa più profonda. Uno psicologo cognitivo-comportamentale o un terapeuta ACT (Acceptance and Commitment Therapy) può aiutarti molto a gestirli e a costruire un’identità più integra e serena.
Meriti amore. Punto.
Non sei il ragazzo che eri a 15 anni. Sei il ragazzo che, a 20 anni, si fa queste domande con rispetto, onestà e profondità. E questo dice molto di più su di te di qualsiasi pensiero o fantasia passata.
Ti meriti una relazione bella e sana. Ma, prima ancora, ti meriti di stare bene con te stesso. A piccoli passi, con cura.
Se vuoi, posso aiutarti a costruire un esercizio guidato per lavorare su questi pensieri. Fammi sapere, ci sono
Con stima,
Psicologa M.
ti ringrazio per il tuo messaggio così sincero, profondo e vulnerabile. Parlare di questo tema — sensi di colpa legati alla sessualità e all'identità morale — richiede molto coraggio, e il fatto che tu lo faccia a 20 anni dimostra una grande maturità emotiva, anche se ora ti senti in conflitto.
Innanzitutto: non sei il tuo passato
Ciò che descrivi — fantasie sessuali adolescenziali legate a conoscenti o compagne di classe — è una cosa molto comune nello sviluppo psicologico e sessuale degli adolescenti. Fantasie di questo tipo, anche se a volte ti sembrano incoerenti con i tuoi valori attuali, non sono un crimine, né un tradimento, né definiscono oggi il tuo valore morale.
L’adolescenza è un periodo in cui si sperimenta, si immagina, si esplora anche l’ambivalenza: a volte siamo attratti da ciò che ci disturba, proprio perché stiamo cercando di dare un senso a noi stessi, ai nostri desideri, ai nostri limiti.
Il fatto che tu oggi senta disagio è segno di crescita, non di colpa. Significa che sei cambiato, che hai sviluppato una tua bussola etica e relazionale. Ma quella parte di te, a 15 anni, non aveva ancora gli strumenti emotivi e cognitivi che hai oggi. Colpevolizzarti ora per ciò che è stato allora, è come giudicare un bambino con gli occhi di un adulto: ingiusto e disfunzionale.
Il loop mentale che ti fa soffrire
Hai detto una cosa molto importante:
“La mia mente mi sta facendo qualche brutto scherzo quando le cose vanno bene”.
Questa è una dinamica ben nota in psicologia: il senso di colpa intrusivo o esistenziale che si attiva quando una persona con alta sensibilità morale e autocritica non si sente mai “abbastanza pulita” o “degna”. Succede spesso in chi ha tratti ansiosi-ossessivi, perfezionisti o iper-responsabili.
È come se dentro di te ci fosse una vocina che dice:
“Se sei felice, se sei amato, allora deve esserci qualcosa che non va. Non può essere tutto così bello. Forse non te lo meriti.”
Questo meccanismo si chiama autosabotaggio affettivo. E può affondare le radici in esperienze passate dove, magari, sei stato punito, svalutato o non visto proprio quando stavi bene o eri te stesso.
Dirlo alla tua ragazza?
È una domanda delicata. E il fatto che tu te la ponga dimostra quanto desideri essere trasparente e onesto. Ma chiediti:
Lo direi per liberarmi dal senso di colpa o per condividerlo con lei da uno spazio sano?
Le sto chiedendo di “assolvermi” o di conoscermi meglio?
La tua ragazza non ha bisogno di conoscere ogni dettaglio del tuo passato privato, soprattutto se questo potrebbe caricarla di un peso che non è utile né per lei né per la vostra relazione. È legittimo avere una dimensione intima tutta tua. Non è disonestà, è autonomia psichica.
Se un giorno, da uno spazio sereno, vorrai condividere il tuo percorso di crescita e di consapevolezza emotiva con lei, potrai farlo. Ma non per “confessare” — non sei colpevole — bensì per avvicinarla al tuo mondo interiore.
Cosa puoi fare concretamente?
Osserva il pensiero, non combatterlo.
Quando affiora la voce che ti dice “non meriti amore”, prova a risponderle con gentilezza:
“Ti vedo, so che stai cercando di proteggermi. Ma non sei più necessaria.”
Trattala come un’eco del passato, non come una verità.
Lavora sul tuo dialogo interno.
Hai bisogno di costruire un modo più compassionevole di parlarti. Prova a scrivere una lettera a te stesso a 15 anni, da adulto affettuoso, dicendogli che va bene così com'è, che sta imparando, che non è sporco o sbagliato.
Valuta un supporto terapeutico.
I pensieri ossessivi e il rimuginare su errori del passato possono essere parte di una struttura ansiosa più profonda. Uno psicologo cognitivo-comportamentale o un terapeuta ACT (Acceptance and Commitment Therapy) può aiutarti molto a gestirli e a costruire un’identità più integra e serena.
Meriti amore. Punto.
Non sei il ragazzo che eri a 15 anni. Sei il ragazzo che, a 20 anni, si fa queste domande con rispetto, onestà e profondità. E questo dice molto di più su di te di qualsiasi pensiero o fantasia passata.
Ti meriti una relazione bella e sana. Ma, prima ancora, ti meriti di stare bene con te stesso. A piccoli passi, con cura.
Se vuoi, posso aiutarti a costruire un esercizio guidato per lavorare su questi pensieri. Fammi sapere, ci sono
Con stima,
Psicologa M.
Buonasera, grazie per la condivisione.
È comprensibile che certi pensieri riaffiorino, soprattutto quando si attraversano momenti positivi: a volte è proprio lì che la nostra mente mette in discussione il nostro diritto a stare bene. Quello che descrive appartiene a una fase adolescenziale di esplorazione, e non definisce il suo valore come persona o come partner.
È importante ricordare che ciò che ha fatto in adolescenza rientra in esperienze esplorative che molti ragazzi vivono. Guardarle oggi con occhi più maturi non significa che debba punirsi, ma che sta crescendo, riflettendo e cercando di essere coerente con i suoi valori attuali. Lo veda come un segnale di consapevolezza, non di colpa.
Il fatto che questo pensiero torni in modo ricorrente e le provochi sofferenza potrebbe indicare un meccanismo di rimuginio legato al senso di colpa. In questi casi, un percorso psicologico può essere di grande aiuto: per comprendere da dove nasce questa voce interna così giudicante e imparare a gestirla con maggiore compassione verso se stesso.
Riguardo al condividere tutto con la sua ragazza, a volte lo facciamo più per alleggerirci che per reale necessità relazionale. Prima di farlo, potrebbe essere utile capire cosa si aspetta da quella condivisione. E magari esplorarlo prima in uno spazio protetto, come una terapia.
Resto a disposizione se sente il bisogno di approfondire.
È comprensibile che certi pensieri riaffiorino, soprattutto quando si attraversano momenti positivi: a volte è proprio lì che la nostra mente mette in discussione il nostro diritto a stare bene. Quello che descrive appartiene a una fase adolescenziale di esplorazione, e non definisce il suo valore come persona o come partner.
È importante ricordare che ciò che ha fatto in adolescenza rientra in esperienze esplorative che molti ragazzi vivono. Guardarle oggi con occhi più maturi non significa che debba punirsi, ma che sta crescendo, riflettendo e cercando di essere coerente con i suoi valori attuali. Lo veda come un segnale di consapevolezza, non di colpa.
Il fatto che questo pensiero torni in modo ricorrente e le provochi sofferenza potrebbe indicare un meccanismo di rimuginio legato al senso di colpa. In questi casi, un percorso psicologico può essere di grande aiuto: per comprendere da dove nasce questa voce interna così giudicante e imparare a gestirla con maggiore compassione verso se stesso.
Riguardo al condividere tutto con la sua ragazza, a volte lo facciamo più per alleggerirci che per reale necessità relazionale. Prima di farlo, potrebbe essere utile capire cosa si aspetta da quella condivisione. E magari esplorarlo prima in uno spazio protetto, come una terapia.
Resto a disposizione se sente il bisogno di approfondire.
Gentile Paziente Anonimo, avere fantasie erotiche su persone che si conoscono è una cosa comune, specialmente in adolescenza. Questo perché spesso ciò che risulta eccitante lo è solo nella propria fantasia, senza che da questo nasca nella realtà il desiderio per la persona o la situazione immaginata.
Se ripensare alle sue passate fantasie la fa sentire così a disagio e sente di volersi confrontare con qualcuno, le suggerirei di parlarne con uno psicologo piuttosto o prima che con la sua ragazza, ovvero qualcuno che l'aiuti a dare un significato a questa preoccupazione che puntualmente riemerge e capire perché la fa sentire in questo modo. Un percorso psicologico le offrirebbe infatti lo spazio e il tempo necessario per trovare risposta alle sue domande più intime, senza paura del giudizio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Trobbiani
Se ripensare alle sue passate fantasie la fa sentire così a disagio e sente di volersi confrontare con qualcuno, le suggerirei di parlarne con uno psicologo piuttosto o prima che con la sua ragazza, ovvero qualcuno che l'aiuti a dare un significato a questa preoccupazione che puntualmente riemerge e capire perché la fa sentire in questo modo. Un percorso psicologico le offrirebbe infatti lo spazio e il tempo necessario per trovare risposta alle sue domande più intime, senza paura del giudizio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Trobbiani
Buonasera. La ringrazio per aver condiviso nuovamente i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. Comprendo il disagio che sta provando a causa di questi sensi di colpa che, come lei stesso nota, tendono a riemergere quando le cose nella sua relazione vanno bene.
È importante sottolineare che ciò che lei descrive riguardo alle fantasie e all'autoerotismo durante l'adolescenza è un'esperienza comune per molti ragazzi. In quella fase della vita, l'esplorazione della propria sessualità può manifestarsi in modi diversi, e spesso le fantasie non riflettono i reali sentimenti o il rispetto che si prova per le persone coinvolte. Il fatto che lei abbia smesso di farlo da anni e che ora le sue fantasie siano rivolte esclusivamente alle persone con cui ha una relazione significativa indica un cambiamento e una maturazione nel suo approccio.
Il senso di colpa che sta provando ora sembra derivare da un confronto tra ciò che faceva in passato e i suoi principi attuali. È positivo che lei riconosca come quei comportamenti non siano più in linea con la persona che è oggi. Tuttavia, questa discrepanza tra il passato e il presente non dovrebbe invalidare il suo diritto all'amore e alla felicità nella sua relazione attuale.
La sua preoccupazione riguardo alla reazione della sua ragazza è comprensibile. Condividere aspetti intimi del proprio passato può essere rischioso, e la paura del giudizio è naturale. Tuttavia, è anche vero che in una relazione basata sulla fiducia e sull'amore, la vulnerabilità può portare a una maggiore intimità e comprensione.
Riguardo alla sua domanda se parlarne con la sua ragazza o tenerlo privato, non esiste una risposta univoca. Dipende molto dalla dinamica della vostra relazione e da come lei si sente più a suo agio. Se lei percepisce che la sua ragazza è una persona comprensiva e aperta, condividere questi suoi sentimenti e le sue passate esperienze potrebbe alleggerire il peso che sta portando. Tuttavia, se teme che possa fraintendere o sentirsi a disagio, potrebbe anche scegliere di tenerlo per sé, soprattutto considerando che si tratta di comportamenti passati che non influenzano la vostra relazione attuale.
Quello che mi sembra importante affrontare è questo ciclo di rimuginazione continua e la "vocina" che le dice di non meritare amore. Questi pensieri negativi spesso si autoalimentano e possono minare la sua autostima e la sua serenità.
Potrebbe essere utile esplorare da dove nasce questa convinzione di non meritare amore. Forse c'è una tendenza a essere molto severo con se stesso e a focalizzarsi sugli errori del passato piuttosto che riconoscere la sua crescita e i suoi cambiamenti positivi.
È importante sottolineare che ciò che lei descrive riguardo alle fantasie e all'autoerotismo durante l'adolescenza è un'esperienza comune per molti ragazzi. In quella fase della vita, l'esplorazione della propria sessualità può manifestarsi in modi diversi, e spesso le fantasie non riflettono i reali sentimenti o il rispetto che si prova per le persone coinvolte. Il fatto che lei abbia smesso di farlo da anni e che ora le sue fantasie siano rivolte esclusivamente alle persone con cui ha una relazione significativa indica un cambiamento e una maturazione nel suo approccio.
Il senso di colpa che sta provando ora sembra derivare da un confronto tra ciò che faceva in passato e i suoi principi attuali. È positivo che lei riconosca come quei comportamenti non siano più in linea con la persona che è oggi. Tuttavia, questa discrepanza tra il passato e il presente non dovrebbe invalidare il suo diritto all'amore e alla felicità nella sua relazione attuale.
La sua preoccupazione riguardo alla reazione della sua ragazza è comprensibile. Condividere aspetti intimi del proprio passato può essere rischioso, e la paura del giudizio è naturale. Tuttavia, è anche vero che in una relazione basata sulla fiducia e sull'amore, la vulnerabilità può portare a una maggiore intimità e comprensione.
Riguardo alla sua domanda se parlarne con la sua ragazza o tenerlo privato, non esiste una risposta univoca. Dipende molto dalla dinamica della vostra relazione e da come lei si sente più a suo agio. Se lei percepisce che la sua ragazza è una persona comprensiva e aperta, condividere questi suoi sentimenti e le sue passate esperienze potrebbe alleggerire il peso che sta portando. Tuttavia, se teme che possa fraintendere o sentirsi a disagio, potrebbe anche scegliere di tenerlo per sé, soprattutto considerando che si tratta di comportamenti passati che non influenzano la vostra relazione attuale.
Quello che mi sembra importante affrontare è questo ciclo di rimuginazione continua e la "vocina" che le dice di non meritare amore. Questi pensieri negativi spesso si autoalimentano e possono minare la sua autostima e la sua serenità.
Potrebbe essere utile esplorare da dove nasce questa convinzione di non meritare amore. Forse c'è una tendenza a essere molto severo con se stesso e a focalizzarsi sugli errori del passato piuttosto che riconoscere la sua crescita e i suoi cambiamenti positivi.
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso una sua realtà delicata e intima.
Può accadere che la mente faccia riaffiorare ricordi, e che la pancia faccia provare stati d'animo incoerenti con la situazione che vive (provare senso di colpa e vergogna anche se la vostra storia va bene). Questi però potrebbero essere dei campanelli d'allarme per altre situazioni, più nascoste e meno razionali, che riguardano il suo vissuto (e non direttamente la sua storia d'amore). Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a "sbrogliare la matassa" e capire come mai in un momento di serenità le riaffiorano certi ricordi ed emozioni.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
la ringrazio per aver condiviso una sua realtà delicata e intima.
Può accadere che la mente faccia riaffiorare ricordi, e che la pancia faccia provare stati d'animo incoerenti con la situazione che vive (provare senso di colpa e vergogna anche se la vostra storia va bene). Questi però potrebbero essere dei campanelli d'allarme per altre situazioni, più nascoste e meno razionali, che riguardano il suo vissuto (e non direttamente la sua storia d'amore). Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a "sbrogliare la matassa" e capire come mai in un momento di serenità le riaffiorano certi ricordi ed emozioni.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
Ciao,
grazie per la fiducia con cui ti racconti. Non è facile condividere certi pensieri, soprattutto quando toccano corde così intime e cariche di vergogna. Ma proprio per questo vale la pena fermarsi un attimo e riconoscere il valore del tuo messaggio: stai cercando di capirti, di fare chiarezza dentro di te, e di uscire da un ciclo che ti fa stare male. Questo non è poco.
Quello che descrivi ha molto a che fare con il senso di colpa e con un tipo di pensiero molto rigido, quasi “moralistico”, che può far sembrare alcuni ricordi del passato come delle macchie indelebili. È come se una parte di te oggi — più consapevole, più matura — stesse giudicando duramente il ragazzo che sei stato anni fa. Ma non siete la stessa persona. E quel ragazzo di 15-16 anni non era “sbagliato”: era solo un adolescente che stava esplorando, come fanno tutti, a modo suo, magari in modi goffi o confusi, la propria sessualità.
Molti ragazzi — anche se se ne parla poco — hanno vissuto esperienze simili. E non perché fossero “cattivi” o irrispettosi, ma perché a quell’età il confine tra desiderio, curiosità e consapevolezza non è ancora chiaro. Crescere significa anche guardarsi indietro e provare disagio per cose che oggi non ci rispecchiano più. Ma questo disagio può essere un segno che sei cambiato, non una prova che sei una brutta persona.
Quando dici “non merito amore”, è una voce severa, dura, che non lascia spazio alla complessità dell’essere umano. Nessuno è fatto solo di un gesto, di un pensiero, di una fase della vita. E tu non sei definito da quelle fantasie adolescenziali, sei molto di più.
Sul dubbio se parlarne o no con la tua ragazza: non esiste una regola. Se pensi che farlo ti aiuterebbe a liberarti da un peso e che lei potrebbe accoglierti senza giudizio, può avere senso. Ma se senti che vorresti farlo solo per “espiare”, per placare l’ansia o per ottenere rassicurazione, forse è più utile lavorarci dentro di te. In casi come questi, il confronto con un professionista può davvero fare la differenza: non per cancellare i ricordi, ma per trovare uno sguardo più giusto e più umano su te stesso.
La tua mente, come dici tu, a volte ti gioca brutti scherzi proprio nei momenti in cui le cose vanno bene. Succede spesso a chi ha un dialogo interiore molto critico e poco indulgente. Ma tu non sei quella voce. Sei anche la parte che oggi si ferma, riflette, vuole amare e farsi amare meglio. E questa parte merita ascolto, comprensione e tenerezza. Anche da te.
grazie per la fiducia con cui ti racconti. Non è facile condividere certi pensieri, soprattutto quando toccano corde così intime e cariche di vergogna. Ma proprio per questo vale la pena fermarsi un attimo e riconoscere il valore del tuo messaggio: stai cercando di capirti, di fare chiarezza dentro di te, e di uscire da un ciclo che ti fa stare male. Questo non è poco.
Quello che descrivi ha molto a che fare con il senso di colpa e con un tipo di pensiero molto rigido, quasi “moralistico”, che può far sembrare alcuni ricordi del passato come delle macchie indelebili. È come se una parte di te oggi — più consapevole, più matura — stesse giudicando duramente il ragazzo che sei stato anni fa. Ma non siete la stessa persona. E quel ragazzo di 15-16 anni non era “sbagliato”: era solo un adolescente che stava esplorando, come fanno tutti, a modo suo, magari in modi goffi o confusi, la propria sessualità.
Molti ragazzi — anche se se ne parla poco — hanno vissuto esperienze simili. E non perché fossero “cattivi” o irrispettosi, ma perché a quell’età il confine tra desiderio, curiosità e consapevolezza non è ancora chiaro. Crescere significa anche guardarsi indietro e provare disagio per cose che oggi non ci rispecchiano più. Ma questo disagio può essere un segno che sei cambiato, non una prova che sei una brutta persona.
Quando dici “non merito amore”, è una voce severa, dura, che non lascia spazio alla complessità dell’essere umano. Nessuno è fatto solo di un gesto, di un pensiero, di una fase della vita. E tu non sei definito da quelle fantasie adolescenziali, sei molto di più.
Sul dubbio se parlarne o no con la tua ragazza: non esiste una regola. Se pensi che farlo ti aiuterebbe a liberarti da un peso e che lei potrebbe accoglierti senza giudizio, può avere senso. Ma se senti che vorresti farlo solo per “espiare”, per placare l’ansia o per ottenere rassicurazione, forse è più utile lavorarci dentro di te. In casi come questi, il confronto con un professionista può davvero fare la differenza: non per cancellare i ricordi, ma per trovare uno sguardo più giusto e più umano su te stesso.
La tua mente, come dici tu, a volte ti gioca brutti scherzi proprio nei momenti in cui le cose vanno bene. Succede spesso a chi ha un dialogo interiore molto critico e poco indulgente. Ma tu non sei quella voce. Sei anche la parte che oggi si ferma, riflette, vuole amare e farsi amare meglio. E questa parte merita ascolto, comprensione e tenerezza. Anche da te.
Buongiorno,
da quanto racconta, sembra che stia vivendo delle fantasie sessuali, che fanno parte della sfera intima e personale di ognuno di noi. Si tratta di esperienze del tutto normali e naturali, che contribuiscono al proprio equilibrio e benessere.
Anche l’autoerotismo rientra in questo ambito: è un modo per prendersi cura di sé e della propria sessualità in modo sano. Al contrario, reprimere questi aspetti può a volte portare a tensioni o vissuti di disagio, come quelli che sta sperimentando ora.
Le cosiddette “bugie bianche” in questo contesto possono avere una funzione protettiva: non danneggiano la relazione e, anzi, aiutano a mantenere uno spazio personale che ognuno ha diritto di avere. L’importante è non lasciarsi sopraffare dai pensieri o dal senso di colpa, ma accogliere e acccettare queste parti di sé con serenità e comprensione.
da quanto racconta, sembra che stia vivendo delle fantasie sessuali, che fanno parte della sfera intima e personale di ognuno di noi. Si tratta di esperienze del tutto normali e naturali, che contribuiscono al proprio equilibrio e benessere.
Anche l’autoerotismo rientra in questo ambito: è un modo per prendersi cura di sé e della propria sessualità in modo sano. Al contrario, reprimere questi aspetti può a volte portare a tensioni o vissuti di disagio, come quelli che sta sperimentando ora.
Le cosiddette “bugie bianche” in questo contesto possono avere una funzione protettiva: non danneggiano la relazione e, anzi, aiutano a mantenere uno spazio personale che ognuno ha diritto di avere. L’importante è non lasciarsi sopraffare dai pensieri o dal senso di colpa, ma accogliere e acccettare queste parti di sé con serenità e comprensione.
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