Buonasera credo di avere un problema, tempo fa ho iniziato a usare siti come onlyfans ecc. So che è

24 risposte
Buonasera credo di avere un problema, tempo fa ho iniziato a usare siti come onlyfans ecc. So che è sbagliato e voglio smettere, per un po' ci riesco ma poi ci ricasco sempre e vorrei invece fermarmi definitivamente
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità questa difficoltà. Non è semplice ammettere quando qualcosa ci sfugge di mano, e il fatto che lei lo stia facendo è già un passo molto importante.
Da ciò che descrive — il desiderio di smettere, la capacità di farlo per un po’, e poi il ricadere nello stesso comportamento — può effettivamente trattarsi di una **forma di dipendenza comportamentale**, o comunque di un comportamento che ha iniziato ad avere un ruolo troppo centrale nella sua regolazione emotiva.
Le dipendenze non riguardano solo sostanze, ma anche attività che diventano un modo per calmare emozioni, riempire vuoti o evitare pensieri che fanno stare male.
E quando si cerca di smettere, il “craving” — cioè quella spinta interna, quel desiderio forte e difficile da gestire — porta facilmente alla ricaduta.
La buona notizia è che esistono percorsi molto efficaci per affrontare tutto questo.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare, è una delle più indicate perché aiuta a:
* riconoscere e gestire il craving;
* identificare le situazioni, le emozioni o i pensieri che fanno venire voglia di ricadere;
* costruire strategie alternative di fronte alle stesse emozioni;
* prevenire le ricadute e aumentare il senso di controllo.
Non c’è nulla di “sbagliato” o “vergognoso” nel chiedere aiuto: al contrario, significa voler riprendere in mano la propria vita con responsabilità e consapevolezza.
Se sente che questa situazione sta diventando troppo pesante da gestire da solo, le consiglierei davvero di valutare un percorso psicologico: può fare una grande differenza.
Se vuole, possiamo anche esplorare insieme da dove pensa che nasca questo bisogno, quali momenti sono più difficili, o quali emozioni lo precedono.
Rimango a disposizione.

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Dott.ssa Eva Meuti
Psicologo, Psicologo clinico
Ardea
Buonasera,
Quello che descrivi non è “sbagliato”, ma sembra essere diventato qualcosa che ti fa stare male e su cui senti di avere meno controllo di quanto vorresti. E questo è un segnale importante che stai ascoltando te stesso/a.
Le ricadute non cancellano i tentativi fatti: fanno parte del processo quando si sta cercando di interrompere un comportamento che dà sollievo momentaneo ma poi lascia vuoto o disagio.
Piano piano si può lavorare su cosa ti spinge lì (noia, solitudine, ansia, stress) e trovare modi più sani per gestire quelle sensazioni.
Il fatto che tu voglia smettere è già un passo enorme.
Un saluto
Dr. Francesco Rossi
Psicologo, Psicologo clinico
Ozzano dell'Emilia
Salve, come ogni tipo di dipendenza, anche questa necessita di un aiuto da parte di uno specialista, pertanto, le consiglierei di cominciare un percorso psicologico con uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta che possano aiutare a gestire questa problematica.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Buonasera, da quello che racconta emerge una lotta tra un desiderio di cambiamento e il ritorno a comportamenti che sente di voler interrompere. Questo tipo di dinamica — riuscire a smettere per un periodo e poi ricadere — è comune in molti comportamenti che creano dipendenza o abitudine. Non indica colpa o incapacità, ma segnala che c’è un legame emotivo e automatico con l’uso di questi siti che va compreso e gestito.

Per iniziare a cambiare in modo più stabile, può essere utile osservare quando e perché sente il bisogno di accedervi: ci sono emozioni, momenti della giornata o situazioni che scatenano il comportamento? Identificare i “trigger” permette di trovare strategie alternative per rispondere a quegli stimoli senza ricorrere al sito.

Anche creare barriere pratiche (filtri, limiti di tempo, disconnessione dai dispositivi in certi momenti) può sostenere il controllo, ma spesso il cambiamento più duraturo nasce dall’accompagnare queste strategie con un lavoro sulle emozioni e sulle motivazioni sottostanti.

Inoltre, parlarne con uno psicologo/sessuologo o con un professionista esperto in gestione di comportamenti compulsivi può fornire strumenti concreti e supporto per interrompere il ciclo e stabilire un cambiamento più duraturo. Rimango a disposizione, un saluto!


Dott. Pompilio Greco
Psicologo, Psicologo clinico
Veglie
Buona sera, già parlarne è un buon inizio, quindi dovresti rivolgerti ad un professionista, sicuramente potresti affrontare tranquillamente il tuo problema. Abbi fiducia.
caro utente,
per questa sua richiesta la invito a fare una consulenza psicologica in modo che la si possa aiutare.
Saluti
Dott.ssa Sonia Ballocco
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso qualcosa che immagino non sia semplice da dire. Il fatto che lei riconosca il disagio e stia cercando di interrompere questo comportamento è già un passo molto importante. Capita spesso, quando si prova a cambiare un’abitudine che crea dipendenza o forte impulso, di riuscirci per un periodo e poi ricadere: non è un segno di debolezza, ma un processo comune quando non si hanno ancora gli strumenti adeguati per gestire l’impulso e le emozioni che lo attivano.

Sarebbe utile capire insieme che funzione ha per lei l’utilizzo di questi siti: in quali momenti tende ad accedervi, quali emozioni o pensieri emergono prima, e che cosa sembra darle nell’immediato. Non si tratta di giudicare, ma di comprendere il meccanismo che la porta a ricadere, così da poter costruire strategie più efficaci e sostenibili nel tempo.

Se lo desidera, potremmo lavorare su questo in modo strutturato: esplorare i trigger che la portano a usare queste piattaforme, rafforzare la capacità di autoregolazione, e trovare alternative che rispondano ai suoi bisogni senza farla sentire in difficoltà.
Dott.ssa Angela Borgese
Psicologo, Psicologo clinico
Gravina di Catania
Buonasera, quello che descrive non è un “problema di volontà”, ma il modo in cui un desiderio si impone, spesso al di là delle sue intenzioni. In poche parole, quando qualcosa ritorna nonostante i buoni propositi, significa che lì c’è un punto del soggetto che merita ascolto: non è solo l’abitudine, ma un vuoto, una mancanza, un fantasma che questi siti vengono a colmare momentaneamente.
Per questo smettere “da solo” risulta così difficile: si sta lottando contro un impulso senza averne compreso la funzione.
Un lavoro psicologico può aiutarla non tanto a reprimere il comportamento, quanto a capire che cosa cerca lì, cosa le offre, cosa tenta di placare. Quando il significato si chiarisce, il sintomo perde la sua forza.
Il fatto che lei voglia fermarsi è già un segnale importante: il suo desiderio sta andando in un’altra direzione, e merita uno spazio per essere ascoltato.
Un caro saluto.
Dott.ssa Laura Elsa Varone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
​È un segnale di grande forza aver riconosciuto il desiderio di modificare un comportamento che percepisce come problematico. Il ciclo di astinenza e ricaduta che lei descrive è un fenomeno comune a molte abitudini indesiderate e non rappresenta un fallimento della sua determinazione.
​Il ricorso periodico a siti che lei desidera interrompere è spesso legato alla ricerca di un meccanismo di regolazione emotiva o di soddisfazione immediata. L'azione che compie funge probabilmente da fuga o auto-medicazione temporanea quando si verificano stati d'animo difficili come noia, stress, solitudine o ansia. Questo comportamento genera un sollievo rapido, ma è seguito dal senso di colpa, il cui disagio alimenta lo stress e rende più probabile la successiva ricaduta.
​Per risolvere questa dinamica, l'obiettivo è sostituire l'azione automatica con una risposta consapevole e costruttiva.
​La prima indicazione pratica consiste nel riconoscimento dei fattori scatenanti. Inizi a prestare attenzione per identificare esattamente cosa innesca il comportamento. Si chieda: Qual è l'emozione precisa che sto provando? Qual è l'ora del giorno o la situazione che precede l'impulso?
​La seconda indicazione è l'interruzione della risposta automatica. Quando l'impulso si presenta, introduca una "barriera" fisica o temporale. Per esempio, si alzi subito, esegua un breve esercizio di rilassamento o cambi ambiente. Questo interrompe la sequenza automatica e le dà il tempo di scegliere come procedere.
​La terza indicazione riguarda la preparazione di risposte alternative. Predetermini un'azione costruttiva da eseguire immediatamente quando il fattore scatenante viene riconosciuto. Deve essere un'attività che impegni la sua attenzione, la sua mente e le sue mani, come una breve attività fisica o una interazione sociale.
​Infine, se le strategie di autocontrollo si rivelano insufficienti, la via più efficace per la risoluzione definitiva e profonda è intraprendere un percorso con un professionista della salute mentale. Un esperto può aiutarla a comprendere e gestire i bisogni emotivi che lei sta cercando di compensare, costruendo al contempo strategie di adattamento più sane e durevoli.
Resto a disposizione,
Saluti.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, apprezzo molto la sincerità con cui descrive ciò che sta vivendo. Non è semplice ammettere a sé stessi di avere una difficoltà che crea disagio, né lo è esporsi e chiedere un confronto. E già questo mi fa pensare che lei abbia una forte motivazione a cambiare, anche se oggi le sembra di essere bloccato in un circolo che non riesce a interrompere. Da ciò che racconta emerge un’esperienza molto comune, anche se spesso tenuta nascosta per vergogna o paura del giudizio. Lei prova a smettere, ci riesce per un po’, poi sente una sorta di richiamo, quasi un impulso che sembra più forte della sua volontà, e alla fine ci ricade. Questa alternanza tra tentativi di controllo e momenti in cui il controllo sfugge di mano è qualcosa che molte persone sperimentano quando si trovano in un comportamento che, inizialmente, nasce come semplice curiosità o sfogo, ma poi diventa una specie di rifugio automatico da emozioni difficili. Non significa che lei abbia qualcosa che non va. Significa che ha trovato un modo rapido e immediato per abbassare tensione, solitudine, noia, stress o qualunque altra emozione scomoda, e che il suo cervello, per abitudine, glielo propone ogni volta che sente quello stesso disagio. È come se fosse diventata una scorciatoia facile e immediata. Il punto è che, una volta finito quel momento, tornano il senso di colpa e la frustrazione, e questo la spinge a voler smettere di nuovo. È comprensibile che questa sensazione di ripetere gli stessi passi la faccia sentire scoraggiato. Ma niente in quello che descrive indica che lei non possa uscirne. La parte più importante è proprio quella che ha già: la consapevolezza del problema e il desiderio di interrompere il ciclo. E spesso questo percorso diventa possibile quando si inizia a capire cosa accade dentro di sé nei momenti in cui sente l’impulso. Di solito non è davvero il sito in sé ad attirare, ma la promessa, seppur illusoria, di un sollievo rapido. Quando si impara a riconoscere le emozioni che precedono la ricaduta, e a sostenerle diversamente, l’abitudine perde forza. Le suggerirei di non giudicarsi con durezza. Molte persone credono che la soluzione sia avere più forza di volontà, quando in realtà la volontà da sola non basta. Spesso serve comprendere cosa c’è sotto quell’urgenza, quali momenti della giornata sono più vulnerabili, quali emozioni la spingono verso quelle piattaforme. È da lì che può iniziare un cambiamento stabile. E se sente che da solo non riesce a modificare questo schema, rivolgersi a uno psicologo può darle uno spazio sicuro per analizzare questi meccanismi senza vergogna e senza paura di essere giudicato. Smettere è possibile, ma non deve farlo attraverso la lotta contro se stesso. È più utile costruire un modo nuovo di stare con le emozioni che oggi la portano verso quel comportamento. Il fatto che abbia chiesto aiuto è già un passo nella direzione giusta. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Leonardo Iacovone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso la sua riflessione. Più che l’utilizzo in sé di piattaforme come OnlyFans, ciò che può diventare problematico è la frequenza con cui se ne fa uso e il fatto che, nel tempo, possano interferire con la capacità di raggiungere l’orgasmo o con la qualità delle relazioni sessuali che viviamo o desidereremmo vivere.

Se sente il bisogno di approfondire la questione o di avere uno spazio di confronto dedicato, non esiti a contattarmi: sarò lieto di aiutarla.

Un caro saluto.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico in modo da poter capire i bisogni che la spingono alla ricerca di ciò che ha descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Giusto o sbagliato...rispetto a cosa? La situazione andrebbe approfondita di più insieme al capire meglio la questione legata alla voglia di smettere ma di non riuscirci. Se la va di approfondire, provi a chiedere anche solo un primo consulto psicologico così da farsi un'idea.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, pensa che dovrebbe smettere o vuole smettere? le cose sono ben diverse e le spinte anche. Forse è importante capire cosa c'è sotto. Se vuole rimango disponibile per tale scopo.
Dott.ssa Ambra Tazioli
Psicologo
Pavullo nel Frignano
Buonasera, in questo caso la prima cosa da fare sarebbe chiedersi perché lo trova sbagliato e cosa le suscita il fatto di non smettere nonostante questo suo giudizio.
Ci sono vari esercizi che si possono fare per "distrarsi", ma la cosa fondamentale sarebbe trovare le cause.
Buona serata,
Ambra
Buona sera,
sarebbe utile innanzitutto capire cosa intende per "usare": ne fruisce da spettatore o spettatrice oppure li utilizza in prima persona, come creator di contenuti? In secondo luogo, perché ritiene sia sbagliato? Sarebbe interessante approfondire insieme a lei i significati che attribuisce all'utilizzo di specifici siti per comprendere la ragione sottostante alla sua volontà di smettere di frequentarli, ancor prima di smettere di farvi accesso. Uno spazio di ascolto professionale potrebbe esserle utile.

Cordialmente,
dott.ssa Togni
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera, quello che descrive è un’esperienza abbastanza comune: molte persone faticano a interrompere comportamenti legati a siti come OnlyFans, soprattutto quando diventano un’abitudine o una forma di gratificazione immediata. La difficoltà a smettere, nonostante la volontà, può indicare che ci sia un meccanismo di dipendenza comportamentale o di gestione delle emozioni sottostante.

Per affrontare il problema in modo efficace è utile innanzitutto comprendere quali fattori scatenano il comportamento, quali bisogni emotivi tenta di soddisfare e quali strategie alternative possono sostituirlo. Tecniche di autocontrollo, consapevolezza delle emozioni e supporto psicologico possono essere molto utili per interrompere il ciclo e consolidare un cambiamento duraturo.

Data la complessità del tema, è consigliabile approfondire la situazione con uno specialista, che potrà offrire un percorso personalizzato e sicuro.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Camilla Guccione
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera a lei,
Quello che descrive: il desiderio di smettere di usare contenuti online come quelli di OnlyFans, la capacità di farlo per un periodo e poi la ricaduta, non indica semplicemente una mancanza di volontà ma suggerisce che quel comportamento abbia una funzione interna e che serva a regolare emozioni o stati d’animo difficili da gestire consapevolmente
In un’ottica psicodinamica è utile spostare l’attenzione dal giudizio verso sé stessi alla comprensione di cosa accada dentro di Lei nei momenti che precedono la ricaduta e in quelli che seguono.
Spesso comportamenti di questo tipo cercano di lenire sensazioni di solitudine, tensione, vuoto, stanchezza emotiva o bisogno di contatto e, se questi vissuti restano in parte inconsci, si crea facilmente un ciclo fatto di rinuncia, resistenza, ritorno dell’emozione e ricaduta accompagnata dalla colpa.
Il punto di partenza potrebbe essere domandarsi quale bisogno stia cercando di esprimersi attraverso questo comportamento e cosa stia accadendo internamente quando ritorna il desiderio di accedere a quei contenuti.
Se desidera, possiamo esplorare insieme ciò che sente immediatamente prima di ricadere, ciò che accade dentro di lei subito dopo e se questa dinamica richiama altre esperienze o relazioni della sua storia.
Resto a disposizione per approfondire insieme.
Un caro saluto, dott.ssa Camilla Guccione
Dott. Edoardo Bonsignori
Psicologo, Psicologo clinico
Cascina
Buonasera, il fatto che tu stia riconoscendo il problema e senta il desiderio di interrompere un comportamento che vivi in modo problematico è già un passo importante. Non si tratta solo di "smettere" un'abitudine, ma di comprendere che funzione ha per te questo comportamento all’interno del tuo sistema di relazioni, emozioni e bisogni.
Spesso, certi comportamenti diventano un modo per regolare la solitudine, lo stress, il bisogno di contatto o di controllo stesso. Capire quando e perché ricadi nel comportamento può aiutarti a trovare alternative più sostenibili. Non è tanto una questione di “forza di volontà”, quanto di consapevolezza e di trasformazione delle dinamiche che lo alimentano.
Un percorso terapeutico può aiutarti a esplorare questi significati in modo non giudicante, per recuperare una sensazione di libertà e padronanza. Se ti senti pronto, potrebbe essere utile iniziare a lavorarci insieme a un professionista. Anche solo parlarne, come stai facendo ora, è già un atto di cura verso di te.
Dr. Federico D'Alessio
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Mi dispiace per la sua difficoltà. Quella che descrive sembra una situazione delicata. Le suggerirei di approfondirla in un ambito consulenziale, dove può esserci spazio maggiore per accogliere il suo vissuto e le sue sensazioni. Per il momento, mi interrogherei sul perché ritiene sbagliato l'utilizzo di siti come onlyfans. Buona serata.
Dr. Simone Gagliardi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno
Al di là dell’aspetto compulsivo o dell’abitudine che può essersi creata, la questione centrale non è solo come smettere, ma che funzione ha avuto per lei questo comportamento.

Vale la pena interrogare cosa l’ha spinta lì in un certo momento della sua vita, che tipo di risposta cercava, cosa la attrae di quei contenuti e, allo stesso tempo, perché oggi sente il bisogno di smettere. Il disagio non è riducibile al meccanismo dopaminergico: riguarda il tipo di vuoto, tensione o conflitto che quel consumo ha temporaneamente regolato.

Senza chiarire di che natura è il suo malessere, il rischio è restare nel ciclo “smetto–ricado”. Un lavoro psicologico può aiutare proprio a dare senso a questo comportamento, invece di combatterlo solo sul piano del controllo.
Buonasera,
È importante chiarire innanzitutto che il consumo di materiale pornografico, di per sé, è un comportamento comune e non patologico. Diventa un problema quando è vissuto con forte senso di colpa, quando diventa difficile da controllare o quando inizia a interferire con la vita quotidiana, le relazioni, il lavoro o lo studio, generando un disagio significativo.
Un aspetto centrale, da ciò che scrive, è il fatto che lei definisca questo comportamento come “sbagliato”. Prima ancora di parlare di controllo o di smettere definitivamente, può essere utile chiedersi perché lo vive in questo modo: se per motivi personali, morali, relazionali o legati a come questo comportamento si inserisce nella sua vita.
Se sente che la situazione le provoca sofferenza o che sta diventando difficile da gestire da solo, chiedere un supporto è un passo sensato e responsabile.
Un caro saluto,
Dott. Alessandro Ocera
Dott. Marco Lenzi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,
Grazie per il suo quesito.
Per capire meglio il problema, ho bisogno di farle qualche domanda.
Secondo lei, perché è sbagliato usare onlyfans? Quanto tempo lo usa?
Pensa che svolgere attività alternative sia per lei noioso e meno stimolante?
Quali altri siti usa? Per quale motivo naviga su onlyfans?
Se si tratta di un tema di ipotetico uso problematico di tali siti internet, sarebbe interessante approfondire in terapia il motivo alla base delle fruizione e come lei si sente quando li usa. Per cui, che emozioni prova e quali pensieri ha.
Grazie allo specialista psicoterapeuta, potrà capire cosa la spinge a usare questi siti e dove sorge la difficoltà di smettere. Andrà a fondo sulle ragioni delle ricadute e di come queste la fanno sentire. Potrà capire, inoltre, il meccanismo alla base di questo comportamento e se esso è collegato ad altri elementi. Conoscerà maggiormente se stesso/a e il suo mondo emotivo.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento.
Cordiali saluti
Dott. Fabio Nenci
Psicologo clinico, Psicologo
San Maurizio Canavese
Buonasera,
che tipo di problema crede di avere? Mi piacerebbe capire come mai sente che è sbagliato? Come mai si sente intrappolato in qual cosa che nello stesso tempo probabilmente le procura appagamento? Come si senterebbe se riuscisse a non entrare più in quei siti? Sente che sostituiscono qualcosa della sua vita erotica? o sente che prendono tempo e spazio alla sua vita erotica? o sente qualcos'altro?
Come vede è un argomento molto vasto che andrebbe approfondito .

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