Buonasera a tutti. Scrivo qui per esprimere un profondo malessere che oramai mi porto dietro da tre
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Buonasera a tutti.
Scrivo qui per esprimere un profondo malessere che oramai mi porto dietro da tre anni.
Sono un ragazzo di 27 anni e fino ad ora la vita mi ha dato tanto: una laurea in legge con lode, il titolo di avvocato, una bellissima famiglia orgogliosa di me e così via.
Ho sempre creduto, forse erroneamente, che per raggiungere gli obiettivi bisognasse sacrificare tutto, anche la sanità mentale se necessario; e in un certo senso così è stato, dato che durante l'università non ho praticamente avuto esperienze di alcun genere oltre allo studio di enormi manuali. Ho sacrificato quasi tutte le uscite con gli amici (pur avendone), le relazioni sentimentali (mai avuto una relazione e ancora vergine), ho accumulato ansie e preoccupazioni dallo stress che poi mi hanno portato ad una grave forma di acne, che non ha fatto altro che diminuire la mia già assente autostima (portandomi anche alla depressione nel 2021), per fortuna ora guarita con la medicina.
Attualmente, raggiunto l'obiettivo dell'esame di Stato, mi sento praticamente perduto: sento che devo recuperare tutto nella vita e questo pensiero angosciante mi porta a e reagire impulsivamente in ogni cosa che faccio, o meglio ad una iperattività completamente nociva, che mi sta lentamente devastando psicologicamente e dalla quale non riesco ad uscire per colpa dei rimorsi (una sorta di apnea perenne). Tale atteggiamento si vede soprattutto nelle conoscenze con l'altro sesso degli ultimi tre anni: non provo reale interesse per alcuna ragazza e se porto avanti la frequentazione è solo per un egoistico bisogno di perdere il fardello della verginità. Oltre a ciò, il cambio di direzione nella mia carriera (ora lavoro come impiegato in una assicurazione, lavoro che mi soddisfa poco), se di certo mi permette di togliermi qualche sfizio economico dopo anni di "volontariato", viene da me interpretato come un mezzo fallimento con conseguente frustrazione, che a propria volta mi porta ad essere scontroso con tutti, anche con cui non ne ha merito come amici e famigliari. Del resto, anche se volessi mettermi in testa di provare la strada per magistratura, attualmente non ci riuscirei in quanto umanamente insostenibile a causa dei ritmi lavorativi.
Mi scuso per la lunghezza del testo ma volevo cercare semplicemente di essere il più chiaro possibile e rendere palese questa situazione "bloccante" in cui mi ritrovo, anche per chi mi legge.
Non nascondo che la problematica possa essere multifattoriale (bassa autostima, elevatissime ambizioni, severità estrema con me stesso e quant'altro, in un nodo difficile da sciogliere).
Ringrazio anticipatamente tutti i Professionisti che dovessero rispondermi.
Cordiali saluti.
Scrivo qui per esprimere un profondo malessere che oramai mi porto dietro da tre anni.
Sono un ragazzo di 27 anni e fino ad ora la vita mi ha dato tanto: una laurea in legge con lode, il titolo di avvocato, una bellissima famiglia orgogliosa di me e così via.
Ho sempre creduto, forse erroneamente, che per raggiungere gli obiettivi bisognasse sacrificare tutto, anche la sanità mentale se necessario; e in un certo senso così è stato, dato che durante l'università non ho praticamente avuto esperienze di alcun genere oltre allo studio di enormi manuali. Ho sacrificato quasi tutte le uscite con gli amici (pur avendone), le relazioni sentimentali (mai avuto una relazione e ancora vergine), ho accumulato ansie e preoccupazioni dallo stress che poi mi hanno portato ad una grave forma di acne, che non ha fatto altro che diminuire la mia già assente autostima (portandomi anche alla depressione nel 2021), per fortuna ora guarita con la medicina.
Attualmente, raggiunto l'obiettivo dell'esame di Stato, mi sento praticamente perduto: sento che devo recuperare tutto nella vita e questo pensiero angosciante mi porta a e reagire impulsivamente in ogni cosa che faccio, o meglio ad una iperattività completamente nociva, che mi sta lentamente devastando psicologicamente e dalla quale non riesco ad uscire per colpa dei rimorsi (una sorta di apnea perenne). Tale atteggiamento si vede soprattutto nelle conoscenze con l'altro sesso degli ultimi tre anni: non provo reale interesse per alcuna ragazza e se porto avanti la frequentazione è solo per un egoistico bisogno di perdere il fardello della verginità. Oltre a ciò, il cambio di direzione nella mia carriera (ora lavoro come impiegato in una assicurazione, lavoro che mi soddisfa poco), se di certo mi permette di togliermi qualche sfizio economico dopo anni di "volontariato", viene da me interpretato come un mezzo fallimento con conseguente frustrazione, che a propria volta mi porta ad essere scontroso con tutti, anche con cui non ne ha merito come amici e famigliari. Del resto, anche se volessi mettermi in testa di provare la strada per magistratura, attualmente non ci riuscirei in quanto umanamente insostenibile a causa dei ritmi lavorativi.
Mi scuso per la lunghezza del testo ma volevo cercare semplicemente di essere il più chiaro possibile e rendere palese questa situazione "bloccante" in cui mi ritrovo, anche per chi mi legge.
Non nascondo che la problematica possa essere multifattoriale (bassa autostima, elevatissime ambizioni, severità estrema con me stesso e quant'altro, in un nodo difficile da sciogliere).
Ringrazio anticipatamente tutti i Professionisti che dovessero rispondermi.
Cordiali saluti.
Gentilissimo buongiorno, da quanto ci racconta lei si è speso moltissimo per raggiungere determinati obiettivi, pensando che gli stessi sarebbero stati sufficienti a dare un senso alla sua vita. Oggi scopre che non è così e che al contrario, raggiungerli le ha fatto perdere di vista scopi e significati. Allora le chiedo, se avesse il potere di realizzare qualsiasi cosa per che cosa vorrebbe impegnarsi nella vita, che cosa avrebbe il potere di dare alla stessa valore e significato? Forse è questo senso che dovrebbe recuperare. Perso in obblighi, impegni e obiettivi oggi si ritrova perso senza una chiara meta che dia gioia e senso alla sua esistenza. Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a ritrovare chiarezza. Resto a disposizione se lo desidera e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
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Buonasera, apprezzo la lucidità della narrazione, tra le righe mi sembra emerga anche una grande stanchezza, magari legata all'impegnativo percorso che ha intrapreso. Concentrarsi sul recuperare quanto perduto non credo sia funzionale; credo invece sarebbe importante attraverso un percorso di ascolto di sè, comprendere come scrivere una nuova pagina della sua vita mettendosi al centro unitamente ai suoi desideri. Se vuole confrontarsi, può inviarmi un messaggio sul mio profilo. Un saluto
Gentile Utente, dalla lettura della sua domanda si evince una difficoltà ad intraprendere una direzione che la soddisfi. Pare dare una lettura della maggior parte delle azioni che compie - dall’intraprendere una vita sociale al non farlo, dal ricercare una relazione al non farlo, dall’ipoattività all’iperattività - in termini negativi. Vorrei domandarle: in quali di questi passaggi si sente più autentico? Da quanto tempo sperimenta l’apnea di cui ha parlato? La definirebbe anche un “pilota-automatico”? Sicuramente come Lei stesso dice l’origine del malessere per tutte e tutti è multifattoriale, motivo per cui quando sperimentiamo una sensazione di inadeguatezza va a “colpire” vari ambiti della nostra vita come lei stesso ha riportato (da quello lavorativo a quello relazionale). La consapevolezza di poter auspicare a una vita maggiormente orientata ai propri bisogni e che le procuri benessere e soddisfazione può diventare la giusta spinta per intraprendere un percorso di consapevolezza di sé. Cordialmente dott.ssa Furlani
Comprendo la sua situazione e le sfide che sta affrontando. Potrebbe essere utile esplorare la terapia individuale per affrontare le sue preoccupazioni riguardo alla bassa autostima, alle ansie e alla pressione eccessiva che sente di dover recuperare il tempo perduto. Un terapeuta potrebbe aiutarla a sviluppare strategie per gestire lo stress, migliorare l'autostima e affrontare le relazioni interpersonali in modo più sano. Consideri anche l'importanza di trovare un equilibrio tra il lavoro e la vita personale per favorire il suo benessere generale. Cordiali saluti
Gentile Utente,
mi colpiscono molto le sue parole: "la vita mi ha dato tanto". Di seguito scrive dei traguardi raggiunti, come se fossero stati perseguiti da una forza esterna da sé. Eppure come ben descrive è stato proprio lei ad insistere e a fare tanti sacrifici per poter portare a termine i suoi obiettivi. Leggo nelle sue parole una grande volontà e una importante forza d'animo, trovo comprensibile il fatto che ora si senta come svuotato e senza motivazione. Credo che anche negli altri aspetti più relazionali che descrive ci sia una forte necessità di pianificazione, potrebbe esplorare questo bisogno di razionalità con un professionista per capire come poter "lasciare andare" qualcosa, magari può aiutarla capire cosa le piace e cosa non le piace, prima di tutto e prima ancora di stabilire cosa dovrebbe e non dovrebbe fare. E' molto orientato al compito ma a volte può essere necessario concentrarsi solo sul viaggio e non sul traguardo. Resto a disposizione qualora abbia bisogno di una consulenza. Buona serata. Dott.ssa Silvia Giambrone
mi colpiscono molto le sue parole: "la vita mi ha dato tanto". Di seguito scrive dei traguardi raggiunti, come se fossero stati perseguiti da una forza esterna da sé. Eppure come ben descrive è stato proprio lei ad insistere e a fare tanti sacrifici per poter portare a termine i suoi obiettivi. Leggo nelle sue parole una grande volontà e una importante forza d'animo, trovo comprensibile il fatto che ora si senta come svuotato e senza motivazione. Credo che anche negli altri aspetti più relazionali che descrive ci sia una forte necessità di pianificazione, potrebbe esplorare questo bisogno di razionalità con un professionista per capire come poter "lasciare andare" qualcosa, magari può aiutarla capire cosa le piace e cosa non le piace, prima di tutto e prima ancora di stabilire cosa dovrebbe e non dovrebbe fare. E' molto orientato al compito ma a volte può essere necessario concentrarsi solo sul viaggio e non sul traguardo. Resto a disposizione qualora abbia bisogno di una consulenza. Buona serata. Dott.ssa Silvia Giambrone
Gentile utente, è da apprezzare il suo coraggio nell'esporre la propria sofferenza. Credo che sia lo stesso coraggio da quale può trarre energie per discriminare ciò a cui tiene veramente. E' possibile ipotizzare che molta della sua sofferenza derivi da una certa pressione sociale, non necessariamente presente in chi le è vicino, ma comunque da lei sentita (le chiamiamo credenze inconsce). Tenga conto che però ci sono alcuni individui a cui va bene un vestito già confezionato, mi passi la metafora. Invece altri hanno bisogno di cucirsi un abito sartoriale per far uscire la propria vocazione, magari è il suo caso. Se ci si lascia andare alla sofferenza può divenire una condanna, ma se si attua un percorso di autoriflessione può essere una grande opportunità. La psicoterapia può essere utile anche a sviluppare gli aspetti o talenti rimasti in ombra che provocano disagio, oltre che a fronteggiare i sintomi che descrive. Cordiali saluti. Dott. Samuele Bellagamba
Gentile utente buongiorno.
Il suo riassunto è estremamente lucido e complesso, e manifesta il bisogno di vivere una vita diversa dal punto di vista della realizzazione personale, della sfera socio-affettiva e della percezione del benessere. Ed è tutto assolutamente legittimo e perseguibile.
Per farlo è importante uscire da alcune abitudini e convenzioni che la tengono lontano da questi obiettivi. Per esempio la questione della verginità: se diventa un'aspettativa principale che va al di là della comunicazione, dell'empatia e dell'interesse verso l'altra persona, difficilmente sarà un desiderio appagante, anche quando accadrà di perderla. E' auspicabile, invece, che fare l'amore diventi una conseguenza di comportamenti e dinamiche di relazione che siano soddisfacenti e interessanti a prescindere dall'esito finale.
Dal quadro che ci presenta, mi sento di consigliarle un percorso psicologico di crescita personale. Un approccio che potrebbe catturare la sua attenzione è quello della Psicologia Positiva che consente alla persona di lavorare sulle sue potenzialità, e non sulle debolezze, di scoprire gli aspetti positivi del proprio carattere, di individuare quelle emozioni e quelle attività che possono restituire un vero senso di benessere interiore. Tale approccio vincola il cliente al presente e contribuisce a innalzare l'autostima e l'auto-efficacia, cioè la sensazione di avere le risorse necessarie per emergere. Inoltre, migliorerà la capacità di porsi obiettivi personali e di perseguirli attraverso un atteggiamento positivo e costruttivo. Anche sul piano relazionale si lavora sulla comunicazione consapevole, sulla capacità di ascoltare e di trasmettere o condividere le emozioni nel modo appropriato.
Se desidera avere altre informazioni a riguardo, non esiti a contattarmi, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Il suo riassunto è estremamente lucido e complesso, e manifesta il bisogno di vivere una vita diversa dal punto di vista della realizzazione personale, della sfera socio-affettiva e della percezione del benessere. Ed è tutto assolutamente legittimo e perseguibile.
Per farlo è importante uscire da alcune abitudini e convenzioni che la tengono lontano da questi obiettivi. Per esempio la questione della verginità: se diventa un'aspettativa principale che va al di là della comunicazione, dell'empatia e dell'interesse verso l'altra persona, difficilmente sarà un desiderio appagante, anche quando accadrà di perderla. E' auspicabile, invece, che fare l'amore diventi una conseguenza di comportamenti e dinamiche di relazione che siano soddisfacenti e interessanti a prescindere dall'esito finale.
Dal quadro che ci presenta, mi sento di consigliarle un percorso psicologico di crescita personale. Un approccio che potrebbe catturare la sua attenzione è quello della Psicologia Positiva che consente alla persona di lavorare sulle sue potenzialità, e non sulle debolezze, di scoprire gli aspetti positivi del proprio carattere, di individuare quelle emozioni e quelle attività che possono restituire un vero senso di benessere interiore. Tale approccio vincola il cliente al presente e contribuisce a innalzare l'autostima e l'auto-efficacia, cioè la sensazione di avere le risorse necessarie per emergere. Inoltre, migliorerà la capacità di porsi obiettivi personali e di perseguirli attraverso un atteggiamento positivo e costruttivo. Anche sul piano relazionale si lavora sulla comunicazione consapevole, sulla capacità di ascoltare e di trasmettere o condividere le emozioni nel modo appropriato.
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Gentile utente, una cosa che mi ha colpito di ciò che ha scritto è che finora "la vita" le ha dato tanto: da questa affermazione sembrerebbe quasi che lei non si attribuisca in alcun modo il merito dei suoi successi. Le auguro di fare un lavoro su di sè che le permetta di avere maggiore consapevolezza rispetto alle sue capacità e i suoi punti di forza. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla in questo passaggio e potrebbe essere utile anche per far fronte ai sintomi dell'ansia e, in generale, per imparare ad affrontare le avversità della vita in modo più funzionale. Deve avere pazienza e fiducia in se stesso e nelle sue risorse che sicuramente sono tantissime e preziose. Nella vita ha già raggiunto importanti traguardi, il primo passo è lavorare sul suo dialogo interno, imparare ad avere una comunicazione gentile con se stesso e ricca di rinforzi. E' importante che lei impari a riconoscere che è grazie alle sue capacità e qualità che è riuscito a raggiungere alcuni dei suoi obiettivi e sono le stesse capacità e qualità che le permetteranno di raggiungerne di nuovi in futuro. Le auguro di intraprendere un percorso che l'aiuti a lavorare sui suoi pensieri, ristrutturarli e acquisire maggiore fiducia in se stesso. La vita la affrontiamo grazie alle nostre risorse e se non siamo consapevoli delle risorse che abbiamo non ci sentiremo in grado di affrontare neanche il più piccolo ostacolo. Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla in questo processo di crescita. Talvolta dobbiamo avere il coraggio di ammettere che abbiamo bisogno di aiuto, cerchi un dialogo con i suoi familiari, con i suoi amici e gli dia la possibilità di aiutarlo e sostenerlo. Successivamente, sia dia la possibilità di cominciare un percorso che l'aiuti a "sbloccarsi", come ha detto lei. L'approccio cognitivo-comportamentale propone i trattamenti e le tecniche più efficaci per la gestione dell'ansia. Lei è giovane, ha tutta la vita davanti a sè e merita di viverla in uno stato di serenità e benessere. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Mi colpisce la tua lucidità e la tua capacità introspettiva e, nonostante siano due punti a sostegno di qualunque percorso con buona riuscita, mi chiedo se tu ti sia mai concesso con altrettanta libertà di dare spazio ai tuoi bisogni, oltre ai doveri che hai perseguito con rettitudine. Spero tu voglia considerare l'importanza di avere uno spazio in cui possa mostrare la tua umanità, sdoganato da dictat interiori, per essere semplicemente un uomo di 27 anni che forse, semplicemente, non si è mai ascoltato abbastanza. Se vuoi iniziare a farlo, ci sono. Un caro abbraccio.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, la ringrazio per averci raccontato la propria esperienza. La sua è un'analisi molto lucida della sua situazione attuale, comprendo la profondità della sofferenza che percepisce. Percepisco inoltre la sua curiosità psicologica, il desiderio di comprendere ed elaborare determinate dinamiche della propria vita in modo che questa possa diventare per lei degna di esser vissuta a pieno. Credo che si possa diventare sé stessi soltanto attraverso il confronto, il dialogo con l'altro e che questa possa essere una via per rivitalizzare alcuni aspetti della sua persona. Ciò che le posso consigliare è di iniziare un percorso psicologico che le restituisca tutto questo, dove possa sentirsi ascoltato e compreso e dove determinati aspetti del suo funzionamento possano perdere rigidità, in ottica di un benessere psicologico fondamentale per tutti noi. Resto a sua disposizione e la saluto cordialmente. Dott. Marco Squarcini
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
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Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso il suo quadro evidenziando diversi fattori, emerge sin da subito razionalità, intelligenza ed apertura dal suo testo, da non sottovalutare come risorse per un eventuale percorso. Nel suo testo emerge esplicitamente il desiderio e bisogno di condividere il proprio malessere e mi appare implicito il desiderio di gestire i sentimenti di sconforto, delusione, il sentirsi perso e tratti di appiattimento emotivo. Come ha evidenziato ci sarebbero più aspetti da snocciolare, che si manifestano in sintomi e comportamenti (come ad esempio nelle relazioni) non desiderati.
Sicuramente mi sento di consigliarle un percorso con un professionista che le permetta di far luce sulle dinamiche attinenti queste varie aree, con lo scopo di indagare quali meccanismi rigidi portano a queste conseguenze, cosa li attiva, quale sia la loro natura (pensieri, emozioni, sensazioni) e quindi quali strategie impostare per gestirli e tramutarli in stati e comportamenti funzionali.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Sicuramente mi sento di consigliarle un percorso con un professionista che le permetta di far luce sulle dinamiche attinenti queste varie aree, con lo scopo di indagare quali meccanismi rigidi portano a queste conseguenze, cosa li attiva, quale sia la loro natura (pensieri, emozioni, sensazioni) e quindi quali strategie impostare per gestirli e tramutarli in stati e comportamenti funzionali.
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Gli studi universitari possono assorbire talmente tanto per raggiungere l'obiettivo della laurea e nel Suo caso dell'Esame di Stato che si trascurano momenti di recupero che sono quelli di svago e di riposo. Non siamo macchine ma a volte ci trattiamo come fossimo macchine pretendendo il massimo da noi stessi, tralasciando le fondamentali relazioni affettive sia che siano di amicizia o intime. Ora Lei sembra si sia accorto di questa mancanza relazionale e in qualche modo emerge dalle Sue parole come un desiderio compulsivo di recuperare tutta quella parte che ha messo da parte durante gli anni di studi. Mi sento di suggerirle di intraprendere una strada di equilibrio per la Sua vita dove ci sia lavoro, studio, svago e affetti nelle giuste proporzioni. Altrimenti rischia di esagerare o in un senso o nell'altro e rimanere insoddisfatto della Sua vita. Se ha bisogno e lo desidera può prendere un appuntamento con me anche on line. Cordialmente. Dott.ssa Rosa Genovese
Gentile utente, grazie per aver condiviso questo momento difficile, oserei dire cruciale che, nonostante le difficoltà, potrebbe essere un ottimo punto di ripartenza. Da quello che dice sembra aver applicato una visione molto rigida alla sua vita, votandola ai soli doveri e ora, il resto della sua persona sta uscendo a reclamare la sua parte. Forse è giunto il momento di fermarsi a riflettere su ciò che desidera dalla vita, da tutti gli ambiti. è giusto godere dei suoi successi professionali a cui associarne altri. è il momento di chiarire come la può soddisfare e come arrivarci, iniziando a stilare i suoi bisogni e cosa significa per lei essere soddisfatto.
Spero di essere stata utile, resto a disposizione
Francesca Cilento
Spero di essere stata utile, resto a disposizione
Francesca Cilento
Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile. È comprensibile che il sacrificio e lo stress accumulati durante gli anni di studio abbiano influenzato la tua salute mentale e le tue relazioni. È importante ricordare che la tua salute e il tuo benessere sono fondamentali. Potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo per esplorare le tue aspettative e l'autostima, nonché per sviluppare strategie per affrontare i sentimenti di perdita e frustrazione. Prenditi il tempo per riflettere sulle tue priorità e trovare un equilibrio nella tua vita. Sono qui per rispondere a eventuali domande o chiarimenti che potresti avere.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile Utente, è sempre difficile sentire che dei giovani adulti che si sono appena avvicinati al mondo del lavoro possano sentirsi così tristi e frustrati. Come dice, le cause del suo malessere è probabile siano multifattoriali: ha passato una vita a rincorrere degli obiettivi lavorativi e di studio lasciando indietro dei piccoli pezzi di sé ed ora si ritrova in una situazione di "apnea perenne", come lei l'ha definita, nella quale sta cercando di posizionarsi all'interno del mondo (sia interiore che lavorativo).
Un aiuto sul fronte psicologico nel quale si fa un lavoro di ristrutturazione e focalizzazione sul sé potrebbero esserle molto utili per fare chiarezza e cominciare davvero a scrivere la sua storia di giovane adulto! Si ricordi che nulla è perduto.
Rimango a disposizione per tutto.
Un saluto, Dott.ssa Ludovica Artuso
Un aiuto sul fronte psicologico nel quale si fa un lavoro di ristrutturazione e focalizzazione sul sé potrebbero esserle molto utili per fare chiarezza e cominciare davvero a scrivere la sua storia di giovane adulto! Si ricordi che nulla è perduto.
Rimango a disposizione per tutto.
Un saluto, Dott.ssa Ludovica Artuso
Ciao. Grazie per aver condiviso il mondo che hai dentro e complimenti per la qualità di scrittura. Se dovesse servire sostegno psicologico mi trovi disponibile. Un primo punto sul quale riflettere che vorrei proporti è quello di non trasformare tutto in un obiettivo al quale arrivare col sacrificio e in modo molto vicino all'ossessione. Prendi il primo rapporto sessuale ad esempio. Dato a quel fatto valore 100, cosa ci starebbe a 10? Nella tue considerazioni, sicuramente un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta potrebbe essere molto utile. Se dovesse servire mi trovi disponibile.
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Carissimo, quella che ha qui condiviso racconta di una maratona davvero impegnativa, nella quale è stato costante, orientato all'obiettivo e determinato nel raggiungerlo. Sembra aver investito tutte le sue risorse verso un preciso scopo e, in effetti, questo investimento ha dato i suoi frutti sia in termini di riconoscimento e apprezzamento dei suoi cari, sia in termini di autorealizzazione di quanto si era prefigurato. Complimenti, per questo. Al contempo, lamenta una non piena soddisfazione nel suo attuale impiego e uno stato di iperattivazione costante, probabilmente figlio della mobilitazione di energie e risorse che ha dovuto adottare nel corso degli anni, e che può essere decelerato. Il corpo, forse per effetto di un meccanismo di somatizzazione, le dà (e le ha dato) dei segnali che qualcosa dovrebbe essere ascoltato e compreso con più attenzione. Il suo spessore cognitivo, l'età e la consapevolezza sono dalla sua parte: può davvero fare molto per "sbloccare" questa situazione! Questo, comporterà un altro tipo di investimento, che sembra non aver ancora fatto sino ad oggi, ovvero su se stesso e sul suo mondo emotivo e relazionale al quale, con una psicoterapia, potrebbe certamente rispondere. Abbia cura di sé. Un caro saluto
Buonasera, grazie di aver condiviso il suo malessere. Ci sono molti aspetti che rendono difficile questo momento della sua vita. Ci sono molte cose che è possibile imparare per affrontare diversamente la propria vita e raggiungere obiettivi e desideri, un percorso psicologico potrebbe davvero permettere di scoprire da dove originano tali difficoltà e quali modalità di gestione di tali difficoltà fanno al caso suo!
Resto a disposizione.
Resto a disposizione.
Buonasera,
sembra chiaro che lei abbia perso il contatto con la realtà e con il suo IO interiore, solo dopo aver ritrovato una sana relazione con se stesso potrà sicuramente abbracciare la sua sessualità. Le consiglio un percorso psicologico e sessuologico.
Può prendere appuntamento on line sulla mia agenda
cordiali Saluti
Dott.ssa Labriola Chiara Rita
sembra chiaro che lei abbia perso il contatto con la realtà e con il suo IO interiore, solo dopo aver ritrovato una sana relazione con se stesso potrà sicuramente abbracciare la sua sessualità. Le consiglio un percorso psicologico e sessuologico.
Può prendere appuntamento on line sulla mia agenda
cordiali Saluti
Dott.ssa Labriola Chiara Rita
Carissimo, comprendo il suo smarrimento nonostante i successi. Sacrificare la vita per gli obiettivi lascia un vuoto. Si sente perso, iperattivo, con difficoltà relazionali e frustrato professionalmente. Riconosce le cause come bassa autostima e severità verso sé stesso.
Come psicologa ad approccio neuropsicologico, le propongo un supporto mirato per:
Esplorare l'insoddisfazione nonostante i successi.
Riconnettersi ai bisogni emotivi trascurati.
Lavorare sull'autostima oltre i risultati.
Gestire l'iperattività e trovare equilibrio.
Comprendere le difficoltà relazionali.
Definire obiettivi di vita più equilibrati.
Affrontare la frustrazione professionale.
Per aiutarla brevemente: Quando ha iniziato a sentirsi "perso"? Quali paure ha nelle relazioni? Cosa le manca di più emotivamente? Come immagina una vita più appagante?
Se le va può rispondermi privatamente e se sente il bisogno di un supporto professionale, o se vuole semplicemente conoscerci meglio, sarò felice di offrirti una consulenza . Amo accompagnare le persone nel loro percorso di crescita e benessere, e sarei davvero contenta di poter aiutare chiunque senta il bisogno di un supporto in questo momento.
Come psicologa ad approccio neuropsicologico, le propongo un supporto mirato per:
Esplorare l'insoddisfazione nonostante i successi.
Riconnettersi ai bisogni emotivi trascurati.
Lavorare sull'autostima oltre i risultati.
Gestire l'iperattività e trovare equilibrio.
Comprendere le difficoltà relazionali.
Definire obiettivi di vita più equilibrati.
Affrontare la frustrazione professionale.
Per aiutarla brevemente: Quando ha iniziato a sentirsi "perso"? Quali paure ha nelle relazioni? Cosa le manca di più emotivamente? Come immagina una vita più appagante?
Se le va può rispondermi privatamente e se sente il bisogno di un supporto professionale, o se vuole semplicemente conoscerci meglio, sarò felice di offrirti una consulenza . Amo accompagnare le persone nel loro percorso di crescita e benessere, e sarei davvero contenta di poter aiutare chiunque senta il bisogno di un supporto in questo momento.
Stai attraversando un periodo davvero complesso, che ti sta mettendo a dura prova sia emotivamente sia nella visione che hai di te stesso. Hai raggiunto risultati importanti — una laurea in legge con lode, il titolo di avvocato, entrando nel mondo del lavoro con buone aspettative — ma per arrivarci hai imposto a te stesso sacrifici enormi: hai ridotto all’osso la vita sociale, hai limitato l’esplorazione di nuovi legami e interessi, e per anni ti sei chiesto se la strada fosse obbligatoriamente quella del sacrificio assoluto, anche a discapito della tua serenità.
Ora che hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissato dal punto di vista formale e professionale, però, ti ritrovi con una sensazione di vuoto, come se dentro te mancasse qualcosa, e questo pesa tantissimo. Ci si sente in svantaggio “sulla vita”, col desiderio a volte quasi compulsivo di recuperare tutto quello che – studiando e perfezionando te stesso – non hai potuto vivere. Diventa naturale vedere questa urgenza di recupero portarti verso reazioni impulsive o agitazione, invece che darti un autentico sollievo psicologico: ansia e sensazione di apnea, come racconti tu stesso. Può capitare allora di percepirsi anche delusi da cambi di direzione “meno ambiziosi” come quello della realtà assicurativa, vivendo nel pensiero fisso di dover essere sempre un passo avanti o “degno” di quello che si è costruito finora, senza potersi sentire mai pienamente soddisfatti.
Non voler più restare indietro ti porta talvolta a fare debordare le tue energie persino nelle relazioni, nel rapporto con altri ragazzi o ragazze, negli affetti e persino verso te stesso: come se avessi sempre l’ansia di perdere un altro treno, motivo per cui vivi ogni situazione come una gara da non perdere e rischi – per trovare qualcosa che ti appaghi, pur riconoscendo però che il piacere che provi è poca cosa e spesso ancora più effimero. La percezione del “dover recuperare” esperienza sembra invadere ogni area, pur non regalando un senso dimesso all’esistenza e – anzi – peggiorando la frustrazione esistenziale. L’insoddisfazione cresce e può renderti anche più irritabile e distante con chi ti vuole bene, creando un circuito interno di rimpianto per ciò che non hai vissuto e rimorso per com’è la situazione attuale.
Ti sei già dimostrato molto attento nell’osservare il funzionamento di questo meccanismo di perfezionismo estremo e di rigidità che auto-alimenta insoddisfazione e senso di fallimento. Hai una grande autoconsapevolezza rispetto alle origini di questo malessere multifattoriale: una combinazione di autostima fragile, ambizioni rigorosissime, rigidità verso te stesso e fatica da accumulo di sacrificio emotivo. A volte queste radici diventano nodi che rischiano di imprigionare presente e futuro. E, se questo stato si protrae, diventa difficile lasciar spazio a quella serenità autentica (e non quella, apparente, di un curriculum impeccabile), alla leggerezza e al piacere che fanno parte innanzitutto del nostro equilibrio psicologico.
Di fronte a questo blocco — che non riguarda il valore oggettivo dei tuoi risultati, ma la relazione che hai con te stesso — un cammino di psicologia potrebbe essere prezioso.
Con il supporto di un professionista potresti imparare a riformulare un nuovo rapporto con le aspettative, la motivazione e le emozioni che vivono al di sotto delle spinte realizzative: riscoprire, con il tempo e i giusti strumenti psicologici, la possibilità di scegliere anche altro dalla tua vita; accogliere un cambiamento di rotta senza viverlo come una sconfitta, esplorare la ricchezza delle esperienze quotidiane senza sentire sempre che qualcosa vale “solo se straordinario” o “all’altezza”.
Tu stesso ti accorgi che questo blocco non si risolve aggiungendo altro da “fare”, ma permettendoti di rivedere il modo in cui vivi e interpreti ciò che già c’è o che, sul fondo, davvero desideri. Questo lavoro richiede la stessa serietà, coraggio e determinazione che hai già messo in campo nello studio e nei traguardi professionali; questa volta, però, pienamente messi al servizio del benessere psichico e della realizzazione – in prima persona – extrascolastica, extradidattica, extralavorativa, di tutto quello che è “vita piena” a 27 anni.
Ora che hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissato dal punto di vista formale e professionale, però, ti ritrovi con una sensazione di vuoto, come se dentro te mancasse qualcosa, e questo pesa tantissimo. Ci si sente in svantaggio “sulla vita”, col desiderio a volte quasi compulsivo di recuperare tutto quello che – studiando e perfezionando te stesso – non hai potuto vivere. Diventa naturale vedere questa urgenza di recupero portarti verso reazioni impulsive o agitazione, invece che darti un autentico sollievo psicologico: ansia e sensazione di apnea, come racconti tu stesso. Può capitare allora di percepirsi anche delusi da cambi di direzione “meno ambiziosi” come quello della realtà assicurativa, vivendo nel pensiero fisso di dover essere sempre un passo avanti o “degno” di quello che si è costruito finora, senza potersi sentire mai pienamente soddisfatti.
Non voler più restare indietro ti porta talvolta a fare debordare le tue energie persino nelle relazioni, nel rapporto con altri ragazzi o ragazze, negli affetti e persino verso te stesso: come se avessi sempre l’ansia di perdere un altro treno, motivo per cui vivi ogni situazione come una gara da non perdere e rischi – per trovare qualcosa che ti appaghi, pur riconoscendo però che il piacere che provi è poca cosa e spesso ancora più effimero. La percezione del “dover recuperare” esperienza sembra invadere ogni area, pur non regalando un senso dimesso all’esistenza e – anzi – peggiorando la frustrazione esistenziale. L’insoddisfazione cresce e può renderti anche più irritabile e distante con chi ti vuole bene, creando un circuito interno di rimpianto per ciò che non hai vissuto e rimorso per com’è la situazione attuale.
Ti sei già dimostrato molto attento nell’osservare il funzionamento di questo meccanismo di perfezionismo estremo e di rigidità che auto-alimenta insoddisfazione e senso di fallimento. Hai una grande autoconsapevolezza rispetto alle origini di questo malessere multifattoriale: una combinazione di autostima fragile, ambizioni rigorosissime, rigidità verso te stesso e fatica da accumulo di sacrificio emotivo. A volte queste radici diventano nodi che rischiano di imprigionare presente e futuro. E, se questo stato si protrae, diventa difficile lasciar spazio a quella serenità autentica (e non quella, apparente, di un curriculum impeccabile), alla leggerezza e al piacere che fanno parte innanzitutto del nostro equilibrio psicologico.
Di fronte a questo blocco — che non riguarda il valore oggettivo dei tuoi risultati, ma la relazione che hai con te stesso — un cammino di psicologia potrebbe essere prezioso.
Con il supporto di un professionista potresti imparare a riformulare un nuovo rapporto con le aspettative, la motivazione e le emozioni che vivono al di sotto delle spinte realizzative: riscoprire, con il tempo e i giusti strumenti psicologici, la possibilità di scegliere anche altro dalla tua vita; accogliere un cambiamento di rotta senza viverlo come una sconfitta, esplorare la ricchezza delle esperienze quotidiane senza sentire sempre che qualcosa vale “solo se straordinario” o “all’altezza”.
Tu stesso ti accorgi che questo blocco non si risolve aggiungendo altro da “fare”, ma permettendoti di rivedere il modo in cui vivi e interpreti ciò che già c’è o che, sul fondo, davvero desideri. Questo lavoro richiede la stessa serietà, coraggio e determinazione che hai già messo in campo nello studio e nei traguardi professionali; questa volta, però, pienamente messi al servizio del benessere psichico e della realizzazione – in prima persona – extrascolastica, extradidattica, extralavorativa, di tutto quello che è “vita piena” a 27 anni.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e sincerità un vissuto così profondo e complesso. Già questo è un passo importante: riconoscere ciò che sente e dargli voce significa aprire uno spazio di consapevolezza da cui può prendere avvio un reale cambiamento.
Dalle sue parole emerge quanto negli anni abbia investito moltissimo nelle prestazioni e negli obiettivi, talvolta a costo della sua stessa serenità. Non è raro che persone molto capaci, motivate e perfezioniste crescano con l’idea che il valore personale dipenda quasi esclusivamente dal risultato: questo può portare a grandi successi, ma anche a una costante sensazione di rincorsa, di “non essere mai abbastanza”, fino a ritrovarsi — come descrive — svuotati, confusi e con la percezione di aver trascurato parti importanti della propria vita.
Il senso di smarrimento che sente oggi, dopo aver raggiunto obiettivi così significativi, non è un fallimento: è spesso il segnale che qualcosa dentro di lei sta chiedendo ascolto. Le sue emozioni — l’ansia, la frustrazione, la rabbia, l’impulso a “recuperare il tempo perduto” — non sono debolezze, ma indicatori di un disagio reale che merita attenzione e comprensione, non giudizio.
Anche il tema delle relazioni e della sessualità, vissuto come un fardello o un traguardo da “togliersi”, è molto più comune di quanto si immagini, soprattutto quando entrano in gioco bassa autostima, un passato di forte pressione e la paura di non essere “in pari” con gli altri. La sua difficoltà a provare reale interesse non significa che non sia capace di connessione: indica piuttosto che in questo momento è come se fosse ancora in “apnea”, impegnato principalmente a sopravvivere a una pressione interna enorme.
Riguardo al lavoro, è comprensibile provare frustrazione quando il percorso intrapreso non rispecchia pienamente i propri desideri. Tuttavia, interpretarlo come un “mezzo fallimento” rischia di aggravare la fatica che già sente. Ci sono fasi della vita in cui è necessario concedersi il diritto di esplorare, di fare scelte anche provvisorie, senza viversi ciascuna deviazione come una sconfitta personale.
La sensazione di nodo “difficile da sciogliere” che descrive è reale, e proprio per questo un percorso psicologico potrebbe esserle di grande aiuto: non per darle soluzioni rapide, ma per aiutarla a rimettere ordine nei suoi bisogni, alleggerire la severità con cui si giudica e costruire un modo più equilibrato e sostenibile di stare nel mondo e nelle relazioni. Non deve affrontare tutto questo da solo, né continuare a lasciare che la pressione interna la consumi.
Le assicuro che molte delle difficoltà che riporta possono essere affrontate e trasformate, e non definiscono in alcun modo il suo valore come persona. Lei ha già dimostrato una grande forza nel percorso fatto finora; ora può imparare a indirizzarla anche verso la cura di sé, non solo verso il rendimento.
Se lo desidera, rimango a disposizione per approfondire ed intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Le auguro con sincerità di poter ritrovare presto uno spazio di respiro e di equilibrio.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dalle sue parole emerge quanto negli anni abbia investito moltissimo nelle prestazioni e negli obiettivi, talvolta a costo della sua stessa serenità. Non è raro che persone molto capaci, motivate e perfezioniste crescano con l’idea che il valore personale dipenda quasi esclusivamente dal risultato: questo può portare a grandi successi, ma anche a una costante sensazione di rincorsa, di “non essere mai abbastanza”, fino a ritrovarsi — come descrive — svuotati, confusi e con la percezione di aver trascurato parti importanti della propria vita.
Il senso di smarrimento che sente oggi, dopo aver raggiunto obiettivi così significativi, non è un fallimento: è spesso il segnale che qualcosa dentro di lei sta chiedendo ascolto. Le sue emozioni — l’ansia, la frustrazione, la rabbia, l’impulso a “recuperare il tempo perduto” — non sono debolezze, ma indicatori di un disagio reale che merita attenzione e comprensione, non giudizio.
Anche il tema delle relazioni e della sessualità, vissuto come un fardello o un traguardo da “togliersi”, è molto più comune di quanto si immagini, soprattutto quando entrano in gioco bassa autostima, un passato di forte pressione e la paura di non essere “in pari” con gli altri. La sua difficoltà a provare reale interesse non significa che non sia capace di connessione: indica piuttosto che in questo momento è come se fosse ancora in “apnea”, impegnato principalmente a sopravvivere a una pressione interna enorme.
Riguardo al lavoro, è comprensibile provare frustrazione quando il percorso intrapreso non rispecchia pienamente i propri desideri. Tuttavia, interpretarlo come un “mezzo fallimento” rischia di aggravare la fatica che già sente. Ci sono fasi della vita in cui è necessario concedersi il diritto di esplorare, di fare scelte anche provvisorie, senza viversi ciascuna deviazione come una sconfitta personale.
La sensazione di nodo “difficile da sciogliere” che descrive è reale, e proprio per questo un percorso psicologico potrebbe esserle di grande aiuto: non per darle soluzioni rapide, ma per aiutarla a rimettere ordine nei suoi bisogni, alleggerire la severità con cui si giudica e costruire un modo più equilibrato e sostenibile di stare nel mondo e nelle relazioni. Non deve affrontare tutto questo da solo, né continuare a lasciare che la pressione interna la consumi.
Le assicuro che molte delle difficoltà che riporta possono essere affrontate e trasformate, e non definiscono in alcun modo il suo valore come persona. Lei ha già dimostrato una grande forza nel percorso fatto finora; ora può imparare a indirizzarla anche verso la cura di sé, non solo verso il rendimento.
Se lo desidera, rimango a disposizione per approfondire ed intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Le auguro con sincerità di poter ritrovare presto uno spazio di respiro e di equilibrio.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
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