Buon giorno dottori. Vi scrivo perché sto male per la mia persona, per me stessa, sono una persona i

24 risposte
Buon giorno dottori. Vi scrivo perché sto male per la mia persona, per me stessa, sono una persona irresponsabile nel senso che a volte non faccio ciò che deve essere fatto, anche col rischio di mettere in pericolo me stessa e gli altri e purtroppo mi è capitato di vedere che sono capace di farlo. Questo mi rende purtroppo anche egoista di conseguenza. Per fare un esempio me ne frego di salvare persone o animali che magari hanno una possibilità di essere salvati o anche me stessa, per esempio non mi sto dietro neanche a me, dovrei fare delle visite ma non le faccio col rischio di non sapere che cos'ho e col rischio di morire. Sono una persona inaffidabile. Sono sempre stata molto pigra e infatti questo non aiuta per esempio nelle faccende domestiche che dovrei fare per cercare di pulire bene le superfici per motivi importanti. Non capisco come si possa essere così menefreghisti. Questo mio modo di essere mi crea ovviamente dispiacere, malessere, ho paura della sofferenza che mi crea questa situazione e paura di non uscirne da questa depressione, oltre ad aver paura di diventare un'assassina (anche se in qualche modo io lo sono già perché non passa molta differenza a causa dei miei comportamenti). Che cosa dovrei fare, dovrei rivolgermi in un centro di salute mentale o potrei guarire da sola da tutto ciò? Grazie attendo risposte!!!
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, mi dispiace tanto per ciò che ha scritto. Da queste poche parole, si comprende tutto il dolore che ha. È sicuramente una situazione molto complessa, perché vedo che alcuni comportamenti si sono radicati negli anni ma con un supporto psicologico potrà tornare alla serenità. Se lo vorrà, potrò accompagnarla in questo percorso.
Le auguro il meglio!
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi

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Dott.ssa Rosa Genovese
Psicologo clinico, Psicologo
Ciampino
Salve, dalle Sue parole mi sembra di intuire che Lei sia tutt'altro che menefreghista, altrimenti non soffrirebbe così per i Suoi comportamenti che sicuramente hanno un significato che rimanda a un malessere profondo che Lei sta vivendo. Si faccia aiutare. In situazioni di particolare disagio è bene rivolgersi ad un professionista o a un Centro specializzato.
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, non ho sottolineato quanti aggettivi negativi ha utilizzato per descrivere se stessa, ma credo che siano tantissimi. Dietro queste sue parole c'è una sofferenza profonda, autosvalutazione continua, accuse, critiche e rimproveri. Non sappiamo i fatti della sua vita, ma è evidente questa parte di sè che si osserva, assiste immobile a quello che lei e fa e poi la distrugge. Da sola continuerebbe così, ha bisogno di un supporto psicologico. Può rivolgersi al centro di salute mentale oad un/una professionista.Ha fatto bene a scrivere, è il primo passo per uscire dall'isolamento. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, dalle sue poche parole si possono tirare molteplici conclusioni, ragionevolmente dovrebbe recarsi presso uno psicologo per affrontare un percorso diagnostico.Solo dopo sarà possibile decidere il da farsi.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, io credo che questa parziale consapevolezza possa essere utile per affrontare e risolvere il suo malessere. Da sola dubito che possa riuscire, penso che finirebbe per sentirsi incapace per tutti gli obiettivi che non riuscirebbe a realizzare. Penso sia proficuo evitare di giudicarsi e chiedere l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno,
gestire tutto ciò da sola per me è complicato. Ti consiglio di recarti in un CPS/ASL o in un consultorio se il tuo budget è minimo oppure da un collega privato, psicodinamico breve o cognitivo comportamentale. Potresti avere una flessione del tono dell'umore ma solo il collega potrà dirtelo. Mi piace la tua capacità di esprimere il tuo disagio. Sarà un buon punto di partenza quando incontrerai un collega. Forza!!
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
la mia indicazione sarebbe quella di intraprendere un percorso di psicoterapia, al fine di poter meglio esplorare il senso di malessere da cui è accompagnata.
Vedrà che con il tempo potrà aiutarla ad accrescere la conoscenza di sé e le sue consapevolezze.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver condiviso i tuoi sentimenti e preoccupazioni. È evidente che stai attraversando un periodo molto difficile e che sei consapevole dei comportamenti che ti causano disagio. Questa consapevolezza è un primo passo importante verso il cambiamento.
Sentirsi irresponsabili e inaffidabili può essere molto doloroso, e riconoscere questi sentimenti è già un segno di grande introspezione. È importante capire che questi comportamenti e sentimenti possono essere sintomi di qualcosa di più profondo, come la depressione o l’ansia, e non sono necessariamente una riflessione del tuo valore come persona.
Rivolgersi a un centro di salute mentale o a un professionista della salute mentale potrebbe essere molto utile. Un terapeuta può aiutarti a esplorare le radici di questi comportamenti e sentimenti, e a sviluppare strategie per affrontarli. La terapia può offrire uno spazio sicuro per parlare delle tue paure e preoccupazioni, e per lavorare su come migliorare la tua autostima e il tuo benessere generale.
Non devi affrontare tutto questo da sola. Cercare aiuto è un atto di coraggio e un passo importante verso la guarigione. Un professionista può aiutarti a capire meglio te stessa e a trovare modi per gestire i tuoi comportamenti in modo più sano e costruttivo. Ricorda che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza e determinazione a migliorare la tua vita.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, sono molto dispiaciuto per la sofferenza ed il malessere che riferisce di provare. Credo che un primo passo lo abbia fatto scrivendo questo breve messaggio, un piccolo passo verso un processo di comprensione, elaborazione e cambiamento di quegli aspetti della sua persona che le creano profondo disagio. Le consiglio in questo momento così complesso di rivolgersi ad un professionista, di intraprendere un percorso psicologico, così da non affrontare in solitudine le sue sofferenze.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno. Certo lei ha trovato molte accuse contro se stessa e chissà quante altre ne potrebbe trovare, se ce ne fossero.
"Guarire da sola" è una frase complessa e probabilmente poco realistica, dato che lei cerca quanto più possibile di accusarsi di ogni cosa indicibile.
Se lei desidera realmente farsi carico di qualcosa che la riguarda e che non è molto chiaro dalle sue parole, ritengo che sia meglio rivolgersi ad un professionista.
Per questo le propongo un primo colloquio online per cominciare ad approfondire.
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, noto rabbia verso se stessa. In realtà, la rabbia, come tutte le emozioni, se gestita bene da la forza all'azione, nel suo caso reagire.
Il fatto che lei nutra sfiducia vs se stessa non significa che gli operatori della salute mentale publica o privata, non siano disponibili ad aiutarla. Si ricordi che tutti abbiamo bisogno del prossimo e non c'è nulla di male. Si affidi. Cordiali saluti dottoressa Silvana Zito
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Gentile utente,
complimenti per le sue consapevolezze e la messa in discussione.
Amare se stessi è il primo passo da fare per poter esserci anche per il prossimo (compagno, famiglia, amici, animali).
Da soli diventa complicato, ma con l'aiuto di un professionista (psicoterapeuta) potrebbe trovare la chiave giusta nel mazzo e iniziare un nuovo cammino ricco di consapevolezze, risorse e punti di forza.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua situazione. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che la possa accompagnare in un percorso di sostegno. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
Dott. Matteo Guariso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Udine
Il tuo messaggio riflette un profondo disagio interiore e una lotta con te stessa che sembra essere diventata sempre più difficile da gestire. Le parole che usi, come "irresponsabile", "egoista" e "menefreghista", indicano un giudizio molto severo verso te stessa, che potrebbe essere sia una conseguenza della tua sofferenza che un fattore che la amplifica ulteriormente.

Dal punto di vista psicanalitico, è possibile che dietro a questi comportamenti che descrivi si nascondano emozioni e conflitti più profondi, che magari non sono ancora del tutto emersi alla coscienza. La tua difficoltà nel prenderti cura di te stessa e degli altri potrebbe essere legata a sentimenti di impotenza, bassa autostima o a un senso di colpa che ti paralizza, impedendoti di agire in modo costruttivo. Questi sentimenti potrebbero avere radici in esperienze passate che hanno influenzato il modo in cui percepisci te stessa e il tuo valore.

La paura di diventare un’assassina o di essere già responsabile di gravi danni a causa dei tuoi comportamenti è un segnale molto serio del livello di angoscia che stai vivendo. Questi pensieri possono essere molto spaventosi e portare a un’ulteriore chiusura in te stessa, rendendo ancora più difficile chiedere aiuto o trovare la motivazione per cambiare.

È importante che tu non affronti tutto questo da sola. La sofferenza che stai vivendo richiede attenzione e supporto, e un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare le radici di questi sentimenti, a capire perché ti senti così bloccata e a trovare modi per superare queste difficoltà. Rivolgersi a un centro di salute mentale o a un terapeuta potrebbe essere il primo passo per iniziare a capire meglio te stessa e a lavorare su questi aspetti della tua vita che ti stanno causando così tanto dolore.

Il fatto che tu stia cercando aiuto e che tu sia consapevole della tua situazione è un segnale positivo: significa che c’è una parte di te che desidera cambiare e guarire. Un professionista della salute mentale può offrirti uno spazio sicuro in cui esprimere le tue paure, esplorare i tuoi pensieri e comportamenti senza giudizio, e guidarti verso un percorso di guarigione e crescita.

È comprensibile che tu possa sentirti spaventata all’idea di affrontare tutto questo, ma ricordati che chiedere aiuto è un atto di forza e non di debolezza. Puoi iniziare parlando con un terapeuta, magari anche tramite un consulto online se preferisci un approccio più discreto o comodo. Insieme a un professionista, potrai lavorare per comprendere meglio te stessa e trovare nuovi modi per prenderti cura di te e degli altri, riducendo il senso di colpa e aumentando la tua capacità di affrontare la vita con maggiore serenità.

M.G.
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
È coraggioso riconoscere i propri comportamenti e desiderare un cambiamento. La tua autovalutazione riflette una profonda sofferenza interiore. Rivolgersi a un centro di salute mentale può essere un passo importante per comprendere meglio te stessa, affrontare le tue paure e costruire un percorso di guarigione. Il supporto professionale può aiutarti a sviluppare strategie per affrontare i tuoi schemi comportamentali. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Sonia Ghislanzoni
Psicologo, Psicologo clinico
Conegliano
Buonasera, mi spiace per la sua profonda sofferenza. Può rivolgersi a un centro di salute mentale della sua zona per effettuare un percorso su di se' per comprendere e affrontare la sua sofferenza e per una maggiore conoscenza e consapevolezza di se'. Un caro saluto. Dott.ssa Sonia Ghislanzoni.
Dott.ssa Evelina Andreeva
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Grazie per aver condiviso le sue preoccupazioni. Posso immaginare quanto difficile sia per lei affrontare queste emozioni e pensieri.
Dal suo messaggio emerge un forte senso di colpa e di autocritica. Si descrivi come irresponsabile, pigra e menefreghista, ma queste parole possono essere espressione di uno stato emotivo complesso e difficile.
Se queste sensazioni persistono e le creano sofferenza, potrebbe essere utile considerare l'idea dell'aiuto di un professionista.
La sua domanda su se rivolgersi a un centro di salute mentale è molto importante, potrebbe aiutarla a ricevere una diagnosi più chiara e un supporto personalizzato. Anche se la forza interiore è importante, guarire da situazioni di profondo malessere emotivo da soli può essere molto difficile.
Provi a impostare piccoli obiettivi quotidiani per se stessa, senza pressioni eccessive. Può trattarsi di cose molto semplici, come dedicare cinque minuti a una piccola attività domestica o prenotare una visita medica. A volte, la sensazione di sopraffazione può far sembrare anche le piccole azioni troppo difficili, ma piccoli passi possono fare una grande differenza.

Non sei "inaffidabile" o "menefreghista" come pensi di essere, ma stai attraversando una fase che merita attenzione e supporto.

Dott.ssa Evelina Andreeva
Dott.ssa Janira Marangi
Psicologo, Psicologo clinico
San Giorgio Ionico
Salve, innanzitutto desidero riconoscere il coraggio che ha nel condividere con noi queste difficoltà. Sentirsi intrappolati in un circolo di comportamenti che ci fanno sentire irresponsabili o incapaci di prenderci cura di noi stessi può essere estremamente doloroso e frustrante. È importante sapere che non è mai troppo tardi per fermarsi e cambiare, e che i sentimenti di impotenza che descrive sono molto più comuni di quanto si pensi. L’autocritica e il giudicarsi severamente, sebbene comprensibili, possono peggiorare la situazione, alimentando il malessere senza risolverlo. Mi sembra che la sua difficoltà sia legata a una sensazione di blocco o di procrastinazione, che la porta a non agire neppure per il suo bene. Il primo passo può essere proprio quello di riconoscere il malessere, senza giudicarsi, e da lì iniziare a lavorare su piccoli cambiamenti concreti. Se dovesse sentirsi pronta, mi sentirei di suggerirle un percorso con un professionista che possa supportarla in questo processo di cambiamento. A volte, parlare con un esperto e iniziare un percorso terapeutico è il passo fondamentale per uscire dalla solitudine che questi pensieri possono creare. Le auguro di trovare la serenità che sta cercando e di non lasciare che il malessere prenda il sopravvento, ma di vederlo come un segnale di cambiamento possibile.
Dott.ssa Janira Marangi
Dott.ssa Anna Asia Forino
Psicologo, Psicologo clinico
Trapani
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma la sua problematica, proverò a risponderle sulla base della sua breve descrizione. Dalle sue parole mi immagino che abbia difficoltà con l'assunzione di responsabilità: la responsabilità della propria salute e della propria cura, nonchè degli altri (per quanto possibile). Tuttavia, mi sembra di capire che tutto questo le generi una grande preoccupazione e paura. Le consiglierei di intraprendere un percorso con un professionista, al fine di comprendere quanto accade.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
È evidente che stai attraversando una fase di grande sofferenza emotiva e che hai bisogno di supporto, non solo per affrontare i tuoi pensieri, ma anche per comprendere meglio cosa sta succedendo dentro di te.
Quello che descrivi sembra, oltre che pesarti molto, alimentare un circolo di malessere e autosvalutazione. È importante sapere che non sei sola e che esistono percorsi che possono aiutarti a ritrovare un equilibrio.
Le difficoltà che riporti potrebbero essere legate a uno stato depressivo o a un blocco emotivo che ti impedisce di attivarti, e questo non significa che tu sia una persona "irrecuperabile". Al contrario, il fatto che tu sia consapevole e che tu stia cercando aiuto è già un primo passo importante.
Ti consiglio di rivolgerti a un professionista, come uno psicologo, per poter esplorare insieme cosa sta succedendo e trovare un percorso di cura adatto a te. È difficile "guarire da soli" quando ci si sente in questo modo, perché spesso questi stati d’animo ci bloccano ulteriormente. Con il giusto supporto, però, puoi comprendere meglio le tue emozioni e trovare strumenti per stare meglio. Se ti va posso accompagnarti in questo percorso
Buongiorno, per avere un quadro più chiaro della sua situazione attuale, bisogna necessariamente parlarne in consulenza, per avere dettagli e storia del soggetto per poter poi, esaminare e raccogliere i dati più importanti. Ha valutato l' idea di iniziare un percorso? Resto a sua disposizione.
Dott. Damiano Maccarri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno a lei, dalla situazione che mi descrive, si possono trarre alcune conclusioni preliminari senza eccessivo rischio di sbagliare: innanzi tutto lei non si vanta del suo comportamento, non ne è fiera, non ne vede il lato positivo con meccanismi di difesa d'occorrenza; questo è già moltissimo, mi creda. Implica che lei ha una forza del Sé (il Sé è ciò che lei chiama sé stessa, ovvero la sua identità) capace di sostenere difetti, errori e pericoli che ne derivano. Questo mi farebbe molto ben sperare, perché difendere i propri difetti non è qualcosa che si riesce a "correggere" con semplicità - e invece lei è già a buon punto. Inoltre si descrive come egoista, pigra, inaffidabile, irresponsabile e addirittura assassina; quest'ultimo aggettivo, che sia corretto o iperbolico, è durissimo per il giudizio che ha di sé stessa e per le implicazioni - e quando dice che ha paura della sofferenza che genera negli altri, del pericolo in cui li mette, è molto lucida e implicitamente già responsabile, di sicuro più di chi nega le conseguenze negative delle sue azioni (che lo renderebbero, rispetto a lei, completamente irresponsabile). Quindi io ridurrei di una frazione la sua irresponsabilità e sarei più ottimista per un eventuale ravvedimento comportamentale. Questo atteggiamento rende il suo comportamento distruttivo e auto-distruttivo "egodistonico", come se in lei ci fossero due personalità: la più forte che la spaventa, che prende il sopravvento e si comporta male - e quella più acerba, piccola e indifesa che non fa altro se non riconoscere il pericolo, in balìa dell'altra. Credo che questa analisi preliminare ci possa già preparare la "mappa" della sua personalità, per capire come eventualmente agire e quali passi intraprendere. Naturalmente, non penso che l'eventuale percorso psicologico che voglia intraprendere, a prescindere dal terapeuta, dal metodo e da tutto, si rivelerà facile; però bisogna comprendere molto bene i processi profondi che la invischiano in questi comportamenti e atteggiamenti, perché c'è il rischio - qui più che in altre situazioni - di sottovalutare la situazione, rinfrancati dalla sua lucida autocritica. Per questo motivo, le sconsiglio vivamente di cercare di uscirne da sola, ma di avvalersi dell'aiuto esterno e degli strumenti adeguati, poiché "fare da sola" implica semplicemente che non userà nessuno "strumento", mentre a lei spetta un ruolo di regia, di feedback attivo - non di tecnico puro, specialmente nel suo caso. Per concludere, ritengo che il nocciolo della questione e la possibili chiave di volta sia quella frase che lei ha già scritto: "Non capisco come si possa essere così menefreghisti". Lei non sa darsi una spiegazione e penso che questo sia un velo - il velo dell'inconsapevolezza - che nasconda dietro il possibile nodo da sciogliere. Forse c'è qualcosa in lei che non vuole riconoscere, di cui non vuole essere consapevole e forse è così perché le genererebbe sofferenza. La parte inconsapevole della sua mente la starebbe proteggendo dalla sofferenza ma, così facendo, farebbe emergere un "quasi-alter" (nevroticamente parlando) che prende il sopravvento. Io cercherei di capire, se se la sente, se ci possa essere stato un evento traumatico nella sua vita, qualcosa che minimizza forse, o che ricorda a malapena oppure che la lascia con un sospetto, un dubbio che sia successo qualcosa che non vuole ricordare. È una possibilità, naturalmente. Altrimenti, più che in ambito francamente traumatico o nevrotico, il problema potrebbe risiedere in ambito psicotico, il che cambierebbe radicalmente l'approccio da usare. Si tratta, ovviamente, di speculazioni verosimili, ma solo sapendone di più è possibile almeno darle un consiglio più fondato sulla natura del suo malessere. Mi faccia pure sapere se vuole e le porgo i miei migliori saluti e un in bocca al lupo. SI riguardi.

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