Vi scrivo perché sono giunta ad un capolinea emotivo. Sono una persona molto ottimista, grata e disc
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Vi scrivo perché sono giunta ad un capolinea emotivo. Sono una persona molto ottimista, grata e disciplinata..faccio sport, yoga e meditazione. Solo che ora nonostante il mio impegno per tenere il mio malessere sotto controllo, non ce la faccio davvero più. Nella mia vita, sta andando tutto a rotoli: non trovo lavoro nonostante i miei titoli ed il mio inviare cv ovunque ogni giorno, la mia famiglia (mio padre) è sommersa dai debiti tanto che ora mio padre vuole vedere la casa. La situazione è tesa a casa perché mio padre incolpa me e mia madre di tutto, dice che è colpa nostra sé ha fatto il mutuo, che è colpa nostra sé ora è tutto difficile. Mi incolpa perché non riesco a trovare lavoro. Il suo unico modo di comunicare è essere aggressivo verbalmente e basta. Io ci ho rinunciato e ora non gli parlo più perché non ne posso più del suo atteggiamento e di tutto il suo astio. La mia casa è così importante per me e l’idea di perderla mi fa molta tristezza..è il mio posto sicuro e mi sembra di aver perso tutto. A distanza di un anno, provo ancora malinconia per la fine della relazione con il mio ex, è finita male ed è stato un capitolo molto importante nella mia vita. Mi addosso tutte le colpe e mi pento di averlo lasciato in quel modo però le cose non stavano andando bene. Dopo mesi e mesi di apatia, mi sono invaghita di un uomo di 10 anni in più di me che palesemente mi usa e basta e sto male perché speravo che la cosa evolvesse mentre ora mi sono resa conto che non ho possibilità e questo mi lascia un dispiacere enorme. Ho un’autostima che fa schifo nonostante tutto il lavoro che cerco di fare su di me perché non appena vedo una ragazza che so che è andata a letto con l’uomo che mi piace (lui a quanto pare se le è fatte tutte in palestra) entro in un profondo senso di sconforto ed inadeguatezza. E mi viene da pensare “come può apprezzare di più me se può trovare molto di meglio”. Poi la storia con mio padre mi turba parecchio perché mi sento io la responsabile…mi sembra colpa mia il fatto che non abbiamo un rapporto decente, e se fossi io la cattiva della storia? Sono così confusa e irrequieta. Sicuramente c’è da dire che tra i due sono l’unica che riesce a prendersi un minimo di responsabilità. So solo che questa situazione in casa mi fa soffocare e vorrei solo andarmene via ma ora come ora non ho soldi per farlo. Sto lavorando ai miei progetti e sto cercando di trovare altri modi per guadagnare che non sia il classico lavoro da dipendente, io ce la sto mettendo tutta. So di avere le capacità ma la vita mi colpisce di continuo, non ho mai un colpo di fortuna e sto iniziando a perdere le forze emotive per far fronte a tutto
Gentile Buon pomeriggio,
Capisco quanto sia difficile per lei affrontare così tante sfide contemporaneamente. Le difficoltà con suo padre, la fine della relazione, la lotta per trovare lavoro e il senso di inadeguatezza che prova possono davvero minare la sua forza emotiva. La frustrazione e il sentirsi sopraffatta sono comprensibili, soprattutto quando non sembra esserci una via d’uscita.
Quello che mi colpisce è la sua capacità di prendersi responsabilità, anche se spesso si sente colpevole. La domanda che potrebbe aiutarla a riflettere è: come si sta costruendo la sua visione di sé in mezzo a tutto questo? Iniziare a esplorare queste emozioni potrebbe aiutarla a trovare nuovi modi per affrontare la situazione senza che queste difficoltà la definiscano completamente.
Se vuole, possiamo riflettere insieme su come gestire meglio queste emozioni. Un saluto.
Dr. Giorgio De Giorgi
Capisco quanto sia difficile per lei affrontare così tante sfide contemporaneamente. Le difficoltà con suo padre, la fine della relazione, la lotta per trovare lavoro e il senso di inadeguatezza che prova possono davvero minare la sua forza emotiva. La frustrazione e il sentirsi sopraffatta sono comprensibili, soprattutto quando non sembra esserci una via d’uscita.
Quello che mi colpisce è la sua capacità di prendersi responsabilità, anche se spesso si sente colpevole. La domanda che potrebbe aiutarla a riflettere è: come si sta costruendo la sua visione di sé in mezzo a tutto questo? Iniziare a esplorare queste emozioni potrebbe aiutarla a trovare nuovi modi per affrontare la situazione senza che queste difficoltà la definiscano completamente.
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Gentile utente, mi dispiace molto per ciò che sta attraversando e per la confusione che sembra vivere in questo periodo. A volte capita che, nell'affrontare delle questioni familiari difficili, come quelle di carattere economico, le relazioni tra i familiari si inaspriscano e si tenti di trovare una soluzione ricercando un "capro espiatorio". Le suggerisco di imparare a prendere le distanze da questa visione delle cose, le cose a volte sono più complesse di come appaiono e difficili da accettare. Sarebbe utile affrontare questi vissuti in terapia, in modo da lavorare sull'autostima e su come sta nelle relazioni: partire da questo può essere molto utile per trovare la giusta motivazione per riprendersi in mano la propria vita. Se lo vorrà, sono a sua disposizione anche online. Le auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Gentile utente grazie per la sua condivisione. Sta vivendo una situazione di grande sconforto ed amarezza. In questo momento sembra tutto andarle storto e non riesce a vedere nulla di buono all'orizzonte. Lei ha però una grande risorsa che è lei stessa. Lo scrive all'inizio: "sono una persona ottimista, grata e disciplinata" che fa "sport, yoga e meditazione". Questa è la sua risorsa ed è qui che deve cercare la forza per rialzarsi quando la vita la butta giù. Lo sta già facendo e lo comunica quando dice che sta "lavorando ai suoi progetti" e che non vuole fermarsi ad un lavoro da dipendente. Lei ha la forza, le energie e le capacità per uscirne. Sarebbe utile, però, in questo momento di debolezza emotiva richiedere l'aiuto di un professionista che la aiuti a ritrovare le energie "a riposo". Un percorso psicologico la aiuterebbe molto a risollevarsi e a ritrovare "l'ottimismo" che è in lei. Spero di esserle stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott. Stefano Recchia
Buongiorno, comprendo quanto questa situazione possa essere per lei difficile e faticosa. Le suggerirei sicuramente di iniziare un percorso psicologico che potrà aiutarla ad affrontare questo periodo complicato. Vista la sua situazione economica attuale, che le auguro possa migliorare al più presto, le consiglierei di informarsi sulla possibilità presso i consultori della sua zona se ci fosse la possibilità di fare un percorso completamente gratuito. Dott.ssa Susanna Scainelli
Buonasera signorina, la vita la sta mettendo seriamente alla prova e creda la sua situazione mi provoca reazioni controverse, ed è impossibile non avvertirle dalle sue righe. Tra i termini molto abusati in questi tempi, come a segnare le mode del momento, c'è quello di "resilienza". Nel suo inflazionarsi si è smarrito il suo nucleo autentico, ma è esattamente lì che lei si posiziona, o meglio, è da lì che in questo memento si sta allontanando. Sport, Yoga e meditazione sono ottimi coadiuvanti per scaricare stress e tensioni, la invito con forza a non abbandonare queste salubri abitudini. Primo consiglio: valuti quanto sia il caso di restare in quella palestra dove pratica anche quell'uomo incapace di vedere in lei quella robustezza che le fa tener sempre la schiena dritta, è possibile che cambiare ambiente, quantomeno, la può sollevare dalla tossicità di certe presenze. Secondo consiglio: perdoni e capisca suo padre, anche se so che è difficilissimo, e quando non ci riesce, lo ignori. Esca e si faccia due passi, scarichi la tensione col movimento, al limite, si abbandoni in un pianto dirotto, nell'abbraccio di un amico/a, e soprattutto, si autorizzi e non si faccia scrupoli a chiedere aiuto. La situazione nel prossimo futuro può prevedere cambiamenti, si prepari al fatto che il meglio di noi esce in simili situazioni (il qui presente ha cambiato 4 scuole elementari in 5 anni.... con un solo genitore, ora sono qui a scriverle) e soprattutto, anche se deve sopraffare la sua volontà, non perda di vista l'obiettivo: l'autonomia economica. Aggiunga se è il caso una lettera di presentazione, assieme al CV, e sappia che la candidatura spontanea fatta di persona ha sempre una marcia in più. Nel passaggio dei vari stadi della vita, può stare certa che non è il più intelligente, né il più forte a vincere la corsa, ma colui/colei che sa rispondere più velocemente ai cambiamenti. E si tranquillizzi del fatto che, piuttosto presto, i cambiamenti riguarderanno la maggior parte di noi. Allontani il capolinea emotivo, e non si scoraggi del fatto che la lotta può essere lunga, o se preferisce si scoraggi pure, ma l'indomani non smetta di muoversi nel mondo. Finché si muove, ci saranno opportunità. Con il massimo del mio incoraggiamento, le auguro una buona serata.
Mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo. È chiaro che stai affrontando un periodo estremamente difficile, in cui si intrecciano difficoltà familiari, economiche ed emotive. Nonostante tu stia mettendo tutto il tuo impegno nel prenderti cura di te stessa attraverso lo sport, la meditazione e la disciplina, è comprensibile che il peso di queste difficoltà sia diventato opprimente.
Le dinamiche familiari possono essere molto dolorose, soprattutto quando si riceve ingiustamente la colpa per situazioni che non dipendono da noi. È importante ricordare che le scelte di tuo padre non sono responsabilità tua e che il suo modo di comunicare, anche se difficile e ingiusto, non definisce il tuo valore. Allo stesso tempo, la perdita della casa rappresenta per te la paura di perdere il tuo rifugio sicuro, ed è naturale provare tristezza e senso di smarrimento.
Anche sul piano relazionale ed emotivo, mi sembra che tu stia attraversando una fase di grande debolezza. È normale sentirsi ancora legati al passato e avere momenti di insicurezza, soprattutto quando le esperienze sentimentali più recenti non hanno portato le soddisfazioni sperate. L'autostima può vacillare in queste situazioni, ma è fondamentale non misurare il proprio valore attraverso il confronto con gli altri o attraverso l'attenzione ricevuta dagli altri.
Il senso di confusione e irrequietezza che descrivi è il segnale che dentro di te c'è un forte bisogno di chiarezza e di supporto. Stai affrontando molte difficoltà contemporaneamente, e per quanto tu stai cercando di gestirle da sola, è assolutamente comprensibile che tu senta di non farcela più. Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato approfondire questi vissuti con l'aiuto di uno specialista, che possa consigliare un supporto concreto e aiutarti a ritrovare equilibrio e serenità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Le dinamiche familiari possono essere molto dolorose, soprattutto quando si riceve ingiustamente la colpa per situazioni che non dipendono da noi. È importante ricordare che le scelte di tuo padre non sono responsabilità tua e che il suo modo di comunicare, anche se difficile e ingiusto, non definisce il tuo valore. Allo stesso tempo, la perdita della casa rappresenta per te la paura di perdere il tuo rifugio sicuro, ed è naturale provare tristezza e senso di smarrimento.
Anche sul piano relazionale ed emotivo, mi sembra che tu stia attraversando una fase di grande debolezza. È normale sentirsi ancora legati al passato e avere momenti di insicurezza, soprattutto quando le esperienze sentimentali più recenti non hanno portato le soddisfazioni sperate. L'autostima può vacillare in queste situazioni, ma è fondamentale non misurare il proprio valore attraverso il confronto con gli altri o attraverso l'attenzione ricevuta dagli altri.
Il senso di confusione e irrequietezza che descrivi è il segnale che dentro di te c'è un forte bisogno di chiarezza e di supporto. Stai affrontando molte difficoltà contemporaneamente, e per quanto tu stai cercando di gestirle da sola, è assolutamente comprensibile che tu senta di non farcela più. Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato approfondire questi vissuti con l'aiuto di uno specialista, che possa consigliare un supporto concreto e aiutarti a ritrovare equilibrio e serenità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Posso sentire quanto questa situazione sia pesante per lei, quanto stia cercando di fare del suo meglio nonostante si senta sopraffatta dagli eventi. Da quello che racconta, emerge con forza la sua capacità di resilienza: nonostante tutte le difficoltà, continua a lottare, a impegnarsi, a cercare soluzioni. Eppure, la sensazione che descrive è quella di trovarsi in un vicolo cieco, come se qualsiasi sforzo fosse inutile, come se ogni direzione portasse solo a nuova frustrazione. Questo senso di impotenza è uno dei fattori che più contribuiscono a quel senso di malessere e sfinimento emotivo che sta vivendo. Quando tutto sembra andare storto, quando le certezze vengono meno, è normale sentirsi esausti, come se il proprio impegno non portasse alcun risultato. Il primo passo, però, è riconoscere che questa percezione non è necessariamente un riflesso oggettivo della realtà, ma può essere influenzata dallo stato emotivo con cui guarda alla sua situazione. Il suo senso di fallimento e inadeguatezza non nasce dal fatto che non sta facendo abbastanza, ma da come sta interpretando le difficoltà. Sta attraversando una tempesta, ma questo non significa che sia lei ad aver sbagliato rotta o che sia destinata a non farcela. Il suo rapporto con suo padre sembra essere una delle fonti principali di sofferenza. Essere costantemente incolpati, sentirsi responsabili di qualcosa che in realtà non dipende da lei, può generare un senso profondo di ingiustizia e frustrazione. La rabbia e l’aggressività di suo padre probabilmente derivano dalla sua stessa incapacità di gestire il fallimento e la paura del futuro, e le sue accuse nei suoi confronti sono più un riflesso del suo disagio che una reale attribuzione di colpa. Questo, ovviamente, non significa che il dolore che prova sia meno valido. Il bisogno di prendere le distanze è comprensibile, e può essere anche una scelta necessaria per proteggere il suo equilibrio emotivo. La perdita della casa, che per lei rappresenta un rifugio sicuro, è un'altra ferita profonda. È normale sentire un senso di smarrimento all’idea di perdere ciò che le ha dato stabilità. Anche in questo caso, però, è importante ricordare che la sua sicurezza non è legata solo alle mura di quella casa, ma alla capacità che ha di costruire, ovunque si trovi, un posto in cui sentirsi bene. Anche il suo vissuto affettivo sembra essere segnato da una profonda insicurezza. La relazione con il suo ex è terminata, ma continua a portarne il peso. Il dolore per una storia importante non si dissolve facilmente, e il senso di colpa che prova è un segnale del suo bisogno di trovare un significato a quanto accaduto. Ora, la sua attenzione si è spostata su un uomo che, come ha intuito, non le sta offrendo ciò di cui ha bisogno. Il confronto con altre donne amplifica la sua insicurezza e la porta a svalutarsi, come se il valore che ha dipendesse dallo sguardo di questa persona. Il problema non è tanto il fatto che lui possa avere altre possibilità, ma il modo in cui questo la fa sentire. Quando l’autostima è fragile, è facile cercare conferme all’esterno, ma questo la rende vulnerabile al giudizio degli altri. La stanchezza emotiva che sente non è un segno di debolezza, ma una reazione comprensibile a tutto quello che sta affrontando. Nessuno può reggere all’infinito senza avere una pausa, senza avere uno spazio di respiro. È importante, adesso, ridefinire le sue priorità: cosa può controllare e cosa no? Su cosa vale la pena investire energie e cosa, invece, è solo un peso che non le appartiene? Un approccio che potrebbe aiutarla è quello di scomporre i problemi in parti più gestibili. Invece di guardare alla situazione nel suo insieme, che appare opprimente, provi a concentrarsi su un passo alla volta. Cosa può fare oggi per migliorare, anche solo di poco, il suo benessere? Potrebbe essere utile anche lavorare sulla gestione dei pensieri automatici negativi, che spesso contribuiscono a mantenere questa sensazione di impotenza. Se ogni difficoltà viene interpretata come una prova del fatto che non ce la farà, il carico emotivo diventa insostenibile. Infine, non deve affrontare tutto da sola. Se non ha ancora considerato un percorso di supporto psicologico, potrebbe essere il momento di farlo. Avere uno spazio in cui poter elaborare queste emozioni, in cui poter imparare strumenti per gestire l’ansia e la frustrazione, potrebbe fare la differenza. Il fatto che stia scrivendo qui dimostra che ha già dentro di sé la spinta per cercare aiuto e per trovare una via d’uscita. Nonostante tutto, sta continuando a lottare. Questo significa che non si è arresa, e questa è la sua più grande forza. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Buonasera,
grazie della sua condivisione.
Effettivamente emerge dal suo scritto molto "caos". Ha mai fatto un percorso di psicoterapia? il mio approccio è SISTEMICO RELAZIONALE, indaga cioè il malessere tenendo conto della storia familiare dell'individuo, dei MITI e COPIONI familiari che si ripetono nelle generazioni (anche con il suo opposto).
Sono ESPERTA DI RELAZIONI DISFUNZIONALI ed EMDR Europe Practitioner (mi occupo di situazioni traumatiche).
A disposizione. In bocca al lupo!
grazie della sua condivisione.
Effettivamente emerge dal suo scritto molto "caos". Ha mai fatto un percorso di psicoterapia? il mio approccio è SISTEMICO RELAZIONALE, indaga cioè il malessere tenendo conto della storia familiare dell'individuo, dei MITI e COPIONI familiari che si ripetono nelle generazioni (anche con il suo opposto).
Sono ESPERTA DI RELAZIONI DISFUNZIONALI ed EMDR Europe Practitioner (mi occupo di situazioni traumatiche).
A disposizione. In bocca al lupo!
Cara utente,
da quello che scrive emerge quanto lei stia lottando per mantenere un equilibrio, nonostante le difficoltà, il suo impegno nel prendersi cura di sé stessa dimostra forza e resilienza. Sono tanti gli aspetti su cui sarebbe utile riflettere e lavorare: "Si sente responsabile per il comportamento di suo padre e per la situazione economica della sua famiglia ma quanto di questo peso è realmente suo?" - "Si misura attraverso lo sguardo degli altri: il padre che la giudica, il ragazzo che la usa, il confronto con altre ragazze. Ma cosa pensa lei di sé stessa, al di là del giudizio esterno?" - "Si sente bloccata dal passato (la fine della relazione con il suo ex), mentre il presente (la frequentazione con l’uomo della palestra) le porta solo sofferenza. Quali sono i bisogni emotivi che cerca di colmare attraverso queste relazioni?". Forse, in questo momento, più che cercare soluzioni immediate, potrebbe esserle utile uno spazio di ascolto e riflessione, per esplorare questi vissuti senza sentirsi sola o giudicata. Un grosso in bocca al lupo.
Psicologa - Maria Francesca Cusmano
da quello che scrive emerge quanto lei stia lottando per mantenere un equilibrio, nonostante le difficoltà, il suo impegno nel prendersi cura di sé stessa dimostra forza e resilienza. Sono tanti gli aspetti su cui sarebbe utile riflettere e lavorare: "Si sente responsabile per il comportamento di suo padre e per la situazione economica della sua famiglia ma quanto di questo peso è realmente suo?" - "Si misura attraverso lo sguardo degli altri: il padre che la giudica, il ragazzo che la usa, il confronto con altre ragazze. Ma cosa pensa lei di sé stessa, al di là del giudizio esterno?" - "Si sente bloccata dal passato (la fine della relazione con il suo ex), mentre il presente (la frequentazione con l’uomo della palestra) le porta solo sofferenza. Quali sono i bisogni emotivi che cerca di colmare attraverso queste relazioni?". Forse, in questo momento, più che cercare soluzioni immediate, potrebbe esserle utile uno spazio di ascolto e riflessione, per esplorare questi vissuti senza sentirsi sola o giudicata. Un grosso in bocca al lupo.
Psicologa - Maria Francesca Cusmano
Salve,
La ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. Posso sentire il peso che sta portando sulle spalle, la fatica di cercare di tenere tutto insieme nonostante le difficoltà.
La sofferenza che sta vivendo è reale e merita ascolto. La situazione familiare, la precarietà lavorativa, la perdita di punti di riferimento importanti: tutto questo sta richiedendo molto a livello emotivo. Comprendo anche il senso di colpa e di inadeguatezza che prova, ma vorrei ricordarle che non tutto ciò che sta accadendo dipende da lei, e questo non significa che sia colpa sua.
Si sta impegnando tanto, sta cercando nuove strade e non si è arresa. Anche il solo fatto di aver scritto questo messaggio dimostra una grande consapevolezza e il desiderio di prendersi cura di sé. Questo è già un passo prezioso e rivela che dentro di lei ci sono risorse importanti da cui ripartire.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche e ad ampliare il suo repertorio di strategie per affrontarle con maggiore efficacia. Se lo desidera, possiamo esplorare insieme queste emozioni e creare uno spazio in cui possa sentirsi accolta, senza il peso di dover gestire tutto da sola.
Un caro saluto, Dott.ssa Stella Gelli
La ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. Posso sentire il peso che sta portando sulle spalle, la fatica di cercare di tenere tutto insieme nonostante le difficoltà.
La sofferenza che sta vivendo è reale e merita ascolto. La situazione familiare, la precarietà lavorativa, la perdita di punti di riferimento importanti: tutto questo sta richiedendo molto a livello emotivo. Comprendo anche il senso di colpa e di inadeguatezza che prova, ma vorrei ricordarle che non tutto ciò che sta accadendo dipende da lei, e questo non significa che sia colpa sua.
Si sta impegnando tanto, sta cercando nuove strade e non si è arresa. Anche il solo fatto di aver scritto questo messaggio dimostra una grande consapevolezza e il desiderio di prendersi cura di sé. Questo è già un passo prezioso e rivela che dentro di lei ci sono risorse importanti da cui ripartire.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche e ad ampliare il suo repertorio di strategie per affrontarle con maggiore efficacia. Se lo desidera, possiamo esplorare insieme queste emozioni e creare uno spazio in cui possa sentirsi accolta, senza il peso di dover gestire tutto da sola.
Un caro saluto, Dott.ssa Stella Gelli
Mi dispiace davvero tanto sentire che ti stai trovando in una situazione così difficile. Capisco quanto il tuo impegno, il lavoro su di te e le tue qualità non stiano portando i risultati sperati, e quanto possa essere faticoso quando tutto sembra andare contro di te nonostante gli sforzi. Hai già fatto tante cose per gestire la situazione, come praticare sport, yoga e meditazione, ma non sempre le difficoltà esterne scompaiono solo con il lavoro su se stessi.
La tua esperienza con il tuo ex, la relazione con tuo padre e la difficoltà a trovare un lavoro sembrano crearti una sensazione di impotenza e frustrazione. La colpa che senti, il senso di inadeguatezza che scatta quando vedi che altre persone sembrano avere ciò che desideri, può essere davvero pesante. Ma il fatto che tu riesca comunque a rimanere in piedi e a cercare soluzioni dimostra una grande forza, anche se ora è difficile vederla.
Hai già fatto dei passi importanti nel prenderti cura di te stessa e cercare di migliorare la tua situazione. Per quanto riguarda il lavoro, a volte può sembrare che non ci siano risposte o che il mondo non stia rispondendo ai tuoi sforzi, ma a volte anche la perseveranza a lungo termine porta a risultati. Nel frattempo, potresti valutare di dedicare un po’ di tempo a parlare con un professionista, come un terapeuta, per esplorare più in profondità il tuo malessere emotivo, la sensazione di colpa nei confronti di tuo padre, e per cercare di elaborare questi pesi in modo più sano.
Forse, facendo un passo indietro, potresti anche cercare di comprendere meglio che l'autostima non si costruisce solo attraverso la realizzazione esterna, ma anche attraverso l'accettazione di sé, senza doversi confrontare continuamente con gli altri. Ti consiglio di essere gentile con te stessa e di non giudicarti troppo severamente per non aver potuto risolvere tutto da sola. Come ti senti riguardo a parlarne con qualcuno, magari anche in modo più profondo, come ad esempio un terapeuta che potrebbe accompagnarti in questo percorso di auto-riflessione e crescita?
Un caro saluto
Dott.ssa Noretta Lazzeri
La tua esperienza con il tuo ex, la relazione con tuo padre e la difficoltà a trovare un lavoro sembrano crearti una sensazione di impotenza e frustrazione. La colpa che senti, il senso di inadeguatezza che scatta quando vedi che altre persone sembrano avere ciò che desideri, può essere davvero pesante. Ma il fatto che tu riesca comunque a rimanere in piedi e a cercare soluzioni dimostra una grande forza, anche se ora è difficile vederla.
Hai già fatto dei passi importanti nel prenderti cura di te stessa e cercare di migliorare la tua situazione. Per quanto riguarda il lavoro, a volte può sembrare che non ci siano risposte o che il mondo non stia rispondendo ai tuoi sforzi, ma a volte anche la perseveranza a lungo termine porta a risultati. Nel frattempo, potresti valutare di dedicare un po’ di tempo a parlare con un professionista, come un terapeuta, per esplorare più in profondità il tuo malessere emotivo, la sensazione di colpa nei confronti di tuo padre, e per cercare di elaborare questi pesi in modo più sano.
Forse, facendo un passo indietro, potresti anche cercare di comprendere meglio che l'autostima non si costruisce solo attraverso la realizzazione esterna, ma anche attraverso l'accettazione di sé, senza doversi confrontare continuamente con gli altri. Ti consiglio di essere gentile con te stessa e di non giudicarti troppo severamente per non aver potuto risolvere tutto da sola. Come ti senti riguardo a parlarne con qualcuno, magari anche in modo più profondo, come ad esempio un terapeuta che potrebbe accompagnarti in questo percorso di auto-riflessione e crescita?
Un caro saluto
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Buonasera, mi dispiace molto per la sua situazione. Le consiglio un percorso di sostegno psicologico e, se non avesse possibilità economiche, di rivolgersi al Consultorio Familiare della sua città, per un consulto gratuito. Cordiali saluti.
Buonasera, mi spiace leggere di quanto è scoraggiata e sotto stress emotivo relazionale. Sicuramente una psicoterapia le potrebbe essere di grande supporto. Le consiglierei l'approccio sistemico-relazionale e il trattamento con l'EMDR, utile per eliminare le credenze negative che la bloccano per uno slancio positivo. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Grazie per aver condiviso tutto questo, capisco quanto si senta stanca e sopraffatta. Sta affrontando molte sfide contemporaneamente, e il fatto che nonostante tutto continui a impegnarsi dimostra una grande forza interiore.
Non è colpa sua se la situazione familiare è tesa o se il lavoro tarda ad arrivare. Le difficoltà economiche e relazionali possono far sentire impotenti, ma non definiscono il suo valore né le sue capacità. Anche il dolore per la fine della relazione e il dispiacere per un coinvolgimento non ricambiato sono esperienze che, per quanto dure, non la rendono meno degna di essere amata e rispettata.
Forse il primo passo è alleggerirsi del senso di colpa: non è lei la "cattiva della storia", né è giusto che porti sulle spalle il peso di tutto. Ha mai pensato di cercare un supporto psicologico per avere uno spazio sicuro in cui elaborare tutto questo? Non deve affrontare tutto da sola.
Non è colpa sua se la situazione familiare è tesa o se il lavoro tarda ad arrivare. Le difficoltà economiche e relazionali possono far sentire impotenti, ma non definiscono il suo valore né le sue capacità. Anche il dolore per la fine della relazione e il dispiacere per un coinvolgimento non ricambiato sono esperienze che, per quanto dure, non la rendono meno degna di essere amata e rispettata.
Forse il primo passo è alleggerirsi del senso di colpa: non è lei la "cattiva della storia", né è giusto che porti sulle spalle il peso di tutto. Ha mai pensato di cercare un supporto psicologico per avere uno spazio sicuro in cui elaborare tutto questo? Non deve affrontare tutto da sola.
Gentile utente, la sua lettera trasmette un forte senso di dolore e frustrazione, ma anche una notevole forza interiore. È evidente che sta attraversando un periodo estremamente difficile, ma la sua determinazione e la sua resilienza sono qualità preziose che la aiuteranno a superare questa fase.
Non si lasci sopraffare dal senso di colpa. Le dinamiche familiari sono complesse e spesso non sono attribuibili a un singolo individuo. Suo padre sta affrontando una situazione difficile e potrebbe proiettare le sue frustrazioni su di lei e sua madre. Tuttavia, questo non significa che lei sia responsabile dei suoi problemi.
Riconosca il suo valore. Non permetta che le sue esperienze negative, sia in ambito lavorativo che relazionale, minino la sua autostima. Lei è una persona capace e meritevole, il fatto che un uomo non la apprezzi non significa che lei non sia degna di essere apprezzata.
Si concentri sulle sue risorse. Lei è una persona disciplinata, ottimista e determinata. Queste sono qualità fondamentali per superare le avversità. Continui a coltivare le sue passioni, a prendersi cura di sé e a perseguire i suoi obiettivi.
Cerchi supporto. Non deve affrontare tutto questo da sola. Si appoggi ai suoi amici, alla sua famiglia (se possibile) o a un professionista della salute mentale. Parlare dei suoi problemi può aiutarla a sentirsi meno sola e a trovare nuove prospettive.
Si dia tempo. La guarigione emotiva richiede tempo e pazienza. Non si aspetti di superare tutto da un giorno all'altro. Si concentri sui piccoli passi. Anche nei momenti più bui, è importante mantenere viva la speranza. La vita è piena di alti e bassi, e dopo ogni tempesta arriva sempre il sole.
Lei è più forte di quanto pensi, e già dimostrato di avere la capacità di superare le difficoltà, creda in se stessa e nelle sue capacità.
Si ricordi che non è sola. Molte persone affrontano sfide simili. Si permetta di essere vulnerabile e di chiedere aiuto quando ne ha bisogno. Non lasci che le circostanze attuali definiscano il suo futuro. Lei ha il potere di creare la vita che desidera.
Si prenda cura di sé. In questo momento difficile, è fondamentale prendersi cura del suo benessere fisico ed emotivo. Continui a fare sport, yoga e meditazione. Si conceda momenti di relax e di svago.
Si concentri su ciò che può controllare. Non può controllare le azioni degli altri o le circostanze esterne. Tuttavia, può controllare le sue reazioni e le sue scelte. Si concentri su ciò che può fare per migliorare la sua situazione.
Le invio un cordiale saluto
Non si lasci sopraffare dal senso di colpa. Le dinamiche familiari sono complesse e spesso non sono attribuibili a un singolo individuo. Suo padre sta affrontando una situazione difficile e potrebbe proiettare le sue frustrazioni su di lei e sua madre. Tuttavia, questo non significa che lei sia responsabile dei suoi problemi.
Riconosca il suo valore. Non permetta che le sue esperienze negative, sia in ambito lavorativo che relazionale, minino la sua autostima. Lei è una persona capace e meritevole, il fatto che un uomo non la apprezzi non significa che lei non sia degna di essere apprezzata.
Si concentri sulle sue risorse. Lei è una persona disciplinata, ottimista e determinata. Queste sono qualità fondamentali per superare le avversità. Continui a coltivare le sue passioni, a prendersi cura di sé e a perseguire i suoi obiettivi.
Cerchi supporto. Non deve affrontare tutto questo da sola. Si appoggi ai suoi amici, alla sua famiglia (se possibile) o a un professionista della salute mentale. Parlare dei suoi problemi può aiutarla a sentirsi meno sola e a trovare nuove prospettive.
Si dia tempo. La guarigione emotiva richiede tempo e pazienza. Non si aspetti di superare tutto da un giorno all'altro. Si concentri sui piccoli passi. Anche nei momenti più bui, è importante mantenere viva la speranza. La vita è piena di alti e bassi, e dopo ogni tempesta arriva sempre il sole.
Lei è più forte di quanto pensi, e già dimostrato di avere la capacità di superare le difficoltà, creda in se stessa e nelle sue capacità.
Si ricordi che non è sola. Molte persone affrontano sfide simili. Si permetta di essere vulnerabile e di chiedere aiuto quando ne ha bisogno. Non lasci che le circostanze attuali definiscano il suo futuro. Lei ha il potere di creare la vita che desidera.
Si prenda cura di sé. In questo momento difficile, è fondamentale prendersi cura del suo benessere fisico ed emotivo. Continui a fare sport, yoga e meditazione. Si conceda momenti di relax e di svago.
Si concentri su ciò che può controllare. Non può controllare le azioni degli altri o le circostanze esterne. Tuttavia, può controllare le sue reazioni e le sue scelte. Si concentri su ciò che può fare per migliorare la sua situazione.
Le invio un cordiale saluto
Buongiorno, potrebbe affrontare queste sue difficoltà all'interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo un percorso psicologico potrebbe offrirle. L aiuto di uno specialista con il tempo la aiuterebbe ad uscire da una situazione di blocco come quella da lei descritta. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Mi dispiace molto per tutto quello che stai vivendo in questo momento. Capisco quanto possa essere difficile affrontare simultaneamente più sfide emotive, familiari e professionali, soprattutto quando ti sembra che i tuoi sforzi non vengano ricompensati. È importante che tu riconosca il coraggio che stai mostrando, anche quando ti sembra di non farcela più. Scrivere questo è un primo passo significativo, perché riconoscere il malessere è il primo passo per trovare un modo per affrontarlo.
Il malessere che descrivi sembra derivare da diverse fonti, che si intrecciano creando una pressione emotiva molto forte. Da un lato, la difficoltà nel trovare un lavoro che rispecchi le tue capacità, dall'altro, la situazione familiare complessa e il rapporto con tuo padre, che sembra pesare molto sulla tua serenità. Poi ci sono anche le difficoltà relazionali e la percezione di inadeguatezza rispetto alla persona di cui ti sei infatuata, che aggiungono altra frustrazione.
1. **Sulla situazione familiare**: La relazione con tuo padre sembra essere una delle fonti principali di stress. Il suo atteggiamento aggressivo e il senso di colpa che provi nei suoi confronti possono essere opprimenti. È importante ricordare che, sebbene tu possa essere una parte della dinamica familiare, non sei responsabile delle sue azioni o delle sue difficoltà. La sua aggressività e le sue accuse riflettono una sua frustrazione e disperazione, e non un giudizio corretto su di te. Le dinamiche familiari difficili, in particolare quelle in cui qualcuno si fa carico delle colpe degli altri, possono essere devastanti. Non sei la "cattiva" della storia. Nonostante il tuo ruolo di responsabilità, è importante imparare a distaccarti emotivamente da questa situazione, proteggendo il tuo benessere.
2. **Autostima e relazioni**: Le difficoltà nel rapporto con te stessa e la sensazione di non essere all'altezza sono comuni quando ci si confronta con situazioni dolorose, sia a livello familiare che relazionale. Il fatto che tu ti senta inadeguata rispetto alle altre donne è comprensibile, ma è anche importante mettere in discussione queste percezioni. Le nostre emozioni e i nostri pensieri spesso non sono una rappresentazione oggettiva della realtà. Il fatto che tu stia cercando di lavorare su di te è già un passo molto positivo, anche se le difficoltà momentanee ti fanno sembrare che non stai progredendo. E, riguardo a quest'uomo, è comprensibile il dolore per aver sperato in qualcosa che non si è realizzato, ma ricorda che non è un riflesso del tuo valore personale. Le relazioni devono essere reciproche, e se lui non è in grado di vedere te per quello che sei, allora non è una persona che possa offrirti il supporto che meriti.
3. **La ricerca di un lavoro**: La tua frustrazione riguardo alla ricerca di un lavoro è legittima. Il mercato del lavoro può essere difficile, e il fatto che tu stia facendo tutto il possibile non è mai qualcosa di cui dovresti sentirti in colpa. Il lavoro che stai mettendo nei tuoi progetti e nelle tue idee imprenditoriali è altrettanto importante. La vita può sembrare più difficile quando ci si concentra troppo su quello che non si ha, ma prova a guardare a quello che hai già fatto e a quello che stai facendo. Sei una persona capace, disciplinata, che si sta impegnando per costruire una strada diversa. Questo è molto più di quanto molte altre persone possano dire.
**Consigli pratici:**
- **Cerca supporto esterno**: In situazioni di grande stress emotivo come quella che stai vivendo, cercare il supporto di un terapeuta o di un gruppo di supporto potrebbe fare una grande differenza. Parlare con qualcuno che ti aiuti a separare i tuoi sentimenti dalla realtà delle situazioni può darti una prospettiva più chiara.
- **Distaccati da ciò che non puoi controllare**: Seppur difficile, prova a concentrarti su quello che puoi controllare, come il lavoro su di te stessa e sul tuo benessere. Cerca di non farti assorbire completamente dal comportamento di tuo padre o dalle dinamiche familiari che ti opprimono. In alcune situazioni, è necessario prendere le distanze emotive per non soffrire ulteriormente.
- **Pratica la gentilezza verso te stessa**: Non essere troppo severa con te stessa. Non è una corsa, non è un fallimento se le cose non vanno come previsto. Ogni passo che fai, anche quelli piccoli, è un passo in avanti. La gentilezza verso te stessa può fare la differenza.
Ti incoraggio a non mollare, anche quando sembra che tutto stia andando storto. Ogni momento di difficoltà porta con sé l'opportunità di crescere, anche se in modo impercettibile. Sei forte per essere arrivata fin qui, e hai dentro di te le risorse per affrontare anche questo.
Il malessere che descrivi sembra derivare da diverse fonti, che si intrecciano creando una pressione emotiva molto forte. Da un lato, la difficoltà nel trovare un lavoro che rispecchi le tue capacità, dall'altro, la situazione familiare complessa e il rapporto con tuo padre, che sembra pesare molto sulla tua serenità. Poi ci sono anche le difficoltà relazionali e la percezione di inadeguatezza rispetto alla persona di cui ti sei infatuata, che aggiungono altra frustrazione.
1. **Sulla situazione familiare**: La relazione con tuo padre sembra essere una delle fonti principali di stress. Il suo atteggiamento aggressivo e il senso di colpa che provi nei suoi confronti possono essere opprimenti. È importante ricordare che, sebbene tu possa essere una parte della dinamica familiare, non sei responsabile delle sue azioni o delle sue difficoltà. La sua aggressività e le sue accuse riflettono una sua frustrazione e disperazione, e non un giudizio corretto su di te. Le dinamiche familiari difficili, in particolare quelle in cui qualcuno si fa carico delle colpe degli altri, possono essere devastanti. Non sei la "cattiva" della storia. Nonostante il tuo ruolo di responsabilità, è importante imparare a distaccarti emotivamente da questa situazione, proteggendo il tuo benessere.
2. **Autostima e relazioni**: Le difficoltà nel rapporto con te stessa e la sensazione di non essere all'altezza sono comuni quando ci si confronta con situazioni dolorose, sia a livello familiare che relazionale. Il fatto che tu ti senta inadeguata rispetto alle altre donne è comprensibile, ma è anche importante mettere in discussione queste percezioni. Le nostre emozioni e i nostri pensieri spesso non sono una rappresentazione oggettiva della realtà. Il fatto che tu stia cercando di lavorare su di te è già un passo molto positivo, anche se le difficoltà momentanee ti fanno sembrare che non stai progredendo. E, riguardo a quest'uomo, è comprensibile il dolore per aver sperato in qualcosa che non si è realizzato, ma ricorda che non è un riflesso del tuo valore personale. Le relazioni devono essere reciproche, e se lui non è in grado di vedere te per quello che sei, allora non è una persona che possa offrirti il supporto che meriti.
3. **La ricerca di un lavoro**: La tua frustrazione riguardo alla ricerca di un lavoro è legittima. Il mercato del lavoro può essere difficile, e il fatto che tu stia facendo tutto il possibile non è mai qualcosa di cui dovresti sentirti in colpa. Il lavoro che stai mettendo nei tuoi progetti e nelle tue idee imprenditoriali è altrettanto importante. La vita può sembrare più difficile quando ci si concentra troppo su quello che non si ha, ma prova a guardare a quello che hai già fatto e a quello che stai facendo. Sei una persona capace, disciplinata, che si sta impegnando per costruire una strada diversa. Questo è molto più di quanto molte altre persone possano dire.
**Consigli pratici:**
- **Cerca supporto esterno**: In situazioni di grande stress emotivo come quella che stai vivendo, cercare il supporto di un terapeuta o di un gruppo di supporto potrebbe fare una grande differenza. Parlare con qualcuno che ti aiuti a separare i tuoi sentimenti dalla realtà delle situazioni può darti una prospettiva più chiara.
- **Distaccati da ciò che non puoi controllare**: Seppur difficile, prova a concentrarti su quello che puoi controllare, come il lavoro su di te stessa e sul tuo benessere. Cerca di non farti assorbire completamente dal comportamento di tuo padre o dalle dinamiche familiari che ti opprimono. In alcune situazioni, è necessario prendere le distanze emotive per non soffrire ulteriormente.
- **Pratica la gentilezza verso te stessa**: Non essere troppo severa con te stessa. Non è una corsa, non è un fallimento se le cose non vanno come previsto. Ogni passo che fai, anche quelli piccoli, è un passo in avanti. La gentilezza verso te stessa può fare la differenza.
Ti incoraggio a non mollare, anche quando sembra che tutto stia andando storto. Ogni momento di difficoltà porta con sé l'opportunità di crescere, anche se in modo impercettibile. Sei forte per essere arrivata fin qui, e hai dentro di te le risorse per affrontare anche questo.
Buongiorno! Descrive una situazione molto dolorosa ed esprimersi non è semplice. Considerato i limiti dello strumento, cercherò di offrirle un piccolo contributo di pensiero. Nel leggerla, la mia mente è andata al termine "pena", che deriva dal latino “poena”, cioè pena o sofferenza. Ho l’impressione che ci sia un filo rosso in quello che scrive ed è il senso di colpa. In famiglia, nelle relazioni sentimentali, nel rapporto con sé stessa sembra debba esserci un colpevole, qualcuno da condannare, qualcuno che espierà la pena, SEMPRE LEI. Un teatro interno che, forse, la blocca, le impedisce di muoversi verso l’autonomia, l’indipendenza, la gratificazione. Come se non meritasse, come se dovesse fare sue anche le colpe che non le appartengono. Lei è responsabile, prima di ogni altra persona, di sé stessa. Ha diritto e merita di vivere una vita piena e serena. Quando sarà il momento, pensi alla possibilità di fare un percorso personale ben strutturato e di largo respiro. Trovi una seconda mente che la accompagni a dare nuovo senso alla sua storia e alle sue esperienze, affinché possa procedere “leggera” per la sua strada. In bocca al lupo
Grazie per aver condiviso la tua storia. Quello che stai vivendo è estremamente complesso e doloroso, e il fatto che tu stia cercando aiuto è già un segnale di grande forza. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando sembra che ogni sforzo non porti ai risultati sperati e quando le difficoltà si accumulano su più fronti: famiglia, lavoro, relazioni e autostima.
Voglio sottolineare che non sei sola e che le tue emozioni hanno valore. Il peso che stai portando non è qualcosa che devi affrontare da sola, ed è importante trovare uno spazio sicuro dove poter esplorare questi vissuti, senza giudizio e senza colpevolizzarti. Il senso di responsabilità che senti, specialmente nei confronti della tua famiglia e della tua autostima, merita di essere accolto e compreso con il giusto supporto.
Ti invito a intraprendere un percorso terapeutico, uno spazio dedicato interamente a te, per darti la possibilità di elaborare queste emozioni e ritrovare una direzione più chiara.
Voglio sottolineare che non sei sola e che le tue emozioni hanno valore. Il peso che stai portando non è qualcosa che devi affrontare da sola, ed è importante trovare uno spazio sicuro dove poter esplorare questi vissuti, senza giudizio e senza colpevolizzarti. Il senso di responsabilità che senti, specialmente nei confronti della tua famiglia e della tua autostima, merita di essere accolto e compreso con il giusto supporto.
Ti invito a intraprendere un percorso terapeutico, uno spazio dedicato interamente a te, per darti la possibilità di elaborare queste emozioni e ritrovare una direzione più chiara.
Gentile Paziente,
innanzitutto desidero dirle che la ascolto. Sento il suo dolore, il suo senso di smarrimento, la fatica di cercare di resistere mentre tutto sembra sgretolarsi attorno a lei. Voglio riconoscere la sua forza: nonostante le difficoltà, nonostante le ferite, lei continua a cercare, a riflettere, a interrogarsi sul suo percorso. Questo, di per sé, è un atto di profondo coraggio.
Si trova in un momento in cui molti aspetti della sua vita sembrano vacillare: la casa, che ha rappresentato per lei un rifugio sicuro, le relazioni che hanno lasciato ferite aperte, il futuro professionale che appare incerto. È normale sentirsi sopraffatti di fronte a tutto questo. Ma desidero invitarla a considerare un'altra prospettiva: lei non è definita dalle difficoltà che sta affrontando, né dagli errori che pensa di aver commesso. Lei è molto più di ciò che sta attraversando in questo momento.
Voglio anche riconoscerle tutto ciò che ha già fatto e sta facendo. Nonostante la stanchezza e la frustrazione, sta cercando di costruire il suo futuro, di trovare soluzioni, di non arrendersi. Sta affrontando situazioni molto complesse, eppure continua a mettersi in gioco, a cercare modi per crescere e andare avanti. Questo dimostra una grande resilienza, anche se ora potrebbe non sembrarle abbastanza.
La nostra esistenza non è data in modo rigido e immutabile, ma si costruisce attraverso le nostre esperienze, le nostre scelte, il nostro sguardo sul mondo. Il filosofo Husserl ci insegna che la realtà non ci è data in modo oggettivo, ma attraverso la nostra percezione e il nostro vissuto. Questo significa che, anche nelle situazioni più difficili, abbiamo ancora una libertà fondamentale: quella di decidere come vogliamo stare dentro la nostra storia.
Lei si chiede se sia "la cattiva" di questa situazione. Ma una persona realmente colpevole si porrebbe questa domanda? Una persona che si prende il peso delle responsabilità, che riflette, che si mette in discussione, è una persona con un profondo senso etico. Forse la questione non è se sia "giusta" o "sbagliata", ma piuttosto quanto peso sta portando da sola, e se tutto ciò che sta cercando di sostenere le appartenga davvero.
Capisco quanto sia frustrante sentirsi imprigionati in una casa che non è più un rifugio, in un contesto familiare carico di tensioni, in un mercato del lavoro che sembra non riconoscere il suo valore. Ma voglio ricordarle che la vita non si riduce agli ostacoli che incontra: la sua identità non è quella di chi "non riesce", ma di chi sta cercando una via d’uscita, di chi continua a impegnarsi nonostante tutto.
Forse, più che "resistere" e "lottare", ciò di cui ha bisogno ora è un momento per fermarsi, per riappropriarsi di sé, per distinguere ciò che è veramente suo da ciò che può lasciare andare. Il cambiamento non è un atto di forza, ma un processo che nasce da una nuova consapevolezza.
Non è sola in questo percorso. E anche in mezzo alla tempesta, può ancora trovare la sua direzione.
Con stima,
Dott. Irini Tikhonova
innanzitutto desidero dirle che la ascolto. Sento il suo dolore, il suo senso di smarrimento, la fatica di cercare di resistere mentre tutto sembra sgretolarsi attorno a lei. Voglio riconoscere la sua forza: nonostante le difficoltà, nonostante le ferite, lei continua a cercare, a riflettere, a interrogarsi sul suo percorso. Questo, di per sé, è un atto di profondo coraggio.
Si trova in un momento in cui molti aspetti della sua vita sembrano vacillare: la casa, che ha rappresentato per lei un rifugio sicuro, le relazioni che hanno lasciato ferite aperte, il futuro professionale che appare incerto. È normale sentirsi sopraffatti di fronte a tutto questo. Ma desidero invitarla a considerare un'altra prospettiva: lei non è definita dalle difficoltà che sta affrontando, né dagli errori che pensa di aver commesso. Lei è molto più di ciò che sta attraversando in questo momento.
Voglio anche riconoscerle tutto ciò che ha già fatto e sta facendo. Nonostante la stanchezza e la frustrazione, sta cercando di costruire il suo futuro, di trovare soluzioni, di non arrendersi. Sta affrontando situazioni molto complesse, eppure continua a mettersi in gioco, a cercare modi per crescere e andare avanti. Questo dimostra una grande resilienza, anche se ora potrebbe non sembrarle abbastanza.
La nostra esistenza non è data in modo rigido e immutabile, ma si costruisce attraverso le nostre esperienze, le nostre scelte, il nostro sguardo sul mondo. Il filosofo Husserl ci insegna che la realtà non ci è data in modo oggettivo, ma attraverso la nostra percezione e il nostro vissuto. Questo significa che, anche nelle situazioni più difficili, abbiamo ancora una libertà fondamentale: quella di decidere come vogliamo stare dentro la nostra storia.
Lei si chiede se sia "la cattiva" di questa situazione. Ma una persona realmente colpevole si porrebbe questa domanda? Una persona che si prende il peso delle responsabilità, che riflette, che si mette in discussione, è una persona con un profondo senso etico. Forse la questione non è se sia "giusta" o "sbagliata", ma piuttosto quanto peso sta portando da sola, e se tutto ciò che sta cercando di sostenere le appartenga davvero.
Capisco quanto sia frustrante sentirsi imprigionati in una casa che non è più un rifugio, in un contesto familiare carico di tensioni, in un mercato del lavoro che sembra non riconoscere il suo valore. Ma voglio ricordarle che la vita non si riduce agli ostacoli che incontra: la sua identità non è quella di chi "non riesce", ma di chi sta cercando una via d’uscita, di chi continua a impegnarsi nonostante tutto.
Forse, più che "resistere" e "lottare", ciò di cui ha bisogno ora è un momento per fermarsi, per riappropriarsi di sé, per distinguere ciò che è veramente suo da ciò che può lasciare andare. Il cambiamento non è un atto di forza, ma un processo che nasce da una nuova consapevolezza.
Non è sola in questo percorso. E anche in mezzo alla tempesta, può ancora trovare la sua direzione.
Con stima,
Dott. Irini Tikhonova
Buongiorno. NON DEVE MOLLARE. Le sarebbe molto utile un supporto psicologico, viste le difficoltà economiche provi ad informarsi se nella sua regione/provincia ci sono possibilità di accesso presso servizi AUSL tipo "sportello giovani" o simili. Non faccia l'errore di mettersi in discussione lei per come viene trattata dagli altri, deve semplicemente imparare a scegliere meglio, persone più vicine a lei e ai suoi valori. Il padre invece non l'ha potuto scegliere, è evidente che sta sbagliando, per lo meno nell'atteggiamento descritto, probabilmente è una reazione al sentirsi soffocare nella situazione attuale. è comunque sbagliato che scarichi le sue frustrazioni su di voi.
Gentile utente, mi dispiace tanto per la situazione descritta. Sicuramente coprire il dolore riempendosi di impegni non la aiuterà a risolverli. Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buonasera gentile Utente, le parole che ha scritto trasmettono un dolore profondo, una stanchezza emotiva che sembra averla messa all’angolo, nonostante tutto l’impegno e la forza che dimostra nel cercare di affrontare le difficoltà. È evidente quanto si stia sforzando di mantenere un equilibrio, ma quando si affrontano più battaglie contemporaneamente (sul lavoro, in famiglia, nelle relazioni e dentro di sé) è normale sentirsi sopraffatti.
La sua sofferenza non è un segno di debolezza, anzi. Il fatto che continui a lottare, che cerchi delle soluzioni, che si interroghi su se stessa e sul proprio valore dimostra una grande resilienza. Ma nessuno dovrebbe affrontare tutto questo da solo. A volte, anche le persone più forti hanno bisogno di essere accolte, comprese, sostenute.
Il peso che sente sulle spalle, soprattutto rispetto alla sua famiglia, sembra radicato in una responsabilità che forse non è davvero sua. Capisco quanto possa essere difficile convivere con il senso di colpa e con il timore di non fare abbastanza, ma non è lei la causa della situazione che si è creata. Può avere un ruolo attivo nel cercare di costruire un futuro diverso, ma non è giusto che si senta la sola responsabile delle difficoltà della sua famiglia o del rapporto con suo padre.
Per quanto riguarda la sua autostima e le relazioni, sembra che cerchi costantemente conferme dall’esterno, ma la sua valore non dipende dagli altri. Nessuna persona è "più o meno degna" rispetto a un'altra, e il confronto con le altre donne non dovrebbe definirla. Se in questo momento si trova coinvolta con una persona che non la sta trattando con la cura che merita, forse può essere utile chiedersi se valga davvero la pena investire le sue energie in chi non le restituisce nulla.
È chiaro che dentro di sé ha una grande determinazione, una volontà forte di farcela, di costruire qualcosa di buono per sé stessa. Forse, però, ora ha bisogno di fermarsi un momento, di permettersi di accogliere la sua stanchezza e di cercare un aiuto, magari anche professionale, per rielaborare tutto quello che sta vivendo.
Non è sola in questo percorso, anche se può sembrare così. E anche se ora tutto sembra crollare, può trovare il modo di ricostruire, un passo alla volta, con il tempo e con la giusta cura per sé stessa.
Dott. Luca Vocino
La sua sofferenza non è un segno di debolezza, anzi. Il fatto che continui a lottare, che cerchi delle soluzioni, che si interroghi su se stessa e sul proprio valore dimostra una grande resilienza. Ma nessuno dovrebbe affrontare tutto questo da solo. A volte, anche le persone più forti hanno bisogno di essere accolte, comprese, sostenute.
Il peso che sente sulle spalle, soprattutto rispetto alla sua famiglia, sembra radicato in una responsabilità che forse non è davvero sua. Capisco quanto possa essere difficile convivere con il senso di colpa e con il timore di non fare abbastanza, ma non è lei la causa della situazione che si è creata. Può avere un ruolo attivo nel cercare di costruire un futuro diverso, ma non è giusto che si senta la sola responsabile delle difficoltà della sua famiglia o del rapporto con suo padre.
Per quanto riguarda la sua autostima e le relazioni, sembra che cerchi costantemente conferme dall’esterno, ma la sua valore non dipende dagli altri. Nessuna persona è "più o meno degna" rispetto a un'altra, e il confronto con le altre donne non dovrebbe definirla. Se in questo momento si trova coinvolta con una persona che non la sta trattando con la cura che merita, forse può essere utile chiedersi se valga davvero la pena investire le sue energie in chi non le restituisce nulla.
È chiaro che dentro di sé ha una grande determinazione, una volontà forte di farcela, di costruire qualcosa di buono per sé stessa. Forse, però, ora ha bisogno di fermarsi un momento, di permettersi di accogliere la sua stanchezza e di cercare un aiuto, magari anche professionale, per rielaborare tutto quello che sta vivendo.
Non è sola in questo percorso, anche se può sembrare così. E anche se ora tutto sembra crollare, può trovare il modo di ricostruire, un passo alla volta, con il tempo e con la giusta cura per sé stessa.
Dott. Luca Vocino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, il senso di colpa che prova, probabilmente, la aggancia in responsabilità di scelte che spettano ai genitori. Il rapporto con suo padre può influenzare il suo rapporto con il maschile, ma sono temi da affrontare in sede opportuna e con un professionista. Intanto le auguro di non demordere e di riuscire a trovare un lavoro che la emancipi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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