Salve vorrei fare una domanda già da 2 mesi ho una sensazione che non mi riesce a masticare ho fatto

25 risposte
Salve vorrei fare una domanda già da 2 mesi ho una sensazione che non mi riesce a masticare ho fatto tutti controlli e tutto a posto con la bocca e salute,ho un sensazione quando inizio a mangiare la bocca come fosse diventa pesa e non riesco ad aprirla e cibo non va giù ho iniziato avere paura di sedersi a tavola,non capisco perché mi sta capitando questo ,prima non era così mangiavo tranquilla e serena adesso non ho neanche fame e non sento felicità di mangiare,che cosa mi sta capitando perché ho iniziato a fissarmi con questa sensazione che la sento per davvero. Grazie
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buongiorno, se dopo tutti i controlli necessari non risulta nulla di problematico può essere che questa sensazione di "mascella serrata" sia a causa di una forte tensione/ansia. Le capita solo quando mangia oppure anche di notte avverte questa rigidità muscolare? E' successo qualcosa in particolare prima che cominciasse ad accusare questo problema? Ha notato qualche cambiamento in questi due mesi?
Se il problema persiste le consiglio di provare a parlarne con uno/una psicologo/a, in modo da esplorare i possibili motivi.

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Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve. La ringrazio per avermi scritto e per aver descritto con chiarezza questa situazione che, purtroppo, è molto angosciante. Comprendo la sua frustrazione e la preoccupazione profonda che deriva dal non riuscire più a svolgere un'azione fondamentale e naturale come mangiare, nonostante tutti i controlli medici abbiano escluso problemi fisici.
Il fatto che i medici abbiano riscontrato che è tutto a posto con la bocca e la salute è un'informazione cruciale. Questo ci indirizza verso una causa di natura psicologica ed emotiva.
Quello che lei descrive è un classico esempio di come l'ansia e la tensione emotiva possano manifestarsi in sintomi fisici molto reali e intensi.
La sensazione che la bocca diventi "pesante", che non si riesca ad aprirla, e che il cibo "non va giù" è probabilmente legata a una tensione muscolare involontaria nella zona della mascella, della gola e dell'esofago. Questa tensione è spesso una reazione somatica (fisica) ad uno stato di allarme o stress emotivo.
Il fatto che lei abbia perso l'appetito e la "felicità di mangiare" è un segnale che l'ansia e la fissazione stanno prendendo il sopravvento su un aspetto fondamentale della sua vita. Non può risolvere il problema concentrandosi sulla bocca, perché il problema risiede nel meccanismo mentale che innesca la contrazione muscolare.
Le consiglio di valutare l'inizio di un percorso di psicoterapia.
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Buongiorno,
capisco la sensazione di non voler mangiare con tranquillità e voglia.
Se tuttavia ha effettuato dei controlli e delle visite con risultati negativi, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Provi mangiando qualcosa che le piace, magari un dolce, una pizza o qualsiasi cosa le dava piacere prima.
Poi piano piano reintegrerà gli altri cibi. Senza forzarsi troppo.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso il suo disagio. Considerando che non menziona di aver effettuato controlli medici specifici, le suggerisco innanzitutto di rivolgersi a un medico per escludere eventuali cause fisiche che possano spiegare la sensazione di difficoltà a masticare e il peso alla bocca durante il pasto. È importante accertarsi che non ci siano problematiche di natura organica.
Se dopo gli accertamenti medici la situazione dovesse persistere, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di supporto psicologico. Questo potrebbe aiutarla a comprendere e gestire meglio le sensazioni di ansia o disagio legate al momento del pasto, favorendo un ritorno a un rapporto più sereno con il cibo.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Lucrezia Farese
Psicologo, Psicologo clinico
Fragneto Monforte
Salve.
Se ha fatto già esami, ha escluso delle patologie. Solo studiando a fondo la sua preoccupazione e il suo disagio, è possibile trovare delle risposte e delle soluzioni.
Resto a disposizione, se volesse cominciare un percorso. Dott.ssa Farese Lucrezia
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile Utente, credo lei abbia fatto bene ad escludere come prima cosa le eventuali cause organiche. quello che sembra rimanere oggi è una sua iper-attenzione e preoccupazione intensa per queste sensazioni fisiche alla mandibola. Il sintomo fisico è solo ciò che il corpo dice, ma sarebbe importante andare a scavare al di sotto del sintomo poiché è lì che risiede il malessere più profondo. Pertanto credo possa essere utile per lei valutare un percorso psicologico che la possa accompagnare nella comprensione del suo sintomo e delle sue cause. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, le suggerirei di intraprendere un percorso, forse breve, se il sintomo è solo questo. Se il suo fissarsi su sintomi corporei o su altri temi che identifica come problematici si estende ad altro e ha basi più antiche, allora va intrapreso un vero e proprio percorso psicoterapeutico. Le suggerisco un approccio cognitivo-comportamentale bottom-up, ossia terapia EMDR o Psicoterapia Sensomotoria che partendo dal corpo arrivano a modificare le convinzioni e relativi comportamenti disfunzionali.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente se tutte le visite mediche hanno escluso cause organiche, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

quello che descrive sembra essere un vissuto molto intenso e faticoso. Dal momento che i controlli medici non hanno evidenziato problemi organici, è possibile che questa difficoltà sia collegata ad aspetti psicologici, come ansia o una forma di somatizzazione. A volte il nostro corpo esprime attraverso sensazioni fisiche delle tensioni interiori, e questo può creare un vero circolo vizioso: più ci si concentra sul sintomo, più esso si amplifica.

Il fatto che lei riferisca anche la perdita di serenità e di piacere nel momento del pasto suggerisce che questo vissuto stia incidendo sulla sua quotidianità e sul benessere emotivo. Comprendere meglio le cause e lavorare su questi pensieri e sensazioni può essere di grande aiuto per ritrovare un rapporto più sereno con il cibo e con il proprio corpo.

Per approfondire e affrontare in modo adeguato questa situazione, è consigliato rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicologo, Psicoterapeuta
Mantova
Salve,
capisco bene quanto questa esperienza possa essere destabilizzante: il momento del pasto, che dovrebbe essere naturale e sereno, diventa invece fonte di ansia e preoccupazione. È importante che tu abbia già escluso cause organiche con i controlli medici: questo è un passo fondamentale.
Spesso, quando il corpo “blocca” funzioni quotidiane come il mangiare, può esserci alla base una componente emotiva o ansiosa che si esprime attraverso il corpo stesso. Non significa che il sintomo non sia reale — al contrario, la sensazione che descrivi è vissuta intensamente — ma che il suo significato può andare oltre il piano puramente fisico.
Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a comprendere meglio l’origine di questo vissuto, a ridurre la paura associata al momento del pasto e a recuperare la serenità. Tecniche come l’ipnosi e il rilassamento profondo, che utilizzo nella mia pratica clinica, possono offrire un valido supporto per sciogliere i blocchi e restituire naturalezza ad azioni quotidiane come il mangiare.

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicoterapeuta – Tecniche di rilassamento e ipnosi
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
I problemi relativi al cibo sono strettamente connessi con le esperinze affettive ed emotive; il cibo è l'amore che forse lei in questo momento non gradisce e la mente crea situazioni nelle quali sabota anche il nutrimento di quel corpo che ogni giorno le permette di fare tantissime attività. credo sia fondamentale rivolgersi ad un professionista per una psicoterapia nella quale affrontare i nodi cruciali dei legami familiari e affettivi oltre a situazioni relazioni che potrebbero non essere ottimali per lie. Si faccia coraggio inizi poi vedrà che questa situazione avrà un cambiamento in meglio.
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Dalla sua descrizione emerge una sensazione persistente di peso in bocca e difficoltà nel momento del pasto che ha alterato il piacere di mangiare.
Il dato degli accertamenti medici nella norma è rilevante: suggerisce di affiancare alla verifica organica una lettura del vissuto soggettivo.
Spesso sensazioni corporee prolungate si intrecciano con tensioni, preoccupazioni o cambiamenti nella vita e finiscono per occupare l’attenzione in modo dominante.
La fissazione su quella percezione può alimentare evitamento e riduzione dell’appetito, rendendo il problema più evidente.
Esplorare il significato emotivo del sintomo — quando nasce, cosa lo precede, quali emozioni emergono — aiuta a chiarire perché si mantiene.
Questo lavoro integra il dato medico e mette in luce risorse e nodi da cui partire per recuperare il piacere di mangiare.
Se lo desidera, possiamo affrontare insieme queste domande in un primo colloquio chiarificatore, anche online.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.

Un caro saluto,

Dott. Mauro Terracciano.
Salve si evince quanto questa situazione la stia facendo soffrire.
è difficile quando un gesto naturale come il mangiare diventa fonte di ansia e paura.
Se gli esami diagnostici hanno dato esito negativo , è possibile che ci sia una componente psicologica alla base di queste sensazioni.
Credo che un supporto psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio ciò che sta vivendo e a ritrovare serenità nei momenti dei pasti.
Non è sola: il fatto che abbia deciso di parlarne qui è già un passo importante.
Un caro saluto, dott.Marziani
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico per il trattamento di ansia e fobie. Cordiali saluti.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, comprendo bene la difficoltà e la preoccupazione che sta vivendo. Quando ci si trova davanti a sensazioni corporee nuove, particolarmente legate a un’attività quotidiana e importante come il mangiare, è normale sentirsi spiazzati e iniziare a provare ansia. Lei ha già fatto tutti i controlli necessari ed è rassicurante sapere che dal punto di vista medico non è emerso nulla. Questo però non elimina la percezione che descrive, perché la sensazione di pesantezza alla bocca e la difficoltà a masticare vengono vissute in modo reale e intenso. In questi casi entra spesso in gioco un meccanismo che la psicologia cognitivo-comportamentale conosce bene. Quando ci si concentra in maniera costante su una funzione del corpo, come la deglutizione o il movimento della mandibola, ogni piccolo segnale viene ingigantito e interpretato come anomalo. La paura che qualcosa possa non funzionare aumenta la tensione muscolare e l’attenzione si fissa sempre di più sulla sensazione, facendo sembrare ancora più difficile compiere quell’azione. Così, il semplice atto di sedersi a tavola si trasforma in una fonte di allarme, con la conseguenza che l’appetito diminuisce e il momento del pasto perde serenità. È molto importante riconoscere che ciò che sta accadendo non è frutto di immaginazione, perché i sintomi vengono percepiti davvero, ma che l’ansia e la preoccupazione contribuiscono ad amplificarli. In un percorso terapeutico si lavora proprio per interrompere questo circolo, insegnando gradualmente a spostare l’attenzione, a ridurre la tensione e a ricostruire un rapporto più sereno con l’atto del mangiare. Tecniche di respirazione e rilassamento, insieme a strategie cognitive per ristrutturare i pensieri legati alla paura, possono restituire la fiducia nel proprio corpo e rendere nuovamente piacevole un momento che oggi appare fonte di disagio. Il fatto che prima non avesse mai avuto queste difficoltà dimostra che le sue risorse ci sono, e che con il giusto supporto possono essere recuperate. Il primo passo è proprio accettare di non lottare contro la sensazione, ma imparare ad affrontarla in modo diverso, senza alimentare ulteriormente il timore che la accompagna. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, ha fatto bene a effettuare dei controlli medici per appurare che non ci sia nessun problema di salute sottostante. Il sintomo che avverte potrebbe essere elicitato da una condizione emotiva soggiacente, pertanto le consiglio di effettuare un consulto di approfondimento psicologico.
Resto a sua disposizione, Dott.ssa Palumbo.
Dott. Giuseppe Zucaro
Psicologo, Psicologo clinico
Corato
Grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e sincerità quello che stai vivendo.
La sensazione che descrivi — quella difficoltà a masticare, la tensione alla bocca, la paura crescente al momento dei pasti — può sembrare strana o inspiegabile, soprattutto quando dai controlli medici risultano tutti nella norma. E' proprio questa apparente “normalità” sul piano fisico che può generare ancora più confusione e paura.
Situazioni come la tua non sono rare: il corpo e la mente comunicano costantemente, e a volte il disagio psicologico può esprimersi attraverso sintomi fisici molto concreti. In alcuni casi, può trattarsi di una forma di blocco psicosomatico o di un meccanismo d’ansia che ha trovato nel momento del pasto un suo “canale di espressione”.
Hai usato un’espressione molto importante: "ho iniziato a fissarmi con questa sensazione che la sento per davvero". Questo è un passaggio chiave: ciò che senti è reale, anche se non ha una spiegazione medica apparente. E proprio perché è reale, merita attenzione e cura.
Nel mio lavoro come psicologo ad approccio strategico, mi occupo spesso di situazioni come la tua, in cui il sintomo sembra prendere il controllo della quotidianità e genera un senso di impotenza. L’intervento strategico è mirato e concreto: non si limita a capire “perché” succede, ma lavora per interrompere il circolo vizioso che mantiene il problema e aiutarti a ritrovare libertà e serenità nel rapporto con il cibo e con il tuo corpo.
Ti invito a considerare un incontro, in studio o online, per approfondire meglio quanto stai vivendo e iniziare a costruire insieme un percorso pratico e personalizzato per superarlo.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda o per fissare un primo colloquio.
Dott.ssa Gloria Giacomin
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
la difficoltà che descrive, pur non essendo legata a una causa organica secondo i controlli medici effettuati, sembra collegarsi a una componente di tipo ansioso. Può accadere infatti che, a seguito di una sensazione insolita o di un episodio vissuto con preoccupazione, si sviluppi un’attenzione crescente verso il corpo e le sue reazioni. Questo può portare a un circolo vizioso: più ci si concentra sul sintomo, più lo si avverte in modo intenso, fino a condizionare comportamenti quotidiani come il sedersi a tavola.
Il fatto che lei riferisca di non provare più piacere né serenità nel mangiare, e di provare timore nell’affrontare i pasti, indica che la situazione sta incidendo in modo significativo sul suo benessere emotivo. Non è raro che vissuti di ansia o stress si manifestino attraverso il corpo, dando la sensazione che qualcosa “non funzioni” anche in assenza di problemi organici.
In questi casi può essere utile un percorso di consultazione psicologica per comprendere meglio le origini di queste sensazioni, acquisire strumenti per gestire l’ansia e recuperare un rapporto più sereno con il momento del pasto. Un supporto professionale le permetterebbe di non affrontare da sola questo disagio e di lavorare sulle paure che si sono instaurate.

Cordialmente
Dottoressa Gloria Giacomin
Dott.ssa Martina Mari
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cremona
Salve caro utente, grazie per aver condiviso ciò che sta vivendo. I sintomi che descrive, nonostante gli esiti medici siano nella norma, potrebbero essere legati a una componente ansiosa o psicosomatica. A volte, stress o emozioni non espresse si manifestano nel corpo, creando difficoltà reali come quella che prova durante i pasti.
Questo è un segnale che merita attenzione. Le consiglierei di valutare un confronto con uno psicoterapeuta: potrebbe aiutarla a capire l’origine di questo blocco e ritrovare serenità nel rapporto con il cibo. Sta già facendo un primo passo importante parlandone.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Martina Mari.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la difficoltà a masticare o deglutire pur avendo una bocca e un apparato digerente sani, può avere una componente psicologica importante. Spesso questo tipo di sintomo rientra in quadri d’ansia somatizzata, in cui la tensione emotiva si manifesta attraverso il corpo, creando sensazioni molto reali come pesantezza, blocco o impossibilità a deglutire. Non è raro che, dopo il primo episodio, si sviluppi un’ansia anticipatoria che rende i momenti dei pasti ancora più difficili. In questi casi può essere utile rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta per comprendere il legame tra emozioni e sintomi corporei e per imparare tecniche che aiutino a ridurre l’ansia, come nella psicoterapia umanistica o con percorsi di Mindfulness. Spesso, affrontando la componente emotiva, anche le sensazioni fisiche si riducono gradualmente. Se nota un peggioramento del peso, difficoltà marcate nell’alimentazione o calo importante dell’umore, è importante parlarne anche con il medico curante per valutare insieme eventuali esami ulteriori. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Giorgia Giustolisi
Psicologo clinico, Psicologo
Viagrande
Salve,
comprendo la preoccupazione per ciò che sta attraversando. Dato che riporta di aver fatto dei controlli che hanno avuto esiti negativi per la rivelazione di una diagnosi, le consiglio di intraprendere un percorso per comprendere se vi sono cause psichiche correlate.
Le auguro di ritrovare un sereno rapporto con l'alimentazione.
Un saluto.
Dott.ssa Chantal Danna
Psicologo, Psicologo clinico
Aosta
Gentile signora,
la situazione che Lei descrive è molto chiara e comprensibile nel suo disagio.
Poiché la causa organica è stata esclusa, è estremamente probabile che la Sua condizione sia di natura psicosomatica, ovvero una manifestazione fisica di un'ansia o di una tensione focalizzata sull'atto di mangiare.
Il mio consiglio principale è di non sottovalutare questo disagio e di rivolgersi a un professionista della salute mentale.
Questa sensazione, per quanto reale e fastidiosa, non è pericolosa, ma è un segnale che il Suo corpo Le sta inviando. Affrontando l'ansia che la genera, potrà tornare a mangiare con tranquillità.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Chantal Danna
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Buongiorno,
quello che stai vivendo merita davvero ascolto e comprensione, non è “solo una sensazione”: è qualcosa che il tuo corpo e la tua mente stanno esprimendo, e che sta influenzando profondamente il tuo modo di stare a tavola, di nutrirti e forse anche di vivere la quotidianità.

A volte, il cibo smette di essere solo nutrimento e diventa carico di emozioni, tensioni, paure. Il fatto che tu abbia già fatto tutti gli accertamenti medici è importante, perché ora possiamo iniziare a leggere questo disagio da un’altra prospettiva, più profonda, che riguarda il tuo sentire, le tue emozioni, e magari anche un momento della tua vita che richiede attenzione.
Il corpo non mente: quella “pesantezza” alla bocca, quella difficoltà ad aprirla, la paura stessa di sederti a tavola… sono segnali che forse qualcosa dentro di te sta chiedendo di essere riconosciuto, guardato con cura.
Mi occupo di disturbi alimentari e di tutte quelle situazioni in cui il cibo diventa difficile da affrontare, anche quando “non si capisce il perché”. Se un giorno sentissi il bisogno di dare un significato a ciò che stai vivendo, sarei felice di poterti accompagnare in questo cammino, con rispetto e senza giudizio.
Un caro saluto

Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno cara utente, la sua è una domanda difficile e andrebbe approfondita con una lunga anamnesi che raccolga informazioni sulla sua storia personale, familiare, medica...
Se vorrà, io stessa sarò a Sua diposizione per una prima consulenza in modo da comprendere meglio la situazione.
Sicuramente, una delle prime domande da porsi è se riesce ad individuare qualche evento significativo che è accaduto circa 2 mesi fa, visto che riferisce a quel periodo l'esordio del problema.
Successivamente, approfondirei tutti i significati e le associazioni che per lei riguardano il mangiare, il cibo, la masticazione; se in questi nessi rientrano pensieri sul corpo e sull'immagine/rappresentazione corporea, al fine di comprendere se ci sono legami con un possibile Disturbo Alimentare.
Dovremmo approfondire anche questi episodi e comprendere se, nonostante le difficoltà che qui riferisce, si forza comunque a mangiare; ma anche ogni quando accade, con che frequenza e intensità, e quali sono sue sue reazioni e/o le reazioni delle persone che le stanno vicino, oltre che evidenziare se ci sono eventuali eventi antecedenti che avviano e scatenano questa sua sensazione e difficoltà a nutrirsi.
In conclusione dunque le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno specialista, per approfondire ed ampliare la riflessione rispetto alla sua problematica. Come detto, anch'io mi metto volentieri a sua disposizione e la ringrazio per il tempo dedicato.

Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Gentilissima,
le consiglio al più presto di prendere un appuntamento con una psicologa e le spiego il perchè. Nessuno mette in dubbio che la sensazione che lei sente sia vera, anzi. Se, come lei scrive, ha escluso qualsiasi danno di natura fisiologica, comprende bene che il problema è a livello psicologico. Per cui non esiti, e contatti al più presto uno psicologo!
Forza, e buon cammino!

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