Salve, Sono una ragazza molto giovane e volevo chiarire maggiormente la mia situazione, ed è per qu

18 risposte
Salve,
Sono una ragazza molto giovane e volevo chiarire maggiormente la mia situazione, ed è per questo motivo che sto scrivendo qui. Io ho un problema che spesso definisco come perfezionismo. Mi capita molto frequentemente di trovarmi in situazioni che mi mettano a disagio e le ore o, in qualcuni casi, i giorni successivi passo molto tempo a ripensare a questi momenti. L'azione che provoca questo senso di vergogna ed insicurezza può essere anche molto piccolo e mi rendo conto che non ha senso stare male per questo, ma la mia parte irrazionale non riesce a smettere di pensarci. Sono sempre stata molto perfezionista, dalla scuola alle mie passioni, ed in particolare su ciò a cui tengo molto, ma questo mi crea dei problemi. Odio questo lato di me perché mi porta ad avere pensieri negativi che scaturiscono da problemi minuscoli magari. A volte, a causa di questo, la mia vita quotidiana cambia effettivamente, proprio perché il ricordo di un qualcosa che mi ha fatto sentire a disagio, mi continua a mettere ansia e da quel momento non riesco più a fare quella determinata attività. Mi sembra che tutti mi percepiscano senza emozioni e che abbiano alte aspettative, ma questo non mi fa bene. Mi scuso per il disturbo e per la lunghezza di questo messaggio e grazie mille davvero.
Gentile utente, ricercare la perfezioni non è di per sé un problema, diventa problematico quando, come descrive lei, questa cosa influenza in maniera massiccia e dolorosa la nostra vita. Essere perfezionisti può essere un vantaggio per certi versi, ma quando questo perfezionismo diventa pervasivo e rigido perde la sua funzionalità. Ora sarebbe importante che lei si chiedesse cosa teme accadrebbe se lei fosse meno perfezionista? Essere meno perfezionisti cosa direbbe di lei come persona?
Sicuramente tutto questo pensare e ripensare, il suo bisogno che tutto vada in un certo modo, celano una paura più profonda, le serve per proteggersi da qualcosa che lei pensa sarebbe intollerabile. Esplorare ciò l'aiuterà a comprendere cosa sta accadendo dentro di lei. Si affidi ad uno psicologo/psicoterapeuta per fare ciò. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Gentile utente, comprendo che la sua ricerca della perfezione possa generare sia in lei stessa che negli altri delle aspettative spesso irrealistiche, o delle definizioni difficili da accettare (ad esempio, quella di una persona senza emozioni, come lei riporta). Ciò che posso consigliarle vivamente di fare, è di cercare di capire da dove nasca tutta questa necessità di trovare la perfezione, qualcuno gliel'ha mai imposta? O se l'è imposta da sola in un particolare momento della sua vita? Solo sciogliendo alcuni di questi nodi potrà cominciare, o magari ricominciare a vivere tranquilla. Inoltre, ciò che lei riporta è anche la paura delle aspettative degli altri, spesso troppo alte. Cos'è che le fanno, davvero, le opinioni degli altri? Mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso psicologico, che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni, dubbi o curiosità. Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Certo, capisco che sta affrontando un problema con il perfezionismo che sta influenzando negativamente la sua vita quotidiana. La terapia breve strategica focalizzata sul sintomo potrebbe essere una buona opzione per lei. Questo approccio si concentra su come gestire e risolvere il problema principale in modo efficace. Le consiglio di cercare un terapeuta esperto in questo tipo di terapia per aiutarla a lavorare su queste preoccupazioni e ad affrontare il perfezionismo in modo più sano. È importante ricordare che cercare aiuto è un passo positivo verso il miglioramento della sua situazione. Non deve scusarsi per il messaggio lungo, è importante condividere ciò che sente con un professionista.
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Il perfezionismo può avere diversi significati e solo lei può sapere quale sia il suo. Sicuramente in un percorso psicologico potrebbe esplorare questa parte di Sé, capire perché esiste, a cosa serve e cosa può farci. Conoscere è il primo passo per lasciarla andare. Nel caso fosse interessata, sono disponibile per un primo colloquio. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentilissima, dietro a dei problemi percepiti come minuscoli, oltre al malessere, spesso c'è spazio per lavorare su sé stessi per stare meglio. Questo tipo di lavoro dovrebbe però essere fatto "a quattro mani" con una persona specializzata, uno psicologo e/o uno psicoterapeuta. Cordialmente, Paolo Mirri
Il perfezionismo ci porta a cercare di fare il meglio a scapito del bene.
Tenga in mente questo aforisma, se lo ripeta ogni tanto:"Per essere perfetta le mancava solo un difetto"
Un caro saluto
Carissima, la ringrazio innanzitutto per aver riportato con coraggio il suo vissuto e per aver dedicato il suo tempo a condividerlo. Tutti i sintomi si manifestano per dirci qualcosa, per richiamare la nostra attenzione e farci capire che c'è qualcosa su cui dobbiamo lavorare, per sbloccarci ed andare avanti. Anche il suo perfezionismo, per quanto in questo momento possa essere percepito come disturbante, probabilmente sta dando dei suggerimenti. È lì per lei, non contro di lei. Le auguro di trovare presto il/la professionista con cui svolgere questo lavoro di scoperta e di esplorazione. Un abbraccio
Buonasera gentile utente
Mi colpisce la sua consapevolezza nel comprendere che il suo perfezionismo la fa stare molto male, provocandole pensieri negativi ed emozioni di forte disagio e vergogna.
Tendere al perfezionismo può essere un modo ambizioso di affrontare la vita, ma nel contempo dovrebbe anche essere più tollerante con se stessa accettando eventuali imperfezioni, che non sempre si possono evitare. I suoi pensieri di perfezione ideale le generano troppa sofferenza e la ostacolano magari nella sua spontaneità, perché come ha detto lei, gli altri non la capiscono, credendola senza emozioni.
Agisca senza giudicarsi in modo severo, ma con più tolleranza e realismo, dando un peso giusto anche agli eventi.
Pensi ad esprimersi in modo più libero, senza mascherarsi dietro a quel perfezionismo che la imprigiona in pensieri negativi ed emozioni autosvalutanti. Perché vergogna? Non ha mica fatto niente di grave per cui vergognarsi?!

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera,
nel suo racconto descrive il perfezionismo e la paura del giudizio (mi sembra che tutti mi percepiscano senza emozioni e che abbiano alte aspettative) che le provocano vissuti spiacevoli di vergogna, insicurezza e ansia. Per uscire dal disagio che vive Le consiglio di contattare uno psicologo psicoterapeuta che la supporterà in un percorso di accrescimento dell'autostima e ricerca del benessere personale. Cordialità. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buongiorno, sembra che il mondo esterno sia per lei molto faticoso e spesso giudicante. È come se vedesse tutto ciò che fa con lenti che ingrandiscono e negativizzano ogni sua azione. È comprensibile che razionalmente sappia che non c'è da darci peso, ma c'è una parte di lei che forse merita ascolto. Trovare le parole e le origini per spiegare il suo malessere è la chiave per cambiare prospettiva, ma da soli non credo si riesca nell'intento. Occorre cercare un professionista che la aiuti in tal senso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno! Immagino sia una situazione molto dolorosa, ma la giovane età è una freccia preziosa nella faretra, ne approfitti. Perché non cercare una seconda mente che l'aiuti a pensare i pensieri, i vissuti, le emozioni più fastidiose, ma anche quelle più calde e tenere?! Un* terapeuta che le offra un percorso ben strutturato, affinché possa avere l'occasione di vivere più pienamente se stessa e le relazioni con gli altri. Non indugi e in bocca al lupo
Buon pomeriggio,
Suppongo che gestire questo aspetto, alla luce degli alti standard che si pone in ogni circostanza, le aspettative esterne che alimentano questo tratto e farei i conti con una società che, in effetti, ci chiede livelli di performance sempre più elevati sia davvero faticoso. Suppongo che quel che fa non è mai abbastanza e spesso sperimenta senso di fallimento, inadeguatezza, sfiducia in se stessa e timore del giudizio. Sembra però che lei sia consapevole dell’effetto che sta producendo tutto ciò e, inoltre, è molto giovane. Questi due aspetti, in un percorso di psicoterapia, sono due ingredienti fondamentali per trasformare un “limite” in un’opportunità, non li trascuri!
Un caro saluto!
Buongiorno, da ciò che scrive emerge chiaramente il disagio per i vissuti di disagio e insicurezza in conseguenza di eventi che le sembrano piccoli. Spesso accade che dietro eventi apparentemente molto piccoli si svelino fragilità e criticità della persona. Dato che la funzione del malessere è di mettere in evidenza qualcosa, il suo malessere non andrebbe trascurato, tantomeno messo a tacere: la polvere nascosta sotto al tappeto prima o poi spunta fuori. Per questo le consiglierei di valutare la possibilità di svolgere alcuni colloqui psicologici che potrebbero aiutarla ad elaborare meglio pensieri ed emozioni legate a ciò che le sta accadendo.
Resto a sua disposizione, cordiali saluti.
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Gentilissima, innanzitutto lei non disturba affatto, anzi grazie di aver condiviso queste sue parole dalle quali trapela uno stato di sofferenza con cui non deve essere facile convivere. Sarebbe auspicabile che lei si affidasse ad un professionista che potesse guidarla nell'acquisizione di un livello di consapevolezza relativo all'origine di questa sua tendenza al perfezionismo, in modo tale da poterla comprendere e gestire. Al momento ciò che posso suggerirle è di usare più gentilezza verso sé stessa ogniqualvolta si presentano quelle situazioni che la fanno pensare per ore e/o giorni e la fanno stare male: provi ad imparare ad usare gentilezza verso sé stessa, come farebbe con un caro amico in difficoltà. Davanti al suo dolore o alla sua frustrazione si fermi un attimo e dica tra sé e sé:
è veramente difficile per me in questo momento. Come posso prendermi cura di me stessa e confortarmi ora? Sposti quindi il suo pensiero da ciò che la fa stare male (all'accaduto), al suo dolore (per l'accaduto), alla sua frustrazione e se ne prenda cura. Provi! E se vuole farmi saper come è andata, rimango a disposizione. Un caro saluto
Buongiorno,
da quanto scrive è come se facesse fatica ad accettarsi e ad accettare alcuni aspetti che la contraddistinguono. Possiamo sempre lavorare su noi stessi, e rivedere delle cose che ci fanno star male. La psicoterapia è il luogo per eccellenza nel quale poter fare questo; attraverso l' aiuto di un professionista potrebbe riuscire a costruire un immagine di sé in cui riconoscersi e attraverso cui star meglio.
Qualora lo volesse, resto disponibile ad accompagnarla in quello che potrebbe essere per lei un percorso di consapevolezza.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, innanzitutto nessun disturbo, anzi la ringrazio di aver condiviso la sua preoccupazione con noi. Nel suo discorso lei cita un'emozione, la vergogna, estremamente potente e persistente in molte persone quando viene provata. E' un'emozione difficile da gestire tendenzialmente e porta a una svalutazione di sè e di quello che si riesce a fare.
Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso psicologico per comprendere meglio la sua regolazione delle emozioni ed eventualmente strutturare nuove strategie per sentirsi più efficace in ciò che fa.
Spero che questo confronto le sia stato utile, resto a disposizione anche online se ne avesse necessità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Sinistrero
Il perfezionismo è la ricerca dell'impossibile, questa ricerca può assorbire risorse infinite, risorse che evidentemente non sono più disponibili per altro. Di solito si cela anche un notevole bisogno di controllo, che incide anche sull'esperienza emotiva. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per lavorare su questi aspetti.

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