Salve, Sono una ragazza di 27 anni e sto con il mio compagno di 29 da 9 anni. La nostra relazione n

15 risposte
Salve,
Sono una ragazza di 27 anni e sto con il mio compagno di 29 da 9 anni. La nostra relazione non è stata mai sopra le righe, se non per i litigi. una situazione spiacevole in casa sua si è conclusa con la nostra convivenza insieme anche a suo fratello per un anno e mezzo (periodo covid, stavamo insieme da 6 anni). La convivenza è stata terribile, lui dopo un bel po’ di mesi mi ha detto che non avrebbe voluto neanche iniziarla. i fatti spiacevoli che ho accennato prima assieme alla convivenza che il mio compagno viveva forzata sono diventati difficili da vivere per lui, penso siano parte dei motivi che l’hanno spinto verso due dipendenze (io sostengo che ve ne sia anche una terza ma lui non ritiene sia così). Quando mi sono interfacciata con i cambiamenti del suo comportamento ho cercato di capire cosa accadesse ma non sono stata capace di comprendere effettivamente l’implicazione della droga (cosa che a posteriori mi ha recriminato, dicendomi che in quanto io mi sto avviando verso la professione di psicologa avrei dovuto capire che faceva uso di sostanze… Diciamo che in parte penso sia totalmente una stupidaggine mentre dall’altra mi ha spinta a mettere molto in dubbio le mie capacità). Abbiamo avuto un periodo di stop, preceduto da uno in cui abbiamo cercato di convivere e superare i diversi problemi ma dal mio canto non riuscivo a mettere al primo posto le sue difficoltà sentendomi tradita e dal suo non aveva effettivamente intenzione di smettere. Dopo qualche mese lui ha iniziato un percorso con una terapeuta che ha dato i suoi frutti, io anche. Quando si sono fatti vivi i primi problemi economici ho deciso di interrompere il mio percorso per aiutare lui economicamente a proseguire il suo e per quanto fosse una scelta mia (non me ne pento) una parte di me ha sempre incolpato la sua febbre da gioco per questo. Il nostro rapporto è proseguito con diversi cambiamenti, io mi sono laureata e lui si è trasferito in un altro stato per lavorare, abbiamo raggiunto entrambe degli step nelle nostre vite singole, ma dal punto di vista della relazione non abbiamo fatto passi avanti. Mi spaventa la prospettiva di non raggiungere obiettivi comuni, come anche il fatto di non aver costruito niente. Ho questa sensazione da un po’ di tempo e quando gliene parlo il suo feedback è sempre di abnegazione o molto schivo, mi chiedo quando sia il caso di allentare la presa e quando invece sia il caso di continuare a provarci con la speranza che in futuro le cose cambieranno. Ora come ora mi sento in un limbo, da un lato tutte le cose che abbiamo superato mi spingono a credere che possiamo farcela, dall’altro rimugino costantemente sugli obiettivi che non sono mai comuni e sul fatto che non percepisco da lui l’intenzione di perseguire un percorso comune (come se ormai fosse abituato a stare con me e anche se non abbiamo conquistato nulla, comunque non volesse rinunciare ad un “porto sicuro” quindi gli stia bene questa situazione in cui non è felice ma almeno ha una certezza).
Mi chiedo anche se un percorso di terapia di coppia possa aiutare o se sia il caso che termini il proprio percorso per poi ripensare alla terapia di coppia più avanti. Ho voluto spiegare un po’ il background della relazione per arrivare a queste domande, perché trovo che siano fatti rilevanti da prendere in considerazione per sanare i miei dubbi.
Ringrazio in anticipo chi mi aiuterà a fare un po’ di chiarezza nei miei pensieri.
Cara utente, posso solo immaginare quanto complicata sia la dinamica da lei descritta e come lei si possa sentire. Emerge molto chiaramente la sua preoccupazione ed i suoi legittimi dubbi e le sue domande. Ciò che mi sento di dirle e di chiedersi cosa lei vorrebbe per sè? Lei descrive delle preoccupazioni comprensibili sia rispetto alla relazione che al suo futuro in sè e per sè.
Provi a condividere con il suo compagno la possibilità di un percorso di coppia, spiegando in modo onesto e sincero quali solo le sue ragioni di questa proposta, di cosa ha bisogno e cosa vorrebbe mettere sul piatto sella terapia. Tuttavia se il suo compagno non fosse concorde, penso potrebbe essere utile per lei riprendere anche il suo percorso individuale per elaborare il suo pezzo, cosa sente e prova in questo momento. Ha parlato molto del suo partner ma forse anche lei ha il diritto di prendersi cura dei suoi vissuti.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Faccia intanto lei un buon percorso psicoterapico per capire cosa realmente vuole e cosa le manca. Saluti. Lina Isardi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Utente, mi rincresce il suo attuale stato di sofferenza. Le consiglio una terapia individuale per comprendere quali sono i suoi schemi, le sue insicurezze e punti di forza e cosa cerca davvero in un partner e soprattutto cosa sia meglio per la sua vita. Cordiali Saluti
Buonasera,
mentre leggo le sue parole provo a comprendere il suo stato d'animo, considerando l'importanza e la complessità della sua relazione.
Credo che sia prima di tutto necessario partire da sè per potersi orientare, quindi focalizzare il meglio possibile cosa lei desidera da una relazione sentimentale, che tipo di persona pensa possa farla stare bene e sentire al sicuro, quali sono i suoi obiettivi su questo piano relazionale e, perchè no, i suoi progetti. E ancora, come la fa sentire la situazione attuale?
Senza mai dimenticare l'ingrediente fondamentale delle relazioni fra adulti: la reciprocità.
In bocca al lupo!


Penso giustamente lei parla di "chiarezza", chiarezza dentro di voi e tra voi. Lo psicologo può aiutarla a valutare quanto sia profondo il sentimento che la lega a quest'uomo e viceversa da parte di lui, e di conseguenza quanto sia opportuno rischiare o investire per non perdere questo rapporto e farlo diventare più costruttivo ed appagante. Mi sembra però difficile o impossibile che possa ottenere tutto ciò con un solo consulto, occorre almeno qualche colloquio.
Gentile utente, lei descrive il suo compagno come una persona che forse si accontenta di un porto sicuro, ma dalla situazione che lei racconta sembra che anche lei si stia accontentando. Esistono situazioni nelle quali abbiamo investito molto e anche se non ci soddisfano, pur di rimanere aggrappati ai nostri investimenti , rimaniamo in una relazione insoddisfacente. Mi chiedo se questa non sia anche la vostra situazione, ma questi elementi potrebbero essere meglio chiariti con un percorso psicologico individuale. Le consiglio di ricominciare una terapia per se’ e poi capire cosa vuole.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Gent.ma, immagino la sofferenza che lei e il suo compagno possiate aver vissuto e il conflitto interiore che lei vive e descrive così bene. In questa complessità peraltro, mi verrebbe da invitarla a prendere in considerazione anzitutto le sue necessità di chiarezza. Ritengo che, per quanto nobile e amorevole, la scelta di abbandonare la sua terapia personale andrebbe rivista e lei dovrebbe riprendere un percorso che la aiuti a fare chiarezza. Se ritiene che io possa esserle utile ulteriormente o di avere approfondimenti da propormi, può contattarmi in privato.
Nella speranza di poter essere stato utile, la saluto
Prendere una decisione quando ci sono di mezzo i sentimenti è sempre molto doloroso, e occorre tempo. Il primo passo, come per ogni decisione, è però sempre lo stesso: partire da sé stessi. Non so se nel frattempo ha ripreso il suo percorso psicoterapeutico, lo spero. E se così non fosse, la invito a riprenderlo. Oltre ad un importante beneficio personale, sarebbe un buon investimento anche a livello professionale. Superare le proprie difficoltà è l'unico modo per aiutare gli altri a farlo. Buon cammino collega.
Cara giovane collega, una cosa che spesso dico a giovani colleghi e colleghe è quella di "non portarsi il lavoro a casa .. ". Un giorno, in un futuro anche relativamente breve, lei potrebbe trovarsi ad effettuare almeno una ventina di colloqui settimanali (e magari avere forse pure dei figli), e sarà quindi importante tornare a casa e poter occuparsi di altro e/o "staccare mentalmente", piuttosto che dover gestire un ulteriore impegnativo caso clinico. Tra l'altro va sempre ricordato, che soprattutto nel settore delle dipendenze spesso il mito dell' "io ti salverò con l'amore" è appunto un mito, per cui in realtà frequentemente chi sta peggio, trascina con se l'altro membro della coppia (o per lo meno ne ostacola significativamente l'esistenza), piuttosto che il contrario. Quando ho iniziato la professione, per questioni geografiche e temporali, ho, tra gli altri casi, iniziato a lavorare con i reduci delle guerre balcaniche, e non era certamente semplice, ed è stato importante aver avuto e avere tuttora una compagna "solida" al mio fianco, poiché noi siamo anche le nostre relazioni. Detto ciò, innanzitutto non dubiti delle sue capacità, l'ambito delle dipendenze è insidioso, e spesso ci troviamo a "parlare" con la sostanza o il gioco, piuttosto che con gli individui, per cui ho visto operatori con anni di SerT alle spalle (sottoscritto compreso) essere varie volte in difficoltà nel comprendere o intuire, sintomi, umori, intenzioni, atteggiamenti, condotte, ecc..
Pertanto, consapevole tuttavia che in una coppia è importante affrontare assieme le problematiche e le criticità della vita, o almeno provarci per un certo periodo nel caso delle dipendenze, le suggerirei di assumere un atteggiamento deciso con il suo compagno (nel campo delle dipendenze un po' di forza psicologica, non violenza, è necessaria), invitandolo a scegliere se affrontare i propri problemi seriamente, senza sotterfugi, oppure se continuare nella sua attuale esistenza, rischiando però di perderla. Il suo compagno ha 29 anni ed è un 'età, in cui dovrebbe essere in grado di prendere decisioni importanti e cioè o lei o le dipendenze, tenendo presente che in quest'ambito, ci si può misurare tuttavia pure con delle ricadute, che, soprattutto se contenute, fanno parte di un percorso terapeutico (del resto di solito una coppia regge nel tempo se, più o meno, entrambi evolvono in una direzione sufficientemente simile..). Infine, per quanto encomiabile sia il suo atteggiamento, tenga presente che è importante che lei si prenda cura di se stessa oltre che del suo compagno, per cui appena può, riprenda il suo percorso di psicoterapia, perché sta affrontando un periodo difficile, che richiede propri spazi di supporto e consultazione.
Con vicinanza,
M.M.
Buongiorno, mi dispiace per quanto ha riportato della sua situazione. La prima domanda che mi sovviene è proprio relativa a cosa lei desidera. Sicuramente è confusa e non sa bene quale strada intraprendere ma probabilmente la strada migliore è riprendere una psicoterapia individuale per lei e nel corso del tempo comprendere cosa ha dentro e cosa desidera per se'. Una psicoterapia di coppia richiedo un impegno da entrambe le parti e non ho percepito questo dalle sue parole. Se desidera può contattarmi per un colloquio. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Cara utente, posso comprendere la complessità delle emozioni e della situazione che sta attraversando. Davanti a questi dubbi dovrebbe pensare a un percorso psicologico individuale, che la faccia scoprire quali sono i suoi progetti di vita, cioè, focalizzarsi su di sé; l'unico potere che abbiamo è su di noi, non possiamo sapere come l altro cambia e cresce, ma abbiamo la capacità di decidere sulla nostra crescita, sulle nostre scelte e sui nostri cambiamenti. Un abbraccio e coraggio
Salve,
prima di tutto, vorrei esprimere apprezzamento per la profondità con cui ha esplorato la vostra relazione e i vostri sentimenti in questo contesto. È chiaro che state cercando di capire e riflettere su vari aspetti complessi della vostra storia insieme. Comprendo che sia preoccupata per il futuro della vostra relazione e per il modo migliore di affrontare questa situazione.

La vostra storia sembra presentare sfide significative, tra cui difficoltà nella convivenza, l'uso di sostanze da parte del vostro compagno, problemi economici e divergenze negli obiettivi di vita. È positivo che entrambi abbiate intrapreso percorsi terapeutici individuali, che hanno apportato benefici.

La terapia di coppia potrebbe rappresentare un passo utile per esplorare ulteriormente i vostri problemi relazionali e lavorare insieme verso obiettivi comuni. Tuttavia, è importante considerare attentamente se entrambi siete disposti a impegnarvi attivamente in questo processo e a fare gli sforzi necessari per migliorare la vostra relazione. È fondamentale che entrambi vediate il valore della terapia di coppia e siate disposti a lavorare su di essa.

In ogni caso, è importante mantenere una comunicazione aperta e onesta con il vostro compagno riguardo ai vostri sentimenti, preoccupazioni e obiettivi personali e di coppia. La comunicazione efficace è essenziale per qualsiasi relazione e può fornire un terreno fertile per una comprensione reciproca e la risoluzione dei conflitti.

Riflettere su ciò che veramente desiderate per il vostro futuro insieme e valutare attentamente se la vostra relazione attuale può soddisfare queste aspettative è un passo importante. Non esitate a cercare ulteriori supporti professionali per affrontare queste decisioni importanti e per guidarvi nella vostra crescita personale e relazionale.

Un grande incoraggiamento!
Massimo Martucci, Psicologo e Ipnoterapeuta a Milano e online
Salve, comprendo la sofferenza che riferisce , provi a partire da se’ intraprendendo un percorso psicoterapeutico per lavorare sulle sue emozioni, comprendere gli schemi che si attivano sul piano relazionale e far emergere i suoi bisogni.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Cara utente, mi rendo conto delle difficoltà che sta vivendo oggi e di quelle che ha vissuto in questi anni.
Credo che prima di una terapia di coppia sarebbe opportuno che lei abbracciasse l'idea di iniziare un percorso individuale non mettendosi al secondo posto come ha fatto in altre situazioni già citate per il bene del suo compagno e della coppia. Forse questo potrebbe aiutarla a fare chiarezza su ciò che prova e su ciò di cui si aspetta da una relazione.
Non si perda d'animo se qualcuno le dice che non è abbastanza brava per la professione che ha scelto di intraprendere. Insegua i suoi sogni e raggiungerà i suoi obiettivi e ricordi che siamo umani e per questo passabili anche noi psicologi e non di fallimento.
Un caro saluto
Dott.ssa Veronica Guidi
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