Salve, Sono una donna, ho 25 anni e scrivo per cercare di dare una risposta ad una domanda che ho
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Salve,
Sono una donna, ho 25 anni e scrivo per cercare di dare una risposta ad una domanda che ho in testa da molto tempo. Ho paura del tradimento, lo vedo come un qualcosa di inevitabile alla quale siamo destinati tutti prima o poi, questa convinzione mi porta ad essere molto schiva anche nelle relazioni. Non ho mai avuto una vera relazione e non la cerco, preciso che il mio modo di "evitare" gli uomini sebbene possa essere sicuramente correlato anche al mio essere cinica, di certo non è una cosa che mi fa soffrire, nel senso che sono felice così e non sento il bisogno di altro per il momento. Tuttavia, mi rendo conto che c'è un problema, sono una persona razionale che si interroga molto e riesco ad analizzare i miei comportamenti in maniera distaccata. Questa paura di essere tradita e la paura dell' abbandono è cresciuta con me, ricordo che quando ero molto piccola sognavo spesso mia madre tradire mio padre oppure che succedeva qualcosa di brutto ai miei fratelli. Ricordo che da bambina l'unica volta che vidi i miei genitori litigare io mi misi in mezzo per sedare la discussione perché temevo che uno dei due se ne andasse. Per anni ho pensato di aver avuto un trauma che non riuscivo a ricordare, ho persino pensato di aver visto da piccola qualcosa che non avrei dovuto vedere e che questo ricordo inconscio si fosse ripresentato nei sogni. Adesso che sono adulta, però, parlando anche con i miei mi rendo conto che non sarebbe mai potuto accadere una cosa simile, e che erano solo paranoie che però influenzano ancora la mia persona. I miei genitori non si sono mai comportati in maniera scorretta con noi, certo si, qualche volta hanno litigato, naturalmente sempre con rispetto, e in quale famiglia non si litiga? Insomma, ci sono tante famiglie con difficoltà, figli con genitori violenti o che sono stati abbandonati. Io sono cresciuta in una famiglia perfetta, da dove nasce questa paura? Che tipo di trauma potrebbe mai avere una bambina che è nata con l'amore di una bella famiglia che non ha mai dato segni di squilibrio? Perché mi sento così responsabile nei confronti dei miei fratelli e perché credo più nel tradimento che nell' amore?
Sono una donna, ho 25 anni e scrivo per cercare di dare una risposta ad una domanda che ho in testa da molto tempo. Ho paura del tradimento, lo vedo come un qualcosa di inevitabile alla quale siamo destinati tutti prima o poi, questa convinzione mi porta ad essere molto schiva anche nelle relazioni. Non ho mai avuto una vera relazione e non la cerco, preciso che il mio modo di "evitare" gli uomini sebbene possa essere sicuramente correlato anche al mio essere cinica, di certo non è una cosa che mi fa soffrire, nel senso che sono felice così e non sento il bisogno di altro per il momento. Tuttavia, mi rendo conto che c'è un problema, sono una persona razionale che si interroga molto e riesco ad analizzare i miei comportamenti in maniera distaccata. Questa paura di essere tradita e la paura dell' abbandono è cresciuta con me, ricordo che quando ero molto piccola sognavo spesso mia madre tradire mio padre oppure che succedeva qualcosa di brutto ai miei fratelli. Ricordo che da bambina l'unica volta che vidi i miei genitori litigare io mi misi in mezzo per sedare la discussione perché temevo che uno dei due se ne andasse. Per anni ho pensato di aver avuto un trauma che non riuscivo a ricordare, ho persino pensato di aver visto da piccola qualcosa che non avrei dovuto vedere e che questo ricordo inconscio si fosse ripresentato nei sogni. Adesso che sono adulta, però, parlando anche con i miei mi rendo conto che non sarebbe mai potuto accadere una cosa simile, e che erano solo paranoie che però influenzano ancora la mia persona. I miei genitori non si sono mai comportati in maniera scorretta con noi, certo si, qualche volta hanno litigato, naturalmente sempre con rispetto, e in quale famiglia non si litiga? Insomma, ci sono tante famiglie con difficoltà, figli con genitori violenti o che sono stati abbandonati. Io sono cresciuta in una famiglia perfetta, da dove nasce questa paura? Che tipo di trauma potrebbe mai avere una bambina che è nata con l'amore di una bella famiglia che non ha mai dato segni di squilibrio? Perché mi sento così responsabile nei confronti dei miei fratelli e perché credo più nel tradimento che nell' amore?
Gentile utente, sarebbe utile, attraverso un percorso con uno psicologo, capire le cause di questo suo pensiero.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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La domanda che pone è complessa e tocca aspetti profondi della sua vita emotiva e delle sue esperienze di crescita. Nonostante il contesto familiare apparentemente privo di traumi evidenti, la paura del tradimento e dell'abbandono che descrive potrebbe avere radici in fattori più sottili e personali, non necessariamente legati a un evento traumatico visibile.
Paure infantili e sensibilità emotiva: Anche in famiglie affettuose e stabili, i bambini possono sviluppare ansie legate alla sicurezza emotiva. L'immaginazione di un bambino è potente, e spesso può creare paure o scenari catastrofici, come il tradimento o la perdita, anche in assenza di eventi reali. La sua sensibilità e il bisogno di proteggere l'armonia familiare potrebbero aver alimentato queste paure sin dalla giovane età.
Ruolo di mediatore: Il fatto che si sia inserita per "sedare" il conflitto tra i suoi genitori è indicativo di una tendenza a sentirsi responsabile per la pace e la stabilità degli altri, un ruolo che molte persone assumono, spesso inconsciamente, in risposta a piccoli segnali di disarmonia. Anche se i conflitti familiari erano gestiti in modo rispettoso, è possibile che abbia sviluppato l'idea di dover essere un "guardiano" della serenità familiare, alimentando così la paura di un'eventuale rottura.
Idealizzazione della famiglia e ansia legata alla perfezione: Crescere in una famiglia che percepisce come "perfetta" può, paradossalmente, contribuire a sviluppare una paura del tradimento o dell'abbandono. Quando si ha un'immagine molto positiva e idealizzata dei propri legami familiari, si può temere il momento in cui quella perfezione potrebbe crollare, generando un'ansia di fondo che le relazioni non siano sicure. Questo potrebbe spiegare perché, pur non avendo esperienze di traumi diretti, ha sviluppato una visione scettica verso l'amore.
Cultura e convinzioni personali: Oltre alla sua esperienza personale, la società e la cultura possono avere un ruolo importante nella formazione delle sue credenze. La paura del tradimento può essere amplificata da messaggi sociali che promuovono l'idea che l'amore e la fedeltà siano difficili da mantenere. L'idea che "prima o poi tutti tradiranno" potrebbe derivare anche da narrazioni esterne che l'hanno influenzata nel tempo, non solo da dinamiche familiari.
Protezione emotiva e evitamento relazionale: Il fatto che non senta il bisogno di relazioni e che eviti attivamente di cercare legami potrebbe essere una forma di protezione. Razionalmente, non prova sofferenza nell'essere distaccata, ma potrebbe esserci una componente di paura più profonda che la spinge a evitare situazioni in cui si sentirebbe vulnerabile. Proteggersi dal dolore, dall’abbandono o dal tradimento può essere una risposta naturale, ma a lungo termine potrebbe impedirle di esplorare la possibilità di costruire legami più significativi.
Domande sul passato: Il fatto che abbia immaginato di aver vissuto un trauma, senza che vi sia un evento evidente, è interessante. Può darsi che la sua mente abbia creato una narrazione per spiegare paure e ansie che non avevano una causa precisa. A volte, i sentimenti di insicurezza o vulnerabilità possono derivare da esperienze emotive più diffuse piuttosto che da un singolo evento traumatico.
Potrebbe essere utile esplorare ulteriormente queste tematiche con un professionista, se non lo ha già fatto, per capire meglio da dove proviene questa paura e come lavorare su di essa. Anche se attualmente si sente a suo agio nel suo cinismo e nel suo distacco, potrebbe scoprire che ci sono aspetti più profondi del suo essere che meritano attenzione e cura.
Paure infantili e sensibilità emotiva: Anche in famiglie affettuose e stabili, i bambini possono sviluppare ansie legate alla sicurezza emotiva. L'immaginazione di un bambino è potente, e spesso può creare paure o scenari catastrofici, come il tradimento o la perdita, anche in assenza di eventi reali. La sua sensibilità e il bisogno di proteggere l'armonia familiare potrebbero aver alimentato queste paure sin dalla giovane età.
Ruolo di mediatore: Il fatto che si sia inserita per "sedare" il conflitto tra i suoi genitori è indicativo di una tendenza a sentirsi responsabile per la pace e la stabilità degli altri, un ruolo che molte persone assumono, spesso inconsciamente, in risposta a piccoli segnali di disarmonia. Anche se i conflitti familiari erano gestiti in modo rispettoso, è possibile che abbia sviluppato l'idea di dover essere un "guardiano" della serenità familiare, alimentando così la paura di un'eventuale rottura.
Idealizzazione della famiglia e ansia legata alla perfezione: Crescere in una famiglia che percepisce come "perfetta" può, paradossalmente, contribuire a sviluppare una paura del tradimento o dell'abbandono. Quando si ha un'immagine molto positiva e idealizzata dei propri legami familiari, si può temere il momento in cui quella perfezione potrebbe crollare, generando un'ansia di fondo che le relazioni non siano sicure. Questo potrebbe spiegare perché, pur non avendo esperienze di traumi diretti, ha sviluppato una visione scettica verso l'amore.
Cultura e convinzioni personali: Oltre alla sua esperienza personale, la società e la cultura possono avere un ruolo importante nella formazione delle sue credenze. La paura del tradimento può essere amplificata da messaggi sociali che promuovono l'idea che l'amore e la fedeltà siano difficili da mantenere. L'idea che "prima o poi tutti tradiranno" potrebbe derivare anche da narrazioni esterne che l'hanno influenzata nel tempo, non solo da dinamiche familiari.
Protezione emotiva e evitamento relazionale: Il fatto che non senta il bisogno di relazioni e che eviti attivamente di cercare legami potrebbe essere una forma di protezione. Razionalmente, non prova sofferenza nell'essere distaccata, ma potrebbe esserci una componente di paura più profonda che la spinge a evitare situazioni in cui si sentirebbe vulnerabile. Proteggersi dal dolore, dall’abbandono o dal tradimento può essere una risposta naturale, ma a lungo termine potrebbe impedirle di esplorare la possibilità di costruire legami più significativi.
Domande sul passato: Il fatto che abbia immaginato di aver vissuto un trauma, senza che vi sia un evento evidente, è interessante. Può darsi che la sua mente abbia creato una narrazione per spiegare paure e ansie che non avevano una causa precisa. A volte, i sentimenti di insicurezza o vulnerabilità possono derivare da esperienze emotive più diffuse piuttosto che da un singolo evento traumatico.
Potrebbe essere utile esplorare ulteriormente queste tematiche con un professionista, se non lo ha già fatto, per capire meglio da dove proviene questa paura e come lavorare su di essa. Anche se attualmente si sente a suo agio nel suo cinismo e nel suo distacco, potrebbe scoprire che ci sono aspetti più profondi del suo essere che meritano attenzione e cura.
Buongiorno, grazie per la sua interessante e profonda condivisione. Ovviamente non è possibile darle una risposta qui, senza conoscere molte più informazioni. Ma soprattutto perchè la/le risposte (sempre che si possano chiamare così), sono dentro di lei ed aspettano (a questo punto mi viene da dire chiedono) di essere ascoltate. Bisogna soltanto trovare l'opportunità perchè vengano fuori. Mi viene da chiederle: in che rapporto è lei con la fiducia? Un percorso psicoterapeutico potrebbe esserle molto utile per conoscere maggiormente se stessa, analizzare i suoi bisogni e dar voce a parti di sè che sono al momento silenti e che sono sicuramente molto significative. Se vuole sono a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, certo è difficile dare risposte specifiche per sensazioni e pensieri che sembrano avere strutturato il suo stile di vita. La prima parola alla quale mi fa pensare il suo racconto è 'fiducia'. Sembra infatti che dentro di lei abbia eretto un sottile, ma resistente muro, che non le permette di avvicinarsi alle relazioni. Io non penso che si possa parlare di cinismo, ma di modalità di difesa dal dolore.
Credo che un percorso di psicoterapia possa aiutarla a trovare le risposte che cerca, dentro di lei c'è un mondo che aspetta di essere esplorato.
Resto a disposizione anche online, cordialmente Gabriella Pringigallo
Credo che un percorso di psicoterapia possa aiutarla a trovare le risposte che cerca, dentro di lei c'è un mondo che aspetta di essere esplorato.
Resto a disposizione anche online, cordialmente Gabriella Pringigallo
Gentile utente, grazie per aver condiviso una parte così personale della sua storia. È comprensibile che queste domande suscitino in lei il desiderio di trovare delle risposte, soprattutto considerando il suo approccio analitico e razionale. Le paure del tradimento e dell'abbandono, che descrive con grande consapevolezza, possono avere molteplici origini, non sempre riconducibili a esperienze traumatiche. Per comprendere appieno le dinamiche profonde che hanno portato a queste convinzioni, sarebbe necessario un percorso di esplorazione più approfondito. Ogni storia è unica e complessa, e trovare le risposte richiede tempo e uno spazio di riflessione profondo, che difficilmente può essere soddisfatto attraverso un semplice messaggio. Un percorso psicologico potrebbe offrirle la possibilità di esplorare non solo le radici delle sue paure, ma anche di trovare un modo per vivere con maggiore serenità le relazioni e il suo rapporto con sé stessa. La razionalità e la capacità di analisi che già mostra saranno risorse preziose in questo processo.
Resto a disposizione qualora decidesse di intraprendere questo cammino.
Un caro saluto.
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Un caro saluto.
Buonasera, la ringrazio per questo suo racconto personale. Come già le hanno scritto i colleghi, sarebbe utile potesse approfondire i temi e i significati che si nascondono dietro le sue paure attraverso un percorso psicologico.
Probabilmente, queste tematiche hanno una relazione con la crescita: sembra che il tema dell'abbandono e della sfiducia nelle persone e nelle relazioni stia bussando in modo piuttosto insistente alla sua porta, proprio a un'età, quella della giovane adulta, nella quale, solitamente, si comincia a guardare verso il mondo esterno e a costruire una vita autonoma e indipendente dalla famiglia d'origine. Rimango a disposizione, un caro saluto. SQ
Probabilmente, queste tematiche hanno una relazione con la crescita: sembra che il tema dell'abbandono e della sfiducia nelle persone e nelle relazioni stia bussando in modo piuttosto insistente alla sua porta, proprio a un'età, quella della giovane adulta, nella quale, solitamente, si comincia a guardare verso il mondo esterno e a costruire una vita autonoma e indipendente dalla famiglia d'origine. Rimango a disposizione, un caro saluto. SQ
Grazie per la sua condivisione. Porta molti temi importanti, che meriterebbero di essere approfonditi meglio: la paura dell'abbandono, la paura del tradimento ed il senso di responsabilità (o di colpa?) nei confronti dei suoi fratelli. Dalle sue parole mi sembra di capire che è molto consapevole di alcune sue parti, mentre altre parti sembrano nebulose e lontane. Il mio consiglio è di cominciare un percorso con un terapeuta che le ispiri fiducia, semplicemente per entrare nel merito di questi temi e di queste parti, che ancora non conosce, senza preconcetti: non è detto che debbano esserci per forza dei grossi traumi ad influenzare tutto. Se avesse bisogno mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Non è possibile darle una risposta non conoscendo la sua storia e le sue relazioni. Posso sicuramente dirle che anche all'interno delle "famiglie perfette", ammesso che ne esistano, i bambini e gli adulti possono sperimentare vissuti di insicurezza e paura. Questi vissuti potrebbero influenzare "il suo evitare gli uomini".
Mi sento di suggerirle di attivare uno spazio di psicoterapia in cui poter conoscere i suoi bisogni e approfondire i suoi vissuti di paura e insicurezza.
Ricevo anche online.
Un caro saluto,
dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Non è possibile darle una risposta non conoscendo la sua storia e le sue relazioni. Posso sicuramente dirle che anche all'interno delle "famiglie perfette", ammesso che ne esistano, i bambini e gli adulti possono sperimentare vissuti di insicurezza e paura. Questi vissuti potrebbero influenzare "il suo evitare gli uomini".
Mi sento di suggerirle di attivare uno spazio di psicoterapia in cui poter conoscere i suoi bisogni e approfondire i suoi vissuti di paura e insicurezza.
Ricevo anche online.
Un caro saluto,
dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Dal suo racconto, si evince molto la presenza del suo nucleo familiare all' interno della sua storia, come se fosse difficile e porterebbe sofferenze una separazione, d' altro canto si legge anche una consapevolezza di questa problematica. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico che la potrebbe supportare in questo processo di separazione. Cordialità dott. Gaetano Marino
La sua domanda tocca un tema molto complesso e personale. Anche in famiglie che sembrano armoniose e prive di traumi evidenti, i bambini possono interiorizzare paure e insicurezze. La sua attenzione ai conflitti e il timore del tradimento potrebbero derivare da un’iper-sensibilità alle dinamiche relazionali o da una precoce paura dell’abbandono. Il fatto che queste emozioni siano state presenti fin dall'infanzia suggerisce che, pur senza eventi traumatici concreti, ci possa essere stato un vissuto emotivo che l’ha portata a sviluppare una visione pessimistica delle relazioni. La paura di essere traditi può infatti essere una proiezione delle sue insicurezze più profonde. È importante indagare a fondo queste dinamiche con l’aiuto di uno specialista per comprendere meglio le radici di queste paure e per poterle affrontare in modo costruttivo. Se desidera approfondire il discorso, resto a disposizione per un consulto. Saluti, Dott.ssa Cristina Borghetti Psicologa
Buongiorno, da un lato c'è una importante riflessione sulla sua famiglia d'origine. Lei ha capito che le sue radici sono lì. Le radici del nostro Attaccamento sono lì. Nel modo in cui abbiamo percepito le figure di riferimento come capaci di ascoltarci, accoglierci, proteggerci e sostenerci durante la prima infanzia. Mi colpisce che la sua famiglia venga definita "perfetta". La perfezione è lontana dai canoni umani e ancora di più dalla famiglia in sé, in cui invece sarebbe fondamentale per conoscersi anche imparare il saper entrare in conflitto in modo costruttivo e assertivo. Dall'altro lato c'è lei, che è oggi adulta, con paure e reticenze quando si tratta di amare. Credo sia necessario approfondire con un percorso mirato per riprendere le redini della situazione e far sì che lei per prima si sente nuovamente capace di amare e soprattutto meritevole di amore.
dott.ssa Anzuini
dott.ssa Anzuini
Buonasera gentile Utente, quello che descrive è un vissuto complesso, che coinvolge paure profonde legate al tradimento e all'abbandono, pur essendo cresciuta in una famiglia che definisce "perfetta". La sua riflessione sulla mancanza di eventi traumatici evidenti nella sua infanzia pone una domanda interessante: come può una paura così radicata svilupparsi in un contesto familiare apparentemente sicuro e amorevole?
Anche in una famiglia che non presenta problemi evidenti, i bambini possono sviluppare delle paure inconsce legate alla loro percezione delle relazioni affettive. I bambini sono molto sensibili agli equilibri emotivi che li circondano, e anche litigi "normali" tra i genitori possono essere vissuti con una forte intensità emotiva. Può darsi che, durante l'infanzia, lei abbia percepito in modo amplificato alcune dinamiche familiari, associandole a un senso di insicurezza o perdita, anche se queste non erano effettivamente presenti in modo oggettivo.
I sogni che menziona, come quelli in cui vedeva sua madre tradire suo padre o temeva qualcosa di brutto per i suoi fratelli, potrebbero essere espressioni simboliche delle sue ansie. È comune per i bambini interpretare litigi o tensioni familiari come un segnale di minaccia all'unità del nucleo familiare, il che potrebbe aver alimentato una paura dell'abbandono o del tradimento, anche senza che ci fosse un motivo concreto. Queste paure possono rimanere latenti e manifestarsi in età adulta sotto forma di scetticismo o difficoltà nelle relazioni affettive.
Il suo forte senso di responsabilità nei confronti dei fratelli e la tendenza a voler proteggere la sua famiglia potrebbero derivare da un'ipersensibilità emotiva sviluppata durante l'infanzia. Quando un bambino si sente responsabile della serenità della famiglia o del benessere dei propri cari, questo può portare a un'ansia perenne rispetto alla possibilità di perdere quel legame o di vedere rovinato quell'equilibrio.
La convinzione che il tradimento sia inevitabile potrebbe essere un meccanismo di difesa che ha sviluppato per proteggersi dalla possibilità di essere ferita. Se si convince che l'amore finisce inevitabilmente con il tradimento, può evitare di mettersi in una situazione vulnerabile, come una relazione, e mantenere il controllo emotivo. In un certo senso, la sua razionalità le offre una protezione contro la sofferenza, ma allo stesso tempo la allontana dall'esperienza diretta dell'intimità affettiva.
Anche se non ha vissuto traumi visibili, è importante considerare che le esperienze emotive vissute da bambina, come il timore di vedere i genitori litigare o la responsabilità che ha sentito di proteggere la famiglia, potrebbero aver piantato il seme di questa insicurezza. A volte, la paura del tradimento o dell'abbandono nasce non da esperienze dirette di tradimento, ma da una percezione amplificata di vulnerabilità rispetto ai legami affettivi.
Riconosce di essere soddisfatta della sua attuale condizione e di non soffrire per l'assenza di una relazione, ma è importante non ignorare questa parte di sé che sembra nutrire dubbi e paure. Potrebbe essere utile esplorare queste emozioni più a fondo, magari con l'aiuto di un professionista, per comprendere meglio come queste paure influenzano le sue decisioni e se, un giorno, desidererà entrare in una relazione affettiva senza che queste paure la condizionino.
Un percorso di riflessione più approfondito potrebbe aiutarla a risolvere questa contraddizione interna e a trovare un equilibrio tra la sua indipendenza emotiva e la possibilità di aprirsi alle relazioni future.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Anche in una famiglia che non presenta problemi evidenti, i bambini possono sviluppare delle paure inconsce legate alla loro percezione delle relazioni affettive. I bambini sono molto sensibili agli equilibri emotivi che li circondano, e anche litigi "normali" tra i genitori possono essere vissuti con una forte intensità emotiva. Può darsi che, durante l'infanzia, lei abbia percepito in modo amplificato alcune dinamiche familiari, associandole a un senso di insicurezza o perdita, anche se queste non erano effettivamente presenti in modo oggettivo.
I sogni che menziona, come quelli in cui vedeva sua madre tradire suo padre o temeva qualcosa di brutto per i suoi fratelli, potrebbero essere espressioni simboliche delle sue ansie. È comune per i bambini interpretare litigi o tensioni familiari come un segnale di minaccia all'unità del nucleo familiare, il che potrebbe aver alimentato una paura dell'abbandono o del tradimento, anche senza che ci fosse un motivo concreto. Queste paure possono rimanere latenti e manifestarsi in età adulta sotto forma di scetticismo o difficoltà nelle relazioni affettive.
Il suo forte senso di responsabilità nei confronti dei fratelli e la tendenza a voler proteggere la sua famiglia potrebbero derivare da un'ipersensibilità emotiva sviluppata durante l'infanzia. Quando un bambino si sente responsabile della serenità della famiglia o del benessere dei propri cari, questo può portare a un'ansia perenne rispetto alla possibilità di perdere quel legame o di vedere rovinato quell'equilibrio.
La convinzione che il tradimento sia inevitabile potrebbe essere un meccanismo di difesa che ha sviluppato per proteggersi dalla possibilità di essere ferita. Se si convince che l'amore finisce inevitabilmente con il tradimento, può evitare di mettersi in una situazione vulnerabile, come una relazione, e mantenere il controllo emotivo. In un certo senso, la sua razionalità le offre una protezione contro la sofferenza, ma allo stesso tempo la allontana dall'esperienza diretta dell'intimità affettiva.
Anche se non ha vissuto traumi visibili, è importante considerare che le esperienze emotive vissute da bambina, come il timore di vedere i genitori litigare o la responsabilità che ha sentito di proteggere la famiglia, potrebbero aver piantato il seme di questa insicurezza. A volte, la paura del tradimento o dell'abbandono nasce non da esperienze dirette di tradimento, ma da una percezione amplificata di vulnerabilità rispetto ai legami affettivi.
Riconosce di essere soddisfatta della sua attuale condizione e di non soffrire per l'assenza di una relazione, ma è importante non ignorare questa parte di sé che sembra nutrire dubbi e paure. Potrebbe essere utile esplorare queste emozioni più a fondo, magari con l'aiuto di un professionista, per comprendere meglio come queste paure influenzano le sue decisioni e se, un giorno, desidererà entrare in una relazione affettiva senza che queste paure la condizionino.
Un percorso di riflessione più approfondito potrebbe aiutarla a risolvere questa contraddizione interna e a trovare un equilibrio tra la sua indipendenza emotiva e la possibilità di aprirsi alle relazioni future.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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La tua paura del tradimento e dell’abbandono può derivare da esperienze infantili che, anche se apparentemente innocue, hanno lasciato un'impronta emotiva. La tua propensione a sedare i conflitti potrebbe indicare un forte senso di responsabilità e una necessità di controllo. Riflettere su queste dinamiche con un professionista potrebbe offrirti maggiore chiarezza e comprensione. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno, la perfezione non esiste. Sicuramente la sua famiglia ha avuto i suoi pregi come i suoi difetti, come è naturale che sia. Un pò come diceva anche lei stessa è inevitabile (e sano) litigare all'interno di una famiglia, così come avere quel qualcosa di negativo in mezzo al benessere e le cose positive. Sarebbe strano il contrario. Le convinzioni possono nascere non solo da comportamenti palesati come il vedere i genitori litigare o tradirsi ma anche da ciò che può passare dal modo di fare di una persona piuttosto che un'altra, sentimenti e non detti. Ognuno è più sensibile a certi aspetti piuttosto che altri, come è naturale che sia, e si può essere condizionati anche da atteggiamenti che non necessariamente sono negativi o avvenuti in mala fede, anche al di fuori della famiglia. Tutto dipende come questi vengono gestiti dagli adulti di riferimento durante la fase di crescita del bambino. Immagino che la domanda occupi spazio nella sua testa ed è giusto ed importante capire meglio da dove derivi come è maggiormente fondamentale capire come occuparsene e superare questo impasse nelle relazioni, che per quanto viva bene sembra le dia pensiero.
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Gent.ma,
Mi dispiace tanto per che la situazione che descrive in quanto capisco la difficoltà di convivere con essa. Ciò mi risulta che lei potrebbe soffrire di ossessioni. Infatti le ossessioni sono pensieri invadenti, intrusivi, ricorrenti e soprattutto incontrollabili. Ogni tentativo di controllarli o qualsiasi comportamento volto a “gestirle” si rivelerà fallimentare. Le ossessioni vanno capite, analizzate, elaborate. Se c’è qualcosa che non va, bisogna capire cos’è e perché! Perché mi ossessiono e su cosa? Nel suo caso del tradimento. Perché ha paura del tradimento? Le ossessioni sono in primis meccanismi di difesa: la psiche produce pensieri ricorrenti come se fosse una sirena che richiede attenzione. C’è qualcosa che non va!!Solitamente le ossessioni nascondono disagi, sofferenze, angosce più profonde. Ed è per questo che le ossessioni rappresentano di per sé meccanismi di difesa. E come tali non possono essere scelti perché si attivano in automatico.
Credo che non può avere una risposta generica della sua situazione. Bisognerebbe analizzare insieme la sua storia le sue emozioni ecc
.Per questo un consulto con una psicologa/psicoterapeuta di indirizzo integrata tra la psicoanalisi (che le aiuta a rileggere la propria storia andando a vedere da dove nasce questa paura del tradimento) e sistemico relazionale che le aiuta ad affrontare questa paura oggi prendendo in considerazione tutto il sistema.
Non esitare di prenotare un appuntamento in presenza a Roma o online in qualsiasi parte si trova.
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione.
Da quello che riporta, sembra di capire il desiderio di comprendere l'origine di questo timore per il tradimento e di forte senso di responsabilità nei confronti dei fratelli, che apparentemente sembrerebbe difficile da identificare nel revisionare la propria infanzia. Non è possibile rispondere a questa profonda e complessa domanda in una piattaforma, è un tema delicato che richiede tempo e una sede idonea in cui poter ricostruire la propria storia, le personali paure, valori e risorse. Se sente di avere la motivazione giusta, io consiglio un percorso psicologico che potrebbe aiutarla in questo. Ovviamente, è importante che ci sia la giusta spinta, in ottica di poter agire liberamente e uscire da quelle che diventano rigide regole mentali che ci strutturiamo mentalmente ("tradimento, lo vedo come un qualcosa di inevitabile alla quale siamo destinati tutti prima o poi"), e che poi limitano la nostra gamma di comportamenti (questa convinzione mi porta ad essere molto schiva anche nelle relazioni). Spesso le nostre convinzioni si strutturano in maniera molto rigida e arrivano a limitare le nostre esperienze, questo non è un problema a priori ma a lungo termine potrebbe diventarlo.
Resto a disposizione, cordialmente, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Da quello che riporta, sembra di capire il desiderio di comprendere l'origine di questo timore per il tradimento e di forte senso di responsabilità nei confronti dei fratelli, che apparentemente sembrerebbe difficile da identificare nel revisionare la propria infanzia. Non è possibile rispondere a questa profonda e complessa domanda in una piattaforma, è un tema delicato che richiede tempo e una sede idonea in cui poter ricostruire la propria storia, le personali paure, valori e risorse. Se sente di avere la motivazione giusta, io consiglio un percorso psicologico che potrebbe aiutarla in questo. Ovviamente, è importante che ci sia la giusta spinta, in ottica di poter agire liberamente e uscire da quelle che diventano rigide regole mentali che ci strutturiamo mentalmente ("tradimento, lo vedo come un qualcosa di inevitabile alla quale siamo destinati tutti prima o poi"), e che poi limitano la nostra gamma di comportamenti (questa convinzione mi porta ad essere molto schiva anche nelle relazioni). Spesso le nostre convinzioni si strutturano in maniera molto rigida e arrivano a limitare le nostre esperienze, questo non è un problema a priori ma a lungo termine potrebbe diventarlo.
Resto a disposizione, cordialmente, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. Pone degli interrogativi molto importanti che sicuramente meritano uno spazio più ampio per poter essere accolti e approfonditi. Comprendo la voglia di esplorare l'origine di questa paura, una paura che la porta ad approcciarsi in maniera "sfiduciata" alle relazioni. Mi chiedo anche se possa avere senso per lei provare ad accogliere questa paura, per poi comprendere meglio come si manifesti nel momento presente, prima ancora di comprenderne l'origine e ricollegarla alla sua storia personale. Quando facciamo spazio alle emozioni, siamo anche più predisposti ad ascoltare il "messaggio" che vogliono mandarci. E quindi poi chiedersi: Come si manifesta in me questa paura? Che forma ha? Il tradimento è una condizione che lei associa alla relazione amorosa o le è capitato di associarla ad altre relazioni, per esempio quelle d'amicizia? Che rapporto ha lei con la fiducia? E con la fiducia in sé stessa? Chiaramente questi sono solamente degli spunti riflessivi, la questione è complessa e tocca ampi temi, anche familiari, nel rapporto con i suoi genitori e con i suoi fratelli. Le mando un caro saluto e resto a disposizione. Dott.ssa Francesca Loddo
Gentile utente, prima di tutto grazie per aver condiviso il tuo vissuto. È evidente lo sforzo da te compiuto per interrogarti su questo tuo modo di sentire e di vivere le relazioni. Sicuramente c'è una ragione dietro a questi tuoi vissuti e comportamenti, come c'è una ragione ad ogni esperienza ed azione umana. Quale essa sia, lo si può comprendere solo attraverso uno studio attento della storia di vita della persona. Non è necessario che avvengano traumi - nel senso convenzionale del termine di eventi eccezionalmente drammatici - perché una persona sviluppi un funzionamento problematico o disfunzionale. Anche episodi più "sottili", meno eclatanti ma ripetuti nel tempo, possono plasmare in modo significativo il funzionamento psicologico di una persona. L'unico modo per modificarli consiste nel comprenderli e nello sperimentare modalità differenti di relazionarsi al proprio sentire e all'altro. Rispetto al tuo racconto, per esempio, può essere che non ci sia stato un vero e proprio tradimento sessuale nella storia della tua famiglia, ma è probabile che in qualche modo tu ti sia sentita "tradita" in modo significativo o che comunque hai avuto esperienze che ti hanno messo nella posizione di percepire il tradimento come un fatto ineluttabile in ogni rapporto umano. Una posizione che comprensibilmente va a condizionare il modo in cui ti relazioni - o non ti relazioni - alle persone in generale e all'altro sesso in particolare. Come dicevo, è necessario un lavoro profondo per comprendere e, se lo si desidera, trasformare aspetti di sé così radicati come quello che hai riportato. Naturalmente il supporto di un professionista empatico può esserti di grande aiuto nello svolgimento di tale lavoro. Dunque, se senti che questo aspetto della tua personalità sta compromettendo in modo significativo la tua vita, in particolare la tua capacità di vivere relazioni serene ed appaganti, non esitare a cercare supporto. Se desideri pormi ulteriori domande o prenotare un primo colloquio gratuito, sentiti libera di contattarmi. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso le sue riflessioni con tanta onestà e apertura. È evidente che la sua esperienza e le sue paure riguardo al tradimento e all'abbandono influenzano profondamente la sua vita e il suo modo di relazionarsi con gli altri. La paura del tradimento può spesso derivare da esperienze precoci in cui ci si sente vulnerabili o in cui l'intimità è stata associata a una forma di rischio. Anche se non ci sono stati traumi evidenti nella sua famiglia, le esperienze percepite, come le paure infantili di perdere i propri genitori o di assistere a conflitti familiari, possono aver creato un senso di insicurezza. La sua attitudine razionale, che le permette di analizzare i propri comportamenti, è senza dubbio una risorsa preziosa, ma è anche possibile che ciò le stia impedendo di accedere a emozioni più profonde che meritano di essere esplorate. Queste paure possono manifestarsi come una generalizzazione, in cui il tradimento viene visto come una possibilità inevitabile, anche quando la realtà delle relazioni può essere differente. Potrebbe essere utile esplorare queste emozioni e paure in un contesto di supporto, come quello di un professionista, per comprendere meglio come queste esperienze influenzino il suo presente e le sue scelte in ambito relazionale. Tutto ciò non significa che debba rinunciare alla sua felicità così com'è, ma riflettere su questi temi potrebbe offrirle delle nuove prospettive.
Non esiti a contattarmi se desidera approfondire ulteriormente o ricevere supporto in questo percorso di introspezione.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
Non esiti a contattarmi se desidera approfondire ulteriormente o ricevere supporto in questo percorso di introspezione.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso con così tanta profondità i suoi pensieri e le sue riflessioni. La sua capacità di analizzarsi e osservare i suoi comportamenti in modo razionale è davvero notevole e rappresenta una risorsa importante per comprendere meglio le sue emozioni e il modo in cui queste influenzano il suo approccio alle relazioni. La paura del tradimento e dell'abbandono che descrive sembra essere qualcosa che ha radici profonde nella sua storia emotiva. Anche se razionalmente riconosce di essere cresciuta in una famiglia stabile e amorevole, non significa che le emozioni che ha provato da bambina siano meno reali o meno significative. Il nostro cervello, soprattutto nei primi anni di vita, è molto sensibile agli stimoli emotivi e alle esperienze che viviamo. Anche episodi che possono sembrare piccoli o normali da adulti, come assistere a una discussione tra i genitori, possono essere vissuti con intensità maggiore da un bambino, soprattutto se accompagnati da un senso di responsabilità o vulnerabilità. La sua tendenza a sentirsi responsabile nei confronti dei suoi fratelli e a voler “sedare” i conflitti potrebbe essere legata a un bisogno di controllo e protezione che si è sviluppato presto. È come se, da bambina, avesse assunto inconsapevolmente un ruolo di "custode della pace" in famiglia. Non perché ci fossero problemi gravi, ma perché per un bambino anche solo la percezione di un possibile conflitto o di un rischio di separazione può attivare paure profonde. Non c'è bisogno che ci sia stato un vero trauma per sviluppare questo tipo di convinzioni o comportamenti. Spesso si tratta di come il bambino interpreta ciò che vive, in base alla sua sensibilità e al suo modo unico di percepire il mondo. La paura del tradimento, che lei descrive come quasi inevitabile, potrebbe essere una strategia inconscia di protezione: se credo che il tradimento accadrà comunque, allora posso evitare il dolore che ne deriverebbe tenendomi lontana dalle relazioni. È un meccanismo che, in un certo senso, funziona nel breve termine, perché riduce l’ansia legata all'incertezza e alla vulnerabilità delle relazioni. Tuttavia, può anche impedirle di vivere esperienze che potrebbero smentire questa convinzione e dimostrarle che l’amore può essere un legame profondo e sicuro. Lei si chiede da dove nasca questa paura. È importante ricordare che non sempre i nostri timori più profondi derivano da eventi traumatici concreti. A volte, possono emergere da un accumulo di piccole esperienze, sensazioni o percezioni che abbiamo avuto nell’infanzia. Ad esempio, la sua insistenza nel voler mantenere l’armonia familiare potrebbe essere stata una risposta a una sensibilità particolare verso i legami e alla paura che qualcosa potesse romperli. Anche solo l’idea che i genitori potessero litigare o che i fratelli potessero subire qualcosa di brutto potrebbe averle fatto vivere un senso di vulnerabilità che si è radicato nel tempo. Questa paura si è poi trasformata in una convinzione che le relazioni siano inevitabilmente destinate al tradimento. Come spesso accade con le nostre credenze, il cervello cerca conferme a ciò che già pensa di sapere: osserva il mondo esterno, magari anche episodi di tradimenti altrui, come prove che rafforzano questa convinzione. È un meccanismo che la nostra mente utilizza per dare coerenza alla nostra visione del mondo, ma non sempre ci permette di mettere in discussione quelle credenze che ci limitano o ci fanno soffrire. Ciò che mi sembra importante sottolineare è che, al di là delle sue paure, lei non percepisce l’assenza di una relazione come una mancanza in questo momento della sua vita. È felice così, ed è un segno di grande consapevolezza il fatto che non senta la pressione di dover avere una relazione per adeguarsi a un’aspettativa sociale. Tuttavia, è altrettanto prezioso il fatto che stia cercando di comprendere le sue paure, perché questo potrebbe aiutarla a scegliere, in futuro, se e come desidera affrontarle per vivere le relazioni in modo più sereno. Nel contesto della terapia cognitivo-comportamentale, un lavoro su questa paura potrebbe includere l’esplorazione delle convinzioni che ha sviluppato riguardo al tradimento e all’amore. Ad esempio, si potrebbe lavorare insieme per identificare e mettere in discussione le "prove" che la sua mente utilizza per rafforzare la convinzione che il tradimento sia inevitabile. Allo stesso tempo, si potrebbe aiutarla a sviluppare una maggiore tolleranza all’incertezza e alla vulnerabilità, che sono inevitabili nelle relazioni umane ma non necessariamente fonte di sofferenza. Lei ha già una grande capacità di riflettere su sé stessa e di analizzare i suoi comportamenti. Questa è una base eccellente per lavorare su questi aspetti, se e quando sentirà il bisogno di farlo. Non c’è nulla di sbagliato nel suo desiderio di proteggersi o nella scelta di vivere senza relazioni per il momento. L'importante è che queste scelte derivino da ciò che lei desidera davvero, e non dalla paura o dall’idea che non ci siano alternative. Le auguro di trovare le risposte che sta cercando e di continuare a esplorare sé stessa con la stessa curiosità e apertura che dimostra nelle sue parole. Se avrà bisogno di ulteriore supporto, non esiti a chiedere. Dott. Andrea Boggero
Buon pomeriggio, grazie per aver condiviso una riflessione così profonda e personale. La paura del tradimento e dell’abbandono, anche in assenza di un’esperienza diretta traumatica, può radicarsi in molteplici fattori, e spesso non è il risultato di un singolo evento, ma piuttosto di una combinazione di esperienze emotive e psicologiche che si sviluppano nel tempo.
Anche in un ambiente familiare amorevole e stabile, i bambini sono molto sensibili alle dinamiche emotive degli adulti. Non necessariamente un trauma diretto deve essersi verificato, ma il tuo forte senso di protezione verso i tuoi genitori e fratelli potrebbe essere legato a un'iper-sensibilità emotiva, una reazione naturale alla paura di perdere qualcuno a cui tieni molto. Una terapia potrebbe essere utile per esplorare più in profondità questi sentimenti e cercare di identificare le origini di queste paure, per lavorare su una maggiore consapevolezza di sé e sulla gestione di queste emozioni. Spero che questo, possa esserti d'aiuto!
Anche in un ambiente familiare amorevole e stabile, i bambini sono molto sensibili alle dinamiche emotive degli adulti. Non necessariamente un trauma diretto deve essersi verificato, ma il tuo forte senso di protezione verso i tuoi genitori e fratelli potrebbe essere legato a un'iper-sensibilità emotiva, una reazione naturale alla paura di perdere qualcuno a cui tieni molto. Una terapia potrebbe essere utile per esplorare più in profondità questi sentimenti e cercare di identificare le origini di queste paure, per lavorare su una maggiore consapevolezza di sé e sulla gestione di queste emozioni. Spero che questo, possa esserti d'aiuto!
Buonasera, ciò che il nostro inconscio fa emergere alla coscienza non è necessariamente il frutto di un ricordo reale ma non per questo merita meno attenzione e ascolto. Si domanda come mai la paura del tradimento pur in presenza di una famiglia che l'ha fatta sentire amata. Questa è già un'ottima domanda dalla quale partire! Sono certa, qualora lo desiderasse, che troverà un/a collega con cui ampliare maggiormente la sua questione.
Buon pomeriggio
La ringrazio per aver condiviso una parte così profonda e delicata della Sua storia. Ciò che racconta mostra una cosa importante: le paure che portiamo nell’età adulta non nascono necessariamente da un “grande trauma” o da eventi eclatanti. A volte si radicano molto presto, in momenti della nostra infanzia in cui eravamo particolarmente sensibili e non avevamo ancora gli strumenti per comprendere e gestire ciò che percepivamo.
La Sua paura del tradimento e dell’abbandono, così come la tendenza a vedere le relazioni come fragili o inaffidabili, non indica affatto che Lei abbia vissuto qualcosa di grave o che ci sia un trauma rimosso. Piuttosto, lascia pensare che da bambina Lei abbia percepito il legame affettivo come qualcosa di estremamente prezioso e allo stesso tempo vulnerabile. Anche in famiglie serene e amorevoli, un bambino può sviluppare paure profonde sulla stabilità dei rapporti. Questo accade spesso quando si ha un temperamento molto sensibile, attento alle emozioni proprie e altrui o si percepisce anche un piccolo litigio come qualcosa di “grande”, perché non si hanno ancora gli strumenti per ridimensionarlo; potrebbe svilupparsi precocemente un forte senso di responsabilità nei confronti dei familiari, come se fosse compito proprio mantenere la tranquillità della casa. O ancora, si teme di perdere le figure di riferimento, anche senza che ci sia stata una reale minaccia.
Il fatto che Lei si sia messa “in mezzo” ai Suoi genitori per sedare un litigio, ad esempio, è un gesto che molti bambini compiono quando sentono un forte bisogno di proteggere l’unità familiare. Non perché la famiglia fosse instabile, ma perché loro si sentono responsabili dell’armonia. Nel tempo, questo può trasformarsi in una convinzione più adulta: “le relazioni finiscono”, “gli altri prima o poi tradiscono”, “non posso fidarmi del legame”. E, di conseguenza, in un evitamento delle relazioni più intime per paura di soffrire. La cosa positiva, però, è che Lei è molto consapevole, riflette, osserva i Suoi vissuti con lucidità. Questa è già una base preziosa per comprendere meglio le sue dinamiche interne.
Se lo desidera, possiamo approfondire questi aspetti in una consulenza online dedicata, in cui potrei ascoltarLa con più calma e aiutarla a dare un significato più preciso a ciò che sente.
Resto a disposizione qualora volesse fissare un incontro.
La ringrazio per aver condiviso una parte così profonda e delicata della Sua storia. Ciò che racconta mostra una cosa importante: le paure che portiamo nell’età adulta non nascono necessariamente da un “grande trauma” o da eventi eclatanti. A volte si radicano molto presto, in momenti della nostra infanzia in cui eravamo particolarmente sensibili e non avevamo ancora gli strumenti per comprendere e gestire ciò che percepivamo.
La Sua paura del tradimento e dell’abbandono, così come la tendenza a vedere le relazioni come fragili o inaffidabili, non indica affatto che Lei abbia vissuto qualcosa di grave o che ci sia un trauma rimosso. Piuttosto, lascia pensare che da bambina Lei abbia percepito il legame affettivo come qualcosa di estremamente prezioso e allo stesso tempo vulnerabile. Anche in famiglie serene e amorevoli, un bambino può sviluppare paure profonde sulla stabilità dei rapporti. Questo accade spesso quando si ha un temperamento molto sensibile, attento alle emozioni proprie e altrui o si percepisce anche un piccolo litigio come qualcosa di “grande”, perché non si hanno ancora gli strumenti per ridimensionarlo; potrebbe svilupparsi precocemente un forte senso di responsabilità nei confronti dei familiari, come se fosse compito proprio mantenere la tranquillità della casa. O ancora, si teme di perdere le figure di riferimento, anche senza che ci sia stata una reale minaccia.
Il fatto che Lei si sia messa “in mezzo” ai Suoi genitori per sedare un litigio, ad esempio, è un gesto che molti bambini compiono quando sentono un forte bisogno di proteggere l’unità familiare. Non perché la famiglia fosse instabile, ma perché loro si sentono responsabili dell’armonia. Nel tempo, questo può trasformarsi in una convinzione più adulta: “le relazioni finiscono”, “gli altri prima o poi tradiscono”, “non posso fidarmi del legame”. E, di conseguenza, in un evitamento delle relazioni più intime per paura di soffrire. La cosa positiva, però, è che Lei è molto consapevole, riflette, osserva i Suoi vissuti con lucidità. Questa è già una base preziosa per comprendere meglio le sue dinamiche interne.
Se lo desidera, possiamo approfondire questi aspetti in una consulenza online dedicata, in cui potrei ascoltarLa con più calma e aiutarla a dare un significato più preciso a ciò che sente.
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