Salve! Per molto tempo non ho mai messo in discussione di aver avuto un’infanzia serena, ma qualche
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Salve!
Per molto tempo non ho mai messo in discussione di aver avuto un’infanzia serena, ma qualche anno fa ho scoperto di aver rimosso gran parte dei miei ricordi d’infanzia. Da allora, la percezione che avevo della mia famiglia e di me stessa è cambiata completamente, portandomi a provare rabbia, confusione e un forte senso di alienazione.
Fin da piccola ho sempre evitato il conflitto con i miei genitori, imparando a compiacerli. Non ho mai saputo esprimere rabbia o dolore in modo diretto con loro, e credo che questo possa essere uno dei motivi per cui ho sviluppato tendenze autodistruttive. Spesso mi ritrovo a mettermi in situazioni pericolose o a ricorrere al dolore fisico per trovare sollievo o forse controllo.
Ora ho 19 anni e sto affrontando grosse difficoltà nel definire chi sono e cosa voglio. Questo problema di identità mi blocca anche in scelte importanti, come il percorso universitario. Ho la sensazione di essere costantemente in bilico tra versioni diverse di me stessa.
Vorrei capire meglio il legame tra il mio passato e questi comportamenti e trovare un senso di identità più stabile. Quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarmi?
Grazie in anticipo
Per molto tempo non ho mai messo in discussione di aver avuto un’infanzia serena, ma qualche anno fa ho scoperto di aver rimosso gran parte dei miei ricordi d’infanzia. Da allora, la percezione che avevo della mia famiglia e di me stessa è cambiata completamente, portandomi a provare rabbia, confusione e un forte senso di alienazione.
Fin da piccola ho sempre evitato il conflitto con i miei genitori, imparando a compiacerli. Non ho mai saputo esprimere rabbia o dolore in modo diretto con loro, e credo che questo possa essere uno dei motivi per cui ho sviluppato tendenze autodistruttive. Spesso mi ritrovo a mettermi in situazioni pericolose o a ricorrere al dolore fisico per trovare sollievo o forse controllo.
Ora ho 19 anni e sto affrontando grosse difficoltà nel definire chi sono e cosa voglio. Questo problema di identità mi blocca anche in scelte importanti, come il percorso universitario. Ho la sensazione di essere costantemente in bilico tra versioni diverse di me stessa.
Vorrei capire meglio il legame tra il mio passato e questi comportamenti e trovare un senso di identità più stabile. Quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarmi?
Grazie in anticipo
Gentile utente ritengo che una psicoterapia ad orientamento relazionale, sistemico, che ha come centro di osservazione il sistema famiglia da cui abbiamo appreso modalità relazionali che tendenzialmente replichiamo in età adulta, possa essere il più indicato.
Resto disponibile, anche per un videoconsulto
Saluti, dott.ssa Giuditta Di Meo
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Carissima ragazza, la ringrazio per essersi aperta così tanto. Sicuramente influenzata dalla mia formazione mi sentirei di consigliarle un percorso psicodinamico. Si chiama così proprio perchè è "dinamico" cioè si osservano i comportamenti del presenti andando a ricercare nel passato le possibili radici. Anche una terapia EMDR, che può essere integrata alla terapia psicodinamica, può aiutare a capire quali possano essere stati i "traumi dell'attaccamento" che possono averla portata a sentirsi così oggi. Il suo desiderio di voler trovare un senso di identità più stabile alla sua giovane età è un ottimo punto di partenza. Le faccio molti cari auguri.
Dott.ssa Elena Saporiti
Dott.ssa Elena Saporiti
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un percorso interiore complesso e carico di emozioni intense. Il fatto che negli ultimi anni la sua percezione dell’infanzia sia cambiata e che siano emersi sentimenti di rabbia, confusione e alienazione suggerisce che sta iniziando a dare voce a parti di sé che forse in passato non hanno avuto lo spazio di esprimersi. L’aver imparato a compiacere i suoi genitori e ad evitare il conflitto potrebbe averle impedito di sviluppare un rapporto autentico con le sue emozioni, in particolare con la rabbia e il dolore, e questo può spiegare il senso di smarrimento che prova ora.
Il legame tra il proprio passato e le difficoltà nel presente è spesso profondo e stratificato, e il fatto che lei stia cercando di comprenderlo è già un passo significativo. La tendenza a ricorrere al dolore fisico o a mettersi in situazioni pericolose può essere un modo, spesso inconscio, di gestire emozioni difficili o di sentire un maggiore controllo in momenti di grande incertezza. Non è qualcosa che deve affrontare da sola, e anzi, un percorso terapeutico mirato potrebbe aiutarla a esplorare queste dinamiche in un contesto sicuro e privo di giudizio.
Rispetto alle forme di supporto più adatte, una psicoterapia di tipo psicodinamico potrebbe aiutarla a comprendere in profondità il legame tra le sue esperienze infantili e i suoi vissuti attuali, permettendole di integrare in modo più consapevole le diverse parti di sé. Anche un approccio basato sulla terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere utile per lavorare su strategie di regolazione emotiva e su modelli di comportamento più funzionali. In alcuni casi, la terapia focalizzata sulla costruzione dell’identità e sulla regolazione delle emozioni, come la terapia dialettico-comportamentale (DBT), può fornire strumenti concreti per gestire le difficoltà emotive e autodistruttive.
Indipendentemente dall’approccio specifico, ciò che conta è trovare un percorso in cui si senta accolta e al sicuro nel dare voce ai suoi vissuti. La ricerca di un’identità più stabile è un processo che richiede tempo, ma è possibile costruire un senso di sé più autentico e coerente. L’importante è concedersi la possibilità di esplorare questi aspetti con l’aiuto di un professionista, senza la pressione di dover avere subito tutte le risposte.
Dott. Luca Vocino
Il legame tra il proprio passato e le difficoltà nel presente è spesso profondo e stratificato, e il fatto che lei stia cercando di comprenderlo è già un passo significativo. La tendenza a ricorrere al dolore fisico o a mettersi in situazioni pericolose può essere un modo, spesso inconscio, di gestire emozioni difficili o di sentire un maggiore controllo in momenti di grande incertezza. Non è qualcosa che deve affrontare da sola, e anzi, un percorso terapeutico mirato potrebbe aiutarla a esplorare queste dinamiche in un contesto sicuro e privo di giudizio.
Rispetto alle forme di supporto più adatte, una psicoterapia di tipo psicodinamico potrebbe aiutarla a comprendere in profondità il legame tra le sue esperienze infantili e i suoi vissuti attuali, permettendole di integrare in modo più consapevole le diverse parti di sé. Anche un approccio basato sulla terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere utile per lavorare su strategie di regolazione emotiva e su modelli di comportamento più funzionali. In alcuni casi, la terapia focalizzata sulla costruzione dell’identità e sulla regolazione delle emozioni, come la terapia dialettico-comportamentale (DBT), può fornire strumenti concreti per gestire le difficoltà emotive e autodistruttive.
Indipendentemente dall’approccio specifico, ciò che conta è trovare un percorso in cui si senta accolta e al sicuro nel dare voce ai suoi vissuti. La ricerca di un’identità più stabile è un processo che richiede tempo, ma è possibile costruire un senso di sé più autentico e coerente. L’importante è concedersi la possibilità di esplorare questi aspetti con l’aiuto di un professionista, senza la pressione di dover avere subito tutte le risposte.
Dott. Luca Vocino
Buona sera,
Spesso impariamo a fare delle cose per proteggerci, li mettiamo in atto fino a quando succede qualcosa e quello che abbiamo sempre fatto non funziona più.
Sicuramente un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla ad approfondire il suo mondo interiore e aumentare la sua consapevolezza. Il ponte con il passato è fondamentale per comprendere i propri comportamenti attuali. Ci possono vari percorsi che potrebbero aiutarla. le consiglio di affidarsi ad uno psicoterapeuta che la faccia sentire comodo e a suo agio. Stabilire una buona relazione con il proprio terapeuta è un aspetto importante poi arriva l'approccio. spero di essere stata chiara. Eventualmente sono disponibile per ulteriori domande o per un colloquio online. Buona serata
Spesso impariamo a fare delle cose per proteggerci, li mettiamo in atto fino a quando succede qualcosa e quello che abbiamo sempre fatto non funziona più.
Sicuramente un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla ad approfondire il suo mondo interiore e aumentare la sua consapevolezza. Il ponte con il passato è fondamentale per comprendere i propri comportamenti attuali. Ci possono vari percorsi che potrebbero aiutarla. le consiglio di affidarsi ad uno psicoterapeuta che la faccia sentire comodo e a suo agio. Stabilire una buona relazione con il proprio terapeuta è un aspetto importante poi arriva l'approccio. spero di essere stata chiara. Eventualmente sono disponibile per ulteriori domande o per un colloquio online. Buona serata
Buongiorno, la cosa più importante è trovare un/a terapeuta da cui si senta ascoltata e compresa e con il/la quale sia propensa ad aprirsi. Questo lo scoprirà dopo le prime sedute. Rispetto all'orientamento ognuno ha quello che preferisce, si dice che l'orientamento psicoanalitico e psicodinamico siano più adatti al trattamento di dinamiche profonde e problemi evolutivi ma ho visto funzionare bene anche l'approccio cognitivo comportamentale. In definitiva le suggerirei di scegliere l'approccio che sente più nelle sue corde.
cara, hai una consapevolezza profonda di quello che stai vivendo, e del momento di vita che stai attraversando. Questa è la base per una proficua psicoterapia. sarà per te una grande occasione, data la tua motivazione. Non sarà un percorso semplice, ci saranno momenti dolorosi e momenti in cui capirai tante cose, e i diversi pezzi del puzzle andranno a creare una immagine di te più chiara, della tua storia e del tuo futuro.
In casi come il tuo, la cosa che mi sento di consigliarti maggiormente è un percorso di psicoterapia in presenza ad orientamento cognitivo-comportamentale ma non solo, integrato con tecnica EMDR e/o Schema Therapy e simili- il canale del corpo ti aiuterà -
in modo che tu possa elaborare quanto tu hai vissuto nella tua infanzia, capirlo, renderti conto di come mai funzioni in un certo modo, nelle relazioni e non solo, capirai che si sono modi diversi dall'autolesionismo per gestire quella emotività dolorosa che ti porti dentro e che segni sulla tua pelle, ti renderai conto di chi sei, di quelli che sono i tuoi valori più importanti, e troverai la direzione per il tuo futuro. ti auguro il meglio! buon lavoro!
In casi come il tuo, la cosa che mi sento di consigliarti maggiormente è un percorso di psicoterapia in presenza ad orientamento cognitivo-comportamentale ma non solo, integrato con tecnica EMDR e/o Schema Therapy e simili- il canale del corpo ti aiuterà -
in modo che tu possa elaborare quanto tu hai vissuto nella tua infanzia, capirlo, renderti conto di come mai funzioni in un certo modo, nelle relazioni e non solo, capirai che si sono modi diversi dall'autolesionismo per gestire quella emotività dolorosa che ti porti dentro e che segni sulla tua pelle, ti renderai conto di chi sei, di quelli che sono i tuoi valori più importanti, e troverai la direzione per il tuo futuro. ti auguro il meglio! buon lavoro!
Buongiorno, le consiglio una valutazione psichiatrica e un percorso di psicoterapia psicodinamica. Cordiali saluti.
Salve, posso immaginare quanto possa essere destabilizzante riscoprire il proprio passato sotto una luce diversa e sentirsi in bilico tra versioni contrastanti di sé. La sua consapevolezza rispetto ai meccanismi che ha sviluppato è un passo molto importante: riconoscere di aver imparato a compiacere gli altri, di avere difficoltà a esprimere rabbia e di aver trovato sollievo nel dolore fisico significa già aver fatto un grande lavoro di introspezione. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che descrive potrebbe essere collegato a schemi appresi nell’infanzia. Se da piccola ha evitato il conflitto per ricevere accettazione e affetto, potrebbe aver interiorizzato l’idea che i suoi bisogni e le sue emozioni non fossero altrettanto validi o che non ci fosse spazio per esprimerli in sicurezza. Questo potrebbe aver contribuito a sviluppare strategie compensative, come la tendenza all’autodistruzione o la difficoltà nel definire un’identità stabile. L’assenza di ricordi chiari dell’infanzia non significa necessariamente che ci siano eventi traumatici gravi, ma piuttosto che la mente, per proteggerla, ha messo in atto dei meccanismi di rimozione o distanziamento emotivo. Quando questi ricordi iniziano a riemergere, può essere naturale provare confusione e rabbia, perché si rimette in discussione un’immagine familiare che fino a quel momento sembrava solida. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a lavorare su questi aspetti. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere utile per identificare i pensieri automatici e gli schemi profondi che influenzano le sue emozioni e il suo comportamento, aiutandola a sviluppare modalità più funzionali per gestire il dolore e l’incertezza. Un altro approccio che potrebbe esserle utile è la terapia focalizzata sugli schemi (Schema Therapy), che lavora proprio su quelle convinzioni profonde nate durante l’infanzia e che continuano a influenzare il presente. Questo percorso potrebbe aiutarla a riconoscere i suoi bisogni emotivi insoddisfatti e a costruire un senso di sé più solido e autentico. Potrebbe anche trovare beneficio in tecniche di mindfulness e regolazione emotiva, che le permetterebbero di entrare in contatto con le sue emozioni senza sentirsi sopraffatta, sviluppando al tempo stesso un senso di controllo più sano rispetto a quello che oggi cerca attraverso il dolore fisico o il rischio. Il suo desiderio di comprendere il legame tra passato e presente è prezioso e può portarla a costruire una base più stabile per il suo futuro. Il senso di identità che oggi sembra fragile può rafforzarsi attraverso un percorso che le permetta di riconoscere il suo valore indipendentemente dalle aspettative altrui. È un processo che richiede tempo, ma il fatto che abbia già iniziato a porsi queste domande è un segnale positivo. Se sente che queste difficoltà stanno influenzando in modo significativo la sua quotidianità, le consiglio di valutare un percorso con un terapeuta che possa aiutarla a dare struttura a questo lavoro di introspezione. Non è sola in questo percorso, e con il giusto supporto potrà trovare maggiore chiarezza e benessere. Resto a disposizione e le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, l’adolescenza e i primi anni dell’età adulta rappresentano un momento della vita in cui si verificano molti cambiamenti, ad esempio il cambio di scuola, l’uscire di casa e, come nel suo caso, iniziare l’università o un nuovo lavoro. E per molti questi momenti possono essere fonte di stress e apprensione che, se non riconosciuti e gestiti, possono portare a malattie mentali. Il sostegno psicosociale può essere fornito nelle scuole e in altri contesti comunitari, infatti, la promozione e la prevenzione della salute mentale sono fondamentali per aiutare gli adolescenti a crescere sani.
Tutto ciò dovrebbe essere collegato a programmi per sensibilizzare adolescenti e giovani adulti sui modi di prendersi cura della propria salute mentale e per aiutare coetanei, genitori e insegnanti a sapere come sostenere i propri amici, ragazzi e studenti.
Per quanto riguarda la sua domanda e nello specifico del suo caso, potrebbe trovare utile una psicoterapia psicodinamica. Questo approccio aiuta a esplorare aspetti inconsci della personalità e favorisce una maggiore conoscenza di sé, supportando la crescita e la maturazione emotiva. Rimango disponibile per ulteriori informazioni, le auguro il meglio.
Tutto ciò dovrebbe essere collegato a programmi per sensibilizzare adolescenti e giovani adulti sui modi di prendersi cura della propria salute mentale e per aiutare coetanei, genitori e insegnanti a sapere come sostenere i propri amici, ragazzi e studenti.
Per quanto riguarda la sua domanda e nello specifico del suo caso, potrebbe trovare utile una psicoterapia psicodinamica. Questo approccio aiuta a esplorare aspetti inconsci della personalità e favorisce una maggiore conoscenza di sé, supportando la crescita e la maturazione emotiva. Rimango disponibile per ulteriori informazioni, le auguro il meglio.
Gentile utente, credo non esista il percorso perfetto, ma solo il percorso giusto per lei. Suggerirle un approccio a discapito di un altro non sarebbe giusto poiché credo ci sia un componente fortemente soggettiva e personale nella scelta del terapeuta e dell'approccio. Ci sono approcci più direttivi, altri più liberi che lasciano maggior spazio al flusso di pensiero. Approcci più rigorosi e altri più morbidi. Ogni approccio è valido. Si fidi un po del suo istinto nella scelta. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
L'importante è che scegli un collega che sia psicoterapeuta. Non ti curare di altri dettagli. Ciò che farà poi la differenza sarà il feeling che si creerà tra di voi e quanto vorrai metterti in gioco, ma da ciò che scrivi le premesse mi sembrano buone.
Coraggio!
Coraggio!
Gentile buongiorno,
Capisco quanto possa essere sconcertante vedere la tua storia sotto una nuova luce e come questo possa farti sentire divisa tra versioni diverse di te stessa. La sensazione di "essere in bilico" è qualcosa che molte persone vivono quando si rendono conto di non aver esplorato a fondo chi sono davvero. Il fatto che tu stia iniziando a connettere il passato con il presente è già un passo importante per capire meglio le tue emozioni e reazioni.
Hai mai pensato che ciò che fai per "controllare" il dolore potrebbe essere legato a come hai imparato a gestire la rabbia e la frustrazione fin da piccola? Forse il tuo viaggio alla ricerca di un'identità più stabile potrebbe rivelare qualcosa che non ti aspetti. C'è una curiosità nascosta dietro quei comportamenti e quelle emozioni che ti potrebbe svelare qualcosa di davvero interessante su di te.
Chiedevi l'approccio terapeutico che potrebbe aiutarti. Tuttavia, non c'è un approccio universale che funzioni per tutti: ogni persona è diversa e ciò che può risultare efficace per una, potrebbe non esserlo per un’altra. La chiave sta nel trovare un metodo che risuoni con te e che ti permetta di sentirti ascoltata e compresa nel tuo percorso di crescita.
L' approccio Cognitivo-Costruttivista, ad esempio, ti permetterebbe di esplorare come percepisci te stessa e come costruisci il tuo mondo, dando valore alle tue esperienze e risorse. È un percorso che può aiutarti a riorganizzare le tue convinzioni e scoprire nuove modalità di vedere te stessa, senza giudizio.
Ti auguro di intraprendere un cammino che ti permetta di scoprire queste nuove sfaccettature di te!
Dr. Giorgio De Giorgi
Capisco quanto possa essere sconcertante vedere la tua storia sotto una nuova luce e come questo possa farti sentire divisa tra versioni diverse di te stessa. La sensazione di "essere in bilico" è qualcosa che molte persone vivono quando si rendono conto di non aver esplorato a fondo chi sono davvero. Il fatto che tu stia iniziando a connettere il passato con il presente è già un passo importante per capire meglio le tue emozioni e reazioni.
Hai mai pensato che ciò che fai per "controllare" il dolore potrebbe essere legato a come hai imparato a gestire la rabbia e la frustrazione fin da piccola? Forse il tuo viaggio alla ricerca di un'identità più stabile potrebbe rivelare qualcosa che non ti aspetti. C'è una curiosità nascosta dietro quei comportamenti e quelle emozioni che ti potrebbe svelare qualcosa di davvero interessante su di te.
Chiedevi l'approccio terapeutico che potrebbe aiutarti. Tuttavia, non c'è un approccio universale che funzioni per tutti: ogni persona è diversa e ciò che può risultare efficace per una, potrebbe non esserlo per un’altra. La chiave sta nel trovare un metodo che risuoni con te e che ti permetta di sentirti ascoltata e compresa nel tuo percorso di crescita.
L' approccio Cognitivo-Costruttivista, ad esempio, ti permetterebbe di esplorare come percepisci te stessa e come costruisci il tuo mondo, dando valore alle tue esperienze e risorse. È un percorso che può aiutarti a riorganizzare le tue convinzioni e scoprire nuove modalità di vedere te stessa, senza giudizio.
Ti auguro di intraprendere un cammino che ti permetta di scoprire queste nuove sfaccettature di te!
Dr. Giorgio De Giorgi
Buongiorno, mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo.
Proverò a rispondere andando in ordine, vista la complessità della sua domanda e i numerosi contenuti.
Non ricordare gran parte della propria infanzia non è in generale un buon segnale, ci dice che il suo inconscio ha 'preferito' rimuovere ricordi ed episodi. Ciò non significa per forza che siano accaduti avvenimenti sconvolgenti o traumatici, ma probabilmente lei ha vissuto un disagio emotivo che adesso sta emergendo.
Evitare il conflitto e compiacere l'altro è un "adattamento" caratteriale che sicuramente ha avuto la sua funzionalità, ma porta a soffocare emozioni come la rabbia. Trattenere le emozioni porta a rivolgerle dentro di sé, come lei stessa ha ipotizzato rispetto alle tendenze autodistruttive.
La crisi identitaria di cui parla può essere un buon punto di partenza per cominciare a lavorare su di sé e il modo in cui si esprime svela una buona capacità introspettiva, credo che lei abbia le risorse per mettersi in gioco e cominciare a costruire e ritrovare la sua identità.
Consideri un percorso terapeutico che oltre alla parola dia importanza anche al corpo, come l'analisi bioenergetica, la aiuterà a rientrare in contatto con sé stessa.
Proverò a rispondere andando in ordine, vista la complessità della sua domanda e i numerosi contenuti.
Non ricordare gran parte della propria infanzia non è in generale un buon segnale, ci dice che il suo inconscio ha 'preferito' rimuovere ricordi ed episodi. Ciò non significa per forza che siano accaduti avvenimenti sconvolgenti o traumatici, ma probabilmente lei ha vissuto un disagio emotivo che adesso sta emergendo.
Evitare il conflitto e compiacere l'altro è un "adattamento" caratteriale che sicuramente ha avuto la sua funzionalità, ma porta a soffocare emozioni come la rabbia. Trattenere le emozioni porta a rivolgerle dentro di sé, come lei stessa ha ipotizzato rispetto alle tendenze autodistruttive.
La crisi identitaria di cui parla può essere un buon punto di partenza per cominciare a lavorare su di sé e il modo in cui si esprime svela una buona capacità introspettiva, credo che lei abbia le risorse per mettersi in gioco e cominciare a costruire e ritrovare la sua identità.
Consideri un percorso terapeutico che oltre alla parola dia importanza anche al corpo, come l'analisi bioenergetica, la aiuterà a rientrare in contatto con sé stessa.
Gentile Utente, mi dispiace molto per la sua sofferenza. La rabbia è un'emozione molto importante, che spesso tendiamo a reprimere, perchè ci rende meno amabili, oppure a rivolgere verso noi stessi, perchè ci fa sentire più in controllo. In realtà è possibile imparare ad ascoltarla e ad esprimerla in un modo più accettabile, ed è proprio questa consapevolezza che ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e a definire la nostra identità. Le consiglio di trovare una psicoterapeuta sistemico-relazionale, ovvero qualcuno specializzato nella terapia individuale e anche familiare, cosi che possa avere in mente tutti quegli aspetti familiari legati alla sua infanzia.
Spero di esserle stata di aiuto, un saluto.
Spero di esserle stata di aiuto, un saluto.
Buongiorno on line e con poche informazioni sulla sua narrazione e’ estremamente difficoltoso poter rispondere a tematiche così delicate in base al suo ciclo di vita..può capitare momenti in cui risuonano questi sentimenti, e che la memoria riprenda momenti meno piacevoli rispetto a quelli piacevoli.. le consiglio un percorso con un collega. Un caro saluto. Dottoressa Versari Debora
Ciao, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Capisco quanto possa essere disorientante rendersi conto che l’immagine che avevi della tua infanzia e della tua famiglia non corrisponde più a quella che sentivi vera. È normale che questo porti confusione, rabbia e un senso di alienazione, perché ti ritrovi a dover ricostruire la tua storia con nuovi pezzi che emergono.
Il fatto che tu abbia imparato, fin da piccola, a evitare il conflitto e a compiacere i tuoi genitori significa che hai messo da parte le tue emozioni per molto tempo, e ora stanno trovando modi alternativi per farsi sentire. Non c’è nulla di sbagliato in te: quello che provi è una reazione comprensibile a un passato che sta tornando a galla.
Sentirsi in bilico tra versioni diverse di sé è qualcosa che capita quando si è in una fase di transizione, e non significa che non troverai la tua strada. Anzi, il fatto che tu stia cercando di capire chi sei è il primo passo per costruire un’identità più autentica, più tua. E non devi avere tutte le risposte subito: va bene non sapere esattamente cosa vuoi, va bene darti tempo. Non sei sola in questo percorso, e non devi affrontarlo tutta da sola. Trovare qualcuno con cui parlarne, che sia un professionista o una persona di fiducia, può aiutarti a fare chiarezza e ad alleviare questo peso. Ti mando un grande abbraccio. Dott.ssa Paola Massafra.
Il fatto che tu abbia imparato, fin da piccola, a evitare il conflitto e a compiacere i tuoi genitori significa che hai messo da parte le tue emozioni per molto tempo, e ora stanno trovando modi alternativi per farsi sentire. Non c’è nulla di sbagliato in te: quello che provi è una reazione comprensibile a un passato che sta tornando a galla.
Sentirsi in bilico tra versioni diverse di sé è qualcosa che capita quando si è in una fase di transizione, e non significa che non troverai la tua strada. Anzi, il fatto che tu stia cercando di capire chi sei è il primo passo per costruire un’identità più autentica, più tua. E non devi avere tutte le risposte subito: va bene non sapere esattamente cosa vuoi, va bene darti tempo. Non sei sola in questo percorso, e non devi affrontarlo tutta da sola. Trovare qualcuno con cui parlarne, che sia un professionista o una persona di fiducia, può aiutarti a fare chiarezza e ad alleviare questo peso. Ti mando un grande abbraccio. Dott.ssa Paola Massafra.
Gentilissima, sono molto dispiaciuto per le sensazioni di instabilità e malessere che descrive, penso che questo possa essere un buon momento per iniziare una terapia dove poter creare un forte legame di fiducia necessario per esplorare quegli aspetti rimossi, allontanati, confusi della propria esistenza. Per esperienza posso consigliarle una terapia psicodinamica, alle cui fondamenta c'è l'esplorazione dei significati personali, l'espansione della propria soggettività, sia attraverso la consapevolezza, che attraverso una relazione che possa offrirle un'esperienza diversa rispetto al passato. Ma credo che al di la degli orientamenti terapeutici, sia importante individuare una professionista, una persona con la quale sente di poter fare tutto questo. Le auguro il meglio e la saluto, Dott. Marco Squarcini
Ciao! Capisco quanto questa situazione possa essere dolorosa e confusa. Il fatto che tu stia cercando di esplorare il legame tra il tuo passato e i tuoi comportamenti attuali è un passo importante, e credo che sia fondamentale prenderti il tempo per capire meglio te stessa e il tuo vissuto.
Da quello che racconti, sembra che la tua infanzia possa aver avuto un impatto profondo sulla tua vita emotiva e psicologica. Il fatto che tu abbia rimosso molti dei tuoi ricordi d'infanzia potrebbe essere un segnale di traumi o di emozioni che non sei riuscita ad affrontare pienamente. Rimuovere i ricordi è una strategia di difesa che il nostro cervello adotta per proteggerci da esperienze troppo dolorose. Quando questi ricordi riaffiorano, può essere difficile fare i conti con essi, ma è un'opportunità per esplorare e guarire. La confusione e il senso di alienazione che senti ora potrebbero derivare proprio da questo tentativo di proteggerti, che ha creato una distanza tra il tuo io presente e quello passato.
Il fatto che tu abbia imparato a evitare il conflitto e a compiacere i tuoi genitori può aver contribuito a non sviluppare una comunicazione sana e autentica con te stessa e con gli altri. Non riuscire a esprimere la rabbia o il dolore in modo diretto potrebbe aver portato a un accumulo di emozioni non gestite, che poi si manifestano in comportamenti autodistruttivi. Questi comportamenti sono, spesso, un tentativo di affrontare il dolore interiore, ma a lungo andare non portano a una vera guarigione. Il dolore fisico che descrivi può essere un modo per cercare di riacquistare un senso di controllo quando ti senti sopraffatta.
Il senso di identità che descrivi come “in bilico” tra versioni diverse di te stessa è una sensazione molto comune in chi sta cercando di rielaborare esperienze passate difficili. A questa età, è normale essere alla ricerca di un'identità più stabile, ma il fatto che tu stia vivendo questa confusione con una forte consapevolezza è già un segnale positivo: significa che vuoi affrontarla.
Quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarti?
Psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica: Questi approcci si concentrano sull'esplorazione del passato, dei traumi e dei conflitti interiori. Un terapeuta psicodinamico potrebbe aiutarti a comprendere meglio i legami tra i tuoi comportamenti attuali e le esperienze passate. Potresti esplorare i tuoi ricordi rimossi e cercare di elaborarli, riconoscendo come abbiano influenzato la tua visione di te stessa e del mondo.
Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): Questo approccio ti aiuterà a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti autodistruttivi. La CBT è utile per imparare a gestire emozioni difficili come la rabbia e la frustrazione, lavorando anche su come affrontare le difficoltà nelle tue scelte e nella definizione della tua identità. Può anche aiutarti a sviluppare abilità di comunicazione assertiva, per esprimere i tuoi bisogni e sentimenti in modo sano.
Terapia dialettico-comportamentale (DBT): Questo approccio è molto utile per chi ha difficoltà a gestire emozioni intense, come nel tuo caso. La DBT ti insegna tecniche di regolazione emotiva, gestione dello stress e delle emozioni impulsive, ed è molto efficace per chi tende a usare il dolore fisico come modo per affrontare il malessere emotivo. Aiuta anche a migliorare l'autoconsapevolezza e la relazione con se stessi.
Mindfulness e meditazione: La mindfulness ti può aiutare a stare nel presente, a sviluppare una maggiore consapevolezza delle tue emozioni senza esserne sopraffatta e a non ricorrere ai comportamenti autodistruttivi come forma di gestione del dolore. La meditazione ti offre anche uno spazio per esplorare il tuo "io" interiore in modo più tranquillo, separando i pensieri dalle emozioni.
Terapia narrativa: Un’altra possibilità potrebbe essere la terapia narrativa, che ti aiuta a rielaborare la tua storia personale e a riscrivere la narrazione della tua vita, in modo da comprendere meglio come la tua identità si sia formata e come puoi iniziare a costruire una versione di te stessa che ti rappresenti in modo autentico.
Oltre alla terapia, potrebbe esserti utile esplorare anche attività che ti permettano di esprimere te stessa, come la scrittura, l'arte, o anche lo sport, che possano darti uno spazio sicuro per gestire e canalizzare le emozioni.
Capisco che la difficoltà nel definire chi sei ora possa essere paralizzante, ma il fatto che tu stia cercando risposte e che tu sia pronta a intraprendere un percorso terapeutico è un segno di grande coraggio. Inizia con piccoli passi, e cerca di circondarti di persone che ti supportano in questo processo.
Se desideri ulteriori informazioni su una di queste terapie o hai domande specifiche, non esitare a chiedere. Sono qui per aiutarti!
Da quello che racconti, sembra che la tua infanzia possa aver avuto un impatto profondo sulla tua vita emotiva e psicologica. Il fatto che tu abbia rimosso molti dei tuoi ricordi d'infanzia potrebbe essere un segnale di traumi o di emozioni che non sei riuscita ad affrontare pienamente. Rimuovere i ricordi è una strategia di difesa che il nostro cervello adotta per proteggerci da esperienze troppo dolorose. Quando questi ricordi riaffiorano, può essere difficile fare i conti con essi, ma è un'opportunità per esplorare e guarire. La confusione e il senso di alienazione che senti ora potrebbero derivare proprio da questo tentativo di proteggerti, che ha creato una distanza tra il tuo io presente e quello passato.
Il fatto che tu abbia imparato a evitare il conflitto e a compiacere i tuoi genitori può aver contribuito a non sviluppare una comunicazione sana e autentica con te stessa e con gli altri. Non riuscire a esprimere la rabbia o il dolore in modo diretto potrebbe aver portato a un accumulo di emozioni non gestite, che poi si manifestano in comportamenti autodistruttivi. Questi comportamenti sono, spesso, un tentativo di affrontare il dolore interiore, ma a lungo andare non portano a una vera guarigione. Il dolore fisico che descrivi può essere un modo per cercare di riacquistare un senso di controllo quando ti senti sopraffatta.
Il senso di identità che descrivi come “in bilico” tra versioni diverse di te stessa è una sensazione molto comune in chi sta cercando di rielaborare esperienze passate difficili. A questa età, è normale essere alla ricerca di un'identità più stabile, ma il fatto che tu stia vivendo questa confusione con una forte consapevolezza è già un segnale positivo: significa che vuoi affrontarla.
Quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarti?
Psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica: Questi approcci si concentrano sull'esplorazione del passato, dei traumi e dei conflitti interiori. Un terapeuta psicodinamico potrebbe aiutarti a comprendere meglio i legami tra i tuoi comportamenti attuali e le esperienze passate. Potresti esplorare i tuoi ricordi rimossi e cercare di elaborarli, riconoscendo come abbiano influenzato la tua visione di te stessa e del mondo.
Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): Questo approccio ti aiuterà a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti autodistruttivi. La CBT è utile per imparare a gestire emozioni difficili come la rabbia e la frustrazione, lavorando anche su come affrontare le difficoltà nelle tue scelte e nella definizione della tua identità. Può anche aiutarti a sviluppare abilità di comunicazione assertiva, per esprimere i tuoi bisogni e sentimenti in modo sano.
Terapia dialettico-comportamentale (DBT): Questo approccio è molto utile per chi ha difficoltà a gestire emozioni intense, come nel tuo caso. La DBT ti insegna tecniche di regolazione emotiva, gestione dello stress e delle emozioni impulsive, ed è molto efficace per chi tende a usare il dolore fisico come modo per affrontare il malessere emotivo. Aiuta anche a migliorare l'autoconsapevolezza e la relazione con se stessi.
Mindfulness e meditazione: La mindfulness ti può aiutare a stare nel presente, a sviluppare una maggiore consapevolezza delle tue emozioni senza esserne sopraffatta e a non ricorrere ai comportamenti autodistruttivi come forma di gestione del dolore. La meditazione ti offre anche uno spazio per esplorare il tuo "io" interiore in modo più tranquillo, separando i pensieri dalle emozioni.
Terapia narrativa: Un’altra possibilità potrebbe essere la terapia narrativa, che ti aiuta a rielaborare la tua storia personale e a riscrivere la narrazione della tua vita, in modo da comprendere meglio come la tua identità si sia formata e come puoi iniziare a costruire una versione di te stessa che ti rappresenti in modo autentico.
Oltre alla terapia, potrebbe esserti utile esplorare anche attività che ti permettano di esprimere te stessa, come la scrittura, l'arte, o anche lo sport, che possano darti uno spazio sicuro per gestire e canalizzare le emozioni.
Capisco che la difficoltà nel definire chi sei ora possa essere paralizzante, ma il fatto che tu stia cercando risposte e che tu sia pronta a intraprendere un percorso terapeutico è un segno di grande coraggio. Inizia con piccoli passi, e cerca di circondarti di persone che ti supportano in questo processo.
Se desideri ulteriori informazioni su una di queste terapie o hai domande specifiche, non esitare a chiedere. Sono qui per aiutarti!
L'analisi dinamica (psicologia del profondo, esplorazione dell'inconscio) credo che faccia al caso suo. E' giovane e prima si fa un percorso prima si risolve. Non aspetti che si cronicizzi perchè ci vorrà più tempo per risolverla. A presto!
Buon pomeriggio e grazie per la sua condivisione. Ci sono vari percorsi terapeutici utili in questo caso, ad esempio, l'approccio gestaltico se vuole soffermarsi di più sulle proprie emozioni, oppure l'approccio sistemico-relazionale se vuole concentrarsi di più sulle dinamiche familiari o ancora l'approccio psicoanalitico se ha come principale interesse quello di comprendere a fondo il proprio passato. Ad ogni modo ogni approccio è funzionale ma deve decidere lei in base a quali sono le sue esigenze e priorità al momento. Spero di esserle stata d'aiuto, le auguro buona giornata.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissima, non c'è un orientamento psicoterapeutico che funzioni meglio di un altro, sono tutti ugualmente validi. Credo sia più importante che tu possa trovare un professionista che ti ispiri fiducia e con cui iniziare un percorso in cui tu senta di poterti affidare, scoprendoti a piccoli passi. Ti auguro di trovare la persona giusta per te e la serenità di cui necessiti. Un abbraccio
Salve!
Grazie per aver condiviso la tua esperienza, è un passo importante riconoscere questi sentimenti e voler lavorarci. Quello che descrivi – la rimozione dei ricordi, la difficoltà a esprimere emozioni con i tuoi genitori, le tendenze autodistruttive e il senso di alienazione – potrebbe essere collegato a meccanismi di difesa che la tua mente ha sviluppato per affrontare situazioni difficili nell'infanzia.
Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)
Si concentra su pensieri e comportamenti attuali, aiutandoti a identificare schemi negativi e a sostituirli con strategie più funzionali.
Potrebbe essere utile per affrontare le tendenze autodistruttive e le difficoltà decisionali, dandoti strumenti per gestire le emozioni in modo più Cercare un terapeuta con cui ti senti a tuo agio è fondamentale. Potresti iniziare con una consulenza e valutare quale approccio ti risuona di più. Non sei sola in questo percorso, e con il giusto supporto puoi trovare maggiore chiarezza e stabilità nel tuo senso di identità. Se hai altre domande o vuoi approfondire qualcosa, sono qui!
Grazie per aver condiviso la tua esperienza, è un passo importante riconoscere questi sentimenti e voler lavorarci. Quello che descrivi – la rimozione dei ricordi, la difficoltà a esprimere emozioni con i tuoi genitori, le tendenze autodistruttive e il senso di alienazione – potrebbe essere collegato a meccanismi di difesa che la tua mente ha sviluppato per affrontare situazioni difficili nell'infanzia.
Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)
Si concentra su pensieri e comportamenti attuali, aiutandoti a identificare schemi negativi e a sostituirli con strategie più funzionali.
Potrebbe essere utile per affrontare le tendenze autodistruttive e le difficoltà decisionali, dandoti strumenti per gestire le emozioni in modo più Cercare un terapeuta con cui ti senti a tuo agio è fondamentale. Potresti iniziare con una consulenza e valutare quale approccio ti risuona di più. Non sei sola in questo percorso, e con il giusto supporto puoi trovare maggiore chiarezza e stabilità nel tuo senso di identità. Se hai altre domande o vuoi approfondire qualcosa, sono qui!
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. Da ciò che ci racconta, sembra che il suo passato familiare e il modo in cui ha imparato a gestire le emozioni abbiano avuto un impatto significativo sulla sua identità e sul suo benessere emotivo. La difficoltà nel ricordare l’infanzia, il bisogno di compiacere gli altri e l’uso di comportamenti autodistruttivi come forma di gestione emotiva sono segnali importanti che meritano attenzione.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a esplorare il legame tra il suo passato e le difficoltà attuali, permettendole di costruire un senso di identità più stabile. La terapia psicodinamica potrebbe aiutarla a comprendere meglio le origini dei suoi vissuti, mentre la terapia cognitivo-comportamentale potrebbe fornirle strumenti concreti per gestire emozioni e comportamenti disfunzionali. Anche approcci sistemico-relazionali potrebbero essere utili per indagare le dinamiche familiari
Le consiglierei di rivolgersi a un professionista per individuare il percorso più adatto a lei. Un supporto specializzato può aiutarla a ritrovare maggiore chiarezza e benessere. Un caro saluto.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a esplorare il legame tra il suo passato e le difficoltà attuali, permettendole di costruire un senso di identità più stabile. La terapia psicodinamica potrebbe aiutarla a comprendere meglio le origini dei suoi vissuti, mentre la terapia cognitivo-comportamentale potrebbe fornirle strumenti concreti per gestire emozioni e comportamenti disfunzionali. Anche approcci sistemico-relazionali potrebbero essere utili per indagare le dinamiche familiari
Le consiglierei di rivolgersi a un professionista per individuare il percorso più adatto a lei. Un supporto specializzato può aiutarla a ritrovare maggiore chiarezza e benessere. Un caro saluto.
Buongiorno, dal suo messaggio traspare una capacità di analisi, consapevolezza e onestà verso se stessa che non è affatto scontata. Ciò che racconta è più che normale, il provare rabbia, confusione e alienazione, chiedersi chi è e cosa vuole, così come attuare strategie, seppure autodistruttive, per affrontare vissuti intensi.
Per rispondere alla sua domanda su quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarla, la risposta è che non esiste un percorso migliore di un altro. Ciò che fa la differenza nell'efficacia terapeutica è la relazione che si instaura tra lei e il professionista. Avere inoltre uno sguardo sul trauma da un punto di vista neurobiologico credo sia importante. Se ha bisogno di un supporto resto a disposizione per un primo incontro conoscitivo gratuito. A presto.
Per rispondere alla sua domanda su quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarla, la risposta è che non esiste un percorso migliore di un altro. Ciò che fa la differenza nell'efficacia terapeutica è la relazione che si instaura tra lei e il professionista. Avere inoltre uno sguardo sul trauma da un punto di vista neurobiologico credo sia importante. Se ha bisogno di un supporto resto a disposizione per un primo incontro conoscitivo gratuito. A presto.
Salve, la ringrazio per aver condiviso la sua storia, rendendola spunto di riflessione. Comprendo quanto possa essere destabilizzante rendersi conto di aver rimosso parti della propria infanzia e vedere improvvisamente cambiare la percezione di sé e della propria famiglia.
La rabbia, la confusione e il senso di alienazione che prova sono segnali importanti, mi colpisce molto ciò che dice: “Ho sempre evitato il conflitto con i miei genitori, imparando a compiacerli”. Questo potrebbe averle insegnato a reprimere le sue emozioni per adattarsi alle aspettative altrui, portandola a cercare un controllo attraverso comportamenti autodistruttivi.
Si è mai chiesta se quel bisogno di compiacere sia ancora presente nelle sue scelte attuali? Forse, nel sentirsi in bilico tra diverse versioni di sé, sta cercando di capire chi è al di là di ciò che gli altri si aspettano da lei.
Il legame tra il passato e ciò che sta vivendo oggi è un aspetto fondamentale su cui lavorare. Un percorso terapeutico basato sulla psicoterapia psicodinamica potrebbe aiutarla ad esplorare il significato di quei ricordi rimossi, mentre un approccio cognitivo-comportamentale potrebbe offrirle strumenti per gestire le emozioni e interrompere i comportamenti autodistruttivi.
La invito a intraprendere insieme questo percorso: potrebbe essere l’occasione per ricostruire il filo della sua storia e trovare una versione di sé autentica, che non sia definita solo dal passato, ma anche dalla possibilità di scegliere chi vuole diventare.
Se vuole, possiamo parlarne meglio in un primo incontro, io seguo un approccio Cognitivo Comportamentale.
Come ultima riflessione, la esorto a riflettere sul fatto che non aver mai messo in discussione qualcosa non significa necessariamente che quella cosa andasse bene. A volte, per proteggerci da emozioni troppo complesse o dolorose, costruiamo una narrazione che ci dà stabilità, anche se non riflette davvero il nostro vissuto interiore.
Rimango disponibile per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Chiara Quinto
La rabbia, la confusione e il senso di alienazione che prova sono segnali importanti, mi colpisce molto ciò che dice: “Ho sempre evitato il conflitto con i miei genitori, imparando a compiacerli”. Questo potrebbe averle insegnato a reprimere le sue emozioni per adattarsi alle aspettative altrui, portandola a cercare un controllo attraverso comportamenti autodistruttivi.
Si è mai chiesta se quel bisogno di compiacere sia ancora presente nelle sue scelte attuali? Forse, nel sentirsi in bilico tra diverse versioni di sé, sta cercando di capire chi è al di là di ciò che gli altri si aspettano da lei.
Il legame tra il passato e ciò che sta vivendo oggi è un aspetto fondamentale su cui lavorare. Un percorso terapeutico basato sulla psicoterapia psicodinamica potrebbe aiutarla ad esplorare il significato di quei ricordi rimossi, mentre un approccio cognitivo-comportamentale potrebbe offrirle strumenti per gestire le emozioni e interrompere i comportamenti autodistruttivi.
La invito a intraprendere insieme questo percorso: potrebbe essere l’occasione per ricostruire il filo della sua storia e trovare una versione di sé autentica, che non sia definita solo dal passato, ma anche dalla possibilità di scegliere chi vuole diventare.
Se vuole, possiamo parlarne meglio in un primo incontro, io seguo un approccio Cognitivo Comportamentale.
Come ultima riflessione, la esorto a riflettere sul fatto che non aver mai messo in discussione qualcosa non significa necessariamente che quella cosa andasse bene. A volte, per proteggerci da emozioni troppo complesse o dolorose, costruiamo una narrazione che ci dà stabilità, anche se non riflette davvero il nostro vissuto interiore.
Rimango disponibile per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Chiara Quinto
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