Salve! Per molto tempo non ho mai messo in discussione di aver avuto un’infanzia serena, ma qualche
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Salve!
Per molto tempo non ho mai messo in discussione di aver avuto un’infanzia serena, ma qualche anno fa ho scoperto di aver rimosso gran parte dei miei ricordi d’infanzia. Da allora, la percezione che avevo della mia famiglia e di me stessa è cambiata completamente, portandomi a provare rabbia, confusione e un forte senso di alienazione.
Fin da piccola ho sempre evitato il conflitto con i miei genitori, imparando a compiacerli. Non ho mai saputo esprimere rabbia o dolore in modo diretto con loro, e credo che questo possa essere uno dei motivi per cui ho sviluppato tendenze autodistruttive. Spesso mi ritrovo a mettermi in situazioni pericolose o a ricorrere al dolore fisico per trovare sollievo o forse controllo.
Ora ho 19 anni e sto affrontando grosse difficoltà nel definire chi sono e cosa voglio. Questo problema di identità mi blocca anche in scelte importanti, come il percorso universitario. Ho la sensazione di essere costantemente in bilico tra versioni diverse di me stessa.
Vorrei capire meglio il legame tra il mio passato e questi comportamenti e trovare un senso di identità più stabile. Quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarmi?
Grazie in anticipo
Per molto tempo non ho mai messo in discussione di aver avuto un’infanzia serena, ma qualche anno fa ho scoperto di aver rimosso gran parte dei miei ricordi d’infanzia. Da allora, la percezione che avevo della mia famiglia e di me stessa è cambiata completamente, portandomi a provare rabbia, confusione e un forte senso di alienazione.
Fin da piccola ho sempre evitato il conflitto con i miei genitori, imparando a compiacerli. Non ho mai saputo esprimere rabbia o dolore in modo diretto con loro, e credo che questo possa essere uno dei motivi per cui ho sviluppato tendenze autodistruttive. Spesso mi ritrovo a mettermi in situazioni pericolose o a ricorrere al dolore fisico per trovare sollievo o forse controllo.
Ora ho 19 anni e sto affrontando grosse difficoltà nel definire chi sono e cosa voglio. Questo problema di identità mi blocca anche in scelte importanti, come il percorso universitario. Ho la sensazione di essere costantemente in bilico tra versioni diverse di me stessa.
Vorrei capire meglio il legame tra il mio passato e questi comportamenti e trovare un senso di identità più stabile. Quali percorsi terapeutici potrebbero aiutarmi?
Grazie in anticipo
Salve, grazie per aver condiviso la tua storia con così tanta sincerità. Quello che descrivi è un percorso molto complesso e profondo, che tocca temi importanti come l’identità, le emozioni legate al passato ed i modi in cui cerchiamo di gestire il dolore emotivo. È comprensibile che queste esperienze abbiano portato a un senso di confusione e disorientamento rispetto a te stessa e alle tue scelte.
La rimozione dei ricordi d’infanzia e la scoperta di emozioni come rabbia e alienazione possono indicare che hai vissuto situazioni difficili che il tuo corpo e la tua mente hanno cercato di "proteggere" tenendole a distanza. Tuttavia, queste emozioni, anche se difficili da affrontare, possono essere un punto di partenza importante per capire meglio il legame tra il tuo passato e i comportamenti attuali.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare questi temi in modo sicuro e strutturato. Tra gli approcci che potrebbero esserti utili:
La terapia focalizzata sul trauma (ad esempio EMDR o approcci somatici): può essere utile per lavorare sui ricordi rimossi e sulle emozioni legate al passato, aiutandoti a integrare queste esperienze senza che abbiano un peso così forte sul presente.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT): può aiutarti a identificare e modificare i pensieri negativi e i comportamenti autodistruttivi, fornendoti strategie più sane per gestire il dolore e il senso di controllo.
La psicoterapia psicodinamica o centrata sulla relazione: potrebbe essere utile per esplorare le dinamiche familiari, le aspettative apprese e il legame tra il tuo passato e il senso di identità attuale.
Mindfulness e approcci basati sulla consapevolezza: possono aiutarti a sviluppare un modo più presente e accogliente di entrare in contatto con le tue emozioni e il tuo corpo.
Il tuo desiderio di trovare un’identità più stabile e di costruire un senso di te stessa è un passo fondamentale e coraggioso. Ti incoraggio a intraprendere un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta di cui ti senti di poterti fidare, perché lavorare insieme a un professionista può darti lo spazio sicuro per affrontare questi temi e iniziare a costruire le basi per un futuro più sereno e consapevole.
Sei già sulla strada giusta, cercando risposte e supporto.
La rimozione dei ricordi d’infanzia e la scoperta di emozioni come rabbia e alienazione possono indicare che hai vissuto situazioni difficili che il tuo corpo e la tua mente hanno cercato di "proteggere" tenendole a distanza. Tuttavia, queste emozioni, anche se difficili da affrontare, possono essere un punto di partenza importante per capire meglio il legame tra il tuo passato e i comportamenti attuali.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare questi temi in modo sicuro e strutturato. Tra gli approcci che potrebbero esserti utili:
La terapia focalizzata sul trauma (ad esempio EMDR o approcci somatici): può essere utile per lavorare sui ricordi rimossi e sulle emozioni legate al passato, aiutandoti a integrare queste esperienze senza che abbiano un peso così forte sul presente.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT): può aiutarti a identificare e modificare i pensieri negativi e i comportamenti autodistruttivi, fornendoti strategie più sane per gestire il dolore e il senso di controllo.
La psicoterapia psicodinamica o centrata sulla relazione: potrebbe essere utile per esplorare le dinamiche familiari, le aspettative apprese e il legame tra il tuo passato e il senso di identità attuale.
Mindfulness e approcci basati sulla consapevolezza: possono aiutarti a sviluppare un modo più presente e accogliente di entrare in contatto con le tue emozioni e il tuo corpo.
Il tuo desiderio di trovare un’identità più stabile e di costruire un senso di te stessa è un passo fondamentale e coraggioso. Ti incoraggio a intraprendere un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta di cui ti senti di poterti fidare, perché lavorare insieme a un professionista può darti lo spazio sicuro per affrontare questi temi e iniziare a costruire le basi per un futuro più sereno e consapevole.
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Quello che stai vivendo è comprensibilmente complesso e doloroso, ma il fatto che tu stia cercando di comprenderlo e affrontarlo è un passo importantissimo. La connessione tra il passato, i meccanismi di adattamento e l’identità è profonda, e il tuo desiderio di esplorarlo è un segnale di grande forza. Se vuoi concentrarti sui tuoi comportamenti autodistruttivi e sulle difficoltà decisionali, la CBT può offrirti strumenti concreti per riconoscere e cambiare i pensieri negativi e i comportamenti che ti fanno stare male.
Ciao e grazie per aver condiviso la tua esperienza in modo così aperto. Capisco quanto questo periodo di confusione e incertezze possa essere difficile. Quello che descrivi è un processo molto profondo, in cui la rielaborazione del passato si intreccia con le difficoltà nel presente, soprattutto in relazione al senso di identità e al rapporto con te stessa.
Il fatto che tu abbia rimosso alcuni ricordi dell’infanzia potrebbe essere legato a meccanismi di difesa, che ti hanno permesso di proteggerti da esperienze emotive troppo dolorose o difficili da affrontare. È naturale che, quando non si ha la possibilità di esprimere liberamente le proprie emozioni, come la rabbia o il dolore, queste vengano relegate in una parte nascosta della mente, ma non scompaiono davvero. L’impossibilità di esprimere questi sentimenti potrebbe aver trovato altre vie di sfogo, come quelle che descrivi, come il metterti in situazioni rischiose o cercare sollievo nel dolore fisico.
**La questione dell'identità**, che hai sollevato, è fondamentale. Il fatto di sentirti in bilico tra versioni diverse di te stessa è una manifestazione comune nelle persone che hanno vissuto difficoltà nell'infanzia, specialmente quando l'espressione autentica di sé è stata ostacolata. La difficoltà nel prendere decisioni importanti, come quelle sul percorso universitario, è legata alla sensazione di non essere pienamente consapevoli di chi sei, di cosa desideri davvero, e alla paura di fare scelte che non siano in linea con il tuo vero io.
Se dovessi riflettere su possibili percorsi terapeutici da esplorare, in qualità di psicologa (e non come psicoterapeuta), ti consiglio di considerare queste opzioni:
1. **Psicoterapia di supporto**: Un percorso che ti aiuti a riflettere sul tuo passato e su come questo influisce sulle tue emozioni nel presente. A volte, semplicemente avere uno spazio sicuro dove esprimere te stessa può fare una grande differenza. Questo tipo di terapia ti aiuterà a esplorare senza fretta i tuoi ricordi e le tue emozioni, in modo che tu possa sentirti più integrata e meno in conflitto con te stessa.
2. **Mindfulness e tecniche di consapevolezza**: Questi strumenti sono utili per aiutarti a rimanere nel presente e a ridurre l'intensità delle emozioni che ti travolgono. Praticare la mindfulness ti aiuterà a prendere coscienza di te stessa e dei tuoi bisogni, creando uno spazio per ascoltarti meglio. La consapevolezza delle tue emozioni potrebbe renderti più capace di gestirle senza ricorrere al dolore fisico o ad altri comportamenti autodistruttivi.
3. **Lavoro sul conflitto interiore**: Riconoscere che il conflitto che hai vissuto nel passato, in particolare la difficoltà a esprimere emozioni come rabbia o dolore, ha avuto un impatto profondo sulla tua identità è un passo cruciale. Un percorso che affronti il conflitto interiore potrebbe aiutarti a capire meglio come risolverlo, a rilasciare emozioni represse e a ridurre il bisogno di controllare le emozioni con comportamenti rischiosi.
4. **Autoconsapevolezza e lavoro sulla self-esteem**: Lavorare sul rafforzamento della tua autostima e sull’acquisizione di maggiore consapevolezza riguardo a chi sei potrebbe darti una base più solida da cui partire per fare scelte più chiare e consapevoli. La consapevolezza di sé ti aiuterà a definire meglio il tuo senso di identità, liberandoti dalla sensazione di essere “in bilico”.
5. **Supporto nelle scelte universitarie**: La difficoltà che descrivi nell'affrontare scelte importanti, come quelle relative al percorso universitario, potrebbe essere un segno del fatto che hai bisogno di maggiore chiarezza sul tuo scopo e sui tuoi desideri. Potresti considerare una consulenza di orientamento che ti aiuti a fare chiarezza su cosa ti piace veramente, per riuscire a prendere decisioni che siano più in sintonia con il tuo io più profondo.
**Importante**: Se questi temi ti causano molta sofferenza o se il rischio di comportamenti autodistruttivi persiste, sarebbe utile cercare il supporto di un professionista che possa aiutarti ad affrontarli in modo più specifico e mirato.
Un altro aspetto che ti suggerisco di considerare è la scrittura, l’arte o altre forme di espressione creativa. A volte l'arte può essere un canale per comunicare emozioni che non sono facilmente verbalizzabili, e aiutarti a fare ordine nella confusione interiore.
Infine, voglio sottolineare che non c'è un percorso "giusto" e che è normale sentirsi persi a 19 anni, specialmente se ci sono state difficoltà nei tuoi primi anni. Prenditi il tempo per esplorare, per ascoltare te stessa e cercare il supporto che ti aiuti a costruire una versione di te stessa che sia stabile e soddisfacente.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o vuoi continuare a riflettere su altri aspetti, sono qui per supportarti!
Il fatto che tu abbia rimosso alcuni ricordi dell’infanzia potrebbe essere legato a meccanismi di difesa, che ti hanno permesso di proteggerti da esperienze emotive troppo dolorose o difficili da affrontare. È naturale che, quando non si ha la possibilità di esprimere liberamente le proprie emozioni, come la rabbia o il dolore, queste vengano relegate in una parte nascosta della mente, ma non scompaiono davvero. L’impossibilità di esprimere questi sentimenti potrebbe aver trovato altre vie di sfogo, come quelle che descrivi, come il metterti in situazioni rischiose o cercare sollievo nel dolore fisico.
**La questione dell'identità**, che hai sollevato, è fondamentale. Il fatto di sentirti in bilico tra versioni diverse di te stessa è una manifestazione comune nelle persone che hanno vissuto difficoltà nell'infanzia, specialmente quando l'espressione autentica di sé è stata ostacolata. La difficoltà nel prendere decisioni importanti, come quelle sul percorso universitario, è legata alla sensazione di non essere pienamente consapevoli di chi sei, di cosa desideri davvero, e alla paura di fare scelte che non siano in linea con il tuo vero io.
Se dovessi riflettere su possibili percorsi terapeutici da esplorare, in qualità di psicologa (e non come psicoterapeuta), ti consiglio di considerare queste opzioni:
1. **Psicoterapia di supporto**: Un percorso che ti aiuti a riflettere sul tuo passato e su come questo influisce sulle tue emozioni nel presente. A volte, semplicemente avere uno spazio sicuro dove esprimere te stessa può fare una grande differenza. Questo tipo di terapia ti aiuterà a esplorare senza fretta i tuoi ricordi e le tue emozioni, in modo che tu possa sentirti più integrata e meno in conflitto con te stessa.
2. **Mindfulness e tecniche di consapevolezza**: Questi strumenti sono utili per aiutarti a rimanere nel presente e a ridurre l'intensità delle emozioni che ti travolgono. Praticare la mindfulness ti aiuterà a prendere coscienza di te stessa e dei tuoi bisogni, creando uno spazio per ascoltarti meglio. La consapevolezza delle tue emozioni potrebbe renderti più capace di gestirle senza ricorrere al dolore fisico o ad altri comportamenti autodistruttivi.
3. **Lavoro sul conflitto interiore**: Riconoscere che il conflitto che hai vissuto nel passato, in particolare la difficoltà a esprimere emozioni come rabbia o dolore, ha avuto un impatto profondo sulla tua identità è un passo cruciale. Un percorso che affronti il conflitto interiore potrebbe aiutarti a capire meglio come risolverlo, a rilasciare emozioni represse e a ridurre il bisogno di controllare le emozioni con comportamenti rischiosi.
4. **Autoconsapevolezza e lavoro sulla self-esteem**: Lavorare sul rafforzamento della tua autostima e sull’acquisizione di maggiore consapevolezza riguardo a chi sei potrebbe darti una base più solida da cui partire per fare scelte più chiare e consapevoli. La consapevolezza di sé ti aiuterà a definire meglio il tuo senso di identità, liberandoti dalla sensazione di essere “in bilico”.
5. **Supporto nelle scelte universitarie**: La difficoltà che descrivi nell'affrontare scelte importanti, come quelle relative al percorso universitario, potrebbe essere un segno del fatto che hai bisogno di maggiore chiarezza sul tuo scopo e sui tuoi desideri. Potresti considerare una consulenza di orientamento che ti aiuti a fare chiarezza su cosa ti piace veramente, per riuscire a prendere decisioni che siano più in sintonia con il tuo io più profondo.
**Importante**: Se questi temi ti causano molta sofferenza o se il rischio di comportamenti autodistruttivi persiste, sarebbe utile cercare il supporto di un professionista che possa aiutarti ad affrontarli in modo più specifico e mirato.
Un altro aspetto che ti suggerisco di considerare è la scrittura, l’arte o altre forme di espressione creativa. A volte l'arte può essere un canale per comunicare emozioni che non sono facilmente verbalizzabili, e aiutarti a fare ordine nella confusione interiore.
Infine, voglio sottolineare che non c'è un percorso "giusto" e che è normale sentirsi persi a 19 anni, specialmente se ci sono state difficoltà nei tuoi primi anni. Prenditi il tempo per esplorare, per ascoltare te stessa e cercare il supporto che ti aiuti a costruire una versione di te stessa che sia stabile e soddisfacente.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o vuoi continuare a riflettere su altri aspetti, sono qui per supportarti!
Salve, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta profondità, quello che descrive – la scoperta di ricordi rimossi, il cambiamento nella percezione di sé e della propria famiglia, la difficoltà a esprimere emozioni come rabbia e dolore – è qualcosa di molto significativo, è comprensibile che tutto questo possa generare confusione!
Mi colpisce come abbia collegato il bisogno di compiacere i suoi genitori con la difficoltà a esprimere rabbia, e il modo in cui questo potrebbe aver contribuito a certe tendenze autodistruttive. Si è mai chiesta: di chi è stata davvero la voce che l’ha portata a evitare il conflitto? Chi ha stabilito che i suoi bisogni dovessero venire dopo quelli degli altri?
La sensazione di essere “in bilico tra versioni diverse di sé” potrebbe essere il risultato di un adattamento profondo, sviluppato per sopravvivere a un ambiente che forse non lasciava spazio alla sua vera espressione. Il fatto che ora ne stia prendendo consapevolezza è un segnale importante: è possibile ricostruire un senso di sé più stabile, che non sia solo una risposta alle aspettative altrui, ma un’autentica espressione della sua identità.
Un percorso terapeutico che potrebbe aiutarla è quello basato sull’elaborazione delle esperienze passate e sulla regolazione emotiva. Terapie come l’EMDR, o un approccio cognitivo-comportamentale potrebbero aiutarla a esplorare il legame tra il passato e il presente, dando voce a parti di sé rimaste inascoltate. Potremmo lavorare insieme su questi aspetti, aiutandola a dare un senso ai suoi vissuti e a ritrovare un equilibrio più autentico.
Se vuole, possiamo approfondire insieme tutto questo, sono disponibile anche online! Come si sentirebbe all’idea di iniziare un percorso per riscoprire chi è, al di là dei condizionamenti del passato?
Le mando un saluto, Dott.ssa Chiara Quinto
Mi colpisce come abbia collegato il bisogno di compiacere i suoi genitori con la difficoltà a esprimere rabbia, e il modo in cui questo potrebbe aver contribuito a certe tendenze autodistruttive. Si è mai chiesta: di chi è stata davvero la voce che l’ha portata a evitare il conflitto? Chi ha stabilito che i suoi bisogni dovessero venire dopo quelli degli altri?
La sensazione di essere “in bilico tra versioni diverse di sé” potrebbe essere il risultato di un adattamento profondo, sviluppato per sopravvivere a un ambiente che forse non lasciava spazio alla sua vera espressione. Il fatto che ora ne stia prendendo consapevolezza è un segnale importante: è possibile ricostruire un senso di sé più stabile, che non sia solo una risposta alle aspettative altrui, ma un’autentica espressione della sua identità.
Un percorso terapeutico che potrebbe aiutarla è quello basato sull’elaborazione delle esperienze passate e sulla regolazione emotiva. Terapie come l’EMDR, o un approccio cognitivo-comportamentale potrebbero aiutarla a esplorare il legame tra il passato e il presente, dando voce a parti di sé rimaste inascoltate. Potremmo lavorare insieme su questi aspetti, aiutandola a dare un senso ai suoi vissuti e a ritrovare un equilibrio più autentico.
Se vuole, possiamo approfondire insieme tutto questo, sono disponibile anche online! Come si sentirebbe all’idea di iniziare un percorso per riscoprire chi è, al di là dei condizionamenti del passato?
Le mando un saluto, Dott.ssa Chiara Quinto
Cara,
Quello che descrivi è un'esperienza profonda e complessa, che tocca aspetti importanti della tua storia personale e della tua identità. Scoprire di aver rimosso parte dei ricordi d’infanzia può generare disorientamento e mettere in discussione il modo in cui hai sempre percepito te stessa e le tue relazioni, specialmente quelle familiari.
Il legame tra il passato e le difficoltà attuali, come il blocco nelle scelte, la tendenza a evitare il conflitto e le strategie autodistruttive, può essere esplorato all'interno di un percorso terapeutico. Un approccio cognitivo-interpersonale, ad esempio, può aiutarti a riconoscere e rielaborare le modalità apprese nell’infanzia, comprese quelle che ti portano a sacrificare i tuoi bisogni per compiacere gli altri. Lavorando sulle emozioni e sui modelli relazionali, è possibile sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e costruire un senso di identità più stabile e autentico.
Ti incoraggio a considerare un supporto psicologico che ti accompagni in questo processo di esplorazione e cambiamento. È possibile ritrovare un equilibrio e una direzione più chiara, passo dopo passo.
Un caro saluto
Quello che descrivi è un'esperienza profonda e complessa, che tocca aspetti importanti della tua storia personale e della tua identità. Scoprire di aver rimosso parte dei ricordi d’infanzia può generare disorientamento e mettere in discussione il modo in cui hai sempre percepito te stessa e le tue relazioni, specialmente quelle familiari.
Il legame tra il passato e le difficoltà attuali, come il blocco nelle scelte, la tendenza a evitare il conflitto e le strategie autodistruttive, può essere esplorato all'interno di un percorso terapeutico. Un approccio cognitivo-interpersonale, ad esempio, può aiutarti a riconoscere e rielaborare le modalità apprese nell’infanzia, comprese quelle che ti portano a sacrificare i tuoi bisogni per compiacere gli altri. Lavorando sulle emozioni e sui modelli relazionali, è possibile sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e costruire un senso di identità più stabile e autentico.
Ti incoraggio a considerare un supporto psicologico che ti accompagni in questo processo di esplorazione e cambiamento. È possibile ritrovare un equilibrio e una direzione più chiara, passo dopo passo.
Un caro saluto
Salve. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo per comprendere quale percorso possa fare al caso suo. Da quel che leggo in queste poche righe le consiglierei uno psicoterapeuta sistemico relazionale, data la sua volontà di avere delle risposte rispetto al funzionamento del suo sistema familiare. In ogni caso le suggerisco di vedere uno psicologo, anche non psicoterapeuta, per approfondire meglio la sua domanda in un colloquio. Un caro saluto.
Salve, la ringrazio per la sua condivisione. Quello che descrive è un percorso complesso e profondamente umano: il legame tra il passato, l’identità e le strategie di coping può essere difficile da comprendere da soli. Se il suo interesse è quello di esplorare, comprendere ed elaborare il passato, le suggerisco un percorso di psicoterapia psicodinamica, che la aiuterà a dare significato alle sue esperienze e a costruire un senso di sé più stabile, trasformando ciò che oggi è doloroso in una risorsa preziosa. Inoltre, in terapia, potrà esplorare le sue emozioni, sviluppare modi più sani di esprimerle e lavorare sulla relazione con sé stessa.
Dalle sue parole emerge un bisogno importante e consapevole, forse questo è il momento giusto per affrontare questa difficoltà. Un caloroso in bocca al lupo!
Dalle sue parole emerge un bisogno importante e consapevole, forse questo è il momento giusto per affrontare questa difficoltà. Un caloroso in bocca al lupo!
Salve, posso immaginare quanto possa essere destabilizzante riscoprire il proprio passato sotto una luce diversa e sentirsi in bilico tra versioni contrastanti di sé. La sua consapevolezza rispetto ai meccanismi che ha sviluppato è un passo molto importante: riconoscere di aver imparato a compiacere gli altri, di avere difficoltà a esprimere rabbia e di aver trovato sollievo nel dolore fisico significa già aver fatto un grande lavoro di introspezione. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che descrive potrebbe essere collegato a schemi appresi nell’infanzia. Se da piccola ha evitato il conflitto per ricevere accettazione e affetto, potrebbe aver interiorizzato l’idea che i suoi bisogni e le sue emozioni non fossero altrettanto validi o che non ci fosse spazio per esprimerli in sicurezza. Questo potrebbe aver contribuito a sviluppare strategie compensative, come la tendenza all’autodistruzione o la difficoltà nel definire un’identità stabile. L’assenza di ricordi chiari dell’infanzia non significa necessariamente che ci siano eventi traumatici gravi, ma piuttosto che la mente, per proteggerla, ha messo in atto dei meccanismi di rimozione o distanziamento emotivo. Quando questi ricordi iniziano a riemergere, può essere naturale provare confusione e rabbia, perché si rimette in discussione un’immagine familiare che fino a quel momento sembrava solida. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a lavorare su questi aspetti. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere utile per identificare i pensieri automatici e gli schemi profondi che influenzano le sue emozioni e il suo comportamento, aiutandola a sviluppare modalità più funzionali per gestire il dolore e l’incertezza. Un altro approccio che potrebbe esserle utile è la terapia focalizzata sugli schemi (Schema Therapy), che lavora proprio su quelle convinzioni profonde nate durante l’infanzia e che continuano a influenzare il presente. Questo percorso potrebbe aiutarla a riconoscere i suoi bisogni emotivi insoddisfatti e a costruire un senso di sé più solido e autentico. Potrebbe anche trovare beneficio in tecniche di mindfulness e regolazione emotiva, che le permetterebbero di entrare in contatto con le sue emozioni senza sentirsi sopraffatta, sviluppando al tempo stesso un senso di controllo più sano rispetto a quello che oggi cerca attraverso il dolore fisico o il rischio. Il suo desiderio di comprendere il legame tra passato e presente è prezioso e può portarla a costruire una base più stabile per il suo futuro. Il senso di identità che oggi sembra fragile può rafforzarsi attraverso un percorso che le permetta di riconoscere il suo valore indipendentemente dalle aspettative altrui. È un processo che richiede tempo, ma il fatto che abbia già iniziato a porsi queste domande è un segnale positivo. Se sente che queste difficoltà stanno influenzando in modo significativo la sua quotidianità, le consiglio di valutare un percorso con un terapeuta che possa aiutarla a dare struttura a questo lavoro di introspezione. Non è sola in questo percorso, e con il giusto supporto potrà trovare maggiore chiarezza e benessere. Resto a disposizione e le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno! Mi permetta di condividere il “sogno” che ha accompagnato la lettura del suo messaggio: “Una giovane ragazza rovista nella soffitta tra i giochi di un tempo. Quanti ricordi, quante emozioni. Ecco, però, qualcosa che non sapeva di avere, di cosa si tratta? Un libro coperto di polvere, ma in perfetto stato. Nessuno glielo ha mai letto. È scritto in una lingua straniera. Sa che gli appartiene, ma non la riconosce. Si sente confusa, disorientata, triste, arrabbiata”. Ho l’impressione che stia facendo i conti con domande importanti e caratteristiche della sua età: “Chi sono stata, chi sono, chi sarò?”. Aspetti del suo mondo interno che non è più possibile tenere “a “deposito”, che sembrano potersi manifestare solo in modo aggressivo, che chiedono diritto di cittadinanza. Se ne ha la possibilità, si affidi ad un* collega che possa offrirle un percorso personale ben strutturato e di largo respiro. Qualcuno che conosca quella lingua “straniera”, che le insegni a leggerla e comprenderla. In bocca al lupo
Gentile utente, credo non esista il percorso perfetto, ma solo quello che sente lei giusto per sé. Ogni approccio è valido. C'è una forte componente soggettiva e personale in un percorso di psicoterapico. Si fidi del suo istinto nella scelta del terapeuta. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve!
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Da quello che racconti, sembra che tu stia vivendo un momento di forte cambiamento e consapevolezza, che può essere sia destabilizzante che un'opportunità preziosa per comprenderti meglio.
L’approccio cognitivo-comportamentale potrebbe esserti particolarmente utile perché ti aiuta a esplorare il legame tra le esperienze del passato e le difficoltà che stai affrontando oggi. Spesso, quando si cresce in un ambiente in cui non ci si sente liberi di esprimere pienamente emozioni come la rabbia o il dolore, si sviluppano meccanismi di adattamento per proteggersi. Questi meccanismi, come il bisogno di compiacere gli altri o l’evitamento del conflitto, possono sembrare utili in un primo momento, ma nel tempo possono farci sentire persi, bloccati e scollegati da noi stessi.
Il fatto che tu abbia rimosso molti ricordi d’infanzia e che solo recentemente la tua percezione di te stessa e della tua famiglia sia cambiata, è qualcosa di molto significativo. La nostra mente, quando viviamo esperienze che non sappiamo come affrontare, può mettere in atto delle strategie di protezione, come la rimozione dei ricordi o la dissociazione. Ma quando questi ricordi riaffiorano, possono emergere emozioni intense come rabbia, confusione e alienazione. Questo può farci sentire frammentati, come se fossimo divisi tra più versioni di noi stessi.
La terapia cognitivo-comportamentale ti aiuterebbe a dare senso a queste esperienze e a riconoscere i modelli di pensiero e comportamento che si sono formati nel tempo. In terapia potresti lavorare su:
Comprendere il passato senza esserne intrappolata: esplorare le convinzioni che hai sviluppato su di te e sul mondo e capire come influenzano le tue scelte e il tuo modo di vedere te stessa.
Imparare a gestire le emozioni: spesso, quando non ci viene insegnato a esprimere rabbia o dolore, troviamo modi alternativi, come il dolore fisico o la ricerca di situazioni pericolose, per sentire un senso di controllo. In terapia potresti apprendere strategie più sane e consapevoli per affrontare queste emozioni.
Definire un’identità più stabile: se per tanto tempo hai vissuto cercando di soddisfare le aspettative degli altri, può essere difficile capire cosa vuoi davvero. Un percorso terapeutico ti aiuterebbe a esplorare i tuoi valori, desideri e obiettivi autentici, permettendoti di prendere decisioni più allineate con chi sei veramente.
Affrontare queste tematiche ora, a 19 anni, potrebbe darti un enorme vantaggio: più a lungo rimani in questa sensazione di incertezza e frammentazione, più diventa difficile sentirsi radicati e sicuri delle proprie scelte. Lavorare su questi aspetti adesso significa darti la possibilità di costruire un futuro più sereno, in cui non sei guidata dal passato ma dalle tue reali aspirazioni.
Se senti che questo percorso potrebbe esserti utile, potrebbe essere un buon momento per iniziare a lavorarci con un professionista. Non sei sola in questo, e ci sono strumenti efficaci per aiutarti a ritrovare stabilità e chiarezza.
Ti auguro il meglio e resto a disposizione se vuoi approfondire.
Dr. Andrea Pappaccogli
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Da quello che racconti, sembra che tu stia vivendo un momento di forte cambiamento e consapevolezza, che può essere sia destabilizzante che un'opportunità preziosa per comprenderti meglio.
L’approccio cognitivo-comportamentale potrebbe esserti particolarmente utile perché ti aiuta a esplorare il legame tra le esperienze del passato e le difficoltà che stai affrontando oggi. Spesso, quando si cresce in un ambiente in cui non ci si sente liberi di esprimere pienamente emozioni come la rabbia o il dolore, si sviluppano meccanismi di adattamento per proteggersi. Questi meccanismi, come il bisogno di compiacere gli altri o l’evitamento del conflitto, possono sembrare utili in un primo momento, ma nel tempo possono farci sentire persi, bloccati e scollegati da noi stessi.
Il fatto che tu abbia rimosso molti ricordi d’infanzia e che solo recentemente la tua percezione di te stessa e della tua famiglia sia cambiata, è qualcosa di molto significativo. La nostra mente, quando viviamo esperienze che non sappiamo come affrontare, può mettere in atto delle strategie di protezione, come la rimozione dei ricordi o la dissociazione. Ma quando questi ricordi riaffiorano, possono emergere emozioni intense come rabbia, confusione e alienazione. Questo può farci sentire frammentati, come se fossimo divisi tra più versioni di noi stessi.
La terapia cognitivo-comportamentale ti aiuterebbe a dare senso a queste esperienze e a riconoscere i modelli di pensiero e comportamento che si sono formati nel tempo. In terapia potresti lavorare su:
Comprendere il passato senza esserne intrappolata: esplorare le convinzioni che hai sviluppato su di te e sul mondo e capire come influenzano le tue scelte e il tuo modo di vedere te stessa.
Imparare a gestire le emozioni: spesso, quando non ci viene insegnato a esprimere rabbia o dolore, troviamo modi alternativi, come il dolore fisico o la ricerca di situazioni pericolose, per sentire un senso di controllo. In terapia potresti apprendere strategie più sane e consapevoli per affrontare queste emozioni.
Definire un’identità più stabile: se per tanto tempo hai vissuto cercando di soddisfare le aspettative degli altri, può essere difficile capire cosa vuoi davvero. Un percorso terapeutico ti aiuterebbe a esplorare i tuoi valori, desideri e obiettivi autentici, permettendoti di prendere decisioni più allineate con chi sei veramente.
Affrontare queste tematiche ora, a 19 anni, potrebbe darti un enorme vantaggio: più a lungo rimani in questa sensazione di incertezza e frammentazione, più diventa difficile sentirsi radicati e sicuri delle proprie scelte. Lavorare su questi aspetti adesso significa darti la possibilità di costruire un futuro più sereno, in cui non sei guidata dal passato ma dalle tue reali aspirazioni.
Se senti che questo percorso potrebbe esserti utile, potrebbe essere un buon momento per iniziare a lavorarci con un professionista. Non sei sola in questo, e ci sono strumenti efficaci per aiutarti a ritrovare stabilità e chiarezza.
Ti auguro il meglio e resto a disposizione se vuoi approfondire.
Dr. Andrea Pappaccogli
Gentile Buongiorno,
Capisco quanto possa essere confuso e destabilizzante scoprire che gran parte dei ricordi d'infanzia sono stati rimossi, e come questo cambi radicalmente la percezione che avevi di te stessa e della tua famiglia. La difficoltà a esprimere emozioni come rabbia o dolore, specie con i genitori, può sicuramente influire sulla tua capacità di definire chi sei oggi, creando quella sensazione di "essere in bilico" tra versioni diverse di te stessa.
Questo tipo di conflitto interiore può anche spingerti verso comportamenti autodistruttivi come tentativo di "gestire" il dolore emotivo o di cercare un controllo su ciò che ti sembra sfuggire. Il fatto che tu stia cercando di capire il legame tra il tuo passato e queste difficoltà è già un passo molto importante.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare questi vissuti e a riorganizzare la tua percezione di te stessa. Non esiste un unico approccio giusto, metodi come l'approccio cognitivo-costruttivista potrebbero aiutarti ad esplorare e riorganizzare il modo in cui percepisci te stessa e il mondo intorno a te, per capire meglio come le dinamiche del tuo passato influenzino il presente, aiutandoti a trovare una maggiore stabilità e consapevolezza di chi sei.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Capisco quanto possa essere confuso e destabilizzante scoprire che gran parte dei ricordi d'infanzia sono stati rimossi, e come questo cambi radicalmente la percezione che avevi di te stessa e della tua famiglia. La difficoltà a esprimere emozioni come rabbia o dolore, specie con i genitori, può sicuramente influire sulla tua capacità di definire chi sei oggi, creando quella sensazione di "essere in bilico" tra versioni diverse di te stessa.
Questo tipo di conflitto interiore può anche spingerti verso comportamenti autodistruttivi come tentativo di "gestire" il dolore emotivo o di cercare un controllo su ciò che ti sembra sfuggire. Il fatto che tu stia cercando di capire il legame tra il tuo passato e queste difficoltà è già un passo molto importante.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare questi vissuti e a riorganizzare la tua percezione di te stessa. Non esiste un unico approccio giusto, metodi come l'approccio cognitivo-costruttivista potrebbero aiutarti ad esplorare e riorganizzare il modo in cui percepisci te stessa e il mondo intorno a te, per capire meglio come le dinamiche del tuo passato influenzino il presente, aiutandoti a trovare una maggiore stabilità e consapevolezza di chi sei.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un vissuto complesso e profondo, e comprendo quanto possa essere destabilizzante sentirsi in bilico tra versioni diverse di sé stessa, senza un senso di identità chiaro e stabile. La difficoltà nel ricordare l’infanzia, il bisogno di compiacere gli altri e la tendenza a ricorrere a comportamenti autodistruttivi possono essere segnali di un’esperienza emotiva vissuta in modo molto intenso e, forse, di strategie che la sua mente ha messo in atto per proteggerla da emozioni difficili da elaborare.
Il fatto che stia cercando di comprendere il legame tra il suo passato e il suo presente è un passo importante, perché significa che ha già sviluppato una consapevolezza profonda su di sé e sul suo funzionamento emotivo. Per lavorare su questi aspetti e trovare un senso di identità più stabile, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia. Approcci come la terapia psicodinamica o la terapia cognitivo-comportamentale (soprattutto in una forma focalizzata sulla regolazione emotiva) potrebbero aiutarla a esplorare le sue emozioni, comprendere i meccanismi di difesa che ha sviluppato e costruire un rapporto più sicuro con sé stessa. Anche la terapia EMDR potrebbe essere un’opzione interessante, soprattutto se ha il sospetto che alcuni ricordi possano essere rimossi a causa di esperienze difficili o traumatiche.
L’obiettivo di un percorso terapeutico non è solo “ricordare”, ma integrare in modo sano le esperienze passate nella sua storia di vita, in modo che non continuino a condizionare il suo presente. Con il giusto supporto, può imparare a riconoscere ed esprimere le sue emozioni senza dover ricorrere a strategie autodistruttive, sviluppando un’identità più solida e autentica.
Credo sia importante che non affronti questo percorso da sola. Cercare aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di grande coraggio verso sé stessa e il suo benessere.
Dott. Luca Vocino
Il fatto che stia cercando di comprendere il legame tra il suo passato e il suo presente è un passo importante, perché significa che ha già sviluppato una consapevolezza profonda su di sé e sul suo funzionamento emotivo. Per lavorare su questi aspetti e trovare un senso di identità più stabile, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia. Approcci come la terapia psicodinamica o la terapia cognitivo-comportamentale (soprattutto in una forma focalizzata sulla regolazione emotiva) potrebbero aiutarla a esplorare le sue emozioni, comprendere i meccanismi di difesa che ha sviluppato e costruire un rapporto più sicuro con sé stessa. Anche la terapia EMDR potrebbe essere un’opzione interessante, soprattutto se ha il sospetto che alcuni ricordi possano essere rimossi a causa di esperienze difficili o traumatiche.
L’obiettivo di un percorso terapeutico non è solo “ricordare”, ma integrare in modo sano le esperienze passate nella sua storia di vita, in modo che non continuino a condizionare il suo presente. Con il giusto supporto, può imparare a riconoscere ed esprimere le sue emozioni senza dover ricorrere a strategie autodistruttive, sviluppando un’identità più solida e autentica.
Credo sia importante che non affronti questo percorso da sola. Cercare aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di grande coraggio verso sé stessa e il suo benessere.
Dott. Luca Vocino
Salve, la sua richiesta mi colpisce sia per la sofferenza espressa che per la capacità introspettiva che lei dimostra, stando a quel che scrive e a come lo scrive. Immagino che riceverà diverse risposte in cui, ogni professionista, le consiglierà una terapia basata sul proprio approccio. In questo caso, non faccio eccezione, altrimenti non avrei risposto. Un percorso a base psicodinamica o psicoanalitica potrebbe aiutarla a investire su un processo di conoscenza e consapevolezza di sé. Lei si fa tante domande e questo è molto importante. Ha una buona capacità riflessiva, e anche questo è cruciale. Scrive di non aver mai saputo esprimere rabbia e dolore. E questo mi sembra. Un focus centrale da cui cominciare. Cerchi qualcuno che possa aiutarla in questo. Al di là dell'impostazione del terapeuta, e anche al di là del mio stesso consiglio, l'importante è quello che sente lei. Quindi, cerchi qualcuno con cui possa sentire che questo è possibile. Auguri e buona vita.
Buongiorno,
Comprendo quanto possa essere disorientante scoprire che la percezione della propria infanzia e della propria famiglia non era così chiara come si pensava. È molto importante che lei abbia iniziato a interrogarsi su questi aspetti, perché significa che sta cercando di costruire una comprensione più autentica di sé stessa.
Un approccio che potrebbe esserle utile è la Gestalt Analitica, che aiuta a prendere consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, lavorando sul modo in cui il passato influisce sul presente. La Gestalt non si limita all’analisi razionale, ma permette di riappropriarsi della propria storia e delle proprie emozioni, per smettere di subirle passivamente e iniziare ad agire con maggiore libertà e responsabilità. Il lavoro si concentra sul sentire e integrare le parti di sé, anche quelle più rimosse o dolorose, così da sviluppare una stabilità identitaria più forte e autentica.
Dato che parla di tendenze autodistruttive e difficoltà nell’esprimere emozioni come rabbia e dolore, potrebbe trarre beneficio anche da percorsi che integrano il lavoro sul corpo, come la bioenergetica o la terapia sensomotoria, che aiutano a sciogliere i blocchi emotivi attraverso l’esperienza fisica e sensoriale.
Se la terapia privata è un ostacolo economico, può cercare servizi a costo ridotto tramite consultori, associazioni o scuole di specializzazione che offrono percorsi seguiti da terapeuti in formazione. L’importante è trovare uno spazio sicuro dove esplorare questi vissuti senza paura, e costruire una relazione più solida con sé stessa.
Coraggio!
Dott.ssa Alessandra Arena
Comprendo quanto possa essere disorientante scoprire che la percezione della propria infanzia e della propria famiglia non era così chiara come si pensava. È molto importante che lei abbia iniziato a interrogarsi su questi aspetti, perché significa che sta cercando di costruire una comprensione più autentica di sé stessa.
Un approccio che potrebbe esserle utile è la Gestalt Analitica, che aiuta a prendere consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, lavorando sul modo in cui il passato influisce sul presente. La Gestalt non si limita all’analisi razionale, ma permette di riappropriarsi della propria storia e delle proprie emozioni, per smettere di subirle passivamente e iniziare ad agire con maggiore libertà e responsabilità. Il lavoro si concentra sul sentire e integrare le parti di sé, anche quelle più rimosse o dolorose, così da sviluppare una stabilità identitaria più forte e autentica.
Dato che parla di tendenze autodistruttive e difficoltà nell’esprimere emozioni come rabbia e dolore, potrebbe trarre beneficio anche da percorsi che integrano il lavoro sul corpo, come la bioenergetica o la terapia sensomotoria, che aiutano a sciogliere i blocchi emotivi attraverso l’esperienza fisica e sensoriale.
Se la terapia privata è un ostacolo economico, può cercare servizi a costo ridotto tramite consultori, associazioni o scuole di specializzazione che offrono percorsi seguiti da terapeuti in formazione. L’importante è trovare uno spazio sicuro dove esplorare questi vissuti senza paura, e costruire una relazione più solida con sé stessa.
Coraggio!
Dott.ssa Alessandra Arena
Prima di tutto, ti ringrazio per aver condiviso una parte così intima della tua esperienza. Da quanto descrivi, sembra che tu stia attraversando un periodo complesso e di grande incertezza, ma anche di grande consapevolezza rispetto a te stessa e al tuo passato. La difficoltà nel definire chi sei e cosa vuoi, insieme ai comportamenti autodistruttivi che riporti, è un aspetto che può essere esplorato e compreso nel contesto delle dinamiche familiari e del modo in cui sei cresciuta.
Penso che potrebbe essere importante esplorare come le tue relazioni familiari passate, in particolare con i tuoi genitori, abbiano influenzato la tua percezione di te stessa e la tua capacità di esprimere emozioni. Il fatto che tu abbia evitato il conflitto e imparato a compiacere gli altri potrebbe indicare che il tuo sistema familiare ti ha insegnato a mettere da parte le tue emozioni per mantenere l'armonia, ma questo potrebbe aver portato a una sorta di "blocco" nelle tue espressioni di rabbia o dolore.
Il percorso terapeutico potrebbe iniziare con l'esplorazione di questi modelli relazionali, cercando di comprendere come si sono formati e come continuano a influenzarti. Credo che l'approccio sistemico ti possa aiutare anche a capire come le dinamiche familiari e le esperienze passate influenzano non solo il tuo rapporto con te stessa, ma anche con gli altri e con le scelte che stai facendo, come quella riguardante il tuo percorso universitario.
Ricorda che questo processo richiede tempo e pazienza, ma se scegli di intraprenderlo, sarà un passo importante per comprendere meglio il legame tra il tuo passato e il presente, e per trovare nuove modalità di gestione delle emozioni e delle scelte.
Un saluto, dott.ssa Francesca Tugnoli
Penso che potrebbe essere importante esplorare come le tue relazioni familiari passate, in particolare con i tuoi genitori, abbiano influenzato la tua percezione di te stessa e la tua capacità di esprimere emozioni. Il fatto che tu abbia evitato il conflitto e imparato a compiacere gli altri potrebbe indicare che il tuo sistema familiare ti ha insegnato a mettere da parte le tue emozioni per mantenere l'armonia, ma questo potrebbe aver portato a una sorta di "blocco" nelle tue espressioni di rabbia o dolore.
Il percorso terapeutico potrebbe iniziare con l'esplorazione di questi modelli relazionali, cercando di comprendere come si sono formati e come continuano a influenzarti. Credo che l'approccio sistemico ti possa aiutare anche a capire come le dinamiche familiari e le esperienze passate influenzano non solo il tuo rapporto con te stessa, ma anche con gli altri e con le scelte che stai facendo, come quella riguardante il tuo percorso universitario.
Ricorda che questo processo richiede tempo e pazienza, ma se scegli di intraprenderlo, sarà un passo importante per comprendere meglio il legame tra il tuo passato e il presente, e per trovare nuove modalità di gestione delle emozioni e delle scelte.
Un saluto, dott.ssa Francesca Tugnoli
Salve,
Sicuramente le consiglio il percorso psicoterapeutico EMDR integrato o no, ma efficace a rimuovere le memorie emotive e creare un migliore adattamento cognitivo delle sue memorie traumatiche.
Sicuramente le consiglio il percorso psicoterapeutico EMDR integrato o no, ma efficace a rimuovere le memorie emotive e creare un migliore adattamento cognitivo delle sue memorie traumatiche.
Buongiorno gentile utente, sono felice che abbia intenzione di intraprendere un percorso psicologico, che potrebbe aiutarLa molto sia a livello di consapevolezza del presente che di accettazione del proprio passato. Ci tengo a precisare che ogni percorso terapeutico ,a prescindere dal modello teorico di riferimento, può esserLe utile. L'elemento fondamentale per una buona terapia è l'alleanza terapeutica, cioè la relazione di stima e rispetto reciproco tra paziente e terapeuta. Io sono una psicologa specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale. La terapia cognitivo-comportamentale si basa sull'importanza del presente, l'importanza dell'auto-osservazione e la capacità di modificare emozioni, pensieri e comportamenti. Resto a sua disposizione per maggiori info e le auguro in bocca al lupo per tutto.
Dott.ssa Mariapaola Anania
Dott.ssa Mariapaola Anania
Buongiorno, credo che la psicoterapia incentri il proprio agire proprio su quanto stai ricercando, esistono molti indirizzi di specializzazione a cui poter fare riferimento, credo che sia importante che tu riesca a sentirti a tuo agio con chi hai di fronte, questo ritengo sia l'elemento che ti consiglierei di attenzionare. La relazione che si instaura con il proprio terapeuta è uno degli strumenti della terapia, se non si crea un clima di fiducia, rispetto e alleanza sarà difficile riuscire a parlare dei propri vissuti. Spero che tu riesca a trovare il professionista più adatto a te, un caro saluto!
La connessione tra esperienze infantili, rimozione di ricordi e difficoltà nell’identità è un tema profondo e complesso. La difficoltà a esprimere emozioni e il ricorso a comportamenti autodistruttivi possono essere strategie sviluppate per gestire il dolore emotivo.
Un percorso terapeutico basato sulla psicoterapia psicodinamica o sulla terapia cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a esplorare il legame tra passato e presente e a costruire una percezione di sé più stabile. Rivolgersi a un professionista potrebbe essere un primo passo importante per comprendere meglio il proprio vissuto e sviluppare nuove modalità di gestione emotiva. Un caro saluto.
Un percorso terapeutico basato sulla psicoterapia psicodinamica o sulla terapia cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a esplorare il legame tra passato e presente e a costruire una percezione di sé più stabile. Rivolgersi a un professionista potrebbe essere un primo passo importante per comprendere meglio il proprio vissuto e sviluppare nuove modalità di gestione emotiva. Un caro saluto.
Buongiorno, verrebbe subito da dire che è una buona cosa contattare il fatto che la nostra infanzia non è stata perfetta, perché nessuna lo è, come è del tutto normale aver rimosso dei ricordi, giacché la memoria funziona diversamente almeno fino ai tre anni di vita.
Lei perla però di vissuti di sofferenza e ricerca, che sarebbe ottimo esplorasse in un percorso psicoterapeutico. Le consiglio un orientamento psicoanalitico che possa portarla ad indagare vissuti profondi e antichi.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Lei perla però di vissuti di sofferenza e ricerca, che sarebbe ottimo esplorasse in un percorso psicoterapeutico. Le consiglio un orientamento psicoanalitico che possa portarla ad indagare vissuti profondi e antichi.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Le consiglio un percorso terapeutico che, tra altri temi importanti come quello delle scelte di studi e lavorative, comprenda anche un miglioramento del rapporto con i genitori perché queste figure, come lei ha già osservato, sono importantissime per la nostra sicurezza, autostima, identità. Al riguardo può trovare un mio articolo su "L'importanza del rapporto con i genitori in psicoterapia" su internet. La terapia strategico-gestaltica si presta molto bene allo scopo.
Gentile Paziente, prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza. Quello che descrivi è un percorso interiore molto intenso e delicato: scoprire di aver rimosso parti della propria infanzia e rivedere la propria storia sotto una luce diversa può far nascere emozioni davvero complesse, come rabbia, confusione e un senso di alienazione. È comprensibile che tutto questo influenzi anche il modo in cui vivi il presente e il rapporto con te stessa.
Dal punto di vista terapeutico, penso che potrebbe aiutarti a comprendere meglio il legame tra il passato e i comportamenti attuali un percorso che accolga e integri l’esplorazione della tua storia familiare e del tuo vissuto emotivo. Una terapia focalizzata sull’identità e sulla regolazione emotiva potrebbe esserti utile per trovare un senso di stabilità interiore e modi più funzionali di esprimere e gestire le tue emozioni.
Se vuoi possiamo organizzare un primo colloquio per capire meglio ciò di cui hai bisogno e trovare insieme il percorso più adatto a te. Sono qui per supportarti in questo processo.
Con cura,
Elena Montagnoli
Dal punto di vista terapeutico, penso che potrebbe aiutarti a comprendere meglio il legame tra il passato e i comportamenti attuali un percorso che accolga e integri l’esplorazione della tua storia familiare e del tuo vissuto emotivo. Una terapia focalizzata sull’identità e sulla regolazione emotiva potrebbe esserti utile per trovare un senso di stabilità interiore e modi più funzionali di esprimere e gestire le tue emozioni.
Se vuoi possiamo organizzare un primo colloquio per capire meglio ciò di cui hai bisogno e trovare insieme il percorso più adatto a te. Sono qui per supportarti in questo processo.
Con cura,
Elena Montagnoli
Gentile utente, ciò che lei ha descritto in maniera sintetica ma estremamente precisa, merita di essere approfondito, senza ombra di dubbio. Un percorso psicologico può aiutarla sicuramente ad attribuire un senso e un significato al suo vissuto, alle sue emozioni e alle sue percezioni, per affrontare gli anni che verranno con la consapevolezza e la serenità che merita di avere.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Dott.ssa Nunzia Mazzone
salve, il quadro che racconta mi colpisce:
- in primis su come avrebbe scoperto "di aver rimosso gran parte dei suoi ricordi d'infanzia"
- fa riferimento a tendenze autodistruttive
- parla di difficoltà a definire la sua indentità: da quali punti di vista?(sessuale, caratteriale, sociale, narcisistico, ecc)
Già solo questi accenni fanno pensare ad un grande lavoro di autoosservazione e riflessione che lei ha fatto su se stessa, ma soprattutto sui significati dei suoi vissuti e comportamenti, quasi come avesse avuto delle esperienze terapeutiche o fatto letture psicologiche.
Penso possa scegliere con fiducia il percorso terapeutico che sente la attragga di più, o meglio scegliere il/la psicoterapeuta che preferisce, attraverso i tanti strumenti che oggi ci sono a disposizione (mini cv, presentazione dei professionisti, loro esperienza e campi di interesse, recensioni, risposte a domande, luogo e vicinanza, costi.
La cosa più importante è che lei abbia maturato la necessità di conoscere meglio il suo mondo interno, con coraggio e onestà interna.
Saluti
- in primis su come avrebbe scoperto "di aver rimosso gran parte dei suoi ricordi d'infanzia"
- fa riferimento a tendenze autodistruttive
- parla di difficoltà a definire la sua indentità: da quali punti di vista?(sessuale, caratteriale, sociale, narcisistico, ecc)
Già solo questi accenni fanno pensare ad un grande lavoro di autoosservazione e riflessione che lei ha fatto su se stessa, ma soprattutto sui significati dei suoi vissuti e comportamenti, quasi come avesse avuto delle esperienze terapeutiche o fatto letture psicologiche.
Penso possa scegliere con fiducia il percorso terapeutico che sente la attragga di più, o meglio scegliere il/la psicoterapeuta che preferisce, attraverso i tanti strumenti che oggi ci sono a disposizione (mini cv, presentazione dei professionisti, loro esperienza e campi di interesse, recensioni, risposte a domande, luogo e vicinanza, costi.
La cosa più importante è che lei abbia maturato la necessità di conoscere meglio il suo mondo interno, con coraggio e onestà interna.
Saluti
Un percorso psicoterapeutico può aiutarti ad esplorare le emozioni e i vissuti che non hanno trovato adeguata espressione nelle relazioni parentali. Puoi comprendere l'origine del tuo compiacere come risposta alla paura attraverso l'Analisi transazionale, che mira a conoscere il proprio copione di vita e ad intervenire per modificarlo. Relativamente alle tendenze autodistruttive e al mettersi in situazioni di pericolo puoi affrontare con la psicoterapia sia le motivazioni, sia la gestione di azioni non orientate al tuo benessere. Il tema dell'orientarsi e del definire chi sei può essere trattato in seduta in diversi modi, sia attraverso la narrazione della tua storia, sia con la messa in chiaro di preferenze e desideri, le tecniche dipendono dal modello di riferimento del terapeuta. Potrai affrontare ognuno di questi ambiti con la presenza e l'aiuto dello psicoterapeuta.
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