Salve, e da quando avevo 15 anni che assumo neurolettici fra cui risperdal, abilify, haldol e al gio

23 risposte
Salve, e da quando avevo 15 anni che assumo neurolettici fra cui risperdal, abilify, haldol e al giorno d'oggi xeplion, volevo sapere per quanto tempo una terapia antipsicotica andrebbe presa, la mia diagnosi 3 anni fa (adesso ne ho 25) era di disturbo schizoaffettivo e prima ancora non si sapeva esattamente cosa avevo la neuropsichiatria infantile mi aveva dato una diagnosi solo per darmi il risperdal, in seguito ad una migrazione da una città molto lontana, volevo sapere se con la psicoterapia che faccio al csm e possibile avere una remissione totale dei sintomi quali paranoia, rabbia, sospetto per le altre persone, paura, la psicoterapeuta che mi segue ha detto che ad oggi ho più un disturbo di personalità e di adattamento, e che mi sto riprendendo e che ho una buona possibilità "di farcela" la mia domanda e questa, faccio psicoterapia da 3 anni dopo un lavoro sulla gestione delle emozioni e sul passato che ho avuto e possibile che con una buona psicoterapia si riesca del tutto a stare bene senza per forza prendere farmaci tutta la vita? Sono già in remissione da un anno anche se a volte ho crisi di rabbia e di pianto e punto piano piano a una mia autonomia...
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Le consiglio di continuare a confrontarsi con il terapeuta che la segue per evitare di confondersi. La psicoterapia sicuramente la aiuta a star meglio, ma si confronti con il collega riguardo l’utilizzo dei farmaci.
Buona giornata.

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Dott.ssa Alessia Battista
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Catanzaro
Gentile utente, concordo con il collega sull'importanza di un continuo confronto con il suo terapeuta e sui dubbi che affiorano, rispetto quello che viene detto all'interno di un setting terapeutico. Sulle basi delle informazioni date, diviene difficile riuscire a dare risposta. Sicuramente dobbiamo affidarci alle parole del professionista che la segue da tempo e conosce i particolari della tua storia. IL risultato mi sembra molto positivo e motivante a poter continuare. L'importante è ottenere una buona qualità di vita, continuare con il percorso che aiuti sulle strategie di adattamento. Non è il tempo in terapia ma quello che nel tempo si ottiene. Continui serenamente e guardi cosa ha raggiunto!
Cordialmente Alessia Battista
Dott.ssa Benedetta Bartoli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Salve, la sua domanda è certamente comprensibile visto che da 10 anni sta combattendo con una situazione complessa e con l'assunzione di farmaci che non è mai banale. Da quello che ci riporta credo che la scelta più opportuna sia continuare a fidarsi ed affidarsi alla sua attuale terapeuta, proseguendo il percorso, che certamente non può essere breve, ma che in questi tre anni le ha fatto fare evidentemente alcune conquiste. Anche per quanto riguarda i farmaci occorre avere pazienza e affidarsi al monitoraggio di psichiatra e psicoterapeuta per un eventuale e graduale scalaggio qualora ne valutino l'opportunità.
Le auguro di proseguire con il cammino che ha intrapreso e di stare sempre meglio.

Un caro saluto
Dr.ssa Benedetta Bartoli
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera, leggo tanta forza di volontà e spinta a farcela. La strada sembra quella giusta! Non molli e si affidi. Salutissimi
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, mi occupo di esordi psicotici quindi capisco bene di cosa sta parlando. Ogni caso è a sè e tutto è possibile, l'importante è non impuntarsi in soluzioni preconcette. Il termometro è lei e il suo livello di benessere in base al quale deciderà insieme ai suoi curanti modifiche sui dosaggi ed eventuali sospensioni delle terapie farmacologiche.
Dott.ssa Claudia Camplone
Psicologo, Psicoterapeuta
Pescara
Gentile utente , si confronti sempre con la sua terapeuta altrimenti rischierebbe di confondersi e ciò non è auspicabile.
Sicuramente la psicoterapia la aiuterà nella gestione dei sintomi
Saluti
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,da quello che descrive sta facendo un buon percorso sia psichiatrico che psicoterapico.Sono cure lunghe ,l importante è la qualità della sua vita,deve perseverare ,si può convivere con una malattia e tenerla sotto controllo mantenendo cure costanti che porteranno sicuramente a miglioramenti.Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Credo sia opportuno rivolgere le sue domande direttamente alla sua terapeuta ed al suo psichiatra, esplorando con loro più a fondo i temi che ha condiviso con noi in questo spazio. In linea generale sembra stia facendo un buon lavoro ed a mio avviso si evince la sua forte motivazione a prendersi cura di se stesso. Il mio suggerimento, se può esserle utile, è di continuare a prendersi cura di sé, dando valore ad ogni passo che sta facendo, che ha fatto e che farà, fidandosi del fatto che con il suo impegno ed il tempo necessario potrà costruire il suo percorso nel miglior modo possibile. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
concordo con i colleghi sull'importanza di un continuo confronto con il suo terapeuta in merito ai dubbi che affiorano. Sulle basi delle informazioni date, diviene difficile riuscire a darle una risposta precisa. E' importante che si affidi completamente al professionista che la segue da tempo e conosce i particolari della sua storia. Continui il percorso iniziato, il miglioramento della qualità della sua vita appare evidente. Cordiali Saluti Dottor Diego Ferrara
Dott.ssa Melania Di Nardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pescara
Salve,
la sua sofferenza si percepisce anche attraverso uno schermo. E' tanto difficile essere in cura presso servizi di salute mentale da diversi anni, specie se da un'età molto giovane. Il suo desiderio di farne a meno è naturale.
Non è assolutamente sufficiente una lettura del suo scritto per poter dare pareri. Credo però sia importante dirle che ci sono dei casi in cui il farmaco è necessario poichè assicura una stabilità, e che chi la sta aiutando non ha alcun interesse nel darle un farmaco se non per farla star meglio.
Le auguro buone cose,
Dott.ssa Di Nardo
Dott.ssa Marzia Porcelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
l'unico consiglio da darle è quello di continuare a fare affidamento ai professionisti che già la conoscono e la seguono da tempo.
La psicoterapia ha proprio l'obiettivo di aiutare la persona a comprendere meglio se stesso e la propria storia e raggiungere la qualità di vita migliore possibile.
In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Psicologo, Psicoterapeuta
Pozzuoli
Salve grazie per la sua lettera e per aver condiviso la sua esperienza su questa piattaforma.
Penso che l'indicazione più idonea sia quella di continuare a confrontarsi con la collega che la segue.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Dott. Antonio Del Prete
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Caserta
Salve, la risposta è si , può arrivare ad eliminare totalmente i farmaci ma ciò deve procedere sempre di pari passo con i miglioramenti che si ottengono attraverso la psicoterapia.
Non dimentichi che tale obbiettivo richiede molto tempo e che può variare in base a diversi fattori tra i quali la motivazione del paziente e il modello di psicoterapia di riferimento, essendo noi tutti diversi ed essendoci diversi modelli di psicoterapia, la difficoltà spesso è trovare quello giusto.
Se vede che la psicoterapia che sta effettuando le sta portando risultati continui così.
Le auguro vivamente che possa raggiungere questo meraviglioso risultato.
Cordiali saluti, Antonio Del Prete
Dott.ssa Manuela Di Iorio
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente di MioDottore, dalle sue parole sembra sentire che il trattamento è efficace. Può affrontare con la sua psicoterapeuta i dubbi che stanno emergendo sulla paura della separazione, laddove il trattamento si concludesse. Resto a disposizione, dr.ssa M. Di Iorio.
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, impossibile darle una risposta senza avere un quadro preciso dei suoi disturbi. In linea del tutto generale, i farmaci sono un sostegno temporaneo per alcune patologie mentre per altre sono da utilizzare per il corso della vita e non c'è nulla di cui preoccuparsi perché anche per altre patologie vengono assunti medicinali per molti anni. Ne parli con il terapeuta che la segue e con chi le ha prescritto i farmaci e loro sapranno rispondere esaustivamente alle sue domande. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Restituta Cocchia
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Salve, per guarire dal disturbo schizoaffettivo occorre realizzare un percorso integrati tra farmaci, terapia e supporto sociale. Dalle sue parole si evince che sta facendo un buon percorso sia farmacologico che psicologico. Le consiglio di continuare ad avere fiducia nell'équipe che la segue e rivolgere a loro per dubbi, domande e paure, poiché conoscono bene la sua situazione e i suoi miglioramenti. Sono sicura che raggiungerà il suo obiettivo e migliorerà la qualità di vita. Cordiali Saluti Dott.ssa Restituta Cocchia
Dott.ssa Mariagrazia Buccheri
Psicologo, Psicoterapeuta
Siracusa
Buonasera, la psicoterapia è un valido strumento che può aiutarla a gestire meglio il suo sintomo e a conoscerlo.
Se ha stabilito un buon rapporto con la sua terapeuta continui pure.
Ritengo che ciò che cura è soprattutto jna relazione fatta di ascolto e di comprensione.
Rimango a disposizione
Dott.ssa Buccheri Mariagrazia
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, continui con la psicoterapia che le sta dando buoni risultati. In merito ai farmaci dovrebbe rivolgere la domanda a chi l'ha in cura perché conosce il quadro dettagliato della sua situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente,
certo, per molte persone una psicoterapia è risolutiva!

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Dott.ssa Sabrina Buonocore
Psicoterapeuta, Psicologo
Napoli
salve, la psicoterapia individuale e familiare può aiutarla nella vita.
rispetto alla remissione dei sintomi, attraverso un impegno costante e devoto a se stessi, coltivando hobbies, certamente potrebbe accadere.
ciò che è importante è leggere tempestivamente la crisi per gestirla nei migliori dei modi.
saluti
Dott.ssa Vanessa Ferri
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Navacchio
Gentile Utente,
di fondamentale importanza è la diagnosi ma c'è anche da dire che si può riuscire a convivere con vari tipi di disturbi con un proprio personale e unico equilibrio. La difficoltà sta nel trovare quell'equilibrio, motivo per cui ci vuole molto tempo, anni di solito, ma si può fare. Ci vuole molta pazienza e fiducia nel percorso, nel terapeuta e in se stessi! Inoltre, dal messaggio non si capisce molto bene se già attualmente lo fa, di farsi seguire da un* psichiatra che possa monitorare e aiutare, piano piano, a calare la terapia farmacologica.
Buon lavoro e buon viaggio!
Dr.ssa Vanessa Ferri
Dott.ssa Cecilia Cicchetti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
È positivo che tu abbia già raggiunto un periodo di remissione e che stia lavorando attivamente sulla gestione delle emozioni. La durata della terapia farmacologica dipende molto dalla diagnosi iniziale, dall’evoluzione dei sintomi e dalla risposta individuale: non esiste un periodo “standard” valido per tutti.
Nel tuo caso, se la psicoterapeuta valuta che il quadro attuale rientri più in un disturbo di personalità e di adattamento, il percorso di psicoterapia può effettivamente favorire un miglioramento significativo, e in alcuni casi permettere di ridurre o sospendere i farmaci sotto stretto controllo medico. L’obiettivo è sviluppare strategie di regolazione emotiva, gestione dei conflitti interpersonali e consapevolezza dei propri schemi, così da aumentare autonomia e benessere.
Rimane fondamentale confrontarsi regolarmente con il neuropsichiatra per valutare eventuali modifiche del trattamento farmacologico, evitando sospensioni improvvise, e continuare il lavoro psicoterapico come sostegno alla stabilità emotiva. Con il tempo, molti pazienti con un buon percorso terapeutico raggiungono una qualità di vita soddisfacente e una gestione autonoma dei sintomi.
Dott. Luciano Esposito
Psicoterapeuta, Psicologo
Portici
La Sua domanda è molto importante e comprensibile. Il decorso delle condizioni psicotiche o schizoaffettive non è uguale per tutti, e la durata della terapia farmacologica dipende da diversi fattori: tipo di esordio, numero di episodi, risposta ai farmaci, stabilità ottenuta nel tempo, presenza o meno di fattori di rischio e livello di autonomia personale. Per alcuni pazienti è necessario mantenere una terapia a lungo termine, per altri è possibile ridurre gradualmente la dose fino a sospendere, ma sempre sotto stretto controllo dello psichiatra.

Il fatto che Lei sia in remissione da un anno, che stia lavorando in psicoterapia da tre anni e che la Sua terapeuta rilevi oggi più aspetti di personalità e di adattamento che non sintomi psicotici attivi, è un segnale molto positivo. Esistono casi in cui, grazie a un percorso psicoterapeutico profondo e continuativo, si arriva a una stabilità tale da poter valutare una riduzione graduale del farmaco. Tuttavia questo non può essere deciso in autonomia: deve essere sempre valutato insieme allo psichiatra, perché ogni riduzione richiede grande cautela e monitoraggio attento.

La presenza di occasionali episodi di rabbia o pianto non significa necessariamente una ricaduta, ma va considerata nel quadro complessivo della Sua storia. Il fatto che stia costruendo autonomia, che abbia maggiore consapevolezza emotiva e che la Sua terapeuta riconosca un percorso di ripresa è un buon indicatore prognostico.

In sintesi: sì, in alcuni casi è possibile arrivare a star bene anche con dosaggi molto ridotti o con una sospensione, ma la decisione deve essere presa solo dallo psichiatra e sempre sulla base della stabilità nel tempo, dell’assenza di episodi, e della presenza di un buon sostegno psicoterapeutico. Il percorso che ha già fatto è significativo e va nella direzione giusta: continui così, con prudenza e con un buon coordinamento fra terapeuta e psichiatra.

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