Salve, dovrei partorire fra 1 mese con parto naturale , soffro d’ansia e attacchi di panico e sbanda
28
risposte
Salve, dovrei partorire fra 1 mese con parto naturale , soffro d’ansia e attacchi di panico e sbandamenti e ho molta paura che in quel momento starei male e non riuscirei a gestirli, di sentirmi morire. Vorrei qualche consiglio da parte vostra, grazie a tutti.
Buongiorno, il parto è sicuramente un evento carico di emotività e, per alcune persone, causa di tensione e angoscia...le sono vicino. Qualora sentisse il bisogno di parlarne, si senta libera di contattarmi. Un caro saluto e in bocca al lupo!
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Gent.ma, è francamente inopportuno darle risposte dal momento che per altro non sono a conoscenza di ciò che vive. Riferisce stati d'ansia e di essere prossima al parto: per poterla aiutare chieda una consulenza psicologica, così da poter raccontare meglio i suoi timori e la sua esperienza. SG
Buongiorno,
comprendo bene la sua preoccupazione: affrontare un momento importante come il parto può essere fonte di ansia e timori, soprattutto se ha già sperimentato in passato attacchi di panico o sensazioni di sbandamento. È del tutto normale che la prospettiva del parto risvegli queste paure.
In questi casi è molto utile prepararsi sia sul piano pratico che su quello emotivo. Le consiglierei, se possibile, di parlarne con il personale ostetrico che la seguirà: spesso negli ospedali o consultori sono presenti corsi di accompagnamento alla nascita, dove si apprendono tecniche di respirazione, rilassamento e gestione dell’ansia durante il travaglio.
Inoltre, può essere molto benefico un breve percorso di supporto psicologico in questo periodo: uno psicologo la può aiutare a riconoscere e gestire le sensazioni fisiche legate all’ansia, a rafforzare la fiducia in sé stessa e a costruire strategie per affrontare il momento del parto con maggiore serenità.
Con la giusta preparazione e il sostegno adeguato, molte donne con ansia o attacchi di panico riescono a vivere il parto in modo positivo e a sentirsi più forti di quanto immaginassero. Un caro saluto
comprendo bene la sua preoccupazione: affrontare un momento importante come il parto può essere fonte di ansia e timori, soprattutto se ha già sperimentato in passato attacchi di panico o sensazioni di sbandamento. È del tutto normale che la prospettiva del parto risvegli queste paure.
In questi casi è molto utile prepararsi sia sul piano pratico che su quello emotivo. Le consiglierei, se possibile, di parlarne con il personale ostetrico che la seguirà: spesso negli ospedali o consultori sono presenti corsi di accompagnamento alla nascita, dove si apprendono tecniche di respirazione, rilassamento e gestione dell’ansia durante il travaglio.
Inoltre, può essere molto benefico un breve percorso di supporto psicologico in questo periodo: uno psicologo la può aiutare a riconoscere e gestire le sensazioni fisiche legate all’ansia, a rafforzare la fiducia in sé stessa e a costruire strategie per affrontare il momento del parto con maggiore serenità.
Con la giusta preparazione e il sostegno adeguato, molte donne con ansia o attacchi di panico riescono a vivere il parto in modo positivo e a sentirsi più forti di quanto immaginassero. Un caro saluto
Salve, comprendo bene le sue preoccupazioni. In questi casi può essere utile iniziare fin da ora a praticare tecniche di respirazione lenta e consapevole, e a riconoscere i segnali fisici dell’ansia come “messaggi” del corpo, non come pericoli reali. Le suggerirei anche di parlarne con l’équipe ostetrica, in modo da predisporre insieme un piano di contenimento durante il travaglio. Se possibile, continui un percorso di supporto psicologico: la preparazione emotiva può fare una grande differenza nel sentirsi più sicura e accompagnata in quel momento. Un caro saluto
Gentile utente,
la sua paura è comprensibile ed in linea con la particolarità degli eventi legati alla maternità, oltre che con la personale condizione di sofferenza che riporta.
Probabilmente il tempo "che stringe" non gioca a favore su tutta una serie di preoccupazioni e per questo alcune strategie pratiche (specificamente pensate su di lei come persona in seguito ad un iniziale conoscenza reciproca) potrebbero facilitare la preparazione a quel momento o alla gestione dei momenti successivi.
Qualora ne sentisse la necessità, anche dopo il parto, resto a disposizione per un incontro online, o meglio, in presenza (se si trova a Brescia).
la sua paura è comprensibile ed in linea con la particolarità degli eventi legati alla maternità, oltre che con la personale condizione di sofferenza che riporta.
Probabilmente il tempo "che stringe" non gioca a favore su tutta una serie di preoccupazioni e per questo alcune strategie pratiche (specificamente pensate su di lei come persona in seguito ad un iniziale conoscenza reciproca) potrebbero facilitare la preparazione a quel momento o alla gestione dei momenti successivi.
Qualora ne sentisse la necessità, anche dopo il parto, resto a disposizione per un incontro online, o meglio, in presenza (se si trova a Brescia).
Gentile utente,
è comprensibile che l’avvicinarsi del parto riattivi paure e timori legati all’ansia: il momento del travaglio porta con sé forti sensazioni fisiche e un’intensa carica emotiva, e chi ha vissuto attacchi di panico può temere di non riuscire a gestirli. In realtà, molte donne in situazioni simili scoprono che durante il parto le energie si concentrano sul corpo e sull’evento stesso, più che sull’ansia.
Può essere utile prepararsi mentalmente, ad esempio imparando tecniche di respirazione lenta e profonda o visualizzazioni calmanti da usare nel travaglio. Anche parlarne con l’équipe ostetrica o con la sua psicologa può aiutarla a costruire un piano di sicurezza personale: sapere che c’è qualcuno pronto a sostenerla riduce notevolmente la paura.
Ricordi che l’obiettivo non è “non avere ansia”, ma sentirsi accompagnata e in grado di affrontarla quando arriva.
Dott.ssa Sara Petroni
è comprensibile che l’avvicinarsi del parto riattivi paure e timori legati all’ansia: il momento del travaglio porta con sé forti sensazioni fisiche e un’intensa carica emotiva, e chi ha vissuto attacchi di panico può temere di non riuscire a gestirli. In realtà, molte donne in situazioni simili scoprono che durante il parto le energie si concentrano sul corpo e sull’evento stesso, più che sull’ansia.
Può essere utile prepararsi mentalmente, ad esempio imparando tecniche di respirazione lenta e profonda o visualizzazioni calmanti da usare nel travaglio. Anche parlarne con l’équipe ostetrica o con la sua psicologa può aiutarla a costruire un piano di sicurezza personale: sapere che c’è qualcuno pronto a sostenerla riduce notevolmente la paura.
Ricordi che l’obiettivo non è “non avere ansia”, ma sentirsi accompagnata e in grado di affrontarla quando arriva.
Dott.ssa Sara Petroni
Gentile
quello che descrive è più comune di quanto pensi: la paura di non riuscire a gestire l’ansia durante il parto può essere molto intensa.
Un piccolo consiglio è iniziare fin da ora a dedicarti a esercizi di respirazione profonda o rilassamento, utili per calmare il corpo nei momenti di maggiore tensione.
Può essere d’aiuto anche parlarne con chi la seguirà durante il parto, così sapranno come sostenerla al meglio. Con un po’ di preparazione e supporto, potrà affrontare quel momento con più fiducia e serenità.
quello che descrive è più comune di quanto pensi: la paura di non riuscire a gestire l’ansia durante il parto può essere molto intensa.
Un piccolo consiglio è iniziare fin da ora a dedicarti a esercizi di respirazione profonda o rilassamento, utili per calmare il corpo nei momenti di maggiore tensione.
Può essere d’aiuto anche parlarne con chi la seguirà durante il parto, così sapranno come sostenerla al meglio. Con un po’ di preparazione e supporto, potrà affrontare quel momento con più fiducia e serenità.
Buongiorno, è un momento delicato della sua vita e deve essere difficile e faticoso sentirsi così. Si rivolga ad un/a psicoterapeuta per approfondire queste difficoltà e paure, per imparare a gestirli e a capirne il significato profondo. Un saluto
Salve, innanzitutto mi sento di consigliarle di parlarne anche con il suo ginecologo/a e l'equipe , in aggiunta le consiglierei un percorso anche breve , anche solo di accompagnamento alla nascita con uno psicologo/ una psicologa perinatale.
Cordialmente la dott.ssa Castaldo
Cordialmente la dott.ssa Castaldo
Buongiorno,
l’avvicinarsi del parto può intensificare l’ansia, soprattutto se si sono già sperimentati attacchi di panico. La paura di “non riuscire a gestire” è comprensibile e condivisa da molte future mamme.
È importante ricordare che durante il travaglio non si è da sole: l’ostetrica e l’équipe presente sostengono sia l’aspetto fisico che quello emotivo.
Per questo può essere utile parlarne in anticipo con l’équipe ostetrica che la seguirà: potranno orientarla verso corsi di preparazione al parto e, se necessario, verso professionisti della salute mentale specializzati nel supporto perinatale, che possano offrirle strumenti concreti per gestire l’ansia nel momento del parto
l’avvicinarsi del parto può intensificare l’ansia, soprattutto se si sono già sperimentati attacchi di panico. La paura di “non riuscire a gestire” è comprensibile e condivisa da molte future mamme.
È importante ricordare che durante il travaglio non si è da sole: l’ostetrica e l’équipe presente sostengono sia l’aspetto fisico che quello emotivo.
Per questo può essere utile parlarne in anticipo con l’équipe ostetrica che la seguirà: potranno orientarla verso corsi di preparazione al parto e, se necessario, verso professionisti della salute mentale specializzati nel supporto perinatale, che possano offrirle strumenti concreti per gestire l’ansia nel momento del parto
Gentile utente, il parto è un momento ricco di emozioni avere ansia o paura è normale e fisiologico. Ma forse quelle che descrive oggi qui a noi è un'espressione della sua ansia anticipatoria che rischia di fare da profezia che si autoavvera. Pertanto credo che possa essere importante per lei esercitarsi a lasciare andare i pensieri, facendo un po di respirazione lenta e diaframmatica (ad esempio), focalizzandosi su pensieri piacevoli. Credo inoltre che potrebbe essere importante che lei si faccia sostenere psicologicamente da un professionista in questo momento così importante della sua vita e nei mesi che verranno. Rimango a sua disposizione dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, mi dispiace molto possa viversela in questo modo. Penso ci siano molti professionisti che la possano aiutare anche solo semplicemente con dei rilassamenti e una buona respirazione che le permetta almeno di vivere meglio il parto. Sicuramente manca poco e non basta un mese ma avrà almeno delle tecniche che potrà utilizzare!
Se ha bisogno io sono disponibile per aiutarla e seguirla in questo mese. è importante anche proseguire dopo il parto perchè saranno giorni stancanti in cui ci si dedica poco a sè, anche se meravigliosi. Intanto congratulazioni e sono qua per qualunque necessità.
Dott.ssa Casumaro Giada
Se ha bisogno io sono disponibile per aiutarla e seguirla in questo mese. è importante anche proseguire dopo il parto perchè saranno giorni stancanti in cui ci si dedica poco a sè, anche se meravigliosi. Intanto congratulazioni e sono qua per qualunque necessità.
Dott.ssa Casumaro Giada
Buongiorno, mi dispiace molto per il momento di difficoltà che sta attraversando. Sicuramente il parto porta con sé molte incognite, per questo credo sia importante provare a raccontare questo suo timore a chi la sta seguendo in questo percorso (es. ginecologa, ostetrica ecc.), così che possano supportarla nel modo migliore. In aggiunta potrebbe valutare di intraprendere un percorso di supporto psicologico per approfondire l'origine dell'ansia e trovare strategie utili per gestirla. Resto a disposizione, Dott.ssa Melania Lattuada
Grazie per aver condiviso le tue paure, è molto importante riconoscere e dare spazio a queste emozioni, soprattutto in un momento delicato come quello che ti aspetta. Tantissime donne vivono ansie o attacchi di panico durante la gravidanza o nell’attesa del parto, e non per questo sono meno forti o meno capaci: le tue emozioni sono normali e comprensibili. È fondamentale darsi il permesso di parlarne con chi ti sta vicino e con i professionisti che ti seguono, così da non sentire di dover affrontare tutto da sola. Imparare alcune tecniche di respirazione consapevole, come inspirare lentamente dal naso e espirare profondamente dalla bocca, aiuta a calmare i pensieri e il corpo nei momenti più difficili. Informarsi sulle procedure e sugli spazi in cui avverrà il parto, magari visitando la sala parto in anticipo, contribuisce a diminuire il senso di ignoto e la paura. Prendersi cura di sé anche dal punto di vista emotivo è un atto di grande forza e responsabilità: ricordati che non sei sola e che chiedere aiuto è un segno di grande consapevolezza.
Salve, è comprensibile provare ansia e timore prima del parto, soprattutto se si hanno già episodi di attacchi di panico. I sintomi che descrive – sbandamenti, sensazione di paura intensa, paura di non riuscire a gestire la situazione – sono comuni in chi soffre di ansia. Ci sono alcune strategie che possono aiutare: tecniche di respirazione e rilassamento, visualizzazioni positive del parto, e un piano condiviso con il personale ostetrico che preveda supporto emotivo durante il travaglio. La preparazione psicologica può fare una grande differenza nel sentirsi più sicura e nel ridurre l’intensità dell’ansia.
Tuttavia, ogni situazione è unica e, vista la vicinanza del parto e la presenza di sintomi significativi, è consigliabile approfondire con uno specialista che possa valutare insieme a lei strategie personalizzate e, se necessario, un supporto mirato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Tuttavia, ogni situazione è unica e, vista la vicinanza del parto e la presenza di sintomi significativi, è consigliabile approfondire con uno specialista che possa valutare insieme a lei strategie personalizzate e, se necessario, un supporto mirato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve,
Capisco bene quanto possa essere spaventante affrontare il parto con ansia e attacchi di panico: è naturale temere di non riuscire a gestire le sensazioni intense. Può essere utile:
Respirare profondamente e fare piccoli esercizi di rilassamento per ridurre tensione e sbandamenti;
Parlare apertamente della sua ansia con il personale medico e avere accanto una persona di fiducia;
Ripetere frasi rassicuranti e concentrarsi sul respiro se compaiono attacchi di panico;
Considerare un supporto psicologico pre-parto, che può aiutare a sentirsi più sicura e preparata.
Se lo desidera, sono disponibile per un colloquio conoscitivo, anche online, per sostenerla in questo periodo delicato.
Dott.ssa Greta Pisano, psicologa e psicoterapeuta
Buonasera, mi dispiace molto che stia attraversando questo periodo così intenso, specialmente in un momento delicato come la fine della gravidanza e l’avvicinarsi del parto. È assolutamente comprensibile che lei provi ansia, sbandamenti e attacchi di panico, e che abbia paura di non riuscire a gestirli in quel momento. Mi piacerebbe chiederle qualche informazione per capire meglio la situazione: da quanto tempo soffre di ansia e attacchi di panico? In quali situazioni specifiche le vengono? Nota dei pensieri o delle sensazioni che li precedono e che potrebbero scatenarli? Con che frequenza e intensità si presentano e quanto influiscono sulla sua vita quotidiana? Ha notato se i sintomi sono peggiorati o comparsi durante la gravidanza? Lei ha scritto di temere di sentirsi morire: succede proprio durante gli attacchi di panico? Quali strategie ha provato per gestirli? Respirazione, distrazione, rilassamento? Da ciò che descrive, sembra che la sua paura di “sentirsi morire” possa essere legata a quella che in psicologia si chiama anxiety sensitivity, cioè la tendenza a temere le sensazioni fisiche dell’ansia (come il cuore che batte forte, il fiato corto, i tremori) perché vengono interpretate come segnali di qualcosa di grave, ad esempio “sto per svenire” o “sto per morire”. È un meccanismo che si autoalimenta: compaiono sintomi fisici dell’ansia, lei li interpreta come pericolosi, l’ansia aumenta ancora di più e questo porta all’attacco di panico. È ciò che viene descritto anche nel cosiddetto circolo di Clark, secondo cui i pensieri catastrofici sulle sensazioni fisiche (come “non respiro bene, sto per morire”) fanno crescere ulteriormente l’ansia e i sintomi, creando un circolo che rinforza l’attacco di panico. Soprattutto in gravidanza, dove i cambiamenti fisici e ormonali sono intensi, è più facile che queste sensazioni vengano percepite come minacciose. Per questo, un supporto psicologico in questo periodo potrebbe esserle davvero utile per imparare a gestire i sintomi e ridurre la paura degli attacchi. Intanto può provare qualche piccolo accorgimento: condividere con il ginecologo e con la struttura in cui partorirà il fatto che soffre d’ansia, così potranno supportarla durante il travaglio; praticare esercizi di respirazione lenta e profonda (inspirare contando fino a 4, trattenere un attimo, espirare contando fino a 6) da usare nei momenti di maggiore tensione; imparare a riconoscere i segnali fisici dell’ansia e ricordarsi che non sono pericolosi, ma solo manifestazioni del corpo sotto stress; preparare una sorta di “protocollo” personale da usare se sente arrivare la paura, una persona di riferimento, una frase rassicurante, un gesto fisico semplice (come posare la mano sulla pancia) che la riporti alla calma. In un momento così importante, prendersi cura anche della sua serenità emotiva è fondamentale. Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare il parto e la maternità con maggiore sicurezza e tranquillità. Dott.ssa Chiara Avelli
Buonasera, purtroppo non ci possono essere "consigli a brucia pelo" funzionali in queste occasioni, l'ansia è piena di contenuti e accezioni molto personali, pertanto, mi sentirei di consigliarle di iniziare un percorso psicologico con uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta che possa aiutarla a capirne le sue motivazioni profonde e a individuare le risorse e le strategie personali che può utilizzare per stare meglio.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Buona sera,
comprendo il periodo delicato che sta vivendo. E' importante che renda partecipi di questa sua situazione anche le figure mediche che la stanno accompagnando, chiedendo loro un consiglio in merito anche ad un eventuale accompagnamento psicologico, così che possano indirizzarla ad un professionista o ad una professionista del territorio.
Cordiali saluti,
dott.ssa Togni
comprendo il periodo delicato che sta vivendo. E' importante che renda partecipi di questa sua situazione anche le figure mediche che la stanno accompagnando, chiedendo loro un consiglio in merito anche ad un eventuale accompagnamento psicologico, così che possano indirizzarla ad un professionista o ad una professionista del territorio.
Cordiali saluti,
dott.ssa Togni
Buongiorno, capisco profondamente la paura che descrive, perché il momento del parto, anche per una donna che non soffre d’ansia, rappresenta una delle esperienze più cariche di emozioni che si possano vivere. Quando si ha già una storia di ansia o di attacchi di panico, l’idea di affrontare un evento così intenso può riattivare il timore di perdere il controllo, di non riuscire a gestire ciò che accadrà, o addirittura di stare male proprio quando sarebbe necessario mantenere calma e lucidità. Tutto questo è umano e comprensibile, e il solo fatto che lei ne parli con consapevolezza è un segnale di forza, non di fragilità. Durante l’attesa del parto è facile che la mente tenda a immaginare scenari catastrofici, concentrandosi su quello che potrebbe andare storto. L’ansia, in questo senso, nasce proprio dal tentativo di voler controllare l’imprevedibile. Ma il parto non è un nemico da affrontare: è un processo che il corpo conosce, anche se la mente lo teme. Provi, quando può, a ricordarsi che la paura non annulla la capacità di affrontare le cose, e che il suo corpo, guidato dalle ostetriche e dai medici, saprà comunque fare ciò per cui è predisposto. Un aiuto concreto può arrivare dal lavorare sull’ascolto del proprio respiro e sul modo in cui si parla mentalmente. Quando arriva la paura, la mente tende a dire “non ce la farò”, “starò male”, “succederà qualcosa di brutto”. In quei momenti può provare, anche solo per pochi secondi, a spostare il pensiero verso qualcosa di più realistico e gentile, come “sto solo provando paura, ma posso restare qui e respirare”, o “questa sensazione passerà, come è già successo altre volte”. Queste frasi non cancellano l’ansia, ma aiutano a ridurre l’intensità del panico e a rimanere presenti. Inoltre, non sottovaluti il valore della condivisione. Parlare apertamente delle sue paure con l’ostetrica o con chi la seguirà al momento del parto può alleggerirla molto. Sapere che il personale sanitario conosce la sua storia e sa cosa può aiutarla le permetterà di sentirsi meno sola e più tutelata. Spesso è proprio la paura di non essere capita o di “impazzire davanti agli altri” a rendere tutto più difficile, ma quando ci si sente accolti e supportati, la mente si rilassa più facilmente. Infine, si conceda la possibilità di non essere perfetta, di poter tremare, piangere o avere paura. L’arrivo di un figlio non richiede coraggio assoluto, ma disponibilità a esserci, anche con le proprie fragilità. Il suo corpo e la sua mente, pur con l’ansia, sapranno trovare un modo per attraversare quel momento. E ogni volta che pensa “non ce la farò”, provi a ricordare tutte le situazioni che in passato le sembravano insuperabili e che invece ha affrontato. Anche questa volta, con il giusto sostegno, riuscirà a farlo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno! È comprensibile che tu abbia paura: il parto è un momento intenso e, se già convivi con ansia o attacchi di panico, le preoccupazioni si amplificano. Ricorda però che il corpo sa cosa fare e che puoi prepararti anche mentalmente.
Può aiutarti esercitarti con la respirazione, visualizzare situazioni calmanti e imparare a riconoscere i segnali iniziali dell’ansia per gestirli prima che crescano.
Parlane anche con il personale sanitario (il tuo ginecologo è informato? cosa ti ha suggerito?), sapere che sarai seguita e compresa riduce molto la paura. E se puoi, valuta un breve supporto psicologico per affrontare con più serenità questo momento importante.
Un saluto. Dott.ssa Mara Di Clemente
Può aiutarti esercitarti con la respirazione, visualizzare situazioni calmanti e imparare a riconoscere i segnali iniziali dell’ansia per gestirli prima che crescano.
Parlane anche con il personale sanitario (il tuo ginecologo è informato? cosa ti ha suggerito?), sapere che sarai seguita e compresa riduce molto la paura. E se puoi, valuta un breve supporto psicologico per affrontare con più serenità questo momento importante.
Un saluto. Dott.ssa Mara Di Clemente
Buongiorno, dare la luce ad una nuova vita è un cambiamento non solo fisico ma anche emotivo.
Ogni persona ha il proprio modo di vivere questo cambiamento, non esiste un metodo giusto e uno sbagliato.
Se volesse approfondire questi stati d'animo, resto a disposizione.
Buona giornata
Dott.ssa Catenacci Silvana
Ogni persona ha il proprio modo di vivere questo cambiamento, non esiste un metodo giusto e uno sbagliato.
Se volesse approfondire questi stati d'animo, resto a disposizione.
Buona giornata
Dott.ssa Catenacci Silvana
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la sua paura: è molto comprensibile che un evento importante come il parto possa generare ansia, soprattutto se ha già vissuto attacchi di panico. Molte donne che soffrono di ansia provano timori simili, e parlarne è già un primo passo importante.
Alcuni punti che possono esserle d’aiuto:
Normalizzare le sensazioni, durante l’ansia o il panico, il corpo manda segnali intensi (tachicardia, respiro più veloce, sbandamento) che possono essere interpretati come pericolo. Ricordarsi che sono reazioni del sistema nervoso e non segnali di “morte” aiuta a ridurre la paura.
Preparare un piano di gestione, prima del parto può essere utile condividere con l’équipe ostetrica il fatto che soffre di ansia. Sapere che qualcuno è informato e pronto a sostenerla può ridurre molto il timore del “perdere il controllo”.
Tecniche di grounding e respirazione, inspirare lentamente dal naso contando fino a 4,
espirare dalla bocca contando fino a 6, ripetere più volte.
Portare l’attenzione su ciò che vede, sente o tocca (es. appoggiare una mano su un oggetto con una texture specifica).
Queste tecniche aiutano a calmare il corpo e riportano la mente al presente.
Prepararsi mentalmente al parto, alcune donne trovano utile partecipare a corsi pre-parto, che permettono di conoscere le fasi del travaglio, le posizioni e il ruolo del respiro. Spesso “sapere cosa succede” riduce l’ansia.
Cambiare dialogo interno, invece di: “E se non riuscissi a gestire l’ansia?”, provi a trasformarlo in: “Posso affrontare un momento alla volta. Ho già superato tante difficoltà e sono supportata.”
Ricordi: l’ansia non impedisce il parto. Può essere un momento intenso, ma lei ha delle risorse che forse oggi non percepisce pienamente.
Se sente che la paura è molto forte o la limita nella quotidianità, potrebbe essere utile un breve percorso psicologico mirato per imparare tecniche di gestione degli attacchi di panico prima del parto.
grazie per aver condiviso la sua paura: è molto comprensibile che un evento importante come il parto possa generare ansia, soprattutto se ha già vissuto attacchi di panico. Molte donne che soffrono di ansia provano timori simili, e parlarne è già un primo passo importante.
Alcuni punti che possono esserle d’aiuto:
Normalizzare le sensazioni, durante l’ansia o il panico, il corpo manda segnali intensi (tachicardia, respiro più veloce, sbandamento) che possono essere interpretati come pericolo. Ricordarsi che sono reazioni del sistema nervoso e non segnali di “morte” aiuta a ridurre la paura.
Preparare un piano di gestione, prima del parto può essere utile condividere con l’équipe ostetrica il fatto che soffre di ansia. Sapere che qualcuno è informato e pronto a sostenerla può ridurre molto il timore del “perdere il controllo”.
Tecniche di grounding e respirazione, inspirare lentamente dal naso contando fino a 4,
espirare dalla bocca contando fino a 6, ripetere più volte.
Portare l’attenzione su ciò che vede, sente o tocca (es. appoggiare una mano su un oggetto con una texture specifica).
Queste tecniche aiutano a calmare il corpo e riportano la mente al presente.
Prepararsi mentalmente al parto, alcune donne trovano utile partecipare a corsi pre-parto, che permettono di conoscere le fasi del travaglio, le posizioni e il ruolo del respiro. Spesso “sapere cosa succede” riduce l’ansia.
Cambiare dialogo interno, invece di: “E se non riuscissi a gestire l’ansia?”, provi a trasformarlo in: “Posso affrontare un momento alla volta. Ho già superato tante difficoltà e sono supportata.”
Ricordi: l’ansia non impedisce il parto. Può essere un momento intenso, ma lei ha delle risorse che forse oggi non percepisce pienamente.
Se sente che la paura è molto forte o la limita nella quotidianità, potrebbe essere utile un breve percorso psicologico mirato per imparare tecniche di gestione degli attacchi di panico prima del parto.
Buongiorno.
È comprensibile che tu ti senta così: l’attesa del parto può amplificare l’ansia, soprattutto se hai già sperimentato attacchi di panico. Non sei sola e non c’è nulla di “sbagliato” in ciò che provi — è la paura di perdere il controllo in un momento molto intenso.
Ti consiglio di parlarne con il ginecologo e con l’ostetrica, spiegando la tua ansia: possono aiutarti a creare un piano per sentirti più sicura durante il travaglio. Inoltre, impara qualche tecnica di respirazione lenta e consapevole, utile sia per il parto che per calmare i sintomi del panico.
Ricorda: non devi essere perfetta, solo presente. Quando arriverà quel momento, sarai accompagnata, sostenuta e più forte di quanto credi. Resto a disposizione su qualunque canale tu voglia.
È comprensibile che tu ti senta così: l’attesa del parto può amplificare l’ansia, soprattutto se hai già sperimentato attacchi di panico. Non sei sola e non c’è nulla di “sbagliato” in ciò che provi — è la paura di perdere il controllo in un momento molto intenso.
Ti consiglio di parlarne con il ginecologo e con l’ostetrica, spiegando la tua ansia: possono aiutarti a creare un piano per sentirti più sicura durante il travaglio. Inoltre, impara qualche tecnica di respirazione lenta e consapevole, utile sia per il parto che per calmare i sintomi del panico.
Ricorda: non devi essere perfetta, solo presente. Quando arriverà quel momento, sarai accompagnata, sostenuta e più forte di quanto credi. Resto a disposizione su qualunque canale tu voglia.
Cara utente,
la cosa più utile da fare per tutelare sè stessa e il bambino/a è comunicare quanto scritto qui anche alla propria equipe medica e all'ostretrica così che possano già da adesso iniziarle a darle supporto: quindi un aiuto sia adesso, nel pre parto, sia durante che dopo. Ci sono differenti modi per poterla aiutare, nel caso anche farmacologico, ma in ogni caso è necessario che venga seguita da qualcuno in ogni fase così da monitorare anche come procedono le cose qualora si scegliesse un modo piuttosto che un altro di gestire la sua ansia e attacchi di panico.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
la cosa più utile da fare per tutelare sè stessa e il bambino/a è comunicare quanto scritto qui anche alla propria equipe medica e all'ostretrica così che possano già da adesso iniziarle a darle supporto: quindi un aiuto sia adesso, nel pre parto, sia durante che dopo. Ci sono differenti modi per poterla aiutare, nel caso anche farmacologico, ma in ogni caso è necessario che venga seguita da qualcuno in ogni fase così da monitorare anche come procedono le cose qualora si scegliesse un modo piuttosto che un altro di gestire la sua ansia e attacchi di panico.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Capisco la Sua paura. L’avvicinarsi del parto può far emergere sensazioni intense e contraddittorie, soprattutto quando si convive con ansia o attacchi di panico. È un momento in cui il corpo si prepara a qualcosa di grande e sconosciuto, e la mente, nel tentativo di controllarlo, può sentirsi sopraffatta.
Non è raro che la paura di “non riuscire a gestirsi” diventi più forte dell’evento stesso. Ma il fatto che Lei riesca a parlarne, a mettere in parole la sua preoccupazione, è già un modo per darle forma e non lasciarla agire da sola.
Ogni parto è un’esperienza unica, e in ognuna di esse c’è spazio per accogliere anche la fragilità. A volte, proprio da lì, nasce la possibilità di sentirsi più presenti e consapevoli in ciò che accade, passo dopo passo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Cabula
Psicologa Psicoterapeuta
Non è raro che la paura di “non riuscire a gestirsi” diventi più forte dell’evento stesso. Ma il fatto che Lei riesca a parlarne, a mettere in parole la sua preoccupazione, è già un modo per darle forma e non lasciarla agire da sola.
Ogni parto è un’esperienza unica, e in ognuna di esse c’è spazio per accogliere anche la fragilità. A volte, proprio da lì, nasce la possibilità di sentirsi più presenti e consapevoli in ciò che accade, passo dopo passo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Cabula
Psicologa Psicoterapeuta
Buongiorno. Da come descrive la situazione, sembra che alla paura “normale” del parto si stia sovrapponendo un meccanismo ansioso che lei conosce già: soffre di ansia, attacchi di panico e sbandamenti, e la mente ha iniziato a puntare il faro proprio su quel momento, come se il parto fosse il luogo in cui tutto potrebbe precipitare.
In ottica cognitivo-comportamentale, non è solo la paura del dolore o dell’ospedale: è soprattutto la paura di “stare male di ansia proprio lì”, di perdere il controllo, di sentirsi morire. I pensieri che traspaiono tra le righe sono del tipo:
«E se mi venisse un attacco durante il parto?»
«Se mi sento sbandare, come faccio a gestirlo?»
«E se mi succede qualcosa davanti a mio figlio?»
Questi pensieri fanno parte della cosiddetta “paura della paura”: non teme solo l’evento (il parto), ma la possibilità che si attivino quelle sensazioni interne che ha già vissuto con il panico e che la sua mente tende ad associare a qualcosa di catastrofico: «sto morendo», «sto per perdere conoscenza», «non ne esco».
In termini CBT è un circolo ansia–anticipazione–conferma che si autoalimenta. Il problema non è solo la situazione futura, ma come viene interpretata.
Un percorso con uno psicologo / psicoterapeuta esperto di disturbi d’ansia e panico, meglio ancora se con esperienza in ambito perinatale potrebbe aiutarla. Un passaggio chiave, in questo senso, è anche condividere con il ginecologo/ostetrica:sapere che in sala parto ci saranno persone informate, pronte a rassicurarla e a darle indicazioni chiare su cosa sta succedendo al suo corpo, riduce già in partenza il senso di solitudine e di “dover gestire tutto da sola”.
In ottica cognitivo-comportamentale, non è solo la paura del dolore o dell’ospedale: è soprattutto la paura di “stare male di ansia proprio lì”, di perdere il controllo, di sentirsi morire. I pensieri che traspaiono tra le righe sono del tipo:
«E se mi venisse un attacco durante il parto?»
«Se mi sento sbandare, come faccio a gestirlo?»
«E se mi succede qualcosa davanti a mio figlio?»
Questi pensieri fanno parte della cosiddetta “paura della paura”: non teme solo l’evento (il parto), ma la possibilità che si attivino quelle sensazioni interne che ha già vissuto con il panico e che la sua mente tende ad associare a qualcosa di catastrofico: «sto morendo», «sto per perdere conoscenza», «non ne esco».
In termini CBT è un circolo ansia–anticipazione–conferma che si autoalimenta. Il problema non è solo la situazione futura, ma come viene interpretata.
Un percorso con uno psicologo / psicoterapeuta esperto di disturbi d’ansia e panico, meglio ancora se con esperienza in ambito perinatale potrebbe aiutarla. Un passaggio chiave, in questo senso, è anche condividere con il ginecologo/ostetrica:sapere che in sala parto ci saranno persone informate, pronte a rassicurarla e a darle indicazioni chiare su cosa sta succedendo al suo corpo, riduce già in partenza il senso di solitudine e di “dover gestire tutto da sola”.
Cara utente,
il momento che stai per attraversare è profondamente delicato: il corpo cambia, l’attesa cresce, e tutto ciò che è rimasto in ombra dentro di te tende ad affiorare con più forza. Ansia, attacchi di panico, sbandamenti… non sono segni di fragilità, ma modi attraverso cui la tua psiche sta cercando di prepararsi a un passaggio enorme, forse il più trasformativo della vita.
La paura che “in quel momento potresti stare male” parla spesso di un bisogno di sicurezza interna, di un timore di perdere il controllo, di non sentirsi abbastanza sostenuta dentro e fuori. Il parto, nella sua intensità, può riattivare vissuti antichi: la paura di essere sola, di non riuscire, di essere sopraffatta. Queste emozioni non vanno negate: meritano di essere riconosciute, accolte, pensate.
Il panico, nella sua forma più profonda, è spesso un grido: “Ho bisogno che qualcuno tenga insieme ciò che ora sento troppo grande”.
E allora più che cercare un “come fare”, può essere utile provare a osservare cosa sta accadendo dentro di te: quale parte teme quel momento? Quale storia emotiva si attiva di fronte a un evento che richiede affidamento, fiducia, apertura?
Un percorso psicologico, anche in questa fase, può offrirti uno spazio per dare nome a queste paure, riconoscerne le radici e permettere al tuo corpo di non portarle da solo. Non si tratta di eliminare l’ansia, ma di creare dentro di te un punto di appoggio più stabile da cui attraversare ciò che verrà.
Ricorda: la paura non dice che non riuscirai; dice che una parte di te avrebbe bisogno di essere accompagnata.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
il momento che stai per attraversare è profondamente delicato: il corpo cambia, l’attesa cresce, e tutto ciò che è rimasto in ombra dentro di te tende ad affiorare con più forza. Ansia, attacchi di panico, sbandamenti… non sono segni di fragilità, ma modi attraverso cui la tua psiche sta cercando di prepararsi a un passaggio enorme, forse il più trasformativo della vita.
La paura che “in quel momento potresti stare male” parla spesso di un bisogno di sicurezza interna, di un timore di perdere il controllo, di non sentirsi abbastanza sostenuta dentro e fuori. Il parto, nella sua intensità, può riattivare vissuti antichi: la paura di essere sola, di non riuscire, di essere sopraffatta. Queste emozioni non vanno negate: meritano di essere riconosciute, accolte, pensate.
Il panico, nella sua forma più profonda, è spesso un grido: “Ho bisogno che qualcuno tenga insieme ciò che ora sento troppo grande”.
E allora più che cercare un “come fare”, può essere utile provare a osservare cosa sta accadendo dentro di te: quale parte teme quel momento? Quale storia emotiva si attiva di fronte a un evento che richiede affidamento, fiducia, apertura?
Un percorso psicologico, anche in questa fase, può offrirti uno spazio per dare nome a queste paure, riconoscerne le radici e permettere al tuo corpo di non portarle da solo. Non si tratta di eliminare l’ansia, ma di creare dentro di te un punto di appoggio più stabile da cui attraversare ciò che verrà.
Ricorda: la paura non dice che non riuscirai; dice che una parte di te avrebbe bisogno di essere accompagnata.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.