Salve dottori sono un ragazzo appassionato di psicologia e tutto ciò mi dà molta serenità leggere e

24 risposte
Salve dottori sono un ragazzo appassionato di psicologia e tutto ciò mi dà molta serenità leggere e applicare consigli di vari professionisti del settore, qualche giorno fa ho letto di come la mente posso creare falsi ricordi e ho approfondito un po’ la questione e mi sono assaliti vari dubbi del tipo e se i ricordi che credo che siano veri sono falsi? E se le nozione che ho acquisite me le ricordassi in modo errato? Logicamente non posso sempre testare la verità dei miei ricordi altrimenti rischierei di cadere in un circolo vizioso e ossessivo quindi mi chiedo come posso sapere se i miei ricordi sono veri? Anche se mi reputo di avere una buona memoria mi ricordo molte cose del mio passato e credo di avere una buona memoria anche a breve termine visto che mi sfugge difficilmente i vari impegni che devo fare grazie dottori per una vostro chiarimento per me molto importante
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, intanto la ringrazio per la riflessione che ha voluto condividere: mostra una curiosità viva e una sensibilità profonda verso il funzionamento della mente. La questione dei falsi ricordi è effettivamente molto affascinante, ma comprendo come possa anche suscitare inquietudine, specialmente quando si inizia a metterne in discussione la natura.

È vero: la nostra memoria non è una registrazione oggettiva della realtà, ma un processo attivo, dinamico, soggetto a interpretazioni, rielaborazioni e – talvolta – a distorsioni. Tuttavia, questo non significa che i nostri ricordi siano "tutti falsi" o inaffidabili. Significa piuttosto che la memoria è influenzabile, proprio come ogni altra funzione umana. È imperfetta, ma in modo del tutto fisiologico e naturale.

Il punto centrale della sua domanda riguarda il bisogno di certezza, ovvero il desiderio di sapere con assoluta sicurezza che ciò che si ricorda sia davvero accaduto così. Questo è un bisogno comprensibile, ma se si alimenta in modo eccessivo può portare a una forma di dubbio ossessivo che, come lei ha intuito, rischia di diventare un pensiero ricorsivo e fonte di disagio. Cercare continuamente conferme diventa allora non uno strumento di chiarezza, ma un meccanismo ansiogeno.

Il fatto che lei abbia una buona memoria e una mente organizzata è un punto di forza, e va valorizzato. Avere consapevolezza che i ricordi non sono fotografie esatte ma interpretazioni, non deve generare diffidenza verso di sé, ma piuttosto aiutarla a coltivare un rapporto più flessibile con il passato, accettando l’idea che esista sempre una parte soggettiva in ciò che ricordiamo. Questa consapevolezza, se ben integrata, non genera ansia, ma libertà.

Se dovesse sentire che questo tipo di pensieri sta diventando troppo presente, o genera in lei disagio ricorrente, parlarne all’interno di un percorso psicoterapeutico può rivelarsi molto utile per ritrovare un equilibrio più sereno tra pensiero critico e fiducia nel proprio vissuto.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

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Dott.ssa Cristina Ciambella
Psicologo, Psicologo clinico
Viterbo
Buongiorno, la memoria umana tende a ricostruire piuttosto che registrare, ed è normale che alcuni dettagli si modifichino nel tempo. Ma questo non significa che non ci si possa fidare della propria esperienza. I ricordi, anche se non sempre precisi, mantengono un valore affettivo e personale che resta autentico. La chiave è accettare che un po’ d’incertezza fa parte della nostra natura. Spero di esserle stata d'aiuto.

Ciao!

È vero, la memoria non è una “fotocopia” della realtà: può essere influenzata da emozioni, contesti e credenze. Avere consapevolezza di questo è già un primo passo importante. L’importante è non farsi travolgere dal bisogno costante di certezza: la fiducia in sé, nel proprio vissuto e nel significato che attribuiamo ai ricordi è ciò che davvero conta.

Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
Dott.ssa Rachele Petrini
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno a te. Intanto ti chiederei in che contesto hai letto l'informazione per cui la mente può creare falsi ricordi. Si tratta di uno studio clinico? Se è solo riportata la parte di uno studio potrebbero mancare dettagli necessari per spiegare tale fenomeno. Quello che invece posso dirti è che i nostri ricordi non sono "fermi". Molti aspetti dei nostri ricordi possono variare perchè siamo anche noi a leggerli in un'ottica diversa. Non cambierà magari la scuola in cui, per fare un esempio ti sei diplomato, ma magari può cambiare il modo in cui ricordi il tuo rapporto con un amico, che, appunto, è stato riletto alla luce delle tue nuove esperienze. Spero di esserti stata utile, un saluto Dott.ssa Rachele Petrini
Dott.ssa Anna Tosi
Psicologo, Psicologo clinico
Caldiero
Buongiorno, la ringrazio per la sua interessante domanda. Come dice lei, la memoria non è un registratore fedele della realtà, ma un processo dinamico. Ogni volta che richiamiamo un ricordo, lo stiamo in qualche modo "ricostruendo" e, in questo processo, possono inserirsi elementi nuovi, suggestioni esterne o interpretazioni personali. Questo significa che esistono ricordi più fedeli alla realtà, ricordi leggermente modificati e altri più massicciamente distorti. Questi ultimi sono più rari, piuttosto è frequente che i nostri ricordi abbiano una base reale e contengano qualche elemento di contorno ricostruito dalla mente. In tal caso, è difficile avere consapevolezza di quale sia questo elemento, a meno che non si usino supporti esterni (fotografie, confronto con altre persone, rilettura di diari o appunti...). Dall'altra parte, volere assolutamente essere certi della veridicità di tutti i nostri ricordi, oltre a essere impossibile, sarebbe anche poco utile. Possiamo piuttosto usare questa conoscenza che abbiamo sulla mente umana, per metterci sempre in discussione, aprendoci alla possibilità dell'errore, ingrediente costitutivo della nostra mente. Spero di aver risposto alla sua domanda. Un saluto. dott.ssa Anna Tosi
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Caro ragazzo,
è davvero bello leggere quanto la psicologia ti appassioni e ti porti serenità: è un interesse prezioso che può aiutare molto nella crescita personale.
La tua riflessione è assolutamente legittima: il tema dei falsi ricordi è complesso e affascinante. La mente umana non funziona come una videocamera che registra tutto in modo oggettivo; i nostri ricordi sono influenzati da emozioni, aspettative, esperienze successive, racconti degli altri, e talvolta anche da desideri inconsci.
Questo significa che sì, può capitare che alcuni ricordi siano distorti o addirittura falsi, senza che ce ne rendiamo conto. Ma non è motivo per dubitare costantemente della nostra memoria: avere qualche ricordo impreciso è parte della normale esperienza umana.

Il problema nasce quando questo dubbio diventa costante e ci porta a mettere in discussione ogni ricordo, ogni percezione. Come hai ben intuito, cercare conferme continue può innescare un circolo vizioso di controllo e ansia, fino a diventare un pensiero ossessivo.

Il fatto che tu senta di avere una buona memoria, sia a breve che a lungo termine, è positivo e ti dà un buon punto di partenza. Tuttavia, quando la mente inizia a rimuginare troppo sul "e se fosse tutto falso?", è importante accoglierlo come un segnale da non ignorare.

Per distinguere tra una sana curiosità e un dubbio che rischia di diventare fonte di disagio, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista, che possa aiutarti a esplorare questi pensieri senza giudizio e con gli strumenti giusti.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
E' importante fare una distinzione tra la consapevolezza che la memoria può talvolta essere fallibile e il bisogno costante di verificarne l’attendibilità. Come tu stesso hai intuito, cercare di testare ogni ricordo o pensiero può trasformarsi in una spirale ossessiva, che rischia di creare ansia più che chiarezza.
In psicologia, si lavora spesso sull'accettazione di un margine di incertezza. Non tutto può essere verificato in modo assoluto, e va bene così: ciò che conta è il significato che quei ricordi hanno per te oggi, il loro valore emotivo, e il modo in cui ti aiutano a costruire la tua identità e a orientarti nel presente.
Grazie per aver condiviso il tuo interesse per la psicologia e le riflessioni che ne sono nate.
Ci racconti che ti stai confrontando con una nuova possibilità: che quello che hai sempre ritenuto vero – i tuoi ricordi– possa non essere esattamente come credevi. E’ comprensibile che generi disorientamento!
Mi viene da chiederti: quando un ricordo, per te, diventa “vero”? È più importante che sia esatto nei dettagli, o che abbia avuto un certo significato, un certo effetto nella tua vita?
Forse non sempre serve sapere con certezza se un ricordo è accaduto esattamente come lo ricordiamo: può essere più utile osservare che ruolo ha avuto nella nostra storia personale, come ci ha portati a vedere noi stessi, gli altri, il mondo.
Dici anche: "logicamente non posso sempre testare la verità dei miei ricordi altrimenti rischierei di cadere in un circolo vizioso". Mi sembra che dicendo così tu abbia già individuato un equilibrio a cui tendere. Che cosa rende per te un pensiero sufficientemente credibile in modo da non doverlo più mettere più alla prova?
Può essere interessante anche riflettere sul fatto che senti di avere una buona memoria, di ricordare bene impegni e dettagli. In che modo ti affidi a questa tua capacità? In che momenti ti è utile? E che effetto ha su di te sentirsi una persona che “si ricorda”?
Sono consapevole di aver risposto alla tua domanda con altre domande. Spero che siano per te uno spunto per ampliare ulteriormente i tuoi interessi e la tua curiosità sul mondo della psicologia!
Buongiorno..
è bello che lei si interessi alla psicologia! Riguardo alla memoria è bene sapere che questa non è una registrazione oggettiva dei fatti ma è sempre un processo ricostruttivo e soggettivo. Quando accediamo a memorie del passato non stiamo riavvolgendo il nastro come in un film, ma stiamo ricostruendo l'esperienza in base a tanti fattori diversi come il contesto, le emozioni provate, i racconti degli altri, le nostre convinzioni attuali e di quel momento. Questo non vuol dire che i nostri ricordi sono falsi, ma può esserci un certo grado di imperfezione che fa parte della condizione umana.
spero di aver risposto alla sua domanda!
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico che le sarà più utile che non leggere libri di auto aiuto. Cordiali saluti.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, quello che descrive è un dubbio comprensibile, soprattutto per chi, come lei, ha un forte interesse per la psicologia. È vero: la mente umana può generare ricordi distorti o persino falsi, ma questo non significa che non possiamo fidarci della nostra memoria. La memoria non è come una registrazione oggettiva, ma più simile a una ricostruzione: ogni volta che ricordiamo qualcosa, lo facciamo alla luce delle nostre emozioni, esperienze e convinzioni attuali.
Il fatto che lei abbia una buona memoria e riesca a gestire gli impegni quotidiani con efficacia è un segnale positivo di stabilità e funzionalità cognitiva. I ricordi possono contenere piccole imprecisioni senza perdere il loro valore. Non è necessario, né possibile, verificare ogni dettaglio: farlo porterebbe, come ha giustamente intuito, a un pensiero ossessivo che anziché dare sicurezza, la confonderebbe di più.
Il punto non è avere ricordi perfetti, ma avere fiducia nel proprio senso di continuità, nella coerenza della propria esperienza. I ricordi servono soprattutto a dare significato al nostro vissuto, più che a fornire una verità assoluta. Il suo interesse per questi temi mostra che ha una mente riflessiva e attenta: continui a coltivarla, senza pretendere la perfezione. In psicologia, anche le incertezze possono diventare strumenti di crescita, se gestite con equilibrio.
La invito a rivolgersi direttamente ad uno psicoterapeuta al fine di fugare ogni dubbio.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Eugenia Alessio
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
salve, si esistono falsi ricordi e fanno parte di noi esseri umani ma ci sono da premettere alcuni aspetti e fattori importanti. Intanto, ci sono da escludere tutte le patologie neurobiologiche che per loro natura possono alterare, modificare o creare ricordi non esattamente veritieri. Inoltre, c'è da tenere in considerazione che molti falsi ricordi spesso possono far riferimento ad eventi remoti e che i falsi ricordi si creano per specifici motivi legati per esempio a stress, trauma o esposizione ripetuta di informazioni inaccurate. Inoltre, ci tengo a specificare che non sono delle mere bugie ma il modo in cui la nostra memoria cerca di colmare alcune lacune o di adattarsi a nuove informazioni. Spero di averle chiarito il suo dubbio in merito a questo ambito. Un saluto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Salve, è normale porsi dubbi sui ricordi, soprattutto quando si approfondiscono temi come la memoria e la sua fallibilità. Invece di cercare una “verità assoluta” dei ricordi, può essere utile osservare quali ricordi ti supportano nella vita e quali invece ti creano disagio o confusione. Se ti accorgi di cadere in pensieri ripetitivi o dubbi ossessivi, prova a spostare l’attenzione su cosa puoi fare ora per stare meglio, piuttosto che su cosa sia realmente accaduto. A volte accettare che la memoria non è perfetta ci libera dall’ansia di doverla controllare.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Virginia Banfi
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Buongiorno,
confermo l'esistenza dei falsi ricordi che possono essere totalmente inventati o la modifica di ricordi reali. I falsi ricordi si formano per cause organiche, psicologiche o sociologiche. Siamo molto influenzati dai racconti di parenti e amici nel costruirci ricordi di momenti in cui non eravamo presenti, soprattutto prima dei 3 anni di età. Ciò, però, non modifica l'importanza e le sensazioni emotive che tali ricordi evocano. La memoria e i ricordi, anche se alle volte falsi, aiutano nella costruzione della nostra identità.
Posso comprendere che aver scoperto questo aspetto possa creare dubbi e incertezze, ma non è un fenomeno massiccio e non cambia la persona che sei.
Spero di essere stata utile!
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, la domanda che pone è molto interessante. Capisco bene la Sua preoccupazione: quando si scopre che la mente può creare ricordi distorti o falsi, è naturale iniziare a mettere in dubbio anche le proprie esperienze e, in casi estremi, la propria persona. Tuttavia, il problema non sta tanto nel fatto che qualche ricordo possa non essere perfettamente accurato — questo accade a tutti — quanto nel peso che Lei sta dando a questi dubbi.

Quello che descrive sembra diventare un pensiero ricorrente, quasi un controllo mentale continuo, e questo può alimentare ansia e innescare un circolo vizioso: più si cerca di avere conferme assolute, più si resta intrappolati nel dubbio.

Potrebbe essere utile nel suo caso affrontare questo tema in un percorso psicologico, dove potremo capire da dove nasce questo bisogno di certezza e lavorare su strategie per gestire l’ansia senza restare bloccati nei controlli e nelle verifiche mentali.

Se vuole, può contattarmi: in un colloquio potremo approfondire la Sua esperienza e aiutarLa a ritrovare fiducia nei Suoi ricordi e serenità nei pensieri.

Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, comprendo perfettamente il tuo dilemma. L'interesse per la psicologia può a volte creare questi paradossi: più sappiamo su come funziona la mente, più dubitiamo delle nostre stesse esperienze mentali. Quello che descrivi - dubitare dell'affidabilità dei propri ricordi dopo aver letto sui falsi ricordi - è più comune di quanto pensi.

La realtà sui ricordi. È vero che la memoria è ricostruttiva e può contenere imprecisioni, ma questo non significa che tutti i tuoi ricordi siano falsi o inaffidabili. La maggior parte dei ricordi mantiene una sostanza veridica, anche se alcuni dettagli possono variare. I ricordi completamente inventati sono relativamente rari e di solito legati a traumi o suggestione specifica.

Il paradosso della conoscenza. Quando apprendiamo che la memoria può ingannarci, possiamo cadere in quello che i filosofi chiamano "scetticismo ipercritico": dubitare di tutto al punto da paralizzarci. Ma se la tua memoria fosse davvero così inaffidabile, come avresti potuto imparare e ricordare tutte le nozioni psicologiche che ti interessano?

Indicatori di memoria funzionale. Il fatto che ricordi i tuoi impegni, che hai una buona memoria a breve termine e che riesci a richiamare molti eventi del passato suggerisce che la tua memoria funziona normalmente. Una memoria gravemente compromessa si manifesterebbe con problemi evidenti nella vita quotidiana.

Come gestire il dubbio. Hai ragione quando dici che testare continuamente i ricordi creerebbe un circolo ossessivo. La strategia più sana è accettare un margine di incertezza normale. Non possiamo avere certezza assoluta su tutto, ma possiamo fidarci del funzionamento generale della nostra memoria.

Una prospettiva pratica. Invece di chiederti "questo ricordo è completamente accurato?", chiediti "questo ricordo mi è utile per funzionare nella vita quotidiana?". La memoria serve principalmente a guidarci nelle decisioni e relazioni presenti, non a essere un registratore perfetto.

Quando preoccuparsi. Se questi dubbi sui ricordi iniziano a interferire significativamente con la tua vita quotidiana, le relazioni o gli studi, potrebbe essere utile una valutazione per escludere pensieri ossessivi.

Il tuo interesse per la psicologia è prezioso, ma ricorda di applicare la conoscenza in modo equilibrato. Se questi dubbi persistono o si intensificano, ti invito a contattarmi per una valutazione più approfondita dove possiamo esplorare insieme strategie per gestire l'incertezza senza cadere nel dubbio patologico.

La tua curiosità intellettuale è un punto di forza: l'importante è non lasciare che diventi fonte di ansia.
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buonasera, parto da un normale processio neurofisiologico nel dire che la nostra mente, per sua natura, crea delle ricostruzioni laddove il ricordo non è perfetto, ricostruisce per coerenza interna un ricordo perchè abbia un senso per noi. La mente ...mente e cio è tanto piu vero quando ci approcciamo alle testimonianze nei processi penali dove persone presenti al medesimo momento ricordano una realtà differente.
Occorre accettare che la nostra mente non sia sempre coerente con la realtà ma la centratura sulla realtà puo essere incrementata attraverso processi di attenzione focalizzata come si attualizza nelle pratiche minfulness che per definzione è "prestare attenzione in modo intenzionale al momento presente senza giudizio". Le pratiche mindfulness aiutano a mantenere una migliore consapevolezza degli eventi esterni ( cio che accade nella realtà) e interni ( sensazioni, emozioni e pensieri) e avere una presenza mentale nel qui ed ora ( si tratta di processi cognitivi di livello superiore)
Buongiorno la ringrazio per la domanda.
Partirei innanzi dal dirle che la veridicità dei ricordi è un'esperienza puramente soggettiva e che il nodo della questione non sia tanto comprendere se il ricordo sia vero o meno quanto il significato che lei dà a quel ricordo.
Il solo fatto di ricordare un determinato evento è di per sé già significato e dovrebbe portarla a comprenderne il suo senso più profondo.
Testare la veridicità dei ricordi sarebbe sicuramente impossibile anche a fronte delle innumerevoli informazioni che conserviamo nella nostra memoria e che forse, a lungo andare, non la porterebbero a molto.
Grazie
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che hai letto è corretto: la memoria non è una registrazione perfetta come quella di una videocamera, ma un processo attivo, che può subire distorsioni. Tutti, senza eccezione, ricostruiamo i ricordi ogni volta che li richiamiamo, ed è normale che con il tempo si modifichino o che alcuni dettagli vengano confusi.

Questo però non significa che i tuoi ricordi siano “falsi” nel senso di inventati o inutili. La memoria funziona in modo pratico: ti permette di orientarti nella vita, di ricordare esperienze importanti, di conservare ciò che ha valore per te. Se tu hai una buona capacità di ricordare gli impegni, le esperienze del passato e i dettagli quotidiani, significa che la tua memoria funziona bene per ciò che serve davvero.

Se ti mettessi a verificare continuamente ogni ricordo rischieresti, come tu stesso intuisci, di cadere in un circolo ossessivo che ti toglierebbe serenità. La domanda “è vero o falso?” non ha una risposta assoluta: conta di più la coerenza generale, il significato che dai alle esperienze, la fiducia nella tua capacità di orientarti.

In altre parole, i ricordi non sono mai copie perfette, ma questo non li rende meno autentici né meno utili. Se per te oggi funzionano, se ti permettono di vivere, programmare e conservare ciò che conta, allora puoi fidarti della tua memoria senza bisogno di verificarla continuamente.

Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Salve,
capisco bene i suoi dubbi: è vero che la memoria non funziona come una “fotografia” perfetta e può talvolta distorcere ricordi o dettagli. Questo, però, non significa che non ci si possa fidare della propria memoria. La maggior parte dei ricordi quotidiani resta sufficientemente stabile e affidabile per orientarsi nella vita, studiare, lavorare e mantenere relazioni.

Il punto è distinguere tra la curiosità di approfondire un tema affascinante, come quello dei falsi ricordi, e la preoccupazione ossessiva che può nascere se si cerca continuamente di verificare la veridicità di ogni pensiero o ricordo. Quando questo dubbio diventa costante e crea ansia, il problema non è più la memoria in sé, ma l’ansia che la mente costruisce intorno ad essa.

Può essere utile allenarsi a “lasciar andare” i ricordi che non si possono controllare del tutto, e a fidarsi della propria capacità di vivere il presente. Se nota che questi pensieri diventano troppo frequenti o invasivi, un percorso di sostegno psicologico può aiutarla a gestirli con più serenità.
Dott.ssa Silvia Montalto
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Caro utente, comprendo il tuo turbamento di fronte a questa realizzazione. I ricordi però soprattutto raccontano di come abbiamo vissuto e sentito le esperienze, di come le abbiamo registrate dentro di noi, non solo di ciò che è accaduto in modo oggettivo. Più che cercare la conferma assoluta di un ricordo quindi, può essere utile eventualmente ascoltare il significato che quei ricordi hanno per te oggi. Spero di esserti stata utile con queste poche righe, ti auguro una buona giornata e buone letture! SM
Gentile utente,
grazie per la sua riflessione. La memoria umana è complessa: è normale che alcuni ricordi possano essere parziali o influenzati da informazioni successive. Questo non significa che tutti i ricordi siano falsi, ma che la mente li ricostruisce attivamente ogni volta che li richiami.

Ogni esperienza che viviamo attiva diverse aree cerebrali (percorsi sinaptici, corteccia entorinale laterale, ippocampo) che immagazzinano le informazioni nella memoria episodica. La plasticità del cervello può far “confondere” frammenti di eventi, mescolando ricordi di momenti diversi, ma questo non significa che la vita vissuta non sia reale. I suoi ricordi sono suoi: forse non sempre perfetti nei dettagli, ma l’esperienza che ha vissuto è autentica.
Dott.ssa Benedetta Marra
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Ciao! La tua domanda è molto interessante.
Ciò che dici è vero cioè che la mente crea falsi ricordi, e in realtà ogni volta che recuperiamo un ricordo modifichiamo dei dettagli e di conseguenza l'essenza del ricordo. In punto è che NON ESISTONO RICORDI VERI, perché ogni esperienza è filtrata dalla nostra percezione: per fare un esempio banale, recuperare un episodio in un momento particolarmente gioioso mi farà mettere in evidenza gli aspetti felici di quel ricordo, viceversa se ripenso all'episodio in un momento triste. Il tuo ricordo non è più vero in un caso rispetto all'altro, piuttosto è come prendere un oggetto e illuminarlo da punti di vista diversi: l'oggetto resta il medesimo, ma quello che noi percepiamo cambia a seconda dell'angolazione della luce e dalla sua intensità.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
la sua riflessione è molto interessante e dimostra una mente attenta e curiosa. In effetti, la psicologia ha dimostrato che la memoria non è un “archivio fotografico”, ma un processo dinamico: ogni volta che ricordiamo, la mente ricostruisce l’esperienza, intrecciando emozioni, contesto e significato. È quindi possibile che i ricordi cambino nel tempo, ma questo non significa che siano “falsi”, bensì che sono adattati alla prospettiva con cui oggi guardiamo la nostra storia.

È naturale, quando si approfondiscono questi temi, che sorgano dubbi e domande come quelle che riporta. Tuttavia, cercare una certezza assoluta sulla veridicità dei ricordi può facilmente diventare un pensiero circolare e ansiogeno. In realtà, ciò che conta non è la precisione perfetta del ricordo, ma il valore emotivo e personale che esso ha per lei.

Può provare a spostare l’attenzione dal “quanto è vero” al “che cosa significa per me”: in questo modo il ricordo diventa un’occasione di consapevolezza, non una fonte di paura.

Dott.ssa Sara Petroni

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