Salve dottori..sono fidanzata da quasi due anni, lui però ha circa 22 anni di differenza di età, io
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Salve dottori..sono fidanzata da quasi due anni, lui però ha circa 22 anni di differenza di età, io ne ho 26, mi capita spesso purtroppo di avere paranoie e pensieri che a volte non riesco a togliere o a fregarmene..in particolare riguardo ad esempio il fatto che lui possa guardare video per adulti (anche se so che molto probabilmente non ne fa "uso" se non qualche volta successo con me), non so perché, forse per un problema mio? E poi mi capita pensando che lui possa scrivere ad altre sui social, come successo una volta purtroppo, dove avevo scoperto, tra l'altro insieme a lui, che avesse scritto, anche se un semplice "ciao" a una ragazza che si metteva in mostra sui social..da lì forse ho sempre questa paura tant'è che a lui faccio sempre delle battute anche quando non risponde a messaggi dove poco prima mi stava rispondendo quasi subito, gli faccio battute tipo se stava parlando con altre..cosa che a me dispiace anche perché so che non è bello.. Già dall'inizio io ho sempre avuto un pò di paure riguardo queste cose, pensando che magari lui volesse altro e non fosse una cosa seria, quindi mi mettevo sempre sulla difensiva..Però volevo sapere/chiedervi cosa posso fare..come posso togliermi o cercare di risolvere questi pensieri, ma più magari per una cosa mia, per cercare di non attaccare lui e per cercare di non star male io..
Buonasera,le insicurezze e i pensieri ricorrenti che descrive sembrano procurarle molta sofferenza e incidere sulla qualità della relazione. In questi casi può essere molto utile intraprendere un percorso con uno psicologo psicoterapeuta, meglio se con un approccio umanistico o integrato, che possa aiutarla a esplorare le origini di queste paure e a sviluppare strumenti per gestirle. Tecniche come la mindfulness o l’EMDR, ad esempio, possono essere molto efficaci nella regolazione emotiva e nel lavoro su vissuti passati.
Il primo passo è prendersi cura di sé, e cercare supporto non è mai un segno di debolezza, ma di consapevolezza. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Il primo passo è prendersi cura di sé, e cercare supporto non è mai un segno di debolezza, ma di consapevolezza. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Buon pomeriggio,
Ho letto la sua storia e comprendo la difficoltà che sta riscontrando e la situazione che le risulta complessa da gestire.
All’interno di una relazione non è sempre semplice avere fiducia nel nostro partner, soprattutto se in passato abbiamo avuto esperienze simili che ci hanno segnato fortemente.
Da quello che lei descrive, noto la paura di perderlo, normalissima per ogni rapporto.
A mio parere, non deve sentirsi in colpa di questi pensieri o di queste ansie.
Ciò che mi sento di consigliarle e di parlarne con lui e capire cosa effettivamente cerca in lei, se ha desideri esterni o se ha occhi soltanto per lei.
Nel caso in cui il suo compagno non voglia una relazione esclusivamente con lei, dovrà prendere una decisione e capire se è giusto per lei restargli accanto.
Per qualsiasi cosa, se ha voglia di parlarne, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Ho letto la sua storia e comprendo la difficoltà che sta riscontrando e la situazione che le risulta complessa da gestire.
All’interno di una relazione non è sempre semplice avere fiducia nel nostro partner, soprattutto se in passato abbiamo avuto esperienze simili che ci hanno segnato fortemente.
Da quello che lei descrive, noto la paura di perderlo, normalissima per ogni rapporto.
A mio parere, non deve sentirsi in colpa di questi pensieri o di queste ansie.
Ciò che mi sento di consigliarle e di parlarne con lui e capire cosa effettivamente cerca in lei, se ha desideri esterni o se ha occhi soltanto per lei.
Nel caso in cui il suo compagno non voglia una relazione esclusivamente con lei, dovrà prendere una decisione e capire se è giusto per lei restargli accanto.
Per qualsiasi cosa, se ha voglia di parlarne, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Salve, da ciò che racconta sembra che questi pensieri e timori l’accompagnino fin dall’inizio della relazione, e che in certi momenti diventino così forti da influenzare il modo in cui si rapporta al suo compagno. Quando si è vissuto un episodio che ha fatto nascere dubbi o insicurezze, è naturale che la mente resti “in allerta” e che anche piccoli comportamenti vengano interpretati come segnali di possibile pericolo.
Il problema è che questo meccanismo, pur avendo lo scopo di proteggerla, può finire per logorare il rapporto e il suo benessere emotivo. Lavorare su di sé in questi casi significa imparare a distinguere ciò che nasce da fatti reali da ciò che è alimentato da paure interne, e cercare strumenti per gestire i momenti in cui i pensieri diventano insistenti.
Può aiutarla fermarsi un attimo prima di fare commenti o battute, chiedendosi se sta reagendo a una paura più che a un fatto concreto; condividere le sue insicurezze in momenti di calma, spiegando cosa prova senza muovere accuse; coltivare spazi e attività personali che rafforzino la fiducia in sé stessa. Se percepisce che queste paure restano molto forti e difficili da gestire, valutare un confronto con un professionista potrebbe essere un passo utile: non per “curare” la relazione, ma per comprendere meglio le proprie emozioni e trovare modi per viverle senza che diventino un peso costante.
Un caro saluto
Il problema è che questo meccanismo, pur avendo lo scopo di proteggerla, può finire per logorare il rapporto e il suo benessere emotivo. Lavorare su di sé in questi casi significa imparare a distinguere ciò che nasce da fatti reali da ciò che è alimentato da paure interne, e cercare strumenti per gestire i momenti in cui i pensieri diventano insistenti.
Può aiutarla fermarsi un attimo prima di fare commenti o battute, chiedendosi se sta reagendo a una paura più che a un fatto concreto; condividere le sue insicurezze in momenti di calma, spiegando cosa prova senza muovere accuse; coltivare spazi e attività personali che rafforzino la fiducia in sé stessa. Se percepisce che queste paure restano molto forti e difficili da gestire, valutare un confronto con un professionista potrebbe essere un passo utile: non per “curare” la relazione, ma per comprendere meglio le proprie emozioni e trovare modi per viverle senza che diventino un peso costante.
Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Da quello che racconta sembra che ci sia da parte Sua una difficoltà a fidarsi del Suo partner. Ha avuto modo di parlare con lui di queste Sue preoccupazioni?
Parlare con il proprio partner di ciò che ci preoccupa, di ciò che ci ha turbati o in qualche modo ci ha fatto provare disagio è fondamentale, perché dà spazio ad uno scambio che può aiutarci a capire il punto di vista dell'altro, conoscersi meglio e risolvere insieme le problematiche - anche fisiologiche - che possono presentarsi nel corso di una relazione.
Se sente il bisogno di approfondire questi aspetti per fare maggiore chiarezza dentro di sé e affrontare altrettanto lucidamente la situazione, sono a Sua disposizione per aiutarLa.
Parlare con il proprio partner di ciò che ci preoccupa, di ciò che ci ha turbati o in qualche modo ci ha fatto provare disagio è fondamentale, perché dà spazio ad uno scambio che può aiutarci a capire il punto di vista dell'altro, conoscersi meglio e risolvere insieme le problematiche - anche fisiologiche - che possono presentarsi nel corso di una relazione.
Se sente il bisogno di approfondire questi aspetti per fare maggiore chiarezza dentro di sé e affrontare altrettanto lucidamente la situazione, sono a Sua disposizione per aiutarLa.
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Buongiorno gentile Utente, comprendo bene quanto questi pensieri e timori possano pesare nella sua quotidianità e nella relazione. Le sensazioni che descrive (il bisogno di controllare, le battute legate a possibili comportamenti del partner, la paura che lui possa desiderare altro) sembrano avere radici in una forma di insicurezza relazionale che spesso non dipende soltanto dal presente, ma può essere influenzata da esperienze passate, da aspettative e da timori profondi legati alla possibilità di essere feriti o abbandonati.
Il fatto che un episodio specifico, come il messaggio scoperto in passato, abbia rafforzato queste paure è comprensibile: quando un evento conferma un nostro timore, la mente tende a “sorvegliarlo” costantemente per proteggersi, ma questo meccanismo, col tempo, rischia di alimentare ansia e diffidenza.
L’obiettivo non è tanto eliminare del tutto i pensieri (cosa che raramente si può ottenere con uno sforzo di sola volontà) ma imparare a riconoscerli come tali, senza agire sempre in base ad essi. Questo richiede spesso un lavoro di consapevolezza personale, di gestione dell’ansia e di rinforzo dell’autostima, così da ridurre il bisogno di controllo e la paura del tradimento. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a comprendere meglio l’origine di queste insicurezze e a sviluppare modalità più serene di vivere la relazione, basate sulla fiducia e non sulla sorveglianza.
Nel frattempo, può essere utile condividere con il suo partner, in momenti di calma e senza accuse, ciò che prova, esprimendo i bisogni emotivi che stanno dietro le sue paure. Un dialogo aperto e rispettoso può creare un terreno più solido per la fiducia reciproca.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Il fatto che un episodio specifico, come il messaggio scoperto in passato, abbia rafforzato queste paure è comprensibile: quando un evento conferma un nostro timore, la mente tende a “sorvegliarlo” costantemente per proteggersi, ma questo meccanismo, col tempo, rischia di alimentare ansia e diffidenza.
L’obiettivo non è tanto eliminare del tutto i pensieri (cosa che raramente si può ottenere con uno sforzo di sola volontà) ma imparare a riconoscerli come tali, senza agire sempre in base ad essi. Questo richiede spesso un lavoro di consapevolezza personale, di gestione dell’ansia e di rinforzo dell’autostima, così da ridurre il bisogno di controllo e la paura del tradimento. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a comprendere meglio l’origine di queste insicurezze e a sviluppare modalità più serene di vivere la relazione, basate sulla fiducia e non sulla sorveglianza.
Nel frattempo, può essere utile condividere con il suo partner, in momenti di calma e senza accuse, ciò che prova, esprimendo i bisogni emotivi che stanno dietro le sue paure. Un dialogo aperto e rispettoso può creare un terreno più solido per la fiducia reciproca.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve,
le paure e i pensieri ricorrenti che descrive sono comprensibili, soprattutto quando si ha a che fare con situazioni che mettono in gioco la fiducia e la sicurezza nella relazione. Questi sentimenti, se non gestiti, possono diventare fonte di sofferenza sia per lei che per il partner.
Spesso dietro a questi pensieri ci sono insicurezze personali o difficoltà nel gestire l’ansia legata all’incertezza. Un percorso di supporto può aiutarla a comprendere meglio le radici di questi timori e a sviluppare strategie per gestirli in modo più sereno, migliorando la comunicazione e la fiducia nella coppia.
Se lo desidera, sono a disposizione per accompagnarla in questo percorso di crescita personale e di coppia.
Saluti
Dott.ssa Ferraro Silvia
le paure e i pensieri ricorrenti che descrive sono comprensibili, soprattutto quando si ha a che fare con situazioni che mettono in gioco la fiducia e la sicurezza nella relazione. Questi sentimenti, se non gestiti, possono diventare fonte di sofferenza sia per lei che per il partner.
Spesso dietro a questi pensieri ci sono insicurezze personali o difficoltà nel gestire l’ansia legata all’incertezza. Un percorso di supporto può aiutarla a comprendere meglio le radici di questi timori e a sviluppare strategie per gestirli in modo più sereno, migliorando la comunicazione e la fiducia nella coppia.
Se lo desidera, sono a disposizione per accompagnarla in questo percorso di crescita personale e di coppia.
Saluti
Dott.ssa Ferraro Silvia
Gentile Utente,
quello che sta descrivendo racconta un vissuto di insicurezza e di timore di perdere qualcosa a cui tiene molto. Le sue "paranoie", come le chiama, non sono capricci o gelosie immotivate: sembrano piuttosto segnali di una parte di lei che ha bisogno di sentirsi rassicurata, protetta e sicura nella relazione.
Capisco che questi pensieri possano diventare ingombranti e a volte prendere il sopravvento. Questo può succedere quando dentro di noi si accende una paura, in questo caso, forse la paura che l’altro possa non essere completamente presente o affidabile, e quella paura cerca conferme o prove per sentirsi al sicuro.
Non si tratta di smettere di avere questi pensieri: servono invece comprensione e ascolto verso di sé, per capire da dove nascono queste insicurezze e che bisogno profondo stanno cercando di comunicare.
La invito a riflettere sulla possibilità di iniziare un percorso di terapia personale. Non per “curare” qualcosa di sbagliato, ma per aiutarla a rafforzare la fiducia in sé e nella relazione.
Le auguro buone cose
quello che sta descrivendo racconta un vissuto di insicurezza e di timore di perdere qualcosa a cui tiene molto. Le sue "paranoie", come le chiama, non sono capricci o gelosie immotivate: sembrano piuttosto segnali di una parte di lei che ha bisogno di sentirsi rassicurata, protetta e sicura nella relazione.
Capisco che questi pensieri possano diventare ingombranti e a volte prendere il sopravvento. Questo può succedere quando dentro di noi si accende una paura, in questo caso, forse la paura che l’altro possa non essere completamente presente o affidabile, e quella paura cerca conferme o prove per sentirsi al sicuro.
Non si tratta di smettere di avere questi pensieri: servono invece comprensione e ascolto verso di sé, per capire da dove nascono queste insicurezze e che bisogno profondo stanno cercando di comunicare.
La invito a riflettere sulla possibilità di iniziare un percorso di terapia personale. Non per “curare” qualcosa di sbagliato, ma per aiutarla a rafforzare la fiducia in sé e nella relazione.
Le auguro buone cose
Salve, quello che descrive sembra essere un insieme di pensieri intrusivi e timori legati alla fiducia nella relazione, che finiscono per generare ansia e comportamenti di controllo o battute che, sebbene mosse dal bisogno di rassicurazione, rischiano di alimentare tensione tra voi. È comprensibile che un episodio del passato, come il messaggio scoperto insieme a lui, abbia lasciato un segno e possa aver rafforzato l’idea che situazioni simili possano ripetersi. Allo stesso tempo, noto come lei stessa riconosca che queste reazioni non sempre sono proporzionate a quello che realmente accade, e che il loro effetto principale è farla stare male e metterla in uno stato di allerta costante. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, uno degli aspetti centrali su cui lavorare è imparare a distinguere i fatti dai pensieri. Un fatto è qualcosa di oggettivamente osservabile, mentre un pensiero è un’interpretazione, spesso influenzata da esperienze precedenti, paure personali o insicurezze. In questo senso, può essere utile allenarsi a fermarsi un momento prima di trarre conclusioni, chiedendosi quali prove reali sostengono l’ipotesi negativa che le viene in mente e se esistono interpretazioni alternative più equilibrate. Un altro elemento importante riguarda il circolo vizioso della rassicurazione. Quando un pensiero la preoccupa, cercare conferme dal partner può dare un sollievo momentaneo, ma a lungo andare mantiene viva la paura, perché il cervello si abitua a dover “verificare” per sentirsi sicuro. Rompere questo meccanismo significa tollerare un po’ di incertezza e sperimentare che la relazione può rimanere solida anche senza controlli continui o battute sospettose. Infine, vale la pena riflettere sul ruolo che la differenza di età può avere nei suoi pensieri. A volte, in modo implicito, si teme di non essere abbastanza o che l’altro possa desiderare qualcosa di diverso. Queste sensazioni possono essere affrontate lavorando sull’autostima e sul senso di sicurezza personale, in modo da non legare il proprio valore solo alle conferme del partner. Non si tratta di cambiare dall’oggi al domani, ma di costruire gradualmente una modalità di pensiero più equilibrata e una gestione delle emozioni che le permetta di vivere la relazione con maggiore serenità, riducendo la pressione interna e quella percepita dal partner. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, TI ringrazio per aver condiviso con me questa situazione che comprendo ti stia causando molto disagio.
Quello che mi descrivi è un pattern di pensieri intrusivi e comportamenti di controllo che nascono da una profonda insicurezza relazionale, probabilmente amplificata dalla differenza d'età significativa nella vostra coppia. È importante che tu riconosca già di voler lavorare su se stessa piuttosto che cercare di cambiare il partner, questo dimostra una buona consapevolezza.
I tuoi "pensieri paranoici", come li definisci, sembrano seguire un ciclo tipico dell'ansia da attaccamento: un trigger scatenante (come il messaggio alla ragazza sui social) ha creato un'ipervigilanza che ora interpreta ogni comportamento attraverso la lente della minaccia. La differenza d'età può aver accentuato una sensazione di inadeguatezza o di competizione con altre donne, alimentando ulteriormente questi timori.
Strategie pratiche immediate che puoi seguire
1. Tecnica dello "STOP": Quando arriva il pensiero intrusivo, fermati fisicamente e pensa a dirti"STOP" mentalmente. Poi concentrati su 5 cose che vedi, 4 che senti, 3 che tocchi.
2. Diario dei pensieri: Annota quando emergono questi pensieri, cosa li ha scatenati e come ti sente. Questo ti aiuterà a identificare i pattern.
3. Comunicazione diretta: Invece delle "battute" (che sono comunicazione indiretta e spesso passivo-aggressiva), prova a esprimere direttamente i suoi bisogni: "Ho bisogno di sentirmi rassicurata quando non rispondi subito".
4. Auto-contenimento: Prima di fare commenti sarcastici chiediti: "Questo commento migliora la nostra relazione o la peggiora?"
Lavoro su di te: È fondamentale che tu sviluppi una maggiore sicurezza, indipendente dalla relazione perchè i tuoi timori riflettono probabilmente ferite più profonde legate all'autostima e al senso di valore personale.
io ti consiglio un percorso integrato che combini la terapia cognitivo-comportamentale per gestire i pensieri intrusivi, il Voice Dialogue per esplorare le diverse parti di sé (la parte insicura, quella controllante, quella bisognosa di rassicurazione), e tecniche di Mindfulness per sviluppare l'osservazione non giudicante dei propri stati emotivi. Inoltre, potremmo utilizzare il lavoro con i Sogni per accedere a contenuti inconsci legati alle tue paure relazionali. L'obiettivo è sviluppare una relazione più sana con te stessa, che si rifletterà naturalmente in una dinamica di coppia più equilibrata. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa Clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamworker
Quello che mi descrivi è un pattern di pensieri intrusivi e comportamenti di controllo che nascono da una profonda insicurezza relazionale, probabilmente amplificata dalla differenza d'età significativa nella vostra coppia. È importante che tu riconosca già di voler lavorare su se stessa piuttosto che cercare di cambiare il partner, questo dimostra una buona consapevolezza.
I tuoi "pensieri paranoici", come li definisci, sembrano seguire un ciclo tipico dell'ansia da attaccamento: un trigger scatenante (come il messaggio alla ragazza sui social) ha creato un'ipervigilanza che ora interpreta ogni comportamento attraverso la lente della minaccia. La differenza d'età può aver accentuato una sensazione di inadeguatezza o di competizione con altre donne, alimentando ulteriormente questi timori.
Strategie pratiche immediate che puoi seguire
1. Tecnica dello "STOP": Quando arriva il pensiero intrusivo, fermati fisicamente e pensa a dirti"STOP" mentalmente. Poi concentrati su 5 cose che vedi, 4 che senti, 3 che tocchi.
2. Diario dei pensieri: Annota quando emergono questi pensieri, cosa li ha scatenati e come ti sente. Questo ti aiuterà a identificare i pattern.
3. Comunicazione diretta: Invece delle "battute" (che sono comunicazione indiretta e spesso passivo-aggressiva), prova a esprimere direttamente i suoi bisogni: "Ho bisogno di sentirmi rassicurata quando non rispondi subito".
4. Auto-contenimento: Prima di fare commenti sarcastici chiediti: "Questo commento migliora la nostra relazione o la peggiora?"
Lavoro su di te: È fondamentale che tu sviluppi una maggiore sicurezza, indipendente dalla relazione perchè i tuoi timori riflettono probabilmente ferite più profonde legate all'autostima e al senso di valore personale.
io ti consiglio un percorso integrato che combini la terapia cognitivo-comportamentale per gestire i pensieri intrusivi, il Voice Dialogue per esplorare le diverse parti di sé (la parte insicura, quella controllante, quella bisognosa di rassicurazione), e tecniche di Mindfulness per sviluppare l'osservazione non giudicante dei propri stati emotivi. Inoltre, potremmo utilizzare il lavoro con i Sogni per accedere a contenuti inconsci legati alle tue paure relazionali. L'obiettivo è sviluppare una relazione più sana con te stessa, che si rifletterà naturalmente in una dinamica di coppia più equilibrata. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa Clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamworker
Gentile utente,
immagino quanto possa essere faticoso convivere in modo così massiccio con questo tipo di preoccupazioni. Quello che mi arriva leggendo le sue parole è un forte senso di insufficienza e sfiducia che sembra rivolto al suo partner ma forse anche a sè stessa. Credo che per lei possa essere utile interrogarsi da dove origina questo vissuto: quando ha iniziato a sentirsi così? In quali relazioni precedenti si sono manifestati pensieri simili? Penso che sia altrettanto rilevante riflettere sul fatto che lei sembra incapace di esprimere tali insicurezze in modo aperto con il suo partner, con il quale riesce invece a manifestare la sua insofferenza solo in modo indiretto, con "battute" o "mettendosi sulla difensiva", come lei stessa dice. Credo che per riuscire a parlarne con trasparenza con lui e, in seconda istanza, per riuscire da liberarsi di questi pensieri, sia opportuno che lei, in primis, entri in confidenza con questi temi riguardanti la fiducia, il bastare, la sicurezza dei rapporti. Un percorso di ascolto psicologico potrebbe aiutarla in questa esplorazione.
immagino quanto possa essere faticoso convivere in modo così massiccio con questo tipo di preoccupazioni. Quello che mi arriva leggendo le sue parole è un forte senso di insufficienza e sfiducia che sembra rivolto al suo partner ma forse anche a sè stessa. Credo che per lei possa essere utile interrogarsi da dove origina questo vissuto: quando ha iniziato a sentirsi così? In quali relazioni precedenti si sono manifestati pensieri simili? Penso che sia altrettanto rilevante riflettere sul fatto che lei sembra incapace di esprimere tali insicurezze in modo aperto con il suo partner, con il quale riesce invece a manifestare la sua insofferenza solo in modo indiretto, con "battute" o "mettendosi sulla difensiva", come lei stessa dice. Credo che per riuscire a parlarne con trasparenza con lui e, in seconda istanza, per riuscire da liberarsi di questi pensieri, sia opportuno che lei, in primis, entri in confidenza con questi temi riguardanti la fiducia, il bastare, la sicurezza dei rapporti. Un percorso di ascolto psicologico potrebbe aiutarla in questa esplorazione.
Buongiorno, un percorso psicologico potrebbe essere particolarmente utile per comprendere cosa alimenti tali pensieri e quali parti di te vengano sollecitate nella relazione con questo ragazzo. Lavorare sulla propria autostima e sul senso di fiducia in sé stessi e negli altri è un ottimo modo per affrontare le relazioni con un maggior senso di sicurezza. Se lo vorrai, sono a tua disposizione per lavorare insieme in presenza o online. Ti auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta attraversando. Per meglio comprendere l'origine dei pensieri e preoccupazioni che riporta vorrei invitarla a riflettere rispetto in quali momenti specifici le vengono questi pensieri. Potrebbe portare attenzione in quali situazioni emergono, in quali contesti si trovava, come si sentiva poco prima, cosa anticipa e che paura le sorge. Ritengo che prendere consapevolezza rispetto ai contesti e alle emozioni che facilitano l'emergere di queste paranoie possano aiutarla a prendere contatto con quelle emozioni e sensazioni con le quali fatica a stare. Così, un passo alla volta potrebbe riflettere come mai sono così rilevanti per lei e che effetto hanno sulla sua vita. Portare chiarezza sui desideri attuali e le prospettive future che ci orientano ci permette di essere consapevoli di ciò che guida e influenza il nostro comportamento così da cogliere, qualora ciò si ripresenti, e provare ad aprire altri modi di stare e nuove strade percorribili.
Qualora volesse approfondire queste riflessioni rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Qualora volesse approfondire queste riflessioni rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Gentile utente,
grazie per la sua condivisione.
Mi colpisce che lei precisi la differenza di età, e quindi mi viene da domandarle, se per lei, questa differenza di età è un problema oppure se, considerata l'età del suo compagno, si aspettasse da lui un atteggiamento differente?
Detto questo, guardare materiale pornografico è qualcosa di molto diffuso, sia a livello di coppia, sia a livello individuale.. Nel suo vedere, è una cosa che la disturba? cosa la disturba in questa cosa? Provi a parlarne col suo compagno, provi a spiegarglielo.
Rispetto al rispondere in modo tempestivo ai messaggi: possono esserci svariate motivazioni, non necessariamente determinate dal fatto che ci sia una volontà nel non risponderle. Anche in questo caso le suggerisco di parlarne con lui.
Nel suo racconto emerge che, quando accade qualcosa che la infastidisce (tipo che non le risponde in modo tempestivo), lei risponde "facendo delle battute"... questa modalità di interagire (fare battutine) è una modalità che la aiuta nella relazione con il suo compagno? Lui come risponde? Riesce a rasserenarla rispetto alle sue insicurezze?
Se lei sente delle insicurezze circa il sentimento che il suo compagno può provare nei suoi confronti ("ho sempre avuto un pò di paure.. pensando che magari lui volesse altro e non fosse una cosa seria"), quello che le suggerisco, è di parlare con lui di questo. Se lui è interessato a lei, e prova un sentimento sincero nei suoi confronti, avrà tutto l'interesse di darle le sicurezze di cui ha bisogno se, invece, non avesse questa attenzione circa i suoi bisogni, avrà un elemento in più da valutare rispetto alla relazione che intrattiene con questa persona.
La saluto,
cordialmente,
dott.ssa Baratto
grazie per la sua condivisione.
Mi colpisce che lei precisi la differenza di età, e quindi mi viene da domandarle, se per lei, questa differenza di età è un problema oppure se, considerata l'età del suo compagno, si aspettasse da lui un atteggiamento differente?
Detto questo, guardare materiale pornografico è qualcosa di molto diffuso, sia a livello di coppia, sia a livello individuale.. Nel suo vedere, è una cosa che la disturba? cosa la disturba in questa cosa? Provi a parlarne col suo compagno, provi a spiegarglielo.
Rispetto al rispondere in modo tempestivo ai messaggi: possono esserci svariate motivazioni, non necessariamente determinate dal fatto che ci sia una volontà nel non risponderle. Anche in questo caso le suggerisco di parlarne con lui.
Nel suo racconto emerge che, quando accade qualcosa che la infastidisce (tipo che non le risponde in modo tempestivo), lei risponde "facendo delle battute"... questa modalità di interagire (fare battutine) è una modalità che la aiuta nella relazione con il suo compagno? Lui come risponde? Riesce a rasserenarla rispetto alle sue insicurezze?
Se lei sente delle insicurezze circa il sentimento che il suo compagno può provare nei suoi confronti ("ho sempre avuto un pò di paure.. pensando che magari lui volesse altro e non fosse una cosa seria"), quello che le suggerisco, è di parlare con lui di questo. Se lui è interessato a lei, e prova un sentimento sincero nei suoi confronti, avrà tutto l'interesse di darle le sicurezze di cui ha bisogno se, invece, non avesse questa attenzione circa i suoi bisogni, avrà un elemento in più da valutare rispetto alla relazione che intrattiene con questa persona.
La saluto,
cordialmente,
dott.ssa Baratto
Gentile utente,
dal suo racconto emerge con chiarezza quanto i pensieri di gelosia e le paure di “perdere” il partner le stiano causando sofferenza. Non è solo una questione di fiducia verso l’altro: è come se dentro di lei ci fosse una voce costante che mette in dubbio la stabilità della relazione, anche per segnali piccoli o ambigui, e questo la porta a sentirsi in difesa, a fare battute, a cercare conferme. In realtà, ciò che descrive non è segno di debolezza, ma di un’insicurezza relazionale che probabilmente l’accompagna da tempo. Quando la paura di non essere abbastanza o di essere sostituiti si fa forte, anche episodi minimi (un saluto a un’altra persona, un messaggio non risposto subito, il timore che possa guardare altri contenuti) diventano come “campanelli d’allarme” che la fanno sentire vulnerabile.
Il problema non sta tanto nel partner, quanto nel peso che questi pensieri assumono dentro di lei. Cercare di “controllarli” o di “scacciarli” spesso non funziona, anzi li rinforza. La strada più utile è imparare a riconoscerli per quello che sono: paure che appartengono al suo vissuto, e che possono essere comprese ed elaborate.
Per fare questo serve inanzitutto rafforzare l’autostima, distinguere il proprio valore personale dal comportamento dell’altro ed imparare a tollerare l’incertezza senza trasformarla in allarme. E' poi necessario comunicare apertamente col partner, esprimendo le sue fragilità non in forma di accuse o battute, ma per ciò che sono: bisogni. Questo riduce i malintesi e rafforza la fiducia reciproca.
Un percorso psicologico, anche breve, può aiutarla molto: non solo per gestire la gelosia, ma per trasformarla in un’occasione di crescita personale e relazionale. Le permetterebbe di liberarsi da quella sensazione di continua insicurezza e di vivere la relazione con maggiore serenità. Non c'è nulla in lei che non vada: sta solo convivendo con paure che oggi chiedono di essere ascoltate ed affrontate in modo più profondo.
Un caro saluto e i miei più sentiti auguri
dal suo racconto emerge con chiarezza quanto i pensieri di gelosia e le paure di “perdere” il partner le stiano causando sofferenza. Non è solo una questione di fiducia verso l’altro: è come se dentro di lei ci fosse una voce costante che mette in dubbio la stabilità della relazione, anche per segnali piccoli o ambigui, e questo la porta a sentirsi in difesa, a fare battute, a cercare conferme. In realtà, ciò che descrive non è segno di debolezza, ma di un’insicurezza relazionale che probabilmente l’accompagna da tempo. Quando la paura di non essere abbastanza o di essere sostituiti si fa forte, anche episodi minimi (un saluto a un’altra persona, un messaggio non risposto subito, il timore che possa guardare altri contenuti) diventano come “campanelli d’allarme” che la fanno sentire vulnerabile.
Il problema non sta tanto nel partner, quanto nel peso che questi pensieri assumono dentro di lei. Cercare di “controllarli” o di “scacciarli” spesso non funziona, anzi li rinforza. La strada più utile è imparare a riconoscerli per quello che sono: paure che appartengono al suo vissuto, e che possono essere comprese ed elaborate.
Per fare questo serve inanzitutto rafforzare l’autostima, distinguere il proprio valore personale dal comportamento dell’altro ed imparare a tollerare l’incertezza senza trasformarla in allarme. E' poi necessario comunicare apertamente col partner, esprimendo le sue fragilità non in forma di accuse o battute, ma per ciò che sono: bisogni. Questo riduce i malintesi e rafforza la fiducia reciproca.
Un percorso psicologico, anche breve, può aiutarla molto: non solo per gestire la gelosia, ma per trasformarla in un’occasione di crescita personale e relazionale. Le permetterebbe di liberarsi da quella sensazione di continua insicurezza e di vivere la relazione con maggiore serenità. Non c'è nulla in lei che non vada: sta solo convivendo con paure che oggi chiedono di essere ascoltate ed affrontate in modo più profondo.
Un caro saluto e i miei più sentiti auguri
Gentile ragazza,
comprendo la fatica che comporta convivere con pensieri come quelli che descrive. Dalle sue parole emerge quanto lei sia coinvolta nella relazione e, allo stesso tempo, quanto questi timori possano appesantirla, generando incertezza e rendendo difficile raggiungere un autentico senso di serenità nella coppia. Proprio per questo potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista, così da avere uno spazio in cui comprendere meglio l’origine di questi vissuti e pensieri e sviluppare strategie più adattive per affrontarli. Resto a sua disposizione qualora desiderasse intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Patricia Bonaventura.
comprendo la fatica che comporta convivere con pensieri come quelli che descrive. Dalle sue parole emerge quanto lei sia coinvolta nella relazione e, allo stesso tempo, quanto questi timori possano appesantirla, generando incertezza e rendendo difficile raggiungere un autentico senso di serenità nella coppia. Proprio per questo potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista, così da avere uno spazio in cui comprendere meglio l’origine di questi vissuti e pensieri e sviluppare strategie più adattive per affrontarli. Resto a sua disposizione qualora desiderasse intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Patricia Bonaventura.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto. Dalle sue parole emerge quanto questi pensieri e timori siano faticosi da gestire e quanto le creino disagio, sia nella relazione con il suo compagno che nel rapporto con se stessa.
È importante sottolineare che non sempre le paure o le insicurezze che proviamo hanno a che fare con ciò che realmente accade nella coppia: a volte hanno radici più profonde, legate a esperienze personali, al bisogno di sentirsi rassicurati, o al timore di non essere abbastanza. È comprensibile quindi che, anche se razionalmente sa di poter contare sulla serietà del suo compagno, queste preoccupazioni possano riaffiorare e prendere spazio.
Un percorso psicoterapeutico può essere un luogo prezioso per lavorare su questo: non tanto per “eliminare” i pensieri, ma per imparare a osservarli senza esserne sopraffatti. Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) possono aiutare a riconoscere e gestire i pensieri ricorrenti, mentre pratiche come la mindfulness insegnano a riportare l’attenzione al presente, coltivando maggiore calma e consapevolezza.
Quello che descrive non è un “difetto”, ma un segnale che dentro di lei ci sono bisogni e timori che meritano ascolto. Dare spazio a questi aspetti, con l’aiuto di uno specialista, potrebbe alleggerire la pressione e permetterle di vivere la relazione in modo più sereno, senza la sensazione di dover continuamente “difendersi”.
Un caro saluto, Dott.ssa Ilaria Truzzi
grazie per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto. Dalle sue parole emerge quanto questi pensieri e timori siano faticosi da gestire e quanto le creino disagio, sia nella relazione con il suo compagno che nel rapporto con se stessa.
È importante sottolineare che non sempre le paure o le insicurezze che proviamo hanno a che fare con ciò che realmente accade nella coppia: a volte hanno radici più profonde, legate a esperienze personali, al bisogno di sentirsi rassicurati, o al timore di non essere abbastanza. È comprensibile quindi che, anche se razionalmente sa di poter contare sulla serietà del suo compagno, queste preoccupazioni possano riaffiorare e prendere spazio.
Un percorso psicoterapeutico può essere un luogo prezioso per lavorare su questo: non tanto per “eliminare” i pensieri, ma per imparare a osservarli senza esserne sopraffatti. Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) possono aiutare a riconoscere e gestire i pensieri ricorrenti, mentre pratiche come la mindfulness insegnano a riportare l’attenzione al presente, coltivando maggiore calma e consapevolezza.
Quello che descrive non è un “difetto”, ma un segnale che dentro di lei ci sono bisogni e timori che meritano ascolto. Dare spazio a questi aspetti, con l’aiuto di uno specialista, potrebbe alleggerire la pressione e permetterle di vivere la relazione in modo più sereno, senza la sensazione di dover continuamente “difendersi”.
Un caro saluto, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Mi sembra che questi pensieri che la tormentano parlino più delle sue paure che di ciò che realmente fa il suo compagno, come se l’idea che lui possa guardare altrove risvegliasse in lei il timore di non essere abbastanza o di non essere davvero scelta. È significativo che anche piccoli episodi diventino per lei segnali che alimentano dubbi e difese, per poi lasciarla con un senso di dispiacere. Forse non si tratta di eliminare i pensieri, ma di chiedersi cosa le fanno sentire, che ferita toccano dentro di lei. Può provare a domandarsi se la paura riguarda davvero lui o se riguarda qualcosa di più intimo, legato al posto che sente di avere nello sguardo dell’altro.
Quello che racconti fa pensare a un conflitto tra due parti di te: da un lato sai che il tuo compagno tiene a te e che la relazione è seria, dall’altro lato ci sono paure che ti spingono a dubitare, a fare battute di controllo, a immaginare scenari in cui lui possa tradirti o rivolgere l’attenzione altrove. Queste paure diventano intrusive e ti fanno stare male, anche perché non le vivi come un vero sospetto fondato, ma come un pensiero che ritorna e che non riesci a scacciare.
Le tue reazioni — le battute, le difese — sono un modo per scaricare l’ansia, ma finiscono per pesare sul rapporto. In realtà non nascono da ciò che lui fa oggi, ma da tue insicurezze profonde: la differenza d’età, l’episodio del “ciao” sui social, il timore che non sia del tutto serio. Sono questi i punti su cui puoi lavorare per cambiare il modo in cui reagisci.
Qualche spunto pratico:
– Quando arriva il pensiero “chissà se scrive ad altre / guarda altro”, prova a riconoscerlo come pensiero, non come realtà. Dirti “questa è una mia paura, non un fatto” ti aiuta a non confonderti.
– Evita le battute di controllo. Ogni volta che lo fai, l’ansia si calma un momento, ma si rafforza il meccanismo che ti spinge a rifarlo. Prova invece a spostare l’attenzione: uscire, respirare profondamente, scrivere cosa stai pensando.
– Lavora sulla fiducia e sulla comunicazione diretta. Invece di battute, puoi dirgli con calma: “A volte mi vengono paure che non hanno senso e mi rendo conto che ti punzecchio, mi dispiace”. Questo ti aiuta a non tenere tutto dentro, senza però attaccarlo.
– Ricorda che non puoi avere controllo totale sull’altro. Puoi solo scegliere se fidarti e costruire insieme, o vivere nella difensiva. La prima scelta porta serenità, la seconda logora te per prima.
Se senti che queste paure sono molto forti e costanti, parlarne con un professionista potrebbe aiutarti a capire da dove nascono (insicurezza, paura dell’abbandono, esperienze passate) e a imparare strategie più efficaci per gestirle.
Non sei “sbagliata” per avere questi pensieri: il problema non è averli, ma quanto li lasci guidare i tuoi comportamenti. Il fatto che tu te ne accorga e che tu voglia cambiare è già un passo importante.
Dott.ssa De Pretto
Le tue reazioni — le battute, le difese — sono un modo per scaricare l’ansia, ma finiscono per pesare sul rapporto. In realtà non nascono da ciò che lui fa oggi, ma da tue insicurezze profonde: la differenza d’età, l’episodio del “ciao” sui social, il timore che non sia del tutto serio. Sono questi i punti su cui puoi lavorare per cambiare il modo in cui reagisci.
Qualche spunto pratico:
– Quando arriva il pensiero “chissà se scrive ad altre / guarda altro”, prova a riconoscerlo come pensiero, non come realtà. Dirti “questa è una mia paura, non un fatto” ti aiuta a non confonderti.
– Evita le battute di controllo. Ogni volta che lo fai, l’ansia si calma un momento, ma si rafforza il meccanismo che ti spinge a rifarlo. Prova invece a spostare l’attenzione: uscire, respirare profondamente, scrivere cosa stai pensando.
– Lavora sulla fiducia e sulla comunicazione diretta. Invece di battute, puoi dirgli con calma: “A volte mi vengono paure che non hanno senso e mi rendo conto che ti punzecchio, mi dispiace”. Questo ti aiuta a non tenere tutto dentro, senza però attaccarlo.
– Ricorda che non puoi avere controllo totale sull’altro. Puoi solo scegliere se fidarti e costruire insieme, o vivere nella difensiva. La prima scelta porta serenità, la seconda logora te per prima.
Se senti che queste paure sono molto forti e costanti, parlarne con un professionista potrebbe aiutarti a capire da dove nascono (insicurezza, paura dell’abbandono, esperienze passate) e a imparare strategie più efficaci per gestirle.
Non sei “sbagliata” per avere questi pensieri: il problema non è averli, ma quanto li lasci guidare i tuoi comportamenti. Il fatto che tu te ne accorga e che tu voglia cambiare è già un passo importante.
Dott.ssa De Pretto
Buongiorno, i pensieri che descrive non indicano necessariamente un problema nella coppia, ma piuttosto delle sue insicurezze che le creano ansia e timore di perdere l’altro. È importante distinguere le paure dai fatti reali e provare a parlarne con il partner in modo sereno, senza trasformarle in accuse. Lavorare su fiducia e autostima è la strada migliore: se questi pensieri restano troppo frequenti, un supporto psicologico può aiutarla a gestirli e a vivere la relazione con più tranquillità. Buona giornata!
Buonasera,
da ciò che hai descritto emerge un vissuto di insicurezza e paura di perdere il controllo, che ti porta a dubitare del tuo ragazzo e, soprattutto, immaginare scenari che ti fanno del male. Questi sono segnali di un radicato bisogno, fin dall’infanzia, di rassicurazione nella tua vita. Tuttavia, hai sperimentato un profondo senso di sfiducia - il messaggio che il tuo ragazzo ha mandato ad un’altra - che, anche se può sembrar banale, per te ha rappresentato davvero una ferita, e da lì é come se fossi perennemente in allerta. Proprio da qui scattano i tuoi pensieri automatici. Cerca di riconoscere subito tali pensieri, in modo da rappresentarli nella realtà e ripeterti: “questo è un mio pensiero, non un fatto”. Tuttavia, prova a rafforzare la fiducia in te stessa e, dunque, a dedicarti a ciò che davvero ti fa sentire competente. Cura la comunicazione con il tuo ragazzo, non fare delle battutine in modo velato, bensì prova a comunicargli il tuo stato d’animo, senza alcun bisogno di innescare un litigio. Affrontate insieme le fragilità.
da ciò che hai descritto emerge un vissuto di insicurezza e paura di perdere il controllo, che ti porta a dubitare del tuo ragazzo e, soprattutto, immaginare scenari che ti fanno del male. Questi sono segnali di un radicato bisogno, fin dall’infanzia, di rassicurazione nella tua vita. Tuttavia, hai sperimentato un profondo senso di sfiducia - il messaggio che il tuo ragazzo ha mandato ad un’altra - che, anche se può sembrar banale, per te ha rappresentato davvero una ferita, e da lì é come se fossi perennemente in allerta. Proprio da qui scattano i tuoi pensieri automatici. Cerca di riconoscere subito tali pensieri, in modo da rappresentarli nella realtà e ripeterti: “questo è un mio pensiero, non un fatto”. Tuttavia, prova a rafforzare la fiducia in te stessa e, dunque, a dedicarti a ciò che davvero ti fa sentire competente. Cura la comunicazione con il tuo ragazzo, non fare delle battutine in modo velato, bensì prova a comunicargli il tuo stato d’animo, senza alcun bisogno di innescare un litigio. Affrontate insieme le fragilità.
Gentile Utente,
è normale avere paure o insicurezze in una relazione, soprattutto quando ci sono differenze d’età o esperienze diverse. Quello che senti, timori sul fatto che lui possa guardare video per adulti o scrivere ad altre, spesso nasce più da insicurezze interiori che da comportamenti reali del partner. Non significa che tu stia sbagliando o che ci sia qualcosa di “rotto” in te, ma che la tua mente tende a concentrarsi su scenari negativi, magari per proteggerti da delusioni. Il fatto che tu voglia lavorare su questi pensieri, non per controllarlo ma per prenderti cura di te stessa, è davvero importante. Può aiutare osservare i tuoi pensieri senza giudicarli, riconoscendo che sono solo pensieri e non verità assolute. Questo ti permette di non farli diventare accuse o battute che potrebbero ferire lui e creare tensione nella relazione. Col tempo, imparare a dare spazio alla fiducia, a concentrarti sui momenti concreti di vicinanza e complicità, e a comunicare le tue emozioni senza sentirti in colpa può aiutarti a sentire meno ansia e più leggerezza. È un percorso di pazienza e gentilezza verso te stessa, che ti permetterà di vivere la relazione senza sentirti costantemente sulla difensiva.
è normale avere paure o insicurezze in una relazione, soprattutto quando ci sono differenze d’età o esperienze diverse. Quello che senti, timori sul fatto che lui possa guardare video per adulti o scrivere ad altre, spesso nasce più da insicurezze interiori che da comportamenti reali del partner. Non significa che tu stia sbagliando o che ci sia qualcosa di “rotto” in te, ma che la tua mente tende a concentrarsi su scenari negativi, magari per proteggerti da delusioni. Il fatto che tu voglia lavorare su questi pensieri, non per controllarlo ma per prenderti cura di te stessa, è davvero importante. Può aiutare osservare i tuoi pensieri senza giudicarli, riconoscendo che sono solo pensieri e non verità assolute. Questo ti permette di non farli diventare accuse o battute che potrebbero ferire lui e creare tensione nella relazione. Col tempo, imparare a dare spazio alla fiducia, a concentrarti sui momenti concreti di vicinanza e complicità, e a comunicare le tue emozioni senza sentirti in colpa può aiutarti a sentire meno ansia e più leggerezza. È un percorso di pazienza e gentilezza verso te stessa, che ti permetterà di vivere la relazione senza sentirti costantemente sulla difensiva.
Buonasera, cercherei di capire e di lavorare sulla fiducia, prima di tutto in te stessa per poi lavorare su quella della relazione.
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