Problemi a relazionarmi con le donne e mancanza di autostima. Buongiorno a tutti. Scrivo per chiede
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Problemi a relazionarmi con le donne e mancanza di autostima.
Buongiorno a tutti. Scrivo per chiedere la vostra opinione sul mio problema che purtroppo mi condiziona da sempre, sperando di non risultare troppo imbarazzante.
Ho 24 anni e non sono mai stato con una ragazza. Sono andato con una escort a gennaio di quest'anno (Gennaio 2025) e quella è stata la prima e unica volta. Decisi di provare al tempo anche perchè non c'è mai stata nessuna che mi abbia minimamente considerato e onestamente volevo tegliermi il peso della verginità e vedere se riuscivo a divertirmi e a togliermi quella roba dalla testa. Sono andato con una ragazza cinese e l'esperienza è andata molto male, del tipo che ero molto agitato e non sapevo che fare. Magari è normale dato che si trattava della prima volta... fatto stà che dopo quella volta non ho più provato.
Il punto è che non riesco proprio a toccare le donne. Che sia una escort (come in quel caso) o una ragazza "normale" (le 2 o 3 volte che sono riuscito ad uscire con una), io dò per scontato di fargli letteralmente schifo. Anche se la pagassi 300 euro credo che farei fatica comunque a provare a toccarla, tanto che quella volta io non ho fatto quasi nulla: non la ho toccata e gli ho chiesto il minimo indispensabile, per poi finire io il lavoro a mano. Probabilmente un pò per colpa dei genitori, un pò per il bullismo e un pò per altre cose, ma ormai credo di avere una autostima così bassa che anche se fossi milionario all'improvviso, comunque farei fatica ad avere una donna al mio fianco perchè penserei comunque che gli faccio schifo. E se non penso di piacere a una donna di conseguenza non mi viene nemmeno di provare a toccarla.
Il punto ora è che vorrei provare di nuovo ad andare con una escort, anche perchè non credo di avere molta scelta e la masturbazione da sola mi sta un pò stretta, però allo stesso tempo mi chiedo se questa sensazione di dover elemosinare da una che sostanzialmente mi schifa passerà mai... forsei dovrei essere più pragmatico e pensare solo al sodo, ma sinceramente non mi viene naturale.
Scusate il lungo messaggio, forse questa non è nemmeno la sede adatta... gli psicologi non sono serviti a molto, forse anche perchè sminuivano il problema pensando che bastasse provarci. Ma la verità è che il disagio ormai è profondo e radicato e proviene da anni passati fatti di bullismo, solitudine totale, genitori assenti e amici che mi hanno voltato le spalle.
Niente io ho non mi dilungo oltre. Grazie in anticipo per coloro che leggeranno questo messaggio e scusate la lunghezza e l'utilizzo di alcuni termini un pò espliciti.
Buongiorno a tutti. Scrivo per chiedere la vostra opinione sul mio problema che purtroppo mi condiziona da sempre, sperando di non risultare troppo imbarazzante.
Ho 24 anni e non sono mai stato con una ragazza. Sono andato con una escort a gennaio di quest'anno (Gennaio 2025) e quella è stata la prima e unica volta. Decisi di provare al tempo anche perchè non c'è mai stata nessuna che mi abbia minimamente considerato e onestamente volevo tegliermi il peso della verginità e vedere se riuscivo a divertirmi e a togliermi quella roba dalla testa. Sono andato con una ragazza cinese e l'esperienza è andata molto male, del tipo che ero molto agitato e non sapevo che fare. Magari è normale dato che si trattava della prima volta... fatto stà che dopo quella volta non ho più provato.
Il punto è che non riesco proprio a toccare le donne. Che sia una escort (come in quel caso) o una ragazza "normale" (le 2 o 3 volte che sono riuscito ad uscire con una), io dò per scontato di fargli letteralmente schifo. Anche se la pagassi 300 euro credo che farei fatica comunque a provare a toccarla, tanto che quella volta io non ho fatto quasi nulla: non la ho toccata e gli ho chiesto il minimo indispensabile, per poi finire io il lavoro a mano. Probabilmente un pò per colpa dei genitori, un pò per il bullismo e un pò per altre cose, ma ormai credo di avere una autostima così bassa che anche se fossi milionario all'improvviso, comunque farei fatica ad avere una donna al mio fianco perchè penserei comunque che gli faccio schifo. E se non penso di piacere a una donna di conseguenza non mi viene nemmeno di provare a toccarla.
Il punto ora è che vorrei provare di nuovo ad andare con una escort, anche perchè non credo di avere molta scelta e la masturbazione da sola mi sta un pò stretta, però allo stesso tempo mi chiedo se questa sensazione di dover elemosinare da una che sostanzialmente mi schifa passerà mai... forsei dovrei essere più pragmatico e pensare solo al sodo, ma sinceramente non mi viene naturale.
Scusate il lungo messaggio, forse questa non è nemmeno la sede adatta... gli psicologi non sono serviti a molto, forse anche perchè sminuivano il problema pensando che bastasse provarci. Ma la verità è che il disagio ormai è profondo e radicato e proviene da anni passati fatti di bullismo, solitudine totale, genitori assenti e amici che mi hanno voltato le spalle.
Niente io ho non mi dilungo oltre. Grazie in anticipo per coloro che leggeranno questo messaggio e scusate la lunghezza e l'utilizzo di alcuni termini un pò espliciti.
Salve, credo che tu abbia bisogno di investire un po' sul tuo benessere psicologico in modo da riequilibrare euro rapporto così difficile con te e con la tua visione degli altri. Contatta un terapeuta e ripre
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Caro utente,
dalle tue parole emerge un dolore profondo e lucido, il racconto di una solitudine che non riguarda solo la sfera sessuale, ma il senso stesso del proprio valore. Si percepisce quanto questa difficoltà con le donne sia solo la superficie di qualcosa di più antico: un vissuto di esclusione, di rifiuto, di invisibilità che si è sedimentato nel tempo e che oggi si manifesta attraverso il corpo, nel momento in cui provi a entrare in contatto con un’altra persona.
Il corpo, in questi casi, diventa lo spazio dove si concentrano tutte le paure di non essere desiderabile, di non essere abbastanza, di non meritare. Il pensiero “le faccio schifo” non nasce da una realtà oggettiva, ma da un modello interno costruito negli anni, quando — come racconti — ti sei sentito bullizzato, giudicato o non visto. È come se quella voce esterna del passato fosse diventata una voce interna che ora ti parla da dentro, impedendoti di sentire il piacere e il desiderio come qualcosa di naturale e possibile.
L’esperienza con l’escorta, così come la difficoltà nel toccare una donna, non sono fallimenti, ma tentativi di contatto che si scontrano con un senso di colpa e di vergogna molto radicato. Non si tratta di una questione di pratica o di tecnica, ma di immagine di sé: di come ti percepisci nello sguardo dell’altro. Quando ci si sente “sbagliati”, anche l’intimità più semplice diventa qualcosa che mette a nudo, che spaventa, che fa scattare un blocco.
Il desiderio che racconti di “toglierti il peso della verginità” o di “vedere se riesci a farcela” parla di una ricerca di riscatto più che di piacere. Ma il piacere, nella sua forma più autentica, nasce solo dove c’è libertà — e la libertà emotiva arriva quando si smette di misurarsi con lo sguardo degli altri.
Non è tanto il “fare sesso” che può liberarti, ma riconnetterti con la possibilità di sentirti degno di desiderio e di contatto umano. Questo richiede tempo e un lavoro più profondo, non per “curarti”, ma per imparare a riconoscere il valore che ti è stato negato.
Il fatto che tu abbia deciso di scrivere, di raccontarti con questa sincerità, è già un gesto importante: è la prima volta che la tua storia non resta chiusa nel silenzio.
E forse, da qui, può iniziare qualcosa di diverso: non una soluzione immediata, ma uno sguardo più gentile verso te stesso.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
dalle tue parole emerge un dolore profondo e lucido, il racconto di una solitudine che non riguarda solo la sfera sessuale, ma il senso stesso del proprio valore. Si percepisce quanto questa difficoltà con le donne sia solo la superficie di qualcosa di più antico: un vissuto di esclusione, di rifiuto, di invisibilità che si è sedimentato nel tempo e che oggi si manifesta attraverso il corpo, nel momento in cui provi a entrare in contatto con un’altra persona.
Il corpo, in questi casi, diventa lo spazio dove si concentrano tutte le paure di non essere desiderabile, di non essere abbastanza, di non meritare. Il pensiero “le faccio schifo” non nasce da una realtà oggettiva, ma da un modello interno costruito negli anni, quando — come racconti — ti sei sentito bullizzato, giudicato o non visto. È come se quella voce esterna del passato fosse diventata una voce interna che ora ti parla da dentro, impedendoti di sentire il piacere e il desiderio come qualcosa di naturale e possibile.
L’esperienza con l’escorta, così come la difficoltà nel toccare una donna, non sono fallimenti, ma tentativi di contatto che si scontrano con un senso di colpa e di vergogna molto radicato. Non si tratta di una questione di pratica o di tecnica, ma di immagine di sé: di come ti percepisci nello sguardo dell’altro. Quando ci si sente “sbagliati”, anche l’intimità più semplice diventa qualcosa che mette a nudo, che spaventa, che fa scattare un blocco.
Il desiderio che racconti di “toglierti il peso della verginità” o di “vedere se riesci a farcela” parla di una ricerca di riscatto più che di piacere. Ma il piacere, nella sua forma più autentica, nasce solo dove c’è libertà — e la libertà emotiva arriva quando si smette di misurarsi con lo sguardo degli altri.
Non è tanto il “fare sesso” che può liberarti, ma riconnetterti con la possibilità di sentirti degno di desiderio e di contatto umano. Questo richiede tempo e un lavoro più profondo, non per “curarti”, ma per imparare a riconoscere il valore che ti è stato negato.
Il fatto che tu abbia deciso di scrivere, di raccontarti con questa sincerità, è già un gesto importante: è la prima volta che la tua storia non resta chiusa nel silenzio.
E forse, da qui, può iniziare qualcosa di diverso: non una soluzione immediata, ma uno sguardo più gentile verso te stesso.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
Gentile Utente, capisco bene quanto questa situazione possa essere difficile. Quello che descrive non è segno di debolezza, ma probabilmente la conseguenza di ferite emotive profonde che, negli anni, hanno minato la fiducia nel suo valore personale. Quando si cresce in ambienti dove si è spesso giudicati, esclusi o non visti, la mente impara a proteggersi costruendo delle "credenze" implicite: “non sono desiderabile, non valgo abbastanza, se mi avvicino agli altri finirò per provare vergogna”. Queste convinzioni diventano come un filtro costante attraverso cui si vivono le relazioni, anche quelle più intime.
La difficoltà nel toccare una donna nel suo caso, a mio avviso non ha a che fare con il desiderio o con la sessualità in sé, ma con la paura del rifiuto e del giudizio. È come se la parte più vulnerabile di lei, quella che da ragazzo è stata ferita e derisa, temesse di esporsi di nuovo e provare ancora umiliazione. Il fatto che lei si interroghi su tutto questo, che non voglia ridurre il sesso a un gesto meccanico, è in realtà una cosa molto buona: dimostra che ha bisogno di autenticità e non solo di scaricare la tensione sessuale.
La radice del problema potrebbe quindi non essere la mancanza di donne con cui relazionarsi (o almeno non soltanto), ma la difficoltà a percepirsi "oggetto" di affetto e desiderio. Prima ancora del corpo, in questo caso è il senso di autostima che andrebbe gestito e rinsaldato.
In un'eventuale terapia, potrebbe essere più utile un percorso più centrato sul legame affettivo e sull’immagine di sé, che sull’ansia da prestazione o sul “provare a fare esperienza”. Il desiderio, anche sessuale, nasce solo quando ci si sente al sicuro dentro.
Nel caso abbia ulteriori dubbi o domande, non esiti a contattarmi.
Un cordiale saluto.
La difficoltà nel toccare una donna nel suo caso, a mio avviso non ha a che fare con il desiderio o con la sessualità in sé, ma con la paura del rifiuto e del giudizio. È come se la parte più vulnerabile di lei, quella che da ragazzo è stata ferita e derisa, temesse di esporsi di nuovo e provare ancora umiliazione. Il fatto che lei si interroghi su tutto questo, che non voglia ridurre il sesso a un gesto meccanico, è in realtà una cosa molto buona: dimostra che ha bisogno di autenticità e non solo di scaricare la tensione sessuale.
La radice del problema potrebbe quindi non essere la mancanza di donne con cui relazionarsi (o almeno non soltanto), ma la difficoltà a percepirsi "oggetto" di affetto e desiderio. Prima ancora del corpo, in questo caso è il senso di autostima che andrebbe gestito e rinsaldato.
In un'eventuale terapia, potrebbe essere più utile un percorso più centrato sul legame affettivo e sull’immagine di sé, che sull’ansia da prestazione o sul “provare a fare esperienza”. Il desiderio, anche sessuale, nasce solo quando ci si sente al sicuro dentro.
Nel caso abbia ulteriori dubbi o domande, non esiti a contattarmi.
Un cordiale saluto.
Buongiorno, la ringrazio per la sua domanda e per aver dato così tanti dettagli, anche il linguaggio esplicito è ben accetto, non si preoccupi.
Da ciò che scrive sembra essere in un tunnel estremamente buio e anche quel barlume di luce che ha provato a seguire (la prima volta con la escort) non si è rivelata un'uscita ma forse solo un'ulteriore delusione.
Probabilmente sta seguendo la direzione sbagliata, non sembra essere il rapporto con le donne il vero problema (e quindi la luce da seguire) quanto quello con se stesso.
Lo spiega molto bene quando dice che anche se fosse milionario avrebbe difficoltà ad avere una donna accanto se pensasse costantemente di farle schifo. Il punto focale non è la donna accanto a lei, perché può essere qualsiasi donna, non è importante, quanto lei e ciò che pensa di sé.
Da ciò che dice il suo non è stato un vissuto facile e probabilmente ha condizionato la sua autostima e la sua immagine di sé ma continuare a provare con altre donne, escort o meno, sarà come intestardirsi nel voler aprire una porta con la chiave sbagliata: non otterrà altro che frustrazione e perdita di tempo.
Le auguro il meglio, buona giornata
Da ciò che scrive sembra essere in un tunnel estremamente buio e anche quel barlume di luce che ha provato a seguire (la prima volta con la escort) non si è rivelata un'uscita ma forse solo un'ulteriore delusione.
Probabilmente sta seguendo la direzione sbagliata, non sembra essere il rapporto con le donne il vero problema (e quindi la luce da seguire) quanto quello con se stesso.
Lo spiega molto bene quando dice che anche se fosse milionario avrebbe difficoltà ad avere una donna accanto se pensasse costantemente di farle schifo. Il punto focale non è la donna accanto a lei, perché può essere qualsiasi donna, non è importante, quanto lei e ciò che pensa di sé.
Da ciò che dice il suo non è stato un vissuto facile e probabilmente ha condizionato la sua autostima e la sua immagine di sé ma continuare a provare con altre donne, escort o meno, sarà come intestardirsi nel voler aprire una porta con la chiave sbagliata: non otterrà altro che frustrazione e perdita di tempo.
Le auguro il meglio, buona giornata
Buongiorno, comprendo il suo stato d'animo e il pensiero di avere nuovamente un rapporto con una escort. Come però lei stesso scrive il problema non è nel solo rapporto sessuale e le origini della sua chiusura verso la donna e le relazioni hanno radici più profonde e di altro significato. Io credo che un percorso psicoterapeutico potrà aiutarla a scoprirsi, comprendere le sue parti, esserne anche orgoglioso e rivolgersi poi a nuove possibilità di relazione. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno, mi spiace per la sofferenza che sta provando. Dal suo messaggio si capisce che ha già fatto dei percorsi di psicoterapia e che ha individuato quali sono state le principali esperienze negative significative che l'hanno portata a formulare una rappresentazione di sé negativa che poi generalizza ed attribuisce anche agli altri, in particolare alle possibili partner. Da ciò che dice si capisce che attraverso questi percorsi non è riuscito a superare le sue difficoltà per cui ritengo che sarebbe utile per lei riprendere la terapia per lavorare su quanto da lei riportato qui, Cordiali Saluti
Buonasera! Le sue parole trasmettono rabbia, solitudine, tristezza. Posso solo provare ad immaginare come si sente. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. “Toccare/essere toccati” è un’esperienza primaria e universale, attraverso la quale si impara a sentirsi protetti, sostenuti, amati e tutto quanto ne consegue in termini d’identità, di rapporti con sé stessi e con l’altro. Sembra che il contatto solleciti in lei il sentimento di essere indesiderato, indegno, privo di valore. Vissuti estremamente dolorosi che hanno radici profonde. Gli psicologi e la escort potrebbero essere stati un tentativo di autocura. Non si senta imbarazzato o maldestro, perché ha fatto quello che poteva. Pare abbia cercato qualcuno da “toccare”, qualcuno da cui “essere toccato” nel corpo, nella soggettività, nel dolore, ma ancora una volta si è sentito come con i suoi “genitori assenti”, come con i suoi “amici che voltano le spalle”. È meno doloroso “voltare le spalle” piuttosto che riconoscere di aver bisogno di aiuto, di aver bisogno dell’altro. Mantenere una certa distanza o controllarla mediante il pagamento in denaro, attenua i penosi vissuti di cui parla. Mentre avvicinarsi, impegnarsi in una relazione, accettare la dipendenza (buona) dal/dalla terapeuta potrebbe farla sentire eccessivamente esposto, fragile, in balia del giudizio e del rischio di essere ferito o abbandonato. Ho la sensazione che stia dando voce a cose che non “vogliono togliersi dalla testa”, ma che cercano una seconda testa con cui essere condivise, ri-pensate e ri-significate. Lei è molto giovane e merita una vita piena e serena. In bocca al lupo per tutto.
Buonasera, mi stupisce la risposta che possono averle dato dei miei colleghi e non mi sembra proprio che da ciò che dice ci sia da sminuire. Secondo me avrebbe bisogno in effetti di un percorso terapeutico che la aiuti ad affrontare questa autostima così bassa. Il fatto poi di interpellare una escort mi sembra secondario, il suo problema è interno alla sua intimità personale. Se ritiene posso aiutarla, anche online. Saluti Dario Martelli
Caro utente,
da quanto racconta emerge una sofferenza profonda legata all’autostima, alla percezione di sé e alla difficoltà nel vivere la vicinanza e l’intimità con l’altro. È comprensibile che, dopo esperienze di solitudine e insicurezza, diventi complicato fidarsi e lasciarsi andare in una relazione, anche solo fisica.
In questi casi, è importante non concentrarsi solo sull’aspetto sessuale, ma provare ad approfondire le radici emotive del disagio, lavorando su di sé in un percorso psicologico mirato al rafforzamento dell’autostima e alla rielaborazione delle esperienze passate che hanno contribuito a questo vissuto.
Le consiglio di parlarne con uno specialista, in modo da poter affrontare in modo graduale e rispettoso le difficoltà che descrive e costruire una maggiore fiducia nelle relazioni con gli altri.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da quanto racconta emerge una sofferenza profonda legata all’autostima, alla percezione di sé e alla difficoltà nel vivere la vicinanza e l’intimità con l’altro. È comprensibile che, dopo esperienze di solitudine e insicurezza, diventi complicato fidarsi e lasciarsi andare in una relazione, anche solo fisica.
In questi casi, è importante non concentrarsi solo sull’aspetto sessuale, ma provare ad approfondire le radici emotive del disagio, lavorando su di sé in un percorso psicologico mirato al rafforzamento dell’autostima e alla rielaborazione delle esperienze passate che hanno contribuito a questo vissuto.
Le consiglio di parlarne con uno specialista, in modo da poter affrontare in modo graduale e rispettoso le difficoltà che descrive e costruire una maggiore fiducia nelle relazioni con gli altri.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, mi dispiace per il disagio che vive. Credo sia importante per lei intraprendere un percorso nel quale riesca ad affrontare le emozioni sottostanti il suo blocco, per potersi sentire più libero all'interno di una relazione con una donna. Ha ripetuto più volte di pensare di fare schifo, questo è una convinzione negativa che sarà importante poter affrontare.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Gent.mo, per come scrive, riporta una condizione di sofferenza che si trascina nel tempo e che probabilmente contribuisce ad alimentare quei sentimenti di insicurezza e inadeguatezza che sperimenta nei rapporti con le persone, intralciando la possibilità di vivere con serenità anche rapporti sessuali e legami sentimentali. Prenda in considerazione una psicoterapia: attraverso un lavoro terapeutico potrebbe avere l’occasione di cogliere meglio aspetti di sé e trasformare gradualmente la condizione di sofferenza che vive. SG
Salve, mi dispiace che nei suoi incontri con psicologi abbia incontrato uno sminuire il problema. Di fondo, c'è da intervenire sulla percezione che lei ha di se stesso. Se non percepisce lei stesso il suo Valore, non cambierà nulla nell'approccio con l'altro sesso.
Io ho una lunga esperienza in merito, sia individuale (data la mia storia con l'alopecia) che professionale. Ho acquisito strumenti per lavorare su questo tema, prima su me stessa e, da ormai quasi dieci anni, con i miei pazienti. Se volesse prendere un appuntamento, sono disponibile, non si scoraggi se i primi tentativi non hanno funzionato, a volte, per trovare lo specialista giusto per sè, ci vuole un pò di tempo. Lei ha diritto di vivere una vita relazionale appagante e di avere una buona stima e valutazione di sè. Si prenda spazio per lavorarci.
Io ho una lunga esperienza in merito, sia individuale (data la mia storia con l'alopecia) che professionale. Ho acquisito strumenti per lavorare su questo tema, prima su me stessa e, da ormai quasi dieci anni, con i miei pazienti. Se volesse prendere un appuntamento, sono disponibile, non si scoraggi se i primi tentativi non hanno funzionato, a volte, per trovare lo specialista giusto per sè, ci vuole un pò di tempo. Lei ha diritto di vivere una vita relazionale appagante e di avere una buona stima e valutazione di sè. Si prenda spazio per lavorarci.
Buongiorno, quello che porta sembra un profondo vissuto di non valere agli occhi degli altri e una visione degli altri come sempre pronti a schifarla. Sa quali sono state le sue ferite ma è importante curarle. Le consiglio di riprovare a rivolgersi a uno psicoterapeuta, anche se non si è sentito compreso quando ci ha provato. La psicoterapia è un lavoro relazionale e un grande pezzo lo fa la persona che incontra. Vale la pena riprovarci e fare un percorso per stare meglio.
Buongiorno, forse avete impostato un trattamento psicoterapeutico sull'obiettivo sbagliato. Non credo che il problema siano tanto le donne, per quanto in questo momento il suo pensiero sia focalizzato su questo, ma il tema "donne" fa emergere quegli importanti deficit di autostima che sono alla base del problema. Quindi, no, non basta provarci, deve per forza approfondire il discorso con una psicoterapia.
Ciao, innanzitutto grazie della tua condivisione. Penso sia stato coraggioso da parte tua raccontare una parte della tua vita molto intima e personale. Quello che ho sentito, nel leggere il tuo messaggio, è stata una solitudine di fondo, unita, forse, alla frustrazione per non essere riuscito a "sbloccare" un canale importante della tua vita. A mio avviso le difficoltà che riporti dovrebbero avere la giusta attenzione, e potrebbe essere interessante ripercorrere un pochino le esperienze della vita che ti hanno portato ad avere difficoltà nell'approcciarti intimamente con l'altro sesso. Ogni esperienza che hai vissuto, soprattutto se negativa, può aver lasciato dentro di te uno strascico, fatto di convinzioni negative riguardo a te stesso, che ti potrebbero aver portato a sviluppare e mantenere un livello di autostima basso; e questo potrebbe risuonare ogni volta che ti trovi in una situazione in cui ti si presenta una possibilità sentimentale o comunque intima. Non penso assolutamente che il tuo "problema" debba essere sminuito, anzi, penso che necessiti della giusta attenzione per comprendere cosa ti ha portato, ad oggi, a non riuscire a toccare le donne, da cosa arriva questa difficoltà. Perchè se riesci a risalire alla radice del problema, da lì puoi osservare con maggiore attenzione le tue convinzioni, i tuoi pensieri, le tue emozioni che si attivano e che ti portano a quel blocco di cui parli. E da lì provare ad esplorare una strada alternativa. Non conosco la tua storia nel dettaglio, ma penso che il tuo accenno al bullismo, ai genitori assenti o distanti, possano aver un po' tracciato l'inizio di un'insicurezza che oggi ti porti dietro e che diventa sempre più pesante. Ripercorrere gli eventi importanti della tua vita, riconoscere cosa ha impattato fortemente sul tuo vissuto e quali difese hai eretto per gestire le difficoltà che si sono presentate, potrebbe portare alla luce alcune esperienze che, forse, non sono state elaborate, ma sono rimaste bloccate perchè molto intense e stressanti per l'organismo. Non so se conosci o hai sperimentato l'EMDR, e, ripeto, è importante comprendere cosa c'è alla base di queste tue difficoltà per capire come procedere, ma, con una buona esplorazione dei ricordi e delle esperienze, questo approccio potrebbe essere utile per aiutarti a ridurre o addirittura risolvere quel blocco, quella difficoltà che hai sviluppato nell'avvicinarti al sesso femminile. Valentina
Buonasera e grazie per la domanda. Per prima cosa ci tengo a scriverle che mi dispiace che nel suo percorso abbia trovato persone dalle quali ha percepito una svalutazione della sua sofferenza. Il problema da lei posto è degno di considerazione clinica e ci permette di inquadrare la sessualità come una parte fondante della mente. Perché da quel che scrive si evince che le difficoltà comportamentali sono cariche di tanta sofferenza e impattano sull'umore e sulle relazioni.
Le dico in breve il mio punto di vista in modo semplice: ci sono condizioni che si manifestano col cibo, col sonno, con le prestazioni,... come tutte le altre manifestazioni di disagio, anche quelle sessuali vanno integrate e comprese nella loro complessità. Per cui permetto di consigliarle un percorso con un* psicoterapeuta espert* in sessuologia.
Cordialmente.
Le dico in breve il mio punto di vista in modo semplice: ci sono condizioni che si manifestano col cibo, col sonno, con le prestazioni,... come tutte le altre manifestazioni di disagio, anche quelle sessuali vanno integrate e comprese nella loro complessità. Per cui permetto di consigliarle un percorso con un* psicoterapeuta espert* in sessuologia.
Cordialmente.
Gentile utente di mio dottore,
le problematiche legate all autostima sono molto serie e non vanno prese sotto gambe; sarebbe bene se ne occupasse all' interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Contatti uno specialista ed inizi una psicoterapia, potrebbe con il tempo acquisire le sicurezze che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
le problematiche legate all autostima sono molto serie e non vanno prese sotto gambe; sarebbe bene se ne occupasse all' interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Contatti uno specialista ed inizi una psicoterapia, potrebbe con il tempo acquisire le sicurezze che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, non penso che si possa liquidare una problematica così descritta dicendo che dovrebbe solo provarci. Credo sia naturale conseguenza della sua chiara lettura di vita. Io le suggerisco caldamente e prima possibile un percorso di psicoterapia Emdr. Vedrà che otterrà ottimi benefici e non dovrà convivere con il suo malessere che va ben oltre la difficoltà di toccare una donna.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
La ricerca di soddisfazione sessuale, questa spinta a cercare una donna da toccare fisicamente per sentirsi accettato la spinge verso esperienze a pagamento sempre deludenti che le impediscono un approccio con il femminile amichevole, di condivisione di vari aspetti , con la capacità di tenuta nello sviluppo di una conoscenza. Senza affrettare i tempi sulla scia dei suoi comprensibili bisogni sessuali vista l'età. occorrerebbe analizzare i suoi modelli femminili , a partire dalla rappresentazione del materno e d anche le sue esperienze di bullismo, di distacco dai genitori e dagli amici.
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua esperienza. È comprensibile che situazioni di bullismo, solitudine e mancanza di sostegno abbiano lasciato ferite profonde, che oggi influenzano il modo in cui vivi la vicinanza e l’intimità con le altre persone. Il disagio che descrivi non parla tanto di “schifo” o di qualcosa di sbagliato in te, ma del dolore e dell’insicurezza accumulati nel tempo, che ti portano a sentirti bloccato e a temere il rifiuto.
L’esperienza con la escort, e il senso di imbarazzo o di inadeguatezza che ne è derivato, sembrano più un riflesso di questa autostima fragile che un problema “sessuale” in sé. Spesso, quando ci si sente poco degni di essere amati o desiderati, il corpo stesso fatica a lasciarsi andare. È importante lavorare prima di tutto sul rapporto con te stesso: ricostruire fiducia, valore personale e sicurezza emotiva è ciò che poi apre anche alla possibilità di vivere la sessualità con più serenità e libertà.
Capisco la tua frustrazione verso la terapia, ma forse potresti valutare di riprovarci con un professionista con cui ti senta davvero compreso e accolto. Un percorso cognitivo-comportamentale, ad esempio, può aiutarti a ristrutturare i pensieri negativi su te stesso e a sviluppare gradualmente esperienze relazionali più positive. Non sei “rotto” e non sei solo: quello che provi ha una spiegazione, e con il giusto supporto può cambiare nel tempo.
L’esperienza con la escort, e il senso di imbarazzo o di inadeguatezza che ne è derivato, sembrano più un riflesso di questa autostima fragile che un problema “sessuale” in sé. Spesso, quando ci si sente poco degni di essere amati o desiderati, il corpo stesso fatica a lasciarsi andare. È importante lavorare prima di tutto sul rapporto con te stesso: ricostruire fiducia, valore personale e sicurezza emotiva è ciò che poi apre anche alla possibilità di vivere la sessualità con più serenità e libertà.
Capisco la tua frustrazione verso la terapia, ma forse potresti valutare di riprovarci con un professionista con cui ti senta davvero compreso e accolto. Un percorso cognitivo-comportamentale, ad esempio, può aiutarti a ristrutturare i pensieri negativi su te stesso e a sviluppare gradualmente esperienze relazionali più positive. Non sei “rotto” e non sei solo: quello che provi ha una spiegazione, e con il giusto supporto può cambiare nel tempo.
Buongiorno,
complimenti per avere fatto il passo, non facile, di prendersi il tempo per descrivere il suo disagio e manifestarlo. Se ci pensa, se delle ragazze sono uscite con lei è difficile che lei facesse proprio loro schifo nel momento in cui hanno accettato. Se lei ha questa idea, rischia di trasmetterla loro, e senza volerlo di rendere meno piacevole l'interazione con loro. Se lei ha questa idea, però, non va sminuita e va accolta con gentilezza. E affrontata con pacatezza. Dice che ha avuto problemi di bullismo e una storia di solitudine. Con la sua richiesta lei ha fatto il primo passo per rovesciare la situazione, ha dato inizio a un cambiamento in cui questa situazione le sta stretta e ha attivato le sue risorse. Appunto le sue risorse può riscoprire e potenziare per migliorare l'immagine che ha di sé e il rapporto che ha con gli altri. Il passo successivo è continuare a prendersi cura di sé e iniziare un percorso - scelga di lavorare con il terapeuta con cui si trova più in sintonia - in cui va a scoprire e migliorare la gestione dei vissuti emotivi nelle relazioni, esplora i suoi punti di forza e le aree di miglioramento nelle abilità sociali, rafforza le sue competenze relazionali con gli altri e con le donne, migliora gradualmente la stima di sé. In un contesto protetto e con un gentile supporto. E non dimentichi di essere anche lei gentile con se stesso e nel giudicarsi per continuare a muovere passi in un proficuo percorso di cambiamento.
Le faccio tanti auguri.
Dott. Giovanni Iacoviello - disponibile in presenza e online
complimenti per avere fatto il passo, non facile, di prendersi il tempo per descrivere il suo disagio e manifestarlo. Se ci pensa, se delle ragazze sono uscite con lei è difficile che lei facesse proprio loro schifo nel momento in cui hanno accettato. Se lei ha questa idea, rischia di trasmetterla loro, e senza volerlo di rendere meno piacevole l'interazione con loro. Se lei ha questa idea, però, non va sminuita e va accolta con gentilezza. E affrontata con pacatezza. Dice che ha avuto problemi di bullismo e una storia di solitudine. Con la sua richiesta lei ha fatto il primo passo per rovesciare la situazione, ha dato inizio a un cambiamento in cui questa situazione le sta stretta e ha attivato le sue risorse. Appunto le sue risorse può riscoprire e potenziare per migliorare l'immagine che ha di sé e il rapporto che ha con gli altri. Il passo successivo è continuare a prendersi cura di sé e iniziare un percorso - scelga di lavorare con il terapeuta con cui si trova più in sintonia - in cui va a scoprire e migliorare la gestione dei vissuti emotivi nelle relazioni, esplora i suoi punti di forza e le aree di miglioramento nelle abilità sociali, rafforza le sue competenze relazionali con gli altri e con le donne, migliora gradualmente la stima di sé. In un contesto protetto e con un gentile supporto. E non dimentichi di essere anche lei gentile con se stesso e nel giudicarsi per continuare a muovere passi in un proficuo percorso di cambiamento.
Le faccio tanti auguri.
Dott. Giovanni Iacoviello - disponibile in presenza e online
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