Nuovi stati d'ansia e attacchi di panico

14 risposte
Salve Dottore
ho in passato eseguito un percorso sia psichiatrico che psicoterapico per far fronte alla tragedia che 4 anni fa a colpito mio figlio di 8 anni e me. Ho perso mia moglie al 7 mese di gravidanza in un incidente stradale. Dopo quasi 2 anni di percorso, siamo riusciti a ritrovare una serenità che pensavo persa per sempre. Oggi, a distanza di quasi un anno e mezzo dall'ultimo incontro, sono nuovamente vittima di attacchi di panico, di ansie fortissime e del senso di solitudine. Perché è successo di nuovo? In cosa ho sbagliato?Cosa mi consigliate di fare?
Grazie
Buongiorno Paolo. Nonostante i percorsi e i traguardi che raggiungiamo nella vita, è possibile ricapitino dei momenti in cui pare non aver fatto nessun passo avanti. Non per questo ci possiamo incolpare o chiederci dove abbiamo sbagliato. Quello che si può fare è trovare le forze per riaffrontare attacchi di panico, ansia e senso di solitudine nel suo caso, memore del fatto che le ha già "sconfitte" una volta. Le consiglio di prendere il toro per le corna da subito, ricontattando chi l'ha seguita nel percorso precedente o un nuovo terapeuta. Mi rendo disponibile per un primo colloquio qualora volesse porre la sua fiducia in me o per maggiori informazioni. Un caro saluto

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Caro Paolo, per prima cosa tieni sempre in mente che tu non hai sbagliato niente. Più complesso è invece dire perché si siano ripresentati dei sintomi. Potrebbe essere successo qualcosa di specifico oppure possono esserci aspetti non analizzati o meglio ancora non emersi nel precedente percorso. Se pensa possa esserle di aiuto dovrebbe valutare di rivolgersi ad un professionista anche solo per una consultazione.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Daniela Vinci
Psicologa
Arluno (MI)
Buonasera Paolo,
come mai si chiede in cosa abbia sbagliato? Ha affrontato due anni di percorso ed è riuscito a ritrovare una serenità che pensava persa per sempre. Capita a molti che una sintomatologia come attacchi di panico, ansie e senso di solitudine riaffiorino. Sarebbe interessante indagare come mai è successo di nuovo e cosa le sta succedendo all'interno di un secondo percorso di psicoterapia.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Caterina Bianconi
Caro Paolo, che dire, quello che ti è successo è davvero terribile e sei stato molto bravo a ritrovare un equilibrio. Penso che tu non abbia sbagliato alcunché, ma è possibile che il tuo sistema si trovi in un momento di stress negativo, che probabilmente tu non rilevi coscientemente e che lo porta ad a organizzare risposte adattive estreme, che producono sintomi ed emozioni simili a quelli già provati. Potrebbe essere utile farsi qialche domanda circa il momento attuale, cosa si sta vivendo e come, quali le prospettive o i progetti, c'è forse qualcosa che non sta andando bene? Non è detto che oggi i motivi siano gli stessi di anni passati.
Resto a diaposizione per ogni eventuale domanda. In bocca al lupo,
Simona Loffredo
Gentile Paolo, in merito a quanto scrive, essendo troppo pochi gli elementi conosciuti in questa esposizione, non è possibile ravvisare elementi che mettono in luce eventuali nuovi fattori scatenanti per le sue ricadute. Le consiglio pertanto di ritornare dal suo terapeuta per l'approfondimento ulteriore di eventuali elementi associati alle possibili ricadute, che spesso possono coesistere, ma non essere stati trattati precedentemente, perchè da lei non evidenziati durante le sedute stesse. Le auguro buona giornata. Dottoressa Michela Morin
Carissimo Paolo, non c'è qualcosa che Lei possa aver sbagliato. Accade spesso, in un perso, di non riuscire a risolvere tutto o accade anche che a distanza di tempo, nodi trattati ma solo apparentemente risolti, possano riattivarsi. Può essere inoltre che sia cambiato qualcosa che possa aver scatenato una risposta simile (ansia e panico) per una questione diversa. Le consiglio di riprendere il percorso terapeutico per scoprire che cosa sia intervenuto e come possa agire per risolverlo.
Può continuare con lo stesso terapeuta o con uno diverso.

Cordialità
Dott.ssa Fornari Daniela
Gentile Paolo, intanto mi spiace per quello che le è accaduto dal punto di vista umano e familiare, per quanto riguarda l'aspetto clinico, credo che lei non abbia commesso nessun errore in merito alle ricadute. il disturbo da attacchi di panico è un sintomo di malessere sia acuto che cronico e come nel suo caso sembra avere una matrice traumatica importante. Per cui il mio suggerimento è di riprendere con dei colloqui di psicoterapia e se necessario con il supporto farmacologico al fine di proseguire il processo di cura che aveva iniziato e come dice ha avuto i suoi benefici. Farsi aiutare non è segno di debolezza ma gesto di responsabilità; il fatto che a distanza di tempo lei abbia stia di nuovo male è proprio perchè l'evento traumatico del lutto ha avuto per lei e per suo figlio una certa importanza.
Salve Paolo non so che tipo di lavoro terapeutico abbia fatto, ma solitamente se non si lavora sul trauma il corpo riproduce sintomi, in aggiunta al fatto che è importante fare un percorso per apprendere strategie per gestire le emozioni e la solitudine. Se vuole maggori info mi scriva pure...
Buongiorno Paolo,
mi dispiace molto per la perdita di sua moglie e credo che sia ancor più difficile per il suo bambino. Credo che le sue manifestazioni possano essere lette come un elaborazione che merita più tempo nel lavoro psicologico. Due anni sono un buon tempo, ma forse non è sufficiente se si trova ad avere attacchi di panico, ansie.
Nella mia esperienza professionale dico sempre ai miei pazienti che la psicoterapia ha un tempo che viene stabilito dalla persona, dalla scomparsa dei disagi e dal miglioramento duraturo della vita.
Il senso di solitudine è una condizione di vita nuova a cui ci si deve gradualmente educare.
Se ne vuole parlare con me sono disponibile.
Un cordiale saluto
Elisabetta Ciaccia
Gentile Signore,
l'esperienza traumatica che vi ha travolti deve essere stata veramente indescrivibile...
trovo importante che in questo momento di sofferenza sia alla ricerca di nuove risposte. Non credo abbia sbagliato, ma piuttosto che i sintomi dei quali mi parla le stiano segnalando un malessere che non ha ancora trovato uno spazio diverso attraverso cui potersi esprimere. Io sono a sua disposizione se ha bisogno di parlarne.
Salve, indubbiamente è una ferita profondissima. Come se fosse "crollata la terra sotto i piedi". La scelta di intraprendere un percorso psichiatrico e psicoterapico è stata molto importante. Anche alla luce del fatto che, dopo quasi 2 anni, siete riusciti a ritrovare una serenità che pensava fosse persa per sempre. Ora, consiglierei nuovamente di ricontattare il dottore che l'ha seguita e prendere un appuntamento. Questo perché già la conosce e conosce la sua storia (dato il percorso fatto per 4 anni).
Gentile Paolo, mi dispiace molto per la trageda che ha colpito lei e la sua famiglia, io non credo che si possa parlare di sbagli.. le emozioni che proviamo ci comunicano che qualcosa non va, e ci invitano a prenderci cura di noi. Non vedrei quindi questo, come qualcosa di sbagliato, ma piuttosto come segnale che c'è bisogno, nuovamente, di fermarsi a pensare a se stesso. potrebbe ricontattare il suo terapeuta per capire insieme che cosa sta succedendo.
Cordiali saluti
Buongiorno Paolo,
come dice bene una “tragedia” vi ha colpiti e quando ci si confronta con eventi traumatici come quello che ha descritto sicuramente non è semplice ritrovare la serenità e sicuramente può capitare di confrontarsi nuovamente con momenti di disagio.
Chiedersi in cosa ha sbagliato, colpevolizzandosi, non è però la strada giusta per sentirsi meglio. Le emozioni che viviamo, per quanto ci facciano soffrire, sono preziose poiché ci segnalano quando qualcosa non va e ci suggeriscono che è un momento in cui è proprio necessario fermarci un attimo e prenderci cura di noi.
Chiedersi perché è successo di nuovo, perché proprio in questo momento, è invece una domanda importante, da ascoltare.
La invito quindi a ricontattare il terapeuta che la seguiva, o a rivolgersi a qualche psicoterapeuta diverso se preferisce, per capire insieme cosa sta succedendo e trovare strategie per affrontare il suo disagio.
Questa brutta esperienza di vita ha coinvolto lei, così come suo figlio. Per i bambini non è facile riconoscere le emozioni che sperimentano e chiedere aiuto. In molti casi vedendo il genitore soffrire possono crearsi degli irrazionali sensi di colpa o possono desiderare proteggere il genitore nascondendo ancora di più le proprie emozioni. Sono solo degli esempi ovviamente, ma così come è capitato a lei di perdere la serenità ritrovata, può capitare anche a suo figlio di sperimentare altri momenti di fatica. La invito quindi a mantenersi sempre “sintonizzato” con lui, attento ai segnali di disagio che può mandare e aperto al dialogo, perché sappia di potersi affidare a lei per gestire anche le proprie difficoltà… eventualmente andando insieme a chiedere un aiuto a qualcuno!
Se ha piacere di approfondire il discorso di persona, ovviamente sono a disposizione.
La saluto
Gentile signore, sono comprensibili i suoi dubbi, la confusione che prova e il bisogno di capirne di più. Ha affrontato con coraggio un periodo doloroso e questo le può dare la speranza e la fiducia che può farcela, anche questa volta. Non ha sbagliato in nulla. Sta affrontando la vita nel migliore dei modi che può. Dalla fine della terapia, nella sua vita o in quella delle persone che la circondano ci sono stati dei cambiamenti, degli eventi particolari? Il malessere che prova potrebbe essere legato a quelli che potrebbero riattivare aspetti traumatici legati alla perdita di sua moglie o potrebbero essere legati ad altri fattori. Per poterle meglio rispondere, avrei bisogno di conoscerla di persona, conoscere meglio la sua storia. Le consiglio di parlarne con uno specialista di fiducia. Le faccio i miei migliori auguri, un saluto. Dott.ssa Colucci

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