Mia madre è morta 10 giorni fa,dopo 14 anni di malattia che pian piano l'ha logorata...le ho dedicat

29 risposte
Mia madre è morta 10 giorni fa,dopo 14 anni di malattia che pian piano l'ha logorata...le ho dedicato la mia vita,con amore e dedizione,me ne sono sempre occupata io...ma non riesco a ricordare quello che facevamo,ci provo ma non ci riesco,o per lo meno,non come immaginavo...ho avuto paura ogni singolo giorno di perderla ed adesso che l'ho persa mi sento come svuotata,anche dei nostri ricordi...mi sento vuota,ma il mio cervello non riesce a ricordare granché della nostra vita di prima,sembra fermo a quel maledetto giorno in cui mi è praticamente morta tra le mani(anche se in realtà è morta in ospedale,ma avendo perso conoscenza per me è così che è andata).Mi manca immensamente,ma voglio ricordarla,voglio piangere,voglio disperarmi...l'ho fatto ma secondo me non abbastanza.E mi sento in colpa.Credo sia un modo per non soffrire.Ma mi sembra sbagliato.
Dott.ssa Marina Albanese
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Cara hai celebrato l'amore per tua madre in ogni singola parola che hai usato per descrivere come ti senti in questo momento così difficile e doloroso della tua vita.
È come se il tuo mondo interiore fosse sospeso in quel momento doloroso, come se la tua mente fosse rimasta lì, incapace di andare avanti.

Quello che descrivi ha un senso profondo: per tanti anni la tua vita è stata intrecciata alla sua, in una dedizione totale. Ora il tuo cuore la cerca, ma il dolore è così grande che forse sta proteggendoti, almeno per ora, mettendo in pausa i ricordi. Non significa che non ci siano, non significa che il tuo amore sia stato vano. Sono dentro di te, e troveranno il loro spazio nel tempo, quando sarà possibile accoglierli senza travolgerti.

Sentirsi in colpa è una risposta così umana al lutto: il nostro amore cerca un modo per esprimersi, anche quando chi amiamo non è più con noi. Ma il dolore non ha regole, non ha un modo “giusto” di manifestarsi. Piangere di più, soffrire di più, non significa amare di più. Il tuo amore è già stato enorme, visibile in ogni gesto, in ogni giorno che hai passato con lei, occupandoti di lei.

Forse, più che forzare i ricordi, puoi semplicemente stare con te stessa in questo momento, con quello che c'è. Accogliere anche il vuoto, anche il senso di sospensione. I ricordi torneranno quando sarà il momento, spontanei, magari in piccoli dettagli: una voce, un profumo, un gesto. Non devi cercarli con la paura di aver perso qualcosa, perché tua madre è ancora dentro di te, anche nel silenzio.

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Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, le sue parole trasmettono con grande intensità il dolore che sta vivendo. La perdita di una persona cara, soprattutto dopo un percorso così lungo e totalizzante come quello che ha affrontato accanto a sua madre, può lasciare una sensazione di vuoto profondo, di smarrimento e di confusione emotiva. È naturale che, a soli dieci giorni dalla perdita, il suo cervello si protegga temporaneamente dall’impatto emotivo più intenso, quasi “congelando” i ricordi più profondi. Si tratta di un meccanismo di difesa che la aiuta ad affrontare il dolore in modo graduale. Anche il senso di colpa che avverte è una reazione frequente in chi ha vissuto una perdita importante e ha dedicato tutte le proprie energie all’accudimento della persona amata. Il bisogno di ricordare e di lasciar scorrere le emozioni è comprensibile e merita ascolto. Tuttavia, non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di elaborare il lutto. Ogni processo è unico, e forzarsi a provare determinate emozioni potrebbe solo aumentare il senso di frustrazione. Con il tempo, i ricordi affioreranno, così come la possibilità di piangere e ricordare sua madre non solo nei momenti difficili, ma anche per tutto l’amore che vi ha unite.
Le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo specializzato nell’elaborazione del lutto, che potrà accompagnarla in questo percorso, aiutandola a ritrovare un equilibrio emotivo e a riconnettersi serenamente con i suoi ricordi e le sue emozioni. Un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
È comprensibile che tu stia vivendo un momento di grande dolore e smarrimento. La perdita di una persona cara, soprattutto dopo anni di dedizione e cura, porta con sé un mix complesso di emozioni: tristezza, senso di vuoto, senso di colpa, difficoltà nel ricordare i momenti passati insieme.

Il nostro cervello ha modi diversi per elaborare il lutto, e il blocco nei ricordi che stai sperimentando potrebbe essere un meccanismo di difesa per proteggerti da un dolore troppo intenso. A volte, la mente si concentra sull'evento traumatico della perdita, lasciando in ombra tutto ciò che è venuto prima. Questo non significa che i ricordi siano persi per sempre, ma che probabilmente hanno bisogno di tempo e di uno spazio sicuro per riaffiorare.

È naturale anche interrogarsi su come si dovrebbe vivere il dolore, se si sta soffrendo "abbastanza" o nel modo "giusto". Ma il lutto non ha regole fisse: ognuno lo affronta con i propri tempi e modalità. Non c'è un modo giusto o sbagliato di piangere una perdita.

Per aiutarti a ritrovare i tuoi ricordi e ad attraversare questo periodo con maggiore consapevolezza, potrebbe essere utile parlare con uno specialista che ti guida nell'elaborazione di questo dolore.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Ciro Napoletano
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Capisco quanto sia doloroso il momento che stai vivendo. La tua esperienza di perdita è legata a una lunga e profonda relazione, e il dolore che senti è un riflesso dell'amore che hai dato. È importante sapere che il cervello, quando affronta un trauma emotivo così grande, può proteggersi creando una sorta di “blocco” sui ricordi più dolorosi. Non significa che tu non li abbia, ma che la mente sta cercando di adattarsi alla nuova realtà. Il sentirsi vuota e la difficoltà a piangere sono comuni in questi casi e non indicano che tu non stia vivendo il lutto correttamente. Non c'è un modo giusto o sbagliato di affrontare la perdita; ogni persona ha il suo tempo. Permettiti di sentire ciò che provi senza giudicarti. Il processo di elaborazione del lutto è lento, e ti invito a non forzarti a ricordare, ma a vivere il dolore senza colpa, accogliendolo quando arriverà.
Dott.ssa Dimitra Tsekou
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Lei si sta confrontando con un lutto molto importante, non si spaventi, si dia il tempo di recuperare le memorie e questo può avvenire solo se lei si lascia andare, adesso tutto è fermo ma il mio consiglio è quello di lasciare andare l'imposizione e la richiesta di ricordare, più noi ci sforziamo più le cose non succedono, lasci che il tempo scorre e che sua madre trova lo spazio per farsi ricordare. In più forse un percorso di terapia potrebbe aiutarla in questo. Un saluto caloroso
Dott.ssa Elin Miroddi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile signora,
Il suo messaggio tocca profondamente il cuore. La perdita di sua madre, dopo 14 anni di assistenza intensa e amorevole, rappresenta un evento di enorme impatto emotivo. La comprendo profondamente quando descrive quel senso di vuoto e la difficoltà a richiamare i ricordi del "prima".
Quello che sta vivendo è una risposta normale a un trauma significativo. Il nostro cervello, per proteggerci da un dolore troppo intenso, può temporaneamente "congelare" alcuni ricordi, soprattutto quando l'ultimo evento traumatico (il momento della perdita) è così recente e vivido. Non si senta in colpa per questo: non è un tradimento verso sua madre, ma un meccanismo di protezione naturale.
In questi casi, l'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) può essere particolarmente utile perché:
- Aiuta a elaborare il trauma della perdita
- Permette di accedere gradualmente ai ricordi in modo meno doloroso
- Facilita l'integrazione dell'esperienza traumatica con i ricordi positivi
- Sostiene il processo naturale di elaborazione del lutto

Non esiste un modo "giusto" o "sbagliato" di vivere il lutto, né una quantità "giusta" di lacrime da versare. Ogni persona vive questo processo in modo unico e personale, con i propri tempi. Si conceda allora il tempo necessario senza giudicare le proprie reazioni. Nel contempo,consideri la possibilità di un supporto psicoterapeutico con EMDR per elaborare questa perdita e, se lo desidera, crei un diario o un album fotografico, senza forzarsi, lasciando che i ricordi riemergano gradualmente.
Il grande amore e la dedizione che ha dato a sua madre sono reali e presenti, anche se in questo momento fa fatica a connetersi con i ricordi. Non dubiti mai di questo.
Sono qui se desidera ulteriore supporto in questo delicato momento. Con profondo affetto e vicinanza,
Dott.ssa Elin Miroddi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Le sono profondamente vicino in questo momento di dolore. La perdita di una madre, soprattutto dopo un percorso lungo e faticoso come quello che ha vissuto, è un evento che scuote profondamente, lasciando un senso di vuoto difficile da colmare. Quello che sta provando è del tutto naturale: il suo cervello e il suo cuore stanno cercando un modo per elaborare un dolore così grande, e ognuno lo fa a modo suo, con tempi e modalità differenti. Non riuscire a ricordare come vorrebbe non significa che i ricordi siano andati persi. È probabile che il suo cervello, in questo momento, sia ancora in uno stato di difesa e stia cercando di proteggerla dall'ondata emotiva che potrebbe travolgerla. Il trauma della perdita recente, il dolore che ha vissuto nel vederla spegnersi, hanno lasciato un segno profondo, e può darsi che al momento la sua mente sia rimasta agganciata a quel momento, come se fosse l’unica realtà possibile. Ma i ricordi della vita insieme, quelli pieni di amore e di significato, non sono scomparsi: sono lì, solo che ora potrebbero essere avvolti da una nebbia di dolore che li rende meno accessibili. Si dia tempo. La memoria è qualcosa di vivo, e spesso i ricordi tornano quando meno ce lo aspettiamo: attraverso un profumo, una canzone, un gesto quotidiano. Piuttosto che forzare il ricordo, provi ad accoglierlo quando arriva, senza giudicare se sia sufficiente o meno. Anche il senso di colpa che prova è una reazione comune: ha dato tutto per sua madre, ha vissuto con la costante paura di perderla, e ora che quella paura è diventata realtà, la sua mente sta cercando un modo per dare un senso a ciò che è accaduto. Forse si aspettava di disperarsi di più, di piangere in modo più intenso, come se il dolore dovesse essere dimostrato in una certa maniera. Ma il lutto non segue schemi prestabiliti, né ci sono modi "giusti" o "sbagliati" di soffrire. Potrebbe aiutarla a scrivere qualche pensiero su di lei, magari un ricordo alla volta, senza pressione. Anche guardare foto, ascoltare la sua voce se ne ha una registrazione, o semplicemente sedersi in un luogo che le ricorda sua madre potrebbe aiutarla a far riaffiorare i momenti belli. Ma se tutto questo ora le sembra troppo, non c’è nulla di sbagliato nel concedersi una pausa dal dolore. Non significa che l’abbia dimenticata o che non le importi abbastanza. Significa solo che il suo cuore e la sua mente stanno cercando di gestire una perdita enorme nel miglior modo possibile. Se sente che il senso di vuoto e la difficoltà a ricordare persistono per molto tempo e le impediscono di elaborare il lutto, potrebbe essere utile cercare un supporto esterno, come un professionista che possa aiutarla a dare voce e spazio alle sue emozioni. Ma per ora, si conceda il diritto di sentirsi come si sente, senza giudicarsi. Il dolore cambierà forma con il tempo, e i ricordi, torneranno a farle compagnia. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, ho letto il suo messaggio e vorrei risponderle. Innanzitutto, mi dispiace molto per la sua perdita.
Certo, è comprensibile, e tra l'altro è anche bello questo aspetto, sa. Perché è come se lei volesse permettersi di soffrire, volesse ricordare invece che non farlo e volesse quindi non pensare solo a quell'immagine ma giustamente anche a tutto il resto.
A volte, in alcune circostanze come questa, ci si potrebbe ritrovare in situazioni che sono il contrario di ciò che si auspicherebbe.
Non c'è nulla di sbagliato. Ci può essere però bisogno di qualche strategia funzionale che le consenta di vivere il lutto, ricordando e sentendo l'amore nei confronti di sua mamma. Di viverlo quindi in modo diverso da quello che sta accadendo ora, e che soprattutto non la faccia sentire né in colpa né come se ci fosse qualcosa di sbagliato.
La ringrazio e le auguro buon tempo.
Dott.ssa Maria Domenici
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara utente,
Mi dispiace sapere della morte della sua cara mamma; e soprattutto, di come questa scomparsa stia affliggendo il suo cuore. Sarebbe bello darle un pò di sollievo dall'attuale sofferenza, ma la consolazione perfetta non è possibile, se non con il tempo.
Le persone che hanno avuto un lutto spesso sentono che la vita ha perso significato. Questo vuol dire che, in un certo senso, la persona che ci ha lasciato si porta via anche le nostre parti vitali. Sperimentiamo una profonda tristezza e un senso di vuoto.
Questo è il lutto, un'emozione che dura per un periodo di tempo, a seconda della persona e della situazione traumatica che il lutto ha comportato. Ci sono lutti che possono accompagnare una vita intera, ad esempio, alcune madri che hanno perso un figlio improvvisamente rimangono in lutto per molti anni.
I sintomi associati al lutto sono il risultato del complesso lavoro psichico necessario per sciogliere l’attaccamento all’oggetto d’amore perduto. La persona cara non c’è più in modo irreversibile e questo porta a investire tutta la propria energia nella perdita.
Quando questa fase si conclude, la persona non dimentica, ma riesce a separarsi dal dolore ossessivo della perdita. Il ricordo dell’amato diventa parte della propria interiorità, senza più ostacolare la vita. Questo è il lavoro del lutto: mettere da parte la propria vita, ripiegare su se stessi, e impegnarsi nell’elaborazione della perdita. Ciò significa rivivere ricordi, aspettative e legami legati all’oggetto perduto, un processo che richiede tempo e un enorme dispendio di energia. Solo quando questo percorso è compiuto, il lutto può dirsi elaborato.
Immagino che in questo momento possa essere difficile pensare che un giorno si sentirà meglio, eppure sapere questa cosa, che è certamente vera, spero la rincuori anche solo un pò. Il ricordo della sua amata madre, invece di un tormento bloccato per impedirle di stare male, rimarrà nel suo cuore un sentimento di dolce tristezza.
Le auguro il meglio.
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buonasera! Prima di ogni cosa, mi permetta di porgerle le mie più sincere condoglianze. Considerato i limiti del contesto e la tenerezza del messaggio, mi limiterò a condividere qualche pensiero. Il lutto è un processo inevitabile, complicato, delicato e prezioso. I tempi che richiede non sono standardizzati, non sono uguali per tutti, perché siamo unici, siamo diversi, siamo umani. Si prenda il tempo di cui ha bisogno per preparare uno spazio di elaborazione, una culla mentale in cui accogliere e dare senso al dolore. Un luogo intimo/interno in cui poter immaginare lei, la sua mamma e la vostra relazione, affinché possa realizzarsi quel prezioso passaggio da un “fuori” che non è più, a un “dentro” che ci sarà sempre (ora come allora). Quello che adesso sta vivendo è comprensibile e immagino sia il modo in cui riesce a rendere tollerabile un dolore che altrimenti sarebbe devastante. Se la memoria fallisce, forse, non c’è un prima e non ci sarà un dopo. Credo che avesse bisogno di condividere il dolore e ha fatto bene, perché un dolore condiviso è un dolore a cui è stato estratto il veleno. Buon viaggio
Dott.ssa Lara De Mizio
Psicologo, Psicologo clinico
Sesto San Giovanni
Car*,
vorrei esprimere vicinanza in questo momento incredibilmente difficile per Lei, il dolore che esprime in queste poche righe mi tocca nel profondo. Ognuno elabora la propria sofferenza in modalità uniche, al momento è possibile che ripensare a momenti sereni con Sua madre sia molto difficile. Il processo di elaborazione può essere difficoltoso e potersi affidare ad una figura professionale può essere un buon modo per prendersi cura di se stessi. La saluto cordialmente. L. De Mizio
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, penso che sarebbe opportuno farsi aiutare ad elaborare questo lutto, cosa impedita dalla difficoltà nel ricordare dovuta probabilmente ad una sua difesa. Le direi di farsi supportare da un professionista che attraverso un lavoro bottom-up, che abbia come punto di partenza il corpo, arrivi alla mente, alla parte cognitiva. Le consiglio la terapia Sensomotoria e l'approccio EMDR in questo senso, unite ad un orientamento cognitivo comportamentale di base. Nel caso voglia approfondire mi rendo disponibile.
Un cordiale Saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Mi dispiace profondamente per la sua perdita e la ringrazio per aver condiviso il suo dolore. Il lutto è un processo complesso, personale e unico per ognuno di noi. È naturale che, dopo tanti anni dedicati alla cura di sua madre, ora si senta svuotata e fatichi a ricordare i momenti di serenità vissuti insieme.
Quando per tanto tempo l’accudimento diventa il fulcro della propria vita, alla perdita della persona cara può emergere un senso di vuoto profondo, come se fosse venuto meno l’unico scopo su cui si era concentrata.
Si dia tempo. Il dolore si manifesta in modi diversi e non esiste un modo "giusto" di soffrire. Sentire di non aver pianto o sofferto abbastanza è una sensazione comune, ma non significa che il suo amore per sua madre fosse meno profondo. Il lutto non segue regole precise, e spesso le emozioni emergono a ondate, anche a distanza di tempo.
Quando si sentirà pronta, potrebbe aiutarla guardare delle foto o parlare con altri familiari per rievocare i momenti di condivisione e di gioia. A volte, ascoltare i ricordi degli altri può far riaffiorare anche i propri. Se sente il bisogno di un supporto ulteriore, confrontarsi con una persona esperta potrebbe aiutarla a elaborare il suo dolore in modo più sereno.
Le auguro di ritrovare, con il tempo, un modo per ricordare sua madre non solo attraverso la sofferenza della perdita, ma anche attraverso tutto l’amore e i momenti preziosi che avete vissuto insieme.
Un'ultima cosa: la inviterei a prendersi del tempo per se stessa, per rilassarsi e riconnettersi con se stessa. E' fondamentale ora prendersi cura di se stessa per riuscire a elaborare questa perdita. Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Boldrin
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Monza
Un lutto così significativo e doloroso, come la morte della propria madre, è sempre qualcosa che lascia un immenso vuoto e non può che essere così. Ancora di più se si tratta di un genitore a cui abbiamo dedicato tempo e premure nella sua lunga malattia, che abbiamo amato e di cui riserbiamo ricordi preziosi (anche se in questo momento non facilmente accessibili). Quel vuoto, il non potersi e doversi più occupare della sua cura è sempre qualcosa di alienante. Pur essendo un'esperienza umana, non siamo abituati a vivere il lutto e ad attraversarlo con pazienza. Eppure è l'unica cosa possibile e non c'è una ricetta, non c'è un unico modo di viverlo. Dipende dalla nostra unicità, dalla fase della vita che stiamo attraversando e dalla possibilità che ci diamo di stare nel dolore, con tutte le sue sfumature. Il lutto richiede un tempo di attraversamento che non può essere breve. Sono passati pochi giorni dalla sua perdita e le sue parole raccontano il disorientamento emotivo che sta provando, la fatica di ricostruire cosa c'è stato. È naturale che questi primi momenti siano così e probabilmente ci vorrà tempo perché possano tornare a galla i ricordi piacevoli e preziosi della vostra vita insieme. Si dia tempo, si accolga nel suo dolore e in come lo può vivere. Spero per lei che sentirà la possibilità di chiedere aiuto, per trasformare questo dolore e di tenere con sé le parti di quella relazione con sua madre che possono ancora sostenerla nelle sue traiettorie di vita.
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, condoglianze per la sua perdita. Le consiglio un sostegno psicologico che l'aiuti ad elaborare il lutto. Cordiali saluti.
Dott.ssa Sveva Nonni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Mi dispiace profondamente per la tua perdita e le porgo le mie condoglianze. È completamente naturale sentirsi sopraffatti da una sensazione di vuoto e confusione dopo un’esperienza così dolorosa e lunga. E’ normale sentirsi smarriti, disorientati e incapaci di elaborare il dolore come ci si aspetterebbe. Il fatto che lei non riesca a ricordare bene la vostra vita insieme in questo momento non è una “carenza” o un fallimento. La mente spesso si protegge in momenti di grande dolore, e può capitare che i ricordi vengano momentaneamente “bloccati” o che sembri difficile accedervi. Il fatto che tu senta di non aver pianto “abbastanza” non è un’indicazione di qualcosa di sbagliato in te. Il dolore non ha un calendario o una quantità stabilita: ogni persona lo elabora a modo suo e con i propri tempi. La sensazione di non star “soffrendo abbastanza” potrebbe derivare dal fatto che, in alcuni momenti, la mente si può ancora sentire in uno stato di incredulità o di blocco emotivo, come se il dolore fosse troppo da sopportare tutto insieme. Non c'è un modo giusto o sbagliato di vivere il lutto, la cosa più importante in questo momento è permetterti di sentire quello che stai sentendo senza giudicarti. L’idea che il dolore venga “evitato” o “bloccato” non è sbagliata, ma è una protezione che la tua mente ha attivato per non essere sopraffatta. La prego, non si colpevolizzi se non sta soffrendo come pensa che dovrebbe. Non esiste un modo “corretto” per soffrire. Lei stessa dice di averle dedicato la sua vita, non mi sembra abbia quindi nulla da rimproverarsi nel suo ruolo come figlia. La inviterei a valutare un percorso psicologico di supporto, considerando quello che sta condividendo con noi. Potrebbe aiutarla a gestire nella maniera più opportuna questo immenso lutto, e per capire come affrontarlo. Le mando un caro saluto
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Psicologo, Psicologo clinico
Trinitapoli
Gentile utente, l'elaborazione del lutto è fatta di tante fasi durante le quali si vivono una serie di sintomi e conseguenze sia a livello psicologico che a livello fisico; il senso di colpa che lei avverte in questo momento è una manifestazione del lutto stesso. Quella che la sua mente sta mettendo in atto è sicuramente una strategia di evitamento. Resto a disposizione, qualora decidesse di intraprendere un percorso di sostegno psicologico ai fini di una corretta elaborazione del lutto e le faccio arrivare tutta la mia vicinanza e comprensione per il triste momento che sta vivendo.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Gent.ma utente,
le più sentite condoglianze. Grazie per la sua delicata e intensa dimostrazione di affetto nei confronti di sua madre. E' una condivisione che commuove e smuove empatia.
E' assolutamente normale quello che sta accadendo alla sua memoria. La memoria episodica è fortemente legata alla sfera emozionale: a livello fisiologico questa relazione è nelle molteplici connessioni tra l'area del cervello chiamata Ippocampo (sede della memoria degli eventi di vita) e l'Amigdala, l'area deputata a identificare gli stimoli ambientali o mentali (per esempio i suoi ricordi con sua madre), che possono generare dolore o sofferenza.
Quando lei tenta di ricordare sua madre e quindi di attingere alla memoria episodica, la sua amigdala si attiva per avvertire il cervello che ciò potrebbe causare malessere e inibisce chimicamente l'attivazione dei ricordi nell'ippocampo. Succede la stessa cosa per i traumi che ci colpiscono o a cui assistiamo.
Quando l'elaborazione del lutto sarà in una fase più avanzata, vedrà che le memorie torneranno in tutta la loro forza e bellezza, perché non saranno più un potenziale pericolo, ma un piacevole flusso di pensieri e di immagini, che le ricorderanno sua madre.
Anche il senso di colpa è un sentimento che in questo momento la sta proteggendo in qualche modo. La sua mente si auto-accusa di non riuscire a ricordare, per evitare di dover accettare serenamente che sua madre non c'è più e che il passato non torna per rimediare.
Il mio consiglio è di non vivere da sola questo momento così difficile. Si appoggi alla rete di supporto che riesce a trovare intorno a sé, tra i familiari o gli amici, oppure un professionista. E' un modo saggio per non tentare di eccedere nella ruminazione e per non stagnare nella disperazione del momento, che pure è lecita ed è importante che si manifesti con sincerità.
Lasci che qualcuno le tenga la mano in questo percorso di separazione che ogni essere umano vive, prima o poi, lungo il corso della vita e che può rappresentare un momento di grande crescita personale (anche se questo adesso può sembrare impossibile).
La sofferenza ora ha una sua ragione di essere, così come la tristezza e il rammarico. E' la conferma inequivocabile di quanto amasse sua madre e questo amore, ne sono certo, è quello che non potrà mai dimenticare e che rimarrà così intenso per sempre.

Le auguro davvero il meglio e, se ha bisogno, sono qui a disposizione.
Dott. Antonio Cortese
Buonasera, sono una psicologa psicoterapeuta ed ho letto la sua richiesta d'aiuto. Mi dispiace molto per la sua grave perdita e per le emozioni dolorose o "faticose" che sta sperimentando. Quando si vive un così lungo ed estenuante periodo di accudimento di un caro malato, è piuttosto comune sentirsi svuotati al momento della sua morte. La sua vita negli ultimi 14 anni è stata dedicata a sua madre, dunque probabilmente ora c'è una parte di lei che si sente in colpa per essere ancora viva ed ha paura di rimettersi in gioco e di essere in futuro felice, senza sua madre al suo fianco.
Non mi spingo oltre perché l'elaborazione del lutto è delicata e la perdita di sua madre è estremamente recente....Si dia tempo, ascolto, affetto, dedizione...proprio come ha fatto in tutti questi anni con la sua mamma. Ora è lei ad aver bisogno di cure ed ha tutto il diritto di concedersele!
Un caro saluto.
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Cara utente,
Il dolore che provi è immenso, e il senso di vuoto che senti ora è il riflesso di quanto tua madre sia stata parte della tua vita. A volte, la mente si blocca sui momenti più dolorosi per proteggerci, e i ricordi più belli sembrano sfumare. Ma non sono persi. Sono dentro di te e torneranno, nei gesti quotidiani, nelle piccole cose che parlano di lei.
Non esiste un modo giusto o sbagliato di soffrire. Il tuo amore per lei non si misura da quanto piangi, ma da tutto ciò che siete state insieme. La tua mamma non è solo nell’ultimo istante, ma in ogni attimo che avete condiviso. Concediti il tempo di ritrovarla nei tuoi ricordi, senza forzarti.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Dott.ssa Giulia Prinzis
Psicologo, Psicologo clinico
Olbia
Salve, mi dispiace molto per la sua perdita. Ognuno affronta il lutto per una persona cara in maniera soggettiva e personale, non c'e' una tempistica predefinita sulla duranta del pianto e della disperazione e sopratutto non c'e' un modo giusto o sbagliato per eleborare la perdita. Il senso di colpa e' un sentimento che fa spesso parte dell'elaborazione. Provi a darsi del tempo per riuscire ad elaborare e riorganizzare la sua vita senza sua madre, i ricordi dei momenti felici con sua madre riemergeranno e saranno essenziali per continuare la sua vita. La abbraccio
Dott. Ivan De lucia
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Ovada
Gentile,

mi dispiace profondamente per la sua perdita. Quello che sta vivendo è un dolore enorme, e il suo senso di vuoto, così come la difficoltà nel ricordare, sono reazioni del tutto comprensibili. Il nostro cervello, di fronte a un evento traumatico, può attivare meccanismi di difesa per proteggerci dal dolore più intenso, e questo può tradursi in una sorta di blocco emotivo o in una difficoltà a recuperare i ricordi. Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di soffrire. Il lutto ha tempi e modalità diverse per ognuno di noi, e non deve sentirsi in colpa se il suo dolore non si manifesta come immaginava. I ricordi di sua madre sono dentro di lei, anche se ora sembrano offuscati dal trauma della sua perdita. Con il tempo, e con la giusta elaborazione, torneranno a emergere in modo più nitido e meno doloroso.
Se sente che questo senso di vuoto e colpa sta diventando opprimente, un supporto psicologico potrebbe aiutarla a dare spazio al suo dolore in modo più sano, senza paura di “non soffrire abbastanza” o di dimenticare. Il lutto è un percorso delicato, e non deve affrontarlo da sola.

Un caro saluto,

Dott. Ivan De Lucia
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, mi dispiace tanto per la storia che ha raccontato. Purtroppo, le perdite lasciano tante emozioni negative che possono essere elaborate con un buon supporto psicologico.
Mi occupo di psico-oncologia, cure palliative e supporto all'elaborazione del lutto, se le fa piacere mi contatti pure.
Se dovesse avere dei dubbi, può scrivermi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Grazia Scaini
Psicologo clinico, Psicologo
Castello di Godego
Buongiorno, innanzitutto mi dispiace per la sua perdita, le porgo le mie condoglianze.
Per quanto riguarda la sua reazione, è passato davvero poco tempo quindi è normale che in questi giorni la sua mente si impegni come può a far fronte al dolore. Di fronte ad un lutto come prima reazione tendiamo a difenderci dalle emozioni che proviamo, e questo è più vero tanto più è forte il dolore della perdita. Il tempo di affrontare la tristezza e i ricordi è rimandato a più in là, a quando si hanno le forze per elaborare quello che è successo e andare avanti.
Nella sua situazione oltretutto non è stata una cosa improvvisa, lei ha dedicato molti anni alla cura di sua madre e ora che non c'è più è normale che si senta svuotata, perché ha perso una relazione che occupava gran parte dei suoi pensieri e delle sue giornate. Quindi oltre al lutto deve affrontare anche la sfida di dover ricostruire se stessa in quella che sarà la sua vita da ora in poi, si conceda il suo tempo per farlo!
Se dovesse continuare a sentirsi così per troppo tempo o se dovesse sentirsi in colpa nel ricostruire se stessa le consiglio comunque di iniziare un percorso.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, mi dispiace profondamente per la sua perdita e per il dolore che sta attraversando. La morte di una madre, soprattutto dopo anni di dedizione e cura, lascia un vuoto che può sembrare insopportabile, e il modo in cui la mente e il cuore reagiscono a questo dolore è spesso imprevedibile.

Quella sensazione di non riuscire a ricordare come vorrebbe, di sentirsi bloccata in quel giorno, è più comune di quanto possa sembrare. Il lutto è un processo complesso, e a volte il nostro cervello, nel tentativo di proteggerci, mette una sorta di barriera ai ricordi più vividi, soprattutto quando la sofferenza è ancora così intensa. Non significa che i suoi momenti con sua madre siano svaniti, né che lei non abbia amato abbastanza. I ricordi torneranno, nei tempi giusti, magari quando la sua mente e il suo cuore saranno pronti a riaccoglierli senza esserne travolti.

Si dia il permesso di sentire quello che sente, senza giudicarsi. Il dolore ha modi diversi di manifestarsi e non esiste un "modo giusto" di soffrire. Il senso di colpa che prova, come se non avesse pianto abbastanza o non stesse soffrendo "come dovrebbe", è solo un riflesso della profondità del suo amore. Ma il lutto non si misura in lacrime, né nel tormento. È un percorso fatto di alti e bassi, di giorni in cui il dolore è più forte e altri in cui sembra più distante.

Col tempo, e con gentilezza verso se stessa, vedrà che i ricordi della sua vita con sua madre torneranno, non solo quelli legati alla sua malattia, ma anche quelli più belli, quelli che la faranno sorridere, che le faranno sentire la sua presenza in modo diverso, ma sempre vicino. Se sente il bisogno di condividere questo percorso con qualcuno, non esiti a cercare sostegno, perché il dolore condiviso può diventare più leggero da portare.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Chiara Lagi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Carissima, la perdita della propria madre produce un profondo dolore imparagonabile con altri eventi luttuosi; è un’esperienza struggente per lo smarrimento e il vuoto emotivo che ne deriva e che è dato dalla misura del legame affettivo stabilito. Attenzioni e cure profuse alla madre per lunghi periodi di malattia o inabilità rappresentano la forma più evoluta dell’amore filiale la cui traccia è indelebile nella memoria e nel cuore. Ogni individuo ha tempi e modalità personali per elaborare eventi traumatici come il lutto; a volte il dolore emerge rapidamente, atre volte resta sospeso o tende ad essere soffocato. I momenti vissuti insieme non sono perduti, sono nascosti dall’emotività; il bisogno di immaginare sua madre e sentirla vicino è il primo passo per consentire ai ricordi di iniziare a fluire. Sii paziente con se stessa, si dia il permesso di essere nel dolore senza giudizio! Se dovesse sentirsi sopraffatta dalla sofferenza; se il dolore dovesse persistere o diventare troppo difficile da gestire, non esiti a cercare un aiuto professionale. Uno specialista della salute mentale potrà aiutarla ad elaborare questo evento luttuoso e a vedere sotto una nuova luce a tutto ciò che ora appare ancora confuso. Certamente il dolore della perdita non scomparirà completamente, ma con il tempo diventerà più sopportabile e i ricordi felici prenderanno il sopravvento. Ricordi che sua madre sarà sempre parte di lei e porterà sempre il suo amore nel cuore. La saluto con affetto.
Dott.ssa Chiara Lagi

Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile Buon pomeriggio,

Mi colpisce molto la sua esperienza, e mi rendo conto di quanto questo momento possa sembrare senza via d'uscita. Sembra che il dolore della perdita abbia attivato un conflitto interno molto profondo, dove il bisogno di mantenere vivo il legame con sua madre si scontra con il modo in cui il suo sistema emotivo sta cercando di proteggersi. Lei racconta di sentirsi 'vuota', e questo potrebbe essere il segnale di una difficoltà nel trovare un nuovo equilibrio tra il passato e il presente, tra ciò che è stato e ciò che ora è. Potrebbe esserci una parte di sé che sta cercando di evitare il dolore, o di 'controllarlo', nel tentativo di non essere sopraffatta. Le chiedo: come crede che possa essere più utile per lei affrontare questo conflitto tra il desiderio di piangere e la paura di non riuscire a controllare ciò che proverà se si lascia andare? È possibile che, in questo momento, ci siano dei modelli di pensiero o di relazione che sta attivando per proteggersi dal dolore, e che potremmo esplorare insieme per aiutarla a vivere il lutto in modo più integrato e consapevole?
Mi tengo a disposizione.

Le auguro una buona serata,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Speranza Stavale
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua perdita e le porgo le mie più sentite condoglianze. Riguardo a ciò che scrive si conceda tempo. Sta già facendo il massimo che può per elaborare la perdita. Comprendo benissimo il suo desiderio di conservare ricordi belli con la sua mamma e solo perché in questo momento sembrano inaccessibili non significa che non ci siano più. Dia alla sua mente il tempo di processare pian piano tutti gli anni di malattia senza sforzarsi di ricordare (altrimenti aumenta la frustrazione di non riuscire a ricordare adesso come vorrebbe). È in una fase delicata, difficile e dolorosa, cerchi quanto possibile di riservare gentilezza e compassione a se stessa.
Se pensa possa esserle utile, resto a disposizione per un colloquio. A presto.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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