Mi sento appesa... dipendo economicamente dal mio compagno che ha deciso di lasciarmi, ma dopo 5 mes

15 risposte
Mi sento appesa... dipendo economicamente dal mio compagno che ha deciso di lasciarmi, ma dopo 5 mesi siamo ancora qui, non parla pensa che le sue azioni siano esplicite, ma è molto contraddittorio, non mi tocca da mesi, se mi avvicino io si irrigidisce, poi programmiamo il futuro ultimamente spesso mi ha detto "il prossimo anno facciamo così.. " io non capisco. Gli ho chiesto di parlarmi, fino ad oggi in questi 12 anni insieme ho sempre iniziato io, ora ho paura a parlare, ho paura che mi dica che non c'è nulla da recuperare. So che avrei, avremmo, bisogno di una terapia ma non abbiamo soldi e lui è estremamente restio a tirare fuori quello che pensa. Voglio mollare tutto, mi sento una fallita. Non ha senso continuare così
Buon pomeriggio
non ha pensato di rivolgersi ad un servizio pubblico di zona? Potrebbero offrirle un primo aiuto, sia individuale che di coppia.

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Gentile Utente, non è facile abitare una relazione che sentiamo "rotta", e nonostante parlarne allo scopo di riparare sia l'unica via, non viene mai così facile e scontato. Nel suo caso poi, il suo compagno non le offre molti appigli, vive con lei fisicamente ma non emotivamente, e la stasi nella quale sente di essere è comprensibile. Le confesso che non è chiaro se vorrebbe comunque provare a recuperare questo rapporto, o vorrebbe uscirne per concedersi un nuovo inizio, ma in entrambi i casi sembra che incontri un blocco interiore, sentendosi un fallimento, al quale tende ad arrendersi e che la lascia in una posizione che è un misto di disperazione ed autoaccusa. Non so dove abbia appreso a pensare a sé stessa in termini così duri, ma potrebbe essere l'occasione per scoprirlo in una psicoterapia, eventualmente anche nei servizi pubblici se sta attraversando un periodo delicato sul piano economico. Un caro saluto

Cara utente, deve essere difficile vivere in questa condizione di blocco. Affrontare in uno spazio protetto ciò che sta vivendo potrebbe essere un valido aiuto. Potrebbe informarsi su quali servizi territoriali sono attivi vicino a lei (consultori/ambulatori).
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, affrontare un cambiamento non è mai semplice, in effetti da quanto scrive si sente da una parte il desiderio di "mollare tutto" e dall'altra parte la volontà di voler recuperare tale relazione. I dubbi rispetto alla decisione da prendere non sono mai facili da risolvere, ma è anche normale che ci siano, le daranno di sicuro l'opportunità di riflettere per poi decidere che strada percorrere. Cordiali Saluti, Dott.ssa Baldassarre Diana
Salve, comprendo benissimo il suo stato d'animo perché dipendere economicamente da qualcuno limita e condiziona fortemente la vita di chi subisce. Suo marito ha il dovere di sostenerla soprattutto se ha scelto di interrompere la relazione e non deve farsi intrappolare in promesse future ma chiedere fatti concreti e immediati. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno. Mi ha molto colpito l’uso di questo termine “appesa” che forse dice di una grande sofferenza oltre che dell’attesa in cui si trova. Come se lo fosse non solo simbolicamente, ma anche nel reale.
Sarebbe molto importante parlare di questo: è vero che la terapia è un onere, però qualsiasi professionista può venirle incontro rispetto alla questione economica.
Rimango a disposizione.

Cordialmente.

Greta Tovaglieri
Salve, mi trova d'accordo quando dice che non ha senso continuare così. Vive in attesa di una risposta dal suo compagno come se la responsabilità di continuare non fosse di tutti e due. Se lui è emotivamente distante ma continua a progettare una vita di coppia forse è l'effetto di un carico eccessivo di responsabilità. Iniziare con il recuperare la sua autonomia economica potrebbe avere un effetto positivo sul piano psicologico dandole una rinnovata percezione della sua efficacia. Stare "appesi" è davvero una posizione molto scomoda. Queste proposte sono un azzardo, ogni volta me lo dico quando rispondo con così pochi elementi. Cordiali saluti Espedito Longo
Salve, comprendo il suo stato d'animo ma piuttosto che rimanere "appesa" che non fa altro che aumentare il suo malessere non le sarebbe più utile parlare con il proprio compagno?
Provi a rivolgersi al centro di salute mentale o al consultorio del suo territorio per essere suportata.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buongiorno, comprendo la sua fatica ma sento anche che lei si sente intrappolata da una dipendenza economica che sembra anche essere una dipendenza affettiva. Le consiglio di farsi aiutare per comprendere da dove nasca il suo bisogno di sentirsi dipendente, solo così può prendere in mano la sua vita e piano piano sentire che non deve rimanere "appesa" in una relazione che non la fa stare bene, ma può decidere il da farsi, che non necessariamente deve essere lasciarsi ma anche poter parlare liberamente senza avere paura o farsi aiutare tramite una terapia di coppia.
Buona fortuna!
Buongiorno, credo che sia buono che si sia aperta almeno su un portale di professionisti. Uscire dal silenzio è già un primo passo.
Se il suo compagno è restio a chiedere aiuto, chieda aiuto per lei, anche tramite il servizio pubblico nazionale. Si fidi di questa sua inquietudine e sensazione di insoddisfazione e cominci da lei, chiedendo aiuto per se.
Potrà prendere una decisione autonoma e uscire dalla situazione di stallo che sperimenta sentendosi "appesa".
Un saluto JC
Buon pomeriggio,
è stato già un primo passo chiedere aiuto qui nel portale di noi professionisti del settore.
Si faccia coraggio e provi a parlare con il suo compagno per definire meglio la vostra situazione.
La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento.
Saluti affettuosi
Buongiorno, mi colpisce molto la prima frase con cui ha deciso di iniziare la condivisione della sua situazione, certamente molto dolorosa e disorientante. Il "sentirsi appesa" è collegato alla sua dipendenza economica (e forse anche affettiva) dal suo compagno. Credo sia importante e urgente che lei intraprenda un percorso di psicoterapia, individuale prima che di coppia, affinché possa sentirsi di nuovo sicura di sé e capace di autodeterminarsi. Può cercare un sostegno presso l'asl oppure rivolgersi ad un centro antiviolenza, nel caso la sua situazione rientri in queste dinamiche. Non conosco la sua età né la sua situazione sociale o storia personale (che invece si possono approfondire durante un percorso di psicoterapia), ma ritengo prioritario che lei debba fare chiarezza anzitutto con sé stessa, affinché possa seguire i suoi desideri e costruire relazioni soddisfacenti, autentiche e rispettose. Il percorso sarà lungo e difficile, ma sono certa che potrà farcela. Rimango a disposizione, d.ssa Paola Pellegrino
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi.
Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Gentilissima,

in primis le direi di attivarsi per uscire dalla dipendenza economica a cui accenna, il che l'aiuterebbe da un punto di vista sia pratico che emotivo rafforzando la sicurezza in sé stessa.
La fine di una storia può portare a sentimenti di fallimento ma io le direi di valorizzare i 12 anni vissuti insieme come un'esperienza importante della sua vita; è inevitabile il dolore che va elaborato ma dopo una fine c'è sempre un nuovo inizio.
Oppure è un momento di crisi della coppia, ma per superarlo è necessario essere in due. Come dice lei "non ha senso continuare cosi" e prendere una direzione sarebbe gia' un passo importante.
Viste le difficoltà economiche accennate, può rivolgersi al servizio pubblico.
I migliori auguri

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta

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