Mi chiamo Michela ho 26 anni, e sono qui per raccontarvi la mia storia. Nella mia vita ho avuto un
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risposte
Mi chiamo Michela ho 26 anni, e sono qui per raccontarvi la mia storia.
Nella mia vita ho avuto un solo fidanzato, all’età di 15 anni ad oggi sono 11 anni.
Lui ha 30 anni.
Vi racconto il principio della mia inutile vita.
Sono crescita in una casa, dove l’amore non è mai esistito, un padre offensivo, un padre che mi metteva paura, e mi picchiava
All’età di 15 anni ho conosciuto questo ragazzo che all’epoca aveva 19 anni si chiama Ciro.
Molto ossessivo di me, non mi fatto mai lavorare, ed io avevo bisogno, non potevo uscire con mia sorella, non potevo andare a casa di mia sorella, non potevo usare shorts in estate, ma solo maglia lunga e pantalone largo, non potevo affacciarmi al balcone di casa mia, non potevo uscire, non potevo avere amicizie.
Mi controllava ovunque, cellulare tutto.
L’ho sempre rispettato, ho fatto sempre l’impossibile per lui, ho anche evitato di andare al battesimo di mio nipote per lui.
Mentre lui andò.
Mi amava, ma usciva la notte saliva alle 4-5 di mattina, se lo chiamavo spegneva il cellulare.
Quante volte mi ha trattata malissimo, e stato assente, mi ha dato molte mancanze ma io mi ero talmente innamorata che non vedevo una vita senza di lui.
A casa la situazione era sempre più tragica, ma a me interessava solo lui.
E purtroppo se non ero come mi voleva lui venivo lasciata.
Dopo lunghi sette anni, nel mese di novembre, era il nostro anniversario e dopo 10 giorni che non lo vedevo, volevo star con lui, purtroppo giocava la partita lui nonostante io l’ho pregai di star con me scelse di vedersi questa partita.
Disse che ero pesante e mi lasciò.
All’inizio soffri, dopo un po’ di tempo dissi basta volevo essere forte.
Io iniziai a lavorare, iniziai a fare nuove amicizie, tra cui c’era un ragazzo più grande di me, diventammo amici.
Io sempre restia x paura.
Non ci fu mai nulla, non mi sarei mai permessa.
Dopo un po’ di tempo per amore, tornai con il mio ex, lui non si fidò, e dovetti chiudere i ponti anche con questo ragazzo perché ci fu una discussione.
Io evitai tutti, non lo salutai più perché avevo paura.
La mia storia continuò, ad oggi 11 anni, due anni fa venne però a mancare il papà.
Ovviamente passo tempo, ad un certo punto io volevo qualcosa di più, una base al rapporto un matrimonio ho sbagliato?
Lui non ha mai voluto.
Le sue parole:
non ti sposo, perché dava tutto alla mamma.
Voglio fare il fidanzato.
Mi inizia però a trascurare, non viene mai da me, se non il fine settimana:
Tante volte restiamo
A casa sua con la mamma, per problemi economici.
A casa sua si parlava che la sorella dopo 3 anni di relazione doveva sposarci e il mio fidanzato era l’uomo rimasto in casa, ed io dopo 11 anni potevo subire umiliazioni.
L’ho accettato sono sincera perché troppo innamorata, ma le assenze aumentavano.
Io l’ho sempre perdonato, ogni mancata di rispetto.
Arrivavano chat? Lui diceva che non era vero.
Commenti sui social che lui faceva?
Mi diceva non sono stato io ma un mio amico.
l’ho credevo.
I suoi atteggiamenti bruschi, il suo non voler un futuro con me, le sue mancanze le sue assenze.
La proposta mai arrivata.
Soffrivo ma lo amavo.
Il 18 febbraio, eseguo una visita per problemi di salute dopo che l’esame istologico non esce molto bene
Io stavo male moralmente, anche perché a casa mi dicevano vai a lavorare non ti aiutiamo.
Io lavoravo e stavo male e non riuscivo con le spese a fare tutto da sola.
Il medico per 20 giorni mi segna dei medicinali
Era la settimana in cui dovevo coprire il turno alla mia collega, intera.
E la settimana dopo stetti io in ferie.
Quei 20 giorni, il mio fidanzato mi lasciò.
Disse che non poteva darmi ciò che volevo che ero pesante mi lamentavo.
Io stavo male, vomitavo.
A casa le cose non stavano bene, lavoravo e stavo male.
Una settimana dopo, morì il nonno di quel
Ragazzo di anni fa, Pasquale.
Molto sinceramente gli feci le condoglianze, e da lì iniziammo a messaggiare, ma solo messaggi nulla di più.
Giuro dottori io scherzavo quando magari scrivevo, ci andiamo a mangiare la pizza insieme, ect ect.
Anzi lo incontrai per strada mi salutó voleva darmi un passaggio a casa io non mi permisi di salire in auto con lui.
Forse sarò pazzo, ma dopo una 16 di giorni risento il mio
Ex, lo vedo la mia decisione era sempre quella di chiusura quindi nei messaggi c’era la chiusura.
Quando iniziammo a risentirci, io per paura di essere giudicata, e per paura sua cancellai i messaggi di Pasquale.
Si ruppe il cellulare, lo portai ad aggiustare.
Me lo ritirò lui e non so come fece ma risali ai messaggi, mi controllò il cellulare.
Che disse?
Mi fai …mi hai mancato di rispetto, messggiavi con lui e messaggiavi con me:
Quando ve lo giuro io con Ciro mi ero lasciata, e sopratutto con Pasquale non c’è stato mai nulla mai.
Continuava a dirmi, come hai potuto farmi questo
Sempre con la stessa persona, è finita nn ti perdonerò mai, mi hai tradito.
Non riesco nemmeno a guardarti in faccia, non torno più con te ecc ecc:
Hai buttato 11 anni via.
Io mi domando dove ho sbagliato, forse nel messaggiare di nuovo con la stessa persona?
L’ho mancato di rispetto?
Perché mi sento in colpa se nn ho tradito nessuno?
Perché non vuole tornare con me?
.
Non è giusto dopo tutto ciò che ho subito io perché adesso sono io la sbagliata?
Mi dice che non posso giustificarmi; perché ho sbagliato io e che con me nn tornerà.
Dottori mi sono umiliata x 10 gg sono andata sotto casa sua pregandolo di tornare con me.
E lui nn vuole dice che nn riesce a passare sopra questa cosa.
Che l’ho ferito e deluso.
Aiutatemi, dove ho sbagliato?
Perché non mi vuole più?
Non dovevo ri messaggiare a Pasquale.
L’ho mancato di rispetto?
Non dovevo?
Dottori sto male, mi sento male.
Cosa ho di sbagliato?
Come farò?
Dottori sono una donna poco seria?
Perché mi sento così se io non ho tradito nessuno, e sopratutto se io ho sempre perdonato tutto.
Aiutatemi dottori vi prego.
Nella mia vita ho avuto un solo fidanzato, all’età di 15 anni ad oggi sono 11 anni.
Lui ha 30 anni.
Vi racconto il principio della mia inutile vita.
Sono crescita in una casa, dove l’amore non è mai esistito, un padre offensivo, un padre che mi metteva paura, e mi picchiava
All’età di 15 anni ho conosciuto questo ragazzo che all’epoca aveva 19 anni si chiama Ciro.
Molto ossessivo di me, non mi fatto mai lavorare, ed io avevo bisogno, non potevo uscire con mia sorella, non potevo andare a casa di mia sorella, non potevo usare shorts in estate, ma solo maglia lunga e pantalone largo, non potevo affacciarmi al balcone di casa mia, non potevo uscire, non potevo avere amicizie.
Mi controllava ovunque, cellulare tutto.
L’ho sempre rispettato, ho fatto sempre l’impossibile per lui, ho anche evitato di andare al battesimo di mio nipote per lui.
Mentre lui andò.
Mi amava, ma usciva la notte saliva alle 4-5 di mattina, se lo chiamavo spegneva il cellulare.
Quante volte mi ha trattata malissimo, e stato assente, mi ha dato molte mancanze ma io mi ero talmente innamorata che non vedevo una vita senza di lui.
A casa la situazione era sempre più tragica, ma a me interessava solo lui.
E purtroppo se non ero come mi voleva lui venivo lasciata.
Dopo lunghi sette anni, nel mese di novembre, era il nostro anniversario e dopo 10 giorni che non lo vedevo, volevo star con lui, purtroppo giocava la partita lui nonostante io l’ho pregai di star con me scelse di vedersi questa partita.
Disse che ero pesante e mi lasciò.
All’inizio soffri, dopo un po’ di tempo dissi basta volevo essere forte.
Io iniziai a lavorare, iniziai a fare nuove amicizie, tra cui c’era un ragazzo più grande di me, diventammo amici.
Io sempre restia x paura.
Non ci fu mai nulla, non mi sarei mai permessa.
Dopo un po’ di tempo per amore, tornai con il mio ex, lui non si fidò, e dovetti chiudere i ponti anche con questo ragazzo perché ci fu una discussione.
Io evitai tutti, non lo salutai più perché avevo paura.
La mia storia continuò, ad oggi 11 anni, due anni fa venne però a mancare il papà.
Ovviamente passo tempo, ad un certo punto io volevo qualcosa di più, una base al rapporto un matrimonio ho sbagliato?
Lui non ha mai voluto.
Le sue parole:
non ti sposo, perché dava tutto alla mamma.
Voglio fare il fidanzato.
Mi inizia però a trascurare, non viene mai da me, se non il fine settimana:
Tante volte restiamo
A casa sua con la mamma, per problemi economici.
A casa sua si parlava che la sorella dopo 3 anni di relazione doveva sposarci e il mio fidanzato era l’uomo rimasto in casa, ed io dopo 11 anni potevo subire umiliazioni.
L’ho accettato sono sincera perché troppo innamorata, ma le assenze aumentavano.
Io l’ho sempre perdonato, ogni mancata di rispetto.
Arrivavano chat? Lui diceva che non era vero.
Commenti sui social che lui faceva?
Mi diceva non sono stato io ma un mio amico.
l’ho credevo.
I suoi atteggiamenti bruschi, il suo non voler un futuro con me, le sue mancanze le sue assenze.
La proposta mai arrivata.
Soffrivo ma lo amavo.
Il 18 febbraio, eseguo una visita per problemi di salute dopo che l’esame istologico non esce molto bene
Io stavo male moralmente, anche perché a casa mi dicevano vai a lavorare non ti aiutiamo.
Io lavoravo e stavo male e non riuscivo con le spese a fare tutto da sola.
Il medico per 20 giorni mi segna dei medicinali
Era la settimana in cui dovevo coprire il turno alla mia collega, intera.
E la settimana dopo stetti io in ferie.
Quei 20 giorni, il mio fidanzato mi lasciò.
Disse che non poteva darmi ciò che volevo che ero pesante mi lamentavo.
Io stavo male, vomitavo.
A casa le cose non stavano bene, lavoravo e stavo male.
Una settimana dopo, morì il nonno di quel
Ragazzo di anni fa, Pasquale.
Molto sinceramente gli feci le condoglianze, e da lì iniziammo a messaggiare, ma solo messaggi nulla di più.
Giuro dottori io scherzavo quando magari scrivevo, ci andiamo a mangiare la pizza insieme, ect ect.
Anzi lo incontrai per strada mi salutó voleva darmi un passaggio a casa io non mi permisi di salire in auto con lui.
Forse sarò pazzo, ma dopo una 16 di giorni risento il mio
Ex, lo vedo la mia decisione era sempre quella di chiusura quindi nei messaggi c’era la chiusura.
Quando iniziammo a risentirci, io per paura di essere giudicata, e per paura sua cancellai i messaggi di Pasquale.
Si ruppe il cellulare, lo portai ad aggiustare.
Me lo ritirò lui e non so come fece ma risali ai messaggi, mi controllò il cellulare.
Che disse?
Mi fai …mi hai mancato di rispetto, messggiavi con lui e messaggiavi con me:
Quando ve lo giuro io con Ciro mi ero lasciata, e sopratutto con Pasquale non c’è stato mai nulla mai.
Continuava a dirmi, come hai potuto farmi questo
Sempre con la stessa persona, è finita nn ti perdonerò mai, mi hai tradito.
Non riesco nemmeno a guardarti in faccia, non torno più con te ecc ecc:
Hai buttato 11 anni via.
Io mi domando dove ho sbagliato, forse nel messaggiare di nuovo con la stessa persona?
L’ho mancato di rispetto?
Perché mi sento in colpa se nn ho tradito nessuno?
Perché non vuole tornare con me?
.
Non è giusto dopo tutto ciò che ho subito io perché adesso sono io la sbagliata?
Mi dice che non posso giustificarmi; perché ho sbagliato io e che con me nn tornerà.
Dottori mi sono umiliata x 10 gg sono andata sotto casa sua pregandolo di tornare con me.
E lui nn vuole dice che nn riesce a passare sopra questa cosa.
Che l’ho ferito e deluso.
Aiutatemi, dove ho sbagliato?
Perché non mi vuole più?
Non dovevo ri messaggiare a Pasquale.
L’ho mancato di rispetto?
Non dovevo?
Dottori sto male, mi sento male.
Cosa ho di sbagliato?
Come farò?
Dottori sono una donna poco seria?
Perché mi sento così se io non ho tradito nessuno, e sopratutto se io ho sempre perdonato tutto.
Aiutatemi dottori vi prego.
Cara Michela, sono molto dispiaciuta per questa condivisione così dolorosa che ha fatto, e la ringrazio per avere avuto il coraggio di esporsi. Io credo che purtroppo la relazione che ha portato avanti per 11 anni sia stata una relazione violenta: l'uomo con cui è stata le impediva di vestirsi come voleva, di sentire e parlare con chi voleva, di fare quello che desiderava e di cui aveva bisogno. Questa relazione era basata sul controllo, sul possesso e sulla sua sfiducia (di lui nei suoi confronti), mentre lei doveva accettare che lui facesse e si comportasse come voleva. Io non vedo nell'amicizia con Pasquale nè un tradimento nè una colpa, e il fatto che Ciro l'abbia portata a pensare questo di se stessa è sbagliato e ingiusto. Credo che sia importante che possa cominciare una terapia che possa aiutarla a rielaborare quello che è successo e a cambiare prospettiva, sulla relazione, sulle responsabilità che avete avuto e su se stessa. Merita una relazione che si basi sul rispetto, sull'ascolto, sul dialogo, sulla comprensione, non sul controllo, sul possesso, sull'oppressione. Credo che sia importante approfondire e rivisitare questa storia per gettare delle basi diverse, più sane, per le relazioni che verranno. Se avesse bisogno di supporto, o avesse altre domande, mi trova a disposizione, in presenza e online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
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Cara Michela la tua vita è una brutta storia ma che puoi comprendere e imparare ad affrontare diversamente da come fino ad adesso hai vissuto. La tua lunga lettera è un piena di dolore, sofferenza, lamento che non ti da pace. Definisci la tua vita inutile e piena di sofferenza. Ma guardiamo da vicino come hai vissuto. Dalla tua descrizione emerge un padre, tiranno, cattivo, che mette paura, ti picchia, non ti offre amore, vicinanza, affetto, fiducia, rispetto. In pratica non ascolta, non ti ha dato mai il permesso di pensare, di sentire, di essere te stessa; invece ti ha sempre chiesto di ubbidirgli mortificandoti, limitando la tua libertà, la possibilità di fare esperienze di vita, bloccando la tua crescita verso la responsabilità e l'autonomia. Il ragazzo di cui dici di essere innamorata da quando avevi 15 anni sembra che sia stato peggio di tuo padre, lo descrivi dispotico, insensibile, arrogante, senza un minimo di empatia e di comprensione, ti ha vietato di uscire, di lavorare, di indossare abiti che desideravi, addirittura ti ha vietato di affacciarti al balcone perchè tu non potessi sentire una emozione o scorgere e scoprire la bellezza della vita. E tu nonostante questo hai detto nella tua lettera di essere ancora innamorata di lui. Cara Michela il problema fondamentale è che tu hai vissuto tanto dolore che non ti ha permesso di incontrare l'amore vero: la serenità, la dolcezza, l'accoglienza, l'ascolto. Tu hai fatto molta esperienza di relazioni tossiche i limitanti , ed è per questo motivo che hai avuto paura di guardare un altra persona, il fatto è che non sai come si fa perchè non ti sei mai dato dentro di te il permesso di lasciarti andare, sentire, amare per davvero. Gli uomini che hai conosciuto e che vivono dentro di te ti dicono ERRONEAMENTE CON LA LORO VOCINA che stai sbagliando, che non sei una brava donna, che ti devi sentire in colpa. No Maria, TU NON SEI SBAGLIATA, TU SEI UNA DONNA VITTIMA DELLE TUE DEBOLEZZE. E' ora che tu impari a conoscere il funzionamento della tua mente e affrontare il tuo disagio psichico e relazionale in maniera nuova e risolutiva. Ti consiglio di rivolgerti ad uno psicoterapeuta per affrontare insieme la tua sofferenza ed il tuo disagio e ti lasci aiutare per riprenderti la tua vita ed essere felice.
Psicoterapeuta Cosimo Russo Angri (SA)
Psicoterapeuta Cosimo Russo Angri (SA)
Buonasera, non ha fatto nulla di male ma è forte in lei questo senso di colpa e di assoluta lealtà ad una condizione di donna che non può fare nulla se non con il consenso dell'uomo, in questo caso il suo ex. Ha fatto tante rinunce a dispetto di un uomo che invece ha fatto sempre e solo ciò che voleva. Un rapporto sbilanciato in termini di lealtà e bisogni riconosciuti. Penso che questa dedizione, forse amore, sia in realtà un modo di sentirsi e di vedere il maschile che ha appreso sin da piccola. Il possesso non è amore, amore è ascoltare i desideri, i bisogni, i sogni... dell'altro e cercare di realizzarli per il bene dell'altra persona. Da ciò che sembra negativo possono nascere cose belle, ma servono occhi per saperle apprezzare. Penso sia utile per lei cercare uno psicoterapeuta e fare chiarezza nella sua vita e darsi un valore personale. Amarsi è il primo passo per realizzare una relazione sana ed evitare relazioni tossiche.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,
per quanto giovane a 26 anni, ha vissuto una relazione di 11 anni, molto complicata e dolorosa. Parto dall'ultima domanda che si pone e ci pone sul perché su senta così, stia male in questo momento. Le consiglio di contattare una o uno psicoterapeuta dove risiede, raccontare la sua storia, portare queste domande al collega, rivolte ora a noi, provando a trovare insieme le risposte. Un caro saluto Drssa Lorena Ferrero
per quanto giovane a 26 anni, ha vissuto una relazione di 11 anni, molto complicata e dolorosa. Parto dall'ultima domanda che si pone e ci pone sul perché su senta così, stia male in questo momento. Le consiglio di contattare una o uno psicoterapeuta dove risiede, raccontare la sua storia, portare queste domande al collega, rivolte ora a noi, provando a trovare insieme le risposte. Un caro saluto Drssa Lorena Ferrero
Gentile Michela, quello che vorrebbe è leggittimo. E' soltanto essere amata forse come non lo è mai stata, ma prima dovrebbe amare se stessa. Comprendo bene che il dolore emotivo guida il suo comportamento a cercare conforto in Ciro convinta che sia la sua unica ancora di salvezza. Non è così!
Nel suo scritto parla di problemi economini e non so se ha possibilità di un supporto psicologico privato, altrimenti, ci sono specialisti del settore nei consultori e altri servizi pubblici . Si lasci supportare, si affidi. Già il primo passo l'ha fatto scrivendo qui.
Resto disponibile
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Zito
Nel suo scritto parla di problemi economini e non so se ha possibilità di un supporto psicologico privato, altrimenti, ci sono specialisti del settore nei consultori e altri servizi pubblici . Si lasci supportare, si affidi. Già il primo passo l'ha fatto scrivendo qui.
Resto disponibile
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Zito
Cara Michela,
prima di tutto voglio dirti che il dolore che stai esprimendo è reale, profondo e merita ascolto e rispetto. Hai raccontato una lunga storia fatta di sofferenze, mancanze, solitudine e amore non corrisposto. È evidente quanto tu abbia cercato in tutti i modi di essere amata, accettata e riconosciuta, nonostante intorno a te ci fossero situazioni familiari e relazionali molto difficili.
Fin dall’inizio, la tua relazione con Ciro ha avuto caratteristiche che potremmo definire di controllo, di possesso e di limitazione della tua libertà personale. Non poter lavorare, vestirti come desideravi, uscire di casa o avere amicizie non sono comportamenti d’amore: sono segnali di una relazione disequilibrata e potenzialmente abusante. Tu hai dato tanto, hai sacrificato te stessa e i tuoi bisogni, mentre ricevevi in cambio mancanze, bugie, tradimenti e indifferenza.
Quando una persona ci ama davvero, si preoccupa per noi, ci sostiene nei momenti difficili e desidera costruire un futuro insieme. In 11 anni tu hai mostrato lealtà, perdono e dedizione, mentre Ciro ha mostrato distanza, immaturità e un rifiuto costante a progettare insieme.
Dopo la fine della vostra relazione, hai ricominciato, hai tentato di guarire, hai mantenuto rapporti rispettosi anche con altre persone. Messaggiare con qualcuno in un momento in cui eri libera non è un tradimento, e non rende te una "donna poco seria". Anzi, la reazione di lui — tornare solo per controllare, accusare, far leva sul senso di colpa — è l’ennesima forma di manipolazione emotiva.
Il senso di colpa che provi nasce probabilmente dalla tua storia personale, dove amore e dolore sono stati spesso confusi. Ma tu non hai fatto nulla di sbagliato. Ti sei solo concessa, per un attimo, la possibilità di sentirti ascoltata, forse anche leggera. Non è mancanza di rispetto: è umanità.
Lui dice di non poterti perdonare. Ma la verità è che è sempre stato lui a non rispettarti, a non valorizzarti, a negarti il futuro che desideravi. E adesso, invece di farti sentire accolta, ti fa sentire colpevole.
Michela, non sei sbagliata. Non sei pazza. E non sei una donna poco seria. Sei una persona che ha bisogno di guarire. Di capire cosa significa davvero volersi bene, prima ancora di chiedere amore a qualcun altro.
Ti consiglio fortemente di rivolgerti a uno specialista. Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a ricostruire la tua autostima, a riconoscere le dinamiche tossiche, e a ritrovare la forza che dentro di te, nonostante tutto, è ancora viva.
Non sei sola. E meriti molto di più.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e affrontare tutto questo con serenità e sicurezza, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
prima di tutto voglio dirti che il dolore che stai esprimendo è reale, profondo e merita ascolto e rispetto. Hai raccontato una lunga storia fatta di sofferenze, mancanze, solitudine e amore non corrisposto. È evidente quanto tu abbia cercato in tutti i modi di essere amata, accettata e riconosciuta, nonostante intorno a te ci fossero situazioni familiari e relazionali molto difficili.
Fin dall’inizio, la tua relazione con Ciro ha avuto caratteristiche che potremmo definire di controllo, di possesso e di limitazione della tua libertà personale. Non poter lavorare, vestirti come desideravi, uscire di casa o avere amicizie non sono comportamenti d’amore: sono segnali di una relazione disequilibrata e potenzialmente abusante. Tu hai dato tanto, hai sacrificato te stessa e i tuoi bisogni, mentre ricevevi in cambio mancanze, bugie, tradimenti e indifferenza.
Quando una persona ci ama davvero, si preoccupa per noi, ci sostiene nei momenti difficili e desidera costruire un futuro insieme. In 11 anni tu hai mostrato lealtà, perdono e dedizione, mentre Ciro ha mostrato distanza, immaturità e un rifiuto costante a progettare insieme.
Dopo la fine della vostra relazione, hai ricominciato, hai tentato di guarire, hai mantenuto rapporti rispettosi anche con altre persone. Messaggiare con qualcuno in un momento in cui eri libera non è un tradimento, e non rende te una "donna poco seria". Anzi, la reazione di lui — tornare solo per controllare, accusare, far leva sul senso di colpa — è l’ennesima forma di manipolazione emotiva.
Il senso di colpa che provi nasce probabilmente dalla tua storia personale, dove amore e dolore sono stati spesso confusi. Ma tu non hai fatto nulla di sbagliato. Ti sei solo concessa, per un attimo, la possibilità di sentirti ascoltata, forse anche leggera. Non è mancanza di rispetto: è umanità.
Lui dice di non poterti perdonare. Ma la verità è che è sempre stato lui a non rispettarti, a non valorizzarti, a negarti il futuro che desideravi. E adesso, invece di farti sentire accolta, ti fa sentire colpevole.
Michela, non sei sbagliata. Non sei pazza. E non sei una donna poco seria. Sei una persona che ha bisogno di guarire. Di capire cosa significa davvero volersi bene, prima ancora di chiedere amore a qualcun altro.
Ti consiglio fortemente di rivolgerti a uno specialista. Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a ricostruire la tua autostima, a riconoscere le dinamiche tossiche, e a ritrovare la forza che dentro di te, nonostante tutto, è ancora viva.
Non sei sola. E meriti molto di più.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e affrontare tutto questo con serenità e sicurezza, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Cara Michela,
grazie per aver condiviso la tua storia. Quello che hai raccontato merita rispetto, ascolto e delicatezza. Le tue parole sono intrise di una lunga attesa d’amore, di tanti “sacrifici” fatti in nome di un legame, e anche di ferite antiche, che sembrano essersi ripetute nel tempo. Quello che sento forte nel tuo racconto è il desiderio di essere vista, amata, scelta… un desiderio che non è sbagliato, ma che sembra essersi scontrato troppe volte con relazioni che hanno limitato la tua libertà, il tuo valore, e la tua voce. Sei cresciuta in un contesto dove l’amore è stato assente o doloroso, e questo può aver reso più difficile riconoscere ciò che è sano da ciò che invece fa male, anche quando si chiama “amore”. Tu oggi ti domandi dove hai sbagliato. Ma forse la domanda da portare nel cuore è un’altra: “Perché ho dovuto fare così tanta fatica per sentirmi amata?”
Messaggiare con una persona che in passato ti ha trattata con gentilezza, in un momento in cui eri single, non è un tradimento. È umano cercare vicinanza, conforto. Il senso di colpa che provi sembra raccontare più un’abitudine a colpevolizzarti che un vero errore. E chi ti fa sentire sempre “sbagliata” non ti sta amando, ti sta dominando. Non sei una donna poco seria, non sei da buttare via. Sei una donna che ha bisogno di guarire, e che ha il diritto di scegliere per sé un amore che sia accogliente, reciproco, libero. Ciò che hai subito merita attenzione e cura, magari anche in un percorso terapeutico in cui tu possa rimettere al centro te stessa, la tua storia, i tuoi bisogni più autentici. Spero tu possa trovare il coraggio di cominciare a guardarti con nuovi occhi.
Un abbraccio
Ilva Salerno
grazie per aver condiviso la tua storia. Quello che hai raccontato merita rispetto, ascolto e delicatezza. Le tue parole sono intrise di una lunga attesa d’amore, di tanti “sacrifici” fatti in nome di un legame, e anche di ferite antiche, che sembrano essersi ripetute nel tempo. Quello che sento forte nel tuo racconto è il desiderio di essere vista, amata, scelta… un desiderio che non è sbagliato, ma che sembra essersi scontrato troppe volte con relazioni che hanno limitato la tua libertà, il tuo valore, e la tua voce. Sei cresciuta in un contesto dove l’amore è stato assente o doloroso, e questo può aver reso più difficile riconoscere ciò che è sano da ciò che invece fa male, anche quando si chiama “amore”. Tu oggi ti domandi dove hai sbagliato. Ma forse la domanda da portare nel cuore è un’altra: “Perché ho dovuto fare così tanta fatica per sentirmi amata?”
Messaggiare con una persona che in passato ti ha trattata con gentilezza, in un momento in cui eri single, non è un tradimento. È umano cercare vicinanza, conforto. Il senso di colpa che provi sembra raccontare più un’abitudine a colpevolizzarti che un vero errore. E chi ti fa sentire sempre “sbagliata” non ti sta amando, ti sta dominando. Non sei una donna poco seria, non sei da buttare via. Sei una donna che ha bisogno di guarire, e che ha il diritto di scegliere per sé un amore che sia accogliente, reciproco, libero. Ciò che hai subito merita attenzione e cura, magari anche in un percorso terapeutico in cui tu possa rimettere al centro te stessa, la tua storia, i tuoi bisogni più autentici. Spero tu possa trovare il coraggio di cominciare a guardarti con nuovi occhi.
Un abbraccio
Ilva Salerno
Gentile utente, ci sono delle persone che riescono a manipolare le altre senza nessun rispetto, per bisogno di avere il controllo su di loro come fossero delle marionette. Queste persone manipolano la realtà facendo credere alle loro vittime qualsiasi cosa e facendole sentire in colpa se non fanno esattamente quello che loro pretendono. È questa la tua situazione. I manipolatori agiscono su persone che hanno in quel momento delle fragilità e che hanno bisogno di sentirsi importanti per qualcuno. I manipolatori fanno terra bruciata intorno alle loro vittime perché devono isolarle da qualsiasi persona possa voler loro davvero bene e le risvegli da questo terribile incantesimo. La tua vita è stata molto difficile, ma il tuo ex fidanzato ha voluto toglierti anche le piccole gioie di un’amicizia o una visita alla sorella. Quello che ti ha fatto è terribile perché tu non ti fidi nemmeno più del tuo giudizio.
Sei una persona seria e molto sensibile. Hai lasciato che quest’uomo disturbato ti annullasse, ma se riesci a scappare puoi ricominciare a vivere. Se puoi rivolgiti ad uno psicologo anche on line, ma comincia a pensare per te con la tua testa.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Sei una persona seria e molto sensibile. Hai lasciato che quest’uomo disturbato ti annullasse, ma se riesci a scappare puoi ricominciare a vivere. Se puoi rivolgiti ad uno psicologo anche on line, ma comincia a pensare per te con la tua testa.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Grazie Michela per aver raccontato con tanta sincerità la tua storia.
Hai attraversato un vissuto molto complesso e doloroso, sia nella tua famiglia d’origine che nella relazione che descrivi. Le tue parole raccontano una lunga esperienza di mancanza di libertà, di paura e di tentativi continui di adattarti, pur di mantenere un legame.
La relazione con il tuo compagno sembra essere stata segnata fin dall'inizio da dinamiche di forte controllo, gelosia, restrizioni, svalutazioni e assenze. Tutti elementi che non appartengono a una relazione affettiva sana. Quando una persona ci fa sentire costantemente sotto giudizio, inadeguata o ci limita nel nostro modo di essere, non si tratta di amore, ma di una forma di relazione che può diventare dannosa per l’equilibrio psicologico.
Il senso di colpa che oggi provi non nasce da un comportamento realmente scorretto, ma da un’abitudine a giustificarti, anche quando non sei in torto. Scrivere a una persona in un momento di fragilità, dopo una separazione e in un contesto di grande sofferenza, non è un tradimento. È un gesto umano. Il fatto che tu abbia nascosto quei messaggi nasce da una paura, forse radicata, di essere nuovamente accusata, punita, esclusa.
È comprensibile che oggi tu ti senta confusa e ti interroghi sul tuo valore. Hai interiorizzato per anni il messaggio di non essere mai abbastanza, di doverti sempre giustificare, di dover perdonare tutto. Ma il valore personale non dipende da come gli altri ci trattano.
Quello che stai vivendo può essere l’occasione, anche se molto dolorosa, per iniziare a prenderti cura di te. Non per colpevolizzarti ulteriormente, ma per fermarti, osservare le dinamiche che si sono ripetute nella tua vita e dare finalmente spazio ai tuoi bisogni, alla tua voce, al tuo diritto di essere ascoltata e rispettata.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a rileggere questa storia con maggiore lucidità e a recuperare fiducia in te stessa. Non sei sola e non sei sbagliata. Hai bisogno, meritatamente, di uno spazio sicuro in cui poter essere compresa, accolta e sostenuta.
Se vuoi, posso aiutarti a formulare una richiesta per contattare un professionista. Ti sentiresti pronta a fare questo primo passo?
Hai attraversato un vissuto molto complesso e doloroso, sia nella tua famiglia d’origine che nella relazione che descrivi. Le tue parole raccontano una lunga esperienza di mancanza di libertà, di paura e di tentativi continui di adattarti, pur di mantenere un legame.
La relazione con il tuo compagno sembra essere stata segnata fin dall'inizio da dinamiche di forte controllo, gelosia, restrizioni, svalutazioni e assenze. Tutti elementi che non appartengono a una relazione affettiva sana. Quando una persona ci fa sentire costantemente sotto giudizio, inadeguata o ci limita nel nostro modo di essere, non si tratta di amore, ma di una forma di relazione che può diventare dannosa per l’equilibrio psicologico.
Il senso di colpa che oggi provi non nasce da un comportamento realmente scorretto, ma da un’abitudine a giustificarti, anche quando non sei in torto. Scrivere a una persona in un momento di fragilità, dopo una separazione e in un contesto di grande sofferenza, non è un tradimento. È un gesto umano. Il fatto che tu abbia nascosto quei messaggi nasce da una paura, forse radicata, di essere nuovamente accusata, punita, esclusa.
È comprensibile che oggi tu ti senta confusa e ti interroghi sul tuo valore. Hai interiorizzato per anni il messaggio di non essere mai abbastanza, di doverti sempre giustificare, di dover perdonare tutto. Ma il valore personale non dipende da come gli altri ci trattano.
Quello che stai vivendo può essere l’occasione, anche se molto dolorosa, per iniziare a prenderti cura di te. Non per colpevolizzarti ulteriormente, ma per fermarti, osservare le dinamiche che si sono ripetute nella tua vita e dare finalmente spazio ai tuoi bisogni, alla tua voce, al tuo diritto di essere ascoltata e rispettata.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a rileggere questa storia con maggiore lucidità e a recuperare fiducia in te stessa. Non sei sola e non sei sbagliata. Hai bisogno, meritatamente, di uno spazio sicuro in cui poter essere compresa, accolta e sostenuta.
Se vuoi, posso aiutarti a formulare una richiesta per contattare un professionista. Ti sentiresti pronta a fare questo primo passo?
Ciao Michela,
grazie per aver condiviso la tua storia. Hai vissuto tante situazioni difficili e dolorose, e sento tutta la tua sofferenza, ma anche la tua forza. È normale sentirsi confuse, in colpa o sbagliate dopo tutto quello che hai passato, ma non sei sola.
Parlarne con qualcuno può davvero aiutarti a capire meglio cosa stai vivendo e a ritrovare un po’ di serenità. Se vuoi, possiamo fissare un primo incontro insieme, in cui potrai sentirti ascoltata senza giudizio, con calma.
Scrivimi pure se ti va di iniziare questo percorso, sono qui per aiutarti. Sono disponibile anche per terapie online, un abbraccio, d.ssa Cristina Sinno
grazie per aver condiviso la tua storia. Hai vissuto tante situazioni difficili e dolorose, e sento tutta la tua sofferenza, ma anche la tua forza. È normale sentirsi confuse, in colpa o sbagliate dopo tutto quello che hai passato, ma non sei sola.
Parlarne con qualcuno può davvero aiutarti a capire meglio cosa stai vivendo e a ritrovare un po’ di serenità. Se vuoi, possiamo fissare un primo incontro insieme, in cui potrai sentirti ascoltata senza giudizio, con calma.
Scrivimi pure se ti va di iniziare questo percorso, sono qui per aiutarti. Sono disponibile anche per terapie online, un abbraccio, d.ssa Cristina Sinno
Buongiorno Michela,
grazie per aver condiviso la sua storia, così complessa e carica di dolore. È molto importante innanzitutto che lei riconosca la forza e la resilienza che ha dimostrato in tutti questi anni, sia nella relazione che ha vissuto sia nel percorso personale che sta cercando di fare adesso. Le sue domande esprimono un profondo senso di colpa e confusione, comprensibile visto tutto ciò che ha sopportato.
Quello che emerge chiaramente dal suo racconto è che la relazione che ha avuto non era sana né equilibrata: le limitazioni che ha vissuto (controllo, isolamento, mancanza di rispetto) sono segnali tipici di una relazione disfunzionale e a tratti abusante, anche se magari non sempre visibili o riconosciuti subito come tali. In questi contesti, è molto comune che la persona finisca per interiorizzare la colpa, anche quando razionalmente non ha fatto nulla di male.
Lei non ha tradito: quando ha scambiato messaggi con Pasquale, la relazione con Ciro era finita, e aveva tutto il diritto di avere rapporti di amicizia o anche solo un minimo di svago in un momento molto difficile per lei. Il fatto che Ciro le abbia rinfacciato tutto questo e ribaltato le responsabilità su di lei fa parte di un copione manipolatorio, dove la colpa viene spostata e lei finisce per sentirsi sbagliata.
In terapia cognitivo-comportamentale (CBT) lavoriamo molto su questi schemi di pensiero distorti: la convinzione di essere "sbagliata", il bisogno costante di giustificarsi e la difficoltà a vedere le cose con chiarezza quando si è dentro a una relazione che logora l'autostima. È molto positivo che lei stia iniziando a riconoscere il valore che ha e a chiedersi perché sente così tanto senso di colpa quando non ha fatto nulla di scorretto.
Non è lei ad aver "distrutto" questa storia: la relazione era già carica di dinamiche tossiche e squilibri profondi. È naturale provare dolore e fatica a lasciar andare dopo tanto tempo, ma il passo più importante ora è riconoscere i suoi bisogni reali e costruire relazioni (anche future) dove ci sia rispetto reciproco, libertà e fiducia.
Michela, non è una "donna poco seria", tutt’altro: ha cercato di amare e di tenere insieme qualcosa di molto difficile, e ora è il momento di rimettere al centro se stessa, la sua salute emotiva e la sua autostima.
Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
grazie per aver condiviso la sua storia, così complessa e carica di dolore. È molto importante innanzitutto che lei riconosca la forza e la resilienza che ha dimostrato in tutti questi anni, sia nella relazione che ha vissuto sia nel percorso personale che sta cercando di fare adesso. Le sue domande esprimono un profondo senso di colpa e confusione, comprensibile visto tutto ciò che ha sopportato.
Quello che emerge chiaramente dal suo racconto è che la relazione che ha avuto non era sana né equilibrata: le limitazioni che ha vissuto (controllo, isolamento, mancanza di rispetto) sono segnali tipici di una relazione disfunzionale e a tratti abusante, anche se magari non sempre visibili o riconosciuti subito come tali. In questi contesti, è molto comune che la persona finisca per interiorizzare la colpa, anche quando razionalmente non ha fatto nulla di male.
Lei non ha tradito: quando ha scambiato messaggi con Pasquale, la relazione con Ciro era finita, e aveva tutto il diritto di avere rapporti di amicizia o anche solo un minimo di svago in un momento molto difficile per lei. Il fatto che Ciro le abbia rinfacciato tutto questo e ribaltato le responsabilità su di lei fa parte di un copione manipolatorio, dove la colpa viene spostata e lei finisce per sentirsi sbagliata.
In terapia cognitivo-comportamentale (CBT) lavoriamo molto su questi schemi di pensiero distorti: la convinzione di essere "sbagliata", il bisogno costante di giustificarsi e la difficoltà a vedere le cose con chiarezza quando si è dentro a una relazione che logora l'autostima. È molto positivo che lei stia iniziando a riconoscere il valore che ha e a chiedersi perché sente così tanto senso di colpa quando non ha fatto nulla di scorretto.
Non è lei ad aver "distrutto" questa storia: la relazione era già carica di dinamiche tossiche e squilibri profondi. È naturale provare dolore e fatica a lasciar andare dopo tanto tempo, ma il passo più importante ora è riconoscere i suoi bisogni reali e costruire relazioni (anche future) dove ci sia rispetto reciproco, libertà e fiducia.
Michela, non è una "donna poco seria", tutt’altro: ha cercato di amare e di tenere insieme qualcosa di molto difficile, e ora è il momento di rimettere al centro se stessa, la sua salute emotiva e la sua autostima.
Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
Buongiono Michela, mi viene da dirle: non si autocolpevolizzi assolutamente. Dal suo racconto lei ha fatto di tutto per dedicarsi a questo rapporto e non ci si può imputare colpe se il suo fidanzato non si è mai coinvolto pienamente e non mi sebra tanto in grado di avere una relazione matura. Provi a pensare a lei adesso, magari chiedendo aiuto anche tramite una psicoterapia che la può aiutare a dare dignità ai suoi legittimi desideri. trovando più gratificazione nelle realazioni. Se ha bisogno sono a disposizione. Buona giornata. Dario Martelli
Buongiorno,
il tema qui affrontato potrebbe meglio essere sviscerato in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista e di farsi aiutare. Con il tempo potrebbe aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
il tema qui affrontato potrebbe meglio essere sviscerato in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista e di farsi aiutare. Con il tempo potrebbe aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Cara Michela,
quello che stai raccontando è una storia di sofferenza profonda, ma anche di grande forza perché stai cercando risposte, vuoi capire e chiedi aiuto. Questo significa che dentro di te c’è ancora una parte viva e lucida, che riesce a guardare oltre il dolore. E questo è molto importante. La tua storia familiare sembra averti insegnato che l'amore si accompagna al dolore, al controllo e alla paura. Quando hai incontrato Ciro, si è semplicemente ripetuto quel copione. Il controllo che hai subito, l’isolamento, la privazione della libertà e delle relazioni sono dinamiche che hanno a che fare con una forma di potere psicologico sull’altro. Anche se ti diceva di amarti, il suo comportamento sembrava dire ben altro. Non amore, ma possesso. Messaggiare con Pasquale non è stato un tuo errore. In quel momento tu eri una donna libera. Avevi tutto il diritto di scrivere, parlare, ridere, uscire, vivere. Ciro ha reagito con rabbia, umiliazione e accusa non perché sei colpevole, ma perché ha perso il controllo su di te. Il suo problema sembra essere legato ad un orgoglio ferito, non ad un amore perduto. Ciro ha saputo farti sentire in colpa per un tuo diritto, per una cosa più che normale facendo leva su quelle che erano le tue difficoltà. Fin da piccola sei stata abituata a colpevolizzarti. Quando le persone che dovevano amarti ti hanno fatto sentire sbagliata, il tuo cervello ha imparato a pensare: “Se succede qualcosa di male, è colpa mia.” Ma non è così. Tu hai sempre agito per amore, per bisogno di essere accettata. Questo non è un crimine, è umanità. Michela ti chiedi dove hai sbagliato, forse solo nel non amarti abbastanza, nel permettere agli altri di decidere quanto vali e nel perdonare tutto, anche quando non dovevi. L’amore di Ciro forse non era tale perché un uomo che ti ama davvero non ti umilia, non ti isola, non ti fa sentire piccola e sbagliata. Il non voler tornare con te sembra più un atto di orgoglio ferito che di maturità. Ciò che ti è successo, per quanto doloroso e destabilizzante può rappresentare la molla per acquisire maggior consapevolezza delle tue difficoltà, ma anche delle tue potenzialità, del tuo valore come persona e donna. Può essere la tua occasione di libertà. Michela, tu non sei sbagliata. Sei una donna che ha vissuto troppo dolore e ha bisogno ora di imparare a volersi bene, non di elemosinare amore. Potrebbe esserti di grande aiuto un percorso psicologico che ti aiuti a elaborare i traumi, a riscoprire chi sei fuori da una relazione a imparare a dire "no", senza paura e a darti valore, ogni giorno, anche se nessuno lo fa. Spero di averti in qualche modo aiutata.
quello che stai raccontando è una storia di sofferenza profonda, ma anche di grande forza perché stai cercando risposte, vuoi capire e chiedi aiuto. Questo significa che dentro di te c’è ancora una parte viva e lucida, che riesce a guardare oltre il dolore. E questo è molto importante. La tua storia familiare sembra averti insegnato che l'amore si accompagna al dolore, al controllo e alla paura. Quando hai incontrato Ciro, si è semplicemente ripetuto quel copione. Il controllo che hai subito, l’isolamento, la privazione della libertà e delle relazioni sono dinamiche che hanno a che fare con una forma di potere psicologico sull’altro. Anche se ti diceva di amarti, il suo comportamento sembrava dire ben altro. Non amore, ma possesso. Messaggiare con Pasquale non è stato un tuo errore. In quel momento tu eri una donna libera. Avevi tutto il diritto di scrivere, parlare, ridere, uscire, vivere. Ciro ha reagito con rabbia, umiliazione e accusa non perché sei colpevole, ma perché ha perso il controllo su di te. Il suo problema sembra essere legato ad un orgoglio ferito, non ad un amore perduto. Ciro ha saputo farti sentire in colpa per un tuo diritto, per una cosa più che normale facendo leva su quelle che erano le tue difficoltà. Fin da piccola sei stata abituata a colpevolizzarti. Quando le persone che dovevano amarti ti hanno fatto sentire sbagliata, il tuo cervello ha imparato a pensare: “Se succede qualcosa di male, è colpa mia.” Ma non è così. Tu hai sempre agito per amore, per bisogno di essere accettata. Questo non è un crimine, è umanità. Michela ti chiedi dove hai sbagliato, forse solo nel non amarti abbastanza, nel permettere agli altri di decidere quanto vali e nel perdonare tutto, anche quando non dovevi. L’amore di Ciro forse non era tale perché un uomo che ti ama davvero non ti umilia, non ti isola, non ti fa sentire piccola e sbagliata. Il non voler tornare con te sembra più un atto di orgoglio ferito che di maturità. Ciò che ti è successo, per quanto doloroso e destabilizzante può rappresentare la molla per acquisire maggior consapevolezza delle tue difficoltà, ma anche delle tue potenzialità, del tuo valore come persona e donna. Può essere la tua occasione di libertà. Michela, tu non sei sbagliata. Sei una donna che ha vissuto troppo dolore e ha bisogno ora di imparare a volersi bene, non di elemosinare amore. Potrebbe esserti di grande aiuto un percorso psicologico che ti aiuti a elaborare i traumi, a riscoprire chi sei fuori da una relazione a imparare a dire "no", senza paura e a darti valore, ogni giorno, anche se nessuno lo fa. Spero di averti in qualche modo aiutata.
Gent.ma Michela,
la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità e dolore la sua storia.
Lei ha sopportato per anni una relazione segnata dal controllo, dalla privazione della libertà e dalla mancanza di rispetto. Ciò che descrive non è amore sano, ma una dinamica di dipendenza affettiva e maltrattamento emotivo. Il fatto che si senta in colpa ora non significa che abbia davvero sbagliato: è il risultato di anni di abituarsi a sentirsi sempre dalla parte del torto, anche quando ha solo cercato di vivere e di trovare un po’ di conforto.
Rispondere a un vecchio amico durante una pausa dalla relazione non è un tradimento. Il vero problema non è il suo comportamento, ma il modo in cui il suo ex ha cercato di farle sentire sempre la colpa addosso. Anche adesso, sta spostando su di lei la responsabilità per evitare di guardare ai suoi errori.
Le consiglio con tutto il cuore di non cercare più il suo ex e di rivolgersi a uno psicoterapeuta che possa aiutarla a elaborare questa esperienza dolorosa e a riscoprire il suo valore come donna e come persona.
Merita amore, rispetto e libertà, non umiliazioni e paure.
Cordiali saluti,
dott. Abate
la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità e dolore la sua storia.
Lei ha sopportato per anni una relazione segnata dal controllo, dalla privazione della libertà e dalla mancanza di rispetto. Ciò che descrive non è amore sano, ma una dinamica di dipendenza affettiva e maltrattamento emotivo. Il fatto che si senta in colpa ora non significa che abbia davvero sbagliato: è il risultato di anni di abituarsi a sentirsi sempre dalla parte del torto, anche quando ha solo cercato di vivere e di trovare un po’ di conforto.
Rispondere a un vecchio amico durante una pausa dalla relazione non è un tradimento. Il vero problema non è il suo comportamento, ma il modo in cui il suo ex ha cercato di farle sentire sempre la colpa addosso. Anche adesso, sta spostando su di lei la responsabilità per evitare di guardare ai suoi errori.
Le consiglio con tutto il cuore di non cercare più il suo ex e di rivolgersi a uno psicoterapeuta che possa aiutarla a elaborare questa esperienza dolorosa e a riscoprire il suo valore come donna e come persona.
Merita amore, rispetto e libertà, non umiliazioni e paure.
Cordiali saluti,
dott. Abate
Gentilissima utente, grazie per la condivisione della sua storia. Affrontare una separazione e la chiusura di una relazione affettiva comporta quasi sempre una grande quota di sofferenza che richiede di essere tollerata/elaborata. Capisco che in questo momento possa provare un grande senso di smarrimento e disperazione nell'aver perso una figura che era fondamentale nella sua vita e che per questo motivo potrebbe aver bisogno di qualcuno o qualcosa che le serva da sostegno. La sua storia è complessa e credo che lei possa beneficiare di un percorso psicologico che la aiuti ad analizzare cosa le sia accaduto in tutti questi anni di questa relazione, dedicandogli più tempo di un breve racconto su un forum. Alle sue domande finali su chi o cosa abbia sbagliato non è importante che risponda un lettore esterno, come uno di noi professionisti. Nella coppia in cui si partecipa esistono sempre delle regole a volte anche sottointese e da quel che lei racconta, per il suo compagno scoprire che lei abbia intrattenuto in passato, in un momento in cui avevate interrotto la relazione, delle conversazioni con un altro uomo equivale a qualcosa che non può essere accettato e perdonato. E questo a volte è qualcosa che dobbiamo rispettare se è il volere dell'altra persona. Piuttosto si potrebbe lavorare e riflettere sul perchè lei si sente in colpa nonostante senta di non aver fatto nulla di sbagliato e perchè si sente sbagliata e dubita di essere una donna poco seria, rimettendo a noi, professionisti che non la conosciamo di emettere un giudizio. L'aiuto che posso darle è di invitarla a fare un percorso su se stessa, in cui una delle prime cose da domandarsi è il perchè lei ha sopportato per tutti questi anni questi comportamenti e perchè dopo le umiliazioni, la gelosia opprimenti e il controllo che ha subito ( che sono caratteristiche disfunzionali di una relazione), vuole ancora pregare quest'uomo di tornare con lei e ricominciare a sopportare tutti quei comportamenti che le hanno causato sofferenza?
All'inizio della sua storia accennava all'esser cresciuta in una casa dove l'amore non esisteva, l'esperienza di non essere amati in un età critica come quella dell'infanzia è un qualcosa che può plasmare il modo in cui trattiamo e percepiamo noi stessi, è possibile che lei abbia imparato uno schema rigido di relazione simile a quello vissuto nelle relazioni genitoriali e che quello sia l'unico modo al momento in cui lei può relazionarsi, ovvero con qualcuno che offende, umilia e tratta male. Ovviamente, nessuno sceglie la famiglia in cui nasce e non è colpa sua se nella sua vita ha fatto esperienza di questo, ma le assicuro che la psicoterapia può insegnarle nuovi modi più sani per stare con se stessa e con gli altri. Spero di esserle stata d'aiuto.
All'inizio della sua storia accennava all'esser cresciuta in una casa dove l'amore non esisteva, l'esperienza di non essere amati in un età critica come quella dell'infanzia è un qualcosa che può plasmare il modo in cui trattiamo e percepiamo noi stessi, è possibile che lei abbia imparato uno schema rigido di relazione simile a quello vissuto nelle relazioni genitoriali e che quello sia l'unico modo al momento in cui lei può relazionarsi, ovvero con qualcuno che offende, umilia e tratta male. Ovviamente, nessuno sceglie la famiglia in cui nasce e non è colpa sua se nella sua vita ha fatto esperienza di questo, ma le assicuro che la psicoterapia può insegnarle nuovi modi più sani per stare con se stessa e con gli altri. Spero di esserle stata d'aiuto.
Buongiorno,
probabilmente lei dovrebbe trovare qualcuno che la possa aiutare, compatibilmente con la sua disponibilità economica che la sua vita non è inutile e che merita rispetto. Dalle sue parole emerge che questo fidanzato non la abbia trattata molto bene e lei non ha fatto nulla di male nei confronti di questo ragazzo. Lei forse ha perdonato troppo e ha perso un pò di vista sè stessa accettando tutto quello che lui ha fatto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
probabilmente lei dovrebbe trovare qualcuno che la possa aiutare, compatibilmente con la sua disponibilità economica che la sua vita non è inutile e che merita rispetto. Dalle sue parole emerge che questo fidanzato non la abbia trattata molto bene e lei non ha fatto nulla di male nei confronti di questo ragazzo. Lei forse ha perdonato troppo e ha perso un pò di vista sè stessa accettando tutto quello che lui ha fatto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
buongiorno,
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
Salve Michela deve assolutamente farsi seguire in terapia. Ha una storia personale e familiare molto complicata da elaborare che la metterà sempre in situazioni di sudditanza e maltrattamento. Si faccia aiutare subito e poi vedrà che starà meglio. In bocca al lupo
Buonasera Michela, mi dispiace molto per quello che sta vivendo. La sua situazione con Ciro sembra essere stata segnata da molti sacrifici e dinamiche disfunzionali. Non ha tradito, ma la sua reazione al contatto con Pasquale potrebbe aver fatto sentire Ciro tradito emotivamente, anche se non è stato così. Non è corretto che lui la faccia sentire in colpa per aver cercato conforto altrove, soprattutto dopo tutto quello che ha sopportato. La sua colpa non esiste. È normale sentirsi confusa e ferita, ma è importante che inizi a riflettere se questa relazione la rende felice e rispettata.
Consideri di parlare con uno psicologo psicoterapeuta per affrontare queste dinamiche e trovare il supporto che merita. La sua felicità e il suo benessere sono fondamentali.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Consideri di parlare con uno psicologo psicoterapeuta per affrontare queste dinamiche e trovare il supporto che merita. La sua felicità e il suo benessere sono fondamentali.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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