
Via del Monte 3, Angri 84012
Psicoterapeuta Cosimo Russo
Il copione
Secondo Eric Berne ciascuno di noi recita sul palcoscenico della vita il dramma del suo copione. Egli afferma che: “….ogni individuo decide nella sua infanzia la propria vita e la propria morte, e quel programma che si porterà dentro ovunque vada è …il suo copione” E. Berne, (1979), Ciao e poi? Pag 35 Bompiani Tascabili 1994. Esso è “… un piano di vita deciso nell’infanzia, rinforzato dai genitori, sostenuto da decisioni successive e con un tornaconto finale”, Eric Berne, “Ciao e Poi”,(1979). Carlo Moiso e Michele Novellino allargano questo concetto affermando che esso quando è negativo limita la consapevolezza, l’intimità e la spontaneità rendendo poco flessibile ed autonoma la persona. Moiso – Novellino, “Stati dell’Io” 1982. Erskine aggiunge che il copione non viene elaborato soltanto durante l’infanzia ma piuttosto durante tutti gli stadi della vita. Erskine, 1980.
Il copione quando è limitante impedisce di soddisfare i bisogni profondi della persona. Esso è fortemente negativo per la salute e la psiche e viene generato soprattutto negli ambienti familiari ostili dove il linguaggio usato è spesso violento e offensivo, tipo: “Taci stupido!” – “Vai al diavolo” – “Muori”. Ciò che manca qui è la cura, l’attenzione, la vicinanza, l’amore verso se stessi e verso gli altri. Il bambino che si trova circondato da figure genitoriali così brutali e distanti può scegliere di adattarsi, compiacere, aggredire, vendicarsi, ammalarsi, fuggire, delinquere, suicidarsi. Un caso possibile che potrebbe succedere nella realtà è che il bambino potrebbe scegliere di compiacere adattandosi e dicendo sempre si a mamma, papà, amici, datore e colleghi di lavoro, conoscenti, moglie, ecc., rinunciando alla sua parte libera e spontanea, generando dentro di sè malessere, frustrazione, dolore. Probabilmente la sua decisione di copione sarebbe supportata da una considerazione pessimista e dolorosa della realtà, tanto da dire a se stesso: “Nella vita e nei rapporti umani non c’è amore”, “Se mi avvicinassi agli altri per avere affetto, attenzione, riconoscimento rischierei di scoprire che nessuno mi ama”, “allora è meglio agire in maniera subordinata, ovvero compiacere e piegarmi al volere degli altri. Ma una decisione così passiva e svalutante di sé altererebbe il sistema di personalità, condizionando negativamente i suoi pensieri, il modo di sentire, il modo di comportarsi e di comunicare, mettendo in crisi tutto il sistema relazionale e la qualità della sua vita. Ciò col tempo potrebbe causare malessere, dolore, malattia mentale.
Il mio intervento di pscicoterapia che propongo è lavorare sul copione, ovvero conoscere le dinamiche conflittuali profonde che le decisioni di copione limitanti obbligano il paziente a diventare prigioniero di se stesso e degli altri, smetterla di svalutare se stessi e gli altri, diventare attivo e consapevole delle relazioni tossiche e liberarsene, darsi il permesso di essere se stessi, esprimere autonomia, consapevolezza, spontaneità, intimità, scegliere di stare bene.
30/01/2025