Il rapporto con una ragazza dopo l'iniziale avvicinamento e ricerca reciproca, ha subíto uno stop do
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Il rapporto con una ragazza dopo l'iniziale avvicinamento e ricerca reciproca, ha subíto uno stop dovuto al fatto che sono stato più esplicito e lei è un po' crollata per alcuni giorni come per un contraccolpo del fatto di essere stata messa con le spalle al muro, per la serie abbiamo sempre scherzato entrambi ma adesso la cosa si fa seria. Molto lentamente lei sta tornando come prima e anche il rapporto anche senza più coinvolgimento soprattutto da parte mia e di riflesso da parte sua, mi sono un attimo stufato pur rimanendo molto legato alla sua persona (non parlo per un conetto estetico). Adesso però sta in una fase in cui quando può mi testa per vedere se mi dispiaccio, annullare una data, respingere dei pensieini sciocchi, paroline raggelanti, però al tempo stesso mi dice che le farebbe molto piacere ripristinare un rapporto serio con me. Chi di voi impegnerebbe tempo ed energie per chi applica questi simpatici test per far arrivare un distacco seppur verbale, quando può sta comunque azzeccata a me e l'interesse mi sembra chiaro a meno che non mi sia dopato.. , e forse per vedere fin quanto possa dispiacermi? Gliel'ho spiegato che non è giusto per il bene che entrambi abbiano impiegato fino ad ora per conoscerci. Se continua l'unica strada è dimensionare il rapporto al minimo? Dedicarmi ad altra persona (che lei conosce) che è lei stessa a venirmi vicino e ad aver dimistrato più volte la sua vicinanza? Posso solo ingoiare il rospo fino a che non mi stufa e la lascio perdere?
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso una situazione così impegnativa tra uno stato di sospensione e disorientamento emotivo, dove il coinvolgimento iniziale ha lasciato spazio a una dinamica relazionale fatta di avvicinamenti e ritirate, con momenti di freddezza alternati a segnali ambigui di presenza o desiderio di vicinanza.
Quello che racconta sembra appartenere a un intreccio relazionale in cui, dopo un'iniziale intesa, il cambiamento di tono emotivo (da gioco implicito a possibilità concreta di un legame più serio) ha prodotto in lei un certo affaticamento e, in lei, un apparente blocco o irrigidimento. È frequente osservare questo tipo di oscillazioni in rapporti che iniziano in modo più leggero e poi si confrontano con la possibilità di un maggiore impegno emotivo e con le paure che questo può innescare.
Il punto centrale sembra essere che lei, pur rimanendo affezionato alla persona, avverte un calo del suo coinvolgimento, alimentato da gesti che lei vive come “test” o come piccole manovre manipolative, capaci di ferirla o farla sentire svalutata. E in effetti non è raro che, in relazioni incerte o dissimmetriche, una delle due persone metta in atto comportamenti ambigui proprio per testare l’interesse dell’altro, spesso in modo inconsapevole, come forma di rassicurazione rispetto al proprio valore o alla paura dell’abbandono. Ma quando questi giochi iniziano a logorare, a destabilizzare, o a ridurre la spontaneità emotiva, è importante chiedersi se stia più agendo il sentimento o la frustrazione.
Lei si chiede, comprensibilmente, se sia meglio ridurre il rapporto al minimo, aprirsi a un’altra persona che le dimostra affetto in modo più chiaro, o continuare a tollerare queste dinamiche fino al punto di rottura. Nessuna risposta può essere giusta per tutti. Ma in base a quanto scrive, credo che la domanda più utile da porsi in questo momento sia: che tipo di rapporto desidero per me? Quanto sono disposto ad adattarmi a una relazione che sembra nutrirsi di ambivalenza? E quanto spazio sento oggi di voler lasciare per costruire qualcosa che sia davvero reciproco, sereno e riconoscente?
Quando si è emotivamente coinvolti, si rischia di confondere la fatica con la profondità. Ma il legame autentico non dovrebbe fondarsi sulla prova continua dell’affetto, né tantomeno sul mantenimento di un sottile equilibrio tra la distanza e l’attesa.
Prendersi il diritto di desiderare relazioni più trasparenti non è un atto di egoismo, ma una forma di cura verso se stessi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quello che racconta sembra appartenere a un intreccio relazionale in cui, dopo un'iniziale intesa, il cambiamento di tono emotivo (da gioco implicito a possibilità concreta di un legame più serio) ha prodotto in lei un certo affaticamento e, in lei, un apparente blocco o irrigidimento. È frequente osservare questo tipo di oscillazioni in rapporti che iniziano in modo più leggero e poi si confrontano con la possibilità di un maggiore impegno emotivo e con le paure che questo può innescare.
Il punto centrale sembra essere che lei, pur rimanendo affezionato alla persona, avverte un calo del suo coinvolgimento, alimentato da gesti che lei vive come “test” o come piccole manovre manipolative, capaci di ferirla o farla sentire svalutata. E in effetti non è raro che, in relazioni incerte o dissimmetriche, una delle due persone metta in atto comportamenti ambigui proprio per testare l’interesse dell’altro, spesso in modo inconsapevole, come forma di rassicurazione rispetto al proprio valore o alla paura dell’abbandono. Ma quando questi giochi iniziano a logorare, a destabilizzare, o a ridurre la spontaneità emotiva, è importante chiedersi se stia più agendo il sentimento o la frustrazione.
Lei si chiede, comprensibilmente, se sia meglio ridurre il rapporto al minimo, aprirsi a un’altra persona che le dimostra affetto in modo più chiaro, o continuare a tollerare queste dinamiche fino al punto di rottura. Nessuna risposta può essere giusta per tutti. Ma in base a quanto scrive, credo che la domanda più utile da porsi in questo momento sia: che tipo di rapporto desidero per me? Quanto sono disposto ad adattarmi a una relazione che sembra nutrirsi di ambivalenza? E quanto spazio sento oggi di voler lasciare per costruire qualcosa che sia davvero reciproco, sereno e riconoscente?
Quando si è emotivamente coinvolti, si rischia di confondere la fatica con la profondità. Ma il legame autentico non dovrebbe fondarsi sulla prova continua dell’affetto, né tantomeno sul mantenimento di un sottile equilibrio tra la distanza e l’attesa.
Prendersi il diritto di desiderare relazioni più trasparenti non è un atto di egoismo, ma una forma di cura verso se stessi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
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Buongiorno,
quella che descrivi è una situazione complessa, fatta di ambivalenze e segnali contrastanti, sia da parte tua che da parte di lei. Dopo un primo avvicinamento reciproco, il momento in cui sei stato più esplicito sembra aver generato in lei una sorta di blocco o confusione. Da lì in poi, il rapporto ha iniziato a cambiare: da una parte ci sono piccoli gesti che sembrano testare il tuo coinvolgimento, dall’altra parole che lasciano intendere il desiderio di riprendere un legame più serio.
È del tutto comprensibile che tu ti senta stanco o disorientato. Da quanto racconti, sei ancora affezionato a lei come persona, ma allo stesso tempo percepisci dinamiche che ti confondono e forse ti fanno sentire messo alla prova, con un senso di frustrazione.
Le domande che ti stai ponendo – se abbia senso continuare, se ridurre il rapporto al minimo, o se volgere altrove la tua attenzione – meritano ascolto e chiarezza. Potrebbe esserti utile riflettere su:
Cosa desideri davvero oggi da una relazione?
Questo rapporto ti fa stare bene o ti lascia più dubbi che certezze?
Stai aspettando che l’altra persona cambi atteggiamento, o sei già in un punto in cui senti di non avere più lo stesso interesse?
Un percorso di consulenza psicologica o sessuologica potrebbe aiutarti a fare ordine, a capire meglio i tuoi bisogni affettivi e relazionali, e a decidere in modo più consapevole come muoverti, evitando di restare bloccato in dinamiche ambigue.
quella che descrivi è una situazione complessa, fatta di ambivalenze e segnali contrastanti, sia da parte tua che da parte di lei. Dopo un primo avvicinamento reciproco, il momento in cui sei stato più esplicito sembra aver generato in lei una sorta di blocco o confusione. Da lì in poi, il rapporto ha iniziato a cambiare: da una parte ci sono piccoli gesti che sembrano testare il tuo coinvolgimento, dall’altra parole che lasciano intendere il desiderio di riprendere un legame più serio.
È del tutto comprensibile che tu ti senta stanco o disorientato. Da quanto racconti, sei ancora affezionato a lei come persona, ma allo stesso tempo percepisci dinamiche che ti confondono e forse ti fanno sentire messo alla prova, con un senso di frustrazione.
Le domande che ti stai ponendo – se abbia senso continuare, se ridurre il rapporto al minimo, o se volgere altrove la tua attenzione – meritano ascolto e chiarezza. Potrebbe esserti utile riflettere su:
Cosa desideri davvero oggi da una relazione?
Questo rapporto ti fa stare bene o ti lascia più dubbi che certezze?
Stai aspettando che l’altra persona cambi atteggiamento, o sei già in un punto in cui senti di non avere più lo stesso interesse?
Un percorso di consulenza psicologica o sessuologica potrebbe aiutarti a fare ordine, a capire meglio i tuoi bisogni affettivi e relazionali, e a decidere in modo più consapevole come muoverti, evitando di restare bloccato in dinamiche ambigue.
Il rapporto che descrivi sembra attraversare una fase di grande confusione emotiva e comunicativa. Quando una persona, dopo un avvicinamento iniziale, manifesta reazioni di chiusura o mette alla prova il partner con atteggiamenti ambivalenti come "test" emotivi, spesso cela paure, insicurezze o difficoltà a gestire la nuova dimensione più seria del rapporto. È comprensibile che questo comportamento possa generare frustrazione e confusione in te, soprattutto se ti senti stanco e poco ricambiato nel coinvolgimento emotivo.
In queste situazioni, è importante valutare cosa è davvero sostenibile per te: se il continuo “gioco” di alti e bassi diventa fonte di sofferenza o stanchezza emotiva, può essere utile prendere le distanze per tutelare il proprio benessere, magari ridimensionando il rapporto. Allo stesso tempo, se senti che c’è un attaccamento profondo, può valere la pena chiarire apertamente e con calma quali sono i bisogni e i limiti di entrambi.
Riguardo all’altra persona che si avvicina e dimostra interesse, è fondamentale riflettere se è giusto per te aprirti a una nuova relazione in questo momento, soprattutto se la situazione precedente è ancora irrisolta, per evitare di ripetere dinamiche di confusione o dolore.
Non è mai salutare “ingoiare il rospo” fino a stancarsi e lasciare andare senza aver prima esplorato chiaramente i propri sentimenti e limiti. La comunicazione sincera, la consapevolezza emotiva e la gestione dei confini sono elementi chiave per un rapporto sano.
Per questi motivi, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista che possa aiutarti a comprendere meglio i tuoi sentimenti, gestire le dinamiche relazionali e prendere decisioni che rispettino il tuo benessere psicologico.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
In queste situazioni, è importante valutare cosa è davvero sostenibile per te: se il continuo “gioco” di alti e bassi diventa fonte di sofferenza o stanchezza emotiva, può essere utile prendere le distanze per tutelare il proprio benessere, magari ridimensionando il rapporto. Allo stesso tempo, se senti che c’è un attaccamento profondo, può valere la pena chiarire apertamente e con calma quali sono i bisogni e i limiti di entrambi.
Riguardo all’altra persona che si avvicina e dimostra interesse, è fondamentale riflettere se è giusto per te aprirti a una nuova relazione in questo momento, soprattutto se la situazione precedente è ancora irrisolta, per evitare di ripetere dinamiche di confusione o dolore.
Non è mai salutare “ingoiare il rospo” fino a stancarsi e lasciare andare senza aver prima esplorato chiaramente i propri sentimenti e limiti. La comunicazione sincera, la consapevolezza emotiva e la gestione dei confini sono elementi chiave per un rapporto sano.
Per questi motivi, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista che possa aiutarti a comprendere meglio i tuoi sentimenti, gestire le dinamiche relazionali e prendere decisioni che rispettino il tuo benessere psicologico.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, la situazione che descrive è certamente complessa e delicata, e si percepisce chiaramente quanto desideri trovare una via d’uscita che sia rispettosa di lei stesso e anche della persona con cui ha condiviso questo percorso fino a ora. La dinamica che racconta, fatta di alti e bassi emotivi, di “test” e di momenti di distanza, spesso si verifica quando c’è un bisogno profondo di conferme e di sicurezza, ma anche paure di esporsi e di soffrire. Questo può generare una sorta di gioco emotivo che però, se protratto nel tempo, diventa stancante e fonte di frustrazione. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è importante innanzitutto riconoscere che lei ha il diritto e il dovere di prendersi cura di sé, delle proprie emozioni e dei propri bisogni. La relazione, di qualunque natura essa sia, dovrebbe essere un luogo di scambio autentico e di crescita, non un continuo terreno di prove o di strategie per “vedere fin dove si può spingere l’altro”. Se lei si sente messo alla prova, “testato” come dice, e se questo alimenta in lei confusione o stanchezza, è fondamentale portare alla luce queste emozioni, senza giudicarle, ma ascoltandole con attenzione. Il fatto che lei abbia già provato a comunicare con lei in modo chiaro e onesto è un segnale molto positivo, perché apre uno spazio di trasparenza che può essere il punto di partenza per un dialogo più autentico. Tuttavia, se nonostante i suoi tentativi lei percepisce che questo gioco continua e che la persona in questione non riesce a trovare una stabilità emotiva che permetta un rapporto sereno, potrebbe essere utile cominciare a pensare a un diverso tipo di tutela per sé stesso. Dimensionare il rapporto al minimo, cioè mantenere un’interazione meno coinvolgente e più protetta, può essere una strategia temporanea per preservare il proprio benessere, evitando di investire troppe energie in una situazione che al momento la mette in difficoltà. Non si tratta di “inghiottire un rospo”, ma di riconoscere con rispetto i propri limiti e di prendersi il tempo necessario per capire cosa davvero desidera e cosa è sano per lei. Quanto al pensare a dedicarsi ad un’altra persona, soprattutto se questa dimostra interesse e vicinanza autentica, non è una decisione da prendere con fretta o in reazione a una situazione di disagio. È importante che ogni passo sia fatto con consapevolezza, senza forzature o per fuggire da un problema. A volte infatti concentrarsi su sé stessi e su ciò che si vuole veramente, magari prendendosi una pausa per riflettere, può aiutare a chiarire i propri sentimenti e a capire meglio quali relazioni sono per noi fonte di crescita e quali invece possono generare solo confusione o dolore. La invito a continuare a osservare le sue emozioni e a comunicare con chiarezza, ma soprattutto a prendersi cura del suo equilibrio emotivo, riconoscendo quando è il momento di mettersi al primo posto. Il rispetto per sé stessi è la base di ogni rapporto sano, e solo da lì si può costruire qualcosa di vero, sia con questa ragazza, sia con chiunque altro. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile Signore,
Il quadro che Lei restituisce richiama una dinamica piuttosto frequente nei legami affettivi in cui, dopo una fase di avvicinamento giocoso e reciproca idealizzazione, il passaggio a una maggiore intimità e definizione del rapporto genera disorientamento e, talvolta, comportamenti ambivalenti. È possibile che l'esplicitazione dei Suoi sentimenti abbia attivato nell'altra persona meccanismi difensivi – ad esempio, il ritiro affettivo o il comportamento passivo-aggressivo – spesso riconducibili a timori legati alla vulnerabilità o all’impegno emotivo.
I “test” che Lei descrive (come l’annullamento improvviso di incontri, l’uso di parole ambigue o svalutanti, i segnali contraddittori) possono essere interpretati come manifestazioni di una comunicazione disfunzionale, in cui il bisogno di mantenere un controllo sulla relazione si esprime attraverso dinamiche relazionali di tipo intermittente. Questo tipo di relazione, che alterna vicinanza e distacco in modo imprevedibile, può generare quello che in psicologia si definisce rinforzo intermittente: un meccanismo che tende a legare emotivamente l’individuo proprio attraverso l’imprevedibilità e la speranza del “prossimo momento buono”.
Tuttavia, è importante distinguere tra l’attaccamento (che può anche essere ansiogeno o insicuro) e un reale investimento affettivo reciproco. Lei esprime chiaramente un affetto autentico per questa persona – non basato sull’aspetto esteriore, ma su un legame profondo – ma anche un crescente senso di stanchezza e frustrazione, che meritano ascolto e rispetto.
In un’ottica di autotutela emotiva e di promozione di relazioni affettive sane, la scelta di dimensionare il rapporto al minimo appare una possibilità coerente e funzionale. Non si tratta di un atto punitivo, ma di un atto di cura verso di sé, volto a ridurre l’esposizione a dinamiche che minano il benessere psicologico e rischiano di indebolire la propria capacità di autodeterminazione emotiva.
Dr. Giuseppe Mirabella
Il quadro che Lei restituisce richiama una dinamica piuttosto frequente nei legami affettivi in cui, dopo una fase di avvicinamento giocoso e reciproca idealizzazione, il passaggio a una maggiore intimità e definizione del rapporto genera disorientamento e, talvolta, comportamenti ambivalenti. È possibile che l'esplicitazione dei Suoi sentimenti abbia attivato nell'altra persona meccanismi difensivi – ad esempio, il ritiro affettivo o il comportamento passivo-aggressivo – spesso riconducibili a timori legati alla vulnerabilità o all’impegno emotivo.
I “test” che Lei descrive (come l’annullamento improvviso di incontri, l’uso di parole ambigue o svalutanti, i segnali contraddittori) possono essere interpretati come manifestazioni di una comunicazione disfunzionale, in cui il bisogno di mantenere un controllo sulla relazione si esprime attraverso dinamiche relazionali di tipo intermittente. Questo tipo di relazione, che alterna vicinanza e distacco in modo imprevedibile, può generare quello che in psicologia si definisce rinforzo intermittente: un meccanismo che tende a legare emotivamente l’individuo proprio attraverso l’imprevedibilità e la speranza del “prossimo momento buono”.
Tuttavia, è importante distinguere tra l’attaccamento (che può anche essere ansiogeno o insicuro) e un reale investimento affettivo reciproco. Lei esprime chiaramente un affetto autentico per questa persona – non basato sull’aspetto esteriore, ma su un legame profondo – ma anche un crescente senso di stanchezza e frustrazione, che meritano ascolto e rispetto.
In un’ottica di autotutela emotiva e di promozione di relazioni affettive sane, la scelta di dimensionare il rapporto al minimo appare una possibilità coerente e funzionale. Non si tratta di un atto punitivo, ma di un atto di cura verso di sé, volto a ridurre l’esposizione a dinamiche che minano il benessere psicologico e rischiano di indebolire la propria capacità di autodeterminazione emotiva.
Dr. Giuseppe Mirabella
Gentile paziente,la tua è una situazione piuttosto frequente quando un rapporto parte in modo giocoso e ambivalente e poi, improvvisamente, si avvicina a qualcosa di più autentico o “serio”. In certi casi, quando emerge un coinvolgimento più chiaro, può attivarsi nell’altra persona una sorta di difesa emotiva: paura di perdere il controllo, timore del rifiuto, o anche semplicemente non sapere cosa si vuole davvero.
I “test” che lei ti sta facendo – annullare appuntamenti, rifiutare piccoli gesti affettuosi, dare segnali contrastanti – sembrano proprio una strategia inconsapevole per verificare quanto conta ancora per te, senza però prendersi la responsabilità di chiarire ciò che vuole lei.
Hai fatto bene a spiegare che questo tira-e-molla non rende giustizia al legame costruito. Ma se la situazione continua, hai tutto il diritto di proteggerti, ridimensionare il rapporto e aprirti a chi, con più maturità, dimostra vicinanza reale e non solo a intermittenza.
Ingoiare il rospo a lungo logora. Se il gioco emotivo diventa fonte di confusione e frustrazione, è legittimo chiederti se vale la pena restare lì per “vedere come va”. Forse, darle meno spazio (non per vendetta, ma per rispetto di te stesso) le farà capire davvero cosa rischia di perdere.
A volte, il rispetto passa anche dal mettersi un confine.
Un saluto.
I “test” che lei ti sta facendo – annullare appuntamenti, rifiutare piccoli gesti affettuosi, dare segnali contrastanti – sembrano proprio una strategia inconsapevole per verificare quanto conta ancora per te, senza però prendersi la responsabilità di chiarire ciò che vuole lei.
Hai fatto bene a spiegare che questo tira-e-molla non rende giustizia al legame costruito. Ma se la situazione continua, hai tutto il diritto di proteggerti, ridimensionare il rapporto e aprirti a chi, con più maturità, dimostra vicinanza reale e non solo a intermittenza.
Ingoiare il rospo a lungo logora. Se il gioco emotivo diventa fonte di confusione e frustrazione, è legittimo chiederti se vale la pena restare lì per “vedere come va”. Forse, darle meno spazio (non per vendetta, ma per rispetto di te stesso) le farà capire davvero cosa rischia di perdere.
A volte, il rispetto passa anche dal mettersi un confine.
Un saluto.
Hai ragione, l’amore ha spesso questa sfumatura giocosa, ma alla base deve sempre esserci una semplicità profonda e autentica, un terreno di sincerità che rende tutto vero e leggero insieme.
Il vero gioco dell’amore si fa a cuore aperto: significa mettersi in gioco davvero, senza paure, senza nascondersi dietro a “test” o atteggiamenti che più confondono che avvicinano. Quando succede qualcosa che crea distanza o disagio, la chiave è parlarne senza filtri, chiedere con gentilezza e apertura cosa è successo, cosa ha spaventato o allontanato. Solo così si può rimanere in due nel gioco dell’amore, senza che uno rimanga intrappolato nei propri pensieri e insicurezze da solo.
Se ognuno resta chiuso dentro la propria testa, a rimuginare e interpretare, il gioco si perde. E allora è facile che la relazione diventi una partita a scacchi senza regole, dove nessuno sa davvero dove sta l’altro.
Parlare a cuore aperto è il gesto più coraggioso e liberatorio che si possa fare. Ed è questo che può trasformare il gioco in un cammino condiviso, fatto di comprensione e vicinanza, non di distanza e fraintendimenti.
Se riesci a far sentire questo, forse lei può aprirsi davvero — e tu puoi sentirti meno in balia di questi “test” che logorano più che unire.
In bocca al lupo,
Raffaella.
Il vero gioco dell’amore si fa a cuore aperto: significa mettersi in gioco davvero, senza paure, senza nascondersi dietro a “test” o atteggiamenti che più confondono che avvicinano. Quando succede qualcosa che crea distanza o disagio, la chiave è parlarne senza filtri, chiedere con gentilezza e apertura cosa è successo, cosa ha spaventato o allontanato. Solo così si può rimanere in due nel gioco dell’amore, senza che uno rimanga intrappolato nei propri pensieri e insicurezze da solo.
Se ognuno resta chiuso dentro la propria testa, a rimuginare e interpretare, il gioco si perde. E allora è facile che la relazione diventi una partita a scacchi senza regole, dove nessuno sa davvero dove sta l’altro.
Parlare a cuore aperto è il gesto più coraggioso e liberatorio che si possa fare. Ed è questo che può trasformare il gioco in un cammino condiviso, fatto di comprensione e vicinanza, non di distanza e fraintendimenti.
Se riesci a far sentire questo, forse lei può aprirsi davvero — e tu puoi sentirti meno in balia di questi “test” che logorano più che unire.
In bocca al lupo,
Raffaella.
Buongiorno,
le domande che si pone sono più che lecite, e la invito a non lasciarle senza risposta, in particolare l'ultima. E' importante sapere cosa si vuole e cosa no, per poterne parlare liberamente e non accusare "test simpatici".
Coraggio, se ne sente il bisogno può affrontare queste domande dentro uno spazio sicuro in una stanza di terapia.
Un saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
le domande che si pone sono più che lecite, e la invito a non lasciarle senza risposta, in particolare l'ultima. E' importante sapere cosa si vuole e cosa no, per poterne parlare liberamente e non accusare "test simpatici".
Coraggio, se ne sente il bisogno può affrontare queste domande dentro uno spazio sicuro in una stanza di terapia.
Un saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
Caro Paziente,
la ringrazio per aver condiviso una situazione così personale e complessa. Da quello che racconta, emerge chiaramente quanto questo legame l'abbia coinvolta in modo autentico, ma anche quanto oggi la stia facendo sentire stanco, un po’ confuso e forse anche deluso.
Le dinamiche che descrive – un iniziale coinvolgimento reciproco, seguito da un momento di chiusura e poi da segnali contraddittori – sono piuttosto comuni nei rapporti. Capita spesso che quando la relazione inizia a farsi più seria, emergano paure o difese, e le ambiguità si moltiplichino.
È comprensibile che lei si senta combattuto tra il legame che sente ancora e la fatica crescente di portare avanti una relazione che ora sembra muoversi più su un terreno di insicurezza, test impliciti e mancanza di chiarezza.
Parlare con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere meglio quello che sta succedendo dentro di Sè e ad affrontare questo periodo con più serenità e forza.
Potrebbe esserle utile per fare chiarezza, mettere ordine tra ciò che sente e ciò che vuole, e magari capire anche come muoversi, con rispetto verso Sè stesso e verso l’altro.
Se sente che potrebbe esserle utile, sono disponibile anche online per un primo colloquio.
Un caro saluto,
Giulia Masin
la ringrazio per aver condiviso una situazione così personale e complessa. Da quello che racconta, emerge chiaramente quanto questo legame l'abbia coinvolta in modo autentico, ma anche quanto oggi la stia facendo sentire stanco, un po’ confuso e forse anche deluso.
Le dinamiche che descrive – un iniziale coinvolgimento reciproco, seguito da un momento di chiusura e poi da segnali contraddittori – sono piuttosto comuni nei rapporti. Capita spesso che quando la relazione inizia a farsi più seria, emergano paure o difese, e le ambiguità si moltiplichino.
È comprensibile che lei si senta combattuto tra il legame che sente ancora e la fatica crescente di portare avanti una relazione che ora sembra muoversi più su un terreno di insicurezza, test impliciti e mancanza di chiarezza.
Parlare con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere meglio quello che sta succedendo dentro di Sè e ad affrontare questo periodo con più serenità e forza.
Potrebbe esserle utile per fare chiarezza, mettere ordine tra ciò che sente e ciò che vuole, e magari capire anche come muoversi, con rispetto verso Sè stesso e verso l’altro.
Se sente che potrebbe esserle utile, sono disponibile anche online per un primo colloquio.
Un caro saluto,
Giulia Masin
Salve, quello di cui parla mi ricorda la difficoltà di lasciarsi andare nell'essere innamorati. Il coraggio e la responsabilità di scegliere l'altro nonostante momenti di paura, "test" e difficoltà. Stare con qualcuno quanto tutto fila è sicuramente più facile.
La invito a lasciarsi andare, tanto alla fine, in amore, abbiamo solo paura di soffrire.
La invito a lasciarsi andare, tanto alla fine, in amore, abbiamo solo paura di soffrire.
Gentile Signore,
quello che sta vivendo sembra un gioco relazionale in cui i ruoli non sono più definiti come all’inizio: ciò che prima era una danza a due, ora è diventata una prova di resistenza emotiva, dove uno "testa" e l’altro "regge". Ma chi regge troppo, alla lunga, si stanca. E lei lo sta già sperimentando.
Il punto interessante non è tanto ciò che lei prova per questa ragazza, quanto ciò che è disposto a tollerare in nome di quel legame. Talvolta, ciò che chiamiamo “interesse” è solo una forma sofisticata di attaccamento alla possibilità che qualcosa cambi. Ma spesso le cose cambiano proprio quando smettiamo di rincorrerle. Le persone non si avvicinano perché glielo spieghiamo, ma perché sentono che siamo disposti ad andare avanti anche senza di loro.
Non si tratta quindi di “ingoiare il rospo” o “lasciar perdere”, ma forse di riprendersi il centro della scena nella propria vita emotiva, senza aspettare che sia l’altro a validarla. A volte, dimensionare il rapporto non è un atto di chiusura, ma un invito implicito all’altro: “se vuoi esserci, fallo da persona adulta, non da stratega emozionale”.
La domanda che può aprire il cambiamento è: "Voglio essere scelto o voglio dovermi far scegliere ogni volta?"
Una relazione sana ha bisogno di prove, ha bisogno di presenza?
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
quello che sta vivendo sembra un gioco relazionale in cui i ruoli non sono più definiti come all’inizio: ciò che prima era una danza a due, ora è diventata una prova di resistenza emotiva, dove uno "testa" e l’altro "regge". Ma chi regge troppo, alla lunga, si stanca. E lei lo sta già sperimentando.
Il punto interessante non è tanto ciò che lei prova per questa ragazza, quanto ciò che è disposto a tollerare in nome di quel legame. Talvolta, ciò che chiamiamo “interesse” è solo una forma sofisticata di attaccamento alla possibilità che qualcosa cambi. Ma spesso le cose cambiano proprio quando smettiamo di rincorrerle. Le persone non si avvicinano perché glielo spieghiamo, ma perché sentono che siamo disposti ad andare avanti anche senza di loro.
Non si tratta quindi di “ingoiare il rospo” o “lasciar perdere”, ma forse di riprendersi il centro della scena nella propria vita emotiva, senza aspettare che sia l’altro a validarla. A volte, dimensionare il rapporto non è un atto di chiusura, ma un invito implicito all’altro: “se vuoi esserci, fallo da persona adulta, non da stratega emozionale”.
La domanda che può aprire il cambiamento è: "Voglio essere scelto o voglio dovermi far scegliere ogni volta?"
Una relazione sana ha bisogno di prove, ha bisogno di presenza?
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Grazie per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità.
Dalle sue parole emerge un legame che, pur tra alti e bassi, ha avuto per lei un significato importante ed è comprensibile sentirsi confusi quando l’altra persona sembra inviare segnali contraddittori, perché questo tipo di dinamica può generare stanchezza emotiva, soprattutto quando si ha la sensazione di dover continuamente dimostrare qualcosa.
Quando una relazione inizia a farci sentire più in dubbio che sereni, può essere utile fermarsi e chiedersi cosa si desidera davvero, valutando con gentilezza verso di sé quale direzione può offrirci più benessere.
Dalle sue parole emerge un legame che, pur tra alti e bassi, ha avuto per lei un significato importante ed è comprensibile sentirsi confusi quando l’altra persona sembra inviare segnali contraddittori, perché questo tipo di dinamica può generare stanchezza emotiva, soprattutto quando si ha la sensazione di dover continuamente dimostrare qualcosa.
Quando una relazione inizia a farci sentire più in dubbio che sereni, può essere utile fermarsi e chiedersi cosa si desidera davvero, valutando con gentilezza verso di sé quale direzione può offrirci più benessere.
Buon pomeriggio,
le sue domande sono importati e fanno intendere come per lei sia importante questa relazione. Tuttavia, l'importanza non necessariamente implica l'intraprendere una relazione amorosa.
Può iniziare con il chiedersi che tipo di relazione vorrebbe instaurare con questa persona. Si immagina in un futuro prossimo a condividere dei momenti con lei oppure si tratta di qualcosa di momentaneo, in attesa di qualcos'altro?
Starà a lei la scelta di aprirsi al dialogo con questa persona, per cercare di realizzare qualcosa "di più", oppure aprirsi a nuove possibilità.
Le auguro una buona serata, spero abbia qualche spunto da cui partire.
le sue domande sono importati e fanno intendere come per lei sia importante questa relazione. Tuttavia, l'importanza non necessariamente implica l'intraprendere una relazione amorosa.
Può iniziare con il chiedersi che tipo di relazione vorrebbe instaurare con questa persona. Si immagina in un futuro prossimo a condividere dei momenti con lei oppure si tratta di qualcosa di momentaneo, in attesa di qualcos'altro?
Starà a lei la scelta di aprirsi al dialogo con questa persona, per cercare di realizzare qualcosa "di più", oppure aprirsi a nuove possibilità.
Le auguro una buona serata, spero abbia qualche spunto da cui partire.
Buongiorno,
Capisco bene quanto sia frustrante sentirsi trattato con alti e bassi – ti mette in una condizione emotiva instabile e rischia di farti stancare. In psicologia i segnali contrastanti spesso rivelano insicurezza, non mancanza d’interesse, ma tu meriti chiarezza e rispetto .
Prova a parlargliene con empatia: “Quando annulli o ti ritiri all’ultimo, io mi sento confuso e un po’ ferito.” Così metti al centro non l’accusa, ma il tuo vissuto emotivo . Subito dopo, applica un confine gentile ma fermo: se continua, riduci il tempo o il coinvolgimento.
Restare empatici non significa lasciare spazio all’incertezza costante. Se il suo interesse non diventa concreto, ridimensiona il rapporto per proteggerti – e tieni aperta la porta a chi, invece, dimostra coerenza e rispetto reali. Rimango a disposizione.
Capisco bene quanto sia frustrante sentirsi trattato con alti e bassi – ti mette in una condizione emotiva instabile e rischia di farti stancare. In psicologia i segnali contrastanti spesso rivelano insicurezza, non mancanza d’interesse, ma tu meriti chiarezza e rispetto .
Prova a parlargliene con empatia: “Quando annulli o ti ritiri all’ultimo, io mi sento confuso e un po’ ferito.” Così metti al centro non l’accusa, ma il tuo vissuto emotivo . Subito dopo, applica un confine gentile ma fermo: se continua, riduci il tempo o il coinvolgimento.
Restare empatici non significa lasciare spazio all’incertezza costante. Se il suo interesse non diventa concreto, ridimensiona il rapporto per proteggerti – e tieni aperta la porta a chi, invece, dimostra coerenza e rispetto reali. Rimango a disposizione.
Gentilissimo/a
mi spiace per quello che sta passando.
Lei appare una persona piena di risorse e di riflessioni mature .
La riflessione sul distacco che fa non è sbagliata .
Attualmente lasciare uno spazio per pensare alla persona non è male . Se qualcuno assume una posizione confusa nei nostri riguardi ,lasciare un vuoto può essere indicativo per far comprendere all'altro ciò che prova . Mettere un confine sano ,dove noi proteggiamo noi il nostro valore è importante .
Comprendo che lei voglia bene alla persona infatti non si tratta di abbandonare ma di stare con fermezza nei propri confini
Abbia fiducia in sè ,se chi ha davanti comprendo ciò che lei rappresenta ci sarà un riscontro di qualche sorta
Resto a disposizione anche online
mi spiace per quello che sta passando.
Lei appare una persona piena di risorse e di riflessioni mature .
La riflessione sul distacco che fa non è sbagliata .
Attualmente lasciare uno spazio per pensare alla persona non è male . Se qualcuno assume una posizione confusa nei nostri riguardi ,lasciare un vuoto può essere indicativo per far comprendere all'altro ciò che prova . Mettere un confine sano ,dove noi proteggiamo noi il nostro valore è importante .
Comprendo che lei voglia bene alla persona infatti non si tratta di abbandonare ma di stare con fermezza nei propri confini
Abbia fiducia in sè ,se chi ha davanti comprendo ciò che lei rappresenta ci sarà un riscontro di qualche sorta
Resto a disposizione anche online
Salve, comprendo bene quanto sia frustrante una situazione di questo genere, soprattutto all'inizio dove la relazione dovrebbe essere spensierata e piena di progetti e felicità.
Probabilmente l'insicurezza della ragazza (parlo per quel poco che so facendo ipotesi) porta a questi "test" che però al posto di unire allontanano. Ascolta quello che vuoi e potresti avere un altro confronto per essere il più chiari possibile.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Probabilmente l'insicurezza della ragazza (parlo per quel poco che so facendo ipotesi) porta a questi "test" che però al posto di unire allontanano. Ascolta quello che vuoi e potresti avere un altro confronto per essere il più chiari possibile.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Quello che stai vivendo è una situazione emotivamente complessa, dove da una parte c’è il desiderio di mantenere un rapporto sincero e dall’altra la difficoltà nel gestire quei “test” che ti mettono in una posizione scomoda, quasi di dover dimostrare quanto tieni o quanto sei disposto a sopportare. È normale stancarsi di questi giochi che mettono in dubbio la tua posizione e creano un clima di tensione. Hai già fatto bene a farle presente che quel modo di fare non è sano né giusto per entrambi, perché un rapporto ( di qualsiasi natura ) dovrebbe essere costruito sulla chiarezza e il rispetto reciproco. Se lei continua con questi atteggiamenti, puoi scegliere di ridimensionare il rapporto per proteggere te stesso, senza però tagliare del tutto se senti che c’è ancora valore in quella relazione. Dedicare energie a chi ti dimostra rispetto e vicinanza autentica è una scelta sana e ti aiuterà a non restare bloccato in dinamiche che ti consumano. Non sei obbligato a “ingoiare rospi” e sopportare comportamenti che ti feriscono o ti fanno sentire poco considerato. Puoi prenderti cura di te, stabilendo dei limiti chiari e scegliendo come e con chi investire il tuo tempo e il tuo affetto. A volte, lasciare spazio a persone che ricambiano con coerenza e sincerità è la strada migliore per vivere rapporti più sereni e appaganti.
Buonasera, sembra leggere nelle sue righe le caratteristiche di qualcuno che tende a giocare in una relazione a chi resiste e chi molla, ma da parte di una donna che forse si sente in una posizione superiore alla sua. Probabilmente questo è dovuto alla sua posizione in realtà, ossia di dipendenza affettiva. Quanto è importante per lei essere in una relazione con una donna che non manifesta costanza e chiarezza? E quanta importanza invece da a se stesso, ai suoi stessi sentimenti, ai suoi desideri di stabilire una relazione semplice e autentica con una donna ? Trovo che la soluzione non sia nel cercare di provocare gelosia dando attenzioni ad un? altra, ma probabilmente guarire se stesso e uscire dalle sue insicurezze.
Capisco bene quanto questa situazione sia diventata faticosa, quasi logorante, e voglio risponderle con il rispetto e la sincerità che merita.
Lei ha investito tempo, presenza emotiva, apertura. C’è stato un avvicinamento vero, fatto di piccoli gesti e attenzioni sincere, fino a un punto di svolta in cui ha osato andare oltre, dire qualcosa di più chiaro. E lì, improvvisamente, la dinamica è cambiata. Lei si è esposto, e l’altra persona, pur dicendo di desiderare un rapporto profondo, ha iniziato a proteggersi... e a testare.
Questi "test" — annullare appuntamenti, rifiutare piccoli gesti, lanciare parole fredde — non sono solo piccoli fastidi. Sono segnali ambigui che confondono, che consumano. Non è una forma sana di vicinanza. E lei questo lo ha già intuito.
La verità è che un legame affettivo, per crescere, ha bisogno di reciprocità vera, non di un tira e molla continuo per vedere "se l’altro ci tiene". Una relazione, che sia amore o amicizia profonda, ha bisogno di rispetto emotivo. E qui sembra che lei, da tempo, si stia adattando, aspettando che l’altro smetta di fuggire, smetta di testare, smetta di trattenere. Ma fino a quando?
La domanda vera che le suggerisco di farsi è: questa relazione oggi mi fa bene? Non parlo di ciò che potrebbe essere, ma di ciò che è. Le dà serenità? Le fa sentire visto, accolto, rispettato?
Lei non deve ingoiare nessun rospo. Ha già fatto molto per mantenere vivo un legame che sembrava promettente. Ma se il rispetto reciproco viene meno, se l’altro gioca con la sua presenza come per misura, allora sì, può essere il momento di ridimensionare quel rapporto. Non per ripicca, ma per proteggersi. Per rimettere al centro se stesso.
Riguardo all’altra persona di cui accenna — quella più vicina, che dimostra affetto senza complicazioni — non le dico di buttarsi altrove per compensare una mancanza. Ma tenga presente che le relazioni sane esistono. Quelle dove non ci si deve meritare attenzione a colpi di prove.
In sintesi: no, non deve continuare a ingoiare. Sì, può mettere dei limiti. E sì, può scegliere di investire energie dove si sente visto e apprezzato, senza dover continuamente “dimostrare” qualcosa.
È un atto di dignità, non di rinuncia.
Se vuole, ci sono.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Lei ha investito tempo, presenza emotiva, apertura. C’è stato un avvicinamento vero, fatto di piccoli gesti e attenzioni sincere, fino a un punto di svolta in cui ha osato andare oltre, dire qualcosa di più chiaro. E lì, improvvisamente, la dinamica è cambiata. Lei si è esposto, e l’altra persona, pur dicendo di desiderare un rapporto profondo, ha iniziato a proteggersi... e a testare.
Questi "test" — annullare appuntamenti, rifiutare piccoli gesti, lanciare parole fredde — non sono solo piccoli fastidi. Sono segnali ambigui che confondono, che consumano. Non è una forma sana di vicinanza. E lei questo lo ha già intuito.
La verità è che un legame affettivo, per crescere, ha bisogno di reciprocità vera, non di un tira e molla continuo per vedere "se l’altro ci tiene". Una relazione, che sia amore o amicizia profonda, ha bisogno di rispetto emotivo. E qui sembra che lei, da tempo, si stia adattando, aspettando che l’altro smetta di fuggire, smetta di testare, smetta di trattenere. Ma fino a quando?
La domanda vera che le suggerisco di farsi è: questa relazione oggi mi fa bene? Non parlo di ciò che potrebbe essere, ma di ciò che è. Le dà serenità? Le fa sentire visto, accolto, rispettato?
Lei non deve ingoiare nessun rospo. Ha già fatto molto per mantenere vivo un legame che sembrava promettente. Ma se il rispetto reciproco viene meno, se l’altro gioca con la sua presenza come per misura, allora sì, può essere il momento di ridimensionare quel rapporto. Non per ripicca, ma per proteggersi. Per rimettere al centro se stesso.
Riguardo all’altra persona di cui accenna — quella più vicina, che dimostra affetto senza complicazioni — non le dico di buttarsi altrove per compensare una mancanza. Ma tenga presente che le relazioni sane esistono. Quelle dove non ci si deve meritare attenzione a colpi di prove.
In sintesi: no, non deve continuare a ingoiare. Sì, può mettere dei limiti. E sì, può scegliere di investire energie dove si sente visto e apprezzato, senza dover continuamente “dimostrare” qualcosa.
È un atto di dignità, non di rinuncia.
Se vuole, ci sono.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Gentile,
quello che descrive è un dinamismo relazionale molto complesso, ma anche piuttosto comune nelle fasi iniziali di una conoscenza affettiva in cui emergono paure, aspettative e una certa fatica a sostenere la profondità del coinvolgimento.
Dal suo racconto si percepisce che l’iniziale gioco di sguardi, attenzioni e avvicinamenti tra voi due è diventato a un certo punto più esplicito, probabilmente più autentico e “serio”. Questo passaggio – da un livello più leggero e scherzoso a uno più intimo – ha rappresentato per lei un punto di svolta, ma anche di crisi: come se l’altro, pur manifestando interesse, non fosse pronto a reggere la coerenza emotiva e la responsabilità che un rapporto più profondo comporta.
È comprensibile che questo “contraccolpo” abbia creato in lei delusione, forse anche un senso di smarrimento o frustrazione. L’ambivalenza della ragazza che descrive – tra il desiderio dichiarato di “ripristinare un rapporto serio” e l’attuazione di dinamiche manipolative o distanziali (come il testare le sue reazioni, l’annullare appuntamenti, l’uso di parole fredde) – sembra indicare una forte confusione interna da parte sua, probabilmente legata a timori di vulnerabilità, paura di perdere il controllo, o di dipendere troppo emotivamente da qualcuno.
In questi casi, è importante porsi alcune domande sincere:
Il legame tra di noi è basato sulla reciprocità, o è diventato un campo di prova?
Sento che il mio valore viene riconosciuto, oppure messo alla prova attraverso la provocazione e l’ambiguità?
Sto restando in questo legame perché c’è ancora una reale fiducia e progettualità, o per non deludere l’investimento emotivo che ho già fatto?
Lei dimostra di avere consapevolezza: dice di essere “stanco”, pur sentendosi ancora legato. Questo è un campanello d’allarme importante, perché quando restiamo legati a qualcuno per abitudine emotiva, o per speranza che l’altro cambi, il rischio è quello di consumare energie e lucidità, spesso a discapito del proprio benessere.
La sua domanda finale è molto onesta e diretta. A volte non possiamo “risolvere” un legame: possiamo solo prenderne atto, accettarne i limiti, e scegliere come proteggerci. Se il rapporto continua a oscillare tra vicinanza e rifiuto, senza chiarezza né coerenza da parte dell’altra persona, è legittimo – e a volte necessario – ridimensionare il coinvolgimento, per ritrovare uno spazio di libertà, di rispetto di sé e di apertura verso legami più stabili e nutrienti.
Il fatto che lei sia in contatto anche con un’altra persona, che invece mostra una presenza più costante e rispettosa, può essere un’occasione per chiedersi cosa davvero desidera da un legame affettivo: coerenza? profondità? reciprocità? fiducia?
Quando smettiamo di “subire” il legame e iniziamo a scegliere consapevolmente ciò che ci fa bene, anche le relazioni si trasformano. O si allineano a questa nuova consapevolezza, o si lasciano andare.
In ogni caso, la risposta non è mai nel “mandare giù il rospo” fino a stancarsi, ma nel riconoscere il proprio valore e agire di conseguenza, con fermezza e rispetto di sé.
Resto a disposizione se vorrà approfondire o se sente il bisogno di uno spazio più personale in cui elaborare questo momento.
Con stima,
Dott.ssa Alessia Mariosa
Psicologa
quello che descrive è un dinamismo relazionale molto complesso, ma anche piuttosto comune nelle fasi iniziali di una conoscenza affettiva in cui emergono paure, aspettative e una certa fatica a sostenere la profondità del coinvolgimento.
Dal suo racconto si percepisce che l’iniziale gioco di sguardi, attenzioni e avvicinamenti tra voi due è diventato a un certo punto più esplicito, probabilmente più autentico e “serio”. Questo passaggio – da un livello più leggero e scherzoso a uno più intimo – ha rappresentato per lei un punto di svolta, ma anche di crisi: come se l’altro, pur manifestando interesse, non fosse pronto a reggere la coerenza emotiva e la responsabilità che un rapporto più profondo comporta.
È comprensibile che questo “contraccolpo” abbia creato in lei delusione, forse anche un senso di smarrimento o frustrazione. L’ambivalenza della ragazza che descrive – tra il desiderio dichiarato di “ripristinare un rapporto serio” e l’attuazione di dinamiche manipolative o distanziali (come il testare le sue reazioni, l’annullare appuntamenti, l’uso di parole fredde) – sembra indicare una forte confusione interna da parte sua, probabilmente legata a timori di vulnerabilità, paura di perdere il controllo, o di dipendere troppo emotivamente da qualcuno.
In questi casi, è importante porsi alcune domande sincere:
Il legame tra di noi è basato sulla reciprocità, o è diventato un campo di prova?
Sento che il mio valore viene riconosciuto, oppure messo alla prova attraverso la provocazione e l’ambiguità?
Sto restando in questo legame perché c’è ancora una reale fiducia e progettualità, o per non deludere l’investimento emotivo che ho già fatto?
Lei dimostra di avere consapevolezza: dice di essere “stanco”, pur sentendosi ancora legato. Questo è un campanello d’allarme importante, perché quando restiamo legati a qualcuno per abitudine emotiva, o per speranza che l’altro cambi, il rischio è quello di consumare energie e lucidità, spesso a discapito del proprio benessere.
La sua domanda finale è molto onesta e diretta. A volte non possiamo “risolvere” un legame: possiamo solo prenderne atto, accettarne i limiti, e scegliere come proteggerci. Se il rapporto continua a oscillare tra vicinanza e rifiuto, senza chiarezza né coerenza da parte dell’altra persona, è legittimo – e a volte necessario – ridimensionare il coinvolgimento, per ritrovare uno spazio di libertà, di rispetto di sé e di apertura verso legami più stabili e nutrienti.
Il fatto che lei sia in contatto anche con un’altra persona, che invece mostra una presenza più costante e rispettosa, può essere un’occasione per chiedersi cosa davvero desidera da un legame affettivo: coerenza? profondità? reciprocità? fiducia?
Quando smettiamo di “subire” il legame e iniziamo a scegliere consapevolmente ciò che ci fa bene, anche le relazioni si trasformano. O si allineano a questa nuova consapevolezza, o si lasciano andare.
In ogni caso, la risposta non è mai nel “mandare giù il rospo” fino a stancarsi, ma nel riconoscere il proprio valore e agire di conseguenza, con fermezza e rispetto di sé.
Resto a disposizione se vorrà approfondire o se sente il bisogno di uno spazio più personale in cui elaborare questo momento.
Con stima,
Dott.ssa Alessia Mariosa
Psicologa
SAlve, non sono certa di aver capito perfettamente, ma spero di sì: da quello che racconti sembra che, dopo un momento iniziale positivo nelal relazione ci sia stato da parte tua un chiarimento ( non ho ben capito in merito a cosa) e lei si sia sentita sotto pressione e abbia reagito prendendo distanza, anche se non del tutto. Ora sembra alternare segnali contraddittori: da un lato ti mette alla prova per capire quanto tieni a lei, dall’altro dice di volere un rapporto serio. Questo tipo di dinamica può essere logorante se non c’è chiarezza e reciprocità. Se ti senti svuotato e poco coinvolto, è importante chiederti se hai ancora desiderio di costruire qualcosa con lei o se stai restando più per affetto e abitudine.
Continuare a "ingoiare il rospo" non porta a nulla. Piuttosto, valuta tu se ha senso ridimensionare il rapporto e lasciare che siano i fatti, non le parole, a parlare. E se nel frattempo c’è qualcuno che ti dimostra attenzione sincera, è giusto non chiudersi a ciò che può farti stare meglio, ma prima di tutto devi chiederti cosa vuoi, cosa è importante per te. Quindi fare chiarezza per non mandare segnali contraddittori che finiscono per rimescolare ancora le acque e portare ulteriore incertezza fra di voi. Valuta amnche l'opportunità di fare un percorso (o anche solo qualche seduta ) con un professionista che ti aiuti in questo momento. Penso che sarebbe un gran bene per te. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Continuare a "ingoiare il rospo" non porta a nulla. Piuttosto, valuta tu se ha senso ridimensionare il rapporto e lasciare che siano i fatti, non le parole, a parlare. E se nel frattempo c’è qualcuno che ti dimostra attenzione sincera, è giusto non chiudersi a ciò che può farti stare meglio, ma prima di tutto devi chiederti cosa vuoi, cosa è importante per te. Quindi fare chiarezza per non mandare segnali contraddittori che finiscono per rimescolare ancora le acque e portare ulteriore incertezza fra di voi. Valuta amnche l'opportunità di fare un percorso (o anche solo qualche seduta ) con un professionista che ti aiuti in questo momento. Penso che sarebbe un gran bene per te. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Buonasera, da come racconta la situazione, sembra che ci siano segnali contrastanti che inevitabilmente possono generare dubbi e incertezze. A volte, quando una relazione inizia a diventare più seria, possono emergere paure o insicurezze che si riflettono nei comportamenti dell’altra persona. È comprensibile che tutto questo porti a chiedersi come gestire il rapporto e se sia il caso di ridimensionare le aspettative. In questi casi, prendersi il tempo per osservare con serenità l’evolversi delle cose può aiutare a capire quale sia la direzione più giusta per entrambi
una situazione relazionale che oscilla tra avvicinamento e distacco, dove entrambi sembrate giocare a nascondino con i vostri sentimenti reali. Vedo che ti trovi in un limbo frustrante, dove la chiarezza che hai portato tu ha paradossalmente creato più confusione.
Quando hai deciso di essere "più esplicito", probabilmente hai fatto la cosa giusta: hai dato una direzione chiara a quello che fino a quel momento era rimasto nel territorio sicuro dello scherzo e dell'ambiguità. La sua reazione - il "crollo" di alcuni giorni - indica che probabilmente anche lei sentiva che la situazione stava diventando seria, ma non era pronta ad affrontarla.
Quello che succede ora è tipico di chi si trova diviso tra il desiderio di intimità e la paura della vulnerabilità. Lei ti dice che vorrebbe "ripristinare un rapporto serio", ma nei fatti mette in atto piccoli test per verificare quanto tu sia disposto a sopportare. Annullare appuntamenti, respingere gesti carini, usare "paroline raggelanti"... sono tutte strategie, più o meno consapevoli, per mantenere una distanza di sicurezza pur restando collegata.
Il problema è che questi "test" creano esattamente l'opposto di quello che lei dice di volere. Invece di costruire un rapporto serio, alimentano frustrazione e diffidenza. Tu te ne stai accorgendo: ti senti "stufato" pur rimanendo legato a lei, e questo è un segnale che la dinamica non è sostenibile.
Non è giusto per nessuno dei due. Tu non dovresti dover "superare prove" per dimostrare il tuo interesse, e lei non dovrebbe sentire il bisogno di testare continuamente la tua disponibilità. Le relazioni sane si basano sulla fiducia reciproca, non sulla verifica costante.
La questione dell'altra persona che ti si avvicina è interessante. Non dovrebbe essere una mossa di ripicca o un modo per provocare gelosia, ma potrebbe essere un utile metro di paragone. Quando qualcuno ti dimostra interesse in modo diretto e autentico, senza giochi o test, ti ricorda come ci si sente ad essere desiderati senza dover "meritare" quell'attenzione.
Il mio consiglio è di stabilire dei confini chiari con la prima ragazza. Puoi dirle qualcosa come: "Apprezzo che tu voglia ripristinare un rapporto serio, ma i test continui vanno nella direzione opposta. Se davvero vuoi costruire qualcosa insieme, dobbiamo smettere di giocare a chi resiste di più e iniziare a essere onesti sui nostri sentimenti."
Se continua con i suoi "simpatici test", allora sì, dimensionare il rapporto al minimo diventa l'unica strategia sensata. Non per punirla, ma per proteggere te stesso da una dinamica che ti prosciuga energia senza portare da nessuna parte.
L'alternativa di dedicarti a qualcun altro che ti cerca con sincerità non è "ingoiare il rospo" - è semplicemente scegliere di investire il tuo tempo in una persona che sa comunicare i propri sentimenti in modo maturo.
Ricorda: non puoi forzare qualcuno a essere pronto per una relazione seria, ma puoi decidere di non accettare le briciole di chi non sa quello che vuole.
Quando hai deciso di essere "più esplicito", probabilmente hai fatto la cosa giusta: hai dato una direzione chiara a quello che fino a quel momento era rimasto nel territorio sicuro dello scherzo e dell'ambiguità. La sua reazione - il "crollo" di alcuni giorni - indica che probabilmente anche lei sentiva che la situazione stava diventando seria, ma non era pronta ad affrontarla.
Quello che succede ora è tipico di chi si trova diviso tra il desiderio di intimità e la paura della vulnerabilità. Lei ti dice che vorrebbe "ripristinare un rapporto serio", ma nei fatti mette in atto piccoli test per verificare quanto tu sia disposto a sopportare. Annullare appuntamenti, respingere gesti carini, usare "paroline raggelanti"... sono tutte strategie, più o meno consapevoli, per mantenere una distanza di sicurezza pur restando collegata.
Il problema è che questi "test" creano esattamente l'opposto di quello che lei dice di volere. Invece di costruire un rapporto serio, alimentano frustrazione e diffidenza. Tu te ne stai accorgendo: ti senti "stufato" pur rimanendo legato a lei, e questo è un segnale che la dinamica non è sostenibile.
Non è giusto per nessuno dei due. Tu non dovresti dover "superare prove" per dimostrare il tuo interesse, e lei non dovrebbe sentire il bisogno di testare continuamente la tua disponibilità. Le relazioni sane si basano sulla fiducia reciproca, non sulla verifica costante.
La questione dell'altra persona che ti si avvicina è interessante. Non dovrebbe essere una mossa di ripicca o un modo per provocare gelosia, ma potrebbe essere un utile metro di paragone. Quando qualcuno ti dimostra interesse in modo diretto e autentico, senza giochi o test, ti ricorda come ci si sente ad essere desiderati senza dover "meritare" quell'attenzione.
Il mio consiglio è di stabilire dei confini chiari con la prima ragazza. Puoi dirle qualcosa come: "Apprezzo che tu voglia ripristinare un rapporto serio, ma i test continui vanno nella direzione opposta. Se davvero vuoi costruire qualcosa insieme, dobbiamo smettere di giocare a chi resiste di più e iniziare a essere onesti sui nostri sentimenti."
Se continua con i suoi "simpatici test", allora sì, dimensionare il rapporto al minimo diventa l'unica strategia sensata. Non per punirla, ma per proteggere te stesso da una dinamica che ti prosciuga energia senza portare da nessuna parte.
L'alternativa di dedicarti a qualcun altro che ti cerca con sincerità non è "ingoiare il rospo" - è semplicemente scegliere di investire il tuo tempo in una persona che sa comunicare i propri sentimenti in modo maturo.
Ricorda: non puoi forzare qualcuno a essere pronto per una relazione seria, ma puoi decidere di non accettare le briciole di chi non sa quello che vuole.
Gentile utente,
da quanto descrive, sembra che tra voi si sia creato un equilibrio instabile fatto di avvicinamenti e ritirate, dove la confusione emotiva rischia di prendere il posto della chiarezza. La ragazza appare combattuta: forse teme l’intimità che si stava creando, ma non vuole perdere il legame. Da qui i “test” o le provocazioni, che spesso servono a verificare se l’altro resta, nonostante la distanza.
Lei, invece, sembra aver raggiunto un punto di saturazione emotiva: prova affetto, ma sente di non poter investire ulteriormente senza reciprocità o trasparenza. È una posizione sana e lucida.
In questi casi non c’è una regola unica, ma è importante che definisca i confini del suo benessere. Se il rapporto le toglie più di quanto le dia, può essere utile prendere distanza o limitarlo, non per punire l’altra persona, ma per proteggersi.
Dedicarsi ad altre conoscenze non è “ingoiare il rospo”, ma scegliere di orientare le proprie energie verso relazioni più equilibrate, dove la comunicazione non passi attraverso prove o ambiguità.
Dott.ssa Sara Petroni
da quanto descrive, sembra che tra voi si sia creato un equilibrio instabile fatto di avvicinamenti e ritirate, dove la confusione emotiva rischia di prendere il posto della chiarezza. La ragazza appare combattuta: forse teme l’intimità che si stava creando, ma non vuole perdere il legame. Da qui i “test” o le provocazioni, che spesso servono a verificare se l’altro resta, nonostante la distanza.
Lei, invece, sembra aver raggiunto un punto di saturazione emotiva: prova affetto, ma sente di non poter investire ulteriormente senza reciprocità o trasparenza. È una posizione sana e lucida.
In questi casi non c’è una regola unica, ma è importante che definisca i confini del suo benessere. Se il rapporto le toglie più di quanto le dia, può essere utile prendere distanza o limitarlo, non per punire l’altra persona, ma per proteggersi.
Dedicarsi ad altre conoscenze non è “ingoiare il rospo”, ma scegliere di orientare le proprie energie verso relazioni più equilibrate, dove la comunicazione non passi attraverso prove o ambiguità.
Dott.ssa Sara Petroni
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