Ho 28 anni. Ad esempio: Quando parcheggio Quando

23 risposte
Ho 28 anni.
Ad esempio:
Quando parcheggio
Quando stendo i panni nel balcone
Quando sono in palestra
Quando devo leggere o parlare al cellulare in pubblico
Quando faccio qualcosa al pubblico, o dove qualcuno può vedermi...mi sento osservato...ma anche nei casi più strani dove magari non c'è nessuno.
Io ho paura di essere criticato o giudicato in maniera negativa.
Mi sono sentito sempre inferiore o ritardato.
Buongiorno, immagino sia davvero difficile sostenere queste emozioni negative. Giorno dopo giorno. Nessuno si merita di vivere questa sofferenza, ma se ne può uscire. Un percorso di psicoterapia la potrà aiutare a lavorare sulle sue insicurezze, ad iniziare ad affrontare le sue paure e a rafforzare la sua autostima. Ci pensi seriamente, questo percorso la potrà aiutare a ritrovare serenità nell'affrontare le sfide quotidiane. Un caro saluto. SV

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Comprendo ciò che ha descritto rispetto a ciò che prova quando deve fare qualcosa in pubblico, o comunque in uno spazio comune come la palestra. Sentirsi osservati e di conseguenza sentirsi anche giudicati è normale, siamo animali sociali e di conseguenza prestiamo molta attenzione al contesto che ci circonda e ai feedback che possono arrivare dall'esterno e quindi anche dalle persone. Nel suo caso, è probabile che ciò sia accentuato da un suo sentirsi inferiore rispetto a degli standard o canoni socio-culturali con cui si è cresciuti e si convive ogni giorno. Mi sento, dunque, di consigliarle di concentrarsi più su quell'ultimo aspetto, sulla sensazione di sentirsi inferiore e sulle conseguenze che quest'ultima ha nella sua vita di tutti i giorni. Per fare ciò un percorso di supporto psicologico potrebbe fare al caso suo e io stessa mi rendo disponibile per fare due chiacchiere e capire insieme quale lavoro si potrebbe fare a riguardo.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Caro utente, la sua paura del giudizio arriva di sicuro da molto lontano nella sua vita. Da qualche parte lei ha imparato che è inferiore ed in ritardo. Esplorare tali vissuti, e lavorare su come vivere meglio le situazioni è qualcosa che può fare in un percorso di psicoterapia. Nessuno si merita di sentirsi come si sente lei oggi. Ma per fortuna con il giusto supporto lei potrà trovare la sua strada verso quello che per lei è uno stato di benessere. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Andrea Alberti
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, immagino la fatica che deve affrontare per svolgere le attività di cui ci parla. Lo sguardo delle persone può farci sentire terribilmente vulnerabili, come se ci si trovasse su un palcoscenico senza volerlo e pensando di non avere i mezzi e le capacità per affrontare la scena. Tuttavia credo sia importante restituirle anche il coraggio che mette in campo visto le numerose attività che comunque porta avanti in spazi pubblici come la palestra. Potrebbe esserle utile un percorso psicologico che cerchi di restituirle un valore di sè che sembra faticare a riconoscersi, partendo dall'esplorazione di questi vissuti dolorosi che ha condiviso e dalla ricerca da un lato delle emozioni e sentimenti che ne stanno alla base e dall'altro delle sue risorse per affrontarli.
Un saluto, Dott. Andrea Alberti
Dott.ssa Fabiana Galetta
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. Rileggendo ciò che ha scritto ho immaginato il disagio che prova quotidianamente nelle sue attività. E' comprensibile sentirsi osservati da chi abbiamo intorno ma è importante cercare di portare avanti in modo sereno le proprie attività, senza però, la paura costante di sentirsi giudicati; un percorso psicologico può aiutarla, in tal senso, a sviscerare meglio le sue preoccupazioni e a trovare strategie per poterle affrontare. Vorrei anche sottolineare che nonostante le sue paure, ha già fatto un passo importante, seppur in anonimato, non ha avuto timore di pubblicare le sue parole riguardo la sua situazione e di ricevere quindi pensieri e feedback altrui. Rimango a sua disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Fabiana Galetta.
Dott. Simone Marenco
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Gentile Utente, sentimenti come vergogna e giudizio possono produrre pensieri paranoici che se non affrontati possono influenzare in modo importante la quotidianità. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per capire meglio il suo stato psicoemotivo.
Dott. Marenco
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Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, sicuramente la sua situazione le crea disagio, non deve essere facile, ma qual’è la sua richiesta?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Elena Sinistrero
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, queste situazioni che racconta devono essere per lei davvero difficili da gestire e potrebbero avere un collegamento con forme ansiose.
Le suggerisco l'inizio di un percorso psicologico per rielaborare la sua storia di vita e trovare un senso al suo vissuto, imparando a gestire il giudizio che probabilmente lei è il primo a riversare negativamente su se stesso.
Nella speranza che questa riflessione possa esserle stata utile, resto a disposizione per un confronto anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Sinistrero
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, se non sbaglio da tempo sta osservando e analizzando quali siano le situazioni che sembrano maggiormente stimolare questo tipo di pensiero che le crea disagio.
Quando scrive "Mi sono sentito sempre inferiore o ritardato" si avverte un certo livello di identificazione con questo pensiero. Nonostante si tratti di pensieri, a volte possiamo averne subito l'influenza tanto a lungo da viverli come convinzione. In particolare, la sensazione provocata da un'emozione di vergogna o rabbia insita in questa identificazione può instaurare un'implicito atteggiamento di "preparazione" a conferme da parte dell'ambiente, provocando ansia, rimuginio e tensione in generale.
Ovviamente, questa risposta di poche righe è da considerare superficiale e posticcia nel rispondere a questioni così profonde, ma ciò che è importante considerare è il grado di influenza che alcuni modelli di pensiero che abbiamo "appreso" lungo la nostra storia possono avere sul nostro benessere.
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Dott.ssa Roberta Fratipietro
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Il giudizio che ci sentiamo addosso ha spesso a che fare con quello che noi per primi pensiamo di vedere. L'altro prende la forma dei nostri timori. Può accadere tutto questo, l'importante è prenderne coscienza per comprendere cosa rende l'altro così potente e giudicante ai nostri occhi.
Caro Utente,
comprendo le sue preoccupazioni. La sensazione di essere osservati e giudicati può avere radici molto profonde. Può essere che essere visti dagli altri possa farla sentire esposto e vulnerabile. Magari in passato si è trovato a sperimentare critiche che hanno alimentato la sua paura di non essere all’altezza. Il mio consiglio è quello di pensare alla possibilità di approfondire i suoi vissuti e sentimenti con un percorso psicologico che possa fornirle uno spazio sicuro di ascolto e condivisione.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto.

Dott.ssa Valeria Venturini
Dott.ssa Manuela Nuzzo
Psicologo, Psicologo clinico
Marano di Napoli
Gentile utente, immagino il disagio che prova di fronte alla sensazione di sentirsi osservati mentre sta svolgendo le attività da lei descritte. Un percorso di psicoterapia la potrà aiutare a comprendere e lavorare su quei vissuti che sono alla base di tali emozioni.
Avere consapevolezza di cosa dicono di lei la paura del giudizio, l'insicurezza, le preoccupazioni, il senso di vergogna o di imbarazzo, il non sentirsi all'altezza o inferiore, le permetterà di elaborare e dare un senso alla sua storia di vita e ricercare le risorse necessarie o delle strategie per fronteggiare queste situazioni. Sono a sua disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Nuzzo Manuela.
Dott.ssa Ilaria Tronchi
Psicologo, Psicologo clinico
Treviglio
Buongiorno, posso immaginare che vivere queste sensazioni sia faticoso. La paura del giudizio e della critica potrebbe avere origine da un tema di scarsa autostima e distorsione dell'immagine di sé. Se sentisse che le sue sensazioni la condizionano nello svolgersi della quotidianità potrebbe valere la pena di approfondirle e comprendere da dove arrivano per poterci lavorare e consentirle di stare meglio e vivere più in serenità.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Tronchi Ilaria
Dott.ssa Laura Paulucci
Psicologo, Psicologo clinico
Antrodoco
Gentile Utente,
certamente la sensazione di cui parla è spiacevole e dolorosa. Fare un percorso di riflessione nel profondo potrebbe portarla a conoscere meglio quelle parti di sé che per ora sono inavvicinabili, perciò proiettate dalla sua psiche all'esterno, affinché sembrino non appartenerle. Qualora volesse approfondire il tema in questi termini, mi contatti pure.
Un caro saluto,
Dott.ssa Laura Paulucci
Dott. Alberto Binda
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
La ringrazio per aver condiviso con noi le sue difficoltà.
La paura del giudizio altrui è molto comune. Spesso però si sopravvaluta quanto le persone facciano caso alle nostre azioni e ai nostri comportamenti.
Ad ogni modo, attraverso un buon percorso di supporto psicologico è possibile sviluppare una maggiore sicurezza personale ed evitare di dare troppo peso al giudizio degli altri.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno,
Innanzitutto esprimo la mia sincera vicinanza per la difficile situazione che immagino stia vivendo.
In secondo luogo, le spiego che, spesso, determinate sensazioni o pensieri non nascono dal nulla, ma si tratta di un susseguirsi di esperienze, cognizioni, emozioni, che si accumulano e alla fine producono pensieri disfunzionali come quelli che sta avendo lei adesso in modo persistente. Le consiglio un percorso di psicoterapia breve, che possa, nel corso di un breve giro di sedute, individuare l'origine della sua attuale sintomatologia e, tramite un intervento cognitivo, possa ristrutturare certe cognizioni negative che ha su di sé.
Sperando di esserle stata d'aiuto,

Dott.ssa Elisa Folliero
Dott. Andrea Moro
Psicologo, Psicologo clinico
Alghero
Gentile utente, mi dispiace molto per la situazione che stai attraversando. Ti consiglio di considerare l'aiuto di uno psicologo o uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale (CBT), esperti nell'individuare strategie pratiche ed efficaci per affrontare le difficoltà attuali. La CBT si concentra sul comprendere e modificare i pensieri e i comportamenti che influenzano le emozioni, offrendo strumenti concreti per migliorare il tuo benessere psicologico. Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott. Moro
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Dott.ssa Adele Trezza
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso il suo malessere, non è mai facile. Inoltre, la situazione di cui parla non deve essere affatto facile da vivere. Solitamente questo tipo di sensazioni fungono da campanello di allarme per qualcosa che stiamo cercando di ignorare ma cerca comunque di venire a galla. Ciò che le consiglio è dunque di fare riferimento ad un professionista che possa guidarla ed aiutarla ad iniziare un percorso personale per riuscire a comprendere le motivazioni sottostanti a queste sensazioni.
Resto a disposizione anche online.
Dott.ssa Adele Trezza
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Gentilissimo ,dalla sua lettera si comprende che lei ha un forte timore del giudizio altrui ,quasi una persecuzione....La voglio rassicurare dicendo che ,il giudizio piu' importante (autostima) e' quello che diamo a noi stessi,quindi...se lei convertisse l'idea negativa che ha di se stesso ,avrebbe risolto il problema .Se lei si impegnasse a trovare le sue qualita',doti e risorse personali ,si dimenticherebbe dell'opinione altrui .A volte ci si riesce da soli,a volte serve l'aiuto di uno psicologo.In bocca al lupo e...resto a disposizione.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Dott.ssa Maria Grazia Salerno
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
La sensazione che descrive, di sentirsi osservato e giudicato negativamente, è qualcosa che molte persone possono provare in situazioni di ansia sociale o di bassa autostima. Il fatto che provi queste emozioni in diversi momenti della sua vita quotidiana, anche quando è da solo o non c'è nessuno a osservarla, indica che potrebbe esserci una preoccupazione profonda riguardo alla percezione che gli altri hanno di lei.

Il fatto di sentirsi "inferiore" o "ritardato" potrebbe essere legato a una percezione distorta di sé, che spesso si collega a un basso senso di autostima o a una sensibilità al giudizio esterno. Queste sensazioni possono anche essere correlate a un'esperienza passata, dove magari ha percepito critiche o rifiuti, o a una tendenza ad essere troppo severi con se stessi.

In particolare, quello che lei descrive somiglia a un'esperienza di ansia sociale, un disturbo che può manifestarsi con una forte paura di essere giudicati o criticati negativamente in pubblico. Le persone che vivono con ansia sociale spesso si preoccupano esageratamente delle proprie azioni, del modo in cui vengono percepiti dagli altri, e hanno difficoltà a rilassarsi in situazioni sociali, anche in assenza di critiche reali.

Per affrontare questi pensieri e sentimenti, ci sono diverse opzioni che potrebbero essere utili: lavorare sull'autostima, mindfulness e tecniche di rilassamento.
L’importante è ricordare che non è inferiore e che queste sensazioni non riflettono necessariamente la realtà. Ognuno ha il diritto di sentirsi sicuro e accettato, senza temere continuamente il giudizio degli altri. Il percorso terapeutico può aiutarla a superare queste paure e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessa.

Se sente che queste emozioni influenzano significativamente la sua vita quotidiana, sarebbe utile considerare di intraprendere un percorso con un professionista che possa aiutarla a lavorare su questi temi. Se ha domande o desidera approfondire qualche aspetto, sarò felice di aiutarla.
Dott. Andrea Cirrincione
Psicologo, Psicologo clinico
Serravalle Pistoiese
Quello che lei descrive deve essere molto brutto e pesante. Non deve essere facile convivere con queste sensazioni. Mi viene da pensare che un lavoro psicologico con un professionista, in uno spazio ed in un tempo adatto per meglio approfondire la sua esperienza ed il suo vissuto, può essere utile per accogliere il suo vissuto.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, perché parlare di queste sensazioni non è mai semplice. Quello che descrive è qualcosa che molte persone vivono, anche se spesso tendono a nasconderlo per paura di non essere comprese. Sentirsi osservati, giudicati o sotto esame in situazioni quotidiane può diventare molto faticoso, soprattutto quando la mente comincia ad anticipare un giudizio negativo da parte degli altri. Anche se magari non c’è nessuno realmente lì a guardarla, la sua mente ha costruito nel tempo l’abitudine a “mettersi sotto i riflettori” e a prevedere critiche o valutazioni. È importante sottolineare che ciò che sta sperimentando non è un segnale di debolezza o di inferiorità, ma piuttosto una forma di ansia sociale. Questo tipo di ansia porta a vivere come minacciose anche circostanze neutre, come parcheggiare, stendere i panni o leggere in pubblico. La paura non è tanto legata all’attività in sé, quanto all’idea di poter essere visto, giudicato o considerato inadeguato. È come se la sua attenzione fosse costantemente rivolta all’esterno, a cosa pensano gli altri, invece che a ciò che realmente sta facendo. Il fatto che lei dica di essersi sempre sentito inferiore o “ritardato” è un aspetto molto significativo. Spesso queste credenze nascono da esperienze passate in cui magari si è sentito criticato, poco riconosciuto o confrontato con gli altri. Col tempo, queste idee diventano vere e proprie convinzioni su di sé, che portano a interpretare la realtà in maniera distorta. Se, per esempio, crede di non valere abbastanza, ogni sguardo altrui rischia di trasformarsi in una conferma di questa sensazione, anche quando non c’è nessuna reale intenzione di giudizio da parte degli altri. Nell’ottica cognitivo-comportamentale, lavorare su queste convinzioni di base e sui pensieri automatici che le accompagnano è fondamentale. Questo significa imparare a riconoscere quando la sua mente sta “aggiungendo” interpretazioni negative a una situazione neutra, e allenarsi a formulare pensieri alternativi, più realistici ed equilibrati. Allo stesso tempo, un percorso di esposizione graduale alle situazioni temute può aiutarla a sperimentare direttamente che il giudizio altrui non è così costante né così severo come immagina, e che anche nel caso in cui ci fosse, non sarebbe qualcosa di insopportabile. Vorrei anche sottolineare che lei non è solo definito da queste paure. Il fatto che riesca a descriverle con questa chiarezza mostra consapevolezza e lucidità, qualità importanti che costituiscono già una base solida su cui costruire un percorso di cambiamento. Ciò che adesso la fa sentire bloccato può diventare l’occasione per conoscersi meglio, modificare gradualmente i propri schemi di pensiero e imparare a vivere le situazioni sociali con maggiore libertà e serenità. Un percorso psicologico mirato, in particolare di tipo cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarla a ridurre significativamente questo senso costante di osservazione e a rafforzare la sua autostima. Non si tratta di cambiare chi lei è, ma di imparare a guardarsi con occhi diversi, più compassionevoli e più giusti rispetto a quelli critici che finora hanno avuto il sopravvento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

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