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Dott. Andrea Alberti Psicologo
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Esperienze

Su di me

Sono il Dottor Andrea Alberti, psicologo clinico iscritto all'ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna.
Il colloquio clinico rappresenta il ...

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Formazione

  • Laurea in Scienze e Tecniche psicologiche presso l'università di Bologna
  • Laurea in Psicologia clinica: salute ed interventi nella comunità presso l'università di Torino
  • Psicoterapeuta in formazione in psicoterapia psicoanalitica presso il C.i.Ps.Ps.i.a di Bologna

Specializzazioni

  • Psicologia dell'età evolutiva
  • Psicologia Clinica-Dinamica
  • Psicologia Clinica
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Tirocini

  • Ausl di Bologna, Tutela minori
  • Ausl di Bologna, Neuropsichiatria infantile

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Competenze linguistiche

  • Italiano

Punteggio generale

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M
Presso: Dott. Andrea Alberti Psicologo colloquio psicologico individuale

Psicologo estremamente empatico, molto attento ai miei problemi e mi sta aiutando a risolverli nel modo meno traumatico possibile. Mette a proprio agio e aiuta ad aprirsi.

G
Presso: Dott. Andrea Alberti Psicologo colloquio psicologico

Mi sono trovato molto bene e mi sta aiutando in questo periodo difficile

S
Presso: Dott. Andrea Alberti Psicologo colloquio psicologico

Professionista preparato e molto empatico.. dopo poco tempo mi ha aiutato a fare chiarezza e a guardare alcuni aspetti della mia vita da nuovi punti di vista.


M
Profilo verificato
Presso: Dott. Andrea Alberti Psicologo sostegno psicologico

Sto facendo da qualche tempo un percorso con il dottor Alberti: é un professionista molto disponibile ed empatico. Mi sono sentita subito a mio agio e il percorso psicologico mi sta aiutando a migliorare molti aspetti della mia vita.
Mi sento di consigliare vivamente il dottor Alberti


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Qualche anno fa mi imbattei su internet in un’immagine che mi turbò molto, inchiodandosi nella mia testa. Mi era già capitato altre volte di fissarmi su qualcosa e non riuscire più a pensare ad altro, pertanto ero sicuro che nel giro di qualche giorno quel pensiero sarebbe scomparso naturalmente. Cominciai però a preoccuparmi nel momento in cui mi accorsi che se ascoltavo una canzone, vedevo un film e così via con quel pensiero fisso in testa, quando poi riascoltavo quella canzone, rivedevo quel film… quel pensiero ritornava più forte di prima, avendolo di fatto associato a quella canzone o a quel film.

Cominciai a sviluppare un fortissimo malessere perché temevo che se avessi associato quel pensiero a ogni cosa che facevo non me lo sarei più levato dalla testa, creando un circolo vizioso in cui più ci pensavo, più stavo male e più ci pensavo. Mi resi conto che da solo non ce l’avrei fatta, perciò andai da uno psichiatra che mi prescrisse antidepressivi e ansiolitici.

Dopo qualche mese il mio malessere era passato e quel pensiero si scollò a poco a poco dalla mia testa. Credevo che fosse finita, ma, forse per paura di una ricaduta che mi facesse rivivere quel periodo tremendo, cominciai a sviluppare dei pensieri del tipo:

“Se adesso ascolto questa canzone/guardo questo film/leggo questo libro comincerò a pensare a quella cosa, quindi ogni volta che riascolterò questa canzone/riguarderò questo film/rileggerò questo libro mi ritornerà in mente”

“Se associo quella cosa a una parola/a un oggetto della mia casa/a un’azione che faccio spesso, ogni volta che sentirò quella parola/guarderò quell’oggetto/farò quell’azione ci ripenserò e non me ne libererò più”

Sono pensieri che ho ancora oggi e, se la mia reazione è debole/arrendevole, il solo pensarli “produce” quell’associazione. Una sorta di autosuggestione, o profezia che si autoavvera. Il risultato è che non riesco più a rilassarmi come prima, e ho smesso quasi del tutto di fare quello che mi piaceva fare per paura di creare continue associazioni. In ogni caso, l’elenco delle cose che ho finito per associare a quell’immagine è lungo e non so come liberarmi da questa trappola che ho creato io stesso con i miei pensieri.

So di dover cercare aiuto, ma ci sono alcune cose che vorrei capire in modo da orientarmi su quale terapeuta scegliere:

1. Da quel poco che so sull’argomento, mi sembra che il mio problema abbia punti in comune con il PTSD e con l’OCD, anche se dopo aver approfondito entrambi i disturbi non mi riconosco interamente né nell’uno né nell’altro (perdonate la presunzione di questa diagnosi fatta in casa). Ho cercato su internet storie simili alla mia ma non ho trovato nulla. Mi sento come se fossi l’unica persona al mondo ad avere questo problema.
2. Sto leggendo un libro sull’uso della Mindfulness nel trattamento dei pensieri intrusivi, ma dal momento che i miei pensieri finiscono per avere un effetto concreto (a differenza ad esempio di un pensiero violento, che non costituisce una vera minaccia perché non porta realmente ad atti violenti) ho paura che smettendo di “combatterli” finirei per assecondare queste associazioni. Di nuovo, il mio timore è dovuto al fatto che il mio tipo di pensieri non rientra in nessuna delle categorie (a me) note di OCD. Che ne pensate?

Grazie a chiunque vorrà rispondere.

Buongiorno, sembra che questa immagine abbia invaso molti aspetti della sua vita e che le renda molto difficile godersi momenti di spensieratezza. Credo che lei sia molto determinato nel riconquistare quegli spazi della sua mente che sente esserle stati sottratti da quella figura e difendere quelli che sente ancora liberi ma come assediati. Credo anche che le sue ricerche siano una spinta verso il trovare un senso a quello che le sta accadendo, tuttavia sarebbe importante che la sua indagine su questi pensieri fosse condivisa con un professionista in quanto a volte da soli si arriva a dare un nome alle cose ma più difficilmente a dare loro un senso, ed è quest'ultimo che è più importante. In un percorso psicologico potrebbe cercare di trovare un modo per riprendere a godere di alcune delle cose che la fanno stare bene e che in questo momento sono come isolate da quell'immagine e da quei pensieri ad essa collegati. Inoltre potrebbe essere importante concentrarsi sulla natura di quell'immagine e vedere insieme al professionista quando è entrata nella sua vita e che periodo della sua vita fosse.
Un cordiale saluto

Dott. Andrea Alberti

Buonasera, ho sempre pensato di essere un ragazzo geloso ma che la situazione dopo la mia prima ex fosse totalmente cambiata, con lei di fatti ero abbastanza paranoico immotivatamente. Ci siamo lasciati in ottimi rapporti nonostante io inizialmente ho fatto grandissima fatica ad accettare di essere stato lasciato, dopo un paio di mesi però tutto era alle spalle o quasi. Sono stato single per un anno e mezzo, periodo nel quale ho frequentato parecchie ragazze ma senza mai legarmi minimamente… ad Agosto invece mi sono innamorato di nuovo e sembrava andare tutto benissimo, pensavo di essermi lasciato alle spalle quella parte di me e invece dopo un mio periodo di depressione (che probabilmente sto attraversando tuttora ma in forma più lieve) sono tornati quei pensieri paranoici e ne ho parlato con la mia nuova fidanzata chiedendole di lasciarmi… lei non lo vuole fare, dice che riuscirò grazie all’aiuto di una terapia ad essere finalmente felice in una relazione, davvero provo un senso di angoscia continuo e quando non ci vediamo la situazione peggiora e piango spesso sentendomi in colpa per non riuscire a stare bene con me stesso.
Si può risolvere davvero questa situazione e non rovinare il rapporto con la mia ragazza?

Buongiorno, immagino sia molto difficile dover fronteggiare questi vissuti dolorosi che descrive, il senso di angoscia, quello di colpa e la tristezza che ci racconta sembrano infatti invadere la sua quotidianità. Credo sarebbe importante capire meglio gli eventi della sua vita recente, in quanto da agosto ad oggi ha provato una vasta gamma di emozioni, dall'innamoramento alla depressione ai pensieri paranoici di cui scrive. Tuttavia mi sembra che la sua ragazza dia valore a questi sentimenti e nel suo non volerla lasciare esprime l'importanza che può avere la vostra relazione e lei come fidanzato. Un percorso psicologico credo potrebbe aiutarla ad avere una visione di insieme di tutto questo, a cercare di ritrovare un senso di fiducia in sé stesso che in alcuni momenti sembra vacillare e lasciare spazio all'angoscia.
Un caro saluto.

Dott. Andrea Alberti

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