Gentili dottori, innanzitutto vorrei ringraziarvi per questo sito Ho iniziato a sentirmi distacca

24 risposte
Gentili dottori,
innanzitutto vorrei ringraziarvi per questo sito
Ho iniziato a sentirmi distaccato dalla realta come se tutto quello che guardo non riesco a vederlo come lo vedevo prima, tutto questo e iniziato il 4 marzo per esattezza, che oltre questo senso di distaccamento avevo pensieri di fare del male, infatti quando ero a lavoro mi venivano immagini in mente tipo per essempio prendere un bastone e spacarlo a qualcuno adosso, oppure mentre ero in auto di aprire la portiera della macchina e lanciarmi nel vuoto, oppure quando vedevo un contello mi veniva l'ansia solo a guardarlo per paura che potessi fare qualche gesto brutto, adesso però da qualche settimana mi sono venute nuove paure, inizio dubitare della mia sanita' mentale quando dopo una crisi di ansia continuavo a sentirmi molto confuso, ma calmo. avevo delle immagini nella mia mente, come immagini astratte e surreali, molto vivide, che al solo pensiero mi causavano angoscia per la loro natura cosi' fuori dalla normalita'. era come se quelle immagini mi facessero sentire per un attimo come un'anima spersa nell'universo. Per qualche giorno ho avuto paura di essere un pazzo psicopatico, in quanto idee violente mi venivano in mente, ma poi, visto che non ci credevo piu' di tanto anche se mi spaventavano. adesso tutto si e' cronicizzato sulla mia invincibile paura di impazzire. ho sempre avuto una paura insostenibile della pazzia, psicosi, schizofrenia e demenza, ho visto persone in preda ad episodi psicotici e mi hanno spaventato come niente mai prima. ormai da un po' di tempo passo le mie giornate su internet leggendo siti che parlano di psicosi, ansia, panico e tutti i disturbi relativi a questa condizione e mi convinco sempre di piu di star impazzendo. avevo letto su questo sito che una signora psicotica credeva che il suo marito avesse un volto di mostro: io un giorno mentre uscivo dal bagno mi sono sentito malissimo, non so se avevo panico o cosa, ma mi sentivo molto strano e pensavo che avrei perso il controllo. mi sembrava tutto un po strano. allora qualche giorno dopo ho pensato "chissa' se magari comincio a pensare chissa se mia madre si trasforma il volto in mostro quindi la guardavo di continuo" e una forte paura, come quando temi qualcosa in un sogno, ma la sensazione e' stata orribile ed e' capitata nuovamente guardando una foto di michael jackson (scusate l'umorismo!) e anche la foto di un comico. io non credo che nessuno di loro sia un mostro, li ho guardati e pero' per un attimo mi sono sembrati strani...non so come altro spiegarlo. poi sono a conoscenza del fatto che le persone in preda a una psicosi sentano messaggi dalla televisione, dalla radio o dai giornali, allora ogni volta che guardo la televisione, se ci penso (a volte mi riesce meglio, a volte non ci penso quindi tutto va bene), inizio a rimuginare sul fatto che sentiro' dei messaggi e mi concentro cosi' tanto che alla fine, anche se messaggi non ne sento, mi metto in una condizione per cui mi sembra di averli sentiti, o mi sembra per un attimo che abbiano parlato di me, anche se sono cosciente che questo e' solo frutto della mia immaginazione. lo stesso vale per i giornali: se leggo un giornale e sono spensierato tutto va bene...se rimugino, anche una semplice pubblicita' che dice "sei sicuro di essere al passo coi tempi?" me la faccio prendere come una cosa rivolta a me personalmente, ma sono cosciente che lo faccio io, che mi riesce bene, che per un attimo mi sembra vero ma che in realta' non lo sia. la mia psicoterapeuta ha attribuito tutto questo alla mia relazione, uno psichiatra che ho visto una volta mi ha detto che il mio e' un disturbo ossessivo compulsivo, io temo il peggio, cioe' l'imminenza di una psicosi. ormai trovo difficile svolgere attivita' quotidiane quali cucinare, o studiare, oppure avere una vita sociale, anche se ci sono delle giornate in cui i sento meglio. Potete darmi qualche consiglio sul mio tipo di condizione? sto entrando in psicosi, sto impazzendo ? cosa mi sta succendendo? posso stare tranquillo o mi devo preoccupare?
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la fiducia e la chiarezza con cui ha descritto il suo vissuto, che trasmette in modo vivido quanto questa condizione stia incidendo sulla sua quotidianità e sulla sua serenità. Il senso di distacco dalla realtà, i pensieri intrusivi violenti, le immagini surreali, il timore di impazzire o di perdere il controllo sono esperienze che, per quanto possano sembrare allarmanti, si inseriscono spesso in un quadro ansioso-ossessivo piuttosto che psicotico.

Nel disturbo ossessivo compulsivo, come probabilmente le ha già riferito lo psichiatra che l’ha incontrata, è tipico avere pensieri intrusivi e disturbanti, anche molto disturbanti, accompagnati da un elevato livello di angoscia e da un fortissimo bisogno di rassicurazione. Il punto cruciale in questi casi è proprio la consapevolezza che “qualcosa non va”, la paura di diventare pericolosi, strani, diversi o addirittura folli. Chi è realmente in uno stato psicotico, invece, tende a perdere contatto con la realtà e non a temere di perderlo: è questa differenza che fa la distinzione clinica più rilevante.

Il suo livello di autoconsapevolezza è ancora molto presente, e il fatto che riesca a descrivere ciò che le accade, a riflettere su di sé, a distinguere ciò che teme da ciò che realmente accade, è un elemento di grande valore clinico e umano. Questo non significa sminuire la sua sofferenza, ma aiutarla a inquadrarla nel modo corretto. Spesso la paura di impazzire diventa essa stessa un sintomo, un oggetto dell’ossessione, e porta a un circolo vizioso in cui più si cerca rassicurazione, più l’ansia aumenta.

Anche l’ipercontrollo su segnali esterni come la televisione o le espressioni altrui, così come il continuo monitoraggio del proprio stato mentale, sono strategie comprensibili nel tentativo di “difendersi” da un presunto rischio, ma finiscono purtroppo per rafforzare la sensazione di minaccia. È importante che questi pensieri vengano accolti con un atteggiamento terapeutico, non giudicante, ma anche orientato a interrompere questa spirale.

Il fatto che lei sia già in contatto con una psicoterapeuta e che abbia avuto una prima valutazione psichiatrica è un ottimo punto di partenza. Le suggerirei, se non già previsto, di approfondire insieme alla terapeuta un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivo-comportamentale con approccio evidence-based, in particolare orientato al trattamento del disturbo ossessivo compulsivo. In alcuni casi, può anche essere utile considerare una valutazione farmacologica più approfondita, naturalmente da discutere con uno psichiatra di fiducia.

Lei non sta impazzendo. Sta vivendo un momento di sofferenza intensa, sì, ma che ha un nome, una spiegazione, e soprattutto delle strade di uscita. Il recupero è possibile e molto frequente quando si affronta tutto questo con il giusto supporto. Non è solo.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,

grazie per aver condiviso con coraggio il suo vissuto. Quello che descrive è un insieme di esperienze che coinvolgono ansia intensa, derealizzazione, pensieri intrusivi, paure di perdere il controllo, e un’iperattenzione ai propri pensieri e sensazioni. È comprensibile che tutto questo le provochi forte angoscia.

La sensazione di distacco dalla realtà che riferisce (come se il mondo fosse “strano” o diverso) è comunemente associata a fenomeni di derealizzazione o depersonalizzazione, che spesso si manifestano in condizioni di ansia elevata o di stress prolungato. Non sono segni di pazzia, ma reazioni della mente a situazioni che percepisce come soverchianti.

I pensieri intrusivi a contenuto violento o bizzarro (come immagini aggressive o timori di perdere il controllo) sono spesso associati a un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), specialmente nelle sue forme più ansiose e intrusive. Il fatto che lei li riconosca come estranei, disturbanti e non desiderati è un segnale importante: indica consapevolezza e preservazione della realtà, cosa che in genere non accade nelle vere psicosi, dove questi pensieri vengono vissuti come reali o imposti dall’esterno.

Anche le paure di "impazzire", la continua ricerca di rassicurazioni e la tendenza a leggere compulsivamente articoli sul tema, rientrano in dinamiche ossessive. Il suo cervello sta cercando disperatamente di controllare l’ansia attraverso il pensiero, ma così facendo la alimenta ulteriormente.

È importante sottolineare che avere paura di perdere la ragione non significa che la si stia perdendo. Al contrario, chi è in uno stato psicotico non è solitamente consapevole dei propri pensieri distorti o dei propri comportamenti. La sua consapevolezza e il desiderio di capire cosa le sta succedendo sono segnali di contatto con la realtà.

Detto questo, ciò che sta vivendo è molto faticoso e condiziona significativamente la sua qualità di vita. È positivo che sia già in cura, e il confronto tra psicoterapeuta e psichiatra è già un buon punto di partenza. Potrebbe essere utile valutare se il percorso terapeutico in atto è adeguato al livello di disagio che prova, o se sia il caso di integrarlo con un sostegno farmacologico, naturalmente da valutare con un medico specialista.

Infine, le consiglio vivamente di non affrontare da solo queste paure, evitando l’isolamento e il continuo monitoraggio su internet, che spesso alimenta l’ansia invece di calmarla.

Per approfondire e affrontare in modo efficace la sua condizione, sarebbe utile e consigliato rivolgersi direttamente ad uno specialista, per costruire insieme un percorso personalizzato di cura e supporto.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La sua testimonianza è molto intensa e profonda, e la ringrazio per averla condivisa con tanta sincerità. È evidente quanto stia soffrendo e quanto desideri capire cosa le stia succedendo. Quello che descrive, pensieri intrusivi, immagini disturbanti, derealizzazione, ipercontrollo delle percezioni e paura costante di perdere il controllo o impazzire è compatibile con un disturbo ossessivo-compulsivo ad alta componente ansiosa, spesso definito DOC con timore di psicosi o paura della follia. Si tratta di una condizione ben nota in ambito clinico, in cui la mente, per difendersi dall’ansia, inizia a iperanalizzare la realtà, i pensieri e le percezioni, generando circoli viziosi di paura, rimuginio e dubbio. Una cosa importante, chi è in uno stato psicotico vero non ha dubbi sulla realtà delle sue convinzioni. Lei invece mostra una forte consapevolezza, si osserva, si interroga, cerca di capire, riconosce che i pensieri sono frutto della sua mente. Questo è un segnale molto rassicurante. La derealizzazione, le paure legate a immagini o volti, o la sensazione che tutto sia strano, sono comuni in chi soffre di ansia cronica e DOC, soprattutto quando si passa molto tempo a leggere, analizzare, controllare se stessi. Non è un preludio alla follia, ma un effetto dell’ansia protratta e dell’ipercontrollo mentale. Capisco quanto tutto questo stia limitando la sua vita quotidiana, ma la buona notizia è che questa condizione è trattabile. Già il fatto che lei sia in psicoterapia è un’ottima base. Se non lo sta già facendo, le consiglio di proseguire con una psicoterapia cognitivo-comportamentale, particolarmente efficace nel trattamento del DOC. Anche una valutazione farmacologica (da parte di uno psichiatra di fiducia) può essere utile per abbassare l’ansia e interrompere questi meccanismi.
Non sta impazzendo, ma sta vivendo una fase di forte vulnerabilità emotiva.
Un caro saluto
Gentile utente,

innanzitutto, ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la tua esperienza: raccontare ciò che si sta vivendo, soprattutto quando si tratta di paure così intense, è già un passo importante.

Dalla descrizione, sembra che tu stia vivendo un periodo di forte ansia e rimuginio, con pensieri intrusivi e immagini disturbanti che ti spaventano. È comprensibile che questi pensieri facciano temere di “impazzire” o di perdere il controllo, ma è importante sapere che il fatto stesso di esserne consapevole, di sentire paura e disagio per questi pensieri, è un segnale che la tua mente sta reagendo e non che stai “entrando in psicosi”.

Molti dei sintomi che descrivi – come il controllo costante dei pensieri, la ricerca di rassicurazioni su internet, l’ansia legata a immagini mentali o alla possibilità di fare del male – sono spesso associati a disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) ad alto contenuto ansioso. In questi casi, la paura non significa desiderio o volontà di compiere azioni pericolose, ma è piuttosto un’espressione di ansia che si autoalimenta.

Può essere utile:
Evitare di cercare continuamente conferme online, perché questo spesso aumenta il dubbio e la paura.
Parlarne apertamente con il tuo terapeuta, condividendo anche i pensieri più “strani” o spaventosi, senza giudizio.
Considerare un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale mirato alla gestione dei pensieri ossessivi, dell’ansia e delle sensazioni di derealizzazione.
Valutare con uno psichiatra di fiducia (se non già fatto) la necessità di un supporto farmacologico temporaneo per ridurre l’ansia e favorire la terapia.

È comprensibile sentirsi spaventati, ma i tuoi sintomi non indicano necessariamente “psicosi imminente”. Lavorando su questi pensieri con un professionista, è possibile imparare a riconoscere le ossessioni per quello che sono – solo pensieri, non realtà – e ritrovare gradualmente un senso di stabilità e sicurezza.

Se senti che l’ansia diventa ingestibile o che la paura di perdere il controllo aumenta, non esitare a rivolgerti subito a un professionista o a un pronto soccorso: chiedere aiuto è sempre un atto di forza, non di debolezza.

Un caro saluto,
Dott.ssa Tatiane Fidelis
Psicologa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso in modo così aperto e coraggioso ciò che sta vivendo. Le sue parole trasmettono con grande chiarezza la sofferenza che sente, e anche la profonda consapevolezza con cui osserva i propri pensieri, emozioni e reazioni. È proprio questa consapevolezza, unita alla capacità di raccontare e mettere in discussione ciò che prova, che rappresenta un importante punto di forza da cui partire. Quello che descrive è un insieme di esperienze che, per quanto spaventose, trovano riscontro in molte persone che vivono forme acute di ansia, in particolare quando è presente una struttura ossessiva. Le immagini intrusive e disturbanti, i pensieri aggressivi non voluti, le paure legate alla possibilità di impazzire o di perdere il controllo, il senso di distacco dalla realtà e l’eccessiva attenzione a ciò che si percepisce sono tutti elementi che, più che indicare una psicosi in atto, rientrano spesso in un quadro di Disturbo Ossessivo Compulsivo con componenti depersonalizzanti e derealizzanti, alimentato da un circolo vizioso di paura e rimuginazione. Il pensiero che possa perdere la ragione o che possa compiere gesti violenti è in realtà un pensiero intrusivo, tipico del disturbo ossessivo. È fondamentale distinguere tra pensiero e intenzione. Lei non ha alcuna intenzione di fare del male a qualcuno, né ha mai perso il contatto con la realtà in modo duraturo. Anzi, mostra continuamente una capacità di metacognizione, cioè quella funzione che le permette di osservare i pensieri, riconoscerli come assurdi o infondati, e capire che non corrispondono alla realtà. In chi sta realmente vivendo un episodio psicotico, invece, manca questa consapevolezza. Il fatto che lei abbia paura di impazzire, che metta in discussione ciò che pensa, che cerchi rassicurazioni e informazioni è una conferma, paradossalmente, della sua lucidità. Chi impazzisce davvero non se ne accorge e non lo teme, lo vive come se fosse vero. La derealizzazione e la depersonalizzazione, che lei descrive con espressioni molto chiare, come il sentirsi "un'anima spersa nell’universo" o il vedere le persone con un volto per un attimo strano, sono fenomeni dissociativi transitori, spesso collegati ad alti livelli di ansia. Non sono pericolosi né segnali di una mente che sta crollando, ma sono il modo in cui il nostro cervello reagisce ad un sovraccarico emotivo. In particolare, quando l’ansia diventa troppo intensa, il sistema nervoso può “staccarsi” temporaneamente dalla percezione usuale, generando queste sensazioni di distacco. Il timore che ciò possa sfociare nella follia è comprensibile, ma non fondato. Il nostro cervello ha molte modalità di difesa e la dissociazione è una di queste. Un altro punto molto importante che emerge dal suo racconto è il continuo controllo e monitoraggio di sé stesso. Quando si trova di fronte a certi stimoli, come un volto, un oggetto, una frase, inizia a chiedersi se li percepisce in modo normale, se li sta interpretando in modo corretto, se può fidarsi di ciò che pensa. Questo auto-monitoraggio costante è un meccanismo tipico del disturbo ossessivo, che porta ad una escalation di dubbi e paure. Più cerca di rassicurarsi, più si concentra su ciò che teme, più aumenta la probabilità di provare le stesse sensazioni che la spaventano. Un ulteriore elemento che va preso in considerazione è la compulsione alla ricerca di informazioni su internet. Quando l’ansia è molto forte, può sembrare utile cercare conferme, ma purtroppo questo comportamento finisce per alimentare ulteriormente l’ansia stessa, perché mantiene vivo il dubbio e rinforza la credenza che ci sia effettivamente qualcosa da temere. È un meccanismo che si autoalimenta: la paura porta alla ricerca di rassicurazioni, ma le rassicurazioni non bastano mai, e quindi si torna al punto di partenza con ancora più dubbi. Il lavoro terapeutico, in ottica cognitivo-comportamentale, si concentra proprio su questi processi. Si aiuta la persona a riconoscere e interrompere i circoli viziosi dell’ansia e dell’ossessione, a tollerare l’incertezza, a ridurre i comportamenti di controllo e a modificare le convinzioni disfunzionali che alimentano il timore della follia. Inoltre, si lavora molto sulle tecniche di esposizione graduale ai pensieri temuti, sull’accettazione della presenza dei pensieri disturbanti senza cercare di scacciarli o combatterli, e sull’apprendimento di strategie per abbassare il livello di arousal fisiologico, cioè lo stato di iperattivazione emotiva e cognitiva che spesso accompagna queste esperienze. Ciò che sta vivendo, pur nella sua drammaticità, non è segno di un'imminente psicosi. È una condizione complessa, sì, ma trattabile, e le buone giornate che ogni tanto descrive sono già un segnale incoraggiante. Con il giusto supporto terapeutico, e con la pazienza di affrontare il percorso passo dopo passo, può ritrovare un senso di stabilità e di fiducia. La paura della follia è una delle paure più profonde dell’essere umano, ma ciò che realmente ci aiuta a stare bene non è la certezza assoluta, bensì la capacità di vivere anche con qualche dubbio, lasciando che i pensieri vadano e vengano senza sentirsi obbligati a credere che siano veri o pericolosi. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Anna De Luca
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Ciao, da quanto hai scritto, mi è sembrato di capire che sei già seguito da uno psicoterapeuta e da uno psichiatra. La cosa che ti consiglierei è di parlarne con loro, parlare anche di questi timori che ti attanagliano e ti spingono a chiedere più di un consulto. è possibile che anche questo sia parte di un processo emotivo più ampio, che sicuramente stai affrontando in terapia. Sii il può onesto possibile con il professionista che ti sta seguendo e racconta i timori che ti spingono ad essere qui a chiedere aiuto, anche i dubbi sul tuo percorso e sulle possibilità di peggioramento o risoluzione.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buongiorno,credo di aver già risposto al suo quesito.
Capisco bene la sua preoccupazione: quando l’ansia si fa intensa e prolungata, può dare la sensazione di “perdere il controllo” e far temere qualcosa di più grave, come una psicosi. Tuttavia, è importante chiarire che l’ansia, anche se acuta, non evolve automaticamente in una psicosi. Sono due condizioni molto diverse per natura e manifestazioni.
I sintomi che descrive, ipervigilanza, dubbi sulla realtà, difficoltà di concentrazione e memoria, sono comuni nei disturbi d’ansia. Non indicano un distacco dalla realtà, ma piuttosto un sistema nervoso in stato di allerta costante. Il fatto che da mesi conviva con queste sensazioni senza allucinazioni o deliri strutturati rende molto improbabile un esordio psicotico.
L’età non è un fattore di rischio in questo senso, e ciò che sta vivendo sembra legato a un’ansia generalizzata o a una forma di ansia con tratti fobici. La cosa migliore è non restare solo con questi pensieri: un percorso psicoterapeutico può aiutarla a comprendere e gestire l’ansia, ritrovando un senso di sicurezza interiore. Online si trovano molte informazioni, ma il confronto diretto con un professionista resta sempre la via più sicura ed efficace.
Dal momento in cui, credo di aver letto questa domanda formulata in molti modi diversi il consiglio e di recarsi da un collega che le potrà dare tutte le risposte del caso.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Isabella Mazzocchi
Psicologo, Psicologo clinico
Urbino
Buongiorno. Sono mesi che leggo messaggi simili a questo e nel caso tu fossi la stessa persona, il mio consiglio da specialista, è quello di rivolgerti al CSM della tua provincia e iniziare intanto un percorso psicoterapeutico con un consulto psichiatrico. Se quello che descrivi nei forum è così tanto persistente e invalidante hai bisogno di un aiuto concreto. Le chat o quello che leggi in internet possono crearti ancora più confusione. Non è possibile diagnosticare una psicosi o un qualsiasi altro disturbo con messaggi. Chiedi un supporto reale e affidati agli specialisti. Buona giornata
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile paziente, le sensazioni di distacco, i pensieri intrusivi e le paure che descrive sono spesso espressione di ansia e ossessioni e non indicano necessariamente una psicosi il fatto che lei continui a mettere in dubbio la realtà di questi pensieri dimostra che mantiene il contatto con la realtà tipico delle ossessioni più che della psicosi provi a osservare quando cerca rassicurazioni e come questo aumenta la sua ansia provi a spostare l’attenzione su attività che la coinvolgano senza aspettarsi di eliminare subito le paure tollerare l’incertezza e accettare che i pensieri possono esserci senza doverci reagire è già un grande passo se questi sintomi la disturbano molto le consiglio di rivolgersi a un professionista per un percorso mirato Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), psicologonapoli org - per info PROFILO su MioDottore
Caro utente,
le tue parole mostrano una fatica intensa, vissuta ogni giorno come una lotta per mantenere il controllo sulla tua mente. La paura che esprimi è forte e persistente, e capisco quanto possa logorarti. È importante dirti che il fatto di riconoscere che queste percezioni e pensieri sono frutto della tua mente è un segnale prezioso: significa che la tua capacità di distinguere tra realtà e immaginazione è ancora presente.
Questo non vuol dire che tu debba affrontare tutto da solo.
Ti invito a rivolgerti al più presto a uno psichiatra, per valutare insieme una strategia che ti aiuti a ridurre questi stati e a prevenire che diventino più invasivi. Accanto a questo, un percorso psicologico può sostenerti nel comprendere meglio i meccanismi che alimentano la paura, riducendo l’ipercontrollo e restituendo spazio alla tua vita quotidiana.
Hai già fatto un passo importante scrivendo questa lettera. Il prossimo è affidarti a una presa in carico completa, che unisca ascolto e competenza. Non si tratta di “impazzire” o “non impazzire”: si tratta di ritrovare un equilibrio. E questo, se inizi adesso, è possibile e meglio.
Un caro saluto.
Dott.ssa Serena Bonazzi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile paziente,
ha espresso in maniera molto chiara il suo senso di irrealtà e le sue preoccupazioni riguardo alla sua salute mentale.
Mi sento, innanzitutto, di consigliarle di evitare di cercare autodiagnosi su internet. Sebbene la rete sia uno strumento potente, può rivelarsi anche molto fuorviante, rischiando di aumentare inutilmente le sue preoccupazioni senza fornire un reale aiuto.
Detto ciò, è importante chiarire che non è possibile formulare una diagnosi accurata attraverso una sola descrizione scritta, per quanto dettagliata.
Tuttavia, i sintomi che lei descrive non sono necessariamente indicativi di una psicosi. Le sue esperienze, emozioni e vissuti andrebbero approfonditi in un contesto clinico strutturato e con continuità.
Per quanto riguarda i pensieri intrusivi, è importante sapere che tutti possono sperimentarli.
Il loro impatto sulla nostra vita dipende in gran parte dal significato che attribuiamo loro. Avere pensieri angoscianti o violenti non significa volerli mettere in atto.
Al contrario, il fatto che tali pensieri le provochino disagio, paura e che lei li rifiuti rappresenta un forte indicatore che non corrispondono alla sua volontà.
Dalla sua descrizione emerge un livello significativo di sofferenza e una compromissione della vita quotidiana ed è proprio questo il motivo per cui le consiglio di intraprendere un percorso psicologico continuativo con un professionista qualificato che possa aiutarla a comprendere meglio cosa le sta accadendo e a ritrovare un equilibrio e un benessere più stabili.
Le faccio un augurio sincero di trovare presto uno spazio sicuro dove poter essere ascoltato, compreso e supportato con gli strumenti adeguati.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ti ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato quello che stai vivendo: capisco quanta fatica e quanta paura ti porti dentro ogni giorno.

Quello che descrivi ha caratteristiche molto chiare:
• Pensieri intrusivi e immagini disturbanti (fare del male, vedere volti strani, lanciarti dall’auto): arrivano senza che tu li voglia, ti spaventano e non li senti come parte del tuo vero desiderio. Questo è tipico dei disturbi ossessivi, non della psicosi.
• Paura di impazzire: il cuore della tua sofferenza è l’angoscia che prima o poi perderai il controllo o svilupperai una psicosi. Ma la tua stessa capacità di dubitare, chiederti, cercare conferme e mantenere coscienza che “è la mia immaginazione” dimostra che non sei in psicosi.
• Derealizzazione e confusione: sentirti distaccato, irreale, spaventato dalle tue stesse percezioni fa parte di una mente sotto forte ansia, non di un cervello che sta entrando in psicosi.
• Ruminazioni e iper-controllo: il fatto che se non ci pensi va tutto bene, ma se inizi a rimuginare su tv/giornali/pubblicità sembra che parlino di te, indica che è il pensiero ossessivo a costruire quella sensazione, non un delirio psicotico.

La differenza fondamentale:
• Chi vive una psicosi non mette in dubbio ciò che percepisce: crede davvero che la tv parli di lui o che un volto sia cambiato.
• Tu invece sei cosciente che sono pensieri e paure, li noti, ti spaventi, cerchi spiegazioni. Questo è DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo) con forti temi di ansia e paura della follia, non psicosi.

È comprensibile che tu senta di “non farcela più”, perché il DOC e l’ansia logorano, consumano energie, riducono la concentrazione e danno la sensazione di avere la memoria confusa. Non è segno di schizofrenia o demenza, ma conseguenza del sovraccarico di stress.

Alcuni consigli pratici:
• Continua la psicoterapia, magari lavorando specificamente sul DOC e sulle strategie per gestire i pensieri intrusivi (esposizione con prevenzione della risposta).
• Valuta di proseguire il confronto con lo psichiatra: a volte un supporto farmacologico ben calibrato può ridurre l’ansia e permetterti di lavorare meglio in terapia.
• Riduci le ricerche online sui sintomi psicotici: alimentano il circolo della paura.
• Prova esercizi di grounding (nominare 5 cose che vedi, 4 che tocchi, 3 che senti, 2 che annusi, 1 che gusti) quando senti di “staccarti” dalla realtà.

Non stai impazzendo e non stai entrando in psicosi: stai vivendo un disturbo d’ansia ossessiva che ti fa sentire come se stessi perdendo il controllo, ma la tua consapevolezza è la prova che sei ancora saldo nella realtà. Con il giusto supporto, questa condizione può migliorare molto.

Dott.ssa De Pretto
Caro utente,

la ringrazio per aver condiviso una situazione così complessa e fonte di grande sofferenza. Leggendo le sue parole, emerge una condizione di profonda ansia e disagio. È chiaro che le sensazioni che descrive la stanno intrappolando in un circolo vizioso di paura, che la sta rendendo difficile vivere in modo sereno.

Comprendere i sintomi e la differenza tra ansia e psicosi
Ciò che lei descrive è un quadro di ansia a forte componente ossessiva. Analizziamo i punti che ha sollevato:

Senso di distaccamento e derealizzazione: Il sentirsi "distaccato dalla realtà" o "come se non sono presente" è un fenomeno molto comune, noto come derealizzazione. Non è un sintomo psicotico, ma una reazione psicologica a forti stati di stress, ansia o affaticamento. Il cervello, in un tentativo di proteggersi, crea questa sensazione di distacco che, seppur spiacevole, non implica una perdita di contatto con la realtà.

Pensieri intrusivi e violenti: Le immagini o i pensieri di fare del male, di buttarsi dall'auto, o la paura di usare un coltello, sono tipici pensieri ossessivi. Sono idee che non si vogliono avere, che generano un'enorme ansia e che non portano mai a un'azione concreta. Chi vive questi pensieri ha una profonda paura di metterli in atto, a dimostrazione che non c'è una reale intenzione di agire.

Paura di allucinazioni e deliri: Il nucleo del suo problema non sono le allucinazioni o i deliri, ma la paura di averli. L'elemento centrale è l'ansia anticipatoria. Lei non sta vivendo un delirio, ma sta temendo di averlo. Non sta vedendo allucinazioni, ma sta temendo di vederle. Questa distinzione è cruciale:

Psicosi: si crede in una realtà alterata senza avere la consapevolezza che sia un sintomo della malattia. Chi vive un delirio, lo considera assolutamente reale.

Ansia/Ipocondria psicotica: si teme di perdere il contatto con la realtà e si vive una forte paura che ciò possa accadere. Lei è lucidissimo e consapevole che le sue paure sono irrazionali. La prova è che le sta descrivendo chiaramente e sta chiedendo un consulto, cosa che non farebbe una persona in stato psicotico.

Il fatto che lei abbia questa lucidità e questo timore dimostra che non è in uno stato psicotico. La sua mente, in un tentativo di controllare l'ansia, sta creando uno scenario di paura costante. I suoi pensieri di voler sentire messaggi in TV o vedere volti trasformati sono tipici meccanismi ossessivi, in cui la mente si "aggrappa" a una paura e la esaspera, ma lei mantiene la piena consapevolezza che ciò non è reale.

Le valutazioni dei professionisti e il percorso da seguire
La sua psicoterapeuta e lo psichiatra le hanno fornito una chiave di lettura corretta.

La sua psicoterapeuta ha probabilmente visto che l'ansia si è aggravata in un momento di stress relazionale.

Lo psichiatra ha identificato un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), di cui i suoi pensieri intrusivi sono un sintomo classico.

La sua condizione, sebbene dolorosa e limitante, non è una psicosi imminente. Si tratta di un disturbo d'ansia grave, che risponde bene alla psicoterapia, in particolare a un approccio cognitivo-comportamentale (CBT) che la aiuti a gestire i pensieri ossessivi e le paure, e talvolta anche a una terapia farmacologica che possa ridurre l'ansia e permetterle di lavorare meglio su se stesso.

Conclusioni
Il suo stato di ansia le sta impedendo di vivere, ma è assolutamente curabile. Non si scoraggi. Il fatto che lei abbia cercato aiuto e che si stia informando dimostra la sua forza e la sua volontà di stare meglio.

Continui il percorso con la sua psicoterapeuta e non esiti a confrontarsi nuovamente con uno psichiatra se le paure si fanno insostenibili. Smetta di cercare informazioni online, perché, come ha visto lei stesso, non fanno altro che alimentare le sue paure e le sue ossessioni, anziché rassicurarla. Confidi nei professionisti che la stanno seguendo.

Distinti saluti,

Dott. Sandro Mangano
Psicologo
Dott. Dario Agradi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentilissimo,
Al netto di quello che racconta è difficile comprendere con esattezza cosa sta vivendo ma è evidente che le stia recando molta sofferenza. Sicuramente ci sono degli aspetti ossessivi che compromettono la sua serenità indipendentemente da un rischio concreto che si sviluppi psicosi come lei teme. Mi sento di invitarla a chiedere supporto di tipo psicologico per gestire in maniera più funzionale l'aspetto più cognitivo, emotivo e comportamentale. Da lì è possibile comprendere meglio se necessita un supporto più specifico.

Un caro saluto,
D
Dott.ssa Alessandra Motta
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Comprendo bene la paura che descrive: quando la mente teme di “impazzire”, inizia a produrre pensieri e immagini che sembrano confermare quel timore. In realtà non si tratta di psicosi, ma di un meccanismo ossessivo che La porta a dubitare costantemente di sé. Il fatto stesso che riconosca l’assurdità dei pensieri dimostra che non ha perso contatto con la realtà. Il problema non è la follia, ma il continuo controllare se sta impazzendo: è proprio questa trappola che alimenta l’ansia. Con strategie mirate si può imparare a interrompere questo circolo vizioso e tornare a vivere con più leggerezza.
Dott.ssa Angelica Guido
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Gentile utente, dalle sue parole emerge una grande sofferenza legata non tanto a un reale esordio psicotico, quanto a un’ansia profonda che si traduce in pensieri intrusivi e paure di “impazzire”. Le immagini violente o surreali, le sensazioni di distacco e i dubbi continui sulla sua sanità mentale sono infatti tipici di un funzionamento ossessivo: la mente, sotto stress, produce scenari angoscianti e lei rimane intrappolato nel bisogno di controllarli, monitorarli e cercare rassicurazioni.
Non si tratta di “perdita di realtà”, ma di un sovraccarico attentivo ed emotivo che amplifica le paure fino a renderle credibili, pur restando sotto il suo giudizio critico (lei sa che sono frutto della sua immaginazione). Questo è un aspetto che distingue nettamente la sua esperienza da un episodio psicotico vero e proprio.
Comprendo quanto sia difficile, ma più cerca risposte in rete o si concentra sui sintomi, più rafforza il circolo vizioso dell’ansia. Il passo importante è continuare il lavoro psicoterapeutico che ha già intrapreso, focalizzandosi non sul “se diventerò psicotico”, ma su come dare senso ai suoi vissuti e ridurre la paura di perderne il controllo.
Può stare tranquillo sul fatto che la consapevolezza che mantiene è un segnale importante: non è un sintomo di psicosi, ma di un’ansia che può essere trattata e trasformata con il giusto supporto.
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Quello che descrive appare come un vissuto molto intenso: da un lato la presenza di immagini e paure intrusive, dall’altro la capacità di riconoscere che restano frutto della sua mente, pur generando una forte ansia. Questa tensione tra “so che non è reale” e “mi sembra terribilmente vero” può spiegare la fatica che sperimenta ogni giorno, così come il bisogno di cercare rassicurazioni continue.
Nonostante il timore di impazzire, le sue parole mostrano un contatto con la realtà che rimane solido, anche nei momenti di maggiore angoscia. È comprensibile che questo non basti a tranquillizzarla del tutto, ma è un segnale importante da considerare.
Il passo successivo potrebbe essere dare voce a queste paure in uno spazio protetto, per comprenderne il significato profondo e trasformarle da nemiche spaventose a messaggi più chiari su ciò che sta vivendo dentro di sé.

Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto, Dott. Mauro Terracciano.
Dott.ssa Mariapaola Anania
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno grazie per la sua condivisione. Dai sintomi descritti emergono delle componenti ossessive- compulsive e pensieri intrusivi, con a una base ansiosa . Le consiglierei di ridurre la lettura di articoli inerenti ai disturbi d’ansia e così via, perché tutto questo le rinforza ancora di più i pensieri intrusivi e le paure.. sta continuando il percorso psicoterapeutico? Lo psichiatra le ha prescritto anche un trattamento farmacologico? Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti. Può prenotare una video consulenza gratuita di 20 minuti.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
Dott.ssa Claudia Mesto
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Grazie per aver condiviso con tanta precisione ciò che stai vivendo. Le esperienze che descrivi il senso di distacco, i pensieri intrusivi, le paure legate alla perdita di controllo possono essere molto destabilizzanti, ma il fatto che tu riesca a osservarle e parlarne con consapevolezza è già un segnale importante.

In momenti di forte stress emotivo, è possibile che la mente generi immagini o pensieri che ci spaventano, anche se non corrispondono alla realtà. Il bisogno di cercare rassicurazioni online è comprensibile, ma può alimentare ulteriormente il disagio.

Ti incoraggio a proseguire il tuo percorso terapeutico, affidandoti a professionisti che possano accompagnarti con continuità. Con il giusto supporto, è possibile ritrovare equilibrio e serenità.
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Quello che succede spesso è che ansia intensa, DOC e dissociazione (derealizzazione) producono immagini intrusive e paure che sembrano “reali”, ma resta importante notare che tu continui a riconoscerle come frutto della mente: questo è un elemento rassicurante e differenzia questi sintomi da una psicosi vera, dove spesso l’insight viene perso. prenota una valutazione con uno specialista (psicologo esperto in OCD/dissociazione e uno psichiatra). Il trattamento più efficace è spesso una terapia cognitiva per i pensieri intrusivi, tecniche di grounding/mindfulness per la derealizzazione e, se necessario, un supporto farmacologico temporaneo valutato dallo psichiatra.
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, ciò che descrive dipinge un quadro intenso e complesso, dove ansie profonde si manifestano attraverso pensieri intrusivi e la paura costante di perdere il controllo. La sensazione di disconnessione dalla realtà e il timore che le immagini diventino reali rivelano una lotta interiore tra il desiderio di controllo e un profondo timore del disordine mentale. Questo conflitto si esprime attraverso la paura della psicosi, un pensiero che la perseguita e che amplifica la sua angoscia. Nel contesto dell'orientamento psicoanalitico lacaniano, si pone un accento particolare sui significati simbolici dei sintomi. Questa esperienza di immagini vivide e pensieri intrusivi può essere vista come l'emersione di angosce inconsce che cercano una via di espressione. Esse potrebbero rappresentare parti di sé che non hanno ancora trovato uno spazio sicuro per essere riconosciute e comprese. Quello che sembra un confine verso la "pazzia" potrebbe essere una manifestazione del suo inconscio che cerca di comunicare bisogni profondi e inespressi. Se desidera intraprendere un percorso che esplori queste angosce in un contesto di ascolto compassionevole, senza giudizio, sono qui per offrirle un sostegno profondo e attento. Il lavorare su queste esperienze in uno spazio sicuro può aiutarla a ritrovare un equilibrio interiore e una maggiore comprensione di sé.
Non esiti a contattarmi per un percorso di esplorazione e supporto.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco quanto possa essere angosciante vivere con queste sensazioni e pensieri. Da ciò che descrive, sembra che l’ansia e il rimuginio stiano alimentando molto la paura di “impazzire” e di perdere il controllo, più che indicare una psicosi in atto. Il fatto che lei mantenga consapevolezza critica (“so che è la mia immaginazione”) è un segnale importante. Tuttavia, vista l’intensità del disagio, è fondamentale continuare a parlarne con il suo terapeuta e, se necessario, con uno psichiatra, così da avere un sostegno continuativo e un inquadramento preciso. Non è solo e può ricevere aiuto.
Buongiorno,
da quanto descrive concorderei con la diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo, le consiglierei di tornare dallo psichiatra e valutare con lui il tipo di terapia.

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