Gent.ssimo Dottore, siamo un gruppo di amici, Le scriviamo per conto di un nostro amico di nome Enri
24
risposte
Gent.ssimo Dottore, siamo un gruppo di amici, Le scriviamo per conto di un nostro amico di nome Enrico la cui situazione ci preoccupa molto. Lui da piccolo ha subito un trauma: all'età di 8 anni ha perso la madre. Da quel momento in poi è stato abbandonato a sé stesso. Suo padre, dopo qualche anno dalla perdita della moglie, decide di rifarsi una vita, conosce e decide di dividere il suo cammino con un'altra donna. Inizialmente suo padre, con la compagna abitano assieme nella casa di famiglia, ma poi i figli (perché Enrico ha due sorelle e un fratello) non accettano molto la scelta del padre, il quale decide di andare ad abitare nella casa della compagna. Il fratello di Enrico convive con la sua compagna, insieme alla quale ha messo su famiglia. Le sue sorelle sono entrambe sposate e hanno dei figli e, di conseguenza, sono andate ad abitare con i rispettivi mariti e figli. Enrico, da un po' di tempo a questa parte, abita con la zia ultra - settantenne. Inoltre, c'è una cospicua differenza d'età tra Enrico e i suoi parenti più stretti, poiché il padre ha circa 70 anni, il fratello 42 e le sue sorelle rispettivamente 38 e 36; mentre, lui ne ha 22 (a breve 23).
Lui è una persona simpatica che però, con i suoi comportamenti, cerca di mettersi sempre al centro dell'attenzione. Da quando lo conosciamo, lui, per mettersi al centro dell'attenzione, si inventa la qualsiasi e dice anche cose surreali (ad esempio, ha affermato più volte di avere cariche a livello provinciale). In diverse circostanze scredita il padre o il fratello per sentirsi lui importante davanti agli altri. Inoltre, è fidanzato con una ragazza, nonché anch'ella nostra amica. Sono fidanzati da molti anni, però lui l'ha resa succube, tant'è che la chiama anche di notte piangendo dicendole: "Non mi devi lasciare mai, ti prego". Un altro avvenimento risale a giugno 2023, erano le 3 di notte ed Enrico chiama altri due nostri amici, dicendogli che la vuole fare finita, che in paese, al mattino, si sentirà parlare di lui, che noi tutti dovremmo stare vicini a suo padre, perché lui soffrirà piu di tutti. I nostri amici cercano di tranquillizzarlo, ma poi lui riaggancia e non lo riescono più a contattare; tuttavia, la sera successiva, usciamo, lui era presente e si è comportato come se nulla fosse successo.
Poi, ci ha raccontato anche che una notte si è svegliato e ha visto che, seduta sulla sedia della sua cameretta, c'era una ragazza di cui lui era invaghito a quel tempo. Noi tutti siamo rimasti stupiti perché ci siamo detti: non è possibile che lei di notte sia andata a casa sua!
Inoltre, Enrico si è laureato l'anno scorso e da quest'anno deve iniziare la magistrale. Visto che è un fuori sede, come tutti, decide di cercare una casa in affitto a Palermo. La trova, ma nonostante lui è fidanzato da tanti anni, decide di inventarsi che andrà ad abitare con 3 ragazze e che la casa in affitto gliela fa trovare proprio una ragazza con cui lui che andrà ad abitare e che considera come una sorella. Però poi noi scopriamo che lui andrà ad abitare nella casa di un collega di suo suocero, quindi nessuna ragazza in quella casa.
Inoltre, quest'anno comincia l'università una ragazza di nome Chiara: lui mandava messaggi a questa ragazza e continua a scriverle tutt'ora. Messaggi del tipo: "stasera esci?" oppure "stasera sei bellissima". Questa ragazza, sapendo che lui è fidanzato, non gli dà tanta importanza e riferisce tutto ciò alla fidanzata, la quale affronta Enrico che le dice che gli hanno hackerato il profilo Instagram e non è lui a scrivere queste cose. La fidanzata gli crede e si litiga con Chiara
Ma oggi Chiara andrà ad abitare proprio con la fidanzata del nostro amico e un'altra, nonché anch'ella nostra amica. Lui, cercando sempre di creare scompiglio, manda un messaggio a Chiara, dicendole che nella casa non ci può andare perché la sua fidanzata e l'altra nostra amica non la vogliono. La ragazza ci crede e cerca di avere un confronto con la nostra amica, che le nega tutto e le dice che non è assolutamente vero quello che lui dice. Al che lui, non contento, cerca ancora di creare litigi e chiama un nostro amico dicendogli: perché hai chiamato Chiara dicendole che non mi deve mandare messaggi, guarda che anche se sono fidanzato io sono libero di fare cio che voglio. Il nostro amico replica dicendogli che non ha nemmeno il numero di Chiara, per cui non è stato lui. Ed Enrico dice: che si farà dare il contatto da Chiara, così vede chi le ha detto questa cosa.Però il tono di voce di Enrico era strano, urlava e sembrava stesse delirando. Dopo due giorni, Enrico chiama di nuovo il nostro amico e gli dice che Chiara le ha mandato il contatto di questa persona che l'ha contattata e vuole un consiglio che consiste nel sapere come deve comportarsi: se si deve litigare con questa persona che ha scritto a Chiara oppure non le deve dire niente. Il nostro amico gli dice di non fare niente e lasciare passare tutto, anche perché lui a telefono urlava ed era molto agitato. Poi il nostro amico, a cui Enrico si è rivolto, è stato contattato da Chiara, perché lei è venuta a conoscenza della situazione e si è scusata di tutto perché lei non ha parlato con nessuno e nemmeno Enrico le ha detto di mandarle il contatto, anche perché appunto non c'era stata nessuna conversazione con terzi.
Dopo avere raccontato la storia per capire un po' la situazione, noi Le stiamo scrivendo per capire come ci dobbiamo comportare.
Lui è una persona simpatica che però, con i suoi comportamenti, cerca di mettersi sempre al centro dell'attenzione. Da quando lo conosciamo, lui, per mettersi al centro dell'attenzione, si inventa la qualsiasi e dice anche cose surreali (ad esempio, ha affermato più volte di avere cariche a livello provinciale). In diverse circostanze scredita il padre o il fratello per sentirsi lui importante davanti agli altri. Inoltre, è fidanzato con una ragazza, nonché anch'ella nostra amica. Sono fidanzati da molti anni, però lui l'ha resa succube, tant'è che la chiama anche di notte piangendo dicendole: "Non mi devi lasciare mai, ti prego". Un altro avvenimento risale a giugno 2023, erano le 3 di notte ed Enrico chiama altri due nostri amici, dicendogli che la vuole fare finita, che in paese, al mattino, si sentirà parlare di lui, che noi tutti dovremmo stare vicini a suo padre, perché lui soffrirà piu di tutti. I nostri amici cercano di tranquillizzarlo, ma poi lui riaggancia e non lo riescono più a contattare; tuttavia, la sera successiva, usciamo, lui era presente e si è comportato come se nulla fosse successo.
Poi, ci ha raccontato anche che una notte si è svegliato e ha visto che, seduta sulla sedia della sua cameretta, c'era una ragazza di cui lui era invaghito a quel tempo. Noi tutti siamo rimasti stupiti perché ci siamo detti: non è possibile che lei di notte sia andata a casa sua!
Inoltre, Enrico si è laureato l'anno scorso e da quest'anno deve iniziare la magistrale. Visto che è un fuori sede, come tutti, decide di cercare una casa in affitto a Palermo. La trova, ma nonostante lui è fidanzato da tanti anni, decide di inventarsi che andrà ad abitare con 3 ragazze e che la casa in affitto gliela fa trovare proprio una ragazza con cui lui che andrà ad abitare e che considera come una sorella. Però poi noi scopriamo che lui andrà ad abitare nella casa di un collega di suo suocero, quindi nessuna ragazza in quella casa.
Inoltre, quest'anno comincia l'università una ragazza di nome Chiara: lui mandava messaggi a questa ragazza e continua a scriverle tutt'ora. Messaggi del tipo: "stasera esci?" oppure "stasera sei bellissima". Questa ragazza, sapendo che lui è fidanzato, non gli dà tanta importanza e riferisce tutto ciò alla fidanzata, la quale affronta Enrico che le dice che gli hanno hackerato il profilo Instagram e non è lui a scrivere queste cose. La fidanzata gli crede e si litiga con Chiara
Ma oggi Chiara andrà ad abitare proprio con la fidanzata del nostro amico e un'altra, nonché anch'ella nostra amica. Lui, cercando sempre di creare scompiglio, manda un messaggio a Chiara, dicendole che nella casa non ci può andare perché la sua fidanzata e l'altra nostra amica non la vogliono. La ragazza ci crede e cerca di avere un confronto con la nostra amica, che le nega tutto e le dice che non è assolutamente vero quello che lui dice. Al che lui, non contento, cerca ancora di creare litigi e chiama un nostro amico dicendogli: perché hai chiamato Chiara dicendole che non mi deve mandare messaggi, guarda che anche se sono fidanzato io sono libero di fare cio che voglio. Il nostro amico replica dicendogli che non ha nemmeno il numero di Chiara, per cui non è stato lui. Ed Enrico dice: che si farà dare il contatto da Chiara, così vede chi le ha detto questa cosa.Però il tono di voce di Enrico era strano, urlava e sembrava stesse delirando. Dopo due giorni, Enrico chiama di nuovo il nostro amico e gli dice che Chiara le ha mandato il contatto di questa persona che l'ha contattata e vuole un consiglio che consiste nel sapere come deve comportarsi: se si deve litigare con questa persona che ha scritto a Chiara oppure non le deve dire niente. Il nostro amico gli dice di non fare niente e lasciare passare tutto, anche perché lui a telefono urlava ed era molto agitato. Poi il nostro amico, a cui Enrico si è rivolto, è stato contattato da Chiara, perché lei è venuta a conoscenza della situazione e si è scusata di tutto perché lei non ha parlato con nessuno e nemmeno Enrico le ha detto di mandarle il contatto, anche perché appunto non c'era stata nessuna conversazione con terzi.
Dopo avere raccontato la storia per capire un po' la situazione, noi Le stiamo scrivendo per capire come ci dobbiamo comportare.
Gentile utente, leggendo la situazione che mi ha descritto, emerge un intreccio di dinamiche relazionali piuttosto complesse che meritano attenzione. Mi sembra che il comportamento di Enrico rifletta una difficoltà nel gestire il senso di sé e le relazioni con gli altri, forse cercando approvazione e attenzione in modo insistente. È possibile che queste azioni abbiano radici profonde, legate a esperienze passate non completamente elaborate, che influenzano il suo modo di stare in relazione con gli altri. L’ambiente familiare e i rapporti con la fidanzata sembrano essere coinvolti in queste dinamiche, e potrebbe essere utile per lui esplorare questi temi con una guida esperta, per comprendere meglio i suoi comportamenti e il modo in cui si pongono nei confronti delle persone a lui vicine. Questo permetterebbe anche di trovare modi più equilibrati di gestire il conflitto e le difficoltà nelle relazioni. Resto a disposizione se dovesse avere altre domande o se desidera approfondire ulteriormente la questione. Cordiali saluti.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buonasera, capisco la preoccupazione per questo amico, che da come scrivete vi deve stare molto a cuore. Mi chiedo se in vostro amico abbia mai espresso segni di consapevolezza di malessere. Solo in questo caso le persone si muovono di loro sponte per intraprendere un percorso di cura. Diversamente quando le sofferenze diventano troppo importanti e portano le persone ad agire contro se stessi o contro gli altri , oppure con scompensi psicotici deliranti o allucinatori, si può chiedere di intervenire a medici psichiatri del servizio pubblico preposti per le urgenze . Un'altra possibilità è quella di fare un po' di rete e monitorare intorno all amico assieme ai familiari, che, che almeno non ci siano problematiche specifiche relazionali , coinvolgerei.
Un caro saluto
Dott.ssa Villa
Un caro saluto
Dott.ssa Villa
Sembra che il vostro amico Enrico stia attraversando una situazione molto complessa, probabilmente legata a vari traumi e dinamiche irrisolte del suo passato, come la perdita della madre e il senso di abbandono che ha vissuto. Questi eventi sembrano aver influito profondamente sul suo comportamento attuale, portandolo a cercare costantemente attenzioni e a creare drammi o conflitti intorno a sé. È chiaro che questi comportamenti stanno causando confusione e tensione sia nella sua vita personale che nelle sue relazioni con voi e con la sua fidanzata.
Alcuni dei comportamenti che avete descritto potrebbero indicare un bisogno profondo di conferma, affetto e sicurezza, oltre a una difficoltà nel gestire le emozioni e le relazioni interpersonali in modo sano. Le sue azioni, come la creazione di storie non vere e il tentativo di manipolare le persone intorno a lui, potrebbero essere un modo per mascherare il proprio malessere interiore.
Vi consiglio di affrontare la situazione con delicatezza, ma anche con fermezza. Potrebbe essere utile suggerire ad Enrico di cercare un aiuto psicologico professionale, poiché sembra che stia lottando con problemi emotivi che potrebbero trarre giovamento da una terapia. In particolare, sarebbe importante che un terapeuta lo aiutasse a esplorare e gestire i traumi del passato e a sviluppare strategie più sane per affrontare le sue relazioni e il bisogno di attenzione.
Nel frattempo, come gruppo di amici, potrebbe essere utile stabilire dei confini chiari con lui, evitando di entrare nel suo gioco di manipolazioni e cercando di mantenere un approccio di supporto senza alimentare i conflitti. Chiedergli di riflettere su ciò che sta facendo e sul perché sente il bisogno di agire in questo modo potrebbe aiutarlo a prendere consapevolezza del suo comportamento.
Il supporto che potete offrirgli, incoraggiandolo a prendersi cura della sua salute mentale, sarà fondamentale per aiutarlo a rompere questo ciclo di tensioni e conflitti.
Alcuni dei comportamenti che avete descritto potrebbero indicare un bisogno profondo di conferma, affetto e sicurezza, oltre a una difficoltà nel gestire le emozioni e le relazioni interpersonali in modo sano. Le sue azioni, come la creazione di storie non vere e il tentativo di manipolare le persone intorno a lui, potrebbero essere un modo per mascherare il proprio malessere interiore.
Vi consiglio di affrontare la situazione con delicatezza, ma anche con fermezza. Potrebbe essere utile suggerire ad Enrico di cercare un aiuto psicologico professionale, poiché sembra che stia lottando con problemi emotivi che potrebbero trarre giovamento da una terapia. In particolare, sarebbe importante che un terapeuta lo aiutasse a esplorare e gestire i traumi del passato e a sviluppare strategie più sane per affrontare le sue relazioni e il bisogno di attenzione.
Nel frattempo, come gruppo di amici, potrebbe essere utile stabilire dei confini chiari con lui, evitando di entrare nel suo gioco di manipolazioni e cercando di mantenere un approccio di supporto senza alimentare i conflitti. Chiedergli di riflettere su ciò che sta facendo e sul perché sente il bisogno di agire in questo modo potrebbe aiutarlo a prendere consapevolezza del suo comportamento.
Il supporto che potete offrirgli, incoraggiandolo a prendersi cura della sua salute mentale, sarà fondamentale per aiutarlo a rompere questo ciclo di tensioni e conflitti.
È difficile da amici vedere un amico in una crisi di questo tipo. Se rimaniamo sui comportamenti, Enrico sembra avere piacere nell’essere al centro di drammi che lui stesso crea, per ricevere attenzioni che forse sente mancare in altre relazioni della sua vita, non sappiamo peró che cosa fa scattare in lui questi comportamenti, quali sono i suoi pensieri o emozioni. Come amici potete cominciare da quello, notare se lo fa perchè si sente triste o arrabbiato, e spingere su quello, sottolineando la vostra preoccupazione come amici per indirizzarlo verso un terapeuta che approfondisca i suoi contenuti. Vi sconsiglio di sottolineare i suoi comportamenti, questo lo renderebbero solo sospettoso o più predisposto a mentire verso di voi. Ovviamente se lui non si convince, non potete fare molto altro, la psicoterapia è un percorso individuale che parte dalla motivazione dell’individuo e dal suo desiderio di cambiare, se si arriva a quel punto, dovrete voi valutare come amici se volete continuare a subire passivamente le sue menzogne e vivere continuamente questi suoi comportamenti.
Buonasera, apprezzabile e comprensibile che vi preoccupiate per il vostro amico Enrico. Dovreste fare rete fra voi, la fidanzata e, se c'è, qualche familiare affidabile. Monitorare il suo comportamento e vedere se è consapevole del suo disagio, è il primo passo. Il rendersi conto di un malessere spinge le persone a cercare un aiuto. In caso contrario purtroppo c'è poco da fare e spesso si può entrare in azione dopo uno scompenso psicotico che mi auguro non avvenga. Provate a parlargli dicendogli che siete preoccupati per lui ma senza sottolineare le sue bugie. Mi auguro che l'affetto che lo circonda possa spronarlo a richiedere un aiuto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentilissimo gruppo di amici di Enrico,
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità la situazione di Enrico. La vostra preoccupazione per lui è chiara e comprensibile, e riconoscere che sta passando attraverso un periodo difficile è un primo passo importante.
Da quanto descritto, sembra che Enrico stia affrontando una serie di difficoltà emotive e relazionali, che potrebbero derivare dal trauma subito in gioventù e dalla sua situazione familiare attuale. La perdita della madre a una giovane età, seguita da una serie di cambiamenti relazionali all'interno della sua famiglia, potrebbe aver influenzato profondamente il suo modo di relazionarsi con gli altri e di affrontare le situazioni della vita quotidiana.
Spesso, ciò di cui una persona ha davvero bisogno è qualcuno con cui parlare. Essere presenti, ascoltarlo senza giudizio e mostrare comprensione delle sue emozioni può aiutarlo a sentirsi meno solo nella sua situazione.
Dato il comportamento di Enrico, potrebbe essere utile suggerirgli di cercare il supporto di un professionista della salute mentale. La terapia può fornire uno spazio sicuro per elaborare il suo dolore e apprendere strategie per gestire le sue emozioni e relazioni.
Il messaggio che ha inviato riguardo alla volontà di farla finita è molto serio. In situazioni di crisi, è importante prendere sul serio le sue parole. Se dovesse ripetere simili affermazioni, dovreste incoraggiarlo a contattare un professionista o proporgli di farlo insieme a voi. Non siate timidi nel chiedere aiuto ad altri adulti o professionisti se la situazione dovesse apparire grave.
Può essere utile creare un ambiente di stabilità intorno a lui. Attività condivise, momenti di svago e interazioni sociali positive possono aiutarlo a sentirsi meno isolato e a costruire relazioni più sane.
I suoi tentativi di attirare l'attenzione e la sua attitudine verso le relazioni possono indicare la difficoltà a stabilire legami autentici. Parlarne con lui, in modo costruttivo e senza critiche, potrebbe aiutarlo a riflettere e a prendere consapevolezza dei suoi comportamenti.
Anche la sua fidanzata potrebbe avere bisogno di supporto.
È importante che anche lei si senta ascoltata e possa suggerire una ricostruzione del loro rapporto sana, basata sulla fiducia.
La vostra attenzione e preoccupazione per Enrico sono fondamentali e possono svolgere un ruolo cruciale nel suo percorso verso la guarigione. Ricordatevi che tutte le persone reagiscono ai traumi e alle difficoltà in modi diversi. Essere pazienti e comprensivi, uniti come gruppo di amici, può fare una grande differenza.
Vi auguro il meglio e spero che possiate trovare il modo migliore per supportarlo.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità la situazione di Enrico. La vostra preoccupazione per lui è chiara e comprensibile, e riconoscere che sta passando attraverso un periodo difficile è un primo passo importante.
Da quanto descritto, sembra che Enrico stia affrontando una serie di difficoltà emotive e relazionali, che potrebbero derivare dal trauma subito in gioventù e dalla sua situazione familiare attuale. La perdita della madre a una giovane età, seguita da una serie di cambiamenti relazionali all'interno della sua famiglia, potrebbe aver influenzato profondamente il suo modo di relazionarsi con gli altri e di affrontare le situazioni della vita quotidiana.
Spesso, ciò di cui una persona ha davvero bisogno è qualcuno con cui parlare. Essere presenti, ascoltarlo senza giudizio e mostrare comprensione delle sue emozioni può aiutarlo a sentirsi meno solo nella sua situazione.
Dato il comportamento di Enrico, potrebbe essere utile suggerirgli di cercare il supporto di un professionista della salute mentale. La terapia può fornire uno spazio sicuro per elaborare il suo dolore e apprendere strategie per gestire le sue emozioni e relazioni.
Il messaggio che ha inviato riguardo alla volontà di farla finita è molto serio. In situazioni di crisi, è importante prendere sul serio le sue parole. Se dovesse ripetere simili affermazioni, dovreste incoraggiarlo a contattare un professionista o proporgli di farlo insieme a voi. Non siate timidi nel chiedere aiuto ad altri adulti o professionisti se la situazione dovesse apparire grave.
Può essere utile creare un ambiente di stabilità intorno a lui. Attività condivise, momenti di svago e interazioni sociali positive possono aiutarlo a sentirsi meno isolato e a costruire relazioni più sane.
I suoi tentativi di attirare l'attenzione e la sua attitudine verso le relazioni possono indicare la difficoltà a stabilire legami autentici. Parlarne con lui, in modo costruttivo e senza critiche, potrebbe aiutarlo a riflettere e a prendere consapevolezza dei suoi comportamenti.
Anche la sua fidanzata potrebbe avere bisogno di supporto.
È importante che anche lei si senta ascoltata e possa suggerire una ricostruzione del loro rapporto sana, basata sulla fiducia.
La vostra attenzione e preoccupazione per Enrico sono fondamentali e possono svolgere un ruolo cruciale nel suo percorso verso la guarigione. Ricordatevi che tutte le persone reagiscono ai traumi e alle difficoltà in modi diversi. Essere pazienti e comprensivi, uniti come gruppo di amici, può fare una grande differenza.
Vi auguro il meglio e spero che possiate trovare il modo migliore per supportarlo.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Salve, è veramente un gesto di affetto verso Enrico il vostro interessamento. Queste sono situazioni difficili perchè non si sa quanta consapevolezza abbia Enrico dei suoi disturbi. Se non ne ha alcuna purtroppo non si può fare niente. Potreste informare qualche suo parente (fidato), della vostra preoccupazione e a turno stargli vicino, in modo da vedere se ha qualche momento di cedimento. A quel punto potreste esprimergli la vostra preoccupazione e indirizzarlo ad uno psicologo. In ogni caso continuate a stargli vicino come state facendo, non lo giudicate o criticate. Lui sa e saprà che può contare su di voi. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Grazie del vostro messaggio.
La cosa migliore sarebbe che Enrico prendesse consapevolezza della propria difficoltà e cercasse aiuto e sostegno psicologico. Questo però non si può imporre a nessuno, e dobbiamo rispettare la decisione altrui di non chiedere aiuto anche se a tutti è evidente l'urgenza di soccorrere qualcuno in difficoltà.
Spero di aver dato fiducia a tutti voi.
Per qualsiasi cosa, contattatemi pure online.
La cosa migliore sarebbe che Enrico prendesse consapevolezza della propria difficoltà e cercasse aiuto e sostegno psicologico. Questo però non si può imporre a nessuno, e dobbiamo rispettare la decisione altrui di non chiedere aiuto anche se a tutti è evidente l'urgenza di soccorrere qualcuno in difficoltà.
Spero di aver dato fiducia a tutti voi.
Per qualsiasi cosa, contattatemi pure online.
Buongiorno, al di là del quadro di falsità e tentativi di manipolazione (piuttosto ingenui tra l'altro) che il vostro amico mette in campo su cui difficilmente potrete agire direttamente, quello che conta è il vuoto assoluto che deve provare Enrico nel profondo. Assecondarlo non aiuterà certo ma sarà altrettanto difficile fargli capire che avrebbe bisogno di un percorso di psicoterapia. Potrà farlo però solo quando sarà motivato e convinto per se stesso. Quello che potete fare è smontare ogni volta le sue fantasie ed i suoi tentativi di manipolazione facendogli ottenere l'esatto contrario di ciò che cerca, cioè considerazione e rispetto.
Cari ragazzi, è apprezzabile l'apprensione che avete per il vostro amico, da ciò che scrivete sono evidenti diversi comportamenti disfunzionali, la manipolazione, le bugie, la paura dell'abbandono, l'impiego di energie per apparire migliori ecc. Provate a parlare con lui con delicatezza e al contempo con fermezza mostrandovi solidali tra di voi, suggerite di rivolgersi ad uno psicologo, un professionista che possa aiutarlo ad elaborare i possibili traumi e le sue paure, le sue emozioni e potenziare il senso della realtà. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento ma considerate sempre che la terapia può iniziare solo con la volontà del soggetto di ricercare il proprio benessere.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Maraia Graziano
Cordiali saluti.
Dott.ssa Maraia Graziano
Cari ragazzi, la cosa migliore sarebbe , oltre a sostenerlo come state facendo, di aiutarlo a decidere di lavorare su stesso con delicatezza e pazienza.
La situazione di Enrico appare molto complessa e preoccupante. Da quello che descrivete, emergono segnali che indicano una possibile sofferenza psicologica significativa, probabilmente legata anche a traumi e difficoltà emotive mai affrontate. Ecco alcune considerazioni e suggerimenti su come comportarsi:
1. Comportamenti manipolatori e ricerca di attenzione
I comportamenti di Enrico, come inventarsi storie o cercare di mettere gli altri contro, potrebbero essere un tentativo di attirare l’attenzione e sentirsi importante. Questo tipo di comportamento può indicare una bassa autostima e un bisogno di essere visto e considerato, forse perché non ha mai ricevuto l’attenzione necessaria da parte della famiglia dopo la morte della madre.
2. Minacce di suicidio
Quando una persona esprime desideri suicidi, anche se poi sembra comportarsi normalmente, è fondamentale prendere la situazione molto seriamente. Questi sono segnali di grande sofferenza emotiva, e ignorarli potrebbe essere pericoloso. Anche se potrebbe sembrare che stia cercando attenzione, non si può escludere che ci sia un rischio reale.
3. Possibili episodi di delirio
Gli episodi che descrivete, come la visione notturna della ragazza o le conversazioni deliranti, potrebbero indicare un disturbo psicologico più profondo. Questo, insieme ai cambiamenti di tono di voce e comportamenti confusi, suggerisce che Enrico potrebbe avere bisogno di una valutazione professionale immediata.
4. Come comportarsi
Esprimere preoccupazione: Parlate con Enrico apertamente, dicendogli che siete preoccupati per lui e per i suoi comportamenti recenti. Fate capire che gli volete bene e che volete aiutarlo, ma evitate di giudicarlo o attaccarlo.
Suggerire supporto professionale: Proponetegli con delicatezza di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra. Potreste anche offrirvi di accompagnarlo se lo desidera.
Non gestire tutto da soli: Il suo comportamento potrebbe essere molto difficile da affrontare solo come amici. Coinvolgete un adulto di fiducia (magari un familiare o un esperto) che possa aiutarvi a gestire la situazione.
Non sottovalutare le minacce: Se minaccia di farsi del male, non ignoratelo. È importante contattare subito un professionista o una linea di emergenza per segnalare la situazione.
La situazione richiede attenzione professionale immediata, e come amici potete essere una fonte di supporto, ma è essenziale che coinvolgiate degli esperti per gestire al meglio la sua sofferenza.
1. Comportamenti manipolatori e ricerca di attenzione
I comportamenti di Enrico, come inventarsi storie o cercare di mettere gli altri contro, potrebbero essere un tentativo di attirare l’attenzione e sentirsi importante. Questo tipo di comportamento può indicare una bassa autostima e un bisogno di essere visto e considerato, forse perché non ha mai ricevuto l’attenzione necessaria da parte della famiglia dopo la morte della madre.
2. Minacce di suicidio
Quando una persona esprime desideri suicidi, anche se poi sembra comportarsi normalmente, è fondamentale prendere la situazione molto seriamente. Questi sono segnali di grande sofferenza emotiva, e ignorarli potrebbe essere pericoloso. Anche se potrebbe sembrare che stia cercando attenzione, non si può escludere che ci sia un rischio reale.
3. Possibili episodi di delirio
Gli episodi che descrivete, come la visione notturna della ragazza o le conversazioni deliranti, potrebbero indicare un disturbo psicologico più profondo. Questo, insieme ai cambiamenti di tono di voce e comportamenti confusi, suggerisce che Enrico potrebbe avere bisogno di una valutazione professionale immediata.
4. Come comportarsi
Esprimere preoccupazione: Parlate con Enrico apertamente, dicendogli che siete preoccupati per lui e per i suoi comportamenti recenti. Fate capire che gli volete bene e che volete aiutarlo, ma evitate di giudicarlo o attaccarlo.
Suggerire supporto professionale: Proponetegli con delicatezza di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra. Potreste anche offrirvi di accompagnarlo se lo desidera.
Non gestire tutto da soli: Il suo comportamento potrebbe essere molto difficile da affrontare solo come amici. Coinvolgete un adulto di fiducia (magari un familiare o un esperto) che possa aiutarvi a gestire la situazione.
Non sottovalutare le minacce: Se minaccia di farsi del male, non ignoratelo. È importante contattare subito un professionista o una linea di emergenza per segnalare la situazione.
La situazione richiede attenzione professionale immediata, e come amici potete essere una fonte di supporto, ma è essenziale che coinvolgiate degli esperti per gestire al meglio la sua sofferenza.
Buonasera,
mi dispiace davvero leggere della situazione di Enrico.
È chiaro che lui stia attraversando un periodo di grande difficoltà e il vostro sostegno è davvero importante.
La cosa migliore che potete fare è cercare di incoraggiarlo a parlare con un professionista, perché potrebbe trarre grande beneficio da un supporto psicologico. Voi potete continuare a stargli vicino, ascoltandolo senza giudicarlo, ma è fondamentale che non vi sentiate obbligati a risolvere tutto da soli. Se vedete segnali di allarme o se la situazione dovesse peggiorare, non esitate a cercare un aiuto immediato, anche per il suo bene.
Vi consiglio di mantenere un dialogo aperto con lui e di farlo sentire accolto, ma cercate anche di proteggere il vostro benessere emotivo.
Un caro saluto e in bocca al lupo per tutto.
d.ssa Violeta Raileanu
mi dispiace davvero leggere della situazione di Enrico.
È chiaro che lui stia attraversando un periodo di grande difficoltà e il vostro sostegno è davvero importante.
La cosa migliore che potete fare è cercare di incoraggiarlo a parlare con un professionista, perché potrebbe trarre grande beneficio da un supporto psicologico. Voi potete continuare a stargli vicino, ascoltandolo senza giudicarlo, ma è fondamentale che non vi sentiate obbligati a risolvere tutto da soli. Se vedete segnali di allarme o se la situazione dovesse peggiorare, non esitate a cercare un aiuto immediato, anche per il suo bene.
Vi consiglio di mantenere un dialogo aperto con lui e di farlo sentire accolto, ma cercate anche di proteggere il vostro benessere emotivo.
Un caro saluto e in bocca al lupo per tutto.
d.ssa Violeta Raileanu
Gentili ragazzi, il vostro interesse nei confronti dell'amico è molto bello e degno di nota. Purtroppo però, nessuno può curarsi al posto suo. La motivazione personale nell'intraprendere un percorso è la chiave. Voi, in quanto amici, potete solo aiutarlo a prendere consapevolezza, "sedervi accanto a lui" metaforicamente e ascoltarlo, restandogli vicino; porgendogli una mano o una spalla in caso di necessità. La cosa che mi sento di aggiungere però è che, stare vicino ad una persona che soffre non è facile, può causare molto stress e preoccupazione, inoltre può riattivare ferite personali. Prendetevi cura anche di voi.
Saluti,
Dott. Lucrezia Marletta
Saluti,
Dott. Lucrezia Marletta
Salve,
è molto difficile convincere una persona a prendersi cura delle proprie fragilità e delle proprie sofferenze interiori. E' nobile la vostra preoccupazione da amici, ma più che provare a parlargli non potete fare. In terapia vanno persone motivate, pronte a mettersi in discussione e a fare i conti con certe cose, anche con certe sofferenze. Molto spesso una psicoterapia inizia in virtù di un sintomo conclamato che mette il soggetto nell'impossibilità di vivere la vita di tutti i giorni. In tutti gli altri casi è difficile che una persona prenda in considerazione la possibilità di farsi aiutare da uno specialista.
Nella speranza di aver orientato la sua richiesta nel migliore dei modi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
è molto difficile convincere una persona a prendersi cura delle proprie fragilità e delle proprie sofferenze interiori. E' nobile la vostra preoccupazione da amici, ma più che provare a parlargli non potete fare. In terapia vanno persone motivate, pronte a mettersi in discussione e a fare i conti con certe cose, anche con certe sofferenze. Molto spesso una psicoterapia inizia in virtù di un sintomo conclamato che mette il soggetto nell'impossibilità di vivere la vita di tutti i giorni. In tutti gli altri casi è difficile che una persona prenda in considerazione la possibilità di farsi aiutare da uno specialista.
Nella speranza di aver orientato la sua richiesta nel migliore dei modi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Ciao ragazzi, premesso che è ammirevole il fatto che vi siate interessati in modo così attento alla salute del vostro amico, credo che il vostro scopo debba essere mantenere una rete di sostegno (come state facendo già) e capire che ruolo avete, come gruppo e come individui singoli, in questa dinamica. E' evidente che Enrico sia in difficoltà. Il lavoro di introspezione, però, spetta a lui. Come amici, potete accompagnarlo verso questo percorso, rassicurandolo sulla vostra presenza e sul vostro sostegno. In bocca al lupo!
Enrico è un ragazzo fortunato ad avere degli amici come voi e anche una famiglia e una ragazza, quindi la rete sociale esiste e questo è molto importante. Vi consiglio di parlare con la famiglia che a sua volta può rivolgersi ad un medico psichiatra o ad un centro di salute mentale. Enrico è molto giovane pertanto ci sono buone possibilità di recupero.
Se Enrico si rende conto delle sue difficoltà, dal vostro racconto non mi sembra che sia così, è consigliabile un percorso psicoterapico, però deve essere lui a deciderlo.
Se Enrico si rende conto delle sue difficoltà, dal vostro racconto non mi sembra che sia così, è consigliabile un percorso psicoterapico, però deve essere lui a deciderlo.
Ciao, la situazione che descrivete riguardo al vostro amico Enrico sembra complessa e preoccupante. È evidente che sta vivendo un momento difficile, il quale è probabilmente legato alla perdita precoce della madre e alla mancanza di una figura di riferimento stabile durante la sua crescita. I comportamenti che descrivete, come la necessità di richiamare l'attenzione, i conflitti relazionali, potrebbero essere segnali di un disagio profondo, che sembra manifestarsi anche in modo impulsivo. È importante che, come amici, continuiate a supportarlo, ma è altrettanto essenziale che Enrico riceva un aiuto professionale. Potreste proporre di considerare l’idea di rivolgersi a un professionista, che possa aiutarlo a elaborare eventuali traumi subiti e a gestire le difficoltà emotive e relazionali attuali. Un professionista potrebbe, attraverso il colloquio clinico, valutare la situazione più a fondo e offrirgli strategie utili per affrontare questi momenti di difficoltà, riducendo l'impatto negativo sul suo benessere psicologico e sulle sue relazioni interpersonali.
Dott.ssa Janira Marangi
Dott.ssa Janira Marangi
Buongiorno, vi ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato la situazione del vostro amico Enrico. È evidente che la sua condizione sta sollevando molte preoccupazioni all'interno del gruppo. Dalle informazioni fornite, sembra che Enrico stia attraversando un momento estremamente difficile, influenzato da esperienze passate di perdita e dall'assenza di una stabilità emotiva e relazionale. L’alcolismo della sua famiglia potrebbe avere avuto un impatto profondo su di lui, contribuendo a modelli comportamentali disfunzionali e a una comunicazione inefficace. È comune, in situazioni di vulnerabilità, che una persona cerchi attenzione e approvazione attraverso comportamenti che possono apparire immaturi o manipolatori, come quelli descritti, inclusa la tendenza a inventare situazioni o a screditare gli altri. Questi comportamenti possono derivare da un bisogno di sentirsi valorizzato e riconosciuto, che purtroppo si traduce in dinamiche tossiche nelle relazioni. È importante che il gruppo di amici continui a mostrare preoccupazione e supporto nei confronti di Enrico, ma potrebbe anche essere utile stabilire dei limiti chiari in base al comportamento che non è accettabile, per proteggere la propria salute mentale. Se Enrico continua a manifestare segni di malessere, come agitatione o confusione, potrebbe essere opportuno incoraggiarlo a rivolgersi a un professionista della salute mentale. Qui, egli potrà ricevere un supporto adeguato per affrontare le sue esperienze e costruire relazioni più sane.
Siete ammirevoli e pieni di cura nel modo delicato ed efficace di stargli delicatamente e concretamente affianco.
Non esitate a contattarmi se desiderate ulteriori indicazioni o supporto in questo processo. Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
Siete ammirevoli e pieni di cura nel modo delicato ed efficace di stargli delicatamente e concretamente affianco.
Non esitate a contattarmi se desiderate ulteriori indicazioni o supporto in questo processo. Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
Gentilissimi, vi ringrazio per la vostra lettera e per l’impegno che state dimostrando nel prendervi cura del vostro amico Enrico. È evidente quanto teniate a lui e quanto la situazione vi stia preoccupando. Da ciò che mi raccontate, emerge un quadro complesso e ricco di aspetti che meritano attenzione. Cercherò di offrirvi una riflessione che possa aiutarvi a gestire al meglio questa situazione, rispettando sia il vostro ruolo di amici sia il bisogno di Enrico di ricevere un aiuto adeguato. Prima di tutto, è importante riconoscere che Enrico potrebbe trovarsi in una condizione di sofferenza emotiva profonda, che sembra avere radici lontane. La perdita precoce della madre, l’assenza di un sostegno stabile durante l’infanzia e il senso di abbandono che ha vissuto potrebbero aver lasciato segni significativi sulla sua capacità di gestire le emozioni e le relazioni. Questi traumi, non affrontati in maniera adeguata, potrebbero spiegare alcuni dei comportamenti che descrivete, come il bisogno di attenzione, il timore dell’abbandono, i momenti di agitazione e la tendenza a creare conflitti. Il fatto che Enrico, in certi momenti, abbia manifestato pensieri suicidari o comportamenti drammatici è particolarmente preoccupante. Questi episodi indicano una possibile sofferenza psicologica importante che non va ignorata. Anche il suo comportamento nei confronti della fidanzata, segnato da una forte dipendenza emotiva e da dinamiche di controllo, può essere un segnale di difficoltà nel gestire le relazioni in modo equilibrato. Come amici, il vostro ruolo è prezioso, ma è anche importante riconoscere che ci sono limiti a ciò che potete fare. In situazioni come questa, il supporto professionale è fondamentale. Un terapeuta, in particolare un professionista con formazione nell’approccio cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutare Enrico a esplorare le sue emozioni, a lavorare sui traumi del passato e a sviluppare strategie più funzionali per affrontare i suoi problemi attuali. Un primo passo utile potrebbe essere quello di incoraggiarlo, con gentilezza e senza giudizio, a considerare l’idea di cercare un aiuto professionale. Potreste dirgli qualcosa come: “Enrico, ti vogliamo bene e ci preoccupiamo per te. Sappiamo che stai affrontando momenti difficili e vorremmo che tu avessi il supporto migliore possibile. Pensiamo che parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti a sentirti meglio e a gestire tutto quello che stai vivendo”. Nel frattempo, potete continuare a offrirgli un sostegno emotivo, ma cercando di mantenere dei confini chiari per proteggere anche il vostro benessere. Ad esempio, se notate che Enrico diventa particolarmente agitato o richiede costantemente la vostra attenzione in modi che vi mettono sotto stress, potete provare a rispondere in modo calmo ma fermo, dicendo: “Siamo qui per te, ma pensiamo che sia importante che tu abbia anche il supporto di un professionista che ti aiuti a stare meglio”. Un altro aspetto da considerare è che i comportamenti di Enrico possono essere fonte di tensioni non solo per lui, ma anche per il suo gruppo di amici e per la sua fidanzata. Cercare di mantenere una comunicazione aperta e sincera tra di voi può aiutarvi a gestire meglio queste situazioni e a non sentirvi sopraffatti. Se sentite che il peso di questa situazione diventa troppo grande, potreste anche voi valutare di confrontarvi con un professionista per ricevere indicazioni specifiche su come comportarvi. In conclusione, quello che state facendo è già molto importante: siete presenti per Enrico e cercate di capire come aiutarlo. Tuttavia, ricordate che il miglior aiuto che potete offrirgli è incoraggiarlo a rivolgersi a un professionista che possa guidarlo verso un percorso di guarigione. Non è facile affrontare situazioni come questa, ma il vostro affetto e la vostra premura possono fare la differenza nel suo percorso. Se avete bisogno di ulteriori chiarimenti o suggerimenti, non esitate a scrivermi. Vi auguro il meglio per voi e per il vostro amico Enrico. Dott. Andrea Boggero
Capisco la vostra preoccupazione per Enrico e l'affetto che dimostrate nel cercare di aiutarlo. Da ciò che raccontate, emerge un quadro complesso che coinvolge aspetti emotivi, relazionali e comportamentali che potrebbero essere legati alla sua storia di vita e al trauma dell'infanzia.
Enrico sembra cercare continuamente attenzione e conferme, a volte attraverso comportamenti e racconti che creano confusione o conflitti. Il bisogno di sentirsi al centro potrebbe derivare da un senso di insicurezza o dalla necessità di ricevere affetto e riconoscimento. Anche il rapporto con la sua fidanzata, caratterizzato da forte dipendenza emotiva, e gli episodi in cui ha minacciato di farla finita potrebbero essere segnali di una sofferenza interiore più profonda.
Cosa potete fare?
- Mantenere un dialogo aperto: Se volete aiutarlo, evitate di criticarlo o smascherarlo direttamente. Cercate invece di essere presenti per lui, ascoltandolo senza giudizio.
- Evitate di assecondare bugie e manipolazioni: Non alimentate il suo bisogno di attenzione confermando narrazioni non veritiere, ma cercate di riportare la conversazione su un piano più concreto.
- Osservate il suo benessere emotivo: Se notate che episodi di rabbia, bugie o disperazione aumentano, potrebbe essere utile fargli capire che un supporto psicologico potrebbe aiutarlo a sentirsi meglio.
- Non assumetevi la responsabilità della sua salute mentale: È giusto preoccuparsi, ma non potete caricarvi del suo benessere da soli. Se dovesse ripetere minacce di autolesionismo, prendetelo sul serio e incoraggiatelo a parlarne con un professionista. Se la situazione dovesse diventare grave, avvisate un familiare o, se necessario, i servizi di emergenza.
Se Enrico accettasse un confronto con uno psicologo, potrebbe essere un primo passo per comprendere e gestire meglio le sue emozioni e i suoi comportamenti. Se invece rifiutasse, voi potete comunque decidere come porvi nei suoi confronti, trovando un equilibrio tra il desiderio di aiutarlo e la necessità di proteggere voi stessi da situazioni che diventano difficili da gestire.
Enrico sembra cercare continuamente attenzione e conferme, a volte attraverso comportamenti e racconti che creano confusione o conflitti. Il bisogno di sentirsi al centro potrebbe derivare da un senso di insicurezza o dalla necessità di ricevere affetto e riconoscimento. Anche il rapporto con la sua fidanzata, caratterizzato da forte dipendenza emotiva, e gli episodi in cui ha minacciato di farla finita potrebbero essere segnali di una sofferenza interiore più profonda.
Cosa potete fare?
- Mantenere un dialogo aperto: Se volete aiutarlo, evitate di criticarlo o smascherarlo direttamente. Cercate invece di essere presenti per lui, ascoltandolo senza giudizio.
- Evitate di assecondare bugie e manipolazioni: Non alimentate il suo bisogno di attenzione confermando narrazioni non veritiere, ma cercate di riportare la conversazione su un piano più concreto.
- Osservate il suo benessere emotivo: Se notate che episodi di rabbia, bugie o disperazione aumentano, potrebbe essere utile fargli capire che un supporto psicologico potrebbe aiutarlo a sentirsi meglio.
- Non assumetevi la responsabilità della sua salute mentale: È giusto preoccuparsi, ma non potete caricarvi del suo benessere da soli. Se dovesse ripetere minacce di autolesionismo, prendetelo sul serio e incoraggiatelo a parlarne con un professionista. Se la situazione dovesse diventare grave, avvisate un familiare o, se necessario, i servizi di emergenza.
Se Enrico accettasse un confronto con uno psicologo, potrebbe essere un primo passo per comprendere e gestire meglio le sue emozioni e i suoi comportamenti. Se invece rifiutasse, voi potete comunque decidere come porvi nei suoi confronti, trovando un equilibrio tra il desiderio di aiutarlo e la necessità di proteggere voi stessi da situazioni che diventano difficili da gestire.
Grazie a voi per aver descritto così dettagliatamente la situazione di Enrico, è evidente che ci sono molte dinamiche complesse e che la sua condizione vi preoccupa sinceramente. Vi rispondo cercando di essere chiaro e utile.
Da quello che raccontate, Enrico mostra segnali importanti che potrebbero indicare:
Un disagio psicologico serio legato al trauma infantile (la perdita precoce della madre), e a difficoltà familiari e relazionali.
Comportamenti che sembrano includere distorsioni della realtà o falsi racconti (confabulazioni) per attirare attenzione o per gestire insicurezze profonde.
Manifestazioni di instabilità emotiva, come la chiamata in piena notte con riferimenti al suicidio, seguita da un comportamento apparentemente “normale”.
Possibili sintomi di un disturbo dell’umore, ansia grave, o anche di un disturbo psicotico o di personalità, anche se è importante non fare diagnosi senza una valutazione professionale diretta.
Cosa potete fare concretamente:
Incoraggiatelo a rivolgersi a uno specialista (psicologo o psichiatra) al più presto, se non lo ha già fatto. Un professionista potrà effettuare una valutazione approfondita e offrire un percorso terapeutico adeguato, che potrebbe includere supporto psicologico e, se necessario, trattamento farmacologico.
Evitate di entrare in conflitto diretto con lui quando manifesta questi comportamenti (bugie, provocazioni, aggressività verbale), ma mostratevi presenti, ascoltate con empatia e offrite supporto, ricordandogli che siete amici e siete lì per lui.
Se temete per la sua sicurezza (ad esempio, se minaccia di farsi del male), è importante coinvolgere subito un familiare o un professionista sanitario, e se necessario, contattare i servizi di emergenza o un pronto soccorso psichiatrico.
Cercate di stabilire un ambiente di sostegno, senza giudizi, dove possa sentirsi accolto e meno isolato.
Considerate anche la possibilità di parlare con la famiglia (se possibile e opportuno) per aiutarli a comprendere la situazione e collaborare nel sostegno.
Per voi come amici:
Prendetevi cura anche del vostro benessere. Supportare qualcuno con difficoltà così complesse può essere pesante, per cui è importante mantenere anche voi un buon equilibrio.
Non esitate a chiedere consiglio a un professionista su come comportarvi nel vostro ruolo di amici.
In sintesi, la situazione di Enrico merita attenzione e intervento professionale. Voi state facendo un buon lavoro nel volerlo aiutare e cercare informazioni, ma la cosa più importante è che lui possa essere valutato e seguito da specialisti.
Se volete, posso anche aiutarvi a trovare risorse o servizi specifici nella vostra zona.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto.
Da quello che raccontate, Enrico mostra segnali importanti che potrebbero indicare:
Un disagio psicologico serio legato al trauma infantile (la perdita precoce della madre), e a difficoltà familiari e relazionali.
Comportamenti che sembrano includere distorsioni della realtà o falsi racconti (confabulazioni) per attirare attenzione o per gestire insicurezze profonde.
Manifestazioni di instabilità emotiva, come la chiamata in piena notte con riferimenti al suicidio, seguita da un comportamento apparentemente “normale”.
Possibili sintomi di un disturbo dell’umore, ansia grave, o anche di un disturbo psicotico o di personalità, anche se è importante non fare diagnosi senza una valutazione professionale diretta.
Cosa potete fare concretamente:
Incoraggiatelo a rivolgersi a uno specialista (psicologo o psichiatra) al più presto, se non lo ha già fatto. Un professionista potrà effettuare una valutazione approfondita e offrire un percorso terapeutico adeguato, che potrebbe includere supporto psicologico e, se necessario, trattamento farmacologico.
Evitate di entrare in conflitto diretto con lui quando manifesta questi comportamenti (bugie, provocazioni, aggressività verbale), ma mostratevi presenti, ascoltate con empatia e offrite supporto, ricordandogli che siete amici e siete lì per lui.
Se temete per la sua sicurezza (ad esempio, se minaccia di farsi del male), è importante coinvolgere subito un familiare o un professionista sanitario, e se necessario, contattare i servizi di emergenza o un pronto soccorso psichiatrico.
Cercate di stabilire un ambiente di sostegno, senza giudizi, dove possa sentirsi accolto e meno isolato.
Considerate anche la possibilità di parlare con la famiglia (se possibile e opportuno) per aiutarli a comprendere la situazione e collaborare nel sostegno.
Per voi come amici:
Prendetevi cura anche del vostro benessere. Supportare qualcuno con difficoltà così complesse può essere pesante, per cui è importante mantenere anche voi un buon equilibrio.
Non esitate a chiedere consiglio a un professionista su come comportarvi nel vostro ruolo di amici.
In sintesi, la situazione di Enrico merita attenzione e intervento professionale. Voi state facendo un buon lavoro nel volerlo aiutare e cercare informazioni, ma la cosa più importante è che lui possa essere valutato e seguito da specialisti.
Se volete, posso anche aiutarvi a trovare risorse o servizi specifici nella vostra zona.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto.
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta cura la situazione del vostro amico. È evidente quanto vi stia a cuore e quanto stiate cercando di sostenerlo nel modo migliore possibile.
Quello che descrivete – la storia di perdita precoce, l’assenza di adulti realmente presenti, il bisogno costante di attenzione, il ricorso alla menzogna per ottenere considerazione, gli episodi di forte agitazione e minacce di gesti autolesivi – indica una sofferenza importante che si trascina da molti anni.
Non significa necessariamente che ci sia una diagnosi precisa, ma sicuramente Enrico sta usando strategie molto fragili per gestire emozioni che da solo non riesce a contenere.
In situazioni così complesse ci sono tre punti fondamentali:
1. Non assumervi il ruolo di “terapeuti”
La vostra vicinanza è preziosa, ma non potete sostituirvi a un professionista.
Rischiereste di farvi carico di responsabilità enormi e di entrare in dinamiche confuse, dove non si capisce più chi sostiene chi.
2. È importante che Enrico venga seguito da uno psicologo o psichiatra
Gli episodi che riportate (allarmi notturni, minacce di farsi del male, racconti poco realistici, forte dipendenza affettiva) meritano un inquadramento clinico.
Potrebbe non trattarsi solo di “attenzione”, ma di una difficoltà emotiva che ha bisogno di essere accolta e trattata da chi ha gli strumenti per farlo.
3. Cosa potete fare voi, concretamente
– Restate presenti, ma con confini chiari: non assecondare bugie o manipolazioni, non entrare nel ruolo di “salvatori”.
– Quando vi parla dei suoi vissuti, validate l’emozione senza confermare il contenuto (“capisco che sei agitato, ma invece di parlare di questo a noi sarebbe importante che tu ne parlassi con un professionista”).
– In caso di nuovi episodi in cui minaccia di farsi del male, invitatelo con fermezza a contattare il medico di base, il CSM o il 112, evitando di gestire da soli la situazione.
In sintesi:
non è compito vostro capire “cos’ha” Enrico, ma potete aiutarlo indirizzandolo verso un percorso adeguato e stabilendo limiti chiari per proteggere lui e voi stessi.
Il fatto che vi siate mobilitati già dice molto della qualità del vostro legame.
Quello che descrivete – la storia di perdita precoce, l’assenza di adulti realmente presenti, il bisogno costante di attenzione, il ricorso alla menzogna per ottenere considerazione, gli episodi di forte agitazione e minacce di gesti autolesivi – indica una sofferenza importante che si trascina da molti anni.
Non significa necessariamente che ci sia una diagnosi precisa, ma sicuramente Enrico sta usando strategie molto fragili per gestire emozioni che da solo non riesce a contenere.
In situazioni così complesse ci sono tre punti fondamentali:
1. Non assumervi il ruolo di “terapeuti”
La vostra vicinanza è preziosa, ma non potete sostituirvi a un professionista.
Rischiereste di farvi carico di responsabilità enormi e di entrare in dinamiche confuse, dove non si capisce più chi sostiene chi.
2. È importante che Enrico venga seguito da uno psicologo o psichiatra
Gli episodi che riportate (allarmi notturni, minacce di farsi del male, racconti poco realistici, forte dipendenza affettiva) meritano un inquadramento clinico.
Potrebbe non trattarsi solo di “attenzione”, ma di una difficoltà emotiva che ha bisogno di essere accolta e trattata da chi ha gli strumenti per farlo.
3. Cosa potete fare voi, concretamente
– Restate presenti, ma con confini chiari: non assecondare bugie o manipolazioni, non entrare nel ruolo di “salvatori”.
– Quando vi parla dei suoi vissuti, validate l’emozione senza confermare il contenuto (“capisco che sei agitato, ma invece di parlare di questo a noi sarebbe importante che tu ne parlassi con un professionista”).
– In caso di nuovi episodi in cui minaccia di farsi del male, invitatelo con fermezza a contattare il medico di base, il CSM o il 112, evitando di gestire da soli la situazione.
In sintesi:
non è compito vostro capire “cos’ha” Enrico, ma potete aiutarlo indirizzandolo verso un percorso adeguato e stabilendo limiti chiari per proteggere lui e voi stessi.
Il fatto che vi siate mobilitati già dice molto della qualità del vostro legame.
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.