Egregi buonasera. Non sono più un pischello ma ugualmente reato basito dal comportamento umano che

18 risposte
Egregi buonasera.
Non sono più un pischello ma ugualmente reato basito dal comportamento umano che mi sta capitando, ormai mi viene da ridere ogni qualvolta si riferifica l'evento. Spero tanto che possiate dirmi che esista qualche droga che genera tale comportamento almeno mi do una risposta e mi metto l'animo in pace..

Una ex collega 30enne (lei è giustificata, un po' strana) mi rimproverava che quando con altri due organizzavamo un'uscita non le facevamo sapere nulla, alla prima occasione glielo faccio sapere e mi aggredisce verbalmente dicendomi che non devo mai più importunarla perché lei è sposata. In altra occasione per la cena del superiore mi chiede di passare a prendere lei e poi un altro collega e poi salire su in baita per la cena, le dico va bene, mi inizia a rispondere di averci ripensato perché non vuole mettermi in difficoltà con la mia morosa (che era comunque aggiornata su tutto) poi mette la scusa che lato passeggero le veniva da vomitare, la assecondo tagliando a corto dicendole di vederci direttamente in baita e un'ora prima della partenza mi avvisa che scherzava, di passarla a prendere perché era pronta, al mio rifiuto in modo gentile (ho sbagliato?) sono seguiti 12 vocali prima di insistenza e poi di denigrazione definendomi un bambino.

Altra collega, questa non si droga e non beve. Sessantenne, persona educata, anche troppo, che veniva definita "facile" (uso un eufemismo) da quella descritta sopra perché non aveva problemi ad uscire con me, e lei non si offendeva, poi se le facevo io una battuta scherzosa sul suo essere a volte ingenua si offendeva e me la faceva pesare.. in ogni caso dopo anni trascorsi con uscite da soli o con altri, il rapporto è scemato e adesso che non le do più le stesse attenzioni di prima perché lei preferisce altre persone, a denti stretti quando ci si incontra si lamenta e mi dice di andarla a trovare, le rispondo che lavorerei anche io con lo stesso suo orario, e che se vuole ci possiamo vedere come prima, anche con altri colleghi a una solita cena, mi risponde che lei non ha più tanto tempo come prima di uscire e che con l'ufficio lei esce solo 4-5 volte l'anno.. le rispondo eh, appunto, esci quindi.. potresti pure chiamarmi se proprio ti fa piacere visto e considerato che sono stato vostro collega e molti li conosco pure... Niente da fare, solo silenzio e allora amen.

Un altro, quando vado a trovare la sessantenne e lui lo viene a sapere, trova il tempo per farsi trovare anche lui e potermi rivedere, ok mi fa piacere. Poi mi dice dai sarebbe bello rivederci, organizziamo una pizza come prima? Gli dico certo a vostra disposizione, basta chei chiamate e vengo. Spariti.

Un collega uomo, single, vero è che mi ha chiesto svariate volte di andarlo a trovare ma io (che venivo da esperienze negative tipo quelle sopra) preferivo glissare. Adesso non lavora più da noi, un paio di occasioni me l'ha richiesto, ho accettato, fissando anche il giorno ma... mi chiede di rinviare a un altro mese. Sparito.

Altra persona, più amica che collega, sempre presente nei momenti di bisogno, ci sentiamo spesso da anni, da parte mia c'è amicizia e affetto, da parte sua forse un pensiero in più, mi chiede 100 volte di vederci per un ape e ogni volta che fisso un giorno non mi legge il messaggio finché non va oltre e mi da una scusa qualunque, ho finito tardi, ho letto tardi il msg ma ti voglio vedere. Con lei solo una volta ho potuto ferirla (ma spero oggettivamente che non sia questo il motivo) è accaduto che voleva chiamarmi ma fui sincero dicendole che avevo realmente la batteria al 2% ed ero stanco avendo pulito tutta casa, avevo bisogno fisico di stare mezz'ora al divano. Poi comunque l'ho richiamata subito mettendo il tel sotto carica ma quel giorno non mi ha più risposto mettendo una delle solite scuse.

Un altro collega che ha vissuto un lutto importante, mi chiede se ci possiamo vedere per prendere una boccata d'aria, perché sente bisogno di compagnia, gli do la mia disponibilità dicendogli quando hai bisogno chiamami e ci organizziamo, senza problemi, per un ape, per una pizza. Li per li ringrazia entusiasta poi sparisce e non mi dice più nulla.

Un altro ragazzo mi rimprovera che avendo passione per la cucina potrei anche organizzare qualche cena a casa mia così da stare tutti assieme.. gli rispondo ma perché quando voi vi vedete per conto vostro avete il buon gusto di fare lo stesso nei miei confronti? Si offende e diventa disfunzionale nei miei confronti al lavoro.

Adesso, o esiste una droga particolare che ultimamente va di moda, forse quella chiamata bisogno di essere cercati? Oppure sono io il caso umano ad attrarre tutta questa specie di umani.. eppure finché sono stato nel mio paese di origine tutti sti problemi non c'erano, avevo il mio gruppo di amici che mi cercavano e io cercavo loro senza troppe pippe mentali. Da quando vivo a Brescia, queste sono invece le situazioni che mi capitano e ne ho descritte solo alcune, tutte con lo stesso filo logico.. casi umano loro, o magari sono io quello strano????
Anche per non ho più tempo da perdere, quando loro fanno così io gli dico sempre, mi farai sapere tu allora.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive. Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Mi dispiace sentire che stai affrontando queste situazioni complesse con i tuoi colleghi. Dalla tua descrizione sembra che ci siano diverse dinamiche interpersonali in atto e può essere difficile capire esattamente cosa sta accadendo dietro le quinte.
Per quanto riguarda la tua domanda su una "droga" che potrebbe spiegare il comportamento dei tuoi colleghi, non credo che ci sia una sostanza specifica che possa essere responsabile di questo tipo di interazioni. Piuttosto, sembra che ci siano dinamiche sociali e personali complesse in gioco.
Potrebbe essere utile riflettere su come le tue azioni e le tue parole possono essere percepite dagli altri. Forse c'è qualcosa nel tuo modo di comunicare o di interagire che può essere frainteso o che non corrisponde alle aspettative degli altri. Tuttavia, è importante anche riconoscere che non sei necessariamente responsabile per il comportamento degli altri.
Potresti considerare di parlarne per comprendere meglio queste dinamiche e trovare strategie per affrontarle in modo costruttivo.

Infine, ricorda che hai il diritto di stabilire confini sani nelle tue relazioni e di non sentirsi costretto a mantenere contatti con persone che ti fanno sentire a disagio o non rispettano le tue esigenze. Se senti di dover mettere fine a certe relazioni o di allontanarti da determinate situazioni per il tuo benessere emotivo, non esitare a farlo.
Buongiorno,
I rapporti sociali (forse oggi più che mai) sono spesso solo di facciata o funzionali, specialmente quelli creati in ambito lavorativo. Non credo sia lei il problema ma forse c'è qualche suo comportamento che spinge le persone a percepirla come "garantito" e sempre disponibile ad aiutarli.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno gentile utente.
Grazie per la colorita e interessante esposizione. Nel suo racconto c'è l'universo delle differenze individuali e la varietà del comportamento umano. Nulla di straordinario, o "stupefacente" (per usare la sua provocazione).
Bisogna accettare l'idea che le relazioni personali non debbano essere tutte necessariamente significative. Esiste la possibilità di mantenere un livello di superficialità, ma comunque di civiltà, verso quelle persone con cui condividiamo spazi e orari, senza dover approfondire per forza.
E' importante, senz'altro dare il beneficio del dubbio e provare a essere cordiali e accoglienti. Ma senza aspettarsi nulla in cambio.
La parola relazione implica un'azione reciproca di attenzione, di interesse, di affetto e di fiducia. Aggiungiamo che una relazione diventa significativa quando restituisce senso di benessere, sentimenti di gratitudine e generosità. Basta questo a comprendere che è facile fare selezione tra rapporti di civile convivenza e relazioni significative.
Quando si trova poi la persona giusta per condividere se stessi con trasparenza, allora facciamo in modo di tenercela stretta perché sarà un valore aggiunto alla nostra vita!

Spero di averla in qualche modo aiutata a lenire il suo disagio. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Capisco la tua frustrazione nel trovarsi in situazioni così complesse e sconcertanti con le persone intorno a te. Sembrerebbe che ci sia una serie di comportamenti poco chiari e incongruenti da parte dei tuoi colleghi e conoscenti, che rendono difficile stabilire relazioni significative e consistenti.

Tuttavia, è importante notare che il comportamento umano può essere molto variabile e complesso, e spesso non c'è una spiegazione chiara o razionale per ciò che accade nelle interazioni sociali. Non sembra che tu sia il "caso umano" o lo strano in queste situazioni, ma piuttosto che ci siano dinamiche complesse in gioco che possono essere difficili da comprendere.

Potrebbe essere utile esaminare attentamente le tue interazioni con queste persone e cercare di capire se ci sono schemi ricorrenti o segnali che potrebbero aiutarti a navigare meglio queste situazioni in futuro. Ad esempio, potresti chiederti se ci sono modi in cui puoi comunicare in modo più chiaro e diretto le tue esigenze e le tue aspettative nelle relazioni, o se ci sono modi per stabilire confini più chiari per evitare malintesi.

Inoltre, potrebbe essere utile cercare di allargare la tua cerchia sociale e di cercare persone con cui condividere interessi e valori comuni, in modo da ridurre la dipendenza da queste relazioni che sembrano causarti stress e frustrazione.

Infine, è importante ricordare di non prendere troppo personalmente il comportamento degli altri e di cercare di mantenere una prospettiva equilibrata sulle relazioni interpersonali. C'è una vasta gamma di persone nel mondo, ognuna con le proprie peculiarità e idiosincrasie, e può capitare di incontrare persone con cui è difficile stabilire connessioni significative.

Resta aperto alle possibilità e cerca di mantenere una mentalità positiva mentre continui a navigare le complessità delle relazioni umane.

Se hai bisogno di ulteriori supporto o consigli su come affrontare queste situazioni, non esitare a chiedere aiuto a persone di fiducia o a professionisti qualificati nel campo della psicologia o del counseling.

Ti auguro il meglio mentre affronti queste sfide e spero che tu possa trovare la pace e la serenità che cerchi nelle tue relazioni future.

Cordiali saluti,
Dott.ssa De Pretto
Caro
Mi dispiace sentire che stai vivendo un periodo così frustrante e pieno di situazioni spiacevoli con i tuoi colleghi. È comprensibile che ti senta confuso e stanco di fronte a comportamenti che sembrano contraddittori e poco chiari. È importante ricordare che le dinamiche interpersonali possono essere complesse e non sempre facili da comprendere.

Potrebbe essere utile riflettere sulle tue esperienze e cercare di individuare eventuali schemi ricorrenti o temi comuni che emergono da queste interazioni. Cercare di capire meglio le motivazioni dietro i comportamenti dei tuoi colleghi potrebbe aiutarti a gestire meglio queste situazioni e a trovare soluzioni più soddisfacenti.

Inoltre, potresti considerare di comunicare apertamente con i tuoi colleghi riguardo ai tuoi sentimenti e alle tue aspettative. Esprimere in modo chiaro e rispettoso ciò che desideri dalle relazioni può favorire una maggiore comprensione e collaborazione.

Infine, se senti di aver bisogno di un sostegno aggiuntivo per affrontare queste sfide, potresti valutare l'opportunità di parlare con uno psicoterapeuta o uno psicologo per esplorare ulteriormente i tuoi pensieri e sentimenti.

Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare la serenità e la chiarezza di cui hai bisogno per affrontare queste situazioni.

Cordiali saluti
Dott. Tiziana Vecchiarini
Salve, grazie per aver condiviso la sua difficoltà su MioDottore. Sembra che questa fatica nel gestire le relazioni sia iniziata dal suo trasferimento a Brescia, circostanza che probabilmente è stata per lei un cambiamento significativo al quale, forse, non si è completamente adattato. Chiaramente, gli elementi qui a disposizione per poter dare significato alla fatica che lei prova in questo momento e al disagio che questo sembra generarle non sono molti. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla in questo. Un caro saluto
Buon fine settimana a te e grazie del racconto espresso come un flusso di pensiero caratterizzato dall'amarezza nei confronti del comportamento altrui e basato su aspettative che sono in linea probabilmente coi suoi valori. Il dato interessante emerge alla fine quando si capisce che ha cambiato luogo e che vive a Brescia. È un trasferimento che data quale periodo della sua vita? Tessere le reti delle relazioni sociali è una cosa molto complessa sopratutto in alcuni momenti della vita e se si viene decontestualizzati. Se vuole riflettere ad alta voce in modo guidato in un piccolo percorso ed elaborare delle strategie basate sugli eventi mi trova a disposizione
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Buongiorno, le relazioni sociali spesso sono complicate ma al contempo sono anche un modo per rispecchiarci e comprendere meglio alcuni aspetti di noi; le suggerisco di rivolgersi ad un professionista e condividere con lui i dubbi e le esperienze che lei ha descritto; potrebbe essere un modo per capire meglio quanto sta accadendo e trovare delle strategie finalizzate alla risoluzione di alcuni problemi relazionali. Resto a sua disposizione, qualora lo ritenesse opportuno, anche da remoto. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buona sera, la sua è una interessante e variegata descrizione di tanti tipi di relazioni, di amicizia o magari anche con una sfumatura forse erotica, che si creano negli ambienti lavorativi e non solo. Sembra di trovarsi in un groviglio, e che non ci sia un senso, ma difficilmente lo si trova fuori da sé. Invece io proverei a spostare il punto di vista: come mai è così tanto turbato da questi intrecci? Eppure il suo tono è ironico, come se se ne chiamasse fuori... Le capita invece di rimanerne ferito? Oppure alla fine dopo tanto girare si sente solo? Lei cosa desidera?
Buongiorno,

le dinamiche relazionali che lei descrive andrebbero maggiormente approfondite per poterne meglio capire i contorni. Dice di aver notato un cambiamento da quando ha cambiato città ma è probabile che qualcosa in tal senso sia successo. Avere delle buone relazioni sociali fa parte dello star bene, per tanto ritengo che nel caso questo col tempo stesse divenendo fonte di sofferenza o comunque frustrazione varrebbe la pena approfondirlo in un contesto più ampio che solo la psicoterapia potrebbe fornirle. Nella speranza possa aprirsi alla strada di rivolgersi ad uno specialista.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, per rispondere alla sua domanda esplicita, non credo che tutte queste persone stiamo assumendo una qualche sostanza particolare che le porti a comportarsi così. Per quanto riguarda la loro modalità di entrare e rimanere in relazione con lei possiamo dire poco non potendo chiedere a loro la spiegazione di queste dinamiche.
Quello che mi viene da dirle è di provare a soffermarsi sul suo modo di entrare in relazione con loro. E' possibile che siano "tutti quanti disfunzionali", ma è anche possibile che ci sia qualcosa nella comunicazione che non la rende abbastanza trasparente per entrambi...che magari porta uno dei due a crearsi delle aspettative (come quella di dover essere cercati dall'altro). Se questa situazione le porta molto disagio è comprensibile che lei cerchi delle risposte ed il modo per cambiare le cose. Purtroppo, però, sul modo di fare dell'altro abbiamo poco potere. Le rimane il potere di fermarsi e porre maggiore consapevolezza sui suoi movimenti relazionali, su come lei spiega agli altri i suoi bisogni di contatto, su quello che si aspetta dall'altro, su come la fanno sentire alcune risposte che riceve, eccetera. Se sente di faticare a fare questo lavoro di consapevolezza da solo, può rivolgersi ad uno psicologo. Le auguro il meglio, cordiali saluti.
Dal suo scritto è evidente la confusione che le creano queste dinamiche relazionali che sembrerebbero caratterizzate da imprevedibilità, fraintendimenti e incongruenze tra ciò che viene detto e ciò che in effetti finisce poi per verificarsi. Sarebbe bello poter dare risposte certe sul comportamento altrui, tuttavia non è possibile. D'altro canto, ciò che può fare è iniziare a domandarsi, ad esempio, come tutto ciò la faccia sentire e perchè, cosa vorrebbe (dare e ricevere) da questo tipo di relazioni, provare a pensare a come può essere percepito anche il suo modo di relazionarsi da parte dell'altro ... Nel caso in cui volesse approfondire, resto a sua disposizione anche online. Dott.ssa E.B.
Avere a che fare con l'Altro è sempre una sfida: tutte le relazioni sono attraversate dai sottintesi di entrambi i soggetti, e come nei conflitti vanno sempre trovati compromessi e fatte delle strategie. Ma se posso dirLe, trovo interessante la Sua frase di chiosa: "Da quando vivo a Brescia, queste sono invece le situazioni che mi capitano e ne ho descritte solo alcune, tutte con lo stesso filo logico", che sembra già attribuire un senso a tutti gli eventi che Lei ha narrato.
Di per sé, non penso che ci sia qualcosa di "strano", né in Lei né in chi La circonda. Solo, probabilmente, la Sua percezione di due lingue diverse: da una parte, un linguaggio relazionale che non sembra rispecchiarLa, che sembra tipico di una "Brescia", e dall'altra parte una nostalgia verso un linguaggio che non riesce ad utilizzare se non quando è, direi io, "a casa".
Spero di aver suscitato delle nuove riflessioni. Le auguro buona vita.
Buongiorno, credo che il suo ultimo atteggiamento sia quello più sano. "Fate voi e vediamo e se a me va bene". Sembra una persona che ci tiene alle relazioni e agli impegni presi, probabilmente non è così per gli altri, quindi si regali un pò di leggerezza.
Buona giornata
Francesca Cilento
Mi dispiace sentire che stai affrontando una serie di situazioni frustranti e confuse con le persone del tuo ambiente lavorativo e sociale. Non esiste una droga specifica che possa spiegare tali comportamenti. È possibile che ci siano dinamiche relazionali complesse in gioco, che possono coinvolgere aspetti di comunicazione, aspettative non corrisposte o difficoltà personali delle persone coinvolte. Potrebbe essere utile esplorare queste dinamiche in modo più approfondito per comprendere meglio cosa possa essere alla base di tali comportamenti. Se desideri ulteriori chiarimenti o supporto, rimango a tua disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua frustrazione. Mi sembra di capire che per lei sia poco comprensibile la motivazione che spinge alcuni suoi colleghi a comportarsi come stanno facendo nei suoi confronti: talvolta le dinamiche che si innescano all'interno delle relazioni possono non essere facilmente comprensibili perchè dipendono da una serie di fattori e sono legati sia a noi che all'altro. A volte, per dare un significato a queste, potrebbe essere utile chiedersi in che modo il nostro comportamento potrebbe aver influenzato le stesse.
Mi chiedo, come la fa stare il fatto che tutti sembrano, in qualche modo e in base alla sua percezione, disattendere le sue aspettative all'interno della relazione? questo sensazione la prova soltanto in questo momento o crede che in altri momenti della sua vita potrebbe aver provato emozioni simili in situazioni diverse?
Se il disagio dovesse continuare e addirittura essere maggiore, con effetti in più aree della sua vita, credo possa essere utile un confronto con un professionista che la aiuti a mettere ordine e provare a dare un significato a tutti queste emozioni negative. Cordiali saluti. Dott. Gianluca Pilotti
Buonasera e grazie per la sua domanda. E' difficile inquadrare le relazioni astraendole dal loro contesto ma in generale è percepibile il suo vissuto di grande frustrazione e incomunicabilità. Mi ha ricordato, in parte, un testo di Raymond Carver che mi sento di consigliarle, "Di cosa parliamo quando parliamo di amore": parla di una quotidianità grigia che annulla ogni tentativo di comunicazione tra le persone. Ecco, provi a ripartire proprio da li, dalla quotidianità e da come cambiarla per darle un colore che più le rassomiglia. Cordiali saluti,

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