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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita. Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura. Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali. I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro. Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità. Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario. L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

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Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.

Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.

Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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La consulenza psicologica si differenzia dal percorso di sostegno terapeutico per target, focus e durata. La sua efficacia dipende dalla correttezza della valutazione iniziale che ha escluso la presenza di nuclei patologici sottostanti.

La consulenza si rivolge ad adulti con un buon livello di funzionamento complessivo, discreto potenziale intellettivo, la cui richiesta riguarda difficoltà risolvibili nel corso di pochi colloqui (indicativamente 5-10). Questi incontri avranno lo scopo di ridimensionare questioni attuali e circoscritte che appaiono come indistricabili, pur non essendolo di fatto. Il clinico aiuterà cioè il paziente ad approfondire con attenzione la situazione, cercando al contempo di aiutarlo ad assumere punti di vista diversi dal solito, favorendo un cambio di prospettiva. Allo stesso modo, clinico e paziente cercheranno di trovare comportamenti alternativi e più funzionali a quelli solitamente utilizzati per affrontare il problema.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


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La consulenza psicologica si differenzia dal percorso di sostegno terapeutico per target, focus e durata. La sua efficacia dipende dalla correttezza della valutazione iniziale che ha escluso la presenza di nuclei patologici sottostanti.

La consulenza si rivolge ad adulti con un buon livello di funzionamento complessivo, discreto potenziale intellettivo, la cui richiesta riguarda difficoltà risolvibili nel corso di pochi colloqui (indicativamente 5-10). Questi incontri avranno lo scopo di ridimensionare questioni attuali e circoscritte che appaiono come indistricabili, pur non essendolo di fatto. Il clinico aiuterà cioè il paziente ad approfondire con attenzione la situazione, cercando al contempo di aiutarlo ad assumere punti di vista diversi dal solito, favorendo un cambio di prospettiva. Allo stesso modo, clinico e paziente cercheranno di trovare comportamenti alternativi e più funzionali a quelli solitamente utilizzati per affrontare il problema.

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Il mondo emotivo dei bambini è ricco e dinamico, il “problema” è che non sempre è facilmente comprensibile. Occorre infatti discriminare, sia in contesto scolastico che familiare, se ciò che sembra destare preoccupazione negli adulti è ben inserito nel processo evolutivo oppure rappresenta un segnale di disturbi evolutivi in atto.

I bambini infatti esprimono più facilmente il malessere in forma comportamentale, somatica e simbolica (disegni, gioco), piuttosto che verbale. È importante comprendere la causa del disagio dal momento in cui lo stato emotivo si ripercuote su quello cognitivo, e viceversa (provate ad esempio ad immaginare la difficoltà di fare bene i compiti se si è molto tristi, arrabbiati o preoccupati).

Se nel primo colloquio con i genitori si rileva la possibile presenza di un disturbo evolutivo nel bambino, è bene procedere nell'attuare la diagnosi psicodinamica. Dapprima si richiede ai genitori di ricostruire la storia del figlio e le relazioni tra i membri della famiglia, procedendo poi con la fase diagnostica vera e propria con il bambino. Durante questa fase (della durata di almeno 7 incontri) verranno proposti test proiettivi adatti all’età e si osserveranno le dinamiche di gioco e di relazione. Lo scopo della diagnosi è quello di far emergere le dinamiche emotive profonde e comprendere il percorso evolutivo del bambino, i suoi possibili arresti o le deviazioni dallo sviluppo normale. Come per adolescenti e adulti, quanto raccolto verrà poi restituito sia al bambino che ai genitori e servirà a formulare un progetto terapeutico cucito su misura.

Benché il lavoro vero e proprio viene svolto con il bambino, è fondamentale rendere partecipi anche i genitori nell’individuazione dei bisogni del figlio, dei suoi punti di forza così come di quelli di maggior fragilità, condividendo con loro gli obiettivi di lavoro e le strategie di intervento. I genitori rappresentano dunque veri e propri “collaboratori” in quanto maggiori esperti delle dinamiche di funzionamento del figlio. Il clinico svolgerà la sua funzione terapeutica sia nei confronti del giovane paziente, per aiutarlo ad attivare risorse più utili a fronteggiare situazioni stressanti, sia verso i genitori, favorendo l’assunzione di prospettive diverse in relazione al figlio e alle dinamiche domestiche, così da creare un contesto relazionale e familiare che consolidi il lavoro svolto con il bambino.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni (in questo caso dall'età scolare in poi) è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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Studio Privato

Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.

Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.

Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

Consulenze Online

Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro. Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità. Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario. L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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60 €

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Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.

Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.

Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


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Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.

Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.

Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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La scelta della scuola rappresenta un momento molto intenso, in cui si intrecciano passioni personali, punti di forza e di debolezza, timori e sogni rivolti al futuro e riflessioni circa le possibilità concrete che i giovani percepiscono di avere nel mondo reale. Viene cioè richiesta un’assunzione di responsabilità non sempre facile da gestire e che porta con sé emozioni talvolta contrastanti. Che si tratti di un passaggio di grado (medie-superiori, superiori-università/mondo del lavoro/altro) o di un cambio di scuola (dove il ri-orientamento non rappresenta un fallimento, anzi, una preziosa occasione parte del processo di crescita) è fondamentale conoscere bene sé stessi, le proprie aspirazioni, valori e capacità.

In questo senso il punto di vista esterno di uno psicologo può essere utile, non solo a chiarire le motivazioni sottostanti una decisione così importante, ma proprio ad accompagnare il giovane nell’esplorazione di sè. È solo attraverso una buona auto-consapevolezza che lo studente può auto-orientarsi nelle scelte della vita, intraprendendo la strada in grado di dare più soddisfazione personale, un accrescimento dell’autostima e una migliore qualità della vita.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


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La scelta della scuola rappresenta un momento molto intenso, in cui si intrecciano passioni personali, punti di forza e di debolezza, timori e sogni rivolti al futuro e riflessioni circa le possibilità concrete che i giovani percepiscono di avere nel mondo reale. Viene cioè richiesta un’assunzione di responsabilità non sempre facile da gestire e che porta con sé emozioni talvolta contrastanti. Che si tratti di un passaggio di grado (medie-superiori, superiori-università/mondo del lavoro/altro) o di un cambio di scuola (dove il ri-orientamento non rappresenta un fallimento, anzi, una preziosa occasione parte del processo di crescita) è fondamentale conoscere bene sé stessi, le proprie aspirazioni, valori e capacità.

In questo senso il punto di vista esterno di uno psicologo può essere utile, non solo a chiarire le motivazioni sottostanti una decisione così importante, ma proprio ad accompagnare il giovane nell’esplorazione di sè. È solo attraverso una buona auto-consapevolezza che lo studente può auto-orientarsi nelle scelte della vita, intraprendendo la strada in grado di dare più soddisfazione personale, un accrescimento dell’autostima e una migliore qualità della vita.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti.

Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite...

Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi.

In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale".

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


80 €

Consulenze Online

Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti.

Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite...

Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi.

In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale".

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



Via Allende 12/A, Bologna

60 €

Studio Privato

Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

Consulenze Online

Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista.

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Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista. I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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60 €

Studio Privato

La psicodiagnosi rappresenta la fase che precede l'eventuale presa in carico per un percorso strutturato di sostegno psicologico. La sua utilità si evidenzia nel caso in cui, già nel corso del primo colloquio di consultazione, siano emerse questioni emotivo-relazionali profondamente radicate nel paziente, che gli causano malessere direttamente o indirettamente. La funzione della psicodiagnosi infatti è proprio quella di permettere sia al clinico che al paziente di chiarire il funzionamento profondo e le caratteristiche della personalità di quest'ultimo, dando un senso al suo disagio.

La sua durata varia dai 4 ai 6 colloqui, in modo da permettere la raccolta approfondita di varie tipologie di informazioni (situazione attuale, storia di vita, aspetti inconsapevoli, ...). Quanto emerso da questa fase servirà dunque ad elaborare un progetto per un eventuale percorso terapeutico cucito su misura. Il quadro risultante verrà infatti condiviso con il paziente, così come l'ipotesi di trattamento, in modo da poterne discutere insieme, individuando nel caso gli obiettivi sui quali poter impostare il lavoro successivo.

Lo scopo principale della psicodiagnosi è pertanto quello di rassicurare il paziente in merito al fatto che quanto vissuto, spesso oggetto di grande confusione e angoscia, è in realtà il risultato di un insieme ben organizzato di "pezzi di sè".

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Via Allende 12/A, Bologna

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Studio Privato

Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti.

Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite...

Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi.

In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale".

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Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti. Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite... Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi. In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale". I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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60 €

Studio Privato

L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.

Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.

Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.

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Studio Privato

L’adolescenza rappresenta una fase molto delicata della vita, durante la quale i giovani sono chiamati a gestire importanti cambiamenti, non solo dal punto di vista corporeo ed emotivo, ma anche sul piano relazionale. Si sente spesso parlare di "crisi adolescenziale", ma la prospettiva diventa più interessante se si considera l'etimologia stessa della parola "crisi", che deriva dal greco e significa "scelta, opportunità".

La sfida evolutiva consiste infatti nel prendere le distanze dall’età infantile e affacciarsi a quella adulta, con tutto ciò che questo comporta. Gli adolescenti si interrogano su temi fondamentali nel processo di crescita, primo tra tutti la costruzione della propria identità. Ulteriori tematiche di grande rilevanza sono rappresentate dal rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari e con la scuola. Nel suo desiderio di crescita e autonomia, l’adolescente desidera fortemente essere accettato e compreso, ma anche accettarsi e comprendersi in prima persona.

Il percorso di sostegno psicologico può dunque rappresentare una valida strategia per fronteggiare il senso di disagio che spesso caratterizza questa fase della vita. Se non riconosciuti prontamente infatti, i segnali di malessere dapprima acuti potrebbero poi sfociare in condotte disfunzionali conclamate (alcuni esempi sono: abbandono scolastico, autolesionismo, comportamenti a rischio, disturbi del comportamento alimentare, isolamento, …). Il percorso mira cioè ad individuare i primi sintomi, accogliendo con empatia e senza giudizio il disagio dell’adolescente, per accompagnarlo nella sua elaborazione.

Questo tipo di percorso prevede incontri a cadenza settimanale (all'occorrenza quindicinale) protratti nel tempo e suddiviso in fasi. Dapprima sarà necessaria una raccolta anamnestica con i genitori, per ottenere alcuni dati preliminari necessari all'impostazione delle fasi successive. Il lavoro vero e proprio invece coinvolgerà direttamente il giovane paziente, avvalendosi oltre che del colloquio anche di test volti ad approfondire la sua personalità e condizione. Saranno possibili altri momenti di confronto con i genitori, separatamente o in presenza dell'adolescente, ma sempre nel totale rispetto dell’alleanza terapeutica con quest'ultimo, condizione assoluta per la buona riuscita del percorso stesso.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

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L’adolescenza rappresenta una fase molto delicata della vita, durante la quale i giovani sono chiamati a gestire importanti cambiamenti, non solo dal punto di vista corporeo ed emotivo, ma anche sul piano relazionale. Si sente spesso parlare di "crisi adolescenziale", ma la prospettiva diventa più interessante se si considera l'etimologia stessa della parola "crisi", che deriva dal greco e significa "scelta, opportunità".

La sfida evolutiva consiste infatti nel prendere le distanze dall’età infantile e affacciarsi a quella adulta, con tutto ciò che questo comporta. Gli adolescenti si interrogano su temi fondamentali nel processo di crescita, primo tra tutti la costruzione della propria identità. Ulteriori tematiche di grande rilevanza sono rappresentate dal rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari e con la scuola. Nel suo desiderio di crescita e autonomia, l’adolescente desidera fortemente essere accettato e compreso, ma anche accettarsi e comprendersi in prima persona.

Il percorso di sostegno psicologico può dunque rappresentare una valida strategia per fronteggiare il senso di disagio che spesso caratterizza questa fase della vita. Se non riconosciuti prontamente infatti, i segnali di malessere dapprima acuti potrebbero poi sfociare in condotte disfunzionali conclamate (alcuni esempi sono: abbandono scolastico, autolesionismo, comportamenti a rischio, disturbi del comportamento alimentare, isolamento, …). Il percorso mira cioè ad individuare i primi sintomi, accogliendo con empatia e senza giudizio il disagio dell’adolescente, per accompagnarlo nella sua elaborazione.

Questo tipo di percorso prevede incontri a cadenza settimanale (all'occorrenza quindicinale) protratti nel tempo e suddiviso in fasi. Dapprima sarà necessaria una raccolta anamnestica con i genitori, per ottenere alcuni dati preliminari necessari all'impostazione delle fasi successive. Il lavoro vero e proprio invece coinvolgerà direttamente il giovane paziente, avvalendosi oltre che del colloquio anche di test volti ad approfondire la sua personalità e condizione. Saranno possibili altri momenti di confronto con i genitori, separatamente o in presenza dell'adolescente, ma sempre nel totale rispetto dell’alleanza terapeutica con quest'ultimo, condizione assoluta per la buona riuscita del percorso stesso.

L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).



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Studio Privato

La parola trauma vuol dire “ferita, spaccatura” e gli eventi traumatici sono vere e proprie rotture nel consueto modo di vivere della persona. Ne modificano il modo di vedere il mondo e possono generare un ampio spettro di sintomatologie, anche gravi (ansia, depressione, insonnia, distraibilità, irritabilità, problemi alimentari …). Il fatto che l’evento sia nel passato infatti non vuol dire che lo siano anche i suoi effetti.

L’evento traumatico è quindi una circostanza in cui l’entità di ciò che accade supera le risorse disponibili nella persona per fargli fronte in modo efficace. Rientrano nella categoria eventi quali violenze, bullismo, minacce, diagnosi, lutti, incidenti … Ma esistono anche i traumi cumulativi, ovvero eventi ripetuti a lungo nel tempo.

Il tempo però non guarisce tutte le ferite e “aspettare che passi” non è una soluzione. Molte persone ritengono di potere/dovere superare da sole quanto accaduto, quando spesso invece è necessario chiedere aiuto. Per quanto difficile, occorre agire uscendo dalla zona di comfort e cercando nuovi modi per fronteggiare ciò che è stato. La guarigione infatti non è una questione di forza, né vuol dire necessariamente tornare a stare come prima o meglio, ma semplicemente essere cambiati ed essere più resistenti a ciò che accade. Si tratta cioè di intraprendere un percorso all’interno del quale acquisire nuove abilità per riuscire di nuovo a vivere (e non sopravvivere).

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

Consulenze Online

La parola trauma vuol dire “ferita, spaccatura” e gli eventi traumatici sono vere e proprie rotture nel consueto modo di vivere della persona. Ne modificano il modo di vedere il mondo e possono generare un ampio spettro di sintomatologie, anche gravi (ansia, depressione, insonnia, distraibilità, irritabilità, problemi alimentari …). Il fatto che l’evento sia nel passato infatti non vuol dire che lo siano anche i suoi effetti.

L’evento traumatico è quindi una circostanza in cui l’entità di ciò che accade supera le risorse disponibili nella persona per fargli fronte in modo efficace. Rientrano nella categoria eventi quali violenze, bullismo, minacce, diagnosi, lutti, incidenti … Ma esistono anche i traumi cumulativi, ovvero eventi ripetuti a lungo nel tempo.

Il tempo però non guarisce tutte le ferite e “aspettare che passi” non è una soluzione. Molte persone ritengono di potere/dovere superare da sole quanto accaduto, quando spesso invece è necessario chiedere aiuto. Per quanto difficile, occorre agire uscendo dalla zona di comfort e cercando nuovi modi per fronteggiare ciò che è stato. La guarigione infatti non è una questione di forza, né vuol dire necessariamente tornare a stare come prima o meglio, ma semplicemente essere cambiati ed essere più resistenti a ciò che accade. Si tratta cioè di intraprendere un percorso all’interno del quale acquisire nuove abilità per riuscire di nuovo a vivere (e non sopravvivere).

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Studio Privato

Si tratta di test specifici somministrati singolarmente utili a delineare il profilo di funzionamento della personalità del paziente da un punto di vista emotivo, affettivo, relazionale e cognitivo.

Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso.

Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...). La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


60 €

Consulenze Online

Si tratta di test specifici somministrati singolarmente utili a delineare il profilo di funzionamento della personalità del paziente da un punto di vista emotivo, affettivo, relazionale e cognitivo.

Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso.

Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...). La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.

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Via Allende 12/A, Bologna

60 €

Studio Privato

Si tratta di test in batteria, ovvero più attività di breve durata e con focus specifico che nel loro complesso delineano un profilo di funzionamento.

Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso, rappresentando utili strumenti di lavoro oltre che di indagine.

Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...) . La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.

I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).


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Si tratta di test in batteria, ovvero più attività di breve durata e con focus specifico che nel loro complesso delineano un profilo di funzionamento.

Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso, rappresentando utili strumenti di lavoro oltre che di indagine.

Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...) . La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.

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Esperienze

Su di me

"Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso."

Non è mai troppo tardi per iniziare ...

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Formazione

  • Scuola di Psicoterapia Adleriana per l adulto e l età evolutiva
  • Alma Mater Studiorum - Università di Bologna - Psicologia Clinica
  • Alma Mater Studiorum - Università di Bologna - Scienze del Comportamento e delle Relazioni sociali

Specializzazioni

  • Psicologia Clinica
  • Psicologia dell'età evolutiva
  • Psicodiagnostica

Tirocini

  • Servizio di Neuropsichiatria per infanzia e adolescenza (Zanolini - AUSL Bologna)
  • Servizio di Neuropsichiatria per infanzia e adolescenza (Mazzacorati - AUSL Bologna)
  • Centro di salute mentale (San Camillo - AUSL Bologna)

Certificati


Competenze linguistiche

  • Inglese,
  • Italiano

Punteggio generale

Tutte le recensioni contano e non possono essere rimosse o modificate dai dottori a proprio piacimento. Scopri come funziona il processo di moderazione delle recensioni.
B
Presso: Altro Altro

La Dottoressa è una persona veramente preparata, empatica e disponibile. Mi ha aiutato in vari momenti difficili, con gentilezza e professionalità, a superare periodi di debolezza o incertezza facendomi sempre concentrare sul mio benessere. Consigliata a tutti!

Dott.ssa Eleonora Bergami

La ringrazio davvero per le parole spese, sono contenta di esserle stata d’aiuto!

P
Presso: Studio Privato colloquio psicologico

Consiglio vivamente la Dott.ssa Bergami per la sua professionalità e empatia. Ha saputo creare un ambiente sicuro e confortevole, dandomi supporto e strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane. Il suo approccio personalizzato ha reso il percorso terapeutico estremamente positivo, e sono grato di aver avuto la sua guida nel mio percorso di crescita personale.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Pietro, La ringrazio molto per questo prezioso feedback.

G
Presso: Studio Privato sostegno psicologico

Il dialogo con la dott.sa Bergami non risulta per nulla complicato anche quando si tratta di discutere di argomenti molto personali. Ogni seduta mi ha permesso di capire qualcosa in più sul mio modo di essere.
Grazie alle sue chiavi di lettura ho valutato i miei problemi da un punto di vista differente e sono riuscito a maturare verso una nuova versione di me. Grazie.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Grazie Giovanni, sono lieta di averla accompagnata in questo percorso di riscoperta personale.


P
Presso: Studio Privato colloquio psicologico individuale

La Dott.ssa Bergami è stata capace fin dal primo istante a mettermi a mio agio, crea un ambiente in cui è facile aprirsi!

Dott.ssa Eleonora Bergami

Paola, La ringrazio molto per questa Sua valutazione


M
Presso: Studio Privato consulenza psicologica

Professionista attenta e molto preparata, giovane con molto carisma. Mette a proprio agio il paziente aiutandolo con lei ad aprirsi in maniera molto naturale. È molto adatta a gestire i ragazzi nell’ età adolescenziale. Mi sono trovata benissimo.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Gentilissima, grazie per queste parole


D
Presso: Studio Privato sostegno psicologico

Ho conosciuto la Dottoressa esattamente un anno fa e sono molto soddisfatta del percorso intrapreso. Professionale, gentile, attenta, è riuscita fin da subito a farmi sentire ascoltata e accolta, in un momento molto particolare della mia vita. Ad oggi sono molto felice del percorso iniziato, consiglio vivamente.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Sono molto lieta di aver intrapreso questo percorso insieme. A presto


D
Profilo verificato
Presso: Studio Privato consulenza psicologica

Mi sono trovato benissimo da subito. Mi ha fatto sempre sentire a mio agio, cosa non scontata. Inoltre la ritengo anche molto simpatica, il che a tratti mi ha fatto dimenticare il motivo per cui fossi li. Consigliatissima

Dott.ssa Eleonora Bergami

La ringrazio davvero per queste parole Daniele, a presto.


V
Presso: Studio Privato colloquio psicologico clinico

Mio figlio di 10 anni aveva bisogno di un percorso psicologico, su consiglio delle insegnanti che avevano osservato di segni di malessere a scuola. Fino ad ora sono estremamente soddisfatta dei risultati che questo sta portando in lui. La Dottoressa ha saputo fargli vedere le cose con occhi diversi, aiutandolo ad aprirsi. Ho apprezzato tantissimo la sua empatia e professionalità.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Signora, la ringrazio moltissimo per la fiducia accordatami.


F
Presso: Altro Altro

E. È molto attenta e disponibile. La sua attenzione ai dettagli è la sua caratteristica fondamentale. Valuta i talenti e scopre fragilità traendo da esse le risposte per un intervento attento.
È discreta ma accurata nell'agire...Si presta con grande professionalità e con umiltà, precisa e puntuale tanto con i ragazzi quanto con adulti e colleghi.


Dott.ssa Eleonora Bergami

La ringrazio Floriana per questo prezioso feedback


M
Profilo verificato
Presso: Studio Privato colloquio psicologico clinico

Bravissima, molto professionale, mi sono sentito subito ascoltato e accompagnato nel mio percorso. Ambiente molto confortevole, mi sono sentito subito a mio agio e libero di parlare. Consigliatissima.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Grazie per le sue parole M., a presto.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 29 domande da parte di pazienti di MioDottore

Sono sette mesi che ho chiuso una relazione tossica. Inizialmente è stata dura, ho sofferto di attacchi di panico ma piano piano ne sto uscendo fuori ma non capisco perché nonostante io stia effettivamente bene e stia letteralmente sbocciando sia fisicamente che mentalmente delle volte ho questi momenti di down assoluto e scoppio a piangere. E in questi momenti non riesco a capire se sto davvero bene o mi convinco che sia così, nonostante le cose belle che mi stanno capitando. Per non parlare del modo in cui mi relaziono agli uomini, che possa soffrire di qualche tipo di atteggiamento post-traumatico?

Gentile utente, potrebbe essere per lei molto importante in questo momento dedicarsi uno spazio in cui dar voce ed esplorare le sue emozioni per poterle chiarire e comprendere. Indubbiamente l'uscita da una relazione, per quanto disfunzionale, non è semplice e qualcosa può restare "appiccicato addosso" nonostante la chiusura, portando con sé segni che si manifestano con tempismi e modalità a volte di difficile lettura. Potersi concedere tempo per guarire da questa ferita è necessario tanto quanto lo è interrogarsi su di essa al fine di diventare più consapevoli sul proprio funzionamento (nelle relazioni e non). Resto a disposizione e le auguro care cose. Dott.ssa E.B.

Dott.ssa Eleonora Bergami

Domande su sessuologia

Salve, ho una storia con una donna più grande di me, io 43 anni, lei 63. Mi trovo in difficoltà perché dobbiamo tenere nascosta questa situazione. Qual è il miglior modo per superare questa difficoltà? Non ci sono di mezzo né tradimenti, né altro... Un semplice innamoramento corrisposto. Grazie in anticipo.

Gentile Utente, posso immaginare la difficoltà della situazione da lei descritta. Leggendola, mi sono sorte alcune domande che condivido con lei come spunto di riflessione: come mai questa necessità di tenere nascosta la vostra relazione? Quali emozioni accompagnano l'idea di occultarla? Come si sente immaginandovi insieme alla luce del sole? Ha condiviso desideri e timori in questo senso con l'altra persona? Le relazioni possono suscitare vissuti a volte difficili da definire. Una volta chiariti questi, diventerà più semplice comprendere ciò che desidera/teme e ciò che può fare per modificare la situazione. Se desiderasse approfondire, resto a sua disposizione. Dott.ssa E.B.

Dott.ssa Eleonora Bergami

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