Dottori sono la mamma di un bambino di 8 anni disprassico che qualsiasi persona (professionisti, mae

24 risposte
Dottori sono la mamma di un bambino di 8 anni disprassico che qualsiasi persona (professionisti, maestre ma anche semplicemente le persone che lo vedono per 2min) mi ha sempre consigliato di far valutare per la plusdotazione perché ha una mente straordinaria da sempre; chiunque rimane affascinato e sconvolto dal suo mondo, dalle sue conoscenze immense, dal suo modo di esprimersi, di ragionare, di capire. A un anno e mezzo leggeva i numeri e sapeva contare fino a 20, parlava praticamente come un adulto
anche se aveva un linguaggio poco comprensibile a causa della disprassia. A 2 anni conosceva tutto il sistema solare con le relative caratteristiche di ogni pianeta. Si svegliava presto al mattino solo per guardare i documentari sull'universo. Una volta una sua insegnante di prima elementare mi disse: una volta lo vedevo distratto, sembrava si facesse gli affari suoi allora gli ho chiesto di dirmi cosa stessi dicendo e lui ha detto tutto senza battere ciglio...e questo succede anche quando magari in famiglia si fanno discorsi e lui sembra non sentire poi magari interviene con domande pertinenti. Siccome è sempre stato affamato di sapere, crescendo queste sue passioni sono aumentate e ora è curioso di qualsiasi argomento, guarda continuamente documentari, in tv sempre focus, ama andare nei musei di qualsiasi tipo (ha preteso di andare anche in quello dei corpi, nonostante pensavo potesse fargli impressione, ma stava lì a leggersi tutti i cartellini come quando andiamo in qualsiasi museo/parco). Ama follemente i dinosauri, le ere geologiche, la matematica, scienza, geografia, storia...tutto, qualsiasi argomento per lui è fonte di curiosità e di interesse e apprende subito tutte le nozioni che sente anche solo una volta. Una volta era stato assente da scuola e la maestra mi ha chiamato dicendo oggi ho fatto questo argomento a scuola. Anche se complesso l'ho comunque affrontato perché sono sicura che a Riccardo basterà nulla per impararlo. Infatti il giorno dopo mi ha fermata dicendomi: signora , come immaginavo mi è bastato scrivere un esempio alla lavagna senza nemmeno spiegarlo che è subito partito a fare gli esercizi senza alcun problema. Anche quando va dal dentista mi dice sempre: signora, lo ascolterei per ore questo bambino, è impressionante. Sin da piccolissimo usava termini o dava delle informazioni che non ho la più pallida idea di dove le sentisse. Le maestre dell'asilo ancora oggi lo ricordano e quando lo vedono mi dicono che è sempre stato un bambino straordinario. Le maestre dicono che è un bambino raro da trovare, che nessuno in tutta la scuola è paragonabile a lui e anche una foniatra che lo ha visto per 45 min una sola volta mi ha chiamata dentro dicendomi che era un bambino rarissimo, come se ne incontrano pochissimi e lei ne vedeva molti ma come lui quasi mai. È un bambino così "troppo" in tutto che faccio fatica anche a descriverlo in breve, si fa riconoscere subito da tutti in mezzo secondo che ci si parla insieme. Fatto sta che le maestre, fortunatamente, hanno dal primo momento compreso il suo grandissimo potenziale (hanno avuto anche modo di confrontarsi con le sue vecchie maestre di asilo, con la sua logopedista e la neuropsicomotricista) e per questo è molto stimolato, apprezzato, rispettato (anche nelle sue difficoltà motorie), ascoltato ed incentivato. A scuola ha un ottimo rendimento in ogni materia (arte, ginnastica un po' meno per via della disprassia), ama tantissimo studiare e si trova benissimo; a parte qualche difficoltà con i suoi coetanei che spesso non comprendono gli argomenti di cui parla oppure perché spesso tende a sopraffare tutti essendo più veloce nel ragionamento e sapendo già le cose che vengono trattate in classe e quindi spesso non dà spazio o tempo di risposta ai suoi compagnetti. Infatti si spazientisce quando qualcuno con capisce subito ciò che si dice perché per lui è tutto ovvio o semplicissimo. Secondo voi una valutazione ora potrebbe essere fondamentale oppure visto che comunque, a prescindere da una diagnosi ufficiale, viene trattato già in un modo coerente con una possibile plusdotazione potrebbe evitarla? La sua logopedista mi ha parlato di doppia eccezionalità (2E). È da quando ha iniziato a 2 anni e mezzo la materna che me ne parlano e ora non so se ne vale la pena o se si può aspettare. Altra cosa, a volte ha reazioni emotive molto intense; rabbia, frustrazione, tristezza sembrano raggiungere livelli esagerati. Alcune volte non riesce a controllarle ed esplode, magari sfogandosi con il cuscino o una volta si è addirittura morso (senza farsi del male, solo il gesto). Questa diciamo è la parte che mi preoccupa di più; le sue reazioni emotive molto forti. Conviene procedere con una valutazione? Se si a chi dovrei rivolgermi? Sono di Asti. Grazie mille!
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno,
Le confermo l'utilità di rivolgersi ad un professionista dedicato, al fine di ottenere una valutazione diagnostica, che possa sia riconoscere le plusdotazioni di tipo cognitivo (di cui si ipotizza l'esistenza), che fornire il supporto necessario per le difficoltà che invece il bimbo sembra riscontrare in ambito emotivo-interpersonale. Relativamente a chi rivolgersi, volendo anche il servizio di Neuropsichiatria infantile (servizio pubblico), presente nell'ASL locale, può fornirle suddetto servizio.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

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Dott.ssa Chiara Lagi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Carissima mamma, grazie per aver condiviso in dettaglio la storia e le caratteristiche di Riccardo. Ho in questo modo la possibilità di comprendere il suo desiderio di chiarezza riguardo l’ipotesi diagnostico-valutativa di suo figlio. La situazione che descrive rappresenta un quadro complesso da interpretare e merita un'attenzione particolare. Il termine "doppia eccezionalità" (2E) che le ha menzionato la logopedista si riferisce ai bambini Gifted la cui plusdotazione è associata a disturbi dello sviluppo come quelli dell’apprendimento, dell’ADHD, compromissioni fisiche o difficoltà emotive. Il bambino dimostra chiaramente le caratteristiche della plusdotazione: apprendimento rapido e profondo, vasta gamma di interessi, vocabolario avanzato, ragionamento sofisticato, memoria eccezionale, sensibilità e intensità emotiva. Allo stesso tempo, la disprassia è una difficoltà che influenza la sua coordinazione motoria e, come lei stessa ha notato, può influire sulle attività fisiche e sull'interazione con i pari. Mi sembra di comprendere che la scuola supporti il bambino in modo funzionale mantenendone vivi motivazione e interessi. Tuttavia, le viene richiesta una valutazione formale della plusdotazione e lei se ne chiede giustamente il motivo. Deve sapere che la riforma scolastica in Italia non affronta direttamente la plusdotazione, ma le disposizioni per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) possono includere anche gli studenti plusdotati. La Nota MIUR 562 del 2019, ad esempio, stabilisce che gli alunni con alto potenziale intellettivo possono essere considerati BES, permettendo la personalizzazione degli insegnamenti e la valorizzazione degli stili di apprendimento individuali. Inoltre, sono state recentemente presentate proposte di legge per regolamentare in modo più specifico il riconoscimento degli studenti plusdotati, con misure come la formazione obbligatoria del personale scolastico, l'adozione di Piani Didattici Personalizzati (PDP) e la possibilità di passaggi di classe. Quest’ultima proposta, possibile in Italia solo per un anno, andrà valutata caso per caso tenendo conto delle molteplici variabili che la possono suggerire o sconsigliare, senza tuttavia escluderla a priori. Inoltre, una valutazione per la plusdotazione o doppia eccezionalità, può essere molto utile in quanto permette di ottenere un quadro più completo e approfondito delle capacità cognitive, emotive e comportamentali di Riccardo. Una diagnosi ufficiale può facilitare l’accesso a strumenti di supporto specifici, a programmi educativi personalizzati e a eventuali servizi di accompagnamento psicologico o neuropsicologico, che potrebbero aiutarlo a gestire meglio le sue reazioni emotive intense e le difficoltà sociali, oltre a valorizzare le sue eccezionali capacità riducendo in tal modo il rischio di perdita del potenziale o, a lungo tempo, andare incontro all’abbandono scolastico. Ritengo che procedere con una valutazione ora possa essere estremamente vantaggioso per suo figlio. Non la pensi come “un'etichetta”, ma come opportunità di acquisire una conoscenza profonda del proprio ed unico funzionamento psico-emotivo-relazionale, possibilità di apertura all’aiuto supportivo personalizzato. Per una valutazione completa che tenga conto sia della plusdotazione, della disprassia e degli aspetti emotivi, dovrebbe rivolgersi a un team multidisciplinare. Potrebbe iniziare chiedendo consigli alla logopedista e alla neuropsicomotricista che già seguono suo figlio oppure potrebbe contattare il Servizio di Neuropsichiatria Infantile della sua ASL di riferimento per chiedere informazioni su come accedere a una valutazione e per avere un elenco di professionisti accreditati. Privatamente potrebbe cercare Neuropsichiatri Infantili, Psicologi Specializzati in Età Evolutiva e Plusdotazione, Logopedisti e Terapisti della Neuropsicomotricità, centri o professionisti che abbiano esperienza specifica con la doppia eccezionalità. Spero queste informazioni le siano utili. Non esiti a chiedere se ha altre domande. La saluto con affetto.
Dott.ssa Chiara Lagi
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Quello che descrive è un profilo davvero affascinante e complesso, che merita attenzione clinica e rispetto umano. La combinazione tra disprassia e plusdotazione è nota come “doppia eccezionalità” (2E) e può creare una grande dissonanza tra le potenzialità intellettive e alcune difficoltà pratiche o relazionali. I bambini 2E, come sembra essere suo figlio, hanno bisogno di essere riconosciuti in entrambi gli aspetti: nelle fragilità e nelle straordinarie risorse.

Il fatto che la scuola sia accogliente è un grande punto di forza, ma una valutazione neuropsicologica e cognitiva approfondita può essere molto utile: non solo per confermare la plusdotazione, ma per costruire un profilo funzionale completo che lo accompagni nella crescita. Può anche aiutare a capire meglio l’intensità emotiva che descrive (rabbia, frustrazione), molto comune nei bambini ad alto potenziale.

Le consiglio di rivolgersi a un centro specialistico in neuropsichiatria infantile o a uno psicologo esperto in plusdotazione e 2E. Nella zona di Asti può cercare anche servizi privati con esperienza in questo ambito.

Una valutazione fatta bene oggi può aiutarlo domani a vivere meglio la sua unicità, con più equilibrio e meno solitudine.
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), 5 luglio 2025
Cara mamma, " messaggio in una bottiglia buttata a mare "
tuo figlio è un bambino speciale, ma credo sia importante dirlo con sincerità: la sua difficoltà più grande non è la disprassia, ma il peso dell’eccezionalità che lo circonda.

Tutti sembrano affascinati dal suo talento. Ma a me colpisce un punto più profondo:
quando racconti delle sue reazioni emotive forti, è lì che vedo il bambino reale — quello che forse non sa più dove mettere la sua fatica, perché intorno a lui c’è troppa luce, troppa aspettativa, troppa attenzione alla sua mente brillante.
Hai mai pensato che, senza volerlo, potresti confondere ciò che lui è, con ciò che desideri per lui? Non è colpa. È umano.
Ma rischia di fargli credere che deve essere sempre il primo per essere visto, sempre eccezionale per meritare ascolto.
E questo logora.
In alcuni monasteri del Tibet si insegna una meditazione antica:
“Prova a scomparire. Siediti in silenzio, e lascia che per un momento tu non sia più nessuno.
Guarda il mondo senza di te.
E ascolta ciò che resta.”
Forse, in quello spazio, potrai finalmente sentire tuo figlio per com’è, non per ciò che rappresenta. E anche lui, finalmente, potrà non dover essere nulla per essere amato.

Per questo, ti invito a considerare una terapia — anche breve — che possa aiutarvi a ritrovare uno spazio di semplicità e presenza.
Non per curare un problema, ma per proteggere il bambino da ciò che è “troppo”.

Queste parole, da sole, restano teoria — lo so.
Senza un lavoro costante su di te, una spiegazione non basta.
I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo.
E io ci sono, se vuoi farli insieme.
Dott. Francesco Paolo Coppola (Napoli, on line e in presenza)
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La sua attenzione, l’osservazione così puntuale e l’affetto che traspare da ogni parola raccontano quanto lei sia una mamma attenta e presente. La storia che descrive evidenzia un bambino con caratteristiche davvero particolari: una curiosità inesauribile, una sete di conoscenza fuori dal comune, una capacità di apprendimento rapidissima e una propensione naturale a interessarsi a temi complessi ben oltre la sua età. Allo stesso tempo, la presenza di una disprassia, che coinvolge principalmente l’area motoria, può rendere ancora più unica la sua situazione, confermando quello che la logopedista le ha spiegato con il termine doppia eccezionalità, cioè la coesistenza di una difficoltà e di un potenziale cognitivo molto elevato. In questi casi, la valutazione per la plusdotazione non è soltanto un’etichetta o un riconoscimento formale, ma uno strumento che può aiutarvi a comprendere meglio come sostenere suo figlio, non solo sul piano scolastico ma soprattutto emotivo e relazionale. È vero che le insegnanti, da quanto racconta, stanno già facendo un lavoro encomiabile, stimolandolo e valorizzando le sue doti. Tuttavia, una valutazione accurata potrebbe offrire indicazioni ancora più mirate su come affrontare gli aspetti meno evidenti, come le difficoltà di relazione con i coetanei, la gestione dell’impulsività e delle emozioni intense che lei descrive. Nei bambini ad alto potenziale, reazioni di rabbia o frustrazione così marcate sono piuttosto comuni. L’intensità emotiva è spesso proporzionale alla rapidità del pensiero e alla profondità delle riflessioni. Quando un bambino è così veloce nel ragionamento ma si scontra con tempi e modalità diverse negli altri, può sentirsi incompreso o impaziente. E questo può generare momenti di frustrazione difficili da contenere, specie se il bambino non ha ancora sviluppato strategie per regolare queste emozioni così forti. Per questo motivo, conoscere meglio il suo funzionamento cognitivo ed emotivo tramite una valutazione potrebbe aiutarla a capire come sostenerlo non solo nell’apprendimento ma anche nello sviluppo delle competenze emotive e relazionali, che saranno fondamentali per la sua serenità e per la sua autostima. Dal punto di vista pratico, può rivolgersi a uno psicologo specializzato in psicologia dell’età evolutiva con esperienza in plusdotazione e doppia eccezionalità. In genere, la valutazione prevede colloqui con la famiglia, osservazione, test cognitivi standardizzati per misurare il quoziente intellettivo e test specifici per l’area emotiva e comportamentale. Può rivolgersi a centri di neuropsichiatria infantile pubblici o privati, a uno psicologo psicoterapeuta con formazione specifica oppure a centri che si occupano di giftedness e doppia eccezionalità. Nella sua zona potrebbe contattare anche l’ASL di competenza o centri convenzionati che hanno équipe multidisciplinari. Una valutazione non è mai tempo perso. Se confermasse una plusdotazione, le darebbe strumenti concreti per aiutare suo figlio a esprimere al meglio il suo potenziale e a gestire i momenti di disagio. Se anche non venisse confermata, comunque resterebbe un’occasione preziosa per avere indicazioni utili sul piano emotivo e relazionale, che spesso è quello che può creare più difficoltà a questi bambini così brillanti ma anche così intensi. Il suo sguardo attento, l’ascolto e la voglia di capire come aiutarlo al meglio sono già la base più solida che un bambino possa avere. Non esiti quindi a fare questo passo: potrà solo arricchire ciò che già sta facendo per sostenerlo nella sua crescita. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve signora,
una domanda mi pongo ad oggi.
Ma lei ha una persona che la ascolta? Non deve essere facile avere un figlio così eccezionale in casa che "sconvolge" chi gli sta accanto.
Sicuramente affascinante le doti di suo figlio, ma le reazioni emotive vanno viste ed aiutate ad essere accolte e poi trasformate nel modo adeguato.
La valutazione secondo me va fatta più per voi genitori e per queste emozioni così intense, potreste trovare un aiuto voi genitori per poter aiutare poi lui come figlio.
Un caro saluto
Lavinia
Dott.ssa Alessia Mariosa
Psicologo, Psicologo clinico
Settimo Milanese
Gentile mamma,
grazie di cuore per aver condiviso con tanta attenzione e sensibilità il meraviglioso e complesso mondo di suo figlio. Le sue parole raccontano non solo un bambino dalle caratteristiche straordinarie, ma anche una mamma estremamente attenta, presente e capace di cogliere la profondità e le sfumature del suo sviluppo.

Dal suo racconto emergono con forza gli indicatori di quella che in ambito psicopedagogico chiamiamo “doppia eccezionalità” (2E): bambini che convivono con una plusdotazione cognitiva (giftedness) e, contemporaneamente, con una difficoltà neuroevolutiva, in questo caso la disprassia. Si tratta di profili particolari, intensi, spesso non facili da riconoscere nella loro globalità, proprio perché le due dimensioni – il talento e la difficoltà – rischiano di compensarsi o di mascherarsi a vicenda. Lei però è riuscita, con estrema lucidità e amore, a vedere entrambi gli aspetti, e questo è il primo passo fondamentale.

Suo figlio sembra possedere una mente “affamata” di conoscenza, una curiosità viva e una profondità di pensiero che non sono comuni nei coetanei. Al tempo stesso, le difficoltà relazionali, le reazioni emotive intense, la frustrazione quando gli altri non colgono subito ciò che per lui è evidente, sono segnali che meritano attenzione e cura. Non sono “difetti”, ma espressioni tipiche di molti bambini plusdotati, in particolare quando la loro sensibilità emotiva e la loro velocità di pensiero non trovano ancora strumenti adeguati per essere regolate.

Quindi sì, una valutazione specialistica in questa fase può essere molto utile. Non solo per avere una diagnosi formale, ma soprattutto per approfondire il funzionamento cognitivo, emotivo e relazionale di suo figlio in modo da comprendere meglio come sostenerlo nel suo percorso di crescita, anche nei momenti di maggiore vulnerabilità. La valutazione può fornire strumenti preziosi a voi genitori, agli insegnanti e agli specialisti che già lo seguono, per costruire un progetto educativo e di supporto personalizzato, coerente con la sua unicità.

A chi rivolgersi?
Nel vostro caso, è importante che il professionista (o l’équipe) abbia competenza specifica sia nella plusdotazione sia nei disturbi del neurosviluppo. Nella zona di Asti, può rivolgersi:

ad un neuropsichiatra infantile (presso ASL o in ambito privato) con esperienza in profili 2E;

oppure a centri specialistici per la valutazione della plusdotazione e delle doppie eccezionalità (alcuni presenti a Torino o Milano, se disponibile a piccoli spostamenti);

infine, a psicologi e psicopedagogisti esperti in giftedness, meglio se abituati a collaborare in rete con scuola, logopedisti e neuropsicomotricisti.

Per quanto riguarda l’aspetto emotivo che lei descrive – scoppi d’ira, frustrazione, gesti impulsivi – è bene monitorarlo e lavorarci gradualmente, senza allarmismi ma con attenzione. I bambini con plusdotazione spesso faticano a gestire le emozioni perché vivono le esperienze in modo più intenso, più “profondo”, e talvolta faticano a trovare spazi e strumenti per regolare questa intensità. Anche qui, un percorso psicologico mirato può aiutarlo a sviluppare strategie di autoregolazione emotiva, rafforzando la sua autostima e le sue capacità relazionali.

In conclusione, lei sta già facendo moltissimo, con una cura che traspare da ogni riga. Procedere con una valutazione non significa “etichettare” suo figlio, ma offrirgli ancora più strumenti per crescere bene, nel rispetto della sua complessità e delle sue potenzialità. Rimango a disposizione per ogni approfondimento o per accompagnarla nella ricerca dei giusti professionisti.
Disponibile eventualmente per un supporto genitoriale online.

Un caro saluto a lei e a suo figlio,
Dott.ssa Alessia Mariosa
Psicologa
Esperta in neurodivergenze
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Non aspetti. Il tempismo in queste situazioni fa la differenza nella qualità della vita, rispetto alle difficoltà che questa situazione potrebbe generargli, specialmente nella gestione della sfera emotiva. Gli fornisca tutti gli strumenti che possono essere di aiuto. Un caro saluto.
Dott.ssa Francesca Torelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
io credo non sia urgente una valutazione, lo fosse stato ve la avrebbe consigliato il servizio di neuropsichiatria dal quale è stato seguito. Ritengo che magari possa essere per lui utile un percorso di psicoterapia che lo potrebbe aiutare nella gestione di queste sue reazioni emotive molto forti e che lo possa anche aiutare per meglio poter affrontare anche le relazioni con i pari.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buonasera, grazie per aver così ben descritto la situazione di suo figlio (da cui traspare preoccupazione, ma anche tanto orgoglio e amore materno). La valutazione per la plusdotazione in un bambino con caratteristiche come quelle che descrive può essere molto utile, soprattutto per comprendere al meglio il suo profilo cognitivo e socio-emotivo. La “doppia eccezionalità” (2E), che indica la presenza contemporanea di talenti elevati e difficoltà (come la disprassia), richiede infatti un intervento specifico e mirato per valorizzare le sue potenzialità e gestire le sfide emotive.

Anche se il bambino è già seguito e stimolato adeguatamente, una valutazione formale consentirebbe di delineare un progetto educativo e terapeutico più preciso, che tenga conto sia dei suoi punti di forza sia delle sue difficoltà. In particolare le reazioni emotive intense che descrive non vanno assolutamente trascurante, e devono rientrare in un quadro di interventi mirati a facilitare la sua crescita e la sua educazione ( non solo mentale ma anche emotiva). Infatti è importante ( e di certo ne è già al corrente) valutare anche le sue componenti di intelligenza emotiva.

Le consiglierei di rivolgersi a un neuropsichiatra infantile o a uno psicologo specializzato in plusdotazione e neurodiversità. In Piemonte, e in particolare ad Asti, può cercare centri o professionisti esperti in disturbi del neurosviluppo e plusdotazione facendo una ricerca sul web o rivolgendosi ai servizi pubblici di neuropsichiatria. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Dott.ssa Paola Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Catania

Gentile mamma,
la sua descrizione di Riccardo è dettagliata, affettuosa e molto chiara: il suo è certamente un bambino con un funzionamento non comune, e da quanto racconta potrebbe rientrare nel profilo di plusdotazione associata a disprassia, cioè quello che viene definito “doppia eccezionalità (2E)”.

La valutazione psicodiagnostica in questi casi non è obbligatoria, ma può essere estremamente utile per vari motivi:

Comprensione globale del suo profilo: la valutazione aiuta a “fotografare” con precisione punti di forza e fragilità, sia sul piano cognitivo che emotivo-comportamentale. Questo può essere molto utile per orientare gli interventi futuri (ad esempio strategie educative, percorsi psicologici, ecc.).

Regolazione emotiva: le reazioni emotive intense che descrive (rabbia, frustrazione, momenti di crisi) non sono infrequenti nei bambini gifted, soprattutto se associati a difficoltà motorie o sociali. Comprendere meglio cosa attiva queste reazioni può aiutare a contenerle e a prevenirle.

Supporto specifico per la doppia eccezionalità (2E): bambini molto dotati ma con disturbi specifici (come la disprassia) spesso faticano a essere compresi a fondo. Una diagnosi ufficiale aiuta tutti gli adulti coinvolti – scuola, specialisti, genitori – a lavorare nella stessa direzione, rispettando tutti gli aspetti del bambino.

Strumenti personalizzati: avere una valutazione completa può aprire l’accesso a strumenti specifici, come PDP (piani didattici personalizzati), percorsi psicoeducativi, gruppi per gifted, attività extracurriculari mirate.
Per una valutazione della plusdotazione e della doppia eccezionalità, è importante che lo specialista abbia esperienza sia nei disturbi del neurosviluppo che nella plusdotazione.

Ad Asti e dintorni può rivolgersi a:
Neuropsichiatra infantile o psicologo clinico dell’età evolutiva specializzato in giftedness e disturbi associati.
Centri privati che si occupano di plusdotazione cognitiva (alcuni collaborano anche con associazioni come LabTalento dell’Università di Pavia o A.GE.D.O.C., se vuole orientarsi).
Oppure può valutare una prima consulenza online con un centro o un professionista specializzato, per ricevere indicazioni precise.
Dato il quadro che descrive, procedere con una valutazione sarebbe assolutamente consigliabile, non tanto per etichettare Riccardo, quanto per dargli gli strumenti migliori per crescere serenamente, integrando le sue straordinarie potenzialità con il supporto alle sue fragilità.

I bambini plusdotati con disprassia spesso hanno un’immensa “mente affamata” ma anche una grande sensibilità emotiva che, se non capita, può trasformarsi in disagio. E lei, da mamma molto attenta e coinvolta, ha già colto in pieno questa sfumatura.

Un caro saluto a lei e al piccolo Riccardo
Dott.ssa Carla Fortuna Borrelli
Psicologo clinico, Psicologo
Avezzano
Gentilissima, desidero precisare che la disprassia, una difficoltà nella pianificazione e coordinazione dei movimenti, è molto spesso accompagnata da un quoziente intellettivo nella norma o addirittura superiore alla media. Per questo motivo, le consiglio vivamente di procedere con una valutazione psicodiagnostica più approfondita, che possa individuare con precisione i punti di debolezza e permettere di pianificare un percorso di riabilitazione e abilitazione personalizzato.
In particolare, sarà importante valutare anche gli aspetti emotivi, poiché in alcune situazioni può verificarsi una disgregazione emotiva legata alle difficoltà motorie. Una presa di coscienza delle proprie difficoltà rappresenta un passaggio fondamentale per affrontare con maggior consapevolezza e strategie efficaci il percorso di miglioramento.

Resto a disposizione per eventuali chiarimenti e per supportarla in questa fase. Dott.ssa Borrelli
Bentrovata signora.
In casi di questo tipo, e per la mia esperienza clinica, suggerisco sicuramente un approfondimento diagnostico per verificare sospetto di neurodivergenza nello spettro autistico con plusdotazione cognitiva.
Presso l’ambulatorio di Neuropsichiatria infantile dei servizi territoriali competenti o, in alternativa, presso centri specializzati nella valutazione dello spettro.
Dott. ssa MGF
Dott.ssa Pinella Chionna
Psicologo clinico, Psicologo, Professional counselor
Mesagne
Gentile Signora,
traspare con grande chiarezza quanto Lei sia una mamma presente, attenta e profondamente coinvolta nel suo percorso di crescita. Questo è già un elemento di grande valore.
Da quanto descrive, emergono moltissimi aspetti che fanno pensare a un possibile profilo di plusdotazione cognitiva, associato a una disprassia evolutiva già diagnosticata. In ambito clinico, si parla sempre più spesso di doppia eccezionalità (2E) proprio per descrivere quei bambini che, come suo figlio, presentano contemporaneamente un talento cognitivo superiore alla media e una difficoltà sul piano neuroevolutivo.
Il fatto che a scuola venga compreso, stimolato e valorizzato è senza dubbio molto positivo, così come lo è il fatto che sia circondato da adulti capaci di riconoscere e apprezzare la sua unicità. Tuttavia, una valutazione psicodiagnostica strutturata, anche in questa fase, potrebbe offrirle strumenti ancora più precisi per comprenderlo e accompagnarlo.
Innanzitutto perché, una valutazione approfondita permette di delineare un profilo cognitivo, emotivo e relazionale più completo, che può essere molto utile per comprendere appieno sia i suoi punti di forza, sia le aree che richiedono supporto.
Inoltre, consente di anticipare e prevenire eventuali difficoltà future, soprattutto nella gestione delle emozioni o nella relazione con i pari, che già ora sembrano essere un punto un po’ delicato.
Infine, può essere uno strumento importante per aiutare anche suo figlio, nel tempo, a dare un senso a quello che prova, a conoscersi meglio e a costruire un’immagine di sé il più possibile serena ed equilibrata.
Riguardo alle sue reazioni emotive intense (la rabbia, la frustrazione, la tristezza che descrive) sappia che sono piuttosto frequenti nei bambini ad alto potenziale. Spesso vivono le emozioni con una profondità e intensità maggiore rispetto ai coetanei, il che può portarli a momenti di forte disagio o difficoltà nel regolare ciò che sentono.
Credo quindi che una valutazione possa essere utile, non necessariamente per "etichettare", ma per conoscere meglio suo figlio e fornirgli (e fornirvi) strumenti su misura per accompagnarlo in modo consapevole, anche nel futuro.
Per quanto riguarda a chi rivolgersi: l’ideale sarebbe un’équipe multidisciplinare (psicologo, neuropsichiatra, eventualmente logopedista o neuropsicomotricista) con esperienza nella valutazione della plusdotazione e della doppia eccezionalità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Psicologa
Dott.ssa Fabiana Vitale
Psicologo, Neuropsicologo
Cesena
Salve, la situazione che descrive per Riccardo è molto interessante e, data la sua descrizione e le sue preoccupazioni, ritengo che procedere con una valutazione neuropsicologica che vada ad indagare tutte le funzioni cognitive sia fondamentale. Anche se a scuola è ben seguito, una diagnosi formale può sbloccare un livello di supporto più profondo e specializzato, sia a livello educativo che emotivo, che vi darà gli strumenti necessari per comprendere meglio Riccardo nella sua complessità e per aiutarlo a sviluppare al massimo il suo potenziale, gestendo anche le sue difficoltà emotive. Per la valutazione può rivolgersi alla Neuropsichiatria infantile ad Asti o a Psicologi di età evolutiva, Neuropsicologi infantili, oppure centri privati specializzati in disturbi del neurosviluppo.
Dott.ssa Anna Vinci
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile mamma,
il processo di valutazione generalmente viene svolto all'interno delle Ausl di competenza. Può parlarne con il pediatra e sarà lui a indirizzarla al servizo Ausl più idoneo. Inoltre, potrà eventualmente indirizzarla a contattare un professionista privato ( psicologo o neuropsicologo o neuropsichiatra infantile), preferibilmente formato nella valutazione e diagnosi delle neurodivergenze. La valutazione ha con sè il possibile vantaggio di poter inserire il bimbo in percorsi mirati alla gestione delle emozioni ed alla comprensione e accettazione di sé, oltre che fornire ai genitori strumenti più efficaci nella gestione delle situazioni emotivamente forti. Resta chiaro che la scelta di procedere in tale direzione è molto personale. Tuttavia, ci si può fare aiutare chiedendo una consulenza psicologica per esplorare tale bisogno ed eventualmente per un supporto alla genitorialità rispetto alle situazioni da lei descritte.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Anna Vinci
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile mamma,è evidente quanto amore, attenzione e rispetto ci siano nel suo modo di osservare e sostenere suo figlio, e questo è già un grande punto di forza.
Dalle sue parole emerge con chiarezza il profilo di un bambino con potenziale cognitivo molto elevato, unito a una disprassia che può rendere più complessa l’organizzazione motoria, l’autonomia e in parte anche la gestione emotiva. La logopedista ha giustamente parlato di doppia eccezionalità (2E): si tratta di bambini che presentano plusdotazione insieme a una difficoltà specifica (in questo caso disprassia), e che per questo possono essere fraintesi o sottovalutati in alcuni ambiti se non adeguatamente riconosciuti.

Anche se la scuola ha colto e valorizza il potenziale di suo figlio, una valutazione ufficiale aiuterebbe a mettere nero su bianco il suo profilo cognitivo e neuropsicologico, fornendo strumenti specifici per accompagnarlo nel modo migliore.
Potrebbe aiutare a prevenire l’isolamento sociale o il senso di frustrazione che spesso vivono i bambini plusdotati, soprattutto quando si sentono diversi o poco compresi dai coetanei.
Le reazioni emotive intense che descrive (rabbia, esplosioni, morsi) non sono rare nei bambini ad alto potenziale, che spesso vivono le emozioni con una profondità e un’intensità amplificata rispetto alla media. Ma proprio per questo è importante lavorarci precocemente, per aiutarlo a dare un nome e una forma alle sue emozioni, e non rischiare che il suo talento venga schiacciato da una sofferenza interna non riconosciuta.

Per una valutazione completa del profilo cognitivo ed emotivo, è consigliabile rivolgersi a un’équipe composta da:
Neuropsichiatra infantile
Psicologo psicodiagnosta esperto in plusdotazione e doppia eccezionalità
Eventualmente, anche una psicomotricista e/o un logopedista, se si vogliono aggiornare gli aspetti funzionali e linguistici.

Nella zona di Asti, può informarsi presso:
Il servizio di neuropsichiatria infantile della ASL locale, chiedendo una valutazione per potenziale plusdotazione e regolazione emotiva.
Oppure può rivolgersi a centri privati specializzati in giftedness e doppia eccezionalità (alcuni a Torino, come Centro Divenire, Centro Psiché, o Fondazione Aspi), che fanno valutazioni approfondite e seguono anche bambini con profili complessi.

In sintesi, per rispondere alla sua domanda, una valutazione è consigliabile ora, non per “etichettare” ma per conoscere meglio chi è davvero suo figlio e come aiutarlo a esprimere tutto il suo potenziale, senza che questo venga intralciato dalle sue fatiche o da vissuti emotivi troppo intensi.
È meraviglioso che lei sia già così attenta a tutto questo. Con il giusto supporto, suo figlio potrà non solo eccellere sul piano cognitivo, ma anche costruirsi una base emotiva solida e relazioni significative. Se ha bisogno, posso aiutarla a trovare centri specifici in Piemonte.

Un caro saluto.
Dott.ssa A.Mustatea
Dott.ssa Sara Colnaghi
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Milano
Buongiorno, procedere con una valutazione per la plusdotazione è decisamente consigliabile. Anche se si tratta di una caratteristica positiva (buona memoria, ottimo potenziale, molta curiosità, velocità di apprendimento, etc.), può comportare anche aspetti più negativi o di fatica. Il bambino potrebbe sentirsi diverso dai compagni, sperimentare facilmente la noia e avere necessità di continui stimoli. Ci possono essere anche difficoltà relazionali e da un punto di vista emotivo sono frequenti ipersensibilità e irritabilità. La valutazione passa anche attraverso la valutazione del quoziente intellettivo. Ci sono molti centri specializzati, può vedere se trova qualcosa nella sua zona o rivolgersi a psicologi specializzati nell'età evolutiva. Per avere maggiori indicazioni rispetto la sua zona potrebbe confrontarsi con il pediatra di fiducia. La valutazione chiaramente non sarà fine a se stessa, ma servirà per ottenere tutto il sostegno necessario - per vostro figlio ma anche per voi genitori. Un caro saluto, dott.ssa Sara Colnaghi - psicologa clinica.
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Gentile signora,
grazie per aver condiviso con tanta cura la storia di suo figlio, che trasmette chiaramente quanto sia un bambino straordinario, curioso e appassionato, con un grande amore per il sapere.
Rispetto alla valutazione per plusdotazione, sebbene sia evidente che viene già trattato con attenzione e rispetto, una valutazione psicodiagnostica mirata potrebbe essere utile per diversi motivi:
- Fornire un quadro chiaro dei suoi punti di forza e delle sue aree di fragilità.
- Supportare la scuola nell’adattamento didattico, anche in vista dei prossimi cicli scolastici.
- Comprendere meglio le sue reazioni emotive intense, che possono essere comuni nei bambini ad alto potenziale ma richiedono attenzione per aiutarlo a gestirle senza sentirsi sopraffatto.
La logopedista ha parlato giustamente di doppia eccezionalità (2E), ossia la coesistenza di plusdotazione e difficoltà (in questo caso la disprassia), ed è un tema importante da monitorare per garantire che il suo potenziale sia valorizzato senza trascurare le sue fatiche emotive.
Può rivolgersi a un neuropsichiatra infantile, a uno psicologo con competenza nella valutazione di plusdotazione e 2E, oppure a centri specializzati in psicodiagnosi dell’età evolutiva. Ad Asti può iniziare contattando il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASL o cercare uno psicologo privato esperto in plusdotazione.
Dott.ssa Luciana Bastianini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,

Dalle sue parole emerge chiaramente quanto suo figlio sia un bambino dotato di un’intelligenza sopra la media, curiosità profonda e una ricchezza interiore che colpisce chiunque entri in contatto con lui.

Il quadro che descrive è effettivamente compatibile con quella che in ambito clinico viene chiamata "doppia eccezionalità" (2E): bambini che presentano contemporaneamente plusdotazione (o alto potenziale cognitivo) e una difficoltà nello sviluppo, come in questo caso la disprassia. Questo può rendere la loro traiettoria evolutiva particolarmente complessa, ma anche incredibilmente ricca, se ben compresa e accompagnata.

Sebbene Riccardo sembri già inserito in un contesto scolastico attento e stimolante, una valutazione psicodiagnostica approfondita potrebbe essere molto utile per diversi motivi:

Per conoscerlo meglio, con strumenti oggettivi, e capire a fondo il suo profilo cognitivo, emotivo e comportamentale (punti di forza, aree di vulnerabilità, stile di apprendimento).

Per avere indicazioni mirate su come accompagnarlo nella crescita, sia a scuola che a casa, specialmente in riferimento alla gestione delle emozioni intense e dei momenti di frustrazione, che sono spesso presenti nei bambini 2E.

Per facilitare l’accesso a strategie educative o supporti specifici, se e quando necessari, anche in un’ottica preventiva.

Per aiutare lui stesso, crescendo, a conoscersi meglio, comprendendo le sue caratteristiche come parte integrante di chi è, e non come "stranezze" da cui sentirsi diverso o isolato.

Le emozioni molto forti che descrive (rabbia, frustrazione, tristezza profonda) sono frequenti nei bambini ad alto potenziale, in particolare se coesistono difficoltà motorie o relazionali. Questo non significa che ci sia necessariamente un problema emotivo o comportamentale grave, ma piuttosto che il suo mondo interno è molto intenso e merita spazio e strumenti per essere regolato e compreso. Per effettuare una valutazione, può rivolgersi al Servizio di Neuropsichiatria Infantile della ASL, competente per l’età evolutiva (0–18 anni). Questo servizio è accessibile tramite impegnativa del pediatra ed è il primo riferimento pubblico per l’approfondimento diagnostico e il monitoraggio dello sviluppo neuropsicologico.

In alternativa, è possibile rivolgersi a centri privati specializzati nella valutazione dell’alto potenziale e della doppia eccezionalità. In questi contesti, la valutazione può includere test cognitivi standardizzati, osservazioni cliniche, colloqui con i genitori e approfondimenti sull’aspetto emotivo-relazionale.

Cordialmente,
Dott.ssa Luciana Bastianini
Dott.ssa Cristiana Francesia
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, io non sono in grado, in questa sede, di indicarle una struttura specifica cui rivolgersi nella sua zona, ma le alternative possibili sono o la UONPIA di zona (UO di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza) o un centro privato di Neuropsichiatria dell'età evolutiva. Nel primo caso serve l'impegnativa del Medico Pediatra.
Riguardo al dubbio se procedere o meno alla valutazione le consiglio caldamente di farlo senza indugiare oltre. E' importante comprendere esattamente le modalità di funzionamento per poi mettere in atto tutte le strategie (anche didattiche) e i comportamenti adeguati a favorire il corretto sviluppo delle potenzialità di Suo figlio. Non sono sufficienti la professionalità e il buon senso degli insegnanti. Gli episodi di difficoltà a gestire le emozioni sono normalissimi in età pediatrica ma è probabile siano esacerbati da un'elevata sensibilità ed è fondamentale dare a Suo figlio la possibilità di sperimentare le strategie migliori per evitare scompensi.
Buon pomeriggio,
certo! Riccardo mostra segni chiari di plusdotazione e di doppia eccezionalità (alto potenziale + disprassia). Una valutazione ufficiale è consigliata, anche per aiutare la scuola a offrirgli un percorso personalizzato e per gestire meglio le sue intense emozioni.

Le reazioni emotive forti sono comuni in questi casi e possono richiedere supporto psicologico.

Le suggerisco di rivolgersi quanto prima a un neuropsichiatra infantile o a un centro specializzato della ASL di Asti per una valutazione completa.

Così potrà avere un quadro chiaro e il sostegno adeguato per Riccardo.

Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in studio a Palermo
Dott.ssa Alice Vetro
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno signora, la valutazione per la plusdotazione intellettiva non è invasiva, anzi potrebbe rivelarsi un’esperienza stimolante per suo figlio. Conoscere nel dettaglio il suo profilo cognitivo e le sue aree di forza consentirebbe di personalizzare maggiormente la didattica e di offrirgli sollecitazioni adeguate al suo potenziale. Considerata l’intensità emotiva che descrive, potrebbe essere utile affiancare anche una valutazione del funzionamento emotivo e relazionale. I bambini con plusdotazione associata a una difficoltà come la disprassia possono presentare una profonda sensibilità e una grande attivazione emotiva. Comprendere meglio come gestisce emozioni come rabbia, frustrazione o tristezza è fondamentale per sostenerlo nel suo percorso di crescita, anche al di fuori del contesto scolastico. Una valutazione completa (cognitiva, emotiva ed eventualmente anche neuropsicomotoria) non ha l’obiettivo di etichettare, ma piuttosto di valorizzare il suo profilo unico e fornire indicazioni concrete per accompagnarlo nel modo più efficace possibile nella sua crescita in tutte le aree che lo riguardano (casa, scuola, rapporto con i pari..). Se desidera procedere con la valutazione può rivolgersi sia nel privato a professionisti specializzati, sia nel pubblico ai Servizi di Neuropsichiatria Infantile del territorio, che offrono percorsi valutativi multidisciplinari.
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La sua percezione di disagio è completamente valida. L'amica di sua sorella sta utilizzando un linguaggio che, pur mascherato da battuta o domanda innocente, mira a svalutare aspetti sensibili della sua vita, come il percorso accademico o le capacità domestiche. Questi commenti la pongono in una posizione di inferiorità, amplificando il senso di blocco che prova, specialmente sentendosi intimidita dalla sua età e dal suo titolo di studio.
​La sua reazione, il non rispondere e il sentirsi bloccata, è tipica quando si subiscono critiche passive-aggressive da figure percepite come autorevoli. L'azione degli altri che la definiscono "esagerata" non fa che peggiorare la situazione, facendole dubitare della legittimità delle sue emozioni.
​Il mio consiglio è di affrontare questi commenti con risposte estremamente brevi, neutre e definitive, che non lascino spazio a ulteriori approfondimenti o giustificazioni. Ad esempio, a domande invadenti potrebbe rispondere con un semplice e distaccato "Sì, grazie" oppure "Non c’è problema". Questo stabilisce un confine chiaro: non deve giustificare le sue scelte o le sue azioni a questa persona. Lavorare su risposte che mantengano la sua dignità e che non alimentino il gioco di chi la critica è il modo più efficace per proteggere la sua autostima.

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