Cari dottori da un po’ di tempo mi sento un po’ confuso , ho vissuto sempre la mia vita serenamente
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Cari dottori da un po’ di tempo mi sento un po’ confuso , ho vissuto sempre la mia vita serenamente e in equilibrio con me stesso e con gli altri , ho sempre cercato di affrontare tutto con molta calma cerco sempre nel mio piccolo di porgere l altra guancia agli altri , da un po’ di tempo vedendo varie cose sulla rete mi sono imbattuto in un coach filosofico dove parlava molto della filosofia orientale e di come noi occidentali viviamo male rispetto al orientali , di come noi occidentali siamo più superficiali rispetto a loro di come per esempio abbiamo più consapevolezza di come funziona il nostro cellulare ma non della nostra essenza del nostro vero sé , di come queste cose siano fondamentali per vivere una vita sensata , tutto ciò mi ha destabilizzato un po’ perché sempre che nulla abbia più valore anche la psicologia che tanto mi ha dato sempre spunti pratici per vivere la mia vita , adesso difronte a questi argomenti come l anima e tutto ciò che circonda la spiritualità sempre che tutto il resto abbia poco senso, come anche sosteneva osho che c’è l aveva a morte con la psicologia , gentili dottori mi farebbe molto piacere un vostro chiarimento un vostro spunto perché adesso tutto ciò che ho fatto è che faccio che comunque mi donano serenità e equilibrio mi sembrano senza valore tanto che stavo pensando di intraprendere un percorso spirituale anche se non molto sentito ma solamente perché queste figure maestri spirituali guru counseling filosofico sembrano più elevati rispetto a chi non tratta e conosce questi temi come me grazie per un vostro chiarimento
Stai vivendo un momento di confusione dopo esserti confrontato con idee spirituali orientali che sembrano mettere in discussione ciò che ti ha sempre dato equilibrio, come la psicologia. Questo è normale: incontrare nuovi sistemi di pensiero può destabilizzare, ma è anche segno di crescita.
La **psicologia umanistico-esistenziale** e la **spiritualità orientale** non sono in conflitto, ma offrono prospettive diverse e complementari. La psicologia si occupa della persona nella sua esperienza concreta; la spiritualità parla della trascendenza e del “vero sé”. Non serve scegliere: si possono **integrare**.
Attenzione a non intraprendere un percorso spirituale solo per “essere più evoluto” o perché altri lo sembrano. La spiritualità autentica nasce da un bisogno interiore vero, non dal confronto o dalla paura di non essere abbastanza.
Il tuo cammino — fatto di equilibrio, calma e rispetto — ha **grande valore**. Non è inferiore, e non devi rinnegarlo.
In sintesi:
* La tua confusione è un segno di trasformazione, non di errore.
* Psicologia e spiritualità possono integrarsi, non escludersi.
* Non seguire un cammino spirituale solo per sentirti “più elevato”.
* Ciò che hai costruito finora ha valore e non va abbandonato.
* Segui ciò che senti autentico, non ciò che “sembra superiore”.
Se vuoi, posso darti anche strumenti o letture per integrare i due percorsi.
La **psicologia umanistico-esistenziale** e la **spiritualità orientale** non sono in conflitto, ma offrono prospettive diverse e complementari. La psicologia si occupa della persona nella sua esperienza concreta; la spiritualità parla della trascendenza e del “vero sé”. Non serve scegliere: si possono **integrare**.
Attenzione a non intraprendere un percorso spirituale solo per “essere più evoluto” o perché altri lo sembrano. La spiritualità autentica nasce da un bisogno interiore vero, non dal confronto o dalla paura di non essere abbastanza.
Il tuo cammino — fatto di equilibrio, calma e rispetto — ha **grande valore**. Non è inferiore, e non devi rinnegarlo.
In sintesi:
* La tua confusione è un segno di trasformazione, non di errore.
* Psicologia e spiritualità possono integrarsi, non escludersi.
* Non seguire un cammino spirituale solo per sentirti “più elevato”.
* Ciò che hai costruito finora ha valore e non va abbandonato.
* Segui ciò che senti autentico, non ciò che “sembra superiore”.
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Capisco bene la tua confusione. Quando ci si imbatte in discorsi filosofici o spirituali molto radicali, è normale sentirsi destabilizzati, perché mettono in dubbio il valore di ciò che hai costruito fino ad oggi.
Quello che hai trovato in rete è una prospettiva, non “la verità assoluta”. Alcune tradizioni orientali o alcuni maestri come Osho hanno una visione forte: dicono che senza percorsi spirituali la vita sia superficiale o priva di senso. Ma non significa che la tua vita, i tuoi gesti e il tuo modo di stare al mondo siano “vuoti” o privi di valore.
La psicologia, al contrario, lavora proprio su questo: darti strumenti concreti per vivere meglio con te stesso e con gli altri. Se finora ti ha aiutato a stare sereno, a mantenere equilibrio, ad affrontare con calma le difficoltà, allora ha già un senso. Il fatto che oggi qualcuno ti faccia credere che “vale poco” rispetto a un percorso spirituale non cancella ciò che ti ha fatto bene.
C’è un punto importante: la spiritualità può essere una strada preziosa, ma ha valore se nasce da un tuo sentire autentico, non dalla paura di non essere “abbastanza” o dall’idea che chi non la segue sia inferiore. Se oggi non senti davvero questa chiamata, non c’è motivo di forzarti: non c’è un “livello superiore” che sei obbligato a raggiungere per dare senso alla tua vita.
La tua serenità, il tuo equilibrio, il tuo modo di porgere l’altra guancia e di vivere con rispetto sono già una forma alta di spiritualità quotidiana, anche se non la chiami così.
In sintesi: la psicologia non perde valore perché un guru la critica; i tuoi gesti non perdono significato perché qualcuno dice che senza “distruggere l’ego” non valgono nulla. Se un giorno vorrai esplorare percorsi spirituali, fallo perché li senti vicini a te, non perché ti sembra che siano “più elevati” di ciò che ti fa già stare bene.
Dott.ssa De Pretto
Quello che hai trovato in rete è una prospettiva, non “la verità assoluta”. Alcune tradizioni orientali o alcuni maestri come Osho hanno una visione forte: dicono che senza percorsi spirituali la vita sia superficiale o priva di senso. Ma non significa che la tua vita, i tuoi gesti e il tuo modo di stare al mondo siano “vuoti” o privi di valore.
La psicologia, al contrario, lavora proprio su questo: darti strumenti concreti per vivere meglio con te stesso e con gli altri. Se finora ti ha aiutato a stare sereno, a mantenere equilibrio, ad affrontare con calma le difficoltà, allora ha già un senso. Il fatto che oggi qualcuno ti faccia credere che “vale poco” rispetto a un percorso spirituale non cancella ciò che ti ha fatto bene.
C’è un punto importante: la spiritualità può essere una strada preziosa, ma ha valore se nasce da un tuo sentire autentico, non dalla paura di non essere “abbastanza” o dall’idea che chi non la segue sia inferiore. Se oggi non senti davvero questa chiamata, non c’è motivo di forzarti: non c’è un “livello superiore” che sei obbligato a raggiungere per dare senso alla tua vita.
La tua serenità, il tuo equilibrio, il tuo modo di porgere l’altra guancia e di vivere con rispetto sono già una forma alta di spiritualità quotidiana, anche se non la chiami così.
In sintesi: la psicologia non perde valore perché un guru la critica; i tuoi gesti non perdono significato perché qualcuno dice che senza “distruggere l’ego” non valgono nulla. Se un giorno vorrai esplorare percorsi spirituali, fallo perché li senti vicini a te, non perché ti sembra che siano “più elevati” di ciò che ti fa già stare bene.
Dott.ssa De Pretto
Carissimo utente, è molto interessante il quesito che lei pone e credo che possa offrire diversi spunti. Premesso che la Psicologia offre un lavoro rivolto al se che implica, in base al livello con cui viene affrontato, un processo di crescita per promuovere il cambiamento personale, aiuta le persone a riconoscere e a modificare modelli di comportamento all'origine di molte sofferenze. Incoraggia, inoltre, l'autodeterminazione, ossia il modo di pensare, decidere e costruire il proprio destino. Questo di conseguenza aiuta a comprendere le dinamiche relazionali e le può migliorare, offrendo gli strumenti per una comunicazione efficace e tanto altro ancora. L'approccio psicoterapeutico viene utilizzato per trattare ansia, depressione, disturbi di personalità, problemi relazionali e così via. L'esigenza della spiritualità deriva dal bisogno umano innato di dare significato alla vita, di trovare un senso piu profondo e di connettersi a qualcosa che trascende l'esperienza quotidiana e la realtà materiale. Questa esigenza si manifesta come una ricerca dell'essenziale che spinge le persone ad esplorare il proprio mondo interiore, cercare risposte a domande fondamentali dell'esistenza e a coltivare una connessione con se stessi e il mondo circostante. Può esprimersi attraverso diverse pratiche spirituali molto comuni anche nel mondo occidentale, come la meditazione, la preghiera, l'introspezione e la ricerca di un senso sacro, ma anche attraverso l'impegno etico e la cura degli altri. La ricerca del benessere personale, crescere e avere maggiore consapevolezza non credo che vada in contrasto col trovare nella spiritualità un senso di pace, e viceversa. La psicologia è una scienza e la spiritualità la ricerca di significato ed hanno come focus l'umanità, l'essere persona che possono intersecarsi e andare a braccetto senza escludersi ma anzi aumentando il senso di autostima e la resilienza di fronte agli eventi della vita. Spero di esserle stata utile. Un caro saluto
Caro paziente, la sua è una storia diffusa: cercare un guru, un maestro, fare il seguace.
Molto più difficile, invece, perchè richiede coraggio, è il vivere senza padroni, anzi il rendersi padroni di sè, senza più bisogno di qualcuno da seguire, un padre sostitutivo da imitare, adorare, onorare.
L'equilibrio è un esercizio spirituale, ma non richiede conversioni, se non forse all'amore di sè.
La vita sensata di cui parla, e i famosi concetti di anima, sono belle idee, ma richiedono lavoro per essere vissute appieno, così come richiede studio una dissertazione filosofica.
Lei a cosa è interessato, esattamente? La teoria o la pratica?
Un caro saluto
Molto più difficile, invece, perchè richiede coraggio, è il vivere senza padroni, anzi il rendersi padroni di sè, senza più bisogno di qualcuno da seguire, un padre sostitutivo da imitare, adorare, onorare.
L'equilibrio è un esercizio spirituale, ma non richiede conversioni, se non forse all'amore di sè.
La vita sensata di cui parla, e i famosi concetti di anima, sono belle idee, ma richiedono lavoro per essere vissute appieno, così come richiede studio una dissertazione filosofica.
Lei a cosa è interessato, esattamente? La teoria o la pratica?
Un caro saluto
Capisco la tua confusione: è normale che, incontrando nuove prospettive come quelle filosofiche e spirituali, ciò che prima sembrava solido appaia improvvisamente meno significativo. Non significa che quello che hai costruito non abbia valore, ma che stai attraversando una fase di ricerca più ampia. Proprio questi momenti di disorientamento possono diventare un’occasione preziosa in psicoterapia: uno spazio sicuro in cui esplorare dubbi, integrare psicologia e spiritualità e ritrovare un senso personale autentico, senza dover rinunciare a ciò che finora ti ha dato equilibrio.
A disposizione
Mariella Bellotto
A disposizione
Mariella Bellotto
Per strane circostanze della vita, a circa 17 anni conobbi un famoso maestro orientale. Da sempre pratico Yoga e Meditazione, sia Indiana che Tibetana. Da ragazzo, oltre a laurearmi in giurisprudenza, studiai anche tibetano e mongolo come uditore all’università. Siccome mi ponevo il tuo stesso problema, decisi — oltre che a lavorare nel mondo ordinario — anche di laurearmi in psicologia e diventare psicoterapeuta.
Ho quindi vissuto l’uno e l’altro mondo, con un’esperienza che considero molto profonda. La vita è complessa e assolutamente diversa per ogni persona: santi e peccatori esistono dappertutto. La conoscenza di sé non nasce solo in Oriente o solo in Occidente: è universale. Al presente possiamo dire che la ricerca del Sé non è appannaggio di qualcuno, ma appartiene all’essere umano in quanto tale: basta cercarla.
L’incontro con la filosofia orientale e la spiritualità può destabilizzare, ma in realtà ci ricorda che la vita è trasformazione. L’idea di un “prima” stabile e tranquillo e di un “oggi” destabilizzato è solo la presa d’atto della natura stessa della vita ordinaria. Crescere significa attraversare continue alternanze di crisi di senso e momenti di stabilità.
Cosa sono questi continui cambiamenti di pensieri, stati emotivi e circostanze di vita? Semplicemente: la vita. La psicologia — pur con le sue eccezioni più recenti — si pone come cura delle patologie, e quindi lavora sulla mente. Le altre scuole, da Platone a Plotino, da Patañjali a Padmasambhava e al Buddha, hanno invece cercato di andare oltre la salute per scendere fino alle radici dell’Essere. È un percorso diverso, parallelo: la psicologia può costituire una base utile, ma la ricerca del Sé si muove con strumenti differenti, e non tutti i pazienti psicologici sono interessati a seguirla.
Ho quindi vissuto l’uno e l’altro mondo, con un’esperienza che considero molto profonda. La vita è complessa e assolutamente diversa per ogni persona: santi e peccatori esistono dappertutto. La conoscenza di sé non nasce solo in Oriente o solo in Occidente: è universale. Al presente possiamo dire che la ricerca del Sé non è appannaggio di qualcuno, ma appartiene all’essere umano in quanto tale: basta cercarla.
L’incontro con la filosofia orientale e la spiritualità può destabilizzare, ma in realtà ci ricorda che la vita è trasformazione. L’idea di un “prima” stabile e tranquillo e di un “oggi” destabilizzato è solo la presa d’atto della natura stessa della vita ordinaria. Crescere significa attraversare continue alternanze di crisi di senso e momenti di stabilità.
Cosa sono questi continui cambiamenti di pensieri, stati emotivi e circostanze di vita? Semplicemente: la vita. La psicologia — pur con le sue eccezioni più recenti — si pone come cura delle patologie, e quindi lavora sulla mente. Le altre scuole, da Platone a Plotino, da Patañjali a Padmasambhava e al Buddha, hanno invece cercato di andare oltre la salute per scendere fino alle radici dell’Essere. È un percorso diverso, parallelo: la psicologia può costituire una base utile, ma la ricerca del Sé si muove con strumenti differenti, e non tutti i pazienti psicologici sono interessati a seguirla.
Buongiorno, capisco bene quanto questo cambiamento di prospettiva possa averla destabilizzato; è normale sentirsi confusi quando nuove idee mettono in discussione le convinzioni che fino a ieri le hanno dato sicurezza e senso. Mi permetta di dirle che la reazione che descrive (il dubbio su ciò che prima le dava serenità, l’attrazione verso figure che appaiono più “elevate”, il timore che tutto il resto perda valore) è una risposta umana e comprensibile in presenza di messaggi forti e suggestivi arrivati dall’esterno. Dal punto di vista cognitivo comportamentale, il primo passo utile è osservare con gentilezza i pensieri e i sentimenti che queste informazioni hanno attivato, senza identificarvisi completamente. Quando legge o ascolta un coach filosofico che contrappone l’Occidente all’Oriente, oppure un maestro che svaluta la psicologia, è facile cadere in un pensiero tutto o niente: o la mia vita e le mie pratiche hanno pieno valore, o sono del tutto inutili. Questo tipo di polarizzazione cognitiva può generare angoscia e smarrimento. Un approccio pratico è cominciare a mettere a fuoco le prove concrete: cosa nella sua vita le ha davvero portato benessere, quali azioni quotidiane le danno equilibrio, quali relazioni la sostengono. Chiedersi con curiosità e non con giudizio se quei benefici erano reali o illusori può ridurre il potere di un’ideologia che sembra totalizzante. Sarebbe utile anche esplorare la tendenza al confronto e all’idealizzazione delle figure spirituali. Sul web molte persone mostrano solo i lati migliori, e nella nostra mente questo può trasformarsi rapidamente in una narrativa per cui “chi parla di spiritualità è superiore”. In terapia cognitivo comportamentale si lavora proprio a mettere alla prova queste generalizzazioni: quali sono i criteri per stabilire il valore di una persona o di una pratica? Le sensazioni di chiarezza e senso che molte pratiche spirituali promettono possono essere autentiche, ma non è detto che siano l’unica via né che lo siano per tutti. Può essere utile considerare l’idea che esistano molte strade per trovare senso e integrazione, e che sia possibile integrare elementi di tradizioni diverse senza dover rifiutare ciò che già funziona per lei. Dal punto di vista comportamentale, le suggerisco di non abbandonare subito le attività e le abitudini che la sostengono solo perché si sente attratto da nuovi insegnamenti. Mantenga quelle pratiche che producono effetti concreti sulla sua quotidianità e dedichi invece un tempo limitato e strutturato all’esplorazione di queste nuove idee. Un piccolo esperimento potrebbe essere: provare per due settimane ad ascoltare o leggere materiale sul tema spirituale per 20-30 minuti al giorno, annotando poi come si sente dopo ogni incontro. Questo le dà dati personali su cui riflettere e la aiuta a distinguere tra entusiasmo intellettuale e cambiamento che modifica realmente il suo benessere. È importante lavorare sui pensieri che le dicono che la psicologia è inutile o che tutto ciò che ha fatto finora non conta. Con domande socratiche può verificare la validità di queste affermazioni: quali evidenze supportano che la psicologia sia priva di valore? Quali evidenze la contraddicono? È probabile che scopra che esistono esperienze personali e risultati concreti legati alla psicologia, anche se essa non risponde a tutte le domande esistenziali. In terapia cognitivo comportamentale si presta attenzione anche ai meta-pensieri, cioè ai pensieri su come si pensa. Ad esempio la convinzione “se non trovo subito una risposta spirituale allora nulla ha valore” può generare ansia e precipitazione. Lavorare per ridurre l’urgenza e aumentare la tolleranza all’incertezza spesso aiuta a fare scelte più coerenti con i propri valori. Parlando di valori, un esercizio utile è chiarire cosa davvero conta per lei in questo momento di vita: connessione con gli altri, onestà intellettuale, equilibrio emotivo, crescita personale, pratica spirituale, servizio agli altri, o altro. Una volta chiariti i valori, le decisioni diventano meno dipendenti dalle mode intellettuali e più ancorate a ciò che la fa sentire realizzato. Potrà così decidere di esplorare certe pratiche spirituali perché sono coerenti con i suoi valori e non semplicemente perché sembrano conferire uno status o una superiorità morale. Se sente che l’attrazione verso figure che sembrano maestri è spinta da una certa insicurezza o dal desiderio di sentirsi “più” rispetto agli altri, è utile indagare anche questo livello: cosa rappresenterebbe per lei essere “più” o “elevato”? Spesso dietro l’ammirazione per guru o per ideologie totali c’è il bisogno umano di sicurezza, appartenenza e guida. Affrontare questi bisogni in modo diretto, attraverso relazioni significative, pratiche quotidiane e piccoli obiettivi raggiungibili, può ridurre la sensazione di vuoto e la tendenza a cercare soluzioni estreme. Dal punto di vista pratico, le propongo di alternare momenti di pratica riflessiva a momenti di azione concreta. La riflessione critica e la lettura possono arricchirla, così come pratiche semplici di attenzione e presenza possono aiutarla a verificare direttamente gli effetti sul suo stato emotivo. Anche limitare l’esposizione ai contenuti che la destabilizzano in modo ripetuto può essere una scelta sana: il web amplifica le emozioni, e una dieta informativa più selettiva le permetterà di esplorare con maggiore chiarezza. Infine, è possibile integrare aspetti della spiritualità con gli strumenti della psicologia. Molte pratiche meditative o filosofiche orientali sono compatibili con interventi cognitivo comportamentali: mindfulness, accettazione della sofferenza, attenzione ai valori e alla presenza nel qui e ora sono esempi di punti di incontro. Non si tratta di scegliere tra psicologia o spiritualità in termini esclusivi, ma di vedere cosa di utile ciascuna prospettiva offre alla sua vita concreta. Le emozioni che sta vivendo non sono un segnale di fallimento ma un’opportunità per esplorare con onestà cosa davvero vuole alimentare nella sua vita. Prenda tempo per osservare, sperimentare con piccoli passi, coltivare ciò che le dà serenità e valutare le nuove idee alla luce delle sue esperienze personali. Se desidera, in un percorso di terapia si può lavorare su questi temi in modo strutturato, con strumenti per valutare le convinzioni, sperimentare nuovi comportamenti e integrare ciò che trova significativo, mantenendo al contempo ciò che già funziona. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve. Leista ponendo una domanda che porterebbe ad una scelta tra spiritualità e approccio psicologico. Sono visioni della realtà differenti, certamente la prima presuppone che lei segua una fede. Non c'è scientificità in questo. L'una non esclude l'altra può essere credente e al tempo stesso svolgere un percorso di psicoterapia. La psicoterapia non influenza per motivi etici la sua cultura ne tantomeno la sua fede.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Capisco bene la sua confusione, quando si incontrano idee nuove e potenti, come quelle della filosofia orientale o di certi maestri spirituali, è normale sentirsi destabilizzati e mettere in dubbio ciò che finora ha dato equilibrio. Non è però necessario scegliere: psicologia e spiritualità non sono in contrasto, anzi possono integrarsi. La prima offre strumenti pratici per vivere meglio le emozioni e le relazioni, la seconda può ampliare il senso e la connessione con sé stessi.
Il punto è evitare approcci dogmatici o figure che promettono verità assolute svalutando tutto il resto. Può esplorare con calma e curiosità, senza rinunciare a ciò che già funziona per lei, piccoli esperimenti, meditazione, letture che uniscono psicologia e filosofia. Così non perde le basi solide che ha costruito, ma apre lo sguardo a nuove possibilità.
Un caro saluto
Il punto è evitare approcci dogmatici o figure che promettono verità assolute svalutando tutto il resto. Può esplorare con calma e curiosità, senza rinunciare a ciò che già funziona per lei, piccoli esperimenti, meditazione, letture che uniscono psicologia e filosofia. Così non perde le basi solide che ha costruito, ma apre lo sguardo a nuove possibilità.
Un caro saluto
Buongiorno, mi sembra di capire dalle sue parole che vorrebbe approfondire dei temi che riguardano la spiritualità e la profondità della sua persona. Questo può farlo sicuramente comprando libri e partecipando a seminari che riguardano la spiritualità all'interno di quella che è la corrente new-age. Se invece fosse interessato a capire come si muove nel mondo, quali sono le sue emozioni e i suoi stati d'animo rispetto a relazioni ed eventi, allora sta cercando uno spazio per sè e per la possibilità che sia più competente e consapevole della propria identità. E' molto complesso ragionare in termini di "elevatezza" citando le sue parole, non c'è una strada maestra ma strade diverse, con obiettivi e percorsi diversi. Sta a lei e solo a lei scegliere per sè cosa ritiene più giusto. Buon proseguimento
Buongiorno, ti ringrazio per aver condiviso ancora una volta le tue riflessioni. Come ho già scritto nelle precedenti occasioni, i temi che porti sono importanti e profondi, ma proprio per questo non possono essere esauriti in uno scambio scritto che tu torni a riproporre. Credo che per te sarebbe molto più utile approfondirli in un percorso personale strutturato, con l’aiuto di un professionista dove poter dare continuità e senso al lavoro interiore che desideri fare. Ti invito quindi a considerare questa possibilità, perché è lì che troverai risposte realmente trasformative. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Salve, andrei diritto al punto affermando che Osho, che intellettualmente stimo moltissimo, non fosse così adirato con gli psicologi dato che i suoi testi sono altamente densi di contenuti psicologici. Credo fosse contrariato perchè la parte psicologica dei suoi testi e dei suoi insegnamenti non sia stata accolta e integrata nelle moderni visioni della mente umana. Aggiungerei che ci sono branche della psicologia che hanno fatto tesoro dei suoi insegnamenti sottolineando la scientificità delle tecniche che Osho ha proposto. Quindi credo che il punto non sia scegliere tra guru e psicologi ma nel trovare ciò di cui hai bisogno in questo momento. Questo perchè non credo sia un caso che la tua attenzione sia stata catturata dal coaching filosofico e dalle specifiche tematiche trattate. I bisogni del vero Sé si manifestano all'esterno tramite l'attenzione su ciò che gli permette di emergere. Credo ci sia una rivoluzione silente in atto dentro di te e credo che sia un momento meraviglioso che invito a vivere a pieno.
Grazie per aver condiviso con tanta apertura il suo vissuto: si percepisce chiaramente il desiderio di dare senso e profondità alla sua vita.
È comprensibile che, entrando in contatto con certi discorsi filosofici o spirituali, lei si senta scosso. La filosofia orientale e i maestri spirituali parlano spesso con un linguaggio assoluto, che può far sembrare tutto il resto “povero” o privo di valore. È naturale quindi che nasca il dubbio: “Allora ciò che ho fatto finora conta davvero?”.
In realtà, non c’è contraddizione tra psicologia e percorsi spirituali. La psicologia le ha già dato strumenti concreti per stare bene, e questi hanno avuto senso e valore. La spiritualità, se sente che risuona dentro di sé, può essere un ulteriore arricchimento, ma non sostituisce ciò che già funziona. Non è necessario sminuire un approccio per dare spazio a un altro: può esistere un dialogo.
Quando sente che “nulla ha più valore”, potrebbe trattarsi proprio di quella destabilizzazione che arriva quando incontriamo idee nuove e potenti: è come se per un momento crollassero i vecchi riferimenti. Fa parte di un processo di crescita interiore, non è segno che la sua vita non abbia senso.
Un invito che può aiutarla è questo: non scelga un percorso “perché sembra più elevato”, ma perché lo sente suo, autentico. Se la spiritualità la attrae, provi ad avvicinarsi con curiosità, senza l’ansia di dover trovare risposte definitive o di dover abbandonare tutto il resto. Può restare valido il suo amore per la psicologia e per gli strumenti pratici che le hanno dato equilibrio, e allo stesso tempo esplorare la dimensione filosofica o spirituale come un’integrazione.
La ricerca di senso non ha una sola via giusta: la cosa più importante è che lei si senta libero di integrare, di ascoltarsi e di non perdere fiducia nel valore delle esperienze che già le hanno fatto bene.
È comprensibile che, entrando in contatto con certi discorsi filosofici o spirituali, lei si senta scosso. La filosofia orientale e i maestri spirituali parlano spesso con un linguaggio assoluto, che può far sembrare tutto il resto “povero” o privo di valore. È naturale quindi che nasca il dubbio: “Allora ciò che ho fatto finora conta davvero?”.
In realtà, non c’è contraddizione tra psicologia e percorsi spirituali. La psicologia le ha già dato strumenti concreti per stare bene, e questi hanno avuto senso e valore. La spiritualità, se sente che risuona dentro di sé, può essere un ulteriore arricchimento, ma non sostituisce ciò che già funziona. Non è necessario sminuire un approccio per dare spazio a un altro: può esistere un dialogo.
Quando sente che “nulla ha più valore”, potrebbe trattarsi proprio di quella destabilizzazione che arriva quando incontriamo idee nuove e potenti: è come se per un momento crollassero i vecchi riferimenti. Fa parte di un processo di crescita interiore, non è segno che la sua vita non abbia senso.
Un invito che può aiutarla è questo: non scelga un percorso “perché sembra più elevato”, ma perché lo sente suo, autentico. Se la spiritualità la attrae, provi ad avvicinarsi con curiosità, senza l’ansia di dover trovare risposte definitive o di dover abbandonare tutto il resto. Può restare valido il suo amore per la psicologia e per gli strumenti pratici che le hanno dato equilibrio, e allo stesso tempo esplorare la dimensione filosofica o spirituale come un’integrazione.
La ricerca di senso non ha una sola via giusta: la cosa più importante è che lei si senta libero di integrare, di ascoltarsi e di non perdere fiducia nel valore delle esperienze che già le hanno fatto bene.
Ciao — grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai attraversando. Quello che descrivi è molto umano: imbattersi in idee forti (filosofia orientale, maestri spirituali, critiche alla psicologia) può scuotere le certezze quotidiane e farci mettere in discussione ciò che fino a ieri ci dava equilibrio. È normale sentirsi confusi quando nuove cornici interpretative sembrano dare un valore più «alto» a certi argomenti rispetto a ciò che già pratichiamo.
Qualche spunto pratico per orientarti subito:
Normalizza il disagio — Non significa che tu abbia sbagliato tutto finora. Sentirsi destabilizzati è spesso il primo passo di un processo di crescita: ti apre a nuove domande, ma non cancella i benefici reali che hai ottenuto con le strategie che già usi.
Differenza tra strumenti e significato — La psicologia offre strumenti pratici (capire le emozioni, regolare l’ansia, migliorare le relazioni) che funzionano con risultati misurabili. La spiritualità o la filosofia orientale spesso lavorano invece sul senso, sulla trascendenza, su mappe esistenziali diverse. Le due cose possono essere complementari, non necessariamente in contraddizione.
Valuta cosa ti serve davvero — Chiediti: che cosa sto cercando? Più calma quotidiana? Un senso più profondo della vita? Risposte pratiche a problemi concreti? Questo ti aiuta a scegliere se provare tecniche spirituali (meditazione, letture filosofiche) oppure lavorare su aspetti psicologici con un professionista — o entrambe le cose.
Sperimenta con dei confini — Se senti curiosità, prova qualche pratica spirituale in piccolo (letture selezionate, 10-15 minuti di meditazione) senza abbandonare tutto il resto. Vedi cosa ti aiuta e cosa ti crea più confusione. Limitare l’esposizione a contenuti che generano ansia può aiutare a metabolizzare le idee con calma.
Integra, non sradicare — Molti trovano arricchente integrare elementi spirituali con conoscenze psicologiche: la mindfulness, per esempio, nasce da pratiche meditative ma oggi è usata in psicoterapia perché aiuta concretamente la regolazione emotiva. Ricordati che «alto valore» non è sinonimo di verità universale: dipende da cosa funziona per te.
Osserva i motivi del cambiamento — A volte la ricerca di «maestri» o figure elevate è legata al bisogno di senso, guida o appartenenza. È utile riconoscerlo così da non seguire pedissequamente chi promette risposte facili. Valuta sempre la coerenza tra parole e comportamenti di chi propone insegnamenti.
Quando chiedere aiuto — Se la confusione diventa ansia persistente, perdita di piacere nelle cose che prima ti davano serenità, insonnia o isolamento, è importante parlarne con un professionista. Un confronto guidato ti aiuta a chiarire valori, priorità e a decidere passi concreti senza fretta.
Se ti fa piacere, e per un lavoro mirato su questi dubbi esistenziali e pratici, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Qualche spunto pratico per orientarti subito:
Normalizza il disagio — Non significa che tu abbia sbagliato tutto finora. Sentirsi destabilizzati è spesso il primo passo di un processo di crescita: ti apre a nuove domande, ma non cancella i benefici reali che hai ottenuto con le strategie che già usi.
Differenza tra strumenti e significato — La psicologia offre strumenti pratici (capire le emozioni, regolare l’ansia, migliorare le relazioni) che funzionano con risultati misurabili. La spiritualità o la filosofia orientale spesso lavorano invece sul senso, sulla trascendenza, su mappe esistenziali diverse. Le due cose possono essere complementari, non necessariamente in contraddizione.
Valuta cosa ti serve davvero — Chiediti: che cosa sto cercando? Più calma quotidiana? Un senso più profondo della vita? Risposte pratiche a problemi concreti? Questo ti aiuta a scegliere se provare tecniche spirituali (meditazione, letture filosofiche) oppure lavorare su aspetti psicologici con un professionista — o entrambe le cose.
Sperimenta con dei confini — Se senti curiosità, prova qualche pratica spirituale in piccolo (letture selezionate, 10-15 minuti di meditazione) senza abbandonare tutto il resto. Vedi cosa ti aiuta e cosa ti crea più confusione. Limitare l’esposizione a contenuti che generano ansia può aiutare a metabolizzare le idee con calma.
Integra, non sradicare — Molti trovano arricchente integrare elementi spirituali con conoscenze psicologiche: la mindfulness, per esempio, nasce da pratiche meditative ma oggi è usata in psicoterapia perché aiuta concretamente la regolazione emotiva. Ricordati che «alto valore» non è sinonimo di verità universale: dipende da cosa funziona per te.
Osserva i motivi del cambiamento — A volte la ricerca di «maestri» o figure elevate è legata al bisogno di senso, guida o appartenenza. È utile riconoscerlo così da non seguire pedissequamente chi promette risposte facili. Valuta sempre la coerenza tra parole e comportamenti di chi propone insegnamenti.
Quando chiedere aiuto — Se la confusione diventa ansia persistente, perdita di piacere nelle cose che prima ti davano serenità, insonnia o isolamento, è importante parlarne con un professionista. Un confronto guidato ti aiuta a chiarire valori, priorità e a decidere passi concreti senza fretta.
Se ti fa piacere, e per un lavoro mirato su questi dubbi esistenziali e pratici, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Salve, quando ci si apre a nuovi pensieri, soprattutto quelli che toccano aspetti esistenziali come il senso della vita, l’anima o la spiritualità, è naturale sentirsi scossi, persino confusi. In un certo senso, è proprio il segno che dentro di lei c’è una viva curiosità e un bisogno autentico di dare profondità alla propria esistenza. È comprensibile che il confronto con alcune filosofie orientali o con certe figure carismatiche, come i cosiddetti coach spirituali o maestri, possa farle mettere in discussione ciò che finora l’ha sostenuta. Tuttavia, è importante ricordare che ogni via, sia quella psicologica, che spirituale, può offrire strumenti preziosi, ma non necessariamente una è superiore all’altra. La psicologia non si oppone alla spiritualità, anzi, in approcci come l’analisi bioenergetica o la psicoterapia umanistica, la dimensione del sé autentico, dell’ascolto interiore e della connessione mente-corpo è profondamente centrale. Anche l’EMDR e la Mindfulness, per esempio, integrano aspetti legati alla consapevolezza e al qui e ora, attingendo a fonti orientali ma mantenendo un fondamento clinico e psicoterapeutico validato. In altre parole, non deve scegliere tra spiritualità e psicologia: può coltivare entrambi i mondi, ma ascoltando se stesso, e non sulla base dell’idea che qualcuno sia “più elevato”. Quando un messaggio destabilizza, può darsi che tocchi un punto fragile o ancora inesplorato. Se avverte che tutto ciò che prima le dava serenità ora sembra svuotato di senso, forse è il momento di esplorare questo smarrimento con uno psicologo psicoterapeuta, senza giudizio, senza fretta, per comprendere da dove nasce questa inquietudine e cosa realmente cerca.
Il suo equilibrio, il suo modo pacato di affrontare la vita, non sono da mettere in discussione: possono semmai essere arricchiti da una consapevolezza più profonda, senza bisogno di negare o rinunciare a ciò che le ha fatto bene fino ad oggi. Aggiungo una piccola cosa, il “metodo Osho” di attraversamento dei propri psichismi è stato a suo tempo coniato da un gruppo di psicologi di stampo new age, di cui conservo qualche conoscenza diretta. Non dia retta a tutto quello che sente.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Il suo equilibrio, il suo modo pacato di affrontare la vita, non sono da mettere in discussione: possono semmai essere arricchiti da una consapevolezza più profonda, senza bisogno di negare o rinunciare a ciò che le ha fatto bene fino ad oggi. Aggiungo una piccola cosa, il “metodo Osho” di attraversamento dei propri psichismi è stato a suo tempo coniato da un gruppo di psicologi di stampo new age, di cui conservo qualche conoscenza diretta. Non dia retta a tutto quello che sente.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentilissimo,
È comprensibile sentirsi un po’ smarriti dopo aver ascoltato messaggi che parlano di anima, spiritualità o di come dovremmo vivere in modo “più autentico”. Quando incontriamo idee nuove e forti è normale mettersi in discussione e avere la sensazione che quello che abbiamo fatto finora abbia perso valore. In realtà non è così: le abitudini, gli atteggiamenti e gli strumenti che fino ad oggi le hanno dato equilibrio restano risorse importanti e sarebbe un peccato buttarli via dopo che ha incontrato qualcosa di diverso, se possono esserle ancora utili.
Piuttosto penso che possa aiutarla fermarsi un momento e prendersi il tempo per capire che cosa davvero la fa stare bene, distinguendo quello che la incuriosisce da quello che invece crea solo confusione o pressione. Può anche concedersi di sperimentare un po’ alla volta, senza scelte drastiche, integrando eventualmente qualche lettura o pratica che sente vicina, senza rinunciare a ciò che già funziona. Allo stesso tempo è importante restare con i piedi per terra e diffidare di chi promette verità assolute o cerca di imporre regole rigide: la crescita personale non passa dal seguire in modo acritico un maestro, un coach e nemmeno uno psicologo, ma arriva dal trovare il proprio personalissimo modo di stare bene, anche grazie agli spunti dati da queste relazioni.
Vorrei sottolineare che anche la psicologia si è interrogata su questi temi: esiste, ad esempio, la psicologia esistenziale: un approccio che affronta proprio le domande sul senso della vita, sulla libertà, sui valori personali e sulla ricerca di significato.
Infine mi sento di rassicurarla che psicologia e spiritualità non sono in opposizione: possono anche completarsi a vicenda. La differenza sta nel partire da quello che lei sente davvero utile per sé, senza forzature. Alcune pratiche del benessere psicologico hanno radici profonde nelle pratiche e culture orientali, come ad esempio la mindfulness e le tecniche di meditazione. Forse proprio quelle potrebbero essere un buono strumento da cui iniziare per ascoltare le domande profonde che le sono sorte e uscire dalla confusione che la fa soffrire.
Un caro saluto,
Nardi Massimiliano
È comprensibile sentirsi un po’ smarriti dopo aver ascoltato messaggi che parlano di anima, spiritualità o di come dovremmo vivere in modo “più autentico”. Quando incontriamo idee nuove e forti è normale mettersi in discussione e avere la sensazione che quello che abbiamo fatto finora abbia perso valore. In realtà non è così: le abitudini, gli atteggiamenti e gli strumenti che fino ad oggi le hanno dato equilibrio restano risorse importanti e sarebbe un peccato buttarli via dopo che ha incontrato qualcosa di diverso, se possono esserle ancora utili.
Piuttosto penso che possa aiutarla fermarsi un momento e prendersi il tempo per capire che cosa davvero la fa stare bene, distinguendo quello che la incuriosisce da quello che invece crea solo confusione o pressione. Può anche concedersi di sperimentare un po’ alla volta, senza scelte drastiche, integrando eventualmente qualche lettura o pratica che sente vicina, senza rinunciare a ciò che già funziona. Allo stesso tempo è importante restare con i piedi per terra e diffidare di chi promette verità assolute o cerca di imporre regole rigide: la crescita personale non passa dal seguire in modo acritico un maestro, un coach e nemmeno uno psicologo, ma arriva dal trovare il proprio personalissimo modo di stare bene, anche grazie agli spunti dati da queste relazioni.
Vorrei sottolineare che anche la psicologia si è interrogata su questi temi: esiste, ad esempio, la psicologia esistenziale: un approccio che affronta proprio le domande sul senso della vita, sulla libertà, sui valori personali e sulla ricerca di significato.
Infine mi sento di rassicurarla che psicologia e spiritualità non sono in opposizione: possono anche completarsi a vicenda. La differenza sta nel partire da quello che lei sente davvero utile per sé, senza forzature. Alcune pratiche del benessere psicologico hanno radici profonde nelle pratiche e culture orientali, come ad esempio la mindfulness e le tecniche di meditazione. Forse proprio quelle potrebbero essere un buono strumento da cui iniziare per ascoltare le domande profonde che le sono sorte e uscire dalla confusione che la fa soffrire.
Un caro saluto,
Nardi Massimiliano
Buongiorno. Personalmente non ho mai stimato molto coloro che, nel definire il valore della propria disciplina, ne disprezzano altre. Lo dico anche per quanto riguarda l' interno della stessa psicologia, che come saprà, ha diversi orientamenti. Alcuni, per professare la superiorità del proprio orientamento, ad esempio, screditano gli altri orientamenti (penso a un cognitivo comportamentale che, una volta, mi ha detto che il suo è l' unico approccio veramente efficace e che la psicoanalisi è solo speculazione). Io penso che ogni approccio abbia il suo valore, che non ce ne sia uno superiore e uno inferiore. Piuttosto, sono complementari, ognuno di essi ha una funzione specifica e molto dipende dal tipo di disturbo trattato e dal bisogno del paziente.
Tornando alla sua questione, credo di poter estendere il ragionamento anche alla filosofia e ad altre correnti spirituali. Perché deve esserci per forza una sorta di combattimento tra le discipline? Ognuno di noi è diverso, ha esigenze e bisogni diversi, e trova conforto, aiuto, crescita personale nel modo che ritiene più ottimale per sé stesso. Queste varie correnti non devono per forza escludersi a Vicenda, anzi, potrebbero trovare spunti di riflessione e arricchimento reciproci. Trovo che non sia necessario screditare la psicologia per portare avanti il proprio pensiero; ma se determinati professionisti o intellettuali/autori hanno questo bisogno di farlo, secondo me c'è qualcosa che non va...
Tornando alla sua questione, credo di poter estendere il ragionamento anche alla filosofia e ad altre correnti spirituali. Perché deve esserci per forza una sorta di combattimento tra le discipline? Ognuno di noi è diverso, ha esigenze e bisogni diversi, e trova conforto, aiuto, crescita personale nel modo che ritiene più ottimale per sé stesso. Queste varie correnti non devono per forza escludersi a Vicenda, anzi, potrebbero trovare spunti di riflessione e arricchimento reciproci. Trovo che non sia necessario screditare la psicologia per portare avanti il proprio pensiero; ma se determinati professionisti o intellettuali/autori hanno questo bisogno di farlo, secondo me c'è qualcosa che non va...
La ringrazio per aver condiviso il suo vissuto con tanta chiarezza e profondità. Le sue parole restituiscono l’immagine di una persona che si sta ponendo domande autentiche e importanti, in un momento in cui il confronto con prospettive nuove sta aprendo riflessioni significative.
È comprensibile che, entrando in contatto con visioni diverse – come quelle proposte dalla filosofia orientale o da approcci più spirituali – emergano pensieri, dubbi e un senso di rimescolamento interiore. Spesso, l’incontro con nuovi punti di vista non invalida ciò che abbiamo vissuto finora, ma ci invita a guardarlo con occhi diversi. Non c'è necessariamente una contraddizione, ma la possibilità di integrare orizzonti differenti.
La psicologia e la spiritualità possono offrire contributi complementari: la prima aiuta ad osservare e comprendere se stessi nel quotidiano, la seconda può accompagnare verso domande più ampie sul significato, sull’identità profonda o sul senso dell’esistenza. In molti percorsi personali, queste due strade non si escludono, ma si arricchiscono a vicenda, seguendo il ritmo e la sensibilità di chi le attraversa.
Se oggi sente una spinta verso una dimensione più spirituale, può essere utile ascoltare questo interesse con curiosità e senza fretta, lasciando che sia l’esperienza diretta a guidarla nel comprendere cosa davvero la nutre, la orienta e la fa stare bene. Allo stesso modo, ciò che finora le ha dato equilibrio e serenità mantiene il suo valore e può essere una base preziosa da cui partire.
È comprensibile che, entrando in contatto con visioni diverse – come quelle proposte dalla filosofia orientale o da approcci più spirituali – emergano pensieri, dubbi e un senso di rimescolamento interiore. Spesso, l’incontro con nuovi punti di vista non invalida ciò che abbiamo vissuto finora, ma ci invita a guardarlo con occhi diversi. Non c'è necessariamente una contraddizione, ma la possibilità di integrare orizzonti differenti.
La psicologia e la spiritualità possono offrire contributi complementari: la prima aiuta ad osservare e comprendere se stessi nel quotidiano, la seconda può accompagnare verso domande più ampie sul significato, sull’identità profonda o sul senso dell’esistenza. In molti percorsi personali, queste due strade non si escludono, ma si arricchiscono a vicenda, seguendo il ritmo e la sensibilità di chi le attraversa.
Se oggi sente una spinta verso una dimensione più spirituale, può essere utile ascoltare questo interesse con curiosità e senza fretta, lasciando che sia l’esperienza diretta a guidarla nel comprendere cosa davvero la nutre, la orienta e la fa stare bene. Allo stesso modo, ciò che finora le ha dato equilibrio e serenità mantiene il suo valore e può essere una base preziosa da cui partire.
Buongiorno gentile Utente
la sua inquietudine è comprensibile e in realtà molto comune: quando si incrociano idee forti e appassionate (siano esse filosofie orientali, messaggi di guru o critiche radicali alla psicologia) è normale sentirsi scosso e mettere in discussione ciò che finora le ha dato equilibrio. la prima cosa che vorrei dirle è che non esiste una verità unica che spieghi tutto e che la scelta tra “spiritualità” e “psicologia” non è obbligatoriamente esclusiva; spesso i due ambiti rispondono a domande diverse: la psicologia offre strumenti per comprendere i meccanismi del pensiero, delle emozioni e delle relazioni e per cambiare ciò che causa sofferenza quotidiana, mentre molte tradizioni spirituali propongono pratiche e cornici di senso per lavorare sul senso della vita, sulla presenza e sulla trascendenza. se le pratiche che ha sperimentato finora le hanno portato serenità, non sono “senza valore” perché un’idea o una pratica le fa sentire meglio e la aiuta a stare nel mondo: questo è un criterio pratico importante. allo stesso tempo la sua curiosità verso altre vie merita rispetto: può essere utile esplorarle con spirito critico e metodo sperimentale, provando in piccolo e verificando come si integra con la sua vita quotidiana e con la sua terapia, se in corso. le suggerisco di non abbandonare meccanismi di cura funzionanti per rincorrere ciò che appare nuovo o più elevato, ma di parlarne apertamente con il suo terapeuta: un confronto può aiutare a mettere ordine tra ciò che è scoperta autentica e ciò che è suggestione. tenga conto anche del rischio pratico dei maestri o dei coach carismatici che promettono verità assolute: quando un percorso chiede rinunce o assenso totale senza spazio per il dubbio, è opportuno fermarsi e riflettere. infine, se il suo desiderio è sviluppare una dimensione più spirituale, proceda con curiosità e gradualità: leggere fonti primarie, provare pratiche concrete come la meditazione o la contemplazione, testarne l’impatto sul suo equilibrio psicologico e integrarle con gli strumenti terapeutici che già possiede può essere un modo saggio per unire profondità e concretezza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
la sua inquietudine è comprensibile e in realtà molto comune: quando si incrociano idee forti e appassionate (siano esse filosofie orientali, messaggi di guru o critiche radicali alla psicologia) è normale sentirsi scosso e mettere in discussione ciò che finora le ha dato equilibrio. la prima cosa che vorrei dirle è che non esiste una verità unica che spieghi tutto e che la scelta tra “spiritualità” e “psicologia” non è obbligatoriamente esclusiva; spesso i due ambiti rispondono a domande diverse: la psicologia offre strumenti per comprendere i meccanismi del pensiero, delle emozioni e delle relazioni e per cambiare ciò che causa sofferenza quotidiana, mentre molte tradizioni spirituali propongono pratiche e cornici di senso per lavorare sul senso della vita, sulla presenza e sulla trascendenza. se le pratiche che ha sperimentato finora le hanno portato serenità, non sono “senza valore” perché un’idea o una pratica le fa sentire meglio e la aiuta a stare nel mondo: questo è un criterio pratico importante. allo stesso tempo la sua curiosità verso altre vie merita rispetto: può essere utile esplorarle con spirito critico e metodo sperimentale, provando in piccolo e verificando come si integra con la sua vita quotidiana e con la sua terapia, se in corso. le suggerisco di non abbandonare meccanismi di cura funzionanti per rincorrere ciò che appare nuovo o più elevato, ma di parlarne apertamente con il suo terapeuta: un confronto può aiutare a mettere ordine tra ciò che è scoperta autentica e ciò che è suggestione. tenga conto anche del rischio pratico dei maestri o dei coach carismatici che promettono verità assolute: quando un percorso chiede rinunce o assenso totale senza spazio per il dubbio, è opportuno fermarsi e riflettere. infine, se il suo desiderio è sviluppare una dimensione più spirituale, proceda con curiosità e gradualità: leggere fonti primarie, provare pratiche concrete come la meditazione o la contemplazione, testarne l’impatto sul suo equilibrio psicologico e integrarle con gli strumenti terapeutici che già possiede può essere un modo saggio per unire profondità e concretezza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buongiorno,
le chiederei di orientare la riflessione anche sul motivo per cui si sente così scosso e messo in discussione da una corrente di pensiero diversa.
Vorrei affidarle una riflessione in tal senso: come mai non è stato per lei un punto di vista alternativo e, per tanto, una ricchezza al suo modo di vivere ma è stato piuttosto uno scossone che ha messo in dubbio tutto il suo impianto di vita di cui mi sembrava anche soddisfatto?
Io non sono esperta di filosofia né di spiritualità (orientale e occidentale) ma cerchiamo un confronto con questi guru, non guardiamoli solo dall'esterno; cerchiamo di entrare in contatto per capire al meglio quel nuovo punto di vista e se questo può integrarsi o apportare migliorie al nostro.
Spero riesca a trovare la sua dimensione e a ripristinare quell'equilibrio che mi sembra mancarle al momento.
Un caro saluto,
dott.ssa Francomano Ilaria
le chiederei di orientare la riflessione anche sul motivo per cui si sente così scosso e messo in discussione da una corrente di pensiero diversa.
Vorrei affidarle una riflessione in tal senso: come mai non è stato per lei un punto di vista alternativo e, per tanto, una ricchezza al suo modo di vivere ma è stato piuttosto uno scossone che ha messo in dubbio tutto il suo impianto di vita di cui mi sembrava anche soddisfatto?
Io non sono esperta di filosofia né di spiritualità (orientale e occidentale) ma cerchiamo un confronto con questi guru, non guardiamoli solo dall'esterno; cerchiamo di entrare in contatto per capire al meglio quel nuovo punto di vista e se questo può integrarsi o apportare migliorie al nostro.
Spero riesca a trovare la sua dimensione e a ripristinare quell'equilibrio che mi sembra mancarle al momento.
Un caro saluto,
dott.ssa Francomano Ilaria
Salve,
credo che gli spunti del coach le abbiano solo solleticato alcune cose che già era predisposto a voler cambiare. Oggi in lei prevale la confusione, e potrebbe farsi aiutare a ritrovarsi, cercando di capire cosa realmente valga per lei, indipendentemente da cosa le possano dire gli altri. Resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
credo che gli spunti del coach le abbiano solo solleticato alcune cose che già era predisposto a voler cambiare. Oggi in lei prevale la confusione, e potrebbe farsi aiutare a ritrovarsi, cercando di capire cosa realmente valga per lei, indipendentemente da cosa le possano dire gli altri. Resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, lei è libero di assecondare i propri desideri ma prima di intraprendere qualsiasi percorso, le suggerirei una valutazione di questo cambiamento repentino. Dietro a dinamiche apparentemente banali, spesso la mente associa idee ed emozioni che hanno ben altra origine.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Utente, grazie per aver condiviso la tua riflessione e i tuoi dubbi. Quando ci confrontiamo con nuovi sistemi di pensiero, specie se espressi in modo assoluto o “illuminato”, può nascere un senso di inadeguatezza, come se ciò che abbiamo fatto finora fosse “inferiore” o privo di valore. Ma attenzione: il rischio è cadere in una forma sottile di svalutazione di sé, che non viene da dentro, ma da un confronto idealizzato.
La spiritualità può essere un arricchimento, ma non se nasce da un senso di colpa o da un bisogno di sentirsi "più profondi". Non sei meno consapevole perché non parli di “anima” o perché ti sei affidato a strumenti psicologici: sei stato semplicemente autentico nel tuo percorso. La verità è che non c’è un’unica via al senso. Alcuni la trovano nella spiritualità, altri nella psicologia, altri nella cura degli altri, nell’arte, nella scienza o nel silenzio. Se ti senti spinto verso un percorso spirituale, esploralo, ma con libertà e senza idealizzare. E se invece senti che stai solo cercando di “essere all’altezza” di qualcosa che non senti davvero tuo, forse è il momento di tornare in contatto con ciò che già ti dava senso. La serenità, spesso, non arriva da “più profondità”, ma da più coerenza con ciò che si sente autentico. Un caro saluto
La spiritualità può essere un arricchimento, ma non se nasce da un senso di colpa o da un bisogno di sentirsi "più profondi". Non sei meno consapevole perché non parli di “anima” o perché ti sei affidato a strumenti psicologici: sei stato semplicemente autentico nel tuo percorso. La verità è che non c’è un’unica via al senso. Alcuni la trovano nella spiritualità, altri nella psicologia, altri nella cura degli altri, nell’arte, nella scienza o nel silenzio. Se ti senti spinto verso un percorso spirituale, esploralo, ma con libertà e senza idealizzare. E se invece senti che stai solo cercando di “essere all’altezza” di qualcosa che non senti davvero tuo, forse è il momento di tornare in contatto con ciò che già ti dava senso. La serenità, spesso, non arriva da “più profondità”, ma da più coerenza con ciò che si sente autentico. Un caro saluto
Gentile utente,
il suo messaggio è davvero prezioso perché coglie un tema molto attuale: quando si entra in contatto con visioni spirituali o filosofiche molto forti, può accadere di sentirsi improvvisamente “piccoli” o disorientati, come se tutto ciò che prima dava senso e serenità diventasse improvvisamente banale o “inferiore”.
In realtà non sta perdendo il suo equilibrio: sta vivendo un momento di ampliamento di prospettiva. Si è aperto a nuove idee, ma queste — come spesso accade all’inizio — si presentano in modo assoluto, quasi esclusivo (“solo la via spirituale è autentica, tutto il resto è superficiale”). È una fase comprensibile, ma parziale.
La filosofia orientale, così come gli insegnamenti di Osho o di altri maestri, contengono spunti profondi e spesso illuminanti, ma vanno integrati, non contrapposti alla psicologia o alla vita quotidiana. La spiritualità autentica non svaluta il mondo, ma lo abbraccia; non disprezza la mente, ma la aiuta a diventare più consapevole.
Molti insegnamenti spirituali, se letti in modo equilibrato, dicono proprio questo: che la consapevolezza non si trova fuggendo la realtà, ma stando in essa con presenza.
La psicologia e la spiritualità, in fondo, cercano la stessa cosa: comprendere sé stessi, ridurre la sofferenza, vivere con più autenticità. La differenza è che la psicologia si occupa del come stiamo nel mondo, la spiritualità del perché ci siamo — ma le due dimensioni possono coesistere e arricchirsi a vicenda.
Non è necessario abbandonare ciò che le ha fatto bene — la calma, l’equilibrio, il modo sereno di affrontare la vita — per cercare qualcosa di “più alto”. Può semplicemente lasciare che la curiosità spirituale si affianchi alla sua esperienza psicologica, senza giudicare né una né l’altra. Non esiste una via più elevata: esiste la via che la fa stare bene, quella che la fa sentire viva e in contatto con sé.
In sintesi:
non c’è contraddizione tra psicologia e spiritualità, ma due linguaggi diversi della stessa ricerca;
la serenità che ha costruito non è “superficiale”, è la base che le permette oggi di esplorare con curiosità, senza perdersi;
non ha bisogno di sentirsi “più elevato”, ma semplicemente di restare coerente con ciò che la fa sentire integra e presente.
Dott.ssa Sara Petroni
il suo messaggio è davvero prezioso perché coglie un tema molto attuale: quando si entra in contatto con visioni spirituali o filosofiche molto forti, può accadere di sentirsi improvvisamente “piccoli” o disorientati, come se tutto ciò che prima dava senso e serenità diventasse improvvisamente banale o “inferiore”.
In realtà non sta perdendo il suo equilibrio: sta vivendo un momento di ampliamento di prospettiva. Si è aperto a nuove idee, ma queste — come spesso accade all’inizio — si presentano in modo assoluto, quasi esclusivo (“solo la via spirituale è autentica, tutto il resto è superficiale”). È una fase comprensibile, ma parziale.
La filosofia orientale, così come gli insegnamenti di Osho o di altri maestri, contengono spunti profondi e spesso illuminanti, ma vanno integrati, non contrapposti alla psicologia o alla vita quotidiana. La spiritualità autentica non svaluta il mondo, ma lo abbraccia; non disprezza la mente, ma la aiuta a diventare più consapevole.
Molti insegnamenti spirituali, se letti in modo equilibrato, dicono proprio questo: che la consapevolezza non si trova fuggendo la realtà, ma stando in essa con presenza.
La psicologia e la spiritualità, in fondo, cercano la stessa cosa: comprendere sé stessi, ridurre la sofferenza, vivere con più autenticità. La differenza è che la psicologia si occupa del come stiamo nel mondo, la spiritualità del perché ci siamo — ma le due dimensioni possono coesistere e arricchirsi a vicenda.
Non è necessario abbandonare ciò che le ha fatto bene — la calma, l’equilibrio, il modo sereno di affrontare la vita — per cercare qualcosa di “più alto”. Può semplicemente lasciare che la curiosità spirituale si affianchi alla sua esperienza psicologica, senza giudicare né una né l’altra. Non esiste una via più elevata: esiste la via che la fa stare bene, quella che la fa sentire viva e in contatto con sé.
In sintesi:
non c’è contraddizione tra psicologia e spiritualità, ma due linguaggi diversi della stessa ricerca;
la serenità che ha costruito non è “superficiale”, è la base che le permette oggi di esplorare con curiosità, senza perdersi;
non ha bisogno di sentirsi “più elevato”, ma semplicemente di restare coerente con ciò che la fa sentire integra e presente.
Dott.ssa Sara Petroni
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